La medicina di Napoleone - Provincia Regionale di Catania

SANITÀ
La medicina di Napoleone
Eika Abramo
Per sconfiggere il tumore al retto, e con buoni
risultati anche per il cancro al rene, si apre
una speranza con un farmaco ufficializzato
dal congresso dell’American Society of
Clinical Oncology e la Food and Drug
Administration ne autorizzerà la commercializzazione. Negli Stati Uniti il tumore al colon
è la seconda forma di cancro più mortale e per
la presenza sul mercato del farmaco antitumorale, si prevede che le vendite possano
superare il miliardo di dollari. La notizia
apparsa sulla stampa americana, intanto, ha
portato al rialzo le azioni Genentech, azienda
di biotecnologia (oggi controllata dalla multinazionale Roche) che produce l’Av a s t i n ,
questo il nome del farmaco nato dalle scoperte del ricercatore Napoleone Ferrara, specialista in endocrinologia riproduttiva e in oncologia molecolare, impegnato in questa ricerca
dal 1988. L’importante conquista farmacologia ci coinvolge da vicino perché Napoleone
Ferrara è nato a Catania nel 1956. Conseguita
la laurea in Medicina nella nostra Università,
il suo relatore prof. Umberto Scapagnini, allora direttore dell’Istituto di Farmacologia, lo
incoraggia a recarsi negli Stati Uniti per la
carenza di finanziamenti statale e di strutture
adeguate che affligge la ricerca universitaria
in Italia. Con una borsa di studio, nel 1982
emigra in California e trova un primo inserimento nell’Università di San Francisco, nel
1988 è assunto nel Centro Ricerche della
Genentech dove un’alta tecnologia si unisce a
grandi intelligenze.
In questo ambiente di ricerca, lo scienziato
italiano Roberto Crea aveva elaborato il gene
dell’insulina. Nel corso di alcune ricerche
sulle cellule ipofisarie, Napoleone Ferrara ha
l’intuizione di approfondire il comportamento di alcune sostanze che stimolavano la crescita dei vasi sanguigni e riesce a isolare la
molecola proteica denominata Vegf che stimola la vascolarizzazione. Con la sperimentazione sui topi è stato possibile dimostrare
che bloccando questa molecola con degli
Morto Di Bella, scienziato umile
“Con Luigi Di Bella
scompare un illustre
conterraneo, uno scienziato che ha dedicato
tutta la sua vita alla
ricerca, con umiltà e
tenacia, per arrivare ad
una terapia anticancro,
seppur controversa”.
Raffaele Lombardo, presidente della Provincia
di Catania, ricorda così il
professor Di Bella, poco dopo la scomparsa.
“Di Bella ha creduto tenacemente alla sua terapia, ha restituito la
speranza a tanti malati, sempre stato vicino alla gente con una disponibilità senza pari. La sua morte, a mio avviso, deve costituire l’avvio di una rinnovata attenzione verso la ricerca scientifica finalizzata alla lotta per la prevenzione e cura dei tumori”, ha concluso il presidente Lombardo.
anticorpi si poteva rallentare la proliferazione delle cellule tumorali che si sviluppano
grazie ad una accentuata presenza di vasi
sanguigni. Alle ricerche del catanese
Napoleone Ferrara – come è stato dichiarato
da Art Levinson, amministratore delegato
della Genentech, - va il merito dell’Av a s t i n ,
farmaco di nuova generazione definito nel
linguaggio medico “angiogenesi-inibitore”
essendo un anticorpo monoclonale che punta
ad attaccare la Vegf, inaridendo l’alimentazione sanguigna delle cellule cancerogene.
Per il momento l’applicazione dell’Av a s t i n
funziona bene con pazienti affetti da cancro
al colon retto che presentano anche metastasi diffuse in altri organi, sul carcinoma renale, ma non con altre forme di tumore. Il farmaco ha scarsi effetti collaterali, si somministra per flebo e va associato con la chemioterapia. In Europa sarà disponibile fra due
a n ni.
Un endocrinologo
catanese protagonista
della ricerca negli
Stati Uniti