Angelica Trenta SINTESI TESI: Religione e politica : Jürgen Habermas e i suoi critici La mia ricerca intende indagare le odierne questioni emergenti dal ripensamento del rapporto tra religione, politica e filosofia nello Stato liberal-democratico alla luce delle più recenti riflessioni riguardo l'evolversi di una società definita come “post-secolare”. Dall'interno di una tale società verranno indagate le relazioni fra cittadini credenti e cittadini laici, le problematiche relative all'obbligo di traduzione delle ragioni religiose in un linguaggio laico da cui deriverebbe l'onere cognitivo asimmetrico gravante sui cittadini di fede, i confini fra fede e sapere, le differenti interpretazioni che sono state date del 'principio di neutralità', le distinzioni fra ragioni laiche, ragione 'secolarista' e ragioni religiose. L'attenzione sarà inizialmente posta sulla rivalutazione che delle ragioni di tipo religioso deve essere compiuta alla luce di quel fenomeno di “rinascita”1 che le vede protagoniste nella richiesta di ottenere sempre maggiore influenza e considerazione nello spazio pubblico di uno Stato liberale. Tale processo sembra essere in atto nelle società occidentali nelle quali il fenomeno della religione, anziché dileguarsi gradualmente – come la teoria della secolarizzazione maggiormente seguita nella prima metà del Novecento e oltre ipotizzava – sembra vivere un florido periodo di 'rivitalizzazione' e rivendicazione, anche nel pubblico dibattito, delle proprie ragioni. La sfida si presenta dunque nella forma di una rivalutazione, nel mondo occidentale, della religione che renda però giustizia di quella problematica che Habermas riconduce alle riflessioni rawlsiane: la possibilità che la società mondiale multiculturale sia in grado di proseguire verso una specificazione funzionale delle tradizioni e delle comunità religiose che ne preservi l'influenza pubblica ma che nello stesso tempo non pregiudichi la politica, il diritto e la legittimazione laica o “freestanding” tipica delle società occidentali2. Una società che viene definita da più autori, sociologi e filosofi, come post-secolare può avere tra i suoi molteplici significati quello di una società nella quale ci si deve abituare a convivere con il “persistere della religione”3 dopo il quasi unanime abbandono – o quantomeno una profonda revisione da parte degli specialisti – del paradigma classico della secolarizzazione4. In questa ricerca si intendono presentare le possibili risoluzioni proposte da vari autori alle problematiche derivanti dunque dal rinnovato protagonismo delle ragioni e pretese religiose nella società post-secolare, quali, come sottolinea Habermas, i rinascenti conflitti di natura etica e religiosa nell'attuale situazione di pluralismo culturale caratterizzante le società moderne occidentali. L'analisi del pensiero di Habermas a riguardo non può prescindere da quel clima di aperta discussione e dibattito che il filosofo tedesco ha intessuto nei decenni con gli interlocutori e critici del suo pensiero, dibattito che è giunto negli ultimi anni a creare un panorama di interscambio comunicativo su queste tematiche che accomuna le riflessioni di sociologi, filosofi e teorici politici non solo del mondo occidentale. A tale proposito ho elaborato nella mia tesi un'adeguata presentazione e sistematizzazione del pensiero di alcuni di questi autori in riferimento al dibattito aperto con Habermas attraverso le linee di un dialogo che si snoda intorno ad alcune tematiche principali: la volontà di un ripensamento dei confini di fede e sapere, filosofia e religione; l'analisi del discorso sulla cosi detta “rinascita della religione” a partire anche da un'attenta rivisitazione della teoria della secolarizzazione; le caratteristiche della società post-secolare come 1 HABRMAS J., La rinascita della religione: una sfida per l'autocomprensione laica della modernità, in Religione e politica nella società post-secolare, FERRARA A. (a cura di), ed. Meltemi, Roma 2009, p. 28. 2 Ivi, p. 33. 3 HABRMAS J., I fondamenti morali prepolitici dello stato liberale, in Etica, religione e stato liberale, Morcelliana, Brescia 2005, cit., p. 32; esistono diverse edizioni di questo dialogo: Ragione e fede in dialogo, Marsilio, Venezia 2005; Fondamenti pre-politici dello Stato di diritto democratico? in Tra scienza e fede, Laterza, Roma-Bari 2006. 4 HABRMAS J., La rinascita..., cit., p. 25. 1 caratterizzanti il clima culturale interno agli stati liberali; la rivalutazione dei potenziali cognitivi e di senso insiti nella religione e i limiti di un loro utilizzo all'interno dello Stato democratico liberale; la definizione di ragione “laica” come quella ragione in grado di esprimersi in un linguaggio “universalmente accessibile”; il proporre, da parte del filosofo tedesco una linea o soglia che divida lo spazio pubblico dello Stato in due zone distinte: quella pubblica generale – come spazio in cui gli ordinari cittadini possono avanzare pretese e rivendicazioni anche in un linguaggio religioso –, e quella più ristretta istituzionale e formale – sfera in cui vengono prese decisioni vincolanti tutti i cittadini di uno Stato – che deve essere scevra da contributi e riferimenti formulati in un linguaggio religioso e/o laicista. La mia ricerca intende dunque offrire una lettura il più possibile completa riguardo lo sviluppo del pensiero di Jürgen Habermas nei confronti del fenomeno della religione, dei suoi rapporti con la filosofia e con le questioni inerenti più in particolare il rapporto fra politica e religione considerando dunque le sue teorie a riguardo nel contesto di un serrato confronto con le opinioni e critiche degli autori e critici con cui maggiormente dialoga. 2