Come funziona il Sistema Elettrico Paolo Pelacchi L’energia sotto forma elettrica – L’energia in forma elettrica in natura non esiste (a parte qualche eccezione): è un vettore. – L’energia elettrica non può essere immagazzinata in forma diretta (anche in questo caso a parte qualche eccezione: supercondensatori), ma solo in forma indiretta: elettrochimica (pile e accumulatori), potenziale idraulica, potenziale termica, ecc. – L’energia elettrica deve quindi essere prodotta nello stesso istante in cui viene richiesta! E questo è un grosso problema. – Domanda: perché l’energia elettrica ha avuto uno sviluppo così rilevante? Perché l’energia elettrica – Perché è semplice da usare e le sue applicazioni sono estremamente efficienti. – Perché è possibile sfruttare fonti rinnovabili diffuse che altrimenti non sarebbero utilizzabili (impianti off-shore). – Perché è possibile sfruttare l’energia nucleare. – La quantità di energia consumata sotto forma elettrica negli usi finali rispetto alla quantità totale di energia nei Paesi industrialmente avanzati (penetrazione elettrica) è elevata. Applicazioni dell’energia elettrica Specifiche di base di un sistema elettrico per l’energia – Dal punto di vista gestionale un grande sistema elettrico deve funzionare ‘ad inseguimento del carico’: il carico deve essere sempre soddisfatto. – Dal punto di vista tecnico il sistema deve essere: • trifase a tensione costante (valore efficace della componente fondamentale); • con tensione sinusoidale; • con frequenza costante (rete sincrona a 50 Hz) ed uguale in grandi aree territoriali (Europa Occidentale, USA&Canada, Brasile, ecc.) Carico: andamento stagionale Carico: andamento giornaliero (18/06/02 : ItaliaCorea) Caratteristiche di base – Distanza tra centri di produzione e centri di carico. – Impossibilità di trasferire potenza lungo un percorso assegnato. – Necessità di trasportare potenza attiva e reattiva. – Stretto coordinamento tra tutti i componenti. La produzione in un sistema elettrico – Produzione di energia elettrica nei grandi sistemi elettrici avviene tramite: – grandi centrali (termoelettriche convenzionali, idrauliche di produzione, nucleotermoelettriche, geotermoelettriche, eoliche, ecc.) – gruppi di potenza ridotta, generalmente associati a fonti rinnovabili e talvolta in cogenerazione (eolico, fotovoltaico, biomasse, ecc.) Linee aeree Trasformatori di potenza e apparecchi di manovra Reti di trasporto e di distribuzione – L’insieme delle linee aeree e in cavo sia in c.a. che in c.c., dei trasformatori di potenza e di misura, delle apparecchiature di interruzione e di manovra, dei sistemi di protezione dei vari componenti, dei sistemi di trasmissione delle informazioni sullo stato del sistema, del centro nazionale e di quelli regionali di monitoraggio e di controllo costituisce – le reti di trasporto e di distribuzione. Il ruolo delle reti elettriche – Le reti di trasporto e di distribuzione sono previste per qualunque tipo di prodotto; in assenza di tali reti non è possibile consegnare agli utenti finali nessun bene. – Quasi tutti i beni materiali possono essere prodotti con un certo anticipo rispetto al momento in cui verranno utilizzati, in quanto possono essere immagazzinati e quindi la loro utilizzazione può subire un ritardo rispetto alla loro produzione, ritardo che è funzione della loro deperibilità. – L’energia elettrica è un bene che deperisce istantaneamente nel momento in cui viene prodotto in quanto non è accumulabile in forma diretta. – Le reti di trasporto e di distribuzione dell’energia elettrica rivestono quindi un ruolo fondamentale. Il coordinamento della produzione in un sistema elettrico per l’energia Regolazione, protezione e controllo – Un sistema elettrico deve essere esercito: – a frequenza costante – a tensione costante – Occorrerà quindi predisporre opportuni sistemi di regolazione, ed in particolare: – sistema di regolazione della frequenza – sistema di regolazione della tensione – Occorrerà inoltre predisporre opportuni sistemi di protezione e controllo I sistemi di regolazione, protezione e controllo – I sistemi di regolazione, protezione e controllo devono: – essere strettamente integrati – essere fortemente coordinati – avere velocità di risposta estremamente elevate – avere sensibilità e precisioni molto elevate – essere adeguatamente ridondanti I sistemi di regolazione e di controllo – Le funzioni sviluppate da questi sistemi riguardano essenzialmente l’acquisizione e l’elaborazione dei dati provenienti dai sistemi di misura disposti nei nodi del sistema elettrico. – Vengono quindi rilevati ed archiviati, con diverse frequenze di campionamento, dati di carico, potenze prodotte, livelli di bacini idraulici, flussi di potenza nelle linee, guasti, stato degli interruttori, ecc. La regolazione della frequenza – In un sistema elettrico: – il carico preleva liberamente energia (e potenza) in qualunque istante – l’energia non può in pratica essere immagazzinata sotto forma elettrica – Di conseguenza il sistema deve essere bilanciato e cioè la produzione deve essere esattamente uguale al carico richiesto in tempo reale (in pratica qualche secondo) – Un mancato bilanciamento si trasforma in una variazione della frequenza (il problema delle fonti rinnovabili non programmabili) Sbilanciamenti: estreme conseguenze Regolazione della frequenza – Il sistema di regolazione della frequenza è strutturato su 3 livelli: – regolazione primaria (locale e automatica) – regolazione secondaria (centralizzata e automatica) – regolazione terziaria (centralizzata e manuale) – Devono essere naturalmente previsti opportuni margini di potenza, disponibile in tempi certi, da assegnare a ciascun livello. Regolazione primaria di frequenza - E’ la capacità di ciascun gruppo di variare in maniera autonoma la potenza erogata al variare della frequenza di rete. - Ha tempi di intervento brevi (da alcune centinaia di ms ad alcuni secondi), ha carattere locale e dipende dal tipo di gruppo. - Al termine dell’intervento della regolazione primaria la frequenza del sistema è diversa rispetto a quella precedente alla perturbazione (errore a regime non nullo). Regolazione secondaria di frequenza - E’ la capacità del sistema di variare la frequenza di rete variando la potenza erogata da alcuni gruppi con opportune caratteristiche (errore a regime nullo). - La regolazione secondaria (“frequenza/potenza”) deve quindi: - riportare la frequenza al valore nominale, ricostituendo così la riserva per la regolazione primaria; - riportare gli scambi sulle interconnessioni ai valori contrattuali. Regolazione terziaria di frequenza - E’ una qualsiasi variazione, tipicamente manuale, della potenza erogata dai gruppi al fine di: - garantire un’opportuna riserva di regolazione secondaria (ricostituzione o adeguamento alle variazioni di carico); - ripartire in maniera ottimale sui vari gruppi, sulla base di considerazioni economiche, le variazioni di potenza intervenute. Le tempistiche della regolazione di frequenza fase di ricostituzione della riserva secondaria regolazione terziaria fase di ottimizzazione del parco regolazione secondaria regolazione primaria 0 30 s fino a 15 min t Sistema di regolazione di tensione – Le azioni di controllo possono essere sia di tipo locale che di tipo centralizzato. Secondo tale criterio la regolazione delle tensioni e delle potenze reattive si suddivide in tre livelli: – Regolazione primaria di tensione – Regolazione secondaria di tensione – Regolazione terziaria di tensione Regolazione primaria di tensione – La regolazione primaria di tensione è di tipo locale, effettuata mediante i regolatori di tensione dei gruppi di generazione, i variatori sotto carico dei trasformatori, l'inserzione di dispositivi statici (condensatori, induttanze, SVC, ecc..); tutti questi dispositivi sono sensibili alla tensione a livello locale (ai morsetti di macchina, sulle sbarre AT, MT, BT); tale regolazione viene effettuata in maniera automatica. Regolazione secondaria di tensione – La regolazione secondaria di tensione è di tipo centralizzato ad aree, effettuata variando i riferimenti di tensione dei regolatori al fine di mantenere il più costante possibile il livello di tensione in alcuni nodi della rete di particolare importanza (nodi pilota); tale operazione può essere effettuata anche con altre funzioni obiettivo (minimizzazione delle perdite in rete, minimizzazione della potenza reattiva prodotta dai gruppi, ecc.); tale regolazione viene effettuata in maniera automatica. Regolazione terziaria di tensione – La regolazione terziaria di tensione è di tipo centralizzato, effettuata tramite elaborazione (simulazione) con il compito di definire il profilo di tensione di tutta la rete; tale profilo rappresenta il riferimento per la regolazione secondaria; tale regolazione viene effettuata fuori linea su base previsionale.