2012.9.11
l’altro 11 settembre
fatti
11 settembre1973
39.mo anniversario del golpe cileno
11 settembre 2001
11 anni dall’attacco alle Torri NY
§ § §
L’11 settembre 1973 in Cile, un golpe militare diretto da Augusto Pinochet rovescia il governo. Il
Presidente Salvador Allende si suicida durante le ultime fasi di assalto al palazzo presidenziale
1111
11 http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=681
mezz’ora per una ricerca di inquietanti ed oscure interferenze
…vittime e carnefici…
“Non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare mentre un
Paese diventa comunista a causa dell'irresponsabilità del suo popolo. La questione è
troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da
soli.”
(Henry Kissinger a proposito dell'elezione di Salvador Allende in Cile)
Mentre l'ostilità del governo statunitense nei confronti del governo Allende non è
messa in discussione, il ruolo degli USA nel colpo di Stato rimane una questione
controversa. Documenti declassificati durante l'amministrazione Clinton mostrano
che il governo degli Stati Uniti e la CIA avevano cercato di rovesciare Allende nel
1970, immediatamente dopo la sua elezione ("Progetto FUBELT"; gli sforzi
statunitensi per impedire l'elezione di Allende sono discussi in elezioni presidenziali
cilene del 1970), ma le pretese del loro coinvolgimento diretto nel colpo di Stato non
sono né dimostrate né contraddette dalle prove documentali disponibili al pubblico;
molti documenti potenzialmente rilevanti rimangono tuttora coperti da segreto.
Riguardo all'ascesa al potere di Pinochet, la CIA intraprese un'analisi esaustiva delle
sue registrazioni e delle memorie individuali, oltre a condurre interviste di ex agenti,
e concluse in un rapporto del 2000 che la CIA "non assistette Pinochet nell'assumere
la presidenza"[15].
La CIA venne avvisata da suoi informatori dell'imminente colpo di Pinochet con due
giorni di anticipo, ma sostiene di "non aver giocato alcun ruolo diretto" nel golpe.
Dopo che Pinochet prese il potere, il Consigliere Nazionale per la Sicurezza Henry
Kissinger disse al presidente Richard Nixon che gli Stati Uniti "non lo avevano fatto"
(riferendosi al colpo di Stato), ma ne avevano "creato le condizioni il più
possibile"[16].
Settimanale curato da Gigi Campiotti per www.fondodanilodolci.it
Immediatamente dopo l'insediamento del governo Allende, gli USA cercarono di
applicare una pressione economica sul Cile. Documenti del Consiglio Nazionale per la
Sicurezza, in seguito declassificati dalla presidenza Clinton[17], comprendono il
"decision memorandum no. 93", datato 9 novembre 1970, scritto da Kissinger ed
indirizzato ai capi della diplomazia, della difesa e dell'intelligence. Questo documento
dichiarava che la pressione doveva essere posta sul governo Allende per impedirne il
consolidamento e limitarne la capacità di implementare politiche avverse agli USA e
ai suoi interessi nell'emisfero, come la completa nazionalizzazione da parte di
Allende di diverse imprese straniere e dell'industria del rame. Nello specifico, Nixon
indicò che nessun nuovo aiuto economico bilaterale doveva essere intrapreso con il
governo del Cile [Kissinger, 1970].
Tra il 1964 e il 1970 (sotto il governo Frei), oltre un miliardo di dollari in assistenza
economica fluì verso il Cile; durante il governo Allende (1970-73) gli esborsi furono
inesistenti o trascurabili [Petras & Morley, 1974]. La riduzione negli aiuti, combinata
alla caduta del valore del rame da un massimo nel 1970 di 66$ a tonnellata ad un
minimo di 48$, minò la ristrutturazione dell'economia cilena proposta da Allende.
Essendo il programma dipendente dalle spese governative, questo causò un declino
delle condizioni socio-economiche dei cittadini cileni più poveri.
Esponenti del governo statunitense ordinarono misure che arrivavano fino a
comprendere il supporto ad un potenziale colpo di Stato per impedire ad Allende di
insediarsi alla presidenza, anche se ci sono opinioni contrastanti sul fatto se gli USA
si ritirarono successivamente da tale posizione. Che gli USA pianificassero un
potenziale colpo di Stato risulta evidente da una comunicazione segreta inviata da
Thomas Karamessines, il Vice Direttore delle Operazioni della CIA, alla stazione della
CIA di Santiago, datata 16 ottobre 1970, dopo le elezioni ma prima
dell'insediamento di Allende. "È politica ferma e in atto che Allende venga rovesciato
da un golpe ... è imperativo che queste operazioni vengano intraprese
clandestinamente e in sicurezza, in modo tale che la mano americana e dell'USG
[Governo degli Stati Uniti] rimanga ben nascosta" [Karamessines, 1970].
Una volta diventato chiaro che Allende aveva vinto con la maggioranza relativa dei
voti nel 1970, la CIA propose due piani. Track I era pensato per persuadere il
Congresso cileno, attraverso il presidente Cristiano-Democratico uscente Eduardo
Frei, a confermare il candidato conservatore Jorge Alessandri come presidente.
Alessandri si sarebbe dovuto dimettere poco dopo, rendendo Frei eleggibile per
sfidare Allende in nuove votazioni. Comunque, il Track I venne scartato, poiché Frei,
nonostante fosse fermamente contro Allende, era anche chiaramente contrario a
mettersi contro la lunga tradizione democratica del Cile.
La CIA aveva anche previsto un secondo piano, Track II, nel caso il Track I fosse
fallito. L'agenzia avrebbe cercato generali desiderosi di impedire ad Allende di
assumere la presidenza, per fornirgli supporto per un golpe. Si presumeva che una
giunta militare provvisoria avrebbe potuto indire nuove elezioni nelle quali Allende
poteva essere sconfitto.La CIA venne in contatto con il generale Roberto Viaux, che
stava progettando un golpe assieme ad ufficiali a lui fedeli. Una parte importante del
piano di Viaux era il rapimento del Capo di Stato Maggiore dell'esercito, generale
René Schneider, il quale, da costituzionalista, si opponeva all'idea di un colpo
condotto da una classe militare storicamente apolitica. La CIA mantenne i contatti
Settimanale curato da Gigi Campiotti per www.fondodanilodolci.it
con Viaux, ma alla fine decise di non appoggiare il suo piano, cercando invece altri
generali disposti a prendere parte ad un colpo. Circa la situazione di Viaux, Kissinger
disse a Nixon, il 15 ottobre 1970, "Questa sembra senza speranza. L'ho
abbandonata. Niente sarebbe peggio di un colpo fallito."
Non esistono prove che gli USA appoggiarono direttamente il colpo di Stato di
Pinochet nel 1973, ma l'amministrazione Nixon fu indubbiamente contenta del suo
esito; Nixon aveva parlato con disappunto del colpo fallito in precedenza nello stesso
anno. Se Allende fosse riuscito a completare il suo mandato di 6 anni, la CIA
avrebbe probabilmente e semplicemente fornito fondi per appoggiare la candidatura
di un rivale non marxista, come aveva fatto nel 1964 e nel 1970.
Gli USA fornirono supporto materiale al regime dopo il golpe, anche se lo criticavano
in pubblico. Un documento pubblicato dalla CIA nel 2000, intitolato "Le attività della
CIA in Cile", rivelò che la CIA appoggiò attivamente la giunta militare dopo il
rovesciamento di Allende e che molti degli ufficiali di Pinochet divennero informatori
pagati della CIA o dell'esercito statunitense, anche se alcuni erano noti per essere
coinvolti in abusi dei diritti umani[18]. Le politiche pubblicamente dichiarate della
CIA rispetto agli informatori pagati sono da allora state modificate per escludere
soggetti coinvolti in quel tipo di abusi, ma all'epoca venivano valutate caso per caso
e misurate rispetto al valore delle informazioni fornite.
La Cia inoltre fornì fondi e appoggio propagandistico agli oppositori di Allende
durante le elezioni presidenziali cilene del 1964 e del 1970, così come durante
l'amministrazione Allende.Il governo statunitense di Richard Nixon non nascose mai
l'antipatia per il governo Allende, è dunque difficile che ci si potesse aspettare che gli
fornisse un appoggio attivo. Non è chiaro se le politiche statunitensi nei confronti del
Cile causarono la crisi economica o aggravarono semplicemente ciò che era già una
situazione ingestibile. È realistico far notare che queste politiche ebbero un effetto
negativo sulle possibilità di Allende di alleviare la crisi.
Il colpo di Stato, indipendentemente dal grado di coinvolgimento degli USA, fece
raggiungere al governo statunitense l'obbiettivo di sradicare la minaccia del
socialismo in Cile e portò al potere un regime favorevole agli interessi statunitensi. .
In un'intervista del 2003 al network televisivo Black Entertainment Television, al
Segretario di Stato Colin Powell venne chiesto perché gli USA si vedevano come
"moralmente superiori" nel conflitto iracheno, citandogli il golpe del Cile come un
esempio di intervento statunitense che andava contro i desideri della popolazione
locale. Powell rispose: "Rispetto ai tuoi commenti precedenti sul Cile negli anni
settanta e a ciò che successe a Mr. Allende, non è una parte della storia americana
di cui siamo fieri". I quotidiani cileni salutarono la notizia come la prima volta che il
governo statunitense ammetteva un ruolo nell'affare.
§§§
Sta di fatto che il 22 settembre 1973, a soli 11 giorni dal golpe in Cile, Henry Kissinger, ex consigliere
alla sicurezza della Casa Bianca, è nominato Segretario di Stato dal presidente degli USA Nixon.
Settimanale curato da Gigi Campiotti per www.fondodanilodolci.it
…..ANCORA PIU’ CHIARAMENTE….
da: http://it.wikipedia.org/wiki/Salvador_Allende
il coinvolgimento degli Stati Uniti
La possibilità di vittoria di Allende alle elezioni cilene del 1970 fu considerata un disastro dal governo statunitense
che voleva proteggere gli interessi commerciali e prevenire la diffusione del comunismo durante la Guerra
Fredda.[31] Nel settembre 1970, il Presidente Nixon informò la CIA che un governo di Allende in Cile non sarebbe
stato accettato ed autorizzò $10.000.000 per fermare Allende nella sua corsa al potere o per spodestarlo[32]. I piani
della CIA finalizzati ad impedire l'investitura di Allende a Presidente del Cile erano conosciuti come "Track I" e "Track
II"; con Track I si cercò di impedire che Allende prendesse il potere attraverso il cosiddetto "inganno parlamentare",
mentre sotto l'iniziativa del Track II, la CIA cercò di convincere gli ufficiali chiave delle Forze Armate cilene ad
effettuare il colpo di stato.[32]
Il Parlamento tentò di sfiduciare Allende, approfittando del suo calo di consenso anche in Unidad popular, senza
ottenere la maggioranza. La dichiarazione doveva ottenere i due terzi della maggioranza: passò alla Camera dei
deputati con 81 voti favorevoli e 47 contrari, ma non ottenne la maggioranza dei due terzi del Senato,
costituzionalmente necessaria per condannare il presidente per abuso di potere.
Risoluzione della Corte suprema contro Allende
Il 26 maggio 1973, la Corte Suprema del Cile denunciò all'unanimità il governo di Allende per distruzione della
legalità della Nazione nel mancato rispetto delle decisioni giudiziarie, a seguito del continuo rifiuto nel consentire le
risoluzioni di polizia giudiziaria in contrasto con le misure del governo.
Il fallito golpe di giugno
Il 29 giugno 1973, il colonnello Roberto Souper circondò con il suo reggimento La Moneda con l'intento di deporre il
governo di Allende.[33] Il fallito colpo di stato è conosciuto come Tanquetazo o golpe dei carri carmati e fu
organizzato dal gruppo paramilitare Patria y Libertad, ma fallì per l'intervento del generale Carlos Prats, fedele ad
Allende; fu seguito, alla fine del mese di luglio, da uno sciopero generale che includeva i minatori di El Teniente.
Nell'agosto 1973 si verificò una crisi costituzionale, e la Corte Suprema, lamentando pubblicamente l'incapacità del
governo di Allende di applicare la legge nel Paese e la Camera dei deputati (con i Cristiano Democratici Uniti al
Partito Nazionalista), accusarono il 22 agosto il Presidente di atti incostituzionali, a seguito del suo rifiuto di
promulgare emendamenti costituzionali già approvati dalla camera, i quali impedivano al suo governo l'applicazione
dei massicci piani di statalizzazione.[34] Venivano altresì invitati i militari a far rispettare l'ordine costituzionale.[35]
Il golpe dell'11 settembre 1973
Nel settembre del 1973, i continui scioperi, l'altissimo tasso di inflazione e la mancanza di materie prime a causa del
boicottaggio avevano precipitato il paese nel caos. Le forze ostili ad Allende, che avevano manovrato onde condurre
il paese sull'orlo di una guerra civile che giustificasse un colpo di stato, si preparavano ad agire. Il generale Pinochet
fu messo a capo delle operazioni, in quanto comandante delle forze armate. I conservatori ripresero gli argomenti del
Congresso accusando il governo di violenze e repressioni degli scioperi, censura, corruzione[38], e, con una
campagna di stampa continuata dopo il golpe a opera dei militari, misero in giro voci diffamatorie sulla vita privata e
sui piani politici di Allende, accusandolo di voler diventare un dittatore inscenando un finto colpo di stato per
esautorare il Parlamento, diffondendo queste illazioni giustificandole con la presenza nel paese delle formazioni
paramilitari di estrema sinistra, come il MIR, che sostenenevano la coalizione di governo, ma non avevano rinunciato
alla lotta armata.[39] Allende rifiutò fino all'ultimo di usare la forza e la legge marziale, che i poteri presidenziali
permettevano, per evitare una guerra civile e per non tradire i propri principi, anche se una legislazione di emergenza
avrebbe potuto salvare il governo.[40] L'esercito attaccò quindi Santiago, cogliendo il presidente alla sprovvista,
bombardando La Moneda e arrestando o uccidendo gli oppositori. Era l'11 settembre e le forze armate cilene guidate
dal generale Augusto Pinochet misero quindi in atto il piano del golpe contro Allende.
Settimanale curato da Gigi Campiotti per www.fondodanilodolci.it
La morte di Allende
Durante l'assedio e la successiva presa del Palacio de La Moneda, Allende morì in circostanze non del tutto
chiarite[41], dopo un ultimo discorso alla radio, concluso con le seguenti parole:
« Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio
non sarà vano. Ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la
codardia e il tradimento. » (Estratto dall'ultimo discorso radiofonico di Salvador Allende, poche ore prima della sua
morte, l'11 settembre 1973[42])
Secondo la ricostruzione degli eventi il presidente si asseragliò con la sua guardia di sicurezza, un pugno di uomini
conosciuti come Grupo de Amigos Personales o Grupo Amigos del Presidente (GAP) all'interno degli uffici della
Moneda. Tra le persone rimaste vi era anche Luis Sepúlveda e la segretaria personale di Allende, Miria Contreras
detta la Payita, che si era trattenuta, nascondendosi, contro il volere del Presidente che aveva fatto uscire tutte le
donne e coloro che non sapevano maneggiare armi. Il presidente, ignaro che la sua casa era anch'essa stata
bombardata, fece uscire due delle sue tre figlie, che si trovavano lì, raccomandando loro di raggiungere la madre e la
sorella.[43] Allende respinse ogni ipotesi di fuga, sia organizzata dai suoi uomini, sia come un possibile aiuto fornito
dalla Massoneria ad un confratello in grave pericolo.[44] Circa le circostanze della sua morte, la versione ufficiale,
confermata dal suo medico personale, Patricio Guijon[45], è che il Presidente si sarebbe tolto la vita con un fucile
AK-47 donatogli da Fidel Castro, mentre altri[46] sostengono che fu ucciso dai golpisti di Pinochet mentre difendeva
il palazzo presidenziale (un racconto di tali momenti fu scritto da Gabriel García Márquez). Negli anni ottanta il
medico diede in un'intervista (trasmessa dalla trasmissione televisiva Mixer di Giovanni Minoli) la versione dettagliata
dell'accaduto. Secondo il racconto del medico, che era insieme con Allende all'interno della Moneda, a seguito del
bombardamento aereo e del successivo incendio, Allende disse a coloro che con lui difendevano la Moneda dalle
finestre del primo piano di uscire dal Palazzo ormai indifendibile rimanendo solo nell'ufficio, e che lui sarebbe uscito
per ultimo. Il medico rientrò poco dopo nell'ufficio, proprio nel momento in cui Allende, seduto su un divano, si stava
uccidendo con una scarica di mitragliatore alla testa dal basso in alto. In particolare, il medico disse di aver visto la
parte superiore della calotta cranica di Allende volar via per effetto della scarica.[47]Anche altri testimoni videro
Allende con il fucile in mano, sdraiato sul divano, dopo lo sparo. Sono state avanzate ipotesi di omicidio anche da
parte di una guardia del corpo cubana su ordine di Castro, per poterne usare la morte a fine propagandistico, ma tale
ipotesi, propugnata da storici ostili ad Allende[48], non trova riscontri.[49]
Autopsie e funerali
La famiglia, con qualche dubbio della moglie che riteneva possibile l'omicidio da parte dei soldati di Pinochet, ha
sempre accettato la versione ufficiale del suicidio: nel 2011 la figlia Isabel Allende Bussi ha chiesto la riesumazione
del corpo, dal Cimitero monumentale di Santiago del Cile dove riposa dal 1990 in un grande mausoleo (nel 1973 fu
sepolto senza funerale in un luogo nascosto, a Viña del Mar e sotto un falso nome, benché tutti sapessero della
tomba del Chico[50], il diminutivo affettuoso di Allende[51][52]); l'autopsia ha accertato che si tratta sicuramente del
corpo di Allende e ha confermato senza ombra di dubbio la versione del suicidio.[53] Come sostenuto dalla figlia, egli
si uccise pur di non arrendersi a Pinochet, che voleva offrigli l'esilio al posto dell'arresto, almeno a parole[54] (forse
per inscenare poi un incidente aereo[55]), anche se i golpisti sono considerati senza dubbio i responsabili morali
della sua fine.[56] Una foto del corpo senza vita di Allende fu scattata dai militari[57], mentre la moglie non poté
invece vederlo chiaramente; l'autopsia del 1973 fu superficiale; in altre immagini dei reperti della scena si nota che la
pallottola aveva trapassato e rotto i suoi occhiali.
Le conseguenze del golpe e la memoria di Allende
In seguito al colpo di stato, in Italia ci furono molti scioperi in solidarietà con Allende e il popolo cileno. Italia e Svezia
non riconobbero mai il regime di Pinochet e per tutti i 17 anni di dittatura ufficialmente rimasero in carica gli
ambasciatori accreditati da Salvador Allende. Il colpo di Stato, che molti cileni speravano proteggesse la costituzione,
ora si manifestava in tutto il suo orrore. I soldati fucilarono i primi dissidenti catturati nell'Estadio Nacional de Chile,
tra di essi il cantante Victor Jara, mentre i sostenitori di Unidad popular venivano sequestrati, torturati e, molti, uccisi.
Pablo Neruda sarebbe morto invece in ospedale, in circostanze poco chiare. Il 13 settembre la giunta sciolse il
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parlamento e proibì i partiti politici. Alla famiglia Allende fu concesso di andare in esilio all'estero, prima a Cuba e poi
in Messico o negli Stati Uniti (la figlia Beatriz e la sorella Laura si sarebbero successivamente suicidate, mentre la
nipote Isabel, la moglie Hortensia e la figlia Isabel rientrarono in Cile nel 1990), mentre i collaboratori di governo di
Allende e i membri più influenti dei partiti democratici furono internati all'Isola Dawson fino al 1976. Pinochet avrebbe
invece di fatto "regnato", non democraticamente eletto, per i successivi diciassette anni. La violazione dei diritti
umani da parte del suo governo è stata, così come testimoniano precise prove documentali, sistematica prassi
quotidiana e alla fine del lungo periodo di dittatura si stimarono più di 3000 vittime (anche non cilene), fra morti e
desaparecidos e circa 30.000 persone torturate (le cifre sono tratte dal Rapporto Rettig, un'inchiesta ufficiale
condotta in Cile dopo la fine della dittatura di Pinochet, nel 1990), anche se alcuni conti indicano 40000 vittime, cifra
non ufficiale. Tranne che per la strage dell'Estadio Nacional de Chile, Pinochet tentò di insabbiare questi crimini
parlando di morti in scontri di guerriglia o di esiliati, anziché di sequestri e omicidi. Molti cileni continuarono a
rimpiangere Allende nonostante la repressione e la censura dei militari. Documenti americani declassificati a partire
dalla presidenza Clinton indicano altresì come la CIA, il servizio segreto degli Stati Uniti d'America, sia stato la "longa
manus" del governo di quest'ultimo Paese, appoggiando il rovesciamento con la forza di Allende e incoraggiando
l'uso della tortura da parte delle forze armate di Pinochet.
L'eredità spirituale ed il dibattito
« Come Giacomo Matteotti, andò consapevolmente incontro al suo tragico destino. Egli, come Matteotti, ha gettato
tra la libertà e la dittatura il suo corpo - ridotto ormai a una macchia di sangue dalla selvaggia aggressione - perché
esso fosse il primo spalto della lotta dei cileni contro la dittatura. » (Sandro Pertini)
Più di trent'anni dopo la sua morte, Allende rimane un personaggio controverso. Un ampio e partecipato dibattito si è
aperto in tutto il Mondo su come avrebbe potuto evolvere la storia del Cile se Allende non fosse morto. Ma in queste
riflessioni Allende è un simbolo, che impersona le idee sostenute ed in via di applicazione, mentre il dibattito fu ed è
di idee.
Elemento fattuale comune a tutte le impostazioni polemiche è che, in concreto, si è subito sospettato ed abbiamo
oggi per ben certo (per loro stessa ammissione documentale) che gli Stati Uniti abbiano quantomeno favorito un
arresto coatto e violento di un processo politico democratico interno di un altro paese. Ciò ovviamente veniva
interpretato alternativamente come un'insostenibile sopraffazione imperialista o come un opportuno intervento per
impedire avanzamenti dell'ideologia sovietica in America Latina, considerata dagli Stati Uniti il proprio 'cortile di casa'
sin dai tempi della Dottrina Monroe.
Dalla sinistra dunque Allende è considerato un martire, caduto per la causa del socialismo. I militanti di sinistra, e
non solo, si volsero ben presto ad identificare negli Stati Uniti, e specificamente in Henry Kissinger, con l'avallo del
Presidente Richard Nixon, e nella CIA, i diretti responsabili della sua morte e lo vedono come una delle vittime
dell'"Imperialismo Americano". Il suo viso è stato anche stilizzato e riprodotto come un simbolo del Marxismo, così
come era accaduto per la famosa immagine di Che Guevara.
Dalla destra si guarda invece meno favorevolmente alla figura di Allende. La sua stretta amicizia con Fidel Castro ha
portato molti ad accusarlo di essere un comunista. Affermano anche che le profonde riforme che aveva attuato
mentre era al potere avevano messo in ginocchio l'economia del paese, tentando di instaurare il socialismo reale di
stampo sovietico, o una dittatura sul modello di Castro, cosa sempre negata da Allende, che si ispirava ad un
socialismo democratico marxista ma riformista.
Il coinvolgimento degli USA nel golpe che depose Allende rimane un argomento scottante sulla condotta della Casa
Bianca durante la Guerra Fredda in territorio extra-statunitense. L'abbattimento del governo democratico di Allende
resta sicuramente tra i più controversi colpi di stato in America Latina. Pressati dall'opinione pubblica internazionale,
a partire dalla presidenza di Jimmy Carter gli Stati Uniti cominciarono a prendere le distanze dal regime dittatoriale
cileno. Come dimostrato in parte dai documenti poi declassificati e resi pubblici dal presidente americano Bill Clinton,
è oggi provato l'appoggio americano al colpo di stato. Solo negli anni 2000, Colin Powell, segretario di stato (cioè
Ministro degli Esteri) del presidente statunitense repubblicano George W. Bush, ha dichiarato che il sostegno al
golpe cileno "non è un momento della storia degli Stati Uniti di cui andiamo particolarmente orgogliosi".[58]
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