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Cari Amici,
la rabbia sta invadendo sempre piú la mente, il cuore e la vita delle persone.
Si vede in giro sempre piú gente arrabbiata, scontenta, nervosa, agitata; in
casa, sul lavoro, nelle vacanze, nelle riunioni, durante il pranzo, quando si va a
letto, per ogni stupidaggine ci si arrabbia, ci si offende, si rompono i piú bei
rapporti interpersonali e di amicizia. La rabbia è un vero e proprio veleno per
la mente e per la vita. Anche se a volte essa è impossibile da soffocare,
almeno proviamo a controllarla e ad incanalarla per poi farla uscire da noi.
Non é difficile, anzi è facile. E come si fa? Ecco alcuni suggerimenti.
La rabbia bisogna saperla riconoscere.
Il primo passo per controllare la rabbia è capire da dove essa nasce e
perché si è arrabbiati. Per questo occorre, prima di tutto, essere onesti con
se stessi. Chi al contrario (quando è arrabbiato) nega di essere arrabbiato
non fa altro che potenziare la rabbia, andando incontro a esplosioni di
rabbia incontrollata oppure ad implosioni cioè a tenersi dentro una rabbia
repressa.
E questo è altrettanto pericoloso e controproducente.
Bisogna evitare giudizi affrettati, quando si è arrabbiati.
Troppo spesso, quando ci si trova di fronte a un'altra persona, si tende a
esprimere giudizi frettolosi e superficiali. Bisogna, invece, riflettere prima,
soprattutto se non si conosce bene l’altra persona. I propri giudizi dettati
dalla rabbia bisogna sempre rimetterli in discussione.
Scaricare la tensione.
Quando si sta avvicinando uno scoppio di rabbia, l'ideale è scaricare la
tensione. E come? Uscendo di casa e cominciando a camminare, in modo
da distrarre la mente e allontanarsi il prima possibile dalla situazione che
ha creato la tensione.
Essere obiettivi.
Uno dei modi migliori di tenere la rabbia sotto controllo é guardarsi da
fuori, o da lontano, o dall’alto. A creare la rabbia, infatti, é soprattutto la
tendenza a concentrarsi sul proprio disagio e a ingigantirlo. Per questo
può essere utile guardare le cose da lontano, per capire che magari si sta
esagerando un po'.
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Diventare ambidestri.
Un recente studio condotto in Gran Bretagna, ha dimostrato che per
allenare il cervello all’autocontrollo basta utilizzare due
o tre volte al giorno la mano non dominante (cioè quella sinistra, per i
destri; e la mano destra per i mancini). In questo modo si impara a
controllare il proprio lato più istintivo, nel quale nasce anche lo scoppio di
rabbia.
Fermarsi un attimo.
Prendersi una pausa quando la rabbia sta salendo al cervello può aiutare a
stemperare la tensione e in qualche caso a lasciar correre. Quindi se
qualcuno si arrabbia mentre guida, non deve far altro che accostare,
spegnere la vettura e respirare profondamente. Se si irrita al lavoro, può
fare una pausa e prendere un po' d'aria prima di rispondere male al suo
capo. Se si arrabbia in casa, puó andare nell’altra stanza e accendere la
televisione o sentire musica classica.
Rifugiarsi nel luogo del cuore.
Un altro metodo utile per dominare la rabbia è immaginare se stessi in
un luogo rilassante. Insomma, nella propria oasi di tranquillità. Può
essere un prato verde, la spiaggia, un luogo caro della propria infanzia,
nella propria stanza da letto, ecc.
Dialogare con se stessi.
Quando la rabbia sta salendo è possibile provare a instaurare un
dialogo costruttivo con se stessi, cercando di capire, con termini
rassicuranti, cosa sta succedendo e come è possibile risolvere la
situazione senza arrabbiarsi. Il dialogo interiore può diventare una
specie di protezione per tutte le situazioni di emergenza.
Confidarsi con qualcuno.
Se il dialogo interno con se stesso non funziona, è possibile rivolgersi a
una persona di fiducia. Condividere le preoccupazioni con un amico
intimo o un confidente, può aiutare a guardare da un punto di vista
differente le cose, gli avvenimenti, le situazioni, le persone, le stesse
preoccupazioni. Sempre ponendo un limite: il tempo delle lamentale
deve essere limitato. Ció aiuta a guardare avanti senza strascichi.
Ridere su stesso.
Qualche volta ridere di se stessi, e magari della situazione che genera
rabbia, o ridere della persona che ci sta facendo arrabbiare, può aiutare
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ad alleggerire la tensione. Solo così è possibile, in futuro, mantenere la
calma in una situazione simile.
Cambiare.
In generale, per dominare i sentimenti negativi, è consigliato cercare di
cambiare il proprio punto di vista sulla vita, sulla realtá, sulle persone.
Per esempio sorridere più spesso alle persone, abbandonare
i pensieri negativi, entrare in simpatia con il prossimo per cercare di
capire il suo punto di vista, ecc.
Creare un diario.
Una buona abitudine per tenere a bada la rabbia è quella di avere un
diario e scrivere le situazioni che più spesso generano rabbia. Ogni volta
che qualcosa non funziona è possibile scriverla, per poi pensare, nei
momenti di calma, a come affrontarla in modo più costruttivo.
Essere chiari.
Importante, quando ci si arrabbia, è anche essere il più possibile onesti
ed espliciti. Quindi una volta tornata la calma è fondamentale esprimere
in modo chiaro le ragioni che l'hanno causata, comunicando all’altra
persona le motivazioni del proprio scatto.
Parlare in prima persona.
Quando ci si arrabbia spesso si punta il dito contro l'altra persona,
dimenticandosi la propria parte di responsabilità. Un modo giusto, può
essere quello di iniziare le frasi con la prima persona singolare, per
assumersi la responsabilità ed evitare di scaricare tutte le colpe sul
prossimo.
Andare da uno specialista.
Quando la rabbia la fa proprio da padrona nella nostra vita, e tutte le
ricette non sono servite a nulla, è il momento di parlare con uno
specialista che sia in grado di fornire un supporto dall'esterno. Chiedere
aiuto potrebbe evitare fastidiosi problemi e migliorare il rapporto con le
altre persone. Sforzarsi per non arrabbiarsi ne vale la pena. Ne va di
mezzo la nostra qualitá di vita.
Un caro saluto
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È stato dimostrato scientificamente che il tempo che precede il matrimonio,
stressa e stravolge la vita dei due partner.
Quindi, sposarsi è uno stress e può causare anche attacchi di panico. Ad
esserne vittime sono soprattutto le donne alle prese con
l’organizzazione di un avvenimento che deve essere (almeno nelle loro
intenzioni) assolutamente perfetto. Le mille cose da fare e decisioni da
prendere, l’ansia da essere protagonisti e persino la frustrazione
meteorologica (e se piove?), mettono la futura sposa in uno stato di stress
con tanto di effetti collaterali: sonno disturbato, irritabilità, battito cardiaco
accelerato, pianti improvvisi, allarmismi per ogni piú piccolo e insignificante
contrattempo. Sposarsi stressa perfino più di una gravidanza. Per non
lasciarsi rovinare il matrimonio dall’ansia, non si propone qui esercizi di yoga
o la meditazione buddista, ma un allenamento anti-panico che “drogherà” di
endorfine il corpo (le endorfine sono ormoni del piacere, cioè sono un
gruppo di sostanze prodotte dal cervello, dotate di proprietà fisiologiche
simili a quelle della morfina e dell'oppio, assimilabili dall'organismo e senza
effetti collaterali, che alleviano il dolore, l’ansia, lo stress e che provocano il
piacere in tutto il corpo. Quando si è troppo ansiosi o troppo tesi vuol dire
che l’equilibrio fisico è alterato e che il livello delle endorfine si è abbassato.
E’ quindi bene imparare che il piacere è segno di salute e che
l’antico proverbio: “Mens sana in corpore sano”, esprime il segreto della
felicità, perché quando siamo sani fisicamente e mentalmente, tutto nella
nostra vita funziona meglio). La produzione degli “ormoni del piacere” può
essere favorita dall’alimentazione (ad es., cioccolato, peperoncino piccante,
cannella, zafferano, zenzero, semi di zucca di lino, semi di arachidi, noci,
ostriche, ecc.), dal massaggio, dagli olii di essenze, dalla musica, da una
giusta esposizione ai raggi solari, dai colori (rosso, arancione, lilla),
dall’agopuntura, dalla preghiera, dall’ipnosi e dall’elettro-stimolazione.
Utilissimi, per allontanare stress e ansia, sono anche tutti i movimenti sereni
ed equilibrati come danzare, nuotare, camminare, non ultimo, il petting (un
insieme di “coccole” con il partner).
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Fare sport
Lo sport (e qualunque attività fisica) fa bene anche alla mente, oltre che al
corpo. Diversi studi hanno dimostrato che il movimento ha un effetto
positivo sulla psiche aiutando a combattere stress e depressione. Facendo
attività fisica si producono serotonina e dopamina (la serotonina svolge un
ruolo importante nella regolazione dell'umore, del sonno, della temperatura
corporea, della sessualità e dell'appetito. La mancanza di serotonina causa le
varie manie (per esempio, la "mania dei microbi", la mania dell’ordine, la
mania della pulizia), causa l’ansia, la fame nervosa, la depressione e la
eiaculazione precoce maschile. La dopamina, invece é un ormone che agisce
sui sentimenti). Sia la serotonina, sia la dopamina aumentano la sensazione di
benessere. Insomma, dedicarsi a qualsiasi sport, in vista del matrimonio, può
essere utile non solo per rimettersi in forma, ma anche per riacquistare
benessere e fiducia in sé, essenziali per affrontare il “panico da matrimonio”.
Far lavorare il cuore.
L’ attività più consigliata e quindi piú utile, è la corsa. Essa contribuisce a
rilassare la tensione muscolare, aiuta a dormire e allontana lo stress. La sua
azione positiva si esercita sulla circolazione sanguigna, sull'attività nervosa e
sull'aumentata produzione, appunto, di endorfine. Per chi non se la sente di
correre, va bene anche una camminata veloce, la bicicletta o il nuoto. La
durata? Almeno 30 minuti, preferibilmente al mattino, 2 o 3 volte a
settimana, a ritmo costante meglio se accompagnata da una buona colonna
sonora fatta con la nostra musica preferita. Al termine di ogni corsa si ha un
massimo di produzione di endorfine (ormone del piacere), che permetterà di
affrontare i preparativi con il giusto livello di ‘distress’, (il “distress” è lo stress
positivo». Un effetto che si può potenziare allenandosi all’aria aperta: quando
siamo immersi nella natura sfruttiamo la luce, stimoliamo i ritmi propri della
natura e tutti i sensi, aumentando il benessere generale.
Allenarsi a stare sui tacchi durante tutta la giornata del matrimonio.
Oltre allo sport e alla corsa, dedicare dieci minuti al giorno al
“Crossover” (vedi disegno), un attrezzo che, con un movimento simile al
pattinaggio o allo sci, coinvolge le braccia e le gambe facendo lavorare più
muscoli contemporaneamente». L’esercizio serve anche a migliorare
l’equilibrio (importante per le donne che il giorno delle nozze avranno a che
fare con i tacchi per molte ore); esso serve anche a prevenire il mal di schiena
e a perdere peso: muovendo le braccia e le gambe insieme si bruciano fino a
160 calorie in 20 minuti.
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CROSSOVER
Braccia e gambe al top.
Chi si sposa nel mese di Maggio o in Estate o nel mese di Settembre, è molto
probabile che indosserà un vestito scollato. Perciò, è bene sfruttare
l’allenamento anti-panico e anti-ansia, anche per sfoggiare braccia e
décolleté in forma: bastano 10-20 minuti al giorno. Questo esercizio é adatto
nei casi in cui si desidera tonificare o aumentare il volume delle braccia,
prevenire e risolvere problemi articolari, dimagrire e migliorare il modo di
camminare. È indispensabile chiudere ogni di allenamento con alcuni esercizi
di stretching, che aiutano ad allungare la muscolatura e raggiungere una
buona mobilità articolare.
STRETCHING
Quante volte allenarsi?
Per avere degli effetti davvero duraturi,
l’allenamento deve essere
costante. Qualche settimana prima del matrimonio è bene seguire
l’allenamento 2-3 volte a settimana per almeno mezz’ora in modo da allenare
il corpo alla produzione degli ormoni del buonumore.
Attenzione, peró: chi non è abituato a fare sport è bene
che moderi l’attività perché così si limita lo stress
dell’allenamento intenso il quale, sí è vero, produce
abbondante endorfina che come si è detto è ormone
anti-stress, anti-panico e fonte di buonumore, ma
provoca anche indolenzimenti vari e muscoli a pezzi.
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Il digiuno fa bene. E non lo dicono solo le religioni.
Quando ci si astiene dal cibo per 24 ore
nel cervello si formano nuovi neuroni ;
inoltre, mangiare poco, sarebbe un toccasana
per chi ha problemi di cuore
“Gesù fu condotto nel deserto per essere tentato dal diavolo. E dopo aver
digiunato 40 giorni e 40 notti alla fine ebbe fame. Il tentatore gli disse: «Se
sei figlio di Dio fa che queste pietre siano pane». Egli rispose: «Non di pane
soltanto vivrà l’uomo»”.
Giudaismo, Cristianesimo, Islam le maggiori religioni suggeriscono che si
debba digiunare, se non proprio per un mese intero, almeno una volta alla
settimana, per 24 ore. Chi sta senza mangiare per un po’, (bastano per
esempio 16 ore ogni tanto), si ammala di meno. L’uomo nel passato lontano
è stato “cacciatore” e così mangiava quando capitava, due o tre volte la
settimana e nemmeno sempre. Nell’antichità procurarsi il cibo per
l’uomo era così difficile che occorreva aguzzare l’ingegno e chissà che le
nostre capacità conoscitive non si siano evolute proprio da allora. Per
prevalere sugli animali poi era importante per gli uomini poter comunicare
tra loro, insomma serviva un linguaggio e l’abbiamo inventato. Quelli che
riuscivano a procurarsi il cibo mangiavano comunque soltanto di giorno, poi
col calare del sole più nulla, fino all’alba. Erano almeno 12 ore di digiuno.
Con la luce artificiale è cambiato tutto: si mangia sempre fino a tardi e c’è
persino chi si alza di notte per mangiare; ma l’uomo non è fatto per mangiare
quattro volte al giorno. Siamo stati progettati per farlo quando capita, e i
nostri geni sono ancora quelli di allora.
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Del resto, se non fosse così, perché dovremmo avere ancora oggi organi,
come per esempio il fegato, capaci di conservare energie per poi renderle
disponibili quando servono? Le riserve di zucchero che si accumulano nel
fegato sotto forma di glicogeno dopo 10-12 ore di digiuno tendono però a
esaurirsi. Allora che fa l’organismo? Richiama altre riserve contenute nel
grasso, le trasporta al fegato e il fegato li trasforma in chetoni (molecole con
l’energia degli zuccheri) che tornano nel sangue e raggiungono muscoli e
cervello per essere fonte di energia. L’organismo è ingegnoso, sa il fatto suo!
Nessuna paura di morire di fame se per un paio di giorni non si mangia.
Inoltre c’è un’altra cosa da tener presente. Il valore del digiuno consiste nel
fatto che, basta astenersi dal cibo per 24 ore, perché nel cervello si formino
nuovi neuroni (cioè nuove cellule che formano il tessuto nervoso). Insomma il
nostro organismo si difende dallo stress di stare qualche ora senza cibo,
adottando una serie di precauzioni, che col tempo proteggono i nostri tessuti
da guai peggiori. Stare un po’ senza mangiare, fra l’altro, riduce le
infiammazioni: non è vero, forse, che quando siamo ammalati non abbiamo
tanta fame? È un modo dell’organismo per difendersi dalle infezioni o dalle
infiammazioni. E ancora, stare un po’ senza mangiare migliora il sistema
immunitario e potenzia la capacità delle cellule di liberarsi da sostanze di
scarto. E non basta, il digiuno rallenta persino la crescita dei tumori; anche le
cellule del cancro hanno bisogno di energia ma non sanno farlo, utilizzando i
chetoni. Così, per esempio, nei mammiferi che mangiano un giorno sì e uno
no, il tumore non cresce. Sará cosí anche per l’essere umano, dal momento
che anche l’essere umano è un mammifero?
A questo punto poniamoci una domanda: le nostre abitudini alimentari sono
davvero corrette? Come si conciliano gli effetti favorevoli del digiunare uno o
due giorni alla settimana con le abitudini dell’uomo moderno? Malissimo. È
persino possibile che le abitudini alimentari che si sono consolidate negli
ultimi cento anni siano sbagliate. Che certezza c’è per esempio che la famosa
“colazione abbondante del mattino” faccia bene? Quasi nessuna. E della
merendina a scuola per i bambini? Nemmeno. Abbiamo più bambini in
sovrappeso nel mondo. Le diete che vengono proposte prevedono di ridurre
la quantità di calorie o che si mangino soltanto certi cibi: solo frutta e
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verdura, per esempio, oppure solo proteine. In realtà tutte queste diete fanno
perdere un po’ di peso all’inizio, ma alla lunga non portano a nessun
vantaggio. E allora? Allora si potrebbe provare a digiunare uno o due giorni
la settimana oppure mangiare solo in certe ore del giorno e saltare qualche
pasto(comunque bisogna bere, almeno, due litri di liquidi al giorno). Per
diabetici, per chi soffre di cuore e forse anche per chi ha un tumore, sarebbe
un toccasana il digiuno. Questo per lo meno è quello che pensano tantissimi
scienziati americani ed europei. E se uno sta bene e non ha problemi di
sovrappeso? Vale anche per lui: saltare qualche pasto, aiuterebbe anche le
persone sane.
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L’amore
è la migliore medicina,
per tutto!
Amare
è un po' come assumere
una droga
perché agisce
sugli stessi circuiti cerebrali attivati dalla cocaina,
dalla caffeina,
dalla nicotina
e dal cioccolato.
L’amore
è un potente calmante,
un potente antidepressivo,
un potente antidolorifico,
aiuta anche il sonno
e migliora la memoria.
Anche l’amore tra i coniugi!
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L’amore è come una droga
L’amore fa sentire bene, lo conferma la scienza. È per questo che i partner si
attirano, vogliono amarsi, piace loro un sacco amarsi, e i singoli dedicano
tanto tempo alla "caccia" di un partner. La sensazione di piacere che un
rapporto d’amore genera è in gran parte legata al rilascio di dopamina,
l’ormone che attiva nel cervello i centri del piacere. Certo, prendere la cocaina
e amarsi non é esattamente la stessa cosa e non dá la stessa sensazione, ma
le due cose coinvolgono le stesse zone del cervello. Bisogna sapere che
anche la caffeina, la nicotina e il cioccolato scatenano lo stesso ormone della
gratificazione e del piacere.
L’amore stabile è un potente antidepressivo
Uno studio fatto dall'Università americana di Albany, ha concluso che le
donne, che vivevano un rapporto d’amore stabile avevano meno sintomi
depressivi rispetto a quelle che cambiavano ripetutamente partner. Molte di
queste ultime riferivano di aver provato una sensazione di tristezza nel doporapporto.
L’amore allevia il dolore
Mal di testa? L’atto d’amore non va evitato, ma fatto. Uno delle più grandi
scuse portate da uomini e donne per evitare il “dovere matrimoniale”, ora
non è piú giustificata. Infatti uno studio tedesco afferma che il 60% dei
partner che soffrivano di emicrania, e il 30% dei pazienti con cefalea a
grappolo (piú gravi delle emicranie), se avevano un rapporto
d’amore durante quel periodo di dolore, riportavano una eliminazione totale
o parziale del dolore stesso. Figuriamoci per un semplice mal di testa.
Quindi…, attenzione. Chi non ha voglia, non porti piú la scusa del mal di
testa!
L’amore migliora la memoria
Un rapporto d’amore particolarmente intenso, così come anche lo stress, il
dolore, le piccole lesioni alla testa, tuffi nell'acqua calda o ghiacciata possono
far perdere la memoria; per fortuna passa in poco tempo, senza
conseguenze. Però, in generale,
l’amore può anche migliorarla la memoria.
O almeno così sembra da studi condotti su animali. Ma sono tutti da
verificare nell'uomo, ancora.
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L’amore ha una azione calmante sull’organismo
In uno studio scientifico è risultato che coloro che avevano un rapporto
d’amore per piú giorni di seguito, sono risultati meno stressati rispetto a
coloro che lo avevano raramente. La stessa ricerca ha dimostrato che le
persone, subito dopo aver avuto un rapporto d’amore, riuscivano a gestire
meglio situazioni complicate o anche vincevano piú facilmente l’emozione di
parlare in pubblico. Questi vantaggi sono collegati alla riduzione della
pressione del sangue, che l’atto
d’amore produce: l’amore abbassa la pressione.
L’amore aiuta a dormire
Insomma “fare l’amore” fa venire sonno.
Al marito più che alla moglie. Secondo i ricercatori questo effetto-sonno è
legato al fatto che l’uomo insieme al seme maschile, rilascia anche due
potenti ormoni,
l’ossitocina e la serotonina che sono gli ormoni che tengono sveglie le
energie del piacere; il che vuol dire che l’uomo dopo aver raggiunto il punto
piú alto del piacere, crolla, “si spegne”. Le donne sanno bene che capita e ora
capiscono anche il perché. Quindi gli uomini non lo fanno apposta; le donne,
quindi, non rimangano deluse: è cosí e basta!
Concludendo
L’amore fa bene all'organismo: le ultime ricerche sui benefici dell'amore
svelano come esso sia d'aiuto al sistema immunitario e al miglioramento
dell'umore, nonché ad allontanare i rischi di stress, sovrappeso, incontinenza
e tumore alla prostata. L'intimità con il partner non è solo un piacevole
momento di condivisione, sia fisica che mentale, ma anche un valido modo
per mantenere l'organismo in forma. Uno studio dall'Università Wilkes, in
Pennsylvania, svela, per esempio, come le persone che praticano l’amore
regolarmente, dispongano di un sistema immunitario migliore. In particolare,
le donne che hanno rapporti regolari godono di una migliore circolazione
sanguigna e di un'elasticità dei muscoli e della pelle sensibilmente più
elevata: qualità che hanno effetti diretti sulla vita di tutti i giorni. Inoltre
l’amore, oltre al tono muscolare, favorisce il dimagrimento e allontana il
dolore cronico alla schiena e alle gambe. Ma non solo le donne ne
beneficiano, bensì anche gli uomini; infatti è stato rilevato che per gli uomini i
quali hanno un regolare e soddisfacente vita d’amore il rischio di avere il
tumore alla prostata è ridotto sensibilmente.
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Testimonianza
Da alcuni mesi ero pieno di angosce: dubbi, sensi di colpa, scoraggiamenti;
cercavo di resistere facendo dei piccoli atti di fede, ma era difficile e dovevo
continuamente ricominciare. Un giorno, durante la preghiera, mi lamentavo
con Dio per i miei innumerevoli dispiaceri e sofferenze, quando all'improvviso
mi venne da pensare che, invece di piagnucolare e di ripiegarmi su me stesso,
avrei fatto meglio a servirmi della mia sofferenza per salvare qualche anima,
offrendo la mia sofferenza al Signore, proprio per questa intenzione. Era
semplice, dovevo solo provare. L'ho fatto... Ed è stato molto efficace. Ogni
volta che mi assale un dubbio o un senso di colpa o un dolore o un
dispiacere, dico semplicemente: «Signore, ti offro questo senso di colpa,
questo dubbio, questo dolore, questo dispiacere per la salvezza delle anime»,
e puff!, quasi istantaneamente, il senso di colpa e il dubbio, il dolore, il
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dispiacere scompaiono o diventano molto piú sopportabili.
Forte di questa esperienza, ho cercato da un po' di tempo di applicare lo
stesso rimedio alle tentazioni che mi vengono, o anche alla tristezza e
all'umiliazione che mi assalgono quando mi impegno in qualcosa senza
riuscirci. Ebbene, l'effetto è lo stesso! Generalmente basta che dica: «Signore,
per la salvezza delle anime ti offro questa tentazione, questa umiliazione,
questa incomprensione»... e subito provo come una boccata di ossigeno, una
liberazione profonda. (Federico, 25 anni)
Testimonianza di
TONINO BELLO
Vescovo di Molfetta,
sulla strada della santitá,
un mese prima di morire
„La sofferenza deve diventare una preghiera, deve diventare una
implorazione al Padre. Per renderla tale in tutto, manca solo il ge-sto
dell'offerta. Il malato fa tutt'uno con le sofferenze di Cristo, che sta
inchiodato su un lato della croce, dalla parte davanti; chi soffre con fede,
accetta di salire sulla parte di dietro della croce, per cui, nei momenti in cui il
dolore si fa più acuto, basterà che si prenda quel posto vuoto, senza tanto
gridare, solo sussurrando: „Dio mio“, e già veniamo ascoltati. Certo, mi
piacerebbe moltissimo guarire, proprio per continuare a seminare la Parola e
a fare del bene agli altri. Ma se anche non dovesse andar bene, ed io dovessi
morire, so che la morte non è mai una fine, ma una continuazione di vita. La
sofferenza, in questa situazione, per me diventa un'attesa, una preparazione;
la vita è un dono di Dio e dobbiamo fare di tutto per mantenerla sana e
vigorosa, ma se il progetto di Dio è diverso, ben venga: senza dubbio i suoi
progetti sono migliori dei nostri: questa é fede».
Servizio Pastorale a cura della
Missione Cattolica Italiana Villingen
n. 58 * Giugno 2015