DELLE www.corrierecomunicazioni.it n°15. 3 ottobre 2011 [email protected] Ict à Alleanza usa-ue per le reti «intelligenti» Sgcg e Nist puntano sullo standard unico L’ente europeo Sgcg (Smart Grid Coordination Group) e l’americano Nist (National Institute of Standards and Technology), entrambi impegnati allo sviluppo di standard operativi per le smart grid hanno annunciato un accordo in nome della messa a punto di un protocollo “universale”. Il progetto riguarderà architetture di à NEWS POLITICHE PER L’ECO-SOSTENIBILITÀ rete e dispositivi e relative certificazioni e i test. “Questa collaborazione ci aiuterà a evitare di dover inventare la ruota due volte”, commenta George Arnold, coordinatore per l’interoperabilità delle Smart Grid al Nist. L’obiettivo è offrire al mercato un vademecum per progettare apparecchi e infrastrutture funzionanti sui mercati europeo e americano. I due enti hanno stabilito di instaurare uno scambio continuo di informazioni per coordinare gli sviluppi tecnologici e normativi. 31 Enel scommette sulla trasparenza online. La società ha lanciato - prima in Italia - il progetto «Open Data» che rende disponibili i dati del bilancio compreso quello di sostenibilità Eurotech, commessa usa in nome delle smart grid Appalto da 1,7 milioni di dollari Eurotech si è aggiudicata una commessa da 1,7 milioni di dollari per la fornitura del router cellulare ZyWan ad una società americana di fornitura di energia elettrica con oltre due milioni di clienti. L’ordine, in consegna entro la fine del 2011, supporterà le iniziative di smart grid della società per connettere in modalità wireless i contatori intelligenti delle utenze industriali e domestiche ed abilitare attività di controllo, supervisione e acquisizione dati (Scada). “Le utility che si impegnano a fornire energia elettrica attraverso una smart grid devono poter contare su sistemi robusti e performanti in grado di abilitare trasmissioni dati sicure e affidabili - sottolinea Greg Nicoloso, Ceo di Eurotech in Nord America - I router ZyWan di Eurotech aiutano le utility a trasformare in realtà le iniziative di smart grid”. Turbo-chip a basso consumo Stand-by di oltre 10 giorni: prestazioni record con il nuovo Haswell di Intel zienda, pur specificando che non è detto che il progetto porti ad un vero e proprio prodotto, puntualizza che i risultati della ricerca potrebbero portare all’integrazione di circuiti con tensione prossima alla soglia in una vasta gamma di prodotti futuri, mARIOSETTE Un processore “rivoluzionario”, capace di aumentare eccezionalmente la durata delle batterie dei mobile pc, in particolare di quelli della categoria “ultrabook”. Questa la à à Il debutto nel 2013 Intanto tutto pronto per Ivy Bridge Il target sono gli ultrabook, i pc always-connected nuova sfida annunciata da Intel in occasione del Developer Forum di San Francisco che ha fatto da palco anche all’annuncio della nuova alleanza con Google. Haswell il nome del processore, erede dell’Ivy Bridge di cui ricalca l’architettura a 22 nanometri, che farà il suo debutto sul mercato nel 2013 e che garantirà una durata della batteria in stand-by di oltre 10 giorni. In pratica, stando ai primi calcoli un processore Haswell dovrebbe permettere una riduzione dei consumi energetici in standby nell’ordine del 30% rispetto a un Core i5. E la batteria potrebbe consentire di lavorare per 24 ore con una sola carica. “Le innovazioni a livello di tecnologia del silicio e progettazione della piattaforma ridurranno il consumo energetico della piattaforma in stato di inattività di oltre 20 volte, rispetto ai design attuali, senza compromettere le prestazioni di elaborazione”, ha annunciato il presidente e ceo di Intel Paul Otellini. “Queste innovazioni contribuiranno a rendere disponibile un computing di tipo always-on e always-connected, in cui gli ultrabook rimarranno connessi anche in modalità standby”. Da parte sua Mooly Eden, Vp e General Manager del Pc Client Group di Intel ha aggiunto che “era dall’introduzione della tecnologia Intel Centrino più di 8 anni fa che non assistevamo a una tale trasformazione radicale del personal computing. I dispositivi attuali stanno offrendo agli utenti un’esperienza di personal computing che non hanno mai sperimentato riducendo il consumo energetico di cinque volte o più ed estendendo le capacità always-on a una più ampia tipologia di dispositivi di elaborazione. Tecnologie come questa innalzano l’obiettivo degli Intel Labs di ridurre il consumo di energia computazionale di fattori compresi tra 100 e 1000 volte. In attesa delle tecnologie “future” è stato intanto annunciato il prossimo debutto (entro fine anno) della tecnologia Ivy Bridge a 22 nm che insieme con i transistor tri-gate 3D consentirà di velocizzare l’innovazione degli ultrabook. paul otellini il presidente e ceo di Intel sul palco del Developer Forum 2011 à prima d’ora, ma non ci fermeremo qui. Sappiamo che la gente desidera e pretende di più dai computer. Ecco perché abbiamo sfidato noi stessi per rendere gli ultrabook i dispositivi più flessibili, completi e soddisfacenti”. Guardando ancora oltre nel futuro, Otellini prevede che l’innovazione delle piattaforme a livello energetico raggiungerà livelli oggi difficili da immaginare. I ricercatori Intel hanno creato un chip che consente a un computer di avviarsi utilizzando una cella ad energia solare delle dimensioni di un francobollo. Denominato Near Threshold Voltage Core, questo chip sposta i limiti della tecnologia dei transistor, portando il consumo di energia a livelli incredibilmente bassi. L’a- Co2, web company poco trasparenti Solo Apple, eBay e Akamai comunicano i livelli di emissioni Le web company non sono “trasparenti” in materia di consumi energetici e impatto ambientale: lo sostiene un’indagine a firma della società di analisi indipendente Verdantix. Il report “Carbon strategy benchmark: Internet sector” valuta le strategie in materia ambientale e energetica dei 14 maggiori gruppi mondiali di Internet e del social networking, ovvero le cinesi Alibaba, Baidu e Tencent insieme a Akamai, Amazon, Apple, eBay, Expedia, Facebook, Google, Netflix, Priceline, Salesforce e Yahoo!. Secondo lo studio, Akamai, Apple e eBay sono i migliori della classe, perché molto più dei loro concorrenti si occupano di migliorare l’efficienza energetica delle loro aziende e svelano con chiarezza la CO2 generata. Salesforce sta andando nella giusta direzione, comunicando le riduzioni di gas serra ottenute grazie ai servizi cloud. Al contrario Amazon ha respinto le richieste degli azionisti di essere più trasparente sulle proprie emissioni di gas serra. Anche Expedia e la compagnia cinese Tencent sono tra gli ultimi della classe da questo punto di vista. Solo quattro delle 14 aziende considerate nello studio– ossia Akamai, Apple, eBay e Google – svelano le emissioni di gas serra dai propri data center a livello globale, secondo Verdantix, e Google lo fa tra l’altro solo dalla scorsa settimana, quando ha reso noto di aver generato 1,46 milioni di tonnellate di biossido di carbonio nel 2010 (si veda altro articolo in pagina(. Gli analisti affermano inoltre che nessuna delle 14 major di Internet considerate nello studio investe per ottenere una certificazione da un analista indipendente. Patrizia Licata MAXI BOLLETTA 41 grattacieli di energia per Google Google ha finalmente rivelato uno dei segreti finora più gelosamente custoditi dal gigante del web: quanta energia elettrica consuma per organizzare tutte le informazioni della Rete. Urz Hoelzle, uno dei vice presidenti dell’azienda, in un post sul suo blog ha spiegato che per far funzionare la sua struttura, nel 2010 Google ha impiegato 2,26 miliardi di kilowattora di elettricità, l’equivalente dell’energia necessaria a 200mila abitazioni o all’elettricità usata da 41 grattacieli tipo Empire State Building nell’arco di un anno. Google ha anche emesso 1,46 milioni di tonnellate di anidride carbonica, equivalenti a quelle di 70mila individui. Sebbene si tratti di cifre enormi, Google ha fatto notare che i suoi centri dati consumano circa la metà della media del settore e che le cifre si riferiscono anche ai consumi delle strutture che ospitano i 29mila dipendenti dell’azienda. In un mese - ha affermato Urz Hoelzle- i server di Google usano meno energia, per utente, di una lampadina lasciata accesa per tre ore. “Stiamo investendo risorse per creare 1,7 Gw di energia rinnovabile, l’ equivalente di quella necessaria per far funzionare oltre 350mila case”.