I colori Del risveglio
Pasquale Viggiani
I colori
Del risveglio
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Verso la fine dell’inverno, quando i colori della campagna
lambiscono le periferie cittadine e prugnoli e biancospini
diffondono il loro candore, il giallo dei ranuncoli in fiore e dell’ acre
senape selvatica incornicia, sulle rive, i campi di frumento.
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ranno il grigiore dell’aria.
Solitari, come in primula e in favagello, o a
gruppi, come in cime di stellaria o in racemi
di veronica o in capolini di trifogli, i fiori delle varie specie sprigionano colore e profumi.
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Ma già prima che l’inverno entri nel nuovo
anno la calendula conforta le giornate uggiose con le sue cangianti ligule arancioni
raccolte in capolini, e presto, a cavallo tra
gennaio e febbraio, anche i colori dei primi
timidi fiori di altre erbe selvatiche mitighe-
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I candidi fiori bianchi
Finito che sia gennaio, o anche qualche tempo prima nelle zone più meridionali, cominciano a fiorire i racemi di billeri (Cardamine
hirsuta), borsapastore (Capsella bursa-pastoris) e draba (Erophila verna). Tutte e tre queste specie appartengono alla stessa famiglia:
le Crucifere , così dette per avere la corolla
dei fiori formata da quattro petali liberi disposti a croce. Si tratta di piantine piccole (l’
ultima specie è alta solo pochi centimetri!),
con le foglie principali adagiate sul terreno in
forma di rosetta e i fiori piccolissimi, eppure
molto evidenti per il loro colore bianco.
Piccoli sono anche i fiorellini bianchi della
margheritina (Bellis perennis), con i petali
saldati a mo’ di ligule, che fanno da corona
ad altri fiorellini (gialli), ancora più piccoli,
dello stesso capolino. Anche la margheritina
è alta pochi centimetri ed ha le foglioline disposte in rosetta appressata al terreno.
Abbastanza sviluppate sono, invece, le piante di stellaria (Stellaria media), presenti praticamente durante tutto l’anno, con i fusti
adagiati sul terreno e i candidi fiorellini cimosi con 5 petali smarginati ed accolti da
5 sepali disposti come le punte d’una stella.
In marzo la falsa ortica bianca (Lamium
maculatum), così detta per le foglie rugose
come quelle dell’ortica, e il profumato narciso (Narcissus tazetta) si aggiungono alle
specie precedenti per incrementare copiosamente il colore bianco della vegetazione.
Silene è una cariofillacea
e la corolla è costituita da 5 petali
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Silene vulgaris
Stellaria media
Particolare dei semi (Acheni)
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Piante di composite
in disseminazione
Silybum marianum
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Capolino di tarassaco in disseminazione
(semi con pappo a forma di paracadute)
e particolare (in basso)
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Bellis perennis (Composita). Il capolino è composto
da fiori ligulati (bianchi) e tubulosi (gialli) al centro
Silybum marianum (Composita).
Capolino formato solo da fiori tubulosi
Calendula
Taraxacum (Composita).
Il capolino è composto solo da fiori ligulati gialli
Racemo, infiorescenza tipica delle crucifere. Formata da un asse principale
sul quale sono inseriti fiori peduncolati con 4 petali disposti a croce
Capsella bursa-pastoris
Il giallo dominante
Tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera il colore predominante della vegetazione spontanea è il giallo.
Già in febbraio la primula (Primula vulgaris) e la
buglossa gialla (Nonea lutea) timidamente colonizzano gli anfratti più appartati sfruttando anche
la minima disponibilità di terreno smosso e i loro
fiori sono ben visibili nella vegetazione ancora
succube dei rigori invernali.
La primula, detta anche “primavera” è la pianta
che annuncia, forse più di ogni altra, la imminente
fine dell’inverno ed è così detta proprio perchè è
fra le prime specie a fiorire nel corso dell’anno.
La buglossa ha i fiorellini raccolti in cime, all’apice
della pianta, che spesso assumono caratteristiche
forme a coda di scorpione.
Tipico componente della flora in fiore di questo periodo è il soffione (Taraxacum officinale), con grossi
capolini formati da lunghe ligule, portati da esili, lunghi, cilindrici, lattiginosi e lisci peduncoli senza foglie.
Dalla fine di febbraio e per tutto il mese di marzo
ed oltre imperversano i gialli ranuncoli dai fiori
solitari. Primi ad apparire sono i fiori del lucido
favagello (Ranunculus ficaria), dalle corolle splendenti di numerosi petali. Seguono, o spesso fioriscono contemporaneamente a questa specie, numerosi altri ranuncoli, con foglie rugose e pelose,
come il ranuncolo bulboso (R. bulbosus) o quello
strisciante (R. repens).
In marzo compaiono anche i fiori del gigaro, mol-
to piccoli, disposti su spighe che portano alla sommità fiorellini maschili e alla base, separati da un
anello di filamenti rivolti verso il basso, fiorellini
femminili. L’intera spiga è avvolta da una brattea
che forma un cono intorno ad essa. Nel cono si
svolgono spesso piccoli drammi con protagonista
la morte degli insetti che, attirati alla base del cono
dai nettari, non riescono più a fuoriuscire perché
impediti dall’anello di filamenti che separa sulla
spiga i fiori di sesso opposto.
E tra i fiori gialli non può mancare la senape selvatica che inizia la fioritura in questo periodo,
anch’essa appartiene alla famiglia delle crucifere
che adesso i botanici chiamano Brassicacee per
fare onore alla congrega del cavolo!
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Taraxacum (Composita).
Il capolino è composto solo da fiori ligulati gialli
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Chrysanthemum coronarium
Sinapis arvensis
Fiore di Ranunculus ficaria,
è una Ranuncolacea (attinomorfo)
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Potentilla
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Calendula
Primula
Helminthotheca echioides
Fiore di Ranunculus ficaria
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I romantici fiori viola
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Tra le prime piante fiorite che si incontrano
nell’anno nuovo sono molto amate ed ammirate
le violette (Viola hirta). Lungo i muri o sui cigli
delle strade non molti anni fa costituivano tappeti fioriti, come drappi policromi, molto ricercati
come omaggi floreali, simboli di dolci ricordi e
di fedeltà fra gli innammorati. Si tratta di piante
minuscole che formano fiori solitari con corolla a
5 petali viola spesso striati.
In febbraio fiorisce, in corolle tubulose disposte in fogliosi racemi, anche l’erica carnicina
(Erica carnea) che forma soffici tappeti “in
ogni dove”, dalle dune marittime alle alte vallate, dalle brulle brughiere alle ombrose pinete.
Caratteristici nel portamento sono anche i capolini sferici del trifoglio violetto (Trifolium
pratense), dai lunghi e delicati peduncoli.
Con l’aumentare della temperatura, nel mese
di marzo, le rive dei fossi di campagna, ma anche i prati in città si arricchiscono di nuove
specie come, per esempio, la salvia selvatica
(Salvia pratensis) e la bocca di leone (Antirrhinum majus): i loro fiori hanno petali saldati
in un tubo con all’estremità due evidenti labbri colorati. I fiori della salvia sono raccolti
in scarne spighe fogliose e il labbro superiore della corolla è conformato in modo tale da
sembrare un elmo dal quale sporge lo stimma
dell’ovario a mo’ di lingua serpentina.
La bocca di leone sfoggia un fiore dalla nota
e particolare forma con due evidenti labbri
purpurei che da bambino mi divertivo a divaricare ritmicamente, come fosse un giocattolo, con una lieve pressione delle dita alla base
della corolla.
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Salvia: appartiene alla famiglia Labiate ed ha il calice
bilabiato. Il tubo basale saldato termina alla sommità
con 2 labbri, uno superiore ed uno inferiore
Viola arvensis
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Labiate
Glechoma hederacea dai tipici fiori viola
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I magici fiori azzurri
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Nei primi tre mesi dell’anno il colore azzurro dei fiori è quello delle veroniche (Veronica spp.) e della borragine (Borago officinalis).
Le veroniche sono piante per lo più adagiate sul terreno, con fiorellini raccolti in fogliosi racemi. Il colore, un intenso azzurro
o un ceruleo sgargiante, rende questi fiori particolarmente amati e le striature più
chiare sul colore di fondo li rendono simili
all’iride dell’occhio, tanto che qualche specie è chiamata comunemente, in molti luoghi, Occhi della Madonna.
I fiori di borragine, fra i più belli esistenti
in natura e raccolti in ariose cime, sono a
forma di stella, con i 5 lobi corollini alternati ai 5 sepali del calice ricoperti di peli
argentati (tutta la pianta è ricoperta di peli
semiurticanti).
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Borago officinalis
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Lamium amplexicaule
Lamium orvala
Silybum marianum
Lamium spp.
Lamium, appartiene alle Labiate ed ha il calice attinomorfo. Il calice è saldato in un tubo basale che porta
alla sommità 5 denti più o meno uguali fra loro
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Prunella vulgaris
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Leguminose in fioritura
Symphytum officinale
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Lamium purpureum
Fioritura nelle saline di Manfredonia
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VALLEPICCIOLA è una realtà nel Chianti in via
di rapida evoluzione, e sarà composta da:
• Moderna cantina in costruzione (completamento
finale per la primavera del 2016). Dotata
dell’impiantistica e flusso della produzione piu’
moderna sul mercato, garantisce un isolamento
termico ideale (essendo incassata nella collina), ed
ampi spazi.
• Sessanta ettari di vigna piantata da 3/5 anni, con
altri potenziali 40 che si dovrebbero aggiungere entro
breve.
• piu vitigni,capeggiati dal classico Sangiovese che
hanno dimostrato un perfetta adattabilità al nostro
habitat
Papavero
• Consulenza tecnica del nostro amico agronomo –
enologo Riccardo Cotarella.
La sparuta rappresentanza dei fiori rossi
Ma il rosso dei fiori è solo all’inizio della sua stagione. Presto invaderà la scena
floristica...e adonidi e papaveri, che fra
breve fioriranno, spargeranno il loro calore per l’aria facendo presagire già l’afosa e
torrida estate cittadina.
Già dalla metà di febbraio qualche fiore
rosso si affaccia nel firmamento vegetale e,
senza dubbio, quelli più appariscenti sono
i fiori solitari dell’anemone (Anemone coronaria), sottesi da brattee fogliacee sfrangiate, formati da 5 petali acuti, ricoperti di
una cortissima peluria sericea e racchiudenti moltissimi stami dal colore bluastro.
Alla fine di questa breve rassegna, verso
la fine di marzo, appaiono le frondose spighe della falsa ortica rossa (Lamium purpureum) colme di fiori, anch’essi, come le
bocche di leone, con le corolle saldate in
due labbri.
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La sfida è di offrire al mercato, a partire dal
2016/2017, sette diversi tipi di vino di alta qualità.
Dai ricordi delle molte
estati passate in infanzia
nelle vigne dei nonni
paterni, è nata l’idea
di creare dal niente
un’azienda vinicola.
Dalle decadi da
imprenditore è nata
la determinazione ad
attuarla, con la
disciplina ed i
fondamentali di
modernità che i tempi
domandano.
Confidiamo che le risorse, l’attenzione, la determinazione, la professionalità che stiamo tutti dedicando a
questo progetto portino ai risultati che ci siamo fissati.
Speriamo veramente che il nostro progetto abbia il
Vostro apprezzamento, e che raggiunga l’obiettivo di
suscitare il Vostro interesse sull’evoluzione dinamica
dell’Azienda Vinicola VALLEPICCIOLA.
Grazie,
Bruno Bolfo
Società Agricola VALLEPICCIOLA S.R.L.
CASTELNUOVO BERARDENGA (SI) - Italia
Tel. +39.0577.357539
Fax +39.0577.357525
www.vallepicciola.com
[email protected]