Giudizi LFILLET09 - Università di Sassari

PROCEDURA DI VALUTAZIONE COMPARATIVA PER LA COPERTURA DI N. 1 POSTO DI
RICERCATORE UNIVERSITARIO PER IL SETTORE SCIENTIFICO –DISCIPLINARE L-FILLET/09 “FILOLOGIA E LINGUISTICA ROMANZA” – FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA,
INDETTA CON D.R. N. 1566 DEL 19 LUGLIO 2010, IL CUI AVVISO E’ STATO PUBBLICATO IN
G.U. N. 61 DEL 3 AGOSTO 2010 – IV SERIE SPECIALE
VALUTAZIONE DEI TITOLI E DELLE PUBBLICAZIONI
DEL CANDIDATO GABRIELE GIANNINI
Curriculum sintetico:
Giudizio del Prof. Saverio GUIDA:
Il candidato è in possesso di laurea in Lettere conseguita presso l’Università degli Studi di Bologna col
massimo dei voti e del titolo di Dottore di ricerca in Filologia romanza e italiana ottenuto presso l’Università
degli Studi di Roma “La Sapienza”; ha goduto di una borsa di studio postdottorale di durata biennale e di un
successivo assegno di ricerca biennale (poi triennale) presso l’Università degli Studi di Bologna; ha svolto
attività di ricerca formalizzata da rapporti istituzionali presso soggetti pubblici tanto italiani che stranieri; ha
prestato opera didattica a livello universitario in Italia e all’estero; è stato coinvolto nell’organizzazione di
convegni e ha partecipato a programmi di ricerca nazionali e internazionali; è intervenuto come relatore a
convegni, seminari, corsi d’aggiornamento e formazione in Francia e in Italia. La produzione scientifica
presentata a corredo della domanda di partecipazione al concorso è tutta congruente con il settore s.d. per il
quale è stata bandita la proceduta di valutazione comparativa e si impone all’attenzione per l’originalità,
l’innovatività, l’importanza di ciascun contributo. I lavori del candidato sono apparsi in primarie sedi
editoriali con ampio raggio di diffusione all’interno della comunità scientifica e hanno aperto canali
collaborativi interessanti e considerevoli in una prospettiva di ricerca transnazionale.
Giudizio del Prof. Luciano FORMISANO:
Gabriele GIANNINI, laureato in Lettere nel 1998 presso l’Università degli Studi di Bologna, ha conseguito
nel 2003 il titolo di Dottore di ricerca in Filologia romanza e italiana presso l’Università degli Studi di Roma
“La Sapienza”.
Durante il biennio 2003-2005 ha usufruito di una borsa di studio postdottorato presso il Dipartimento di
Lingue e letterature straniere moderne dell’Università di Bologna, con soggiorno di ricerca, dal 30 luglio al 2
novembre 2004, presso l’UFR de Langue française dell’Université de Paris Sorbonne-Paris IV nell’àmbito
del Programma “Marco Polo” dell’Università di Bologna. Dal 1° ottobre 2007 al 30 settembre 2009 è stato
titolare di un assegno di ricerca presso il Dipartimento di Lingue e letterature straniere moderne
dell’Università di Bologna; dal 1° ottobre 2009 al 30 settembre 2010 ha usufruito del rinnovo dello stesso
assegno in modalità senior.
Dal 1° febbraio 2011 è titolare di un contratto di collaboratore scientifico (Wissenschaftlicher Mitarbeiter),
con scadenza 31 gennaio 2014, presso la Georg-August-Universität di Göttingen, Seminar für Romanische
Philologie, nell’àmbito del programma internazionale di ricerca (Università di Göttingen, Genève e
Montréal) avente per titolo: Kontextuelles Lesen in der Vormoderne. Untersuchungen zu den fabliauxHandschriften, coordinatore prof. Richard Trachsler.
Nell’a.a. 2001-2002, presso la Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Roma “La
Sapienza” ha svolto un modulo didattico integrativo di 12 ore sul tema “La tradizione manoscritta della lirica
trobadorica” nell’àmbito del corso di Filologia romanza tenuto dal prof. Paolo Canettieri; presso la stessa
Facoltà, negli a.a. 2001-2002 e 2002-2003 ha svolto attività di tutorato per gli studenti dei moduli didattici di
Filologia romanza tenuti dallo stesso prof. Canettieri. Nell’a.a. 2006-2007 ha tenuto l’incarico di Lingua
italiana presso l’Institut Supérieur Européen de Formation Alternance et Continue (ISEFAC) di Parigi.
Partecipa al progetto di ricerca internazionale del Conseil de Recherches en Sciences Humaines du Canada
(CRSH), poi Università degli Studi di Pavia, dal titolo Edizione e analisi del romanzo ‘Florimont’ (già
Aimon de Varennes, ‘Florimont’: édition critique avec notes, glossaire et analyses linguistiques et
littéraires), coordinato dalla prof.ssa Elisabeth Schulze-Busacker (Université de Montréal, poi Università
degli Studi di Pavia), al quale collabora come membro dell’unità di ricerca formata da G. Hasenohr (già
EPHT di Parigi), Ch. Ruby (IRHT [CNRS] di Parigi) e F. Zufferey (Université de Lausanne).
Partecipa (come consulente esterno per l’a.a. 2008-2009, come membro interno a partire dall’a.a. 2009-2010)
al progetto di ricerca PRIN, coordinato dal prof. Eugenio Burgio (Università “Ca’ Foscari” di Venezia), dal
titolo Storia e geografia delle tradizioni manoscritte galloromanze (secoli XII-XIV), all’interno dell’unità di
ricerca composta da M. Careri (Università “G. d’Annunzio” di Chieti) e P. Rinoldi (Università di Parma), per
la quale si occupa della catalogazione e della descrizione dei manoscritti epici antico-francesi, della
digitalizzazione dei risultati ottenuti e della loro pubblicazione on-line entro l’archivio Jonas dell’IRHT di
Parigi.
Come collaboratore scientifico del Seminar für Romanische Philologie della Georg-August-Universität di
Göttingen, dal 1° febbraio 2011 partecipa, per lo studio della tradizione manoscritta dei fabliaux, al citato
programma di ricerca internazionale Kontextuelles Lesen in der Vormoderne. Untersuchungen zu den
fabliaux-Handschriften (2010-2014) coordinato da Richard Trachsler della Georg-August-Universität di
Göttingen, e finanziato dalla Deutsche Forschungsgemeinschaft, dallo Schweizerischen Nationalfonds e dal
Conseil de Recherches en Sciences Humaines du Canada.
Ha presentato 16 comunicazioni (di cui 7 in francese) a convegni, nazionali e internazionali, e a seminari.
Ha organizzato, in collaborazione con la prof.ssa Giuseppina Brunetti, il Colloquio ‘La traduzione è una
forma’. Trasmissione e sopravvivenza dei testi romanzi medievali (Università degli Studi di Bologna, 1-2
dicembre 2005) e ha tenuto la Segreteria organizzativa del VII Convegno Triennale della Società Italiana di
Filologia Romanza dal titolo Culture, livelli di cultura e ambienti del Medioevo occidentale (Università degli
Studi di Bologna, 5-8 ottobre 2009). Collabora alla redazione delle riviste «Critica del testo» (e all’edizione
elettronica del correlato «Schedario romanzo») e «Quaderni di Filologia romanza», nonché al sito internet
della Società Italiana di Filologia Romanza per la ricerca e la composizione dei contenuti.
Le pubblicazioni del candidato interessano i settori della filologia francese, provenzale e italiana, con una
particolare attenzione ai fenomeni di contatto culturale e linguistico sotto il segno dell’espansione del
francese e del provenzale in Italia. Fondamentale, in questo senso, è il contributo offerto dalla tesi di
dottorato su Produzione e circolazione manoscritte del romanzo francese in versi dei secoli XII e XIII in
Italia: lavoro fondativo, frutto di pluriennali ricerche sul campo, i cui risultati vengono di volta in volta
combinati e confrontati tra loro in un quadro coerente in cui si intrecciano competenze codicologiche,
filologico-linguistiche e storico-letterarie, talché è facile prevedere che il lavoro, ora in fase di rielaborazione
in vista della stampa in volume, s’imporrà non solo come testo di riferimento imprescindibile nel settore
specifico e come repertorio aggiornato e sistematico delle forme del contatto linguistico tra italiano e galloromanzo, ma anche come modello metodologico per altre imprese congeneri. Per il candidato, l’indagine è
stata anche il punto di partenza per esplorazioni parallele, culminate nella pubblicazione di testimoni e testi
letterari, sia galloromanzi sia italiani, per lo più inediti, rinvenuti nel corso della ricerca; si vedano al
riguardo i circostanziati contributi sul frammento riccardiano del Cligès (e delle Novas del papegai), con la
scoperta e l’edizione di una corona di cinque sonetti toscani di argomento didattico-morale, e sul
manoscritto, sempre riccardiano, del Roman d’Hector e del Roman de Troie, occasione per l’edizione e lo
studio di due inedite bergerettes francesi quattrocentesche; o ancora l’importante scoperta dell’estratto
inedito del Tresor, pubblicato e studiato in «Romania», 126 (2008).
L’attenzione al contatto linguistico-culturale contraddistingue del resto anche i primi lavori, dedicati allo
studio delle traduzioni di testi trobadorici da parte dei poeti della Scuola siciliana, lavori in il candidato,
muovendo dai contributi fondamentali (e pioneristici) di Aurelio Roncaglia, e da quelli più recenti di Furio
Brugnolo, allarga e precisa la fenomenologia di questo tipo specialissimo di intertestualità. Si spiega così
anche la speciale attenzione ai modi e alle forme del tradurre che è alla base del Convegno bolognese del
2005, i cui Atti, usciti nel 2007, sono stati curati dallo stesso Giannini e da Giuseppina Brunetti.
Sul versante più specificamente occitano, spicca il contributo all’edizione dei Vangeli occitani dell’infanzia
curata da Marianne Gasperoni, ma di cui Giannini ha redatto l’Introduzione, le note ai testi e il Glossario:
contributo di grande rilievo scientifico (come testimoniano anche le numerose e autorevoli recensioni), che
rivela un’adeguata strumentazione filologica e una profonda conoscenza della dialettologia dell’antico
occitano, colto nella sua fase tardotrecentesca e nelle sue varietà sudorientali, non senza la consapevolezza
dei limiti oggettivi di una descrizione linguistica dei testi letterari. Si segnalano, inoltre, l’eccellente edizione
di Ben es fols cel que reigna di Pons de Capduoill (in Nouvelles tendances de la recherche médiévale
occitane, a cura di Anna Ferrari e Stefania Romualdi) e, di nuovo in area francese, la nota metodologica sul
ruolo recentemente assegnato alla tmesi quale fattore dinamico nella tradizione della Vie de saint Alexis.
Egualmente degni di rilievo sono, infine, i 9 contributi in forma di ‘recensione’, ma mai meramente
descrittivi, che documentano la costanza dell’aggiornamento bibliografico e il progressivo allargamento del
repertorio degli autori e dei testi di studio. Che 8 di questi contributi siano direttamente scritti in francese e
abbiano visto la luce in sedi prestigiose è un’ulteriore dimostrazione della maturità scientifica del candidato e
del credito di cui gode all’interno della romanistica italiana e straniera.
In sintesi, la produzione complessiva di Gabriele Giannini, notevole anche per la sua consistenza, intensità
e continuità, delinea il profilo di uno studioso maturo, metodologicamente agguerrito e dotato di notevoli
capacità di ricerca.
Giudizio del Prof. Eugenio BURGIO:
Il candidato presenta un curriculum di notevolissima qualità per numero e importanza internazionale dei
progetti di ricerca e delle istituzioni a cui collabora e ha collaborato; la forte connotazione internazionale del
suo profilo è del resto confermata dal cospicuo numero di pubblicazioni (peraltro tutte congruenti con il
settore s.d. per il quale si svolge la selezione comparativa in oggetto) redatte in lingua straniera o collocate in
sedi straniere.
Le pubblicazioni di Giannini investono i domini italo- e gallo-romanzi, con particolare impegno sul versante
della penetrazione delle letterature galloromanze in Italia fra Due e Trecento (a partire dalla tesi di dottorato,
di cui si auspica una rapida pubblicazione, per l’importanza rilevantissima dei risultati raggiunti). In ognuna
delle pubblicazioni da lui presentate colpiscono la profondità e la vastità delle competenze linguistiche
(particolarmente in ambito dialettologico) e letterario-culturali, il sicuro e maturo controllo delle metodologie
scientifiche (spiccano al riguardo i contributi più strettamente ecdotici), la disponibilità a spendere le proprie
competenze per l’oggetto in sé, senza preoccupazioni preconcette per la fisionomia della pubblicazione
(alcune delle sue recensioni – anche brevi – hanno la densità di un articolo); si aggiunga infine la rilevanza
delle trouvailles fra gli inediti, la cui edizione, filologicamente impeccabile, non è mai fine a se stessa ma è
sempre contestualizzata in un paesaggio culturale e letterario di più ampio orizzonte. Il profilo di Giannini si
qualifica insomma per i suoi caratteri di sicura maturità sul versante del metodo, e indiscutibile ampiezza e
sicurezza su quello delle competenze.
Giudizio collegiale della Commissione:
Il candidato, in possesso di titolo di Dottore di ricerca in Filologia romanza e italiana, presenta un curriculum
di apprezzabile qualità per numero e importanza dei progetti di ricerca e delle istituzioni nazionali e
internazionali a cui collabora e ha collaborato; molte delle sue pubblicazioni (tutte congruenti con il settore
s.d. per il quale si svolge la selezione comparativa in oggetto) sono redatte in lingua straniera e collocate in
sedi editoriali con larghissima diffusione nella comunità scientifica.
La produzione del candidato, adeguatamente illustrata, interessa i domini italo- e gallo-romanzi, con una
particolare attenzione ai fenomeni di contatto culturale e linguistico. Si colgono profondità e vastità di
competenze linguistiche e letterario-culturali, nonché un maturo controllo delle metodologie scientifiche. Il
profilo che ne emerge è quello di uno studioso maturo e dotato di notevoli capacità di ricerca.
VALUTAZIONE DEI TITOLI E DELLE PUBBLICAZIONI
DEL CANDIDATO MARCO MAULU
Giudizio del Prof. Saverio GUIDA:
Il candidato, laureato in Lettere e Filosofia col massimo dei voti ed in possesso del titolo di Dottore di ricerca
in Letteratura comparata (indirizzo medievale) conseguito presso l’Università degli Studi di Cagliari, ha
svolto attività didattica come docente incaricato di Filologia romanza a partire dall’a.a. 2006-2007 e prestato
a più riprese servizi di formazione presso istituti pubblici sardi; ha beneficiato di borse di studio e di assegni
di ricerca regolati da rapporti istituzionali presso soggetti pubblici italiani; ha partecipato a corsi di
specializzazione all’estero; ha avviato apprezzabili progetti di lavoro ed è intervenuto in qualità di relatore a
numerosi convegni nazionali e internazionali; è collaboratore di riviste e programmi di studio in Italia e
all’estero. La sua produzione scientifica si distingue per abbondanza, originalità e innovatività ed è
congruente con il settore s.d. per il quale è stata bandita la procedura comparativa. Non tutte le pubblicazioni
possono vantare una collocazione editoriale di rilievo nazionale e un’ampia diffusione all’interno della
comunità scientifica; nel complesso però esse si impongono per validità dei procedimenti euristicoermeneutici, intensità e continuità dell’impegno applicativo, importanza e novità dei risultati conseguiti sul
piano cognitivo.
Giudizio del Prof. Luciano FORMISANO:
Marco MAULU, laureato in Lettere nel 2001, ha conseguito nel 2006 il titolo di Dottore di ricerca in
Letteratura comparata, indirizzo medievale, presso l’Università degli Studi di Cagliari.
Ha seguito corsi di specializzazione all’estero presso l’Università Complutense di Madrid e l’Università di
Alcalá de Henares (a.a. 2003-2004), quindi presso l’Ecole Pratique des Hautes Etudes (a.a. 2005).
Durante il biennio 2007-2009 ha usufruito di una borsa post-dottorato presso la Facoltà di Lettere e Filosofia
di Cagliari. Dal 2010 è titolare di un assegno di ricerca per un progetto diretto da Richard Trachsler
dell’Università di Göttingen.
Negli a.a. 2006-2010 ha svolto attività didattica come docente incaricato di Filologia romanza presso la
Facoltà di Lettere e Filosofia di Sassari, tenendo corsi annuali (12 cfu); nell’a.a. 2008-2009 presso la Facoltà
di lingue e letterature straniere dello stesso Ateneo ha tenuto l’incarico di Filologia romanza (corso di laurea
triennale; 6 cfu) e di Filologia della letteratura italiana (corso di laurea magistrale; 6 cfu), quindi, nell’a.a.
2009-2010, quello di docente per i corsi di recupero di lingua italiana per le matricole. Dal 21 maggio al 7
giugno 2007 è stato docente di Linguistica sarda per il Master organizzato dall’Università di Cagliari;
nell’a.a. 2008-2009 docente della stessa disciplina per i corsi di formazione dei dipendenti comunali della
provincia di Oristano; a partire dall’11 giugno 2006 è docente di Geografia linguistica applicata alla
Sardegna per il corso provinciale di Linguistica sarda organizzato dall’Ufficio Provinciale per la Lingua
Sarda.
Ha partecipato come relatore a convegni nazionali e internazionali. Collabora al progetto internazionale
Tierlexikon-Enciclopaedia animalium, la cui sede scientifica è l’Università di Magonza, in collaborazione
con la Société Internationale Renardienne.
La produzione scientifica del candidato si colloca sui tre versanti della filologia francese, castigliana e
italiana sempre indagati in chiave comparatistica, per lo più comune essendo anche il campo di indagine: la
narrativa due- e trecentesca francese o di ascendenza francese studiata in chiave tematica. Punto di partenza è
lo studio dell’Atre périlleux, già oggetto della tesi di laurea, di cui il candidato analizza in particolare
l’episodio della Rouge chité, che pubblica criticamente, accompagnandolo con una accurata descrizione
linguistica, alla luce di un più generale riesame della tradizione manoscritta del romanzo. Pubblicato nel
2003, lo studio è riproposto nel 2006 in una nuova versione arricchita da una sezione relativa alla
trascrizione del romanzo ad opera di Lacurne de Sainte-Palaye; sul quale il candidato tornerà l’anno
successivo con uno studio d’insieme
sulla ricezione del Medievo francese e provenzale in età illuministica. A Gauvain, l’eroe senza nome dell’
Atre périlleux, è infine dedicato il breve, ma sapido intervento al XIII Convegno Internazionale
dell’Associazione Onomastica & Letteratura (Sassari, 8-10 ottobre 2008).
L’area francese e quella iberica sono parimenti coinvolte nella tesi di dottorato discussa nel 2006, incentrata
sul tema della “regalità medievale” e sulla diffusione in Spagna della Vita di sant’Eustachio, che vengono
studiati attraverso le prosificazioni di racconti francesi agiografici e romanzeschi contenute nel codice h-I-13
della biblioteca del monastero di San Lorenzo del Escorial; si aggiunge, come ulteriore termine di confronto,
il Libro del Caballero Zifar.
Le indagini su testi e manoscritti avviate per la tesi di dottorato sono alla base dei due contributi (2004-2005
e 2007) sulla tradizione agiografica soggiacente al Guillaume d’Engleterre e al successivo, omonimo Dit.
Nel secondo dei due lavori, in particolare, il candidato illustra la fortuna cinquecentesca del Guillaume
d’Engleterre grazie all’intelligente recupero (già anticipato nell’Appendice alla tesi di dottorato) di due
testimoni a stampa parigini, di cui dimostra l’appartenenza a un ramo indipendente della tradizione, e
pertanto l’utilità ai fini di un’edizione critica. All’interesse per la storia della ricezione della letteratura
medievale nella Francia del XVI sec., si sommano così spunti importanti anche dal punto di vista
metodologico.
Il codice escorialense studiato nella tesi di dottorato diviene centrale nella monografia del 2009, dove la
compilazione agiografico-romanzesca è oggetto di una serrata analisi filologica e letteraria (unità testuale
della silloge, individuazione delle fonti, indipendenza dei cuentos romanzeschi da presunte intermediazioni
in prosa francese, tecniche di traduzione e rimaneggiamento ecc.); vi si affianca uno studio linguistico assai
pregevole, vòlto a dirimere la questione dell’appartenenza della silloge all’area leonese o a quella castigliana
e a precisarne la data di composizione, studio che rivela una grande (e ormai sempre meno diffusa)
padronanza della letteratura spagnola medievale e delle sue inflessioni dialettali. Viene così riassorbito e
sviluppato quanto anticipato nel lungo saggio pubblicato in «Romania», 126 (2008) e nel resoconto per il
«Bollettino di Studi Sardi» dello stesso anno. Dalla tesi di dottorato e dalla monografia dipende invece il
contributo del 2010 (in Idee di letteratura) sui rapporti tra la silloge escorialense e il Libro del Caballero
Zifar.
Segue, sempre nel 2010, l’edizione del romanzo cavalleresco Prodesagio: lavoro da ogni punto di vista
eccellente, che conferma la preparazione filologica e linguistica del candidato e la sua capacità di affrontare
temi di rilevanza storico-culturale, nel caso specifico misurandosi con il materiale inedito conservato nelle
Carte Pio Rajna. In questo senso, l’ampia e documentata Introduzione fornisce anche un capitolo importante
per la storia della filologia romanza e del romanzo cavalleresco in Italia. Parti dell’Introduzione sono state
anticipate nel contributo del 2009 sugli esempi di prosa rimata e in quello del 2010 sul tema della cerva
bianca e della fata, contributi che pertanto non risultano rilevanti ai fini di questo giudizio.
Un filone a sé è rappresentato dalle tre monografie pubblicate nella collana «Bibliotheca sarda». Mentre la
traduzione dal francese del libro di Gaston Vuillier, Le isole dimenticate. La Sardegna. Inpressioni di
viaggio (Nuoro 2002) non appare congruente con il settore scientifico-disciplinare in concorso, la nuova
edizione delle Poesias di Peppino Mereu accompagnata da una nuova traduzione italiana (Nuoro 2004)
interessa un’area non marginale della filologia romanza; senza contare il rilievo anche metodologico di
un’edizione in cui si raccoglie una tradizione sostanzialmente non omogenea, in parte anche postuma e orale.
Come viene accuratamente illustrato nella documentatissima Nota al Testo e nella lunga, puntuale,
Prefazione, cui si aggiunge una ben articolata Classificazione metrica. Di carattere divulgativo è invece la
raccolta dei Cantos di Montanaru (Nuoro 2003), di cui il candidato ha curato una ristampa rivista e corretta,
accompagnandola con una breve Nota introduttiva e una egualmente concisa Nota al testo.
In sintesi, la produzione complessiva del candidato, notevole anche per la sua intensità e continuità
temporale, rivela competenze sicure in settori e in temi centrali della filologia romanza, a cui sono dedicati
contributi originali, caratterizzati da una pregevole attenzione agli aspetti comparatistici e metodologici della
disciplina.
Giudizio del Prof. Eugenio BURGIO:
Il candidato presenta un buon curriculum, imbastito di contatti e collaborazioni con istituzioni e progetti di
ricerca anche di respiro internazionale, e caratterizzato positivamente da un nutrito gruppo di esperienze
didattiche di livello superiore – formazione postscolastica, didattica universitaria. Buona parte delle sue
pubblicazioni (quasi tutte in italiano) si muove all’interno della Romania occidentale medievale nella sua
dimensione plurilingue, con indagini che si muovono tra i vari confini linguistici seguendo le tracce di un
genere (il romanzo cavalleresco, anche nelle sue interferenze con la narrativa agiografica) e di un nodo
tematico (il complesso narrativo di sant’Eustachio); rilevante è poi il suo impegno nella conservazione e
diffusione del patrimonio poetico sardo (la curatela delle poesie di Peppino Mereu tocca importanti nodi
sulla circolazione di questa produzione, e forse si poteva mettere maggiormente a fuoco la dialettica tra
diffusione scritta e orale dei suoi testi). Al netto dei contributi che ripetono in più sedi risultati in tutto o in
parte coincidenti/sovrapponibili (p.es.: il saggio 2006 sull’Atre Périlleux si distingue da quello 2003
fondamentalmente per la convincente dimostrazione dell’inesistenza di un teste, dato per perduto dalla
letteratura; Prosa rimata in due romanzi cavallereschi toscani: considerazioni a margine di una edizione
critica della «Legienda e storia di Messere Prodesagio» 2009 è rifuso nell’edizione 2010 – da cui dipende in
maniera non secondaria il saggio La cerva bianca e la fata. Dal ‘récit bref’ al romanzo cavalleresco 2010), i
lavori più significativi di Maulu risultano due volumi: la monografia sul ms. escorialense e l’edizione critica
de La legenda e storia di messere Prodesagio. L’edizione è un lavoro pregevole (per quanto condotta su un
teste unico), costruita con mano sicura sul piano del metodo (buoni il commento linguistico e l’analisi
tematico-letteraria); la monografia è un lavoro di qualità pregevole, che fa con sicurezza e competenza il
punto su un quadro bibliografico molto ricco (specie sul versante ispanistico) e che riesce – con qualche
forzatura – a raggiungere il suo obbiettivo, dimostrare che l’Escorialense è un “libro”, pensato secondo un
progetto unitario e ricorrendo a fonti francesi (su questo secondo punto l’esito è più incerto, visto che non si
può escludere, non avendola fattivamente esperita, l’ipotesi di fonti latine per la sezione agiografica del
manoscritto). Il profilo di Maulu si qualifica insomma per i suoi caratteri di maturità nel metodo, e
apprezzabile ampiezza e sicurezza delle competenze.
Giudizio collegiale della Commissione:
Il candidato, in possesso di titolo di Dottore di ricerca in Letteratura comparata (indirizzo medievale), ha
svolto attività didattica come docente incaricato di Filologia romanza per più anni accademici; il suo
curriculum si caratterizza positivamente per le collaborazioni a progetti di ricerca anche internazionali. La
sua produzione scientifica, adeguatamente illustrata, è congruente con il settore s.d. per il quale si svolge la
selezione comparativa in oggetto, e si lascia apprezzare per varietà e originalità. Buona parte delle sue
pubblicazioni si colloca all’interno della Romania occidentale medievale nella sua dimensione plurilingue;
rilevante è poi il suo impegno nella conservazione e diffusione del patrimonio poetico sardo. Nell’insieme il
candidato dimostra competenze sicure in settori centrali della Filologia romanza e una pregevole attenzione
agli aspetti comparatistici e metodologici della disciplina.
VALUTAZIONE DEI TITOLI E DELLE PUBBLICAZIONI
DEL CANDIDATO ZENO VERLATO
Giudizio del Prof. Saverio GUIDA:
Il candidato è in possesso di Laurea in Lettere conseguita presso l’Università di Padova e del titolo di
Dottore di ricerca in Filologia romanza ottenuto presso l’Università di Firenze; è stato assegnista di ricerca
nel triennio 2007-2010 nell’Università di Padova; ha collaborato e collabora con contratti di prestazione
d’opera professionale presso soggetti pubblici italiani; ha partecipato a progetti di ricerca di rilevante
interesse nazionale; ha prestato attività didattica a livello universitario presso gli atenei di Ferrara e di
Padova. Le pubblicazioni presentate sono tutte congruenti con il settore scientifico-disciplinare per il quale è
stata bandita la procedura di valutazione comparativa e rivelano solidità di impianto, padronanza degli
strumenti di approccio critico, sicurezza nell’uso delle più aggiornate metodologie ecdotiche, versatilità per
le indagini linguistiche, larghezza di orizzonti culturali; nell’insieme si lasciano apprezzare per originalità e
incisività nel panorama degli studi filologici romanzi. Quasi tutti i lavori prodotti sono apparsi in sedi
editoriali importanti e prestigiose, con larga capacità di penetrazione nella comunità scientifica nazionale e
internazionale. Il candidato ha dimostrato con la sua applicazione su testi in gran parte tralasciati dalla critica
considerevoli attitudini alla ricerca e ha dato un contributo apprezzabile all’avanzamento delle conoscenze.
Giudizio del Prof. Luciano FORMISANO:
Laureato in Lettere presso l’Università di Padova (a.a. 1997-98), il candidato ha conseguito, nel 2003, il
titolo di Dottore di ricerca in Filologia romanza presso l’Università di Firenze. Negli a.a. 2007-2010 è stato
titolare di un assegno di ricerca presso l’Università di Padova per l’àmbito disciplinare L-FIL-LET/12; ha
svolto, con contratti semestrali di collaborazione professionale, attività redazionale per il “Tesoro della
Lingua Italiana delle Origini” (TLIO); nel 2006 ha usufruito di una borsa di studio semestrale per lo
svolgimento di attività di ricerca nel quadro del progetto “L’italiano in Europa e la letteratura ‘fuori d’Italia’”
coordinato da Furio Brugnolo (Università di Padova).
Ha svolto attività didattica come docente a contratto presso l’Università di Ferrara con corsi di Linguistica
Romanza (a.a. 2005-2006) e di Filologia romanza (a.a. 2005-2009). Ha svolto attività di supporto didattico ai
corsi di Filologia romanza dei proff. F. Brugnolo, L. Renzi, C. Pulsoni (Università di Padova, a.a. 20022010).
Dal 2002 al 2009 ha partecipato a progetti di ricerca nazionali (“TLIoN: repertorio filologico della tradizione
della letteratura italiana on the Net”; “Biblioteca e strumenti della lirica romanza dalle origini al XIV
secolo”; “L’italiano in Europa e la letteratura italiana ‘fuori d’Italia’: scrittori stranieri in lingua italiana, dal
Medioevo ad oggi”) e al progetto “Translations médiévales (Transmedie)” del Centre d’Etudes Supérieures
de Civilisation Médiévale dell’Università di Poitiers, con la collaborazione del CNRS-Université de la
Sorbonne e dell’Institut de Recherche et d’Histoire des Textes (CNRS-Paris), coordinatore prof. Claudio
Galderisi (Université de Poitiers).
La produzione scientifica del candidato interessa i versanti della filologia provenzale e italiana, la prima
incentrata sui trovatori d’Italia, la seconda sulla letteratura didattico-religiosa di area settentrionale, con
particolare riferimento al settore nord-orientale, tra Emilia, Lombardia e Veneto. Ai trovatori d’Italia è
dedicato il saggio (pubblicato in «Studi testuali», 2002) sul canzoniere religioso di Wolfenbüttel, saggio che
in parte riprende l’argomento della tesi di laurea e del quale il candidato ha poi presentato un complemento
al VI convegno triennale della Società Italiana di Filologia Romanza (Padova 2006, con Atti pubblicati nel
2009). Nel contributo del 2002, l’illustrazione della compilazione provenzale, accompagnata dall’edizione
commentata di cinque canzoni su un totale di quaranta componimenti (alcuni dei quali nella formula
narrativa del distico di novenari), fornisce un capitolo interessante della ricezione della poesia dei trovatori in
Italia, di cui si mettono in luce le novità maturate al contatto con la produzione indigena, e comunque
all’interno di un diverso contesto sociale e ideologico. Gli scarti rispetto alla tradizione transalpina, di cui il
canzoniere sembra limitarsi a riprendere la langue, ma non la parole, sono adeguatamente misurati sul piano
tematico, metrico e linguistico (particolarmente interessante quest’ultimo anche per gli innesti francesi),
mentre nel successivo contributo del 2009 l’analisi stilistica si fa decisamente intertestuale, illustrando i
rapporti con Gaucelm Faidit, Aimeric de Pegulhan, Uc de saint Circ e Lanfranc Cigala.
Altre due prove di filologia trobadorica sono la nuova edizione commentata di due salutz d’amor attribuiti,
rispettivamente, a Rambertino Buvalelli e a Sordello, di cui nell’edizione critica del corpus a cura di
Francesca Gambino (2009), e quella dell’esile, ma originale, tenzone fra Granet e Bertran d’Alamanon,
pubblicata all’interno del corpus di tensos e partimens curato da Ruth Harvey e Linda Paterson (2010). Ha
invece carattere divulgativo l’opera di curatela, in collaborazione con Dan Cepraga, dell’antologia (testi,
traduzioni e commenti) Poesie d’amore dei trovatori (Roma, 2007).
Al dominio italiano è dedicata la tesi di dottorato, poi rielaborata e ampliata nella monografia su Le Vite di
Santi del codice Magliabechiano XXXVIII.110 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (2009): lavoro
monumentale pubblicato nei prestigiosi Beihefte della «Zeitschrift für romanische Philologie», dove lo studio
e la nuova edizione di un leggendario trecentesco di area settentrionale sono preceduti, per un opportuno
confronto, da quelli della silloge, parzialmente affine e fin qui inedita, conservata nel codice
Ashburnhamiano 395 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. Con abnegazione, e senza risparmio
di informazioni, le due raccolte vengono illustrate in ogni loro aspetto, sia esso codicologico, filologico o
linguistico; si aggiunge, per il leggendario magliabechiano, un’ampia Introduzione di carattere storicoletterario, in cui la propensione, non sempre adeguatamente frenata, per le generalizzazioni anche di tipo
teorico, è controbilanciata dal confronto serrato (sul piano della sintassi narrativa e dello stile) tra le dodici
Vite di santi tratte dalla Legenda aurea e il loro modello latino. Di particolare rilievo appare lo Studio
linguistico, da cui si evince una notevole competenza dialettologica, mentre le attitudini lessicografiche del
candidato (comprovate dalle schede elaborate, tra il 2005 e il 2007, per il Tesoro della Lingua Italiana delle
Origini) trovano un’adeguata espressione nel ricco e ben strutturato Glossario.
Competenza e rigore contraddistinguono anche i due primi contributi di àmbito italiano pubblicati tra il 2000
e il 2002. Nel primo si comunica l’importante scoperta di un Laudario jacoponico della Biblioteca del
Seminario Vescovile di Padova: quattordici componimenti di attribuzione sicura più quattro di dubbia
paternità, che per l’occasione vengono trascritti in edizione diplomatica e studiati dal punto di vista
linguistico (ma per due di essi, di particolare interesse ecdotico, si aggiunge anche un’edizione
interpretativa). Nel contributo del 2002 è pubblicata l’inedita redazione trecentesca veronese di un Contrasto
tra Cristo e il diavolo, che, per il codice da cui è tratta (il Marciano cl. it. Z 13), e per l’area di appartenenza,
preannuncia il lavoro maggiore sul Leggendario magliabechiano.
Un terzo filone di interessi è rappresentato dallo studio su Antonio da Tempo e la ‘lingua tusca’ (2006),
pubblicato in collaborazione con Furio Brugnolo, che, per esplicita dichiarazione, è autore del paragrafo
iniziale (pp. 257-59) e dei due finali (pp. 285-300). Al candidato spetta dunque la parte centrale del saggio,
in cui la Summa del giudice padovano è prima inquadrata nella tradizione delle artes dictaminis e delle
poetriae medievali, con particolare riferimento al rapporto latino-volgare, quindi confrontata col De vulgari
eloquentia dantesco sulla base di un’acuta e convincente interpretazione della terminologia tecnico-retorica.
In posizione satellitare si collocano i tre saggi: Carcere, letteratura, verità (2007), L’ ‘apocrifo profano’ e il
canone letterario (2008), Il canone letterario (capitolo, questo, di un manuale universitario di Letteratura
comparata, pubblicato nel 2010): lavori che interessano solo marginalmente il settore disciplinare a concorso,
anche se la questione del ‘canone’ ha animato un dibattito che ha visto la partecipazione attiva dei romanisti
italiani.
In sintesi, la produzione del candidato, notevole anche per la sua consistenza, intensità e continuità
temporale, appare caratterizzata da contributi originali e di rilievo, che mostrano competenze sicure in settori
centrali della romanistica quali l’area provenzale e quella italiana, sia pure al momento con uno
sbilanciamento complessivo nei confronti di quest’ultima; ciò che induce ad auspicare la riapertura
dell’indagine sul canzoniere di Wolfenbüttel, di cui il dott. Verlato ha da tempo promesso una nuova
edizione.
Giudizio del Prof. Eugenio BURGIO:
Il candidato presenta un buon curriculum scientifico, costruito su collaborazioni interessanti con istituzioni e
progetti di ricerca anche di respiro internazione e segnato da significative esperienze didattiche presso le
università di Ferrara e di Padova. Le sue pubblicazioni – tutte in italiano – si concentrano sull’area occitanica
e italo-romanza (con un’appendice di “incursioni” nei territori della teoria della letteratura, dagli esiti non
pienamente convincenti – senza contare la loro non piena congruenza con il settore s.d. per il quale si svolge
la selezione comparativa in oggetto), e risultano nel complesso sbilanciate sul secondo versante.
Tralasciando gli interventi di respiro più “corto” (sebbene in alcuni casi – il laudario jacoponico padovano e
il contrasto veronese, entrambi inediti – si raggiungano risultati più che apprezzabili per sicurezza di metodo
e qualità dei risultati), gli “oggetti” più significativi della ricerca di Verlato sono certamente gli studi sul
canzoniere religioso di Wolfenbüttel e sui due leggendari italiani pubblicati nel 2009. Quanto al canzoniere
occitanico, è da rimpiangere che Verlato non ne abbia prodotto una completa edizione, visto il valore –
individuabile in filigrana nelle prime ma interessantissime risultanze dei suoi contributi – che esso pare avere
su più piani (la penetrazione del tesoro poetico occitanico nell’Italia settentrionale, il suo “riuso” in ambiti
letterari – la poesia religiosa – e in contesti socioculturali relativamente distanti da quelli originari); e per
restare nel dominio occitanico, merita segnalazione la pregevole curatela dei poeti provenzali da lui
selezionati nell’antologia curata a quattro mani con Cepraga (Guglielmo IX, Cercamon, Marcabruno (tranne
la pastorella), Giraut de Bornelh, Raimbaut d’Aurenga, etc.: la scelta e i commenti sono di taglio un po’
tradizionale, vista la sede e il pubblico più largo per cui l’antologia è pensata, ma accurati e aggiornati; la
traduzione cerca con attenzione una forma “poetica”). L’edizione dei leggendari – impeccabile sotto il
profilo linguistico-filologico, per quanto fondata su testi unici – risulta forse sbilanciata nella scelta e
disposizione dei materiali: spazio e attenzione sono per la ricostruzione della letteratura agiografica in
volgare e per l’analisi dei volgarizzamenti di fonte sicura (dalla Legenda aurea) e caratterizzati da prassi
testuali piuttosto routinarie, e sarebbe stato più utile concentrare energie nella definizione delle fonti non
identificate e dei rapporti di questi volgarizzamenti con altri, appartenenti alla stessa costellazione.
Nel complesso Verlato si qualifica per un profilo scientifico maturo e caratterizzato da buone competenze.
Giudizio collegiale della Commissione:
Il candidato, in possesso di titolo di Dottore di ricerca in Filologia romanza, presenta un buon curriculum,
che si segnala pure per le esperienze didattiche presso le università di Ferrara e di Padova. Le sue
pubblicazioni, adeguatamente illustrate (tutte in italiano, e congruenti con il settore s.d. per il quale si svolge
la selezione comparativa in oggetto), si concentrano sul dominio occitanico e italo-romanzo, e rivelano
solidità di impianto e padronanza delle metodologie linguistico-filologiche; quasi tutti i lavori prodotti sono
apparsi in sedi editoriali importanti e prestigiose. Nel complesso il candidato si dimostra studioso
apprezzabile per continuità d’impegno e per qualità scientifiche.
VALUTAZIONE DEI TITOLI E DELLE PUBBLICAZIONI
DEL CANDIDATO ENRICO ZIMEI
Giudizio del Prof. Saverio GUIDA:
Il candidato possiede la laurea in Lettere conseguita presso l’Università di Roma “La Sapienza” e il titolo di
Dottore di ricerca in Filologia romanza e italiana ottenuto presso lo stesso Ateneo; è altresì abilitato
all’insegnamento di Italiano, Storia, Educazione civica e Geografia negli istituti secondari; ha goduto di un
assegno di ricerca presso il Dipartimento di Linguistica dell’Università della Calabria e di una borsa di studio
annuale presso l’Università di Friburgo; ha partecipato a progetti di ricerca relativi alla lirica romanza; è
intervenuto come relatore a convegni nazionali e internazionali. La sua produzione scientifica consta di un
numero ragguardevole di contributi rientranti nel settore scientifico-disciplinare per il quale è stata bandita la
procedura di valutazione comparativa e contrassegnati da originalità di taglio ed oggetto di studio, da solidità
di impostazione metodologica, da innovatività e suasività dei risultati conseguiti. Tutte le pubblicazioni
allegate alla domanda di partecipazione al concorso sono apparse in primarie sedi editoriali con ampio raggio
di diffusione all’interno della comunità scientifica. L’apporto al progresso delle conoscenze si rivela
significativo e le qualità filologiche dimostrate fanno ben sperare circa le future applicazioni del candidato
nel campo della ricerca e della didattica.
Giudizio del Prof. Luciano FORMISANO:
Il candidato Enrico ZIMEI, laureato in Lettere presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” (a.a.
1995-96), ha conseguito, nel 2002, il titolo di Dottore di ricerca in Filologia romanza e italiana presso lo
stesso Ateneo.
Tra il marzo 2000 e il settembre 2003 ha svolto, a contratto, attività di collaborazione scientifica ai progetti
di ricerca: “Banca dati della lirica italiana minore del Trecento”; “‘Intavulare’. Tavole di canzonieri
romanzi”; “Lessico europeo dell’affettività”; “Lirica italiana delle origini”. Nell’a.a. 2003-2004 ha usufruito
di una borsa di annuale del Ministero degli Affari Esteri per svolgere attività di ricerca presso l’Università di
Friburgo (Svizzera) sotto la direzione del prof. Aldo Menichetti; dal maggio 2005 all’agosto 2006 è stato
titolare di un assegno di ricerca presso il Dipartimento di Linguistica dell’Università della Calabria.
Il candidato presenta una produzione scientifica di notevole spessore, prevalentemente dedicata all’antico
occitano, studiato nella prospettiva della “filologia materiale” dei canzonieri trobadorici. Spicca la
monografia Paraula escricha. Ricerche sulla segmentazione della catena grafica nei canzonieri trobadorici
(Roma, 2009), rielaborazione della tesi di dottorato, di cui si apprezza anche la lucida ed esauriente
esposizione dello ‘stato dell’arte’ con esemplificazione tratta da testi e documenti di vario àmbito linguistico.
Nel lavoro il candidato procede alla schedatura sistematica di cinquecentodieci componimenti lirici e tredici
vidas, relativi a trentatré canzonieri trobadorici, a cui affianca, per i confronti del caso, testi di altra
provenienza, in versi e in prosa, letterari e documentari, corpus che per l’occasione è stato trascritto
direttamente dai manoscritti o da loro riproduzioni. L’analisi, condotta con rigore, interseca, con grande
competenza, il piano grafico-linguistico con quello ecdotico ed esegetico, ed è suscettibile di porsi a modello
per analoghe indagini, anche in altri domini linguistici.
Un’applicazione al settore metrico è del resto anticipata nell’articolo pubblicato su «Critica del testo», VII/3
(2004), dove la fenomenologia della sinalefe e della dialefe nella versificazione occitana viene per la prima
volta illustrata in modo sistematico ed esauriente. Di contro, l’articolo pubblicato sul n. VII/2 (2004) della
stessa Rivista costituisce a tutti gli effetti un anticipo delle pp. 34-36 e 87 sgg. della monografia succitata,
certo in quanto sintesi dei risultati conseguiti nella tesi di Dottorato.
La descrizione del canzoniere provenzale J (Firenze, BNC, Conventi soppressi F 4 776), pubblicata nel 2006
nella serie «Intavulare» coordinata da Anna Ferrari (Modena, Mucchi Editore) fotografa con esemplare
precisione il complicato assetto codicologico di questo manoscritto, di cui si forniscono tutti i dati utili a
chiarirne la storia esterna, la cronologia, la lingua, nonché i criteri di compilazione.
I due studi pubblicati in «Cultura Neolatina» (2005 e 2010) e l’articolo-recensione della «Revue critique de
Philologie Romane» (2009) interessano il settore della filologia italiana. Nello studio del 2005 il candidato
pubblica un nuovo testimone della corona dei mesi di Folgore da San Gimignano, che localizza
competentemente in area mediana, propendendo per l’attuale provincia dell’Aquila. Si tratta di un lavoro
importante, anche per l’interesse oggettivo della scoperta, a cui tuttavia avrebbe sicuramente giovato un
confronto più serrato con la restante tradizione, anche se è comprensibile l’urgenza di concentrarsi
sull’aspetto linguistico a trarne indicazioni utili per la localizzazione del testo.
Per la quantità e la qualità delle osservazioni puntuali di carattere testuale e metrico-linguistico, l’articolorecensione sull’edizione della Cronica di Buccio di Ranallo a cura di Carlo De Matteis costituisce il punto di
partenza imprescindibile per quell’edizione affidabile che ancora si aspetta e che si auspica sia intrapresa
dallo stesso Zimei. A Buccio di Ranallo è, infine, dedicato il saggio sulle fonti della Storia di santa Catarina,
dove la molteplicità dei modelli possibili viene dipanata con l’individuazione di almeno tre fonti latine, forse
già contaminate tra loro nella versione seguìta dal volgarizzamento aquilano. Nel quale si ravvisa anche una
sicura conoscenza almeno dei primi dieci canti dell’Inferno dantesco, testimonianza precoce, e quindi di
tanto più interessante, considerate la lateralità e la meridionalità del riecheggiamento (la Santa Catarina è
datata al 1330).
In sintesi, la produzione complessiva del candidato, rivela competenze non trascurabili in almeno due dei
settori portanti della romanistica, che sono illustrati con apporti di indubbia rilevanza e originalità. Resta
l’auspicio di una monografia di carattere non esclusivamente provenzalistico e si rileva con rammarico che la
lunga elaborazione della tesi di dottorato abbia finito con l’offuscare l’intensità e la continuità temporale
della produzione.
Giudizio del Prof. Eugenio BURGIO:
Il curriculum del candidato – che conta collaborazioni con importanti istituzioni e rilevanti progetti di ricerca
di ambito italiano – si caratterizza in maniera significativa per le esperienze di natura didattica nella scuola
secondaria. Le sue pubblicazioni – tutte congruenti con il settore s.d. per il quale si svolge la selezione
comparativa in oggetto – sono concentrate per la più parte in un ambito monolinguistico (i canzonieri lirici
occitanici) e principalmente su un solo tema, quello della prassi grafematica. I risultati raggiunti sono certo
importanti (e hanno già acquisito il giusto credito nella comunità degli occitanisti, per la bontà del metodo
esperito e per la significanza degli innovativi risultati), e quanto si può intravvedere dalle rare incursioni in
altri ambiti (l’agiografia in volgare, la lirica italiana medievale) indica in Zimei uno studioso sicuramente
competente, capace – in modo promettente – di produrre contributi importanti anche al di fuori del suo
attuale ventaglio di temi e interessi, che allo stato – e nelle dinamiche di una procedura comparativa, di
fronte alla produzione scientifica di altri candidati – risulta un po’ ristretto e sacrificato.
Giudizio collegiale della Commissione:
Il curriculum del candidato – il quale è in possesso di titolo di Dottore di ricerca in Filologia romanza e
italiana – si caratterizza in maniera significativa per le esperienze di natura didattica nella scuola secondaria.
Le sue pubblicazioni, adeguatamente illustrate (e tutte congruenti con il settore s.d. per il quale si svolge la
selezione comparativa in oggetto), sono apparse in primarie sedi editoriali; esse sono prevalentemente
dedicate all’antico occitano, studiato nella prospettiva della filologia materiale: benché la loro consistenza
complessiva sia piuttosto limitata se rapportata a quella degli altri candidati, hanno acquisito risultati
innovativi e importanti; appare promettente l’impegno del candicato nella ricerca nell’ambito dell’Italia
mediana medievale. In sintesi il dott. Zimei dimostra apprezzabili qualità scientifiche e competenze sicure.
RELAZIONE FINALE
La Commissione giudicatrice della valutazione comparativa ad 1 posto di ricercatore universitario per il
settore scientifico-disciplinare L-FIL-LET/09 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di questo Ateneo,
nominata con D.R. n. 54 del 12/01/2011, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 7
del 25/01/2011, IV serie speciale Concorsi ed Esami, composta dai:
Prof. BURGIO Eugenio – Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università degli Studi Ca’ Foscari,
Venezia
Prof. FORMISANO Luciano – Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Bologna
Prof. GUIDA Saverio – Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Messina
si riunisce il giorno 06/07/2011 alle ore 9.00’ presso la Presidenza della Facoltà di Lettere e Filosofia
dell’Università degli Studi di Sassari per la stesura della relazione finale.
La Commissione, sempre presente al completo, si è riunita per via telematica il 21 marzo 2011, e nei giorni 4
e 5 luglio 2011 presso la Presidenza della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Sassari.
Nella riunione di apertura la Commissione ha provveduto ad eleggere Presidente e Segretario attribuendo tali
funzioni rispettivamente al Prof. Saverio GUIDA e al Prof. Eugenio BURGIO e ad individuare il termine di
conclusione del procedimento entro il giorno 24 luglio 2011.
Successivamente ciascun commissario ha dichiarato la non sussistenza di situazioni di incompatibilità, ai
sensi degli artt. 51 e 52 del c.p.c, con i candidati della procedura:
GIANNINI Gabriele
MARCENARO Simone
MAULU Marco
MELONI Salvatorica Maria Battistina
MURINEDDU Salvatore
REA Roberto
SCATTOLINI Michela
VERLATO Zeno Lorenzo
ZIMEI Enrico
La Commissione ha quindi provveduto a predeterminare i criteri di massima per la valutazione dei titoli e
delle pubblicazioni e a consegnarli al Responsabile della procedura, affinché provvedesse ad assicurarne la
pubblicizzazione mediante affissione all’albo e pubblicazione sul sito web www.uniss.it/ammin/concorsi.
Nella seconda riunione che si è tenuta il 4 luglio 2011 la Commissione ha preso visione della
documentazione concorsuale fornita dall’Amministrazione, delle domande, dei curricula e dell’elenco dei
candidati con l’indicazione dell’invio o meno delle pubblicazioni nei termini stabiliti dall’art. 4 del bando.
Dopo aver verificato la corrispondenza delle pubblicazioni scientifiche contenute nei plichi messi a
disposizione dagli uffici all’elenco delle stesse allegato a ciascuna domanda di partecipazione, la
Commissione ha preso in esame le pubblicazioni redatte in collaborazione con altri coautori, al fine di
valutare l’apporto di ciascun candidato ammettendo alla valutazione della Commissione solo quelle
pubblicazioni ove il contributo del candidato era enucleabile e distinguibile.
La Commissione ha quindi proceduto all’esame dei titoli e delle pubblicazioni dei candidati, secondo i criteri
stabiliti nel corso della prima riunione.
Nella riunione del 5 luglio 2011 si è proceduto all’illustrazione e alla discussione dei titoli
pubblicazioni da parte dei candidati.
e delle
Ogni commissario ha quindi espresso, candidato per candidato, il proprio giudizio individuale sui titoli e
sulle pubblicazioni.
La Commissione, dopo aver effettuato la comparazione dei giudizi dei singoli commissari, ha formulato i
giudizi collegiali.
La Commissione ha proceduto infine alla valutazione comparativa dei candidati e, dopo approfondita
discussione, ha dichiarato vincitore con deliberazione approvata a maggioranza, il candidato:
Marco MAULU
per la procedura di valutazione comparativa per la copertura di n. 1 posto di ricercatore universitario di ruolo
per il settore scientifico-disciplinare L-FIL-LET/09 nella Facoltà di Lettere e Filosofia di questo Ateneo.
La Commissione dichiara conclusi i lavori.
Il plico contenente 3 copie dei verbali delle singole riunioni con i relativi allegati e 3 copie della relazione
finale, nonché un CD-ROM contenente gli atti stessi viene consegnato dal Presidente al Responsabile del
Procedimento dell’Università degli Studi di Sassari.
La Commissione termina i lavori alle ore 12.00’ del 6 luglio 2011.
Letto, approvato e sottoscritto.
LA COMMISSIONE:
F.to Prof. Saverio GUIDA – Presidente
F.to Prof. Luciano FORMISANO – Membro
F.to Prof. Eugenio BURGIO – Segretario