Jean Baptiste Morin de Villefranche
Astrologia Gallica
Libro XV
Delle dignità essenziali dei pianeti
Traduzione di Lucia Bellizia
Jean Baptiste Morin de Villefranche
Astrologia Gallica
Libro XV
Delle dignità essenziali dei pianeti
Traduzione di Lucia Bellizia
Prefazione
Se nel Libro XIV fu veramente arduo ricercare le cause proprie della divisione del Primo Mobile in
12 parti, differenti tra di loro nelle nature elementali, e stabilirle tali che non sia possibile esporne
di più probabili, senza dubbio sembra più elevato e più difficile da affrontare il definire e lo
stabilire con argomentazioni le cose che son trattate in questo Libro: se dunque i dodecatemori
abbiano la stessa natura e la stessa virtus su tutto l’Orbe terrestre. Se lo Zodiaco sia stato all’inizio
del Mondo diviso dal Sole in parti consone ai singoli Pianeti in natura elementale e al tempo stesso
influenzale: ed inoltre altre che ne conseguono. Questi infatti sono i primi e più nascosti
fondamenti dell’Astrologia. Affronteremo poi in questo Libro entrambi gli argomenti e li
licenzieremo felicemente con il favore della luce divina.
a
*
a
Capitolo I.
Se i Segni dello Zodiaco abbiano la stessa
natura e virtù su tutto l’Orbe terrestre.
Avendo spiegata nel Libro precedente la divisione del Cielo in nature elementali, occorre ora vedere
in questo Libro in quale modo quello stesso Cielo, attraverso i dodici Segni, venga diviso nelle
nature influenzali dei Pianeti per quanto riguarda il Globo terrestre: in modo che da questo risulti
manifesto con quali i singoli Pianeti concordino e da quali discordino; in modo che si scoprano e si
stabiliscano le dignità e le debilità che chiamiamo essenziali; non solo contro coloro che delirano in
Astrologia; ma anche di coloro che affettando il nome di Astrologo, tuttavia con grande cecità
corrompono queste divisioni, non badando al fatto che le rendono né più né meno arbitrarie, così da
stravolgere tutta la dottrina sui giudizi degli astri.
Offrì l’appiglio a questo errore per primo Tolomeo nel Libro I Cap. XV del Quadripartito, dove
così parla dei domicili dei Pianeti:
I domicili si distribuiscono secondo un ordinamento naturale. Poiché infatti
tra i 12 Segni, i due Boreali più dappresso si avvicinano al nostro vertice e
sono in massimo grado causa di calore e di ardore, il Cancro ed il Leone; è
stato giudicato che questi due Segni siano i domicili dei due luminari più
grandi e più efficaci; il Leone in verità del Sole, poiché è un Segno
maschile, il Cancro in verità della Luna, in quanto è femminile.
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A ciascuno poi dei restanti Pianeti da due domicili, come è possibile vedere nello stesso capitolo.
Del resto di questa divisione in domicili planetari, che ha resistito fino ai nostri tempi in forza
della sola tradizione, Tolomeo ignorava le cause; se infatti fossero veri e naturali quei motivi che
più sopra egli addusse, per le stesse cause Capricorno ed Acquario sarebbero nella parte Australe
del Mondo i Segni più caldi ed ardenti e domicili dei luminari; l’Acquario in verità del Sole, poiché
è Segno maschile; il Capricorno della Luna, poiché è femminile; il Cancro poi e il Leone saranno
domicili di Saturno. E vedo che cadde in quest’affermazione del tutto assurda Cardano nel
commento a queste parole. Dal che pertanto consegue che nella medietas Australe il Capricorno
sarà il domicilio della Luna e l'Acquario del Sole; Pesci e Sagittario di Mercurio; Ariete e Scorpione
di Venere; Toro e Bilancia di Marte; Gemelli e Vergine di Giove; Cancro e Leone di Saturno.
E Campanella, grande corruttore delle scienze (cosa che vorrei fosse detta a tutela degli ingegni
che si dilettano dei suoi libri pieni di novità) ingigantì l’errore del Cardano nell’Astrologia Libro I
Cap. 3 Art. 3, dove afferma:
I primi Astrologi si occuparono solo delle nostre latitudini; e perciò gli
Spagnoli, che stabilirono colonie oltre il Tropico del Capricorno, hanno
bisogno di una nuova Astrologia.
Dice poi nel Cap. 6 Art. 3:
Non vi è correlazione per i Pianeti con Segni determinati: ma per coloro
che abitano oltre l’Equatore, equidistanti rispetto a noi dall’Equatore, i
domicili dei Pianeti sono nel luogo contrario: e il domicilio del Sole è in
Acquario, della Luna in Capricorno, di Saturno in Cancro e Leone e dei
rimanenti come sopra.
All’Equatore in verità (al quale Cardano non aveva provveduto) attribuisce al Sole ed alla Luna
due domicili, i medesimi, e cioè Ariete e Bilancia, a Saturno, Cancro e Capricorno; dice poi che
sia impossibile attribuire due interi Segni agli altri Pianeti.
Di così grande importanza è, in questa disciplina, la verità su questa cosa, da essere il
fondamento principale di tutti i giudizi e quindi deve essere esaminata con diligenza. Cominciamo
perciò dall'opinione del Cardano; dacché poggia su un minor numero di equivoci; e affinché questo
divenga più manifesto, riteniamo debba essere evitato l'errore sia di Tolomeo che di tutti gli
Astrologi fino ad oggi, che ritenendo abitabile, di tutto il Globo terrestre, soltanto la parte Boreale,
che comprendeva Asia, Europa ed Africa, e non raggiungeva la quinta parte del Globo; fecero
dell'Astrologia non una scienza universale, bensì solamente un'osservazione particolare valida solo
per Asia Europa ed Africa; alle quali sole assegna erroneamente tutto lo Zodiaco nel II Libro Cap.
2 del Quadripartito. Ma un Astrologo che pensa all’Astrologia come ad una scienza universale per
tutta la Terra, non deve dirigersi né verso Borea né verso l'Austro; ma deve stare all'Equatore, dove
è necessario per questo che almeno mentalmente si collochi; e di poi senza alcuna considerazione
per la parte Boreale o Australe, considerate le nature dei Segni e dei Pianeti, non le proclami
null'altro che cose universali per tutto il Globo della Terra e perciò comuni ad entrambi le parti.
Pertanto supposta un'azione degli astri su queste cose inferiori; si considererà immediatamente
alla luce della natura, che non vi è alcun luogo della Terra che non soggiaccia all'influsso dei corpi
celesti; e che più degli altri i luoghi della sfera retta, che tra tutti i luoghi della Terra, sono toccati
più perfettamente dalle influenze dello Zodiaco e dei Pianeti e soggiacciono ad esse. Per la qual
cosa, poiché la sfera retta è la regola sia di se stessa che di quella obliqua, dall'una e dall'altra parte;
sentenzierà quindi che le nature elementali dei Segni e per conseguenza i domini dei Pianeti, non
sono diverse a Nord e a Sud, ma sono immutabili e le medesime in ogni luogo della terra. Questo
dunque ne sarà il motivo. Che se fossero alcune a Nord ed altre a Sud, come vuole Cardano, è
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necessario dunque che non ve ne sia alcuna nella sfera retta: poiché lì non potrebbero essere né le
stesse che a Nord né le stesse che a Sud; ne vi sarebbe motivo perché siano le stesse che del Nord
piuttosto che quelle del Sud. Non potrebbe pertanto essere assegnata in quello stesso luogo alcuna
natura né qualità degli effetti delle cause celesti, come delle Eclissi del Sole o del sinodo dei
luminari. Secondo Tolomeo infatti, Quadripartito Libro II Cap. 6 e 7, e secondo gli altri Astrologi
la natura di tali effetti deve essere dedotta dalle nature dei Segni delle Eclissi o del sinodo e del
cardine seguente e inoltre dei pianeti, che dominano quei Segni; la qualità in verità, la bontà o la
malignità, dalla condizione benefica o malefica dei Pianeti che dominano quei Segni; e non
potrebbe esserne trovata alcuna in modo semplice nella sfera retta. Essendo state infatti lì cancellate
le nature dei Segni e dunque i domini dei Pianeti, verrà cancellata anche la causa prima della
condizione dei Pianeti; poiché di nessuno si potrà dire se sia nel suo domicilio, o esaltazione o nei
loro contrari, nel suo esilio o caduta; se in verità nel luogo dei benefici o dei malefici; dacché
nessun Pianeta dominerà su nessun luogo; e non potrà essere assegnata pertanto nessuna natura o
qualità degli effetti. Nessun effetto si verificherà dunque lì, poiché nessuno può accadere in alcun
luogo, la natura e la qualità del quale non possa esser determinata. Ma nessuno nega che si
producano nella sfera retta degli effetti derivanti dalle Eclissi, dai sinodi dei luminari e dalle sizigie;
né la condizione uniforme delle cose in quella stessa sfera ci consente di supporre li confusioni di
nature, Segni e domini, dai quali germoglierebbero mostri e prodigi perpetui, contrari all'esperienza.
E lo stesso ragionamento può essere applicato a proposito delle particolari costituzioni degli uomini
che nascono in questa stessa sfera. Per la qual cosa, cancellate le dignità e debilità essenziali dei
Pianeti, nonché i signori dei singoli luoghi della figura, non si potrebbe presupporre nulla sul
temperamento, sui costumi, sull'intelligenza, sulle azioni, sulle ricchezze, sugli onori, sulla morte ed
i restanti avvenimenti del nativo. E quindi non bisogna stimare che le nature degli Segni e i domini
dei Pianeti siano diversi a Nord e a Sud, contrariamente all'opinione del Cardano.
E veniamo a Campanella, che sembrò aver voluto far rimedio al danno del Cardano, e
nondimeno incappò in Scilla desiderando evitare Cariddi. Se pertanto, come egli vuole, non vi è
alcuna corrispondenza o contrassegno dei Pianeti con determinati Segni; perché, nella regione
Boreale fino al Polo Artico, il Cancro sarà il domicilio della Luna e non del Sole e il Leone sarà il
domicilio del Sole e non della Luna; o perché non il medesimo domicilio per il Sole e per la Luna?
A questo punto sarebbe stato d’uopo per Campanella ammutolire, o enunciare soltanto cose senza
senso. Poi se dal Tropico del Cancro al Polo Artico, il Cancro e il Leone e dal Tropico del
Capricorno al Polo Antartico, il Capricorno e l’Acquario sono i domicili dei luminari, come egli
dice, forte dell'argomentazione di Tolomeo; all'Equatore poi vengono dati quali domicili al Sole e
alla Luna l’Ariete e la Bilancia; appare chiaro che egli vuole stabilire i domicili dei luminari né più
né meno per la loro maggiore vicinanza allo zenit; e questo professa nel Cap. 7 Art. 3 dicendo con
espresse parole:
Quindi, poiché laddove il Sole cade a picco potentissimo e la Luna è più
vicina, danno effetti tanto grandi quanto si addicono ai luminari: perciò i
domicili dei luminari sono in ogni luogo in cui si manifesti tale loro
vicinanza e forza nei confronti delle cose sottostanti.
Stabilita la qualcosa ne consegue di poi, per coloro che abitano tra l'Equatore e il Tropico, sia
necessario porre nuovamente domicili per il Sole e per la Luna. E, cioè in Toro, Gemelli e Vergine
per i popoli Boreali, per i quali questi Segni sono verticali; e in Scorpione, Sagittario e Pesci per i
popoli Australi. Cosicché tutti i Segni saranno domicili mutevoli e locali dei luminari, utili soltanto
a designare le vicinanze di Sole e Luna rispetto al vertice, sebbene quelle cose avrebbero potuto
essere definite senza i Segni mediante le semplici declinazioni: d'altra parte di nessun valore; cosa
che lo stesso Campanella sembra sia stato forzato a dichiarare con chiare parole da questa opinione
più sopra esposta: non vi è nessuna correlazione per i Pianeti con particolari Segni del Cielo. Se
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infatti fosse insita nei Segni una qualche virtù celeste, non può esser negato che per suo tramite,
concorderebbe con alcuni Pianeti e con altri no. Ma che nei Segni siano insite grandi virtù appare
altrove dallo stesso Campanella, nel Libro II Cap. 20 Art. 20, dove dice: L'Ariete fa i feroci, i
pervicaci, i truci, gli audaci, gli improbi, gli insidiosi. Perché pertanto anche Marte produca tali
uomini si ricava dallo stesso Campanella, Libro 4 Cap. 7 Art. 4. Risulta quindi che vi sia una
correlazione tra Marte e l'Ariete e la stessa ratio vi è per quanto riguarda i rimanenti Segni e Pianeti
dai medesimi capitoli. Per la qual cosa poiché questo assunto di Campanella si autodistrugge per
l'evidente contraddizione e produce un'Astrologia soltanto locale, non certo generale, o universale
per tutta la terra, quale egli stesso nel Libro 1 Cap. 3 Art. 3 promette: non è necessario soffermarsi
più a lungo sulle cose da confutare; principalmente perché avendo cancellato le signorie dei Pianeti
(che sarebbero perlomeno immaginarie, cancellata la forza dei Segni) crollerebbe l'intera Astrologia
di Campanella, che si poggia di quei due perni.
Questo tuttavia può esser chiesto a Campanella o a un sostenitore delle sue assurde
fantasticherie. Se domicilio del Sole per qualsivoglia popolo è quel Segno, traversando il quale il
Sole stesso è più vicino al vertice di quel popolo: sarà quel Segno domicilio del Sole per quello
stesso popolo tutto l'anno, oppure esattamente per quel mese nel quale si muove in quel Segno?
perché infatti dovrebbe esserlo per tutto l'anno? Inoltre perché dovrebbe essere domicilio del Sole
piuttosto che della Luna? Oltre a ciò quando siano Sole e Luna in due Segni in antiscia egualmente
vicini al vertice, quale mai delle antiscie sarà domicilio del Sole o della Luna per un qualche popolo
su tutto il Globo terrestre? e perché non l’altra? Poi perché all'Equatore vengono attribuiti due
domicili al Sole, uno solo altrove? Ai quali quesiti in verità nessun Astrologo sano di mente cerca
una soluzione.
Cosicché omesse le restanti assurdità che questa teoria genera, solamente per mostrarne più
chiaramente la falsità, riportiamo qui il tema celeste del Principe degli Abissini Zaga-Christo, nato a
Corcore, elevazione del Polo Boreale 6° Nord, differenza in longitudine da Parigi 36°. Questi
scacciato dallo zio, come diceva, e giunto attraverso varie regioni finalmente in Francia e lì noto al
re, al cardinale Richelieu e a tutta la Corte ed anche a me, alla fine annientato dalla povertà e dalla
tristezza, morì a Ruelle il 21 aprile 1638, per una direzione dell'Oroscopo infortunato da Saturno al
quadrato della Luna signora della quarta.
Tutti i Pianeti sono peregrini ad eccezione di Mercurio, connessi l’un l'altro da nessun aspetto
benefico, se si eccettua un sestile corrotto tra Mercurio e Luna ed un trigono tra Luna e Saturno
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anch’esso corrotto. Inoltre Saturno signore del Medio Cielo in esilio, è in particolare all'Oroscopo,
in forza della sua latitudine Sud 2° 43 primi. Sono nemici il Sole e la Luna in 10ª casa e il Sole è
opposto alla sorte in 12ª. Cose tutte che argomentavano per un uomo infelice e misero negli onori,
nelle azioni intraprese e della fortuna. E poiché Mercurio, signore della 3ª che è dei consanguinei,
era quadrato al Medio Cielo, opposto a Saturno signore del Medio Cielo ed anche all'Oroscopo,
nonché quadrato a Marte signore dell'Oroscopo, significò consanguinei ostili ed avversi alla persona
ed alla dignità del nativo; sebbene anche Mercurio in 6ª denotasse nemici; Giove poi, signore del
Sole in 7ª, assoggettava la fortuna al potere dei nemici, tanto più perché lo stesso Giove si applicava
con quadrato al Venere signora della 2ª; fu ingegnoso e colto per il sestile di Mercurio alla Luna,
sotto la signoria di Venere, e la Luna in trigono a Saturno e all'Oroscopo dalla 5ª casa; assai
intelligente e versato nell'eloquenza, ma ostinato a causa dello stesso Mercurio opposto a Saturno e
all'Oroscopo; fu anche lussurioso a causa della Luna signora di Venere in 5ª. E per il Segno del
Leone trigono all’Oroscopo; anzi Mercurio signore della 5ª e il Sole in 6ª, gli causarono a Parigi,
per via di una relazione con un’amante di rango senatorio, l’imprigionamento, da cui fu
immediatamente liberato per volere del Re. E fu veramente triste e melanconico, essendo Saturno
esule all’Oroscopo; e molto propenso all’ira: per via di Marte, signore dell’Oroscopo e per via del
Segno igneo all’Oroscopo. E poiché Marte si trova in 3ª, in trigono a Giove , signore della 9ª e
della 7ª; tutti gli angoli sono in Segni mobili e perciò significano lunghi e svariati viaggi ed
incostanza di vita e di fortuna. Infine Marte, signore dell’Oroscopo e dell’8ª, in 3ª, mostrava
chiaramente almeno una morte misera, lontana dalla patria, poiché è per sua natura malefico; non
violenta tuttavia, poiché l’Oroscopo non è leso da Marte, né questo da Saturno, né i luminari dai
malefici; né questi ultimi sono in Segni violenti. La vita e le sfortunate vicende di questo stesso
Zaga-Christo furono esposte dal frate Eugène Roger, Religioso Recolletto, missionario in Barberia,
nel Libro 2, Cap. 2 del suo viaggio in Terra Santa. Dal che risulta che Zaga-Christo non era un
impostore, come i più ritennero, ma vero Principe degli Abissini, sfortunatissimo, come la sua
genitura attesta a sufficienza.
Questa figura è congrua in sommo grado con il destino del Principe, secondo i domicili dei
pianeti tramandati da Tolomeo e dagli altri fino ad oggi; e dunque conseguentemente, questo
esperimento vicino all’Equatore, ed inoltre i motivi sopra esposti provano che i Segni dello Zodiaco
sono di per sé della medesima natura e virtù su tutto l’Orbe terraqueo, e che poi anche i domicili dei
Pianeti sono i medesimi nella Sfera Boreale, Australe e Retta; il cui contrario tramandarono
Cardano e Campanella, con opinione semplice, priva di esperienze e motivi. Si potrebbe aver
notizia, senza dubbio più certa, di questa cosa dai temi celesti dei nati nella parte Australe del
Mondo, dei quali fin qui non potei vederne alcuno: ma poiché nessuna esperienza è contraria mai
alla ragione: e la ragione poi favorisce del tutto la nostra sentenza: io ritengo che essa sia del tutto
vera anche nel Mondo Australe e congrua con l’esperienza, come qui appare chiaro dalla genitura di
Zaga-Christo.
Infine, passati più di 20 anni dal momento in cui avevo formulato una lettera, da me inviata agli
Astrologi Boreali ed Australi, Monsieur N. di Gronembergue, generosissimo e preparatissimo
soprattutto in Astrologia, Prefetto della Flotta del Re di Lusitania, mi inviò le ore di nascita di due
uomini nati sotto l’Equatore, assieme ai loro costumi, intelletto ed alcuni avvenimenti loro occorsi.
Ed io eressi per queste ore i loro temi natali, che ritenni fossero da aggiungere qui, a conferma
veramente degna di nota, della dottrina da noi prima tramandata.
Il primo è quello di Francisco Gomez Cortez, del quale M. de Gronembergue mi scrisse queste
parole.
Francisco Gomez Cortez è nato nell’anno 1627 nel mese di ottobre, il g. 4 del mese in cui si
festeggia San Francesco, al sorgere del Sole ad Olindo Pernambuco 8° sotto l’Equatore.
Ha inclinazione per la pittura, la scrittura, l’aritmetica, la musica, le danze e per l’ars
gladiatoria; ha prestato servizio militare sin dalla gioventù. Ha molte lentiggini sulla faccia, sulle
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mani e sul corpo; volgarmente son dette notule Judeae; ha anche i capelli rossicci; ebbe una lite con
una persona e non volendo la uccise.
Ebbe propensione per l’aritmetica, per la scrittura, per la pittura, per la musica e per le danze;
poiché Venere è la signora dell’Oroscopo, nel domicilio di Mercurio ed a lui congiunta. Queste cose
non avrebbero potuto essere se Venere non fosse stata la signora dell’Oroscopo e perciò la Bilancia
è il domicilio di Venere, e la Vergine di Mercurio. Che se fossero inversi nella parte Australe i
domini dei Pianeti, Marte sarebbe il signore dell’Oroscopo, nel domicilio di Giove, dalla qual cosa
non sarebbe potuta sortire la propensione di cui sopra, come a sufficienza diviene manifesto dalle
nature dei Pianeti, che son congrue ai Segni di questi, come a suo luogo verrà dimostrato con
argomentazioni, oltre che con l’esperienza più che nota a tutti gli Astrologi.
Inoltre si dedicò al servizio militare e all’ars gladiatoria, e fu omicida, poiché Marte signoreggia
la casa 1ª, che è dei costumi, per via dello Scorpione in 1ª, e la 7ª, che è delle liti, ed è Marte in 8ª
congiunto all’Occhio del Toro, stella fissa luminosa e violenta della natura di Marte, in trigono
all’Oroscopo. E, invertendo le signorie, ciò avrebbe dovuto derivare da Venere congiunta a
Mercurio in casa di Giove, cosa che non conviene alle nature di questi Pianeti e ai loro Segni, anzi
vi si oppone. Sono pertanto identiche le nature dei Segni, sia nella parte Australe del Mondo che
nella Boreale.
Infine perché questo nativo abbia avuto capelli rossicci e sia stato lentigginoso nel viso, mani e
corpo, questo discese dal Sole all'Oroscopo in trigono a Marte, signore della 1ª congiunto all'Occhio
del Toro, stella fissa di natura Marte in trigono all'Oroscopo, poi dal quadrato della Luna a Saturno
e Sole all'Oroscopo. Tutto quadra pertanto.
Il secondo tema natale è quello di Filippo Bandeira de Mello del quale Monsieur de
Groenembergue mi scrisse queste parole.
Filippo Bandeira de Mello è nato nell’anno 1612, nel mese di aprile, il giorno 15, domenica delle
Palme, alle cinque del mattino, o un'ora prima del sorgere del Sole a Olindo Pernambuco.
Fu sempre incline alle armi, e si diede alla vita militare dall'infanzia; ebbe molte risse con diversi
e nel 1635 uccise uno col quale aveva avuto una lite e questo accade la sera dei Baccanali. Errò per
diverse contrade d'Europa; subì molte tempeste e naufragi in mare; nel 1638, naufrago, scampò a
nuoto. Fu fatto prigioniero tre volte dagli Olandesi e ha avuto poca fortuna finora.
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Questo nativo si diede da bambino alla vita militare con molte risse e un omicidio, poiché Marte
fu il signore dell’ascendente e del Sole in esaltazione in 1ª casa, che è quella dei costumi, e inoltre
della 7ª e dell' 8ª, che sono quelle delle liti e della guerra e dei pericoli di morte; con esaltazione nel
Medio Cielo, che è quello delle azioni e della professione, applicandosi Saturno al signore del
Medio Cielo: e dunque entrambi i malefici governano le sue azioni e la sua professione.
Peregrinò per diverse contrade del Mondo in quanto Mercurio e Giove sono signori della 3ª e
della 9ª, dei quali Mercurio è all'ascendente e Giove in trigono all'ascendente e alla 9ª.
Subì in mare molti pericoli di vita e naufragi, poiché Marte signore dell’Oroscopo, é anche
signore dell'8ª attraverso lo Scorpione Segno d'acqua, e tanto Marte che Saturno signori del Medio
Cielo sono congiunti in Pesci, Segno acqueo, e Marte si applica a Saturno: tuttavia scampò grazie a
Giove signore della 9ª e a Marte e a Saturno, in trigono all'Oroscopo al Sole.
Fu più volte prigioniero, perché Marte e Saturno, signori dell’ Oroscopo e del Medio Cielo
opprimono con la loro presenza la cuspide della 12ª, che è quella delle carceri; per lo stesso motivo
è stato finora poco fortunato nelle cose intraprese e nelle azioni e negli onori; a stento sarà più felice
in futuro; per sempre noto per le tribolazioni a causa del Sole e della Luna opposti tra 1ª e 7ª casa.
Si guardi dalla morte violenta a causa della Luna in 7ª in antiscia a Marte e Saturno.
Possono esservi nella parte Boreale della Terra geniture, che più accuratamente siano congruenti
per temperamento, costumi, ingegni e casi della fortuna? Quindi quel che un tempo scoprii e
supposi con la sola ragione, si dimostra ormai con l'esperienza più che vero; e cioè che tanto nella
parte Boreale della Terra che in quella Australe le nature dei Segni e le signorie e le nature dei
Pianeti sono i medesimi; cosa che tuttavia mi piace confermare ancora con tre motivazioni.
Prima: perché in entrambi gli emisferi il Sole è riconosciuto essere caldo e secco, in qualsivoglia
Segno si muova; la Luna fredda e umida; Saturno freddo e secco; ecc. Poiché dunque non mutuano
questo dei Segni dello Zodiaco, bisogna necessariamente concludere che questa sia la loro propria
natura, che sarebbe insensato credere cambi a causa del moto dei Pianeti nella loro orbita o
nell'eccentrico, mentre passano dalla parte Boreale del Mondo a quella Australe. Quale infatti
sarebbe la loro natura peculiare proprio all'Equatore?
Seconda: se le nature dei Segni fossero differenti nella parte Australe piuttosto che nella Boreale,
crollerebbe la natura delle triplicità. Se infatti il Sagittario presso gli Australi fosse acqueo, dunque
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anche Ariete e il Leone sarebbero acquei, contrariamente alle esperienze dei Boreali, nei
temperamenti di aria e dei nativi.
Terza: se l'Astrologo che vive nella parte Australe esaminasse le figure di parecchi nati Boreali,
troverebbe con l'esperienza che Mercurio produce in Vergine e in 1ª casa un'intelligenza più
eccellente e più adatta alla matematica, che in qualsivoglia altro Segno; a parità delle restanti cose;
e se giudicasse altrimenti si allontanerebbe dalla verità, ed osserviamo nella parte Boreale la stessa
cosa; dunque non è diversa la natura planetaria del Segno della Vergine nella parte Australe che
nella Boreale; da una parte e dall'altra e cioè mercuriale.
In verità bisogna ammonire il lettore su queste figure Australi: poiché nelle Tabulae Rudolphinae
da me abbreviate dissi incidentalmente in che modo debbano essere erette. E qui ci piace spiegare
un altro e più breve metodo, premesse le seguenti cose.
Primo: le ascensioni rette dei punti opposti distano qualsiasi luogo tra di loro 180°.
Secondo: le ascensioni oblique e le discensioni oblique dei punti del Cielo, sono calcolate nella
parte Australe della Terra attraverso le loro ascensioni rette e le differenze ascensionali, in maniera
del tutto contraria da come si osserva nella parte Boreale.
Terzo: le ascensioni oblique dei punti opposti, alla stessa latitudine di luogo, o nello stesso luogo
della Terra, differiscono tra di loro della somma della differenza ascensionale dei punti stessi e la
differenza ascensionale di questi è la stessa.
Quarto: l’ascensione obliqua e la discensione obliqua dello stesso grado eclittico o dello stesso
punto del Cielo alla stessa latitudine di luogo, differiscono del doppio della differenza ascensionale
di quel grado stesso.
Quinto: l'ascensione Boreale e la discensione Australe dello stesso grado in eguale latitudine di
luogo o in luoghi diametralmente opposti della Terra differiscono del doppio delle differenze
ascensionali di quel grado stesso.
Sesto: l'ascensione Boreale di qualsivoglia grado e la sua discensione Australe in eguale
latitudine di luogo, sono identiche, non diversamente la discensione Boreale e l'ascensione Australe.
Settimo: l'ascensione obliqua di un punto dell'eclittica nella parte Boreale e l'ascensione obliqua
del punto opposto nella parte Australe, in eguale latitudine, differiscono del semicerchio; non
diversamente la discensione Boreale e la discensione Australe.
Ottavo: come nella parte Boreale della Terra i gradi eclittici delle cuspidi o delle case orientali,
corrispondono alle proprie ascensioni oblique; e i gradi ad esso opposti alle proprie discensioni
oblique, secondo le tavole costruite da Regiomontano; debbono al contrario nella parte Australe, i
gradi delle cuspidi orientali 11, 12, 1, 2, 3 corrispondere alle loro discensioni oblique e i gradi ad
essi opposti alle loro ascensioni oblique, secondo le medesime tavole. E il motivo è che la parte del
Cielo che per noi ascende, per gli Australi discende; e il contrario; o ciò che per il Boreali è
ascensione, per gli Australi è discensione e viceversa. E le cose sopra dette nella sfera celeste sono
evidentissime.
Nono: l'ascensione retta del Sole e di una ora data trasformata in gradi di Equatore danno in
qualsiasi luogo l'ascensione retta del medio Cielo in un particolare momento.
Comprese queste cose, la maniera generale nella parte Australe del Mondo per erigere la figura
celeste sarà questa:
Primo: per un dato tempo nella parte Australe, trasformato in gradi di Equatore e ascensione retta
del luogo del Sole, preso per quel momento debitamente corretto, si calcoli l'ascensione retta del
Medio Cielo e si prenda il grado di eclittico ad essa congruente.
Secondo: se mancassero le tavole delle case, opportune per la latitudine del luogo per il quale si
deve costruire la figura, si aggiungano alla ascensione retta del Medio Cielo, 30° per ottenere
l’ascensione obliqua della casa o della cuspide dell’11ª e a questa ancora 30° per l'ascensione
obliqua della 12ª; e a questa ancora 30° per l'ascensione obliqua dell'ascendente; e si fa questo nella
costruzione della figura nella parte Boreale per le cinque case orientali 11, 12,1, 2 e 3.
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Terzo: si cerchi l'elevazione del Polo sia Boreale che Australe sopra i circoli di posizione delle
stesse singole case: e si troveranno attraverso le tavole di Regiomontano i gradi eclittici congruenti
alle stesse ascensioni delle case, come accade nella figura per la parte Boreale; infatti i gradi delle
stesse cuspidi saranno i gradi delle cuspidi o delle case orientali, o ascendenti nella parte Australe;
sebbene in questa parte le loro ascensioni oblique siano differenti dalle ascensioni oblique dei
medesimi gradi nella parte Boreale. Costruire la figura per la parte Boreale non sarà dunque nulla di
diverso che per la parte Australe. Si prenda come esempio la figura di Francesco Cortez da
costruirsi per Olindo Pernambuco, 5 ottobre del 1627 ora 18 2’ 24”, nel momento in cui li sorge il
Sole: e a questo tempo si aggiungano tre ore e 4’ per i 46° di differenza dei meridiani da Uraniborg,
il luogo più orientale delle effemeridi di Keplero; totale 21 ore 6’ 14”. Sottraendo 12 minuti dalle
quali per l'equazione del tempo secondo la nostra tavola, restano 20 ore 54’ 24” secondo il tempo
medio di Uraniborg.
La posizione del Sole in quel momento é, secondo Keplero 10° 38’ di Bilancia, la cui ascensione
retta è 189° 46’; e 18 ore 2’ 24” equivalgono a 270° e 36”: la cui somma è 100° 22’ quale
ascensione retta Medio Cielo, cui corrispondono 9° 31’ di Cancro. A questi 100° 22’ aggiungi 30°,
diventeranno 130° 22’, per l'ascensione obliqua Boreale della casa 11ª, che ha come Polo Boreale
elevato 4° 2’ e quindi il grado eclittico corrispondente a questa casa o cuspide sarà 9° 14’ del
Leone, lasciando perdere i secondi. A questi stessi 130° 22’ aggiungi 30°, diventeranno 160° 22’
per l'ascensione obliqua Boreale della 12ª casa, che secondo le tavole di computo delle case di
Regiomontano, ha come Polo Boreale elevato 6° 57’; e il grado eclittico corrispondente a questa
cuspide, sarà 9° 47’ di Vergine. E perciò nella figura per la parte Australe, il medio Cielo sarà 9°
21’ del Cancro; la casa 11ª sarà 9° 14’ del Leone, la caso 12ª sarà 9° 47’ della Vergine e così per le
altre case, 1, 2, 3: le case opposte avranno poi i gradi opposti di eclittica. E in questo modo sarà
costruita la figura Australe, attraverso le discensioni Australi delle sue cuspidi, orientali o
ascendenti nella parte Australe del Mondo.
E l'ascensione obliqua Australe di ciascuna di queste case stesse 11, 12,1, 2,3 sarà trovata così
secondo le direzioni della parte ascendente del Cielo.
Si debba dunque trovare l'ascensione obliqua Australe della 11ª casa o 9° 14’ del Leone; la loro
ascensione retta é 131° 44’ e la declinazione Boreale 18° 7’. E la differenza ascensionale al Polo 4°
2’ è 1° 18’: il cui doppio 2° 36’ aggiunto all’ascensione obliqua Boreale dell’11ª casa e cioè 130°
22’ dà l'ascensione obliqua cercata, 132° 58’, che si avrebbe anche se all’ascensione retta degli
stessi 9° 14’ del Leone, si sommasse la semplice differenza ascensionale 1°18’. Se poi la
declinazione fosse Australe, la differenza ascensionale o il suo doppio dovrebbero essere sottratti. E
bisogna fare in modo del tutto simile per le ascensioni oblique Australi delle altre case 12, 1, 2, 3.
Tutte queste cose sono manifeste dai nove punti sopra notati così come dalla sfera celeste.
Da queste cose in verità viene sufficientemente reso noto che nella figura Australe, le direzioni
dei significatori che si muovono nella parte ascendente o discendente della Terra devono esser fatte
secondo le tavole di Regiomontano o di Argoli come nella parte Boreale. E perciò nella figura di
Filippo Bandeira de Mello, dall'omicidio da lui stesso compiuto nella sera dei Baccanali del 1635, si
deduce in verità che il tempo dato fosse più avanzato di 13 minuti; posto il quale la direzione
dell'Oroscopo nel giorno dei Baccanali fu in sestile sinistro a Marte signore dell'Oroscopo, del Sole
in 1ª, e dell'8ª; nello stesso giorno il Sole fu in transito partile nella posizione di Marte radicale; la
Luna che occupava la casa 7ª radicale passò per il luogo radicale del Sole. Ma sia sufficiente quel
che abbiamo detto fin qui delle figure australi.
10
Capitolo II
Lo Zodiaco fu diviso dal Sole all'inizio del Mondo, in parti congruenti
ai singoli Pianeti per natura elementale ed influenzale al medesimo tempo.
Poiché è possibile trovare, in primo luogo, distinte nelle parti dello Zodiaco, quattro nature
contrarie; e non provengono loro del Cielo, che è oltre modo omogeneo; ma soltanto dal Sole che le
determina, com'è stato detto nel Cap. 5 del Libro 4. Quindi anche lo stesso Zodiaco sarà diviso dal
medesimo Sole nelle nature elementali di tutti Pianeti; qualsivoglia infatti dei quali è di uno dei
quattro (elementi) contrari; perciò Sole e Marte sono caldi e secchi, dunque ignei; Marte poi più
intensamente; Giove in verità poiché il calore in esso domina, accede alla natura ignea più che ad
altra; meno poi che il Sole. Ma la Luna è di natura acquea, Saturno di terra, Venere aerea; e infine
Mercurio, poiché in esso prevale il secco con un tantino di freddo, deve essere ricondotto alla natura
terra. Donde dalle parti dello Zodiaco determinate come sopra detto, si spandono su queste cose
sottostanti le nature contrarie di tutti Pianeti, quali cioè sono insite negli stessi corpi dei Pianeti,
come è stato detto del Sole in Ariete all'inizio del Mondo nel Cap. 5 del Libro 4. Le qualità degli
elementi sono insite in verità nei Pianeti anche in maniera più perfetta ed efficace, che negli stessi
elementi; appare manifesto anche dal calore del Sole, che in verità nemmeno il calore di un globo di
ferro ardente del diamentro apparente dieci volte quello del Sole, fatto girare solo ad un miglio dalla
Terra, potrebbe eguagliare.
E poiché la natura o virtù completa dei Pianeti, a causa della loro commistione e forma
sostanziale, consta di qualità elementali e influenzali; da qualsiasi Segno poi ci sia all'Oroscopo,
privo anche di Pianeti, si può osservare come produca il temperamento del nativo, il suo intelletto
ecc.; le qualità sia elementali sia influenzali proprie di ciascun Pianeta; ne consegue assolutamente
che dallo stesso Sole lo Zodiaco, all'inizio del Mondo, fu contemporaneamente diviso attraverso una
scelta nelle nature sia elementali sia influenzali nei Pianeti. E dunque entrambe le nature sono
inseparabili nei Pianeti; e così saranno inseparabili nelle parti dello Zodiaco o Segni; e
conseguentemente sono attribuiti Segni o luoghi dello Zodiaco, appropriati alla virtù sia elementale
che influenzale di ciascun Pianeta; e permette la qual cosa non solo l'omogeneità e la spiccata
mancanza di differenziazione del Cielo, determinabile a qualsiasi natura; ma può essere anche
provato con il ragionamento. Poiché lo prova infatti l'esperienza, che un Pianeta posto in
qualsivoglia luogo dello Zodiaco, emani suoi influssi su queste cose sublunari, secondo la natura del
Pianeta e del luogo stesso e del Segno; se Pianeta e Segno concordano nella natura tanto elementale
che influenzale, ne deriverà un influsso semplice, dal quale si manifesterà facilmente la natura sia
del Segno che del Pianeta; se in verità non concordano, ne deriverà un influsso misto adi nature
diverse; e tuttavia non vi è conoscenza della mistione o previa notizia della non mescolanza; dunque
o non vi sarà nessuna conoscenza dell'influsso dei Pianeti e dei Segni contrariamente all'esperienza;
o vi saranno delle parti dello Zodiaco che convengono per natura elementale o influenzale ai singoli
Pianeti, mediante le quali si possano conoscere prima gli influssi semplici dei Pianeti; dal momento
che è necessario che sempre qualsiasi Pianeta si trovi sotto qualcuno dei 12 Segni dello Zodiaco.
11
Capitolo III
Nel quale vengono rese manifeste le nature influenzali dei Segni
e stabiliti i domicili dei Pianeti.
Esposte le cose sopra dette, siccome sia tra i Segni sia tra i Pianeti, qualcuno maggiormente
qualcuno in verità in minor misura, condivide la medesima natura elementale, come si può vedere
dal Libro 12 Sez. 2 Cap. 1. E dal Libro 13 Sez. 1 Cap. 2. Dunque se venisse assegnato a ciascun
Pianeta una parte dello Zodiaco, che con quello di più si accorda secondo l'intrinseca natura
elementale; si accorderà con quello stesso anche secondo l'influenzale; dal momento che abbiamo
detto che entrambe le nature così nei Pianeti come nei Segni, sono inseparabili e che vi sono dello
Zodiaco Segni che si accordano alla virtù sia elementale che influenzale di ciascun Pianeta; perciò
quella parte dello Zodiaco sarà correttamente chiamata domicilio del Pianeta stesso; nel quale
dunque agirà semplicemente secondo la propria natura intrinseca, senza che nessuno lo contrari e
come in un altro se stesso, e perciò con forze raddoppiate. E poiché il Sole è di natura ignea, il
Segno che gli fa da domicilio sarà igneo. E poiché il Sole non è il Pianeta nel quale in massima
misura fiorisce la vigoria della natura ignea, non gli si accorderà quale casa l'Ariete, nel quale tale
natura alberga in massimo grado; e neanche il Sagittario che condivide tra tutti la medesima natura
in misura minima; poiché il Sole non è il Pianeta nel quale meno che in tutti abbia vigore la natura
ignea. E, pertanto poiché nel Sole che è comunque fiammeggiante, la natura ignea ha un vigore
soltanto mediocre, per l'abbondanza di umido, aria ed etere, di cui si nutre quella stupenda lampada
di tutto il Mondo; ed ha un vigore mediocre anche nel Leone, il Leone sarà la naturale casa del Sole.
A Marte poi, che tra tutti i Pianeti partecipa in massimo grado dell'energia del fuoco, si addice
l'Ariete; al Sagittario Giove, Pianeta di fuoco come prima detto ma in minima misura tra tutti.
E la dimora della Luna, Pianeta più di tutti acqueo, sarà il Cancro, il più acqueo dei Segni; e la
dimora di Saturno, Pianeta il più di terra di tutti, sarà il Capricorno il Segno più di terra di tutti; di
Venere la più aerea, la Bilancia, il Segno più aereo; e infine di Mercurio, che inclina alla natura di
terra solo un pochino, la dimora sarà la Vergine, ultimo per virtù tra i Segni di terra.
E queste sono le dimore che più di ogni altra si addicono ai 7 Pianeti, secondo la natura ad essi
intrinseca, sia elementale che influenzale, e perciò debbono essere definite le loro dimore primarie:
benché la maggior parte assegni a Saturno l'Acquario e a Marte lo Scorpione, quali domicili
primari, allo scopo di temperarli, cosa tuttavia cui non bisogna prestare attenzione; ma occorre ne
più né meno collocare ciascun Pianeta in un domicilio assai simile, in forza della sopra detta
determinazione.
Poiché in verità il Sole e la Luna appaiono essere di un solo sesso e condizione e perciò di
un'unica natura formale, il Sole invero maschile e diurno ed igneo e la Luna femminile, notturna ed
acquea: per questo motivo a ciascuno di loro due si addice ed è sufficiente un unico domicilio per
esercitare naturalmente tutta la virtù della propria natura; al Sole precisamente il Leone, Segno
igneo, maschile, diurno; alla Luna in verità il Cancro, Segno acqueo, femminile, notturno, contrari
tra di loro per natura quali sono gli stessi luminari.
Essendo qualsivoglia dei rimanenti Pianeti dotato di duplice sesso e condizione, e dunque di
natura duplice e contraria, secondo il Cap. 2 Sez. 2 Libro 13, ecco perché un unico domicilio non
può esser sufficiente a che eserciti naturalmente tutta la sua natura, infatti sebbene qualsiasi Segno,
in quanto parte del Cielo, osservato dal punto di vista della materia, contenga in modo eccellente
tutte le nature contrarie; tuttavia osservato dal punto di vista formale, in quanto Segno, appare
essere di una sola delle nature contrarie; di quella evidentemente cui è stato assegnato dal Sole
all’inizio del Mondo. Come dunque ai luminari, a causa della loro natura univoca compete un unico
domicilio nello Zodiaco; così ai Pianeti rimanenti, per via della loro duplice natura, sarà da
concedere un duplice domicilio; l’uno e l'altro in verità concordante con le nature contrarie di
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ciascun Pianeta, secondo il grado d'intensità di ciascuna, quanto grande avrà potuto essere, come già
è stato osservato nella distribuzione dei domicili principali, per la motivazione lì esposta.
E per questo motivo, poiché Giove è dotato di nature contrarie, ignea in verità formalmente e al
tempo stesso in alto grado, e per conseguenza acquea con la stessa intensità; è poi tra i Pianeti il
meno igneo e gli toccò per questo, quale domicilio principale, il Sagittario, il meno igneo tra i
Segni; gli si adatteranno bene anche i Pesci, il meno acqueo dei Segni, quale domicilio meno
primario; nel quale solo potrà agire più efficacemente per via della propria natura spiccatamente
acquea; secondo il proprio sesso marcatamente femminile e la propria condizione notturna. E così a
Mercurio, il meno di terra formalmente, tra i pianeti, convengono i Gemelli, il meno aereo dei
Segni, quale domicilio meno principale. E a Saturno di gran lunga il più di terra formalmente,
converrebbe la Bilancia quale domicilio meno principale, poiché è il Segno di gran lunga più aereo;
ma poiché si addice a Venere, che formalmente è la più aerea quale domicilio principale; per questo
motivo l'Acquario che segue la Bilancia, o è posto nel suo trigono sinistro, e perciò secondo in virtù
nella triplicità aerea, sarà il domicilio secondario o meno principale di Saturno stesso. Per lo stesso
motivo a Marte che il più igneo, converrebbe il Cancro quale domicilio meno principale, ma poiché
è il domicilio principale della Luna; per questo motivo lo Scorpione che segue il Cancro sarà il
domicilio secondario di Marte. Infine a Venere che è massimamente aerea, converrebbe il
Capricorno quale domicilio meno principale, ma poiché è il domicilio principale di Saturno, per
questo motivo il Toro, che è succedente al Capricorno, sarà il domicilio secondario di Venere.
Bisogna tuttavia notare, che ogni Pianeta nel proprio domicilio principale agisce più
efficacemente sia dal punto di vista elementale che influenzale, se entrambi concordano per sesso.
Altrimenti agisce più efficacemente dal domicilio meno principale, ma dello stesso sesso: così
Saturno raffredda più fortemente dal Capricorno, ma influisce fortemente anche dall’Acquario; così
Venere umidifica più fortemente dalla Bilancia, ma più fortemente influisce dal Toro; e Marte poi
effonde con molta energia le proprie forze elementali e di influenzali dall'Ariete, e la ratio nei
rimanenti è la medesima.
Poi bisogna notare che l'attribuzione dei Segni alla natura planetaria non è dipesa dalla
collocazione in essi dei loro signori: sia perché il Sole all'inizio del Mondo non si trovava nel Leone
ma in Ariete; sia perché a ciascuno tra Saturno, Giove, Marte, Venere, Mercurio furono destinati
due domicili, nei quali non potevano essere contemporaneamente. L'attribuzione quindi è stata fatta
congruentemente né più né meno che dal Sole, quale re e corago di tutti Pianeti, nel modo finora
esposto.
Così pertanto e secondo queste cause, non fittizie ma naturali e che poggiano su basi ed
esperienza, i 12 Segni dello Zodiaco sono stati assegnati ai sette Pianeti secondo la natura di
ciascuno. Onde appare evidente che la divisione dello Zodiaco in nature, tanto elementali che
planetarie, ci sia stata tramandata dagli Antichi soltanto cabalisticamente e senza ragioni legittime;
non è un prodotto dell'intelletto umano; sia perché non vi è notizia tra i primi scrittori di Astrologia
della sua invenzione o del suo autore; sia perché la vita di nessuno dei primi uomini avrebbe potuto
esser sufficiente a scoprire con le esperienze e a stabilire quelle cose; e che operassero
concordemente gli intelletti di molteplici uomini ad un prodotto di così lunga durata e difficoltà,
sarebbe alieno dalla loro natura e dai loro usi. Bisogna cosicché dire che quella divisione, non
diversamente dalla divisione dei domicili della figura celeste, ha avuto origine da quella scienza
universale, che Dio ottimo e massimo infuse in Adamo all'inizio del Mondo, avendo imposto
attraverso la quale a tutte le cose nomi veri ed essenziali (come attesta la Sacra Scrittura) occorre
dire che essa era vastissima ed acutissima, in Cielo ed in Terra.
E’ lecito in verità, in base alle cose sopra dette, definire così il domicilio del Pianeta, vale a dire
che il Segno dello Zodiaco sia nell’assegnazione in massimo grado affine o conforme al Pianeta
stesso per natura elementale o influenzale o per entrambe.
Del resto perciò il Cielo fu diviso in parti di diverse forze planetarie: sia per colmare il vuoto
della virtù planetarie, mancanti sulla terra, sia perché gli accadimenti propri di ciascuno spazio o
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casa della figura celeste, dipendono da quel certo Pianeta, dal quale sono messi in moto o spinti e
della cui natura sono riconosciuti essere; né derivano da qualsivoglia promiscuamente, e per questo
motivo occorre derivino soltanto da quello che è assegnato agli accadimenti di quello spazio, come
viene mostrato più sotto a suo luogo. Un Pianeta poi può agire o per corpo o per dominio o per
aspetto: per la qual cosa, poiché spesso accade che uno spazio e una casa della figura venga privato
di valore dal corpo o dall'efficace aspetto di un Pianeta, si rese necessario che quella parte del Cielo
che occupa lo spazio, pur essendo di per sé essenzialmente indifferente, forse assegnata alla natura
di un qualche Pianeta: affinché si producano cioè gli accadimenti riguardanti la natura dello spazio
stesso; anzi gli accadimenti che siano propri essere della natura fissata di qualsivoglia Pianeta.
Laonde in verità riscuote grandissima lode la sapienza di Dio, che volle ovviare all'aggregazione o
all'assenza dei Pianeti, che vagano con moti propri di continuo a Nord e a Sud e trascinati dal moto
diurno; affinché essendo i Pianeti, rettori primi del Mondo, ammucchiati in un sol luogo del Cielo
(come nella mia genitura), non si estendessero troppo i luoghi della Terra privi del loro aspetto o
quelli loro sottoposti verticalmente; questi in verità per eccesso, quelli per difetto dell’influsso dei
Pianeti; ma in modo che a questi si portasse soccorso e quelli fossero temperati, attraverso una
disposizione nel Cielo della virtù dei Pianeti, che sarebbe stata viceversa troppo insopportabile, se
costretta in un unico luogo del Cielo.
Inoltre questa antichissima divisione concorda mirabilmente col sistema di Tycho, in cui Sole e
Luna sono supposti girare attorno alla sola Terra, liberi l'uno dall'altra e dagli altri Pianeti. E
Saturno, Giove, Marte, Venere e Mercurio in primo luogo ruotano attorno al Sole al quale sono
legati, e che guardano come loro corago; in secondo luogo attorno alla Luna e alla Terra. Così
infatti i domicili del Sole e della Luna, in verità il Leone e il Cancro sono come i centri dei domicili
dei restanti cinque Pianeti, i cui domicili circondano da ogni dove i domicili dei luminari, nello
stesso ordine in cui in quello stesso sistema i loro corpi circondano il corpo del Sole. E cioè
entrambi i domicili di Mercurio circondano da vicino i domicili del Sole della Luna; poi entrambi i
domicili di Venere; poi entrambi i domicili di Marte, poi entrambi quelli di Giove, così che
entrambi i domicili di Saturno distino massimamente da Leone e Cancro; come appare evidente
nello schema posto sotto: donde esce confermata la verità del sistema di Tycho, e si deduce, che in
verità il sistema del Mondo apparve chiaro prima agli Astrologi mediante ragionamento, che agli
stessi Astronomi mediante l'osservazione.
Inoltre anche ciò è degno di nota, che entrambi i domicili di Mercurio sono in aspetto di
dodectile con i domicili del Sole della Luna; entrambi i domicili di Venere in sestile; entrambi i
domicili di Marte in quadrato; entrambi i domicili di Giove in trigono; e entrambi i domicili di
Saturno in opposizione: infine i singoli Pianeti dalle loro case maschili guardano con raggio
assonante il domicilio del Sole e dai loro domicili femminili, anche con raggio assonante la casa
della Luna, eccetto Saturno, che dai suoi domicili si oppone alle case dei luminari.
E al contrario in verità i domicili maschili dei Pianeti sono in aspetto dissonante al domicilio
della Luna e i femminili in aspetto dissonante ai domicili del Sole; cosa che certo si addice anche in
sommo grado alla dignità dei luminari; e poi al sesso e alla natura di tutti Pianeti.
Ma forse qualcuno potrebbe domandare, perché, posta la divisione dei Segni in nature elementali
secondo il Cap. 5 Libro 14, il domicilio del Sole non sia l'Ariete e quello della Luna i Pesci: poiché
l'Ariete al Sole e i Pesci alla Luna si addicono in natura elementale; il Sole era stato posto in Ariete
all'inizio del Mondo e i restanti Pianeti potrebbero avere i propri domicili della medesima natura
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elementale e disposti nello stesso modo come sopra attorno a Leone e Cancro, come appare dallo
schema seguente:
Possono essere addotte due motivazioni. La prima, poiché, da quello che abbiamo detto prima i
domicili dei Pianeti vengono fissati seguendo la massima connaturalità di Segni e Pianeta; che non
sussistere fra Sole e Ariete, bensì tra Marte e Ariete, ai quali compete l’ardore più alto della natura
ignea: e non sussiste nemmeno tra la natura massimamente acquea della Luna e il Segno dei Pesci,
fiacco tra gli acquei: né tra gli altri Pianeti e gli altri Segni. La seconda, perché potesse essere
eguale il dominio dei Pianeti nella parte Boreale ed Australe del Mondo; se invece il Sole reggesse
la parte Boreale, la Luna quella Australe, anche qualsivoglia tra gli altri, Saturno, Giove, Marte,
Venere, Mercurio avrebbe il dominio ora nella parte Boreale, ora nella parte Australe; ma era futura
una grandissima differenza e disparità tra le due; e l'Australe inferiore ed obbediente alla Boreale;
quello dunque non era conforme alla decisione di Dio sapientissimo riguardo alla felicità e dalla
preminenza della parte Boreale della Terra.
Potresti obiettare: la luce (questo secondo noi è il Sole) fu creata il primo giorno; i restanti
Pianeti poi furono fatti soltanto il quarto giorno: dunque il Sole non determinò dall'inizio della sua
creazione i dodecatemori secondo la natura dei Pianeti, che ancora non esistevano.
Rispondo: che se la luce creata nel primo giorno fu globo o congerie di tutti Pianeti, che non si
erano ancora separati tra di loro, come ad esempio similmente dicemmo del Globo terrestre nel
Libro 2 Cap. 8; non appare alcuna difficoltà a che il Sole, che era superiore a quel Globo per virtù e
grandezza [dal momento che il Sole, nell'ipotesi di Lansberge nella sua Uranometria. è almeno sette
volte maggiore di tutti restanti Pianeti insieme, dei quali era il futuro re] abbia destinato dal primo
giorno della creazione i Segni alle nature dei 7 Pianeti principali.
Capitolo IV
Degli esili dei Pianeti
I Segni opposti ai domicili dei Pianeti sono stati chiamati dagli antichi i loro esili, ed anche
detrimenti. E quindi poiché il Segno dell'Acquario si oppone al Leone, che è il domicilio del Sole, si
dice che l'Acquario è l'esilio del Sole. Similmente poiché Cancro e Leone si oppongono ai Segni
Capricorno ed Acquario, che sono domicili di Saturno, Cancro e Leone saranno esilio o detrimento
di Saturno e così dei rimanenti. Così poi mi sembra correttamente debbano esser chiamati per tre
motivi.
Il primo, perché come tra agli uomini il luogo dell'esilio dista da quello della nascita o in cui si
abita; così l'esilio del Pianeta vista di tutto il diametro del Cielo da un qualche suo domicilio, che
sopra abbiamo detto essere connaturale al Pianeta stesso. Il secondo, poiché il Pianeta in esilio si
muove in un Segno in parte contrario alla sua natura; e nel domicilio di un Pianeta nemico per
elemento ed influenza; il che è chiaro per il Sole in Acquario, domicilio di Saturno o per Saturno il
Leone domicilio del Sole, e così per i rimanenti. Il terzo poiché il Pianeta in esilio affligge con
raggio opposto e malefico il proprio domicilio. Per questi motivi dunque si dice che un Pianeta
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esule o si intorpidisca nella virtù o assuma una certa malvagità: non perché cambi in sé, ma perché
l’influsso che gli è proprio nei nostri confronti si corrompe, come verrà spiegato sul luogo.
Donde non senza motivo si dice che il Pianeta stesso si trovi nel suo esilio o detrimento, in esilio
in verità rispetto sé stesso, in detrimento poi nei nostri confronti.
Tavola nella quale vengono esposti i domicili, gli esili, i nemici
e inoltre i Segni opposti dei singolo Pianeti.
Il Leone è il domicilio del Sole, l'Acquario il suo esilio; e Saturno il suo nemico; l'Acquario e il
Leone poi sono Segni opposti e nelle restanti colonne la ratio è la stessa. Viceversa poi l'Acquario è
il domicilio di Saturno, il Leone il suo esilio, e il Sole è il suo nemico.
Capitolo V
Delle esaltazioni e delle cadute dei Pianeti
Trattano di queste cose Tolomeo nel Libro I del Quadripartito e Cardano nel commento. Ma ne
adducono cause e motivazioni egualmente vane, che quelle che esposero per i domicili; dalle quali
segue poi che diverse sono le esaltazioni dei Pianeti nella parte Australe rispetto alla Boreale, il che
fu asserito anche da Campanella e ne degenerano molte altre assurdità, che offrirono a Pico della
Mirandola e ad altri un motivo giusto ed opportuno per schernire gli Astrologi. Spiegare e
respingere ogni singola argomentazione di costoro, sarebbe una pura perdita di tempo, che non va
consumato in cose vane, poiché soprattutto potrebbero essere distrutte sufficientemente da
argomentazioni consimili a quelle che abbiamo esposto nel Cap.1 a favore dell'immutabilità dei
domicili. Cosicché poiché l'esperienza conferma le esaltazioni non meno che i domicili dei Pianeti,
ci basta qui ricercare solamente la base e le cause più vere e portare la nostra opinione su di esse.
Dico dunque che i Segni cardinali non sono detti a caso mobili ed anche cardinali; poiché i
cambiamenti si verificano di frequente provenendo da loro; e senza dubbio quelli che sono più
grandi degli altri. E il motivo è che quei Segni sono le fonti delle qualità prime in Cielo, come
abbiamo detto nel Libro 14. E dunque sono adatti ed inclini a i cambiamenti, senza dubbio ai
cambiamenti maggiori, più dei rimanenti; in sommo grado i Segni equinoziali, i più importanti tra i
cardinali, come è stato dimostrato nel medesimo Libro 17. E’ stato notato poi mediante le
osservazioni Astrologiche, che le virtù dei Pianeti, nei quattro Segni cardinali, e inoltre in quelli che
sono contigui ai più importanti dei cardinali, si esaltano o portano aiuto a tal punto, da dar luogo a
grandi effetti d'improvviso, e quasi con violenza, al di là delle proprie forze; cosa che a quegli stessi
Pianeti non accade neanche quando fanno ingresso nei propri domicili o li attraversano. Laonde
dunque i Segni sopraddetti sono stati detti dagli Antichi esaltazione dei Pianeti; non poi perché
(come Pico ciancia, secondo Plinio, In Astrologiam Libro 6 Cap. 14) gli apogei dei Pianeti un
tempo sarebbero stati in quei Segni, nei quali essi sono detti esaltarsi; dal momento che l'apogeo di
Marte non fu mai in Capricorno, né l’apogeo di Venere in Pesci; come costa dalle Tabulae
Rudolphinae.
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D'altra parte non sarebbe affatto indifferente che qualsiasivoglia Pianeta sia esaltato in uno
qualsiasi dei Segni, ma come tutte le restanti cose sono state fatte razionalmente, così anche a
qualsiasi Pianeta è stato destinato razionalmente un suo Segno nel quale esaltarsi; non in verità
secondo l'affinità di natura; l’igneo Giove infatti è esaltato in Cancro, Segno d'acqua e Saturno, di
terra è esaltato in Bilancia, Segno aereo; né per amicizia o per inimicizia con i signori dei Segni di
esaltazione; Saturno infatti è esaltato nel domicilio della nemica Venere; Venere invece nel
domicilio dell'amico Giove. Né per somiglianza di condizione o di sesso; Giove infatti secondo il
Libro 13 di Sez. 2 Cap. 1 e 2 è mascolino e diurno, sebbene tuttavia sia esaltato nel Cancro, Segno
femminile e notturno; il solo Mercurio fa eccezione, che si trova ad essere esaltato in Vergine, che è
il suo domicilio; ma a tutti Pianeti sono state destinate delle esaltazioni dello Zodiaco, in base al
rapporto della virtù loro con quella dei Segni, nei quali ciascuno si dice sia esaltato. Cosicchè a quel
Pianeta, che ha di per sé maggiore virtù, è dovuto di diritto il luogo più efficace dello Zodiaco, in
modo che grazie al congruo rapporto di Pianeta e luogo, il Pianeta stesso possa operare più
efficacemente; onde si dice che il Pianeta in tal luogo si esalti nelle forze; e tale scopo viene
chiamato con giusta ragione esaltazione delle virtù del Pianeta. Allo stesso modo una piccola
ballista, con un grande proiettile da lanciare, non può produrre un'effetto corrispondente a sé o al
proiettile; e neanche una grande ballista con un piccolo proiettile; ma per un' effetto proporzionato
alla ballista ed al proiettile, occorre che entrambi siano proporzionati: così i Pianeti, da luoghi dello
Zodiaco proporzionati per grado di virtù, producono effetti insigni: quelli in verità tra di loro che
non sono affini o proporzionati né per virtù né per grado di virtù agiscono o contro la propria natura
o in qualche modo debolmente.
Lo si deduce in verità dalle cose sopra dette; poiché questa dignità dei Pianeti non deriva loro
dalla somiglianza di natura, sembra sia stata detta impropriamente dagli Astrologi essenziale.
Poiché pertanto i Pianeti dello Zodiaco, come rafforzano i domicili per la somiglianza di natura,
così rafforzano le esaltazioni per il rapporto di virtù; perciò al Sole che supera tutti Pianeti per virtù
spetta l’Ariete quale esaltazione, il più eccellente ed il più efficace dei Segni: ai tre Pianeti superiori
spettano i restanti Segni cardinali: dunque a Saturno, il più alto e potente tra di loro la Bilancia, a
Giove il Cancro; a Marte il Capricorno, inferiore per virtù al Cancro, come altrove è stato
dimostrato. E ai tre inferiori si addicono quei Segni che sono adiacenti agli equinoziali, e quindi a
Venere i Pesci; a Mercurio la Vergine; alla Luna il Toro, che è adiacente all'Ariete, e medio tra i
Segni cardinali Boreali, di uno dei quali e cioè il Cancro, la Luna stessa è signora: donde questa
collocazione appare adattissima, quanto a rapporto di virtù, al più basso e più vicino a noi dei
Pianeti. Come infatti la Luna è più potente di Venere e Mercurio, così il Toro prevale su Vergine e
Pesci quanto alla virtù della posizione; in base a ciò in verità è da rigettare l'opinione del Cardano,
Lib. de judiciis Geniturarum, Cap. 27, dove vuole che Mercurio si esalti in Gemelli. E queste cose
siano sufficienti per quanto riguarda le esaltazioni dei Pianeti, che è manifesto siano quei Segni
dello Zodiaco, proporzionati ai Pianeti nella virtus agendi; e convenienti a ciascuno di loro per i
motivi sopra detti.
La caduta in verità o abbattimento di ciascun Pianeta è il Segno opposto per diametro a quello
della sua esaltazione. Ogni opposizione nelle cose celesti sia dei Segni che dei Pianeti, è in primo
luogo e di per sé stessa causa di contrarietà nei confronti della Terra e porta sempre con sé qualche
cosa malevola: e questo accade non solo a cagione della natura, che negli opposti è sempre
contraria, ma principalmente a cagione del modo d’agire, che avviene lungo la medesima linea; le
cui estremità finché si pongono quali agenti sul punto intermedio, ciascuna tenta di reprimere
l'azione del suo opposto, con forze non disperse o rivolte verso un altro punto, ma unite sulla
medesima linea e scagliate attraverso di essa; della quale battaglia si crea commistione quasi
violenta tra le forze di entrambi. A causa pertanto di questa contrarietà dell'opposizione, partecipe
di malignità, è ragionevole che i Pianeti in Segni opposti si trovino in condizione contraria. E
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dunque se un qualche Segno è domicilio o esaltazione di un Pianeta, il suo esilio o caduta avviene
nel Segno opposto, nel quale agirà fiaccamente ed al di sotto delle proprie forze.
Tavola delle esaltazioni e delle cadute dei Pianeti.
La Bilancia è l’esaltazione di Saturno e l’Ariete la sua caduta o abbattimento; viceversa l'Ariete è
l'esaltazione del Sole e la Bilancia il suo abbattimento. Così per le altre colonne. Inoltre dai domicili
e dalle esaltazioni dei Pianeti sopra posti appare molto più chiaramente l'eccellenza, la dignità ed il
vigore della parte Boreale del Mondo sopra quella Australe, che abbiamo già dimostrato secondo la
natura dei Segni nel Libro 14, Sez. 1, cap. 5 e 9. Infatti le esaltazioni e i domicili del Sole e della
Luna sono nella parte Boreale del Mondo assieme ai domicili ed alle esaltazioni di Mercurio. E
perciò anche se il Sole e la Luna e Mercurio si muovono nella parte Australe del Mondo, ha sempre
tuttavia vigore la loro virtù ed influenza nella parte Boreale. Aggiungi a queste cose che il primo
movimento dei luminari fu verso la parte Boreale, essendo posto in verità il Sole nel Ariete all'inizio
del Mondo e la Luna nel Toro, in modo che governasse la notte, crescendo piuttosto che
decrescendo. E dunque non bisogna meravigliarsi per nulla se le principali monarchie, tutte le
scienze e religioni abbiano avuto origine nella parte Boreale della Terra; nella quale volle nascere
anche Cristo, e trasmettere la legge spirituale e veramente divina, per acquistarsi il Regno dei Cieli,
che fosse da promulgare in tutto il Mondo; nella parte Australe poi predominano per domicilio ed
esaltazione Saturno, Marte e Venere, Mercurio è in esilio e in caduta, per la qual cosa gli abitanti
della terra Australe rimasero empi, idolatri, libidinosi, selvaggi e privi delle scienze; e se Giove con
la Sua signoria in questa parte, non ne avesse smussato alla malevolenza, la vita degli Australi
sarebbe stata bestiale piuttosto che umana, in particolare per la mancanza delle scienze e della vera
conoscenza di Dio: e almeno queste cose siano dette, in quanto gli astri inclinano alcuni degli
uomini alle scienze più alte e poi alla conoscenza dal culto di Dio, che è oltre modo conoscibile
dalle sue creature attraverso la luce della natura: altri in verità non li inclinano per nulla e ne
consegue che questi rimangano atei ed empi. E dunque la parte Australe della terra abbondò
grandemente di oro, argento e di altre ricchezze, come appare chiaro dalle miniere del regno
peruviano: a causa del dominio, nella parte Australe del Cielo, di Saturno e Giove, che sono ritenuti
tra tutti Pianeti presiedere massimamente le ricchezze; che anche Venere aiuta grandemente per le
gemme, per le perle e per gli aromi, a causa del domicilio in Bilancia, Segno equinoziale, assieme
con l'esaltazione di Saturno e inoltre per l'esaltazione in Pesci, che è anche domicilio di Giove.
In base a queste considerazioni vengono scelti in primo luogo i quattro punti cardinali, o Segni
mobili destinati in particolar modo alle azioni e cambiamenti, infatti gli equinoziali convengono per
quanto riguarda la signoria a Marte e Venere, per quanto riguarda l'esaltazione al Sole e a Saturno; i
solstiziali in verità alla Luna e a Saturno quanto alla signoria, ma a Giove e a Marte per
l'esaltazione. E perciò l'Ariete conviene al Sole e a Marte, il Cancro in verità alla Luna e a Giove, il
che si addice massimamente alle popolazioni Boreali; ma la Bilancia conviene a Venere e a
Saturno, il Capricorno in verità a Saturno e Marte, il che concorda mirabilmente con le popolazioni
Australi; e per conseguenza i Boreali sono influenzati oltremodo da Sole, Luna, Giove e Marte; gli
Australi invece da Venere, Saturno e Marte, il che è veramente degno di nota, in quanto è consono
agli effetti.
18
Capitolo VI
Delle Triplicità dei Pianeti o dei Trigoni e dei Trigonocratori,
secondo le opinioni degli antichi.
Nulla nell'intera Astrologia ha impressionato tanto la mia mente quanto il fatto che la maggior parte
degli antichi Astrologi e soprattutto gli Arabi trassero giudizi su tutti gli effetti sublunari soprattutto
dai Trigoni e dei loro signori, e non invece dalle esaltazioni e dai loro signori, sebbene tuttavia
Arabi, Greci e Latini dissentano oltre modo tra di loro sugli stessi signori dei Trigoni; cosa per la
quale offrirono un appiglio non piccolo ai nemici dell'Astrologia per attacchi e derisione.
Invero, affinché la dottrina mostri più chiaramente queste cose, occorre ricollegarsi al Cap. 5
Sez. 1 del Libro 14. Vi sono quattro Triplicità dei Segni dello Zodiaco, invero l’ignea composta da
Ariete, Leone, Sagittario; quella di terra da Toro, Vergine e Capricorno; l’aerea da Gemelli,
Bilancia e Acquario; l’acquea da Cancro, Scorpione e Pesci. E su questo tutti gli Astrologi sono
d'accordo; e sono i Segni dello stesso trigono, dello stesso temperamento e della stessa natura tra di
loro; contrariamente a quel che dice Cardano nel commento al Cap. 16 del Libro I del
Quadripartito, come da noi dimostrato nel Libro 14, Sez. 1, Cap. 5.
Per quanto attiene in verità ai signori dei Trigoni, Tolomeo nel Libro I del Quadripartito, Cap.
16, pone il Sole a capo del Trigono di fuoco di giorno e Giove di notte; a quello d'acqua Marte sia
di giorno che di notte, cui associa tuttavia la Luna di giorno e Venere di notte; a quello d'aria
Saturno di giorno e Mercurio di notte; e infine a quello di terra Venere di giorno e la Luna di notte;
vuole poi Cardano nel commento che Tolomeo in questa distribuzione abbia tenuto conto del sesso
e della condizione dei Segni e dei Pianeti.
In verità essa soffre di molti difetti. Primo, perché pone a capo del Trigono d'acqua tre signori, ai
rimanenti solo due. Secondo, perché nel Trigono acqueo esclude dal dominio principale la Luna,
sebbene conforme per sesso e condizione, e nello stesso Trigono potentissima per domicilio, in
quanto signora del Segno cardinale; ammette in verità Marte, in caduta in Cancro e contrario per
sesso, secondo lo stesso Tolomeo; ed anche per condizione, poiché è assurdo il motivo per cui lo
stabilì notturno per condizione, come dice il Cap. 2 Sez. 3 Libro 13. Terzo, perché nel Trigono di
fuoco scaccia Marte, che è più potente degli altri nel suo stesso domicilio (in quanto è quello che
signoreggia un Segno equinoziale), simile per sesso e condizione, e inoltre rispetto agli altri quello
con la natura ignea più forte; e tuttavia vuole che lo stesso Trigono riceva una commistione dal
libeccio, a causa del domicilio di Marte che eccita i venti d'Africa (di libeccio) o occidentali, cosa in
cui contraddice se stesso. Quarto in quanto vuole che quel trigono sia Boreale, a causa del Segno
Australe del Sagittario, sul quale domina Giove; benché la signoria di Giove in quel Trigono sia
minore della signoria del Sole o di Marte; al Sole infatti in quel trigono sono stati assegnati
domicilio ed esaltazione, a Marte poi il domicilio in Segno cardinale e primario. Si evince pertanto
dalle cose sopraddette che quella distribuzione non è coerente e non è naturale, bensì artificiosa in
quanto poggia su una falsa base di condizione e di sesso, come si evince da Marte.
Gli Arabi invece con Giulio Firmico, Giovanni da Siviglia e gli altri della medesima scuola,
pongono in qualsiasi Trigono tre signori. In verità nel Trigono di fuoco il Sole di giorno, Giove di
notte e Saturno partecipe sia di giorno che di notte, il che è più che assurdo, in quanto Saturno è
contrario al Trigono stesso per natura ed in esso è sommamente infortunato. Nel Trigono d'acqua
Venere di giorno, Marte di notte e la Luna sempre: il principio Arabo è anche lì la somiglianza di
sesso e condizione, come sopra; e perciò in Marte seguono l'errore di Tolomeo, o questi il loro. Nel
Trigono d'aria Saturno di giorno, Mercurio di notte e Giove sempre; il che è di nuovo più che
assurdo, in quanto a Giove in questo Trigono non sono stati destinati né il domicilio né
l'esaltazione, ma al contrario l'esilio. Infine in quello di terra Venere di giorno, Luna di notte e
Marte sempre, a causa dell’opinione errata sulla sua condizione, con esclusione di Mercurio di
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natura comune per sesso e condizione (come vogliono), che in questo Trigono è il più forte di tutti.
Cardano poi in maniera più assurda di tutti, prepone cinque signori nel Liber de judiciis
geniturarum Cap. 27 e cioè Venere e Mercurio di giorno, la Luna e Marte di notte e Saturno tanto di
giorno che di notte. E Schöner, celebre Astrologo, non dissente per nulla dagli Arabi nei Trigoni
almeno di fuoco e di terra; in quello di fuoco infatti prepone Marte di giorno e di notte, insomma
sempre.
E nel Trigono di terra prepone la Luna di giorno, Venere di notte e Saturno sempre. Mentre
Tolomeo stabilisce siano i Trigonocratori quei Pianeti, che hanno la signoria dei Segni fissi dei
Trigoni; perché secondo Cardano nel commento, questi Segni sono puri, sinceri e molto forti;
Schöner sceglie quelli che nei Trigoni stessi si esaltano, a causa dei cambiamenti subitanei per le
esaltazioni; gli Arabi in verità non conservano qui alcun ordine; dacché appare quanto grande
confusione vi sia stata fin qui tra gli Astrologi circa questi signori dei trigoni, che faccio seguire più
sotto, con i loro autori, per una più facile comprensione.
Capitolo VII
Dei Trigoni e dei Trigonocratori
secondo la nostra opinione.
Prima che stabiliamo alcunché su questo argomento, con cui vengano rimossi gli errori introdotti
circa questi signori dei Trigoni, sembra sia necessario premettere qui, secondo il procedimento e
l'osservazione degli Astrologi, che se in qualche Segno dello Zodiaco accade una grande
congiunzione o un’Eclissi di Sole, il giudizio su entrambe verrà tratto principalmente dalla natura e
dallo stato del Pianeta che domina il luogo dell’Eclissi o della congiunzione; allo stesso modo, se in
qualche genitura l'Ariete è all'Oroscopo o al medio Cielo, degli avvenimenti che si riferiscono
all'Oroscopo o al medio Cielo, si giudicherà dalla natura e dallo stato di Marte, signore dell’ Ariete;
non certamente dalla natura dalla condizione di un Pianeta, che in quel luogo non ha alcuna
signoria; e molto meno dalla natura e dalla condizione del Pianeta cui, in quegli stessi luoghi, è
stato destinato l’esilio. Ed in questo procedimento vi è una ratio, perché come altrove viene esposto
più diffusamente, i Segni e i loro signori sono determinanti per gli argomenti delle case in cui sono
e cui presiedono; gli effetti dei Segni mutano a seconda della condizione diversa dei loro signori; ai
quali bisogna perciò fare particolare attenzione e non a qualsivoglia Pianeta, senza distinzione: ad
esempio a Saturno per gli effetti dell’Ariete, del Leone o del Sagittario secondo gli Arabi;
diversamente non vi sarebbe alcuna base e poi alcuna certezza per l’Astrologia; cosa che ripugna
alla verità del procedimento stesso.
Nondimeno poiché non solo i Segni di uno stesso Trigono concordano tra di loro per natura,
come abbiamo detto sopra confutando Cardano; ma anche i Pianeti, signori dei Segni stessi, si
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accordano tra di loro o per la natura principale o per quella predominante, che cioè è presente in essi
sia dal punto di vista elementale che influenzale; o in quella meno principale, che è presente in essi
almeno dal punto di vista influenzale; perciò a causa di quell'accordo, qualsiasi cosa accade in
qualche Segno o proviene da qualche Segno, attiene in qualche modo a tutto il Trigono del Segno
stesso e ai Pianeti signori dei Segni stessi; onde accade che tanto questi quanto quelli siano spinti
insieme ad agire e ad influenzare. Né qualcuno appunto si meravigli di ciò, se in verità sembra
molto più mirabile, che nella cetra stessa, o anche in strumenti musicali diversi, una qualsiasi corda
toccata muova col suo movimento una corda non toccata, ma muova anche un’unisona, non muova
invece una che unisona non è; e il motivo di questo effetto va riferito alla sola identità della natura
del suono: come dottamente prova il Reverendo Padre Marin Mersenne nelle sue Harmonicae Libro
4 Prop. 27.
Perché poi i Pianeti che dominano i Segni del medesimo Trigono concordino tra di loro per la
natura precipua o meno precipua, lo si dimostra l'un dopo l'altro così. E infatti i Segni di fuoco
Ariete, Leone e Sagittario sono dominati da Marte, Sole e Giove: tra i quali il Sole è totalmente di
natura ignea; Marte e Giove sono principalmente della stessa natura, come più sopra è stato
dimostrato nel Cap. 3; e per questo concordano con la natura di fuoco. Ai Segni d'acqua Cancro,
Scorpione e Pesci sono preposti Luna, Marte e Giove, poiché la Luna è completamente di natura
acquea, Marte e Giove sono della medesima natura in maniera meno precipua, secondo il medesimo
Cap. 3. I Segni aerei Bilancia, Acquario e Gemelli sono dominati da Venere, Saturno e Mercurio,
che sono tutti di natura aerea, Venere in verità principalmente, Saturno in Mercurio poi meno
principalmente. Infine i Segni di terra Capricorno. Toro e Vergine sono governati da Saturno,
Venere e Mercurio, della medesima natura di terra: Saturno e Mercurio principalmente, e Venere
meno principalmente, secondo il medesimo Cap. 3, in modo che dunque venga riscontrato l'accordo
più grande dei Segni dello Zodiaco che formano i Trigoni e dei loro signori, e non sia solo fittizio
bensì naturale, in modo che la cosa stessa non possa né debba essere diversamente concepita, a
meno che non vi si introducano confusione e falsità da ogni dove.
E qui incidentalmente dobbiamo notare che Giove e Marte sono così formalmente assegnati alla
natura ignea ed acquea, da non essere assegnati a quella d'aria o di terra per nessun motivo formale
o intrinseco. E al contrario in verità Saturno, Venere e Mercurio sono così formalmente assegnati
alla natura aerea e di terra, da non essere assegnati a quella ignea o acquea per nessuna ragione
formale: onde appare chiaro quali Pianeti nei singoli Trigoni abbiano maggior potere e debbano
essere principalmente osservati e quanto assurdamente sia stato preposto dagli Arabi Saturno al
Trigono igneo, Venere a quello acqueo, Giove a quello aereo e la Luna quello di terra.
Premesse e comprese queste cose, dico ormai di preporre a ciascun Trigono tre signori o
Trigonocratori e cioè quei Pianeti che sono i signori dei singoli Segni del Trigono e quindi che i
signori o Trigonocratori del Trigono igneo siano Marte, il Sole e Giove; di quello acqueo la Luna,
Marte e Giove; di quello aereo Venere, Saturno e Mercurio, e di quello di terra Saturno, Venere e
Mercurio, e i motivi, che non sono qui da ripetere in modo superfluo, in quanto sono stati da noi
spiegati a sufficienza, appaiono chiari dalle cose dette sopra. Pertanto tutta la difficoltà consiste
nello stabilire quale dei Pianeti bisogna preferire, in un qualsivoglia Trigono, essendo gli altri pari,
ad un altro per la signoria: ovvero chi sarà il primo signore, chi il secondo e chi il terzo; e di questi
gli Arabi si occupano in così grande misura; o chi presiede il giorno, chi la notte e chi entrambi i
tempi, ma con minore importanza, secondo Tolomeo ed altri.
Questa scelta del dominio poi, può esser circoscritta mediante una triplice ratio costante a se
stessa. Primo, che presieda di giorno principalmente o primariamente il Pianeta del Segno cardinale,
in quanto principale tutto il Trigono; di notte il signore del Segno fisso principalmente, e il signore
del Segno comune di giorno e di notte meno principalmente, o in seconda battuta. Peraltro questo
ordine ripugna del tutto alla natura, al sesso ed alla condizione dei luminari, il Sole infatti è con
l'intera sua natura di fuoco, mascolino e diurno e dunque sarebbe assurdo che esso dominasse di
notte e non di giorno il Trigono igneo, che è anche mascolino diurno. La Luna in verità con l'intera
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sua natura è acquea, femminile e notturna e perciò sarebbe assurdo che essa dominasse di giorno e
non di notte principalmente; pertanto va rifiutato quest'ordine cui conseguono quelle assurdità.
Secondo: che il Pianeta signore del Segno fisso presieda di giorno, il signore del Segno mobile o
cardinale di notte e il signore del Segno comune in entrambi tempi: e questa modalità concorda con
Tolomeo nella ratio del dominio diurno; ma sembra peccare in ciò, che Giove e Mercurio non
dominino mai principalmente, ma sempre meno principalmente, secondo quest'ordine; è tuttavia più
razionale di tutti quelli prima esposti.
Terzo: che il Pianeta che sarà stato più potente degli altri nel Trigono, per domicilio o esaltazione
cioè senza debilità, sia il signore di giorno; e questo, nel profferire giudizi per mezzo dei Trigoni,
deve essere attentamente osservato; chi in verità è il signore del Segno cardinale governi di notte
anche primariamente e infine il rimanente di giorno e di notte in seconda battuta. Come qui,
secondo la nostra opinione, vengono posti. E qui nota bene questo specialmente: che i
Trigonocratori diurni sono contrari tra di loro per domicili; invero Sole e Saturno tra di loro, e
Giove e Mercurio tra di loro; la stessa cosa è per i notturni, cioè Marte e Mercurio tra di loro, e la
Luna e Saturno tra di loro. Lo stesso dei partecipi: precisamente Giove e Mercurio tra di loro,
parimenti Marte e Venere tra di loro, e nello stesso ordine.
Nel quale il Sole e la Luna sono disposti ottimamente; ma la Luna molto più razionalmente, che
presso Tolomeo, gli Arabi e Schöner. Oltre a ciò poi, chi nel Trigono è più potente, sempre precede
chi è più debole; come appare chiaro nel Trigono igneo da Giove, che è soltanto signore del Segno
comune e per questo è posto ultimo, quale partecipe del dominio diurno e notturno. Similmente
nell’acqueo Marte, sebbene signore del Segno fisso, poiché è in caduta in Cancro, viene posto
tuttavia all'ultimo posto; nell'aereo, Mercurio segue la ratio sopra detta per Giove; e in quello di
terra Venere la ratio di Marte, e non vi è nessun Pianeta che non domini o di notte o di giorno una
volta principalmente. Per la qual cosa quest'ordine, oltre al fatto che è congruente in sommo grado
alla natura e alla ragione, armonizza anche in sommo grado con sé stesso; ed è tra tutti quelli
escogitabili il più perfetto; e in esso inoltre si scorge che ad ogni Trigonocratore tocca almeno il
domicilio nel suo Trigono; non accade invece presso gli Arabi, che mettono a capo del Trigono
igneo Saturno di giorno e di notte, in modo veramente assurdo, poiché in esso è in esilio e si
deprime. E perciò un Pianeta che passa in un qualche Segno, nel cui Trigono non ha domicilio,
viene detto correttamente che sia peregrino, perché peregrina in un Trigono diverso dalla sua natura
e dove è sprovvisto di dignità, a meno che non si esalti nel Segno che occupa; lì infatti non viene
detto peregrino, infatti signori dei Trigoni vengono stabiliti piuttosto in ragione del domicilio che
dell'esaltazione; in quanto i Trigonocratori debbono concordare per natura con i Trigoni, di per sé
poi concordano in ragione del domicilio, come è chiaro, non invece dell'esaltazione, altrimenti
Saturno esaltato in Capricorno sarebbe di natura terra; la qual natura tuttavia non è presente in lui né
principalmente né meno principalmente; e pertanto dunque i Trigonocratori stessi sono ottimamente
stabiliti.
22
Capitolo VIII
A quali regioni del Mondo i Trigoni si riferiscano; e poi su quali regioni del Mondo i
Trigonocratori in modo precipuo abbiano dominio.
Anche su questo argomento sono discordi tra di loro Tolomeo e gli Arabi; quello infatti nel Cap. 16
del Libro I del Quadripartito attribuisce in particolare il Trigono igneo al Settentrione a causa di
Giove, che domina il Sagittario Segno Australe, in modo da causare una commistione di Occidente
e di libeccio, a causa di Marte, che non estromette affatto dal dominio nel Trigono: donde appare
abbastanza chiaro quanto male queste cose siano coerenti tra di loro. Dal fatto che dica infatti che
Giove susciti i venti Boreali e Marte gli occidentali, non consegue poi che sia Settentrionale il
Trigono igneo nel quale ha minor vigore. Potrebbe forse accadere per un altro Trigono nel quale
avesse più potere, quale quello acqueo. Di conseguenza in verità attribuisce il Trigono acqueo
all'Occidente con commistione dell'Austro; il Trigono di terra all'Austro o al Meridione, con
commistione dell'Oriente o vento di levante; e l'aereo all'Oriente con commistione del vento del
Nord; per quanto riguarda i Pianeti prepone Giove al settentrione, Marte all'Occidente, Venere al
meridione e Saturno all'Oriente; per la sua (dice) familiarità con il Sole. Ma gli Arabi vogliono che
il Trigono igneo sia orientale; ad esso prepongono Giove: attribuiscono il Trigono acqueo al
Settentrione, cui prepongono Marte; il Trigono d'aria all'Occidente, al quale vogliono sia preposto
Saturno; ed il Trigono di terra al Meridione, al quale prepongono Venere: qui in verità nuovamente
non si scorge nei domini dei Trigoni alcuna ratio, alcun ordine costante con sé stesso. Infatti nel
Trigono igneo Giove è il signore del Segno comune senza infortunio; nell'acqueo Marte è il signore
del Segno fisso con caduta o depressione; nell'aereo Saturno è il signore del Segno fisso con
esaltazione; e in quello di terra Venere è la signora del Segno fisso con caduta o depressione: né si
può dire che gli Arabi in questa questione abbiano rispettato il sesso o la condizione di Trigoni e
Pianeti. Perché Marte per sesso e condizione di per sé è incompatibile con il Trigono acqueo, come
già sopra è stato detto. Poiché pertanto quelle cose, che provengono dalla natura, sono ordinate,
costanti con se stesse e consone alla ragione; sembra di dover dire che Tolomeo e gli Arabi anche
qui si siano allontanati dalla verità: e che le cose che predissero riguardo ai Trigoni e ai loro signori
le abbiano ricavate o per caso o da altre motivazioni. Perciò, per superare queste difficoltà, occorre
nuovamente consultare la natura stessa. Quella poi ci indicherà che i quattro Segni cardinali Ariete,
Cancro, Bilancia e Capricorno, i principali dei Trigoni, sono assegnati alle quattro regioni del
Mondo, o cardini con propria collocazione: e per il Cancro al Settentrione e il Capricorno al
Meridione non vi è nessuna difficoltà; ma per quanto riguarda Ariete e Bilancia, chi di questi due
otterrà l'Oriente, visto che entrambi iniziano dall'Equatore o dalla metà del Mondo? All’Ariete si
deve invero l'Oriente, il cardine cioè più nobile. Lo si trova: primo, perché in Ariete predomina il
calore, qualità attiva; nella Bilancia poi l'umidità, qualità passiva: l'attivo poi è più nobile del
passivo. Secondo: perché l'Ariete soggiace al dominio di un Pianeta maschile, la Bilancia a quello
di uno femminile. Terzo: perché l'Ariete è nella parte più nobile del Mondo, quella che comanda,
cioè la Boreale, come prima è stato dimostrato; la Bilancia è in quella non nobile ed ubbidiente.
Quarto: perché il levante è secco, come l'Ariete e il tramonto è umido, come la Bilancia. Dunque
per questi motivi l'Ariete è pertinente al levante e la Bilancia al tramonto. Cosicché il Trigono igneo
sarà Orientale, l’acqueo Settentrionale, l'aereo Occidentale, è quello di terra Meridionale; e questo
concorda del tutto con la nostra divisione dello Zodiaco, Libro 14, Sez. 5, Cap. 5, dove abbiamo
detto che le qualità attive, calore e freddo, dominano nella parte Boreale del Mondo attraverso
l'Ariete e il Cancro, nell'Oriente cioè e nel Settentrione; che le passive invece dominano
nell’Australe attraverso la Bilancia e il Capricorno, nell'Occidente e nel Meridione: e quindi i
Trigonocratori da noi sopra stabiliti domineranno nelle stesse regioni del Mondo, nelle quali cadono
i loro stessi Trigoni. E di qui appare ormai chiaro il motivo per cui Giove ecciti i venti Boreali;
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perché è il principale ed il più potente signore del Trigono Boreale, il Sole dell'Orientale, Mercurio
del Meridionale e Saturno dell’Occidentale.
Potresti obiettare: la medesima parte della Terra è contemporaneamente occidentale ed orientale
e nessun luogo in una Terra sferica viene assegnato peculiarmente all'Oriente o all'Occidente.
Dunque il Trigono di fuoco non signoreggia l'Oriente e l'aereo l'Occidente.
Rispondo: senza dubbio non vi è alcuna parte che semplicemente ed assolutamente sia orientale
o occidentale, ma solamente relativamente ad un'altra; come la Germania è ad oriente della Francia,
ma ad occidente dell'Ungheria; così anche si può dire che la Germania è a Nord dell'Italia e a Sud
della Danimarca. Ed è per questo che le divisioni dello Zodiaco in due parti, settentrionale e
meridionale e in quattro Trigoni per i quattro angoli del Mondo, nella misura in cui si riferiscono
alla Terra, sono universali, al punto tale che non si possa ricavare da essi nulla riferito a luoghi
particolari della Terra; ad esempio si avviene un’Eclissi nella medietas Boreale dello Zodiaco, in
primo luogo, certo si riferirà ai popoli Boreali; ma non è possibile da essa solamente stabilire
particolarmente a quali. Allo stesso modo se accadesse un’Eclissi nel Trigono igneo sortirebbe un
effetto in luoghi della Terra, che saranno orientali rispetto ad altri; forse significherà orientali
attivamente ed occidentali passivamente: come quando il Re di Spagna sottomise l'America, che
rispetto lui era occidentale. Ma di lì soltanto non è possibile stabilire quali siano i luoghi orientali, e
quali gli occidentali. Poiché l'Oriente contiene lo spazio del Cielo e della Terra, che va dal levarsi
del Sole all'inizio del Cancro al levarsi del Sole all'inizio del Capricorno: se accadrà un’Eclissi in
Ariete o in Cancro si dirà certamente che il luogo orientale della Terra, per cui è significativa si
trova nella parte Nord; ma questo significato è troppo generale, perché possa individuare un luogo
particolare. In verità se la figura celeste, costruita in un qualche luogo particolare nel mezzo
dell’Eclissi, avrà il grado dell’Eclissi nella parte orientale della figura, mostrerà che per il luogo
orientale si intende la parte della Terra è che tra il luogo della figura e il 90º grado ad est: la distanza
poi del luogo dell’Eclissi dal meridiano, designerà più precisamente quello stesso luogo secondo
longitudine terrestre, ma non secondo la latitudine. Allo scopo occorrerà consultare anche altre cose
delle quali si parla nei capitoli 4 e 5 della prima Sez. del Libro 20. Di lì si deve trarre una congettura
più precisa. Se dunque l’Eclissi cadrà in Sagittario, il luogo orientale della Terra cui si riferisce sarà
dalla parte del Meridione. E se il signore dell’Eclissi sarà nel Trigono igneo, più certo sarà il
significato del luogo orientale, sei in un altro Trigono, significherà un luogo misto tra i due Trigoni
o più luoghi; e se l’Eclissi sarà in igneo e il suo signore in acqueo, significherà un luogo tra Oriente
e Settentrione; se poi il signore sarà nel Trigono aereo che signoreggia l'Occidente, poiché lo stesso
luogo non potrebbe rispetto a quello essere orientale ed occidentale, necessariamente significherà
che sono almeno due i luoghi, l'uno dei quali sarà orientale per l'altro.
Inoltre le cose sopraddette sono ritenute valide sia per le disposizioni dell'aria come i venti, che
per i cambiamenti dei regni. In particolari figure genetliache poi, se è un Segno igneo si trova in
casa nona, significherà viaggio verso Oriente; se di terra, verso il Sud; se entrambi, verso entrambe
le regioni. E se i signori dei Segni saranno entrambi in Segno d'acqua; certamente allora il viaggio
sarà al Nord. La ratio per quanto riguarda gli altri è la medesima. E queste cose sono chiare nella
mia genitura dove Sagittario e Capricorno sono in nona. I loro signori sono congiunti in Pesci e casa
12ª. Di mia propria volontà mi sono recato in una provincia del Sud; a Parigi al Nord e in Ungheria
ad est rispetto a Villefranche luogo della mia nascita; e questo sotto la guida del mio genio spinto
dagli astri.
24
Capitolo IX
Di alcune cose particolarmente degne di nota
a proposito di questi Trigoni e dei loro signori.
Essendo stati da noi definiti come sopra i signori dei Trigoni e le regioni, seguono dunque altre cose
rimarchevoli riguardo questo argomento.
Primo: che nel trigono igneo il Sole è il più potente di tutti, per via del domicilio e
dell'esaltazione. Nell’acqueo Giove per lo stesso motivo; nell'aereo Saturno e in quello di terra
Mercurio. Siccome questi Pianeti anche nelle triplicità stesse non subiscono alcuna debilità; per
questo, per giudicare per mezzo delle triplicità, bisognerà tenere conto principalmente di loro. Sono
questi quattro Pianeti opposti nei propri domicili, poiché il Sole e Saturno tra di loro, Giove e
Mercurio tra di loro; dal che appare chiaro che sono molto idonei ai più grandi cambiamenti delle
cose sublunari, specie in verità nell'aria. Marte quindi, che signoreggia l'Ariete e lo Scorpione,
Segni di fuoco e di acqua, ed è esaltato in Capricorno, Segno di terra, inclina a piogge, baleni, tuoni,
folgori e fulmini, alle quali cose concorrono fuoco, acqua e terra; oltre a ciò, perché lo stesso Marte
è principalmente di natura ignea e meno principalmente acquea.
Secondo: poiché il Segno equinoziale del Nord e cioè l'Ariete è in relazione con il Sole e con
Marte, per questo in massimo grado si addice ai Boreali, che per comando, gloria ed armi sono
superiori agli Australi; l’equinoziale del Sud è in relazione a Venere e Saturno, il che quadra con gli
Australi, che sono libidinosi, sconci, infingardi e servili; il solstiziale del Nord è in relazione con la
Luna e con Giove, il che è grandemente conveniente alle popolazioni Boreali per la fama, la
religione, la giustizia e la mutevolezza di cui abbondano; il solstiziale del Sud a Saturno e Marte:
donde empietà e pravità dei costumi, familiari ai popoli Australi. Le popolazioni Boreali sono rette
e governate principalmente sia dai luminari che da Marte e Giove; le Australi in verità
principalmente da Mercurio, Saturno e Marte; cosa che deve esser compresa ed è degnissima di
nota.
Terzo: che il predominio dei Trigonocratori deve essere definito secondo le seguenti regole:
1. Si preferisca chi è nel trigono a chi è assente;
2. Si preferisca chi è sopra la Terra a chi è sotto;
3. Si preferisca di giorno il diurno, se si trova sopra la Terra, di notte il notturno;
4. Se sono sopra la Terra, il diurno poi in seconda battuta o meno precipuamente di notte, il
notturno di giorno;
5. Quando il diurno e il notturno sono posti sotto Terra, si preferisca di giorno il diurno, e di
notte il notturno;
6. Se due Pianeti sono congiunti nello stesso Segno del loro trigono, si preferisca il signore del
Segno stesso, al posto del Trigonocratore del Segno stesso;
7. Nel luogo dell’Eclissi o di un qualche significatore, si preferisca il signore del Segno
dell’Eclissi o del significatore; soprattutto se è sopra la Terra e nello stesso Trigono e se è in
aspetto a luogo stesso;
8. Il partecipe del dominio, o chi ha la signoria di giorno o di notte, dominerà in primo luogo
mentre è sulla Terra; essendo egli sottoterra, gli spetta il dominio solo di giorno o di notte.
Questa è in verità l'unica base di queste regole, che il più forte sia sempre preferibile al più
debole. Inoltre cosa abbisogni pensare della dottrina degli Arabi, a proposito di questi
Trigonocratori, delle questioni universali, nonché delle natività genetliache degli uomini, che essi
giudicano alla rinfusa in modo particolare, a suo luogo esporremo; nel frattempo qui sia sufficiente
ammonire, che essa è stata oltre modo erronea.
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Capitolo X
Della facies dei Pianeti o della persona o dell’Almugea.
Questa dignità planetaria viene male recensita tra le essenziali, da Tolomeo Libro I del
Quadripartito Cap. 20 e dai suoi commentatori, come apparirà chiaro più avanti. E si addice soltanto
ai cinque Pianeti minori o secondari, rispetto al Sole ed alla Luna che sono i principali.
Si dice quindi che un Pianeta ha la sua facies o rappresenta la sua persona rispetto al Sole o alla
Luna: quando essendo occidentale o vespertino al Sole, o mattutino alla Luna, dista dal Sole o dalla
Luna tanto quanto il domicilio del Pianeta stesso, che è seguente rispetto al Leone (domicilio del
Sole) dista dall'inizio del Leone; o quanto il domicilio del Pianeta stesso, che è precedente rispetto
al Cancro (domicilio della Luna) dista dall'inizio del Cancro. Esempio: se Venere è occidentale al
Sole, e dista da lui 60°, quanto distano tra di loro l'inizio del Leone e l'inizio della Bilancia si dice
che Venere ha la sua facies rispetto al Sole, o secondo gli Arabi, che è in Almugara (Almugea)
come il Sole; se la Luna orientale o mattutina dista 60° da essa, quanto distano tra di loro l'inizio del
Toro e del Cancro, si dice che è in Almugea con la Luna. E la ratio per gli altri Pianeti è uguale.
Insegnate queste cose dico in primo luogo: questa dignità non è essenziale. Infatti le dignità dei
Pianeti sono immutabili, e non si spostano da una parte dello Zodiaco ad un'altra, come sopra è
apparso chiaro per domicili, esaltazioni e trigoni. Questa dignità può capitare ad un Pianeta in ogni
singolo Segno dello Zodiaco, quale semplice orientalità o occidentalità rispetto al Sole o alla Luna.
Non è essenziale.
Dico in secondo luogo, che posta questa dignità, viene distrutta la semplice orientalità del
Pianeta rispetto al Sole, quando Tolomeo stesso e tutti gli Astrologi, attribuiscono grande forza,
meritatamente, ai Pianeti orientali al Sole. Cosa direbbe infatti Tolomeo che quale vince e quale
perde, di un Marte in Almugea con il Sole e cioè occidentale e di un medesimo Marte orientale al
Sole? Inoltre, perché Tolomeo e gli altri non poterono stabilire l’Almugea del Sole orientale e
quella della Luna occidentale? Questo sarebbe sembrato più razionale anche secondo la dottrina di
Tolomeo, che vuole che Pianeti orientali al Sole ed occidentali alla Luna si rafforzino.
Infine della forza o degli effetti di questa dignità non vi è nessuna menzione o osservazione
presso gli Astrologi ed essa figura sempre con qualche aspetto di un Pianeta minore con un
luminare, al quale aspetto la propria forza corrisponde, come sarà detto suo luogo; per la qual cosa
sospetto che essa sia stata ricavata dagli infingimenti degli Arabi. E perciò poniamo qui fine alle
dignità e essenziali semplici dei Pianeti.
Capitolo XI
Del trono, dignità regia o cocchio dei Pianeti.
Questa dignità dei Pianeti non è semplice, ma mista o composta da più essenziali, vuole infatti
Tolomeo nel luogo sopra citato con i rimanenti Astrologi, che sia detto essere nel suo trono quel
Pianeta che nel Segno che occupa, ha più dignità essenziali; e pensano ciò correttamente. Infatti chi,
in un qualche Segno, è efficace in forza di più dignità essenziali, ottiene in quel Segno la massima
potestà; onde bisogna dire non senza ragione che occupando quel Segno sieda quasi sul suo trono.
Poiché dunque ammettiamo soltanto tre dignità essenziali, domicilio, esaltazione e Trigono,
appare chiaro quando e dove si possa dire che un Pianeta è sul proprio cocchio. Anzi quali dignità
abbia in un qualche luogo della figura, come l'Oroscopo, il Medio Cielo, (il luogo) del Sole ecc.:
infatti se l’Oroscopo è in Ariete, il Sole all'Oroscopo sarà forte insieme dell'esaltazione e del
trigono. Così per i rimanenti.
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Cosicché se il Sole sarà in Sagittario sarà semplicemente nel suo Trigono; se poi sarà in Ariete o in
Leone sarà sul suo trono; poiché oltre al Trigono ha nel Leone il domicilio e in Ariete esaltazione;
se Marte sarà in Capricorno, sarà dunque nella propria esaltazione; se poi sarà in Scorpione o Ariete
sarà sul suo trono e la ratio per gli altri è la stessa. Onde poi appare manifesto che un Pianeta,
quando è nel suo domicilio è nel suo trono, infatti può essere nel suo Trigono e non nel suo
domicilio o esaltazione; come consta per Saturno in Gemelli: quando poi giunge al suo domicilio in
Acquario, è certo che ascenda di un gradino in dignità, e che s'avanzi sul suo cocchio, poiché in
verità nel suo domicilio ha la potestà di dominare su tutta la Triplicità. Al trono poi si oppone la
fovea (fossa), che è una grande debilità del Pianeta, e si compone di molte altre. Come se Mercurio
fosse in Pesci, dove soffre esilio e caduta.
Capitolo XII
Dei gaudii dei Pianeti.
Il gaudio del Pianeta non è sua peculiare dignità essenziale, né semplice né mista, e riguarda solo
Saturno, Giove, Marte, Venere, Mercurio; a ciascuno dei quali sono toccati due domicili dello
Zodiaco, dei quali viene chiamato gaudio del suo signore quello che maggiormente gli è conforme,
o a motivo della sua natura precipua o a cagione del sesso o a cagione dell'effetto o dell'influsso più
temperato.
E in verità al primo modo il gaudio di Saturno sarà il Capricorno; e questo perché è Segno freddo
e secco che si accorda alla natura precipua di Saturno fredda e secca (che è insita in esso sia dal
punto di vista elementale che influenzale, come altrove è stato dimostrato) meglio dell’Acquario,
Segno caldo ed umido; e così per i rimanenti. Al secondo modo il gaudio di Marte sarà l'Ariete e
non lo Scorpione, come falsamente hanno creduto gli Astrologi; Marte infatti è di sesso maschile, lo
Scorpione invece femminile. Al terzo infine l'Acquario sarà il gaudio di Saturno e lo Scorpione il
gaudio di Marte, se in verità in Acquario viene temperato l'influsso freddo e secco di Saturno, più
che in Capricorno. E in Scorpione viene temperato l'influsso caldo e secco di Marte, più che in
Ariete. E poiché il terzo modo, elaborato solo da noi, non è naturale per i Pianeti stessi, che al pari
di altre cause fisiche si rallegrano massimamente, laddove hanno la maggior somiglianza naturale,
contemporaneamente al fatto che ogni cosa si rallegra di qualcosa a sé simile: proprio per questo il
gaudio del Pianeta dovrà esser correttamente definito secondo le due prime modalità, che laddove si
daranno convegno dello stesso Segno, li sarà il più gran gaudio del suo signore, altrimenti la natura
sarà da preferire, come più importante, al sesso. Per queste cause pertanto in verità il gaudio di
Saturno sarà in Capricorno, quello di Giove in Sagittario; quello di Marte in Ariete; quello di
Venere in Bilancia; e quello di Mercurio in Vergine.
Capitolo XIII
Dei confini dei Pianeti, delle novene, dei decani, dei dodecatemorii etc. nei singoli Segni
dello Zodiaco; e poi dei loro gradi lucidi, fumosi, puteali, vacui, delle monomoirie etc.
Fin qui sono stati assegnati ai Pianeti i Segni dello Zodiaco nella loro interezza, secondo le loro
dignità essenziali comunemente accettate: si tratta da una parte di una divisione dello Zodiaco in 12
parti uguali, dall'altra della loro attribuzione naturale sopra esposta, o per lo meno poggiante su una
base naturale, come si può vedere nei libri 14 e 17. Ma per quanto riguarda i confini, novene, decani
etc, i singoli Segni vengono divisi in parti diverse, ognuna delle quali è assegnata a singoli Pianeti,
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secondo le dignità sovraesposte, che vogliono anche siano essenziali, coloro che le introdussero.
Questa è in verità è la mia opinione su queste cose.
Il Diavolo malvagissimo nemico degli uomini, avendo introdotto la cecità mentale del genere
umano attraverso il peccato, a poco a poco distolse gli uomini stessi dalla vera conoscenza e dal
culto di Dio; e infine ne precipitò la più gran parte nel baratro dell'idolatria, cosicché tributarono
onori dovuti solamente a Dio, non solo al Sole, alla Luna e agli altri corpi celesti, ma a vilissimi
animali; o a morte opere delle loro mani ovvero idoli ed infine ai Demoni stessi. Ma affinché
l'uomo per natura desideroso di conoscere, non si levasse alla conoscenza del vero Dio attraverso le
scienze, o ricevute da Adamo per tradizione o coltivate per vivacità di ingegno e di inclinazione,
soprattutto in verità alle celesti, che testimoniano sopra tutte le altre Dio e la sua infinita bontà,
sapienze e provvidenza; i Demoni malvagissimi o per ispirazione propria o con l’aiuto naturale e
depravato degli uomini loro sudditi, insudiciarono le scienze celesti presso di loro, con moltissime
falsità, finzioni e superstizioni, al punto che la verità su di loro, avvolta dalle menzogne, fu per essi
inefficace per la necessaria conoscenza di Dio; ricoperta da tale inganno pervenne a disprezzo e
derisione presso gli altri, anche senza altro intervento pernicioso del Diavolo.
Onde dunque fecero il loro ingresso in Astrologia confini, novene, gradi lucidi, fumosi,
monomoirie etc., che non sono null'altro che meri simboli dell’inettitudine, stoltezza, e pazzia degli
uomini, che ignorano i principi di questa scienza divina; che gli Astrologi più assennati trascurarono
in eterno; di cui i nemici dell'Astrologia fecero piglio quanto mai opportuno per vilipendere,
diffamare e distruggere la scienza.
Cosa invero sia una qualsiasi di queste dignità e per qual motivo i Segni vengano suddivisi per
singoli Pianeti stessi, in verità non mi sembra opportuno esporre qui, questi deliri sono indegni del
nostro tempo: vengano pure quelle cose lasciate agli stolti ed agli ignari. Ma dico questo in generale
contro la loro inutilità: non esiste alcun avvenimento sublunare a proposito del quale, partendo dalle
sopraddette dignità, un'affermazione o una negazione non possa allo stesso tempo essere vera:
invero potrebbe essere vera per i confini e falsa per i decani o le novene ecc.; a causa delle varie
divisioni dei Segni e distribuzioni dei Pianeti, che fanno a botte l'un l'altra, come è possibile vedere
presso gli Autori. Aggiungi a questo che quelle divisioni dei Segni e distribuzioni dei Pianeti non
appoggiano su alcun fondamento naturale, e sono dunque fittizie e lo si prova chiaramente, poiché
la divisione di ciascun Segno in 30° non è naturale ma soltanto immaginata per facilitare i calcoli: e
le dignità sopra dette, appoggiano sopra l'ipotesi di quella divisione; sono dunque soltanto fittizie. E
questo apparirà più chiaro dalle stesse Tavole delle dignità. Infatti Saturno presso gli Arabi ha nel
Toro confini dal 21º grado al 27º; il decano dal 20º al 30º; la novena da 0 a 6° 2/3 e la
dodecatemoria dal grado 7,30 al 10º; e così per quanto riguarda gli altri.
Obietteranno nondimeno a questo punto tutti gli Astrologi moderni: che senza dubbio novene,
decani e tutte le altre cose debbono essere cacciate via dalla vera scienza dell'Astrologia. Che i
confini sono stati invero da me rifiutati per sbaglio, mentre sono approvati e conservati da Tolomeo
e da tutti gli Astrologi nel loro insieme.
Ma rispondo che io non solo mi meraviglio del fatto che i Filosofi soprattutto cristiani abbiano
praticato quelle ciance delle novene, decani, monomoirie, gradi puteali etc., di cui fecero i principi e
le basi dei loro giudizi; ritenendo con Giulio Firmico Materno che essi avessero grandi forze e
grandi misteri da non rivelare al vulgo; ma anche che abbiano conservato fin qui, contro consenso
unanime, i confini dei Pianeti mentre si possa invece provare la loro inconsistenza con grande
evidenza dal solo Tolomeo: sebbene egli stesso voglia nel Libro III del Quadripartito Cap. 14, che
l’anereta non uccide incontrando l’afeta nelle direzioni, se si trova nei confini di un Pianeta
benefico: e così egli stesso tributi proprio ai confini una forza non piccola.
Infatti Tolomeo nel Libro I Cap. 18 e 19 espone tre modalità di confini, o una triplice divisione dei
singoli Segni in confini; e cioè egizia, caldea ed una di un qualche antico codice, delle quali ripudia
le prime due e segue l'ultima, nelle quali Saturno, Giove, Marte, Venere e Mercurio sono assegnati
ai singoli Segni divisi in cinque parti: ad esempio in Ariete, Giove ha secondo i Caldei i primi sei
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gradi di ogni Segno quale confine; Venere i sei seguenti; Mercurio gli otto seguenti; Marte i cinque
seguenti; e Saturno in cinque ultimi. Ma secondo la modalità tolemaica Giove ha i sei primi, Venere
gli otto seguenti, Mercurio i sette, Marte i cinque e Saturno i quattro ultimi. E così per i singoli
Segni esclusi Sole e Luna. Tolomeo in verità fornisce alcune motivazioni di questa diversa
divisione e distribuzione sia per le modalità che respinge, che per quelle che segue: ma sono in
realtà meri infingimenti, privi di base naturale tanto quanto le novene, i decani etc.; e similmente
vengono divisi e stabiliti: cosicché Cardano sinceramente confessa nel commento, di trovare una
grandissima confusione in queste varie modalità di confini, non contento dei quali, volle anche
immaginare un suo proprio metodo, nel quale qualsiasi Segno viene diviso tra i sette Pianeti e diede
le ragioni e una tabella nel Liber de judiciis geniturarum. E io tempo fa, aggiungendo infingimenti
ad infingimenti, escogitai un'altra modalità di confini, con ragioni ancor più plausibili che Tolomeo
e Cardano: ma cosa sono queste cose se non egregie ciance? Cosicché siano banditi dalla nostra
Astrologia i confini e le restanti cose sopra esposte.
Perché poi i confini siano stati usati fin qui da Tolomeo e dagli altri Astrologi, viene da noi portata
questa motivazione. Senza dubbio Tolomeo nel Libro IV Cap. 11º del Quadripartito volle che nella
figura natale fossero diretti sono cinque significatori, per tutti gli avvenimenti del nativo e cioè
l'Oroscopo per la salute e i viaggi; la Parte di fortuna per le sostanze; la Luna per l'animo, i costumi
e la conservazione; il Sole per la dignità e la gloria: nonché il medio Cielo per le restanti azioni
della vita e la procreazione dei figli; poiché i corpi e gli aspetti dei Pianeti che si presentano a quei
significatori non erano sufficienti per tutti gli avvenimenti, o per la pochezza dei significatori o per
mancanza di promissori che si presentavano: hanno pensato che oltre i corpi e gli aspetti, vi fossero
a questo punto, nella natura delle cose, altri promissori e non poterono concepirne degli altri, che
questi confini, che essi proprio fissarono. E con la loro introduzione raramente mancavano dei
promissori, dall'incontro con i quali nelle direzioni, si ricavasse una qualche motivazione degli
effetti, o degli avvenimenti del nativo. Cosicché è estremamente frequente secondo Giuntini e gli
altri Astrologi che un uomo perisca di morte anche violenta, a causa di una direzione dell'Oroscopo
o del luminare afeta al confine di Saturno o di Marte; o che una grande dignità arrida da una
direzione del Sole al confine di Giove o di Venere etc; poiché invece a me sembrava davvero
assurdo ascrivere a cause tanto esigue e controverse così grandi effetti, i quali nello stesso modo
avrebbero potuto essere attribuiti a novene, decani e dodecatemorii, alla fine con un esame accurato
delle direzioni e con uno studio indefesso, scoprii che quei confini erano cause fittizie; ma che
vanno invece moltiplicati non solo i significatori che vengono diretti, ma anche gli aspetti, secondo
la natura della questione; e che così vengono trovate le cause vere di tutti gli avvenimenti del
nativo, ma di queste cose, più diffusamente a suo luogo, mentre cioè si parlerà delle direzioni. E
siano dunque sufficienti per le dignità e debilità essenziali dei Pianeti le cose fin qui dette; si noti
che ogni Pianeta che si muove fuori del suo dominio, esaltazione o trigono viene da noi detto
peregrino; e inoltre duplice è la peregrinazione: una semplice senza debilità essenziale, come il Sole
in Capricorno; un'altra invero mista con debilità essenziale come il Sole in Acquario e questa è
peggiore.
Capitolo XIV
Delle amicizie ed inimicizie dei Pianeti tra di loro.
Avendo esposto prima le dignità essenziali dei Pianeti, e nel Libro 13 le loro nature elementale,
influenzale ed analogica; sarà opportuno qui aggiungere qualcosa delle loro reciproche a amicizie
ed inimicizie; che in verità dappertutto sono tramandate dagli Astrologi, ma ancora una volta senza
il conforto di una motivazione, talvolta anche contro ogni ratio: come quando sostengono che
Saturno è amico del Sole e della Luna: cosa che più sotto si scopre esser manifestamente falsa. Del
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resto precisamente, tra gli elementi, acqua ed aria sono detti amici, nonché terra ed acqua; fuoco ed
acqua poi nemici. Così tra i Pianeti si trovano alcuni contrari o nemici, nei loro effetti, ad altri. Ne è
da meravigliarsi che vi siano dei Rettori principali del Mondo sublunare, differenti tra di loro per il
modo d'agire e per le forze, la qual differenza genera amicizia o inimicizia. Poiché poi questa
amicizia consiste generalmente in qualche benefica cooperazione negli effetti sublunari;
principalmente nella generazione dell'uomo, che è l'effetto principale degli astri; l’inimicizia poi in
una malefica cooperazione; perciò l'amicizia e l’inimicizia dei Pianeti dovrà essere desunta secondo
parecchi punti, come segue.
Primo: i Pianeti che contrassegnano le qualità elementali e quelle concernenti la vita sono
vicendevolmente amici. Come Giove e il Sole nel calore, parimenti Giove e Venere; poi Venere e la
Luna nella qualità umorale.
Secondo: i Pianeti simboli di influenze benefiche sono amici tra di loro. Come il Sole Giove per
la vista e gli onori; Giove Venere per la fortuna; e le ricchezze, i figli e gli amici; Venere e la Luna
per i coniugi e gli innamorati.
Terzo: i Pianeti in verità che non contrassegnano le medesime influenze, ma che con la mutua
cooperazione producono una mescolanza benefica per qualcosa: questi sono detti amici in questa.
Come Giove e Saturno per la prudenza, l'autorevolezza e l'attitudine a condurre a termine grandi
imprese; poi Saturno e Mercurio per la profondità dell'ingegno; Marte e Mercurio per la diligenza e
l'attività e la frode.
Quarto: i Pianeti i cui domicili sono posti in benefico aspetto, come Marte e il Sole; Giove e la
Luna; Saturno e Mercurio.
E sono detti nemici in primo luogo i Pianeti che hanno domicili opposti, così Saturno è nemico del
Sole e della Luna; Giove di Mercurio; Marte di Venere; o quadrati, come il Sole e Marte; la Luna e
Marte; Saturno e Marte.
Secondo: i Pianeti contrari nelle qualità elementali e in quelle forti , come il Sole e Saturno nel
calore e nel freddo; Saturno e la Luna in umidità e secchezza; poi Saturno e Venere; nonché Marte e
la Luna nelle qualità attive e passive. Infatti una forte contrarietà genera un violento concorso.
Terzo: contrari nelle influenze. Così Venere causa di amori, pace e d'ozio, è nemica di Marte
causa di odio, guerre e fatiche; Saturno di Venere per la bellezza del corpo; lo stesso Saturno del
Sole per gli onori, le dignità e la fama, a meno che Saturno non sia ben posto in figura per suscitare
onori e ben aspettato.
Quarto: i Pianeti che contrassegnano qualità elementali, ma con eccesso deleterio. Come il Sole e
Marte per l'eccessivo calore e secchezza proveniente da entrambi; Saturno e la Luna per il freddo
intenso di entrambi; Saturno e Marte per l'eccesso di siccità.
Quinto: quando contrassegnano qualità influenzali ma malefiche, come Saturno e Marte per i
pericoli, la pravità dei costumi, gli infortuni e la morte violenta; la Luna e Mercurio per
l'incostanza; Marte e Mercurio per la frode, l'impudenza, la temerarietà; il Sole e Marte per la
superbia e l'arroganza.
Dalle quali cose appare chiaro che Saturno e Marte sono in ogni cosa nemici del Sole e della
Luna. E appare chiaro che si possa dire che due Pianeti per quanto riguarda un effetto sono amici e
nemici invece per quanto riguarda un altro: e che perciò non ci si può pronunciare dell’amicizia o
inimicizia dei Pianeti in qualche genitura, se non si fa prima attenzione, se entrambi operino per o
un medesimo effetto e quale, come la vita, gli onori, i figli etc. e quale inclinazione di natura o di
analogia abbia ciascuno dei due verso l'effetto stesso.
Appare chiaro anche che Saturno è il Pianeta peggiore di tutti: e poiché i suoi domicili si
relazionano ai domicili del Sole e della Luna con opposizione, perciò è il loro peggior nemico.
Giove è il migliore di tutti perché il suo domicilio è in collegamento soltanto con aspetto di
trigono con i domicili del Sole e della Luna e perciò Giove è il loro più grande amico.
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Marte è in parte amico e in parte nemico tanto del Sole che della Luna, poiché l'Ariete è in
quadrato al Cancro e lo Scorpione è in quadrato al Leone; ma l'Ariete è in trigono al Leone e lo
Scorpione è in trigono al Cancro.
Venere è in parte amica, in parte nemica; poiché il Toro è in sestile al Cancro e in quadrato al
Leone; la Bilancia poi è in quadrato al Cancro e in sestile al Leone.
Mercurio infine è solo amico dei luminari, in quanto i Gemelli sono in dodectile (semisestile) al
Cancro e in sestile al Leone; e la Vergine è in dodectile al Leone e in sestile al Cancro.
E così Giove, Marte e Venere nei loro domicili diurni si uniscono amichevolmente con il
domicilio del Sole: e nei notturni con quello della Luna. Occorre anche notare che i Pianeti signori
dei quattro Segni cardinali sono completamente contrari dal punto di vista elementale; quindi Marte
e Luna tra di loro ed anche Venere e Saturno tra di loro.
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Genova, 31 maggio 2011
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