Domanda e offerta. - Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"

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Domanda e offerta.
Elisa Battistoni
Domanda e offerta
Domanda e offerta.
La funzione di domanda
La funzione di domanda (o curva di domanda) rappresenta la quantità domandata dai
consumatori di un bene/servizio per ciascun livello di prezzo del bene/servizio preso
in considerazione.
Si consideri un bene (il discorso vale in maniera analoga per un servizio) x che è
inizialmente disponibile sul mercato ad un prezzo (unitario) pi: i consumatori
decideranno la quantità che desiderano acquistare in base al livello di prezzo. Sia qi la
quantità complessiva richiesta dai consumatori (ossia dal mercato) per il bene x in
corrispondenza del prezzo pi: questa quantità è detta quantità
domandata.
Naturalmente, non considereremo livelli di prezzo e quantità negativi, perché ciò non
avrebbero significato economico.
Se il prezzo di x varia – aumentando o diminuendo – e raggiunge il valore pf la quantità
domandata varierà di conseguenza, passando al livello qf. Generalmente (ma si vedrà
nel seguito del corso che esistono alcune eccezioni) la quantità domandata varia
secondo una relazione inversa con il prezzo del bene: in altri termini, se il prezzo del
bene aumenta la quantità domandata diminuisce (e viceversa).
Questa relazione inversa può essere facilmente compresa attraverso un esempio.
Un gruppo di studenti fuori sede iscritti ad Ingegneria presso l’Università di Tor
Vergata sta cercando stanze in affitto nelle quali soggiornare durante l’anno
accademico.
Il prezzo medio di una camera singola nei pressi dell’Università è di 400,00€/mese.
Solamente pochi studenti hanno la possibilità di sostenere un tale affitto e, quindi,
solo poche stanze verranno domandate. In particolare, ipotizziamo che con un tale
prezzo p1=400,00€/mese solo 5 studenti domandino una stanza: di conseguenza, la
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quantità di stanze singole in affitto domandata per questo livello di prezzo sarà
q1=5stanze.
I rimanenti studenti saranno costretti a cercare altrove. In particolare, se si è
disposti ad allontanarsi leggermente dalla zona universitaria e ad utilizzare i mezzi
pubblici per raggiungere la Facoltà si possono trovare camere singole a prezzi più
bassi: a due fermate di metropolitana più un tragitto in autobus il prezzo scende a
p2=250,00€/mese. Con questo nuovo prezzo il numero di studenti che è disposto a
richiedere stanze aumenta: la nuova quantità domandata sarà q2=16stanze.
Infine, chi è disposto ad alloggiare ancora più lontano dall’Università ed a trascorrere
ogni giorno diverso tempo sui mezzi di trasporto pubblici può trovare stanze in affitto
a p3=200,00€/mese. Per questo prezzo la nuova quantità domandata sarà
q3=40stanze.
La Figura 1 rappresenta la situazione appena descritta.
p (€/stanza)
400,00
250,00
200,00
5 16
40
q (numero stanze)
Figura 1: Quantità di stanze in affitto domandata per differenti livelli di prezzo.
Si noti che la relazione inversa fra quantità domandata e prezzo può non essere
lineare: è il caso del nostro esempio.
Il ragionamento descritto sin qui può essere ripetuto per tutti i possibili livelli di
prezzo che il bene può assumere: per ciascun livello di prezzo si avrà, generalmente,
una quantità del bene domandata differente. Il luogo dei punti che rappresenta la
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quantità domandata in dipendenza del particolare livello di prezzo è detto funzione o
curva di domanda ed è decrescente (Figura 2).
p (€/stanza)
p0
Funzione di domanda.
q0
q (numero stanze)
Figura 2: Funzione di domanda delle camere singole in affitto a studenti fuori sede.
Al diminuire del prezzo del bene la quantità domandata aumenta perché un numero
maggiore di consumatori vorrà entrarne in possesso e/o perché qualche consumatore
domanderà un numero maggiore di unità del bene: la funzione di domanda rappresenta
il comportamento dell’intero gruppo di consumatori. Tuttavia, ciascun consumatore è
indipendente nelle proprie decisioni: in particolare, esistono livelli di prezzo ai quali
alcuni consumatori richiedono il bene ed altri, invece, non sono disposti a farlo. Come
si vedrà nel seguito del corso la differenza di comportamento è riconducibile sia alle
differenti necessità di ciascun individuo, sia alla sua diversa disponibilità economica.
Il prezzo per il quale un consumatore è indifferente fra il non domandare unità del
bene ed domandarne la prima è detto prezzo di riserva pR. Ciascun consumatore ha un
proprio prezzo di riserva per ciascun bene: se il prezzo del bene è p=pR+ε (con ε→0) il
consumatore domanderà q=0unità del bene, mentre se il prezzo è p=pR-ε il
consumatore domanderà q>0unità. Per p=pR il consumatore sarà indifferente fra le
due opzioni.
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Si ipotizzi che il prezzo iniziale del bene sia pi→+∞ e che, per questo livello di prezzo,
nessun consumatore sia disposto a domandare una quantità – seppur piccola – del bene.
Se il prezzo viene fatto diminuire nell’insieme dei numeri reali prima o poi si
raggiungerà un livello di prezzo p0 in corrispondenza del quale almeno un consumatore
sarà indifferente fra l’acquisto ed il non acquisto: in altri termini, si raggiunge il
prezzo di riserva pRmax più elevato fra quelli di tutti i consumatori presenti sul
mercato. Questo livello di prezzo (p0=pRmax) rappresenta l’intersezione della funzione
di domanda con l’asse delle ordinate; da p0 in poi si assisterà ad un crescere della
quantità complessiva domandata dal mercato, sino ad arrivare alla quantità massima q0
corrispondente al prezzo nullo.
Sin qui si è parlato di quantità domandata in corrispondenza di un determinato livello
di prezzo: è bene sottolineare che la quantità di un bene domandata dal mercato può
non coincidere con la quantità effettivamente acquistata: la possibilità di acquistare,
infatti, dipende imprescindibilmente dal fatto che esista qualche soggetto economico
che desideri vendere il bene in questione in misura sufficiente a soddisfare tutta la
domanda. In caso contrario, esisteranno consumatori che domandano il bene, ma che
non possono acquistarlo.
La funzione di offerta
La funzione di offerta (o curva di offerta) rappresenta la quantità offerta dai
produttori di un bene/servizio per ciascun livello di prezzo del bene/servizio preso in
considerazione.
Si consideri un bene x che può essere venduto sul mercato ad un prezzo inziale pi: i
produttori decideranno la quantità che desiderano realizzare ed offrire sul mercato
in base al livello di prezzo. Sia qi la quantità complessiva offerta dai produttori (ossia
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dal mercato) per il bene x in corrispondenza del prezzo pi: questa quantità è detta
quantità offerta.
Se il prezzo di x varia – aumentando o diminuendo – e raggiunge il valore pf la quantità
offerta varierà di conseguenza, passando al livello qf. A differenza di quanto accadeva
per la domanda, la quantità offerta varia secondo una relazione diretta con il prezzo
del bene: in altri termini, se il prezzo del bene aumenta la quantità offerta aumenta (e
viceversa).
Anche in questo caso è possibile chiarire la relazione esistente fra il prezzo di vendita
e la quantità offerta con un esempio.
Un gruppo di studenti della Facoltà di Ingegneria di Tor Vergata decide di
organizzare una settimana bianca. Per raccogliere i soldi necessari a pagare la propria
vacanza ciascuno di loro decide di offrire – naturalmente dietro compenso – ripetizioni
di matematica e fisica agli studenti delle scuole superiori.
Le ore disponibili all’interno di una giornata sono una risorsa scarsa e le attività da
svolgere molte: seguire le lezioni all’Università, studiare, divertirsi con gli amici e, da
ora, impartire ripetizioni. Il problema diventa, quindi, decidere quanto tempo dedicare
alle ripetizioni, sottraendolo alle altre attività. La scelta è sicuramente condizionata,
anche se in modo diverso da individuo ad individuo, dal prezzo al quale ciascuna ora di
ripetizioni può essere venduta sul mercato.
Si supponga che il prezzo iniziale delle ripetizioni sia p1=5,00€/h: in tali condizioni è
difficile che uno studente universitario sia disposto a sottrarre tempo al proprio
divertimento (perché lo studio non si tocca!!!) per destinarlo ad un lavoro, anche
perché non si arriverebbe a risparmiare una quantità di denaro sufficiente a pagare la
settimana bianca in tempi ragionevoli. Si avrà, quindi, una quantità di ripetizioni
offerta dall’intero gruppo pari a q1=0h/settimana.
Ipotizziamo, ora, che il prezzo delle ripetizioni cresca fino al livello p2=12,00€/h. In
queste nuove condizioni è possibile che almeno uno studente – magari quello con minori
possibilità economiche personali o che ha più tempo libero degli altri – sia disposto ad
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offrire ripetizioni. Ipotizziamo, quindi, che la nuova quantità offerta dal gruppo sia
q2=1,5h/settimana.
Se, poi, il prezzo salisse a p3=40,00€/h è plausibile immaginare non solamente che
tutti gli studenti del gruppo sarebbero disposti ad impartire ripetizioni, ma anche che
ciascuno di loro cercherebbe di aumentare il più possibile le ore settimanali destinate
a questa attività. Si supponga che, in questo nuovo scenario, l’intero gruppo offra una
quantità di ripetizioni q3=60h/settimana.
La Figura 3 rappresenta la situazione appena descritta.
p (€/h)
40,00
12,00
5,00
0 1,5
60
q (h/settimana)
Figura 3: Quantità di ore di ripetizioni offerte per differenti livelli di prezzo.
Si noti che la relazione diretta fra quantità offerta e prezzo può non essere lineare: è
il caso del nostro esempio.
Il ragionamento descritto sin qui può essere ripetuto per tutti i possibili livelli di
prezzo: per ciascun livello di prezzo si avrà, generalmente, una quantità offerta
differente. Il luogo dei punti che rappresenta la quantità offerta in dipendenza del
particolare livello di prezzo è detto funzione o curva di offerta ed è crescente
(Figura 4).
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p (€/h)
Funzione di offerta.
pmin
q (h/settimana)
Figura 4: Funzione di offerta degli studenti universitari per le ore di ripetizione.
All’aumentare del prezzo del bene la quantità offerta aumenta perché un numero
maggiore di produttori vorrà vendere il bene sul mercato e/o perché qualche
produttore offrirà un numero maggiore di unità del bene: la funzione di offerta
rappresenta il comportamento dell’intero gruppo di produttori. Tuttavia, ciascun
produttore è indipendente nelle proprie decisioni: in particolare, esistono livelli di
prezzo ai quali alcuni produttori offrono il bene ed altri, invece, non sono disposti a
farlo. Come si vedrà nel seguito del corso la differenza di comportamento è
riconducibile alle differenti condizioni economiche di accesso agli input produttivi.
Anche per i produttori può essere definito un prezzo di riserva, rappresentante il
prezzo minimo per il quale il produttore è indifferente fra l’offrire il bene sul
mercato oppure il non offrirlo: quest’ultima opzione, infatti, consente di non dare
inizio alla produzione, evitandone il sostenimento dei costi associati.
Anche in questo caso è bene sottolineare che la quantità di un bene offerta dal
mercato può non coincidere con la quantità effettivamente venduta: la possibilità di
vendere, infatti, dipende imprescindibilmente dal fatto che esista qualche soggetto
economico che desideri acquistare il bene in misura sufficiente ad assorbire tutta
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l’offerta. In caso contrario, esisteranno produttori che offrono il bene, ma che non
riescono a venderlo.
Domanda e offerta: spostamenti delle curve e lungo le curve
Per quanto sin qui detto le funzioni di domanda e di offerta legano le quantità –
rispettivamente domandate ed offerte – di un bene al prezzo del bene stesso.
Si ha, quindi:
QD=QD(p)
funzione di domanda
QOFF=QOFF(p)
funzione di offerta
Al variare del prezzo le quantità domandate ed offerte dal mercato cambieranno, ma
le due funzioni di domanda e di offerta non saranno modificate: in altri termini, al
variare del prezzo del bene si individuano diversi punti (p,Q) sulle due funzioni (Figura
5) e, quindi, ci si sposta lungo le due curve.
p (€/unità)
p (€/unità)
p1
p1
p2
p2
q1
q2
q (unità)
q2
q1
q (unità)
Figura 5: Spostamenti lungo le curve di domanda e di offerta.
In aggiunta al prezzo del bene, tuttavia, esistono altri fattori che influenzano le
quantità domandate ed offerte dal mercato.
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Prendiamo in considerazione, ad esempio, la domanda di mercato: a parità di prezzo
del bene un aumento del reddito disponibile (m) dei consumatori farà aumentare la
richiesta del bene, ossia la sua quantità domandata. In maniera analoga, una riduzione
di reddito disponibile farà diminuire la quantità domandata anche a parità di prezzo
del bene. Questo ragionamento, ripetuto per ciascun livello possibile di prezzo, porta
ad individuare sul piano (p,Q) una diversa funzione di domanda rispetto a quella
iniziale: in particolare, se il reddito disponibile dei consumatori aumenta la funzione di
domanda si sposta verso l’esterno degli assi cartesiani (Figura 6).
p (€/unità)
p (€/unità)
QOFF(p)
Q’OFF(p)
p1
p1
p2
p2
Q’D(p)
QD(p)
q1 q2 q1 ’
q 2’
q (unità)
q2
q1 q 2’ q1 ’
q (unità)
Figura 6: Spostamenti delle curve di domanda e di offerta.
Per la funzione di offerta vale lo stesso ragionamento: se i produttori vedono una
variazione del costo degli input produttivi (materie prime, forza lavoro, energia
elettrica, etc.) le loro scelte di produzione cambiano anche a parità di prezzo del
prodotto finale da immettere sul mercato. Ad esempio, se il costo delle materie prime
si abbassa a parità di prezzo di vendita del prodotto finito i produttori avranno un
guadagno maggiore: ciò li incentiverà ad aumentare la loro produzione e, di
conseguenza, la quantità del bene offerta sul mercato. Questo ragionamento, ripetuto
per ciascun livello possibile di prezzo, porta ad individuare sul piano (p,Q) una diversa
funzione di offerta rispetto a quella iniziale: in particolare, se il costo sostenuto dai
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produttori diminuisce la funzione di offerta si sposta verso sud-est rispetto alla
funzione iniziale (Figura 6). Analogamente, se il costo totale di produzione del bene
dovesse aumentare – a causa, ad esempio, dell’aumento del costo delle materie prime –
il guadagno che i produttori potrebbero avere su ciascuna unità offerta diminuirebbe,
inducendoli a ridurre, in conseguenza, la produzione e l’offerta di mercato.
Riassumendo, una variazione del prezzo del bene sul mercato fa variare le quantità
offerte dai produttori e domandate dai consumatori, causando, quindi, uno
spostamento del punto (p,Q) lungo le funzioni di domanda e di offerta.
Al contrario, qualsiasi variazione, a parità di prezzo di vendita del prodotto finito, di
variabili esogene al modello (quindi, variabili diverse dal prezzo p e dalla quantità Q)
determina uno spostamento delle curve di domanda e di offerta nel piano (p,Q).
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