Daniele Toppani ci ha lasciato. La sua giovialità non

Daniele Toppani ci ha lasciato.
La sua giovialità non disgiunta da un profondo amore per l’omeopatia e per la sua voglia di trasmettere
ai discenti questa medicina lo ha fatto apprezzare da chiunque l’abbia conosciuto. Seppur da tempo
eravamo distanti conserveremo sempre di Lui un caro ed affettuoso ricordo.
p. paladino
" In bellezza Daniele è compiuto", con queste parole la moglie Vanda mi ha fatto sapere che l'amico e
collega Daniele Toppani non è più con noi.
Mi chiedo se la vita sia stata generosa , concedendomi l'opportunità di conoscerlo o avara, non
permettendomi una maggior frequentazione.
E' banale ricordare la sua serietà professionale, gli articoli pubblicati o i testi a cui ha collaborato.
Io preferisco ripensare agli anni di docenza a Bologna, quando il sabato , alla fine delle lezioni,
andavamo al mercatino della Montagnola a fare un giro tra le cose vecchie che entrambi amavamo.
Daniele comprava sempre qualcosa , oggetti semplici che gli ricordavano una manualità ormai perduta
o gli trasmettevano emozioni estetiche.
Era generoso Daniele. Ogni volta che ci ritrovavamo mi portava un regalo : un libro, una bottiglia di
vino o di grappa delle sue terre oppure qualche oggetto che lo aveva incuriosito e che voleva
condividere.
Amava la vita e fare il medico neurologo gli stava troppo stretto.
Lo scrittore Paolo Maurensig nella postfazione del libro di Daniele Toppani " Anamnesi" dice:
"L'autore, medico neurologo, ma anche "sciamano" nell'animo, costretto a sostare per lunghi periodi
sotto il "grigio albero della scienza", non smette mai di adocchiare il" verde albero della vita"……e
spesso vi si accosta. Solo allora,sotto la frescura delle sue fronde, e assunta la posizione del
bodhisattva, non scorge più attorno a se alcun male."
Ho nella memoria un'immagine nitida del mio amico Daniele al congresso di Lisbona : è quasi l'alba,
e lui sorridendo balla da solo osservando l'oceano, felice di vivere quel momento.
Non so dove tu sia adesso , voglio pensare che , anche tra le anime buone, tu abbia trovato un
mercatino dove prima o poi ci rivedremo. Ciao Daniele.
Ruggero Cappello
In ricordo del Prof. Toppani …
Del Prof. Toppani , nei suoi anni di insegnamento a Bologna, ricordo la gentilezza
d’animo, la modestia, l’atteggiamento schivo e la grande professionalità
nell’integrare la sua formazione di specialista in neurologia con le terapie
complementari in una visione olistica che gli era consentita oltre che dalla passione
per l’omeopatia, anche dalla conoscenza della medicina tradizionale cinese e della
agopuntura.
Intercalava la Materia Medica e i casi clinici con la Metodologia, materia difficile da
insegnare ( in quanto non si presta ad una visione parcellare e aneddotica) quanto
difficile da “digerire” per noi neofiti, eppure egli riusciva a fornirci una chiave di
lettura dei miasmi hahnemaniani moderna e applicabile alle varie realtà cliniche.
Unico tra i docenti, ci proponeva la registrazione a viva voce del suo modo garbato e
accogliente di condurre l’interrogatorio omeopatico. Tra silenzi, interlocuzioni,
ascolto empatico e incoraggiamento al racconto, i suoi casi clinici si disvelavano
poco a poco, permettendo a noi studenti di “farci le ossa” sulle sabbie mobili di
quell’ostica Materia Medica. Nel corso della mia successiva formazione ho spesso
riletto i suoi appunti, apprezzandone la profondità solo con il tempo e l’esperienza.
Credo sia stato l’insegnante che maggiormente ho stressato con domande e
perplessità, prima di mettere in gioco tutte le mie rassicuranti certezze e disporre la
mia mente ad accogliere e il mio animo a “cogliere”(il Prof. usava spesso questo
termine!) una diversa interpretazione del fragile equilibrio salute-malattia. Ho
sempre ricevuto risposte e … mai superficiali o frettolose!
In quei tempi ancora vergini sia dal prepotente dilagare della Medicina basata
sull’evidenza, sia dai compromessi della Medicina Integrata … a tutti i costi , il Prof.
Toppani ci ha insegnato a perseguire il fine ultimo della Medicina, la cura del
paziente in senso ippocratico, transitando attraverso la conoscenza delle molteplici
potenzialità dell’omeopatia, ma anche dei suoi limiti, e approdando ad una diagnosi
clinica sintetica che non necessita di protocolli e linee guida, ma di scienza,
coscienza e fiuto clinico.
Grazie ancora per ciò che ho potuto ”cogliere”!
Gianna Gabbanelli