BOLOGNA STAGIONE 2015/2016 Compagnia Scimone Sframeli La Personale di Bologna Foto di Paolo Galletta “Scimone e Sframeli: il solito miracolo” arena del sole - compagnia scimone sframeli 1 Franco Quadri, la Repubblica, 29 giugno 2009 D ei Premi Ubu Spiro Scimone - scrittore e autore - e Francesco Sframeli - regista e attore - scrive Anna Bandettini su la Repubblica: “sono una delle poche compagnie realmente indipendenti, che ha inventato una narrazione del presente, dell’io contemporaneo surreale e visionaria, forte di una rielaborazione in chiave originale delle esperienze letterarie e drammaturgiche che hanno segnato il Novecento, da Beckett a Pinter.” Definito “un genio visionario”, Spiro Scimone, tra i più originali nuovi drammaturghi del teatro italiano, grazie al suo linguaggio teatrale e alle geniali interpretazioni, taglienti ed ironiche, di un vero talento naturale qual è Francesco Sframeli (anche regista degli ultimi lavori), riesce a ridare vigore alla drammaturgia italiana contemporanea, acquistando sempre più una propria forza e autonomia di espressione. I loro spettacoli sono stati messi in scena in molti Paesi esteri e i testi sono stati tradotti in dieci lingue. La Personale di Bologna, comprende quattro spettacoli (dal 1994 al 2015), un laboratorio, un film e un incontro, attraversando così i temi, i linguaggi e le dinamiche di lavoro della Compagnia. La Compagnia Scimone Sframeli nasce nel 1994 dalla collaborazione artistica tra Spiro Scimone e Francesco Sframeli, entrambi messinesi, che spinti dalla necessità di ricercare nuovi linguaggi, mettono in scena l’opera prima Nunzio scritta da Scimone, in lingua messinese. Nunzio (premio IDI “Autori Nuovi” 1994 e Medaglia d’oro IDI per la drammaturgia 1995), si rivela tappa fondamentale del loro percorso artistico, grazie all’incontro con una delle figure più autorevoli del teatro contemporaneo, Carlo Cecchi, che ne cura la regia. Nel 1997 Scimone scrive Bar, interpretato insieme a Sframeli, con la regia di Valerio Binasco e la scenografia di Titina Maselli. Nello stesso anno Scimone e Sframeli vincono il Premio UBU, rispettivamente come “Nuovo Autore” e “Nuovo Attore”. Nel 1999 sono interpreti de La festa di Spiro Scimone (premio Candoni Arta Terme per la nuova drammaturgia 1997), con la regia di Gianfelice Imparato. L’opera nel 2007 viene messa in scena dalla Comédie Francaise al Théâtre du Vieux-Colombier di Parigi con la regia di Galin Stoev e l’anno dopo viene inserita nel programma della Stagione Culturale della Presidenza Francese dell’Unione Europea per essere rappresentata, insieme a Les Précieuses ridicules di Molière, nei paesi dell’Est appartenenti alla Comunità Europea. Nel 2003 la compagnia co-produce con il Festival d’Automne di Parigi, il Kunsten Festival des Arts di Bruxelles, il Théâtre Garonne di Tolosa e le Orestiadi di Gibellina, lo spettacolo Il cortile di Scimone (premio Ubu 2004 nuovo testo italiano), con la regia di Valerio Binasco. Nel 2006 Scimone scrive La busta che, con la regia di Sframeli, debutta al Festival di Asti (coproduzione del Teatro di Messina). Nel 2009 i due attori interpretano, insieme a Gianluca Cesale e Salvatore Arena, lo spettacolo Pali (premio Ubu 2009 nuovo testo italiano) scritto da Scimone e diretto da Sframeli, messo in scena con successo, in coproduzione con l’Espace Malraux Scène Nationale de Chambéry e Asti Teatro. Nel 2012 debutta Giù, testo di Scimone, regia di Sframeli e l’interpretazione dei due attori insieme a Cesale e Arena. Lo spettacolo (premio Ubu 2012 - miglior scenografia - a Lino Fiorito ) è prodotto dalla Compagnia insieme al Festival delle Colline Torinesi e al Théâtre Garonne di Tolosa.’ Amore è l’ottavo e ultimo testo di Spiro Scimone, che ha debuttato nel novembre 2015 con la regia di Francesco Sframeli. Scimone e Sframeli hanno diretto e interpretato il film Due amici (tratto dall’opera teatrale Nunzio) vincitore del Leone d’Oro come miglior Opera prima alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2002. francesco sframeli 2 spiro scimone arena del sole - compagnia scimone sframeli arena del sole - compagnia scimone sframeli 3 11 E 12 APRILE LABORATORI DELLE ARTI 12 APRILE, ORE 18 LABORATORI DELLE ARTI FARE TEATRO È COME FARE L’AMORE DUE AMICI un film di Spiro Scimone e Francesco Sframeli laboratorio condotto da Spiro Scimone e Francesco Sframeli Partecipazione gratuita riservata agli studenti dell’Università di Bologna previa selezione Q uando l’amore e il teatro si fanno con dei corpi vivi, fatti di carne e di anima, che per raggiungere il massimo del piacere si uniscono tra di loro con autenticità. Il corpo teatrale è quindi il tema del nostro laboratorio. Il corpo teatrale è il corpo dei personaggi che nasce con l’autore, ma che vive solo attraverso il corpo dell’attore durante la rappresentazione. Nella rappresentazione è indispensabile la presenza del corpo dello spettatore. La relazione e l’incontro tra questi tre corpi, autore, attore, spettatore è per noi il teatro. Spiro Scimone regia Spiro Scimone, Francesco Sframeli soggetto e sceneggiatura Spiro Scimone direttore della fotografia Blasco Giurato costumi Carolina Olcese aiuto regista Manolita Cipparrone musica originale Andrea Morricone montaggio Massimo Quaglia fonici Marco Tidu, Vito Martinetti direttore di produzione Andrea Nuzzolo produttore esecutivo Francesco Tornatore produzione Medusa Film realizzazione Sciarlò ingresso libero I l “Morandini” lo descrive come “un film ammirevole che sa conciliare gli opposti: la dolcezza e il forte senso della violenza e della morte della Sicilia; comicità e dramma; teatro e cinema”. I due amici sono Pino e Nunzio che vivono insieme nella periferia di una grande città. Il primo si mette “in viaggio” ogni volta che a casa arriva un cartoccio di pesci, il secondo lavora in una fabbrica di vernici ed è sempre alle prese con una macchina che non parte mai. I due comunicano pochissimo col mondo esterno, ma anche tra loro: quando lo fanno, i loro dialoghi sono sempre in dialetto messinese e se Nunzio si contraddistingue per una logica stringente che si oppone alle banalità quotidiane, Pino risponde seccamente allo scopo di infrangere la voglia di comunicare. Tutto precipita, perché se Nunzio si scontrerà con le illusioni dell’amore, Pino scoprirà che rinunciare ai “viaggi” potrebbe mettere a rischio la vita dell’amico. L’unico vero sostegno per un futuro incerto rimane l’amicizia. Leone del futuro “Luigi De Laurentis” miglior opera prima alla 59ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2002 Premio Isvema “Opera prima” del SNCCI nomination Miglior Opera prima 2002 ai premi: David di Donatello, Nastri d’argento, European Film Award due amici 4 arena del sole - compagnia scimone sframeli arena del sole - compagnia scimone sframeli 5 A 13 APRILE, ORE 21 ARENA DEL SOLE AMORE di Spiro Scimone regia Francesco Sframeli con Spiro Scimone, Francesco Sframeli, Gianluca Cesale, Giulia Weber scena Lino Fiorito disegno luci Beatrice Ficalbi regista assistente Roberto Bonaventura direttore tecnico Santo Pinizzotto realizzazione scena Nino Zuccaro relazioni esterne e comunicazione Rosalba Ruggeri amministrazione Giovanni Scimone Compagnia Scimone Sframeli, 2015 in collaborazione con Théâtre Garonne – Tolosa Dai, amore, dammi un bacio sulle labbra! Dammi un bel bacio sulle labbra!...(pausa) Come da giovani, amore... Come quando eravamo giovani, amore! more, subito accolta da un grande successo al debutto nel novembre 2015, è l’ottava commedia di Spiro Scimone, la quarta con la regia di Francesco Sframeli, l’ultimo spettacolo della Compagnia Scimone Sframeli. In scena due coppie: il vecchietto e la vecchietta, il comandante e il pompiere. Si muovono tra le tombe. La scena è infatti un cimitero. Il tempo è sospeso, forse, stanno vivendo l’ultimo giorno della loro vita. Dialoghi quotidiani e surreali, ritmi serrati che intercettano relazioni, attenzioni e richieste fisiche che celano necessità sul limite tra la verità e la tragedia del quotidiano. Scimone prosegue qui il suo percorso drammaturgico ai bordi dell’umanità, all’interno di non luoghi, dove i personaggi non hanno nome e dove l’Amore è una condizione estrema e, forse, eterna. Affina la sua ricerca “verso l’essenza del teatro, non perdendo mai il legame fra gli attori, il testo e il pubblico”. E afferma: “quando scrivo, cerco di immaginare a quali corpi e movimenti saranno destinate quelle parole. Non inseguo le facili provocazioni ma solo il teatro, nella sua verità e semplicità, attraverso un fondamentale lavoro di squadra”. A sua volta, Francesco Sframeli esalta “la leggerezza e il lavoro incessante come attore, nello scambio con gli altri tre interpreti, attraverso i quali si mette in scena la vita e la morte. Il teatro è come fare l’amore: se doni te stesso totalmente, è un’esperienza bellissima”. amore - foto di paolo galletta 6 arena del sole - compagnia scimone sframeli arena del sole - compagnia scimone sframeli 7 14 APRILE, ORE 21 LABORATORI DELLE ARTI 15 APRILE, ORE 21 ARENA DEL SOLE NUNZIO PALI di Spiro Scimone regia Carlo Cecchi con Francesco Sframeli, Spiro Scimone scena e costumi Sergio Tramonti disegno luci Domenico Maggiotti regista assistente Valerio Binasco assistente alle scene e costumi Chiara Lambiase Compagnia Scimone Sframeli, 1994 di Spiro Scimone con Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale, Salvatore Arena regia Francesco Sframeli scena e costumi Lino Fiorito disegno luci Beatrice Ficalbi regista assistente Roberto Bonaventura Compagnia Scimone Sframeli Espace Malraux Scène Nationale de Chambéry et de la Savoie Carta Bianca Projet Alcotra in collaborazione con Asti Teatro 31 D ue solitudini che convivono, due uomini ai margini della vita, entrambi incapaci di decidere del loro destino, l’uno sempre in giro per incarichi misteriosi – forse un killer – costretto ad ubbidire agli ordini di un invisibile mandante; l’altro dipendente dai medicinali e dall’immagine del Sacro Cuore, nel rifiuto di ammettere la malattia che lo sta uccidendo. Nunzio è un atto unico scritto in lingua messinese, costruito su un dialogo serrato e un’ossessione circolare, specchio fedele di una situazione senza uscite. O meglio:da cui non si vuole uscire, perché quel che si intravede al di là è solo un buco nero senza ritorno. L’idea della morte, mai nominata, è l’ideale punto d’incontro delle due solitudini dei protagonist, senza alcun patetismo però, anzi con una comicità agra e svagata, costruita sui corpi degli interpreti, clown privati di contesto e tesi verso un’apparente immobilità. È in quei corpi sempre consapevoli di esistere su una scena, nell’intimità della loro lingua, nella complicità dei loro gesti, che leggiamo una disperata volontà di resistenza umana. Premio IDI “Autori Nuovi” 1994 e Medaglia d’oro IDI per la drammaturgia 1995 P ali è un gioiello di perfezione teatrale, di precisione ed emozione dall’atmosfera beckettiana. Quattro personaggi, in fuga da una società sempre più emarginata, raccontano il vuoto, il disagio, le continue ingiustizie del nostro tempo… del nostro cattivo tempo. Urlano il malessere e lo scontento, raccontandoci i loro sogni infranti in un impasto linguistico di sorprendente maturità. Per salvarsi da un mondo saturo di egoismo, intolleranza e indifferenza questi idioti dell’oggi cercano rifugio sui Pali, per continuare a vedere ciò che tanti occhi fingono di non vedere più. Pali parla di ciò che ci distrugge, che distrugge la società in cui viviamo. Pali ci costringe a guardare il mondo con occhi diversi, a guardare la tragicità in cui siamo immersi e ad interrogarci. Ma come spiega Scimone “è anche un testo pieno di speranza, perché i nostri personaggi urlano il loro malessere perché non accada più, per dire a chi nella vita non trova un palo, di reagire, di non affogare”. Corpi lingua, corpi vivi di linguaggio, ritrovano così il piacere e il gusto di sentirsi liberi, ritagliandosi un loro luogo ideale, intriso di atmosfere irreali e paradossali. Con l’occhio sospeso tra il circo e l’apologo metafisico, scrutano, denunciano senza alcuna fede in un cambiamento: non resta loro che prendere distanze e precauzioni, mentre dall’alto di un quadro scenico coloratissimo lo snodarsi del racconto coinvolge spettatori plaudenti e divertiti. “Uno spettacolo di un’ora scarsa, eppure intenso e metaforico, malinconico e divertente, tra luoghi comuni citati ironicamente e allusioni surreali, per ridere ovviamente amaro, se tutto può diventare simbolico dei mali di un paese che ben conosciamo.” Paolo Petroni, Corriere della Sera, 4 dicembre 2009 Premio Ubu 2009 come Miglior testo italiano nunzio - foto di andrea coclite 8 arena del sole - compagnia scimone sframeli arena del sole - compagnia scimone sframeli 9 16 APRILE, ORE 21 LABORATORI DELLE ARTI sembra conservarsi una possibilità di sopravvivere, nella soppressione dell’azione che invece ha uno sviluppo violento al di fuori. Cuore drammaturgico di Bar è l’hic et nunc, la situazione che si realizza sulla scena, il rapporto fra due umanità straniere l’una all’altra che si scoprono capaci di solidarietà. Di Bar ha scritto Rodolfo Di Giammarco su la Repubblica: “Un piccolo e duraturo capolavoro di teatro dell’ossessione comica e della drammaturgia emotiva”. BAR di Spiro Scimone regia Valerio Binasco con Francesco Sframeli, Spiro Scimone scena Titina Maselli regista assistente Leonardo Pischedda Compagnia Scimone Sframeli, 1997 Premio Ubu 1997 a Spiro Scimone ”Nuovo Autore”; Premio Ubu 1997 a Francesco Sframeli ”Nuovo Attore” B ar spia i quattro giorni cruciali della vita di due uomini: il barista Nino e il disoccupato Petru, che hanno scelto un luogo pubblico per nascondersi al resto del mondo. Ciascuno nutre motivazioni diverse e ignora quasi tutto dell’altro, del mondo, perfino di sé. Ma in questo bar si vede e si vive soltanto il retro, anzi, soltanto un muro contro il quale i due uomini sembrano schiacciati insieme ai pochi oggetti presenti: il bidone della spazzatura e qualche cassa di bibite, una radio portatile. Fissati al loro destino di perdenti, in attesa della svolta che non arriva mai, che forse arriverà domani, di sicuro arriverà domani. Arrampicandosi su una scala è possibile osservare quel che accade di là, il mondo indecifrabile e ostile che sta all’esterno. Il mondo dei due è di qua, in questo retrobottega della vita. Di qua soltanto AL TERMINE DELLO SPETTACOLO Incontro con Spiro Scimone e Francesco Sframeli coordina Gerardo Guccini bar - foto di daniela capalbo 10 arena del sole - compagnia scimone sframeli arena del sole - compagnia scimone sframeli 11 I LUOGHI Arena del Sole, Via Indipendenza 44, Bologna Laboratori delle Arti, Piazzetta Pasolini 5/b, Bologna BIGLIETTERIA Per gli spettacoli Amore e Pali: Arena del Sole: tel. 051.2910910, dal martedì al sabato ore 11-14 e 16.30-19. Biglietteria telefonica: 051.656.83.99 (dal martedì al sabato ore 10-13). Prevendita biglietti on-line su www.vivaticket.it e in tutti i punti vendita indicati sul sito. Vendita biglietti presso il teatro da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo. Prezzi da 8 a 25 euro e riduzione 50% per i possessori dei biglietti di altri spettacoli della Personale di Scimone e Sframeli. Per gli spettacoli Nunzio e Bar: Laboratori delle Arti: info tel. 346 7488548 nei giorni feriali dalle ore 15 alle ore 17; nelle giornate di spettacolo dalle ore 15 ad inizio spettacolo. Prevendita biglietti on-line su www.vivaticket.it e in tutti i punti vendita indicati sul sito. Vendita biglietti presso Laboratori delle Arti a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo. Prezzi: euro 10 intero; euro 5 ridotto (studenti dell’Università di Bologna su presentazione di tesserino o libretto universitario, youngERcard, over 60 e possessori dei biglietti di altri spettacoli della Personale di Scimone e Sframeli). www.arenadelsole.it www.dar.unibo.it/it/ricerca/centri/soffitta/2016/teatro/corpi-eloquenti