Origine
dell’olivo
la diffusione
dell’ olivo nel
Mediterraneo
Curiosità
L’olivo più
antico d’Europa
Istituto Comprensivo “Olcese” Roma
Classe IIA
La zona di origine dell'olivo va con ogni
probabilità ricercata in Asia Minore.
Attraverso i vari popoli mediterranei, si è
diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo.
Infatti da queste regioni l'olivicoltura si
sarebbe estesa in principio verso
l'Anatolia e le isole Egee.
Creta nel 3000 a.C.
esportava olio d'oliva in
Egitto. Alcuni rametti
fossilizzati di ulivo sono stati
ritrovati in tombe egizie
risalenti a più di 4000 anni fa.
I Fenici, preceduti da non ben definiti popoli di navigatori anatolici introdussero la coltura
in Grecia (in Italia e probabilmente nella Spagna e nella Francia meridionali; ma furono i
Greci che intorno al IV secolo a.C. la incrementarono nelle colonie della Magna Grecia e la
diffusero ulteriormente in tutte quelle regioni mediterranee che avevano in loro il maggiore
referente culturale.
Nel periodo dell’Impero Romano l'ulivo conosce uno dei suoi maggiori momenti di gloria
estendendo il suo areale fino a raggiungere zone, in cui fino a quel momento, anche a causa del
clima sfavorevole la sua coltivazione era stata marginale o inesistente. Non è noto il contesto in
cui le popolazioni berbere dell'Africa settentrionale hanno appreso l'arte di innestare gli
olivastri
Nel Nuovo Mondo, infine, gli ulivi sono stati introdotti subito dopo la scoperta alla fine del XV
secolo. Le prime piante d'ulivo arrivarono alle Antille dal porto di Siviglia dopo la scoperta del
Nuovo Mondo.
Vicino a Roma è tuttora presente un gigantesco
albero di ulivo che è stato considerato il più vecchio
d’Europa. Con esami scientifici si è stabilito,
attraverso l’esame del Carbonio C14, che la data di
nascita di questo esemplare risale addirittura ai tempi
del quarto re di Roma.
In antichità l'ulivo era considerato un albero
immortale. Questa associazione deriva dal fatto che
il legno dell'ulivo ha una particolare resistenza al
decadimento organico. Se il fusto centrale muore,
l'ulivo sfrutta la sua grande capacità di riprodursi in
una nuova pianta, che nascerà dal "colletto" posto
alla base del tronco.
In Italia, oggi, ci sono circa seimila frantoi. Gli
impianti di trasformazione delle olive, sono dislocati
un po’ per tutta la penisola, tranne alcune regioni
dell'arco alpino e della pianura padana....ma la
maggior parte di essi sono nel Mezzogiorno d'Italia
dove si produce quasi l'ottanta per cento della
produzione olivicola nazionale.
Dopo l’introduzione dell’ulivo nel nuovo mondo , alla
fine del xv secolo , si è diffusa la coltivazione dell’ulivo,
al giorno d’oggi si osservano uliveti in Messico, Perù,
California, Cile e Argentina.
In Italia, a Gabbro in provincia di Livorno è stato
trovato un fossile del Miocene Superiore, a
Mongardino delle foglie d'ulivo fossilizzate e nei
villaggi di Torre a Mare e di Fasano resti di noccioli
d'oliva in insediamenti primitivi.
Altri fossili di ulivo pliocenici sono
stati rinvenuti a Relilai in Africa e
noccioli di ulivo fossilizzati in
Etiopia.In Italia, oggi, ci sono circa
seimila frantoi.