32 Recenti Prog Med 2015; 106: 32-34 Epigenetica: un nuovo strumento per la diagnosi e il trattamento dei tumori Patrizia Filetici1 Epigenetics: a novel tool for early diagnosis and tumor therapy. Summary. Epigenetics, first described by Conrad Waddington, defines how pathways setting a specific phenotype and heritable cellular functions are activated in a DNA independent way. Epigenetics concerns the study of genome structure and accessibility that regulates patterns of gene expression through the dynamic compaction and opening the chromatin structure. Vincent Allfrey profetically declared in 1964 that histone modifications could influence gene expression. In cancer very often cells show a profound modification of DNA methylation and mutations in chromatin regulators. These evidences provided therefore a clear link between epigenetics and neoplasia. Advanced molecular technology such as Deep-sequencing and ChIP-Seq revealed the frequent relocalization in cancer of many PTM readers such the AcLys binding bromodomain. These results were important for the development of novel classes of epigenetic drugs some of which are inhibitors of histone modifyers or molecule interacting with reader domains. Since cancer imply profound changes in the epigenetic profile and in gene transcription a future challenge of molecular and chemical biology will be to develop novel epigenetic compounds able to correct the epigenetic disfunction and, possibly, coadiuvate canonical therapy in the cure of cancer. La cromatina è una struttura macromolecolare; il DNA si avvolge intorno a un ottametro istonico, il nucleo soma, costituito da due copie istoniche, H3, H4, H2A e H2B, la cui struttura-3D è stata risolta mediante studi di cristallografia2. Gli istoni sono proteine basiche, altamente conservate nell’evoluzione dal lievito all’uomo. Gli istoni presentano un core proteico ad alfa-elica che costituisce il nucleo globulare del nucleosoma, e da estremità N-terminali che protrudono all’esterno, non hanno una struttura tridimensionale definita e presentano residui aminoacidici estremamente conservati. Le code istoniche rappresentano delle vere e proprie piattaforme di segnalazione per la regolazione cromatinica e sono il substrato per modificazioni post-traduzionali (PTM) deposte selettivamente dai modulatori e modificatori della cromatina. Acetilazione, fosforilazione, metilazione ubiquitilazione, ATP-ribosilazione sono quindi dei marchi epigenetici, e rappresentano un livello EPI-genetico che, modificando gli istoni3, agisce alterando legami non-covalenti all’interno di un nucleosoma o tra nucleosomi adiacenti rendendo la cromatina più o meno condensata e determinando la spaziatura dei nucleosomi sul DNA (figura 1). Maggiore apertura e rilassamento della cromatina, mediata dalla acetilazione, consente un’accessibilità maggiore dei nucleosomi che diventano interspersi e appaiono, al microscopio, come una collana di perle del diametro di circa 4 nm che consente l’accesso al DNA del macchinario trascrizionale e l’espressione genica. La metilazione istonica è, in generale, un marchio di repressione, rende la cromatina estremamente compatta, i nucleosomi molto ravvicinati, recluta proteine aggiuntive che, legando i siti metilati, contribuiscono ulteriormente alla chiusura e all’impaccamento della cromatina, che si definisce eterocromatina, producendo una Introduzione Il termine “epigenetica” è stato originariamente coniato da Conrad Waddington e definisce le modalità con le quali la cellula esprime un fenotipo specifico e funzioni cellulari ereditabili in modo indipendente dalla sequenza del DNA. L’epigenetica è la scienza che studia come è regolata l’accessibilità del genoma e la capacità di espressione genica mediante un processo dinamico di condensazione e decondensazione del genoma, mediato dalla struttura della cromatina. L’epigenetica definisce i cambiamenti cellulari indipendenti dalla sequenza primaria del DNA, dipendenti dal grado di accessibilità del genoma mediato dalla cromatina e dai suoi modificatori. Nel 1964 Vincent Allfrey anticipò i tempi profetizzando che le modificazioni istoniche avrebbero potuto avere una influenza sulla regolazione dell’espressione genica1. 1Istituto Figura 1. Differenziazione cellulare. di Biologia, Medicina Molecolare e Nanobiotecnologie, CNR, Istituto di Fisiologia Generale, Roma. Pervenuto su invito il 21 novembre 2014. P. Filetici: Epigenetica: un nuovo strumento per la diagnosi e il trattamento dei tumori struttura super-condensata e trascrizionalmente inattiva nota come solenoide (30 nm). I cromosomi così chiusi e inaccessibili raggiungono il grado massimo di compattamento nel cromosoma metafasico a tutti noto e visibile in microscopia ottica in mitosi. Le modificazioni post-traduzionali PTM costituiscono quindi importanti marchi epigenetici in grado di modificare la struttura del genoma (epigenoma) e di influenzare l’espressione genica globale e gene specifica. In un organismo le cellule che costituiscono i diversi tessuti e organi derivano da una singola cellula e attraverso divisioni cellulari e programmi di differenziamento si originano cellule nervose, muscolari, ossee o del sangue. Il risultato del programma di differenziamento è quindi determinato da una regolazione epigenetica differenziale. Nello stesso modo due gemelli omozigoti tenderanno a differenziarsi durante la loro vita anche in relazione al loro stile di vita, dalla dieta e dall’ambiente in cui vivono. Tutti questi sono esempi che sottolineano quanto il livello di regolazione epigenetica sia determinante per una cellula e contribuisce a collegare il programma di espressione genica con l’ambiente, il metabolismo esterno e lo stile di vita. Esistono i modificatori della cromatina come acetitasi/deacetilasi, metiltransferasi/demetilasi, chinasi, ubiquitina-ligasi/proteasi. Sono generalmente proteine chimeriche che presentano un dominio catalitico di modificazione spesso affiancato da un dominio che legge e interagisce selettivamente con un marchio PTM, come il bromodominio, lettore di Ac-Lys, il chromodominio Met-Lys, tudor Met-Arg e altri. Quindi le code N-terminali degli istoni presentano un vero e proprio codice di PTM attivanti o repressive la cui combinazione rappresenta un vero e proprio codice istonico letto dai reader che riconoscono singoli marchi epigenetici. Spesso alle modifiche PTM istoniche si associa la metilazione del DNA in particolare su regioni CpG il cui stato di metilazione contribuisce a creare siti di regolazione genica attivi o inattivi e quindi ad attivare specifici programmi genici. Il recente sviluppo di metodiche di analisi genomica globale, come la spettrometria di massa, e la marcatura con isotopi stabili (SILAC) costituiscono tecnologie in continua espansione e hanno aperto la strada a un’analisi globale dell’epigenoma; inoltre, consentono lo studio della localizzazione dei lettori del codice genetico (readers) sui genomi di cellule normali o patologiche. La lettura dei pattern di metilazione genomica mediante sequenziatori di nuova generazione consente, inoltre, di ottenere il profilo delle regioni metilate e la comparazione di cellule normali con quelle malate. Epigenetica e cancro Le prime evidenze di una connessione diretta tra epigenoma e cancro si sono basate sullo studio comparativo tra il profilo di espressione genica e lo stato di metilazione del DNA di cui una rasse- gna dettagliata è rappresentata dal contributo di Feinberg e Tycko4. International Cancer Genome Consortium (ICGC) ha effettuato il sequenziamento di interi genomi in una vasta collezione di tessuti tumorali umani producendo un catalogo di mutazioni ricorrenti in numerosi regolatori epigenetici. Il linfoma follicolare, per esempio, presenta mutazioni nella istone-metiltransferasi MLL2 nel 90% dei casi. Un quadro delle mutazioni ricorrenti in diversi tipi di tumore dimostra che le acetiltransferasi e le metiltransferasi istoniche sono tra le più rappresentate. Anche il Deep-sequencing è una tecnica OMICA di grande rilevanza. La tecnica si avvale di ChIP-Seq (Chromatin ImmunoPrecipitation and Sequencing), si immunoprecipita con anticorpi specifici un modificatore cromatinico o un dominio di lettura di PTM, per esempio, bromodominio, chromodominio. Il materiale immunoprecipitato viene quindi sequenziato. Le sequenze risultanti rappresenteranno le porzioni del DNA che interagiscono con il reader analizzato. Il risultato rappresenta la mappa genomica dei siti di legame del reader cromatinico sul genoma: in altre parole, evidenzia le regioni che reclutano e legano il fattore epigenetico. I dati raccolti sono significativi e dimostrano che un cambiamento di PTM cromatinici e la variazione di legame dei r­ eader sul genoma viene alterato nei tumori rispetto ai tessuti normali. Da questa analisi si evidenzia quindi come la redistribuzione di zone di legame di lettori cromatinici coincide e determina un pattern epigenetico e una concomitante espressione genica alterata frequentemente connessi con la lesione tumorale. Geni silenziati da metilazioni istoniche in tumori coincidono spesso con geni chiave per il differenziamento. Lo stato di metilazione del DNA, il reclutamento e l’interazione dei reader sul genoma e mutazioni di modificatori cromatinici contribuiscono a produrre quindi una banca dati la cui analisi e intersezione dei risultati produrrà sicuramente database epigenetici che aiuteranno a capire le caratteristiche e l’interconnessione tra lo stato dell’epigenoma in una cellula normale e le modificazioni in diversi tipi di tumori umani. Farmaci epigenetici Mutazioni in modificatori cromatinici e alterazioni nella localizzazione su regioni genomiche dei lettori di PTM ricorrenti in tumori non solo implicano un ruolo causale di questi fattori nell’insorgenza dei tumori, ma possono anche rappresentare bersagli utili per nuove terapie5. Sono descritti un numero crescente di nuovi inibitori di modificatori cromatinici. Questi composti si trovano a uno stadio diverso di sviluppo, alcuni specifici per DNA metiltransferasi, istone deacetilasi e chinasi sono stati approvati dalla Food and Drug Administration statunitense. In particolare, in base a un gran numero di studi preclinici e clinici, due paninibitori di istone deacetilasi HDAC, vorinostat e romidepsin sono stati approvati da FDA 33 34 Recenti Progressi in Medicina, 106 (1), gennaio 2015 per l’uso clinico in pazienti con linfoma cutaneo a cellule T. Altri inibitori HDAC sono in studio per il trattamento di altri tipi di tumore. Tuttavia, l’effetto pleiotropico di queste sostanze continua a porre dei limiti all’uso di queste molecole nei trattamenti clinici. Un nuovo campo di indagine indagato recentemente riguarda lo sviluppo di molecole che interagiscono con i domini di lettura di PTM. Tra questi, il bromodominio, le istone acetiltransferasi, Gcn5, p300, CBP sono proteine chimeriche che quasi invariabilmente presentano all’estremità carbossi-terminale il bromodominio, un dominio proteico altamente conservato nell’evoluzione. Il bromodominio può essere definito un “chromatin browser”6 che interagisce con acetil-lisina contribuendo a reclutare le HAT e le bromodomain-protein sulle regioni genomiche acetilate e quindi trascrizionalmente attive. Alcune proteine che contengono il bromodominio, le BETprotein, rivestono un ruolo chiave nel controllo del ciclo cellulare e nel processo di progressione della trascrizione. Molecole che interagiscono con il bromodominio sono quindi capaci di bloccare e inibire le BET-protein rappresentando una strategia innovativa per combattere alcuni tipi di tumore7. Inibitori di BET-protein hanno mostrato un’ottima efficacia in NUT-midline carcinoma e in diversi tumori ematologici. In alcuni studi si è dimostrato che questi inibitori e interattori, bloccando le proteine BET, inibiscono di conseguenza l’espressione dell’oncogene MYC che è un gene master per la proliferazione e la sopravvivenza cellulare5. In realtà, il bromodominio è presente in molti altri fattori coinvolti nell’attivazione di pathway differenziativi; inoltre, il loro reclutamento su regioni genomiche è frequentemente alterato in cellule tumorali. Gli inibitori BET sono anche stati testati in altri tipi di tumore, in stati infiammatori e in infezioni virali; in particolare, la selettività di questi inibitori verso le fusioni oncogene BRD3-NUT e BRD4-NUT ha fornito un bersaglio specifico per utilizzare queste nuove molecole di interazione con il bromodominio e consentendone l’utilizzo in sperimentazioni cliniche nella terapia di forme di linfoma progressivo. Questi inibitori di acetilazione possono fornire nuove strade per diminuire l’impatto dell’espressione di nuovi pathway in cellule tumorali e consentono di essere affiancati ad altri inibitori come, per esempio, inibitori di chinasi. Il blocco del differenziamento, la divisione incontrollata, l’invasività tessutale e l’evasione dal controllo della morte cellulare sono caratteristiche Indirizzo per la corrispondenza: Dott. Patrizia Filetici Istituto di Biologia, Medicina Molecolare e Nanobiotecnologie, CNR Istituto Fisiologia Generale Piazzale Aldo Moro 5 00185 Roma E-mail: [email protected] ricorrenti delle cellule neoplastiche determinate da cambiamenti epigenetici. La sfida principale per sviluppare degli inibitori efficaci è identificare la loro selettività. Nel caso delle BET-protein, per esempio, le molecole che interagiscono con il bromodominio possono selettivamente inibire una sottoclasse genica attivata esclusivamente nei tumori. Inoltre, in molti casi le cellule tumorali attivano dei nuovi pathway di espressione genica connessi con determinate PTM così che inibire i modificatori cromatinici corrispondenti possa essere una via per bloccare la crescita di cellule neoplastiche. È utile ricordare che questi nuovi approcci terapeutici di inibizione di regolatori epigenetici possono in molti casi essere associati a trattamenti di chemioterapia classica. Basandoci sull’osservazione che la differenza tra una cellula normale e una tumorale spesso è basata su una profonda differenza del loro epigenoma, mirare attraverso nuove molecole a inibire i regolatori epigenetici può rappresentare una strategia intesa a distruggere le cellule trasformate in modo selettivo. Cellule neoplastiche ematopoietiche sono, infatti, più vulnerabili di quelle sane, che presentano vie alternative di compensazione nella regolazione epigenetica. Sicuramente molte di queste nuove cure epigenetiche sono ancora in fase di definizione, ma siamo sicuri che in un prossimo futuro potranno riservare nuove opportunità e prospettive per la diagnosi precoce e la cura dei tumori umani. Bibliografia 1. Allfrey VG, Faulkner R, Mirsky AE. Acetylation and methylation of histones and their possible role in the regulation of RNA synthesis. Proc Natl Acad Sci U S A 1964; 51: 786-94. 2. Luger K, Dechassa ML, Tremethick DJ. New insights into nucleosome and chromatin structure: an ordered state or a disordered affair? Nat Rev Mol Cell Biol 2012; 13: 436-47. 3. Jenuwein T, Allis CD. Translating the histone code. Science 2001; 293: 1074-80. 4. Feinberg AP, Tycko B. The history of cancer epigenetics. Nat Rev Cancer 2004; 4: 143-53. 5. Dawson MA, Kouzarides T. Cancer epigenetics: from mechanism to therapy. Cell 2012; 150: 12-27. 6. Filetici P, Ornaghi P, Ballario P. The bromodomain: a chromatin browser? Front Biosci 2001; 6: D866-76. 7. Filippakopoulos P, Knapp S. Targeting bromodomains: epigenetic readers of lys acetylation. Nat Rev Drug Discov 2014; 5: 337-56.