Come aiutare le PICCOLE OSSA a crescere in

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LA SALUTE
DELL’
OSSO
Come aiutare le
PICCOLE OSSA
a crescere in salute
Con il supporto non condizionante di
Iniziativa promossa da
INDICE
INDICE
COME È FATTO LO SCHELETRO
La prevenzione inizia da bambini...
Il picco di massa ossea
Diversi fattori possono influenzare la composizione
delle ossa durante l’adolescenza
Il pericolo “osteoporosi”
Una struttura solida e flessibile
Un’armatura molto resistente ma leggera
La base di tutto
Le differenze tra maschio e femmina
5 volte più resistente dell’acciaio!
In fondo l’osso somiglia a... un biscotto
L’osso ha anche una parte “morbida”
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4
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COME SI VALUTA LA CRESCITA
Osteoblasti, osteoclasti e osteociti
Le cartilagini di accrescimento
La muscolatura
Le curve di crescita
La prima valutazione di eventuali difetti ai piedi
Adolescenza, due problemi relativamente frequenti
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LE OSSA HANNO BISOGNO DI NUTRIMENTO
E DI MOVIMENTO
Importanza del calcio nel bambino e nell’adolescente
Importanza della vitamina D nel bambino e nell’adolescente
Attenzione al peso, sia in difetto sia in eccesso
Attenzione all’alcool e al fumo! Soprattutto in giovane età...
Importanza dell’attività fisica e sportiva
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Quando si osserva un ragazzo nel suo percorso di crescita per diventare
adulto, è d’uso affermare che “si sta facendo le ossa”. È un modo di dire per
esprimere lo sviluppo di una struttura interna (sia fisica sia psicologica), lento
e silenzioso ma fondamentale per ciò che sarà da adulto. La crescita fisica più
evidente è quella dello scheletro osseo, con la contemporanea maturazione
della struttura muscolare e articolare.
COME È FATTO
LO SCHELETRO
LA PREVENZIONE INIZIA DA BAMBINI…
L’osso si accresce nelle prime due decadi di vita. In particolare, sappiamo
che la maggior parte della massa ossea viene accumulata entro
i 16-20 anni. Il valore massimo del contenuto di minerali nell’osso si
raggiunge a circa 25-30 anni di età. In seguito, la massa ossea, più o meno
lentamente, è destinata a diminuire. Da qui l’importanza di agire sulla prevenzione in età giovanile, per avere ossa sane nell’età adulta e anziana.
IL PICCO DI MASSA OSSEA
Il picco di massa ossea rappresenta il patrimonio di partenza per ogni persona. Maggiore è il picco di massa ossea, più la persona è protetta da eventuali problemi delle ossa. Per questo motivo è importante fornire all’organismo in crescita tutti gli elementi indispensabili al raggiungimento di un
buon picco di massa ossea. È quindi strategica la prevenzione a partire
dai primissimi anni di vita, tesa al raggiungimento dell’osso quantitativamente e qualitativamente più adatto a “mantenersi” per il resto della vita.
DIVERSI FATTORI POSSONO INFLUENZARE LA COMPOSIZIONE DELLE OSSA DURANTE L’ADOLESCENZA
Avere ossa forti è in parte dovuto a fattori genetici. Tuttavia, durante
l’infanzia e l’adolescenza, anche i fattori ambientali possono influenzare
la crescita scheletrica. Come vedremo meglio più avanti, per il raggiungimento di un picco di massa ossea ottimale durante l’adolescenza, vanno soprattutto tenute sotto controllo cinque “A”:
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COME È FATTO LO SCHELETRO
alimentazione
adeguato apporto di calcio e vitamina D
assetto ormonale (in particolare per le ragazze)
attività fisica regolare
astensione da fumo e alcool
Possono inoltre influenzare la salute dell’osso la comparsa di determinate malattie e l’uso di alcuni farmaci.
IL PERICOLO “OSTEOPOROSI”
Alimentazione e attività fisica sono le fondamenta dei principi di salute
dell’osso, sulla base dei quali si possono prevenire eventuali alterazioni
e malattie (come l’osteoporsi) da adulti.
L’osteoporosi è una condizione di maggiore fragilità dell’osso, che è
così a maggior rischio di frattura. È una malattia tipica dell’età avanzata
ma – come riconosciuto da oltre 40 anni dal ricercatore Charles Enrique Dent – inizia da bambini. È infatti oggi ampiamente riconosciuto
che un’adeguata componente minerale ossea acquisita durante
l’infanzia e l’adolescenza è un fattore determinante fondamentale
per la salute delle ossa da adulti.
UNA STRUTTURA SOLIDA E FLESSIBILE
Alla rigidità delle circa 200 ossa di cui è composto lo scheletro,
si associa la dinamicità dei muscoli e delle articolazioni, facendo
sì che la struttura complessiva sia al tempo stesso solida e flessibile,
consentendo al corpo umano un’ampia gamma di movimenti.
La struttura portante dello scheletro è costituita dalla colonna vertebrale. Si tratta di una vera e propria colonna composta da 33/34 “mattoncini” (vertebre cervicali, dorsali, lombari, sacrali e coccige) sovrapposti.
Le vertebre hanno un corpo di forma cilindrica, breve, a cui è collegato
posteriormente un anello dotato di tre protuberanze che forniscono
l’inserzione ai muscoli della schiena. Le vertebre, oltre a costituire la
colonna portante di tutte le ossa dello scheletro, tramite il canale costituito dagli anelli posteriori impilati tra loro, accolgono e proteggono
il midollo spinale.
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UN’ARMATURA MOLTO RESISTENTE MA LEGGERA
La struttura delle ossa - con l’aiuto di articolazioni e muscoli - costituisce quindi un’armatura resistente e flessibile, che sostiene e custodisce tutto l’organismo. Il cranio protegge il cervello, le coste e lo
sterno accolgono organi estremamente mobili come il cuore e i polmoni, le vertebre costituiscono il tunnel attraversato dal midollo spinale,
infine le ossa del bacino sostengono gli organi addominali, offrendo una
particolare protezione all’apparato uro-genitale. Questa straordinaria
armatura è inoltre anche leggera: corrisponde infatti a circa un quarto
del peso totale di tutto il corpo.
LA BASE DI TUTTO
Come già detto, lo sviluppo osseo avviene soprattutto nei primi 20 anni
di vita. In seguito vi sarà (come vedremo) un progressivo “rimodellamento”, anche se le basi della struttura fisica dell’adulto sono ormai
definite.
MASSA OSSEA IN FUNZIONE DELL’ETÀ
Raggiungimento del picco
di massa ossea
Consolidamento
Riassorbimento
età-dipendente
Menopausa
Massa Ossea
Í
Í
Attività fisica,
sufficiente movimento
esercizio fisico
Funzione regolare delle gonadi
che producono ormoni
Soglia
di frattura
ÍSviluppo regolare del peso
ricca di calcio da bambino,
Í Alimentazione
adolescente e giovane adulto
ÍGenetica per la struttura della massa ossea
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20
30
Età (anni)
50
60
Lanham-New SA. Proc Nutr Soc. 2008; 67: 163-176; Burger H, et al. Am J Epidemiol 1998; 147: 871-879; Recker R, et al.
J Bone Miner Res 2000; 15: 1965-1973; Sambrookn P, et al. Baillieres Clin Rheumatol 1993; 7: 445-457; Weaver CM, et al.
Primer on the Metabolic Bone Diseases and Disorders of Mineral Metabolism. 7th ed. 2008: 206-208.
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COME È FATTO LO SCHELETRO
LE DIFFERENZE TRA MASCHIO E FEMMINA
Lo scheletro femminile è solitamente più piccolo di quello maschile
e prevede ossa più leggere; inoltre, le ossa del bacino della donna
sono più appiattite e delimitano una cavità più ampia, che si adatta alla
gravidanza. Un’altra differenza è, purtroppo, che le ossa della donna,
soprattutto dopo la menopausa, sono più esposte al rischio di
osteoporosi e quindi di fratture.
5 VOLTE PIÙ RESISTENTE DELL’ACCIAIO!
Un osso è composto soprattutto di fosfato di calcio. Lo scheletro contiene infatti il 99% del calcio presente in tutto il corpo. Oltre al fosfato
di calcio, nelle ossa è presente una sostanza fibrosa, chiamata collagene; questa è organizzata in forma di fibre intrecciate e determina la
flessibilità delle ossa e la capacità di resistere alle torsioni. All’interno
della trama costituita dal collagene si depositano i cristalli di
fosfato di calcio, che conferiscono rigidità e consistenza. La particolare costituzione dell’osso fa sì che, a parità di massa, risulti 5 volte
più resistente dell’acciaio.
IN FONDO L’OSSO SOMIGLIA A… UN BISCOTTO
La struttura di un osso somiglia in un certo modo a quella di un biscotto, con una superficie esterna dura e compatta che riveste
un tessuto spugnoso e più leggero.
L’osso compatto costituisce quasi l’80% del totale ed è maggiormente
rappresentato nelle ossa lunghe, come il femore; l’osso spugnoso è
circa il 20% del totale ed è particolarmente presente nella parte interna dei corpi vertebrali.
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ossa lunghe
tessuto
osseo
spugnoso
tessuto
osseo
compatto
tessuto
osseo
spugnoso
tessuto
osseo
compatto
ossa corte
midollo
midollo
ossa piatte
tessuto
tessuto
osseo
osseo
spugnoso compatto
midollo
La parte compatta dell’osso ha una struttura determinata da piccoli
cilindri di tessuto osseo (denominati osteoni), fittamente accostati l’uno
all’altro; ciò rende l’osso compatto il materiale più duro del corpo
dopo lo smalto dei denti. La parte spugnosa dell’osso ha invece una
struttura formata da lamine intrecciate, dette trabecole, e spazi vuoti.
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COME È FATTO LO SCHELETRO
Vasi sanguigni
Osteoni
Osteocita
Lamelle concentriche
Canale centrale
(di Havers)
Arteria
Midollo
Trabecole
Osso spugnoso
Periostio
Osso compatto
Questa composizione rende l’osso allo stesso tempo leggero e robusto.
Infatti, le trabecole, seppur sottili, hanno una particolare disposizione che offre comunque un’elevata resistenza alle pressioni
e alle torsioni.
L’OSSO HA ANCHE UNA PARTE “MORBIDA”
Gli spazi vuoti del tessuto spugnoso sono occupati da uno speciale tessuto gelatinoso chiamato “midollo osseo”. Il midollo osseo è di due tipi:
il midollo giallo, che è una riserva di grassi, e il midollo rosso, che
dà invece origine alle cellule del sangue.
Il midollo rosso si trova soprattutto nelle vertebre, nello sterno, nelle
clavicole, nel cranio e alle estremità dell’omero e del femore. Il midollo
rosso produce milioni di globuli rossi e bianchi ogni secondo, ripristinando nello stesso tempo l’esatto numero di cellule distrutte.
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COME SI VALUTA
LA CRESCITA
OSTEOBLASTI, OSTEOCLASTI E OSTEOCITI
Le ossa non sono tessuti inerti e senza vita, ma sono ricche di vasi sanguigni e nervi e contengono cellule che permettono loro di rigenerarsi
continuamente. In particolare, ogni osteone (ovvero l’elemento base di
ogni osso, a forma di cilindro concentrico), come mostrato dalla figura
della pagina precedente, ospita al centro un canale dove scorre un vaso
sanguigno. A ridosso di questo canale si trovano due tipi particolari di
cellule, chiamate osteoblasti e osteoclasti.
Gli osteoblasti ricostituiscono continuamente il tessuto osseo, mentre gli
osteoclasti lo distruggono! O meglio, rimuovono continuamente il tessuto più vecchio. Quindi il tessuto osseo “più usato” viene rimosso
dagli osteoclasti e sostituito da tessuto nuovo di zecca prodotto
dagli osteoblasti. Tra i due processi esiste di norma un perfetto equilibrio: l’attivazione degli osteoclasti è infatti sempre sotto il controllo degli
osteoblasti, tramite fattori locali fisici o chimici. L’intero processo è denominato “rimodellamento osseo”.
Più perifericamente rispetto al canale centrale dell’osteone risiedono gli
osteociti. Gli osteociti non sono altro che osteoblasti rimasti intrappolati nella matrice ossea da loro stessi prodotta. Sono caratterizzati da
lunghe estroflessioni, che contribuiscono agli scambi minerali e alla comunicazione con gli osteoclasti e gli osteoblasti. Gli osteociti, un tempo considerati inattivi, mostrano dei cambiamenti in risposta
all’ormone paratiroideo, che controlla il riassorbimento dell’osso,
e in risposta al carico meccanico.
Maggiore è il carico meccanico ž maggiore
è la formazione dell’osso
Minore è il carico meccanico ž minore
è la formazione dell’osso
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COME SI VALUTA LA CRESCITA
RIMODELLAMENTO DELL’OSSO
osteoclasti
RIASSORBIMENTO
14 giorni
osteoblasti
BILANCIO IN PAREGGIO
NEOFORMAZIONE
MINERALIZZAZIONE SECONDARIA
6 mesi
5 anni
Il rimodellamento prevede le due distinte fasi: riassorbimento e neoformazione, che
sono normalmente equivalenti. Il ciclo di rimodellamento si completa in circa 6 mesi ma
la mineralizzazione impiega molto più tempo (anni), finché non inizia un nuovo ciclo di
rimodellamento.
LE CARTILAGINI DI ACCRESCIMENTO
A livello delle estremità delle ossa lunghe (zone dell’osso chiamate
epifisi) è presente, nella fase di crescita dell’individuo, un particolare
tipo di cartilagine, chiamata cartilagine di accrescimento. Questa, sotto l’influenza dell’ormone della crescita, determina la lunghezza finale delle ossa stesse. In tale sede le cellule che costituiscono
la cartilagine (condrociti) appaiono incolonnate. Queste cellule, durante l’accrescimento, si dividono e si ingrandiscono, allungando così
le colonne, e alla fine muoiono. A questo punto la matrice di cartilagine è sostituita con tessuto osseo formato dagli osteoblasti. Questo
processo porta a un progressivo allungamento del corpo dell’osso.
Dall’analisi della cartilagine di accrescimento, valutata soprattutto a
livello dei polsi, è possibile fare una previsione sulla crescita in altezza
dell’individuo.
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LA MUSCOLATURA
La crescita della struttura ossea e della statura si accompagna alla crescita della muscolatura. I muscoli, assieme alle articolazioni, donano
stabilità e movimento alla straordinaria architettura dello scheletro umano. In particolare, i muscoli si distribuiscono a rivestimento
delle ossa, mentre le articolazioni consentono una giunzione tra esse e il
loro sviluppo è strettamente connesso a quello delle ossa e a un’idonea
attività fisica e sportiva, fondamentale in questo periodo della vita.
LE CURVE DI CRESCITA
Soprattutto nei primi anni di vita è importante controllare che la crescita dell’individuo avvenga correttamente. Questa valutazione può essere
effettuata attraverso i diagrammi delle cosiddette curve di crescita, che
valutano nel contempo il peso e la statura.
CRESCITA IN ALTEZZA E PESO NELLE FEMMINE DA 2 A 20 ANNI
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COME SI VALUTA LA CRESCITA
CRESCITA IN ALTEZZA E PESO NEI MASCHI DA 2 A 20 ANNI
Ulteriori controlli utili sono quelli mirati a prevenire i problemi ortopedici più caratteristici dell’età giovanile.
LA PRIMA VALUTAZIONE DI EVENTUALI DIFETTI AI PIEDI
Tutti i bambini nascono con i piedi piatti: quando il bambino impara
a camminare la struttura del piede inizia a modificarsi. Camminare e
correre sul terreno naturale (sabbia, erba, sassi), consente una ginnastica naturale che rinforza legamenti e muscoli del piede e favorisce
il corretto sviluppo dell’arco plantare. Si rafforza anche la struttura
anatomica delle gambe e migliora il senso di sicurezza e l’equilibrio.
Il 3° anno di vita è il momento in cui si possono manifestare
alcuni disturbi (come il piede piatto o cavo), ed è quindi in questo
periodo che è consigliata una valutazione specialistica se il pediatra
sospetta eventuali anomalie.
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ADOLESCENZA, DUE PROBLEMI RELATIVAMENTE
FREQUENTI
Nella fase dell’adolescenza è molto importante verificare la presenza
di due disturbi abbastanza tipici.
La malattia di Osgood-Schlatter: è un disturbo della crescita, caratterizzato da dolori al ginocchio, nella zona sotto la rotula. È più frequente nei maschi, nei quali può verificarsi fra gli 11 e i 15 anni, mentre
nelle femmine, che generalmente hanno una pubertà precoce rispetto
ai maschi, si presenta fra gli 8 e i 13 anni. Consiste in un’infiammazione
del tendine rotuleo che collega la tibia (l’osso più grosso della gamba)
alla rotula. È un disturbo dovuto al fatto che lo scheletro cresce
troppo rapidamente, mettendo in tensione i muscoli e i tendini, e
che tende a risolversi spontaneamente con il tempo, con il cessare
della crescita e grazie alla calcificazione delle ossa.
La scoliosi: anch’essa può essere dovuta a una crescita particolarmente accelerata e può essere favorita dal trasporto di zaini o
cartelle troppo pesanti o con peso mal distribuito o ad atteggiamenti posturali del giovane (come cammina, come sta seduto). Si
caratterizza per una curvatura laterale della colonna (vista di schiena),
a volte complicata da una rotazione, che coinvolge per lo più i tratti
toracico e lombare e i muscoli dorsali che da un lato sono più sviluppati e dall’altro meno. Il tronco appare inclinato, con una spalla più alta
e una più bassa. L’ortopedico consiglierà un’attività fisica adeguata a
rinforzare i muscoli della schiena (paravertebrali) in modo da migliorare il portamento e la statica della colonna vertebrale.
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LE OSSA HANNO BISOGNO DI NUTRIMENTO E DI MOVIMENTO
LE OSSA HANNO BISOGNO
DI NUTRIMENTO
E DI MOVIMENTO
La salute delle ossa richiede un adeguato introito alimentare di calcio e vitamina D. Gli studi indicano poi che un’elevata assunzione di frutta e verdura è molto benefica per le ossa. È inoltre dimostrato che l’attività fisica
svolta in giovane età riduce il rischio di fratture da fragilità in età avanzata.
IMPORTANZA DEL CALCIO NEL BAMBINO
E NELL’ADOLESCENTE
La Società Italiana di Nutrizione Umana, che definisce i livelli di assunzione di riferimento dei nutrienti (LARN), nell’ultimo aggiornamento
del 2014, ha definito il fabbisogno medio giornaliero di calcio fra
500 e 1100 milligrammi, a seconda dell’età.
Società Italiana di Nutrizione Umana-SINU, 2014
Fabbisogno medio giornaliero di calcio (Ca)
Ca (mg)
BAMBINI - ADOLESCENTI
6-12 mesi 1-3 anni 4-6 anni 7-10 anni 11-14 anni 15-17 anni ADULTI
GRAVIDANZA
ALLATTAMENTO
Non definito
500
700
900
1100
1000 (femmine) 1100 (maschi)
18-29 anni 30-59 anni 60-74 anni ≥75 anni 800
800
1000
1000
1000
800
15
È dimostrato che un apporto giornaliero di calcio inferiore a 700-800
mg è associato a una ridotta densità minerale ossea e ad un aumentato rischio di frattura.
È da privilegiare l’assunzione di calcio con gli alimenti rispetto a quella
con integratori, perché nella forma alimentare il calcio è assorbito
meglio dall’organismo. Andrebbero invece evitate (soprattutto finché
si è adolescenti) bevande contenenti alcol e caffeina, perché queste
sostanze interferiscono con il metabolismo del calcio.
Non è difficile raggiungere le dosi consigliate con l’alimentazione, se
non in presenza di restrizioni dietetiche dovute a intolleranze alimentari (in particolare al lattosio) o a scelte di vita (dieta vegetariana/
vegana). Se la dieta non assicura un adeguato apporto di calcio, diventa
indispensabile l’utilizzo degli integratori.
500 mg di calcio sono contenuti in ciascuno
di questi elementi:
Mezzo litro di latte
125 grammi di mozzarella
100 grammi di stracchino
400 grammi di yogurt
50 grammi di pecorino stagionato
5 arance intere (1 chilogrammo)
600 grammi di spinaci
200 grammi di mandorle
Un’assunzione normale di calcio è per esempio assicurata dal consumo
giornaliero di: 200 ml di latte + 1 yogurt + 40 grammi di formaggio
stagionato.
Una buona integrazione di calcio può essere ottenuta anche con l’assunzione di acqua minerale (alcune acque arrivano ad apportare anche
360 mg di calcio per un litro) ma la stessa acqua del rubinetto è solitamente molto ricca di calcio.
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LE OSSA HANNO BISOGNO DI NUTRIMENTO E DI MOVIMENTO
IMPORTANZA DELLA VITAMINA D NEL BAMBINO
E NELL’ADOLESCENTE
La vitamina D ha molte azioni benefiche sull’organismo. Per quanto riguarda la salute dell’osso, la sua azione è fondamentale per ottimizzare l’assorbimento intestinale di calcio.
Breve storia del successo del supplemento di vitamina D nei bambini
Nel 1800, la rivoluzione industriale, specie nell’Europa del Nord, favorì la fuga dalle
campagne, lo sviluppo di città con quartieri costituiti da case poste in stretta vicinanza
le une alle altre e, con l’uso del carbone, il progressivo inquinamento dell’aria. Tutto
questo iniziò ben presto ad accompagnarsi, soprattutto nell’infanzia e nelle fasce di
reddito più basse, alla comparsa del rachitismo infantile con tutte le sue devastanti
conseguenze sulla salute. Nei primi del ‘900 si comprese che la cura del rachitismo
consisteva nell’esporre i bambini tutti i giorni alla luce solare e nella somministrazione
dell’olio di fegato di merluzzo, nel quale si era ipotizzato fosse presente un “fattore
accessorio” necessario per la normale mineralizzazione scheletrica (Mellanby et al.
1918). McCollum e coll. (1922) chiamarono questo nuovo nutriente vitamina D, che
venne ben presto isolato e poi utilizzato (a partire dagli anni ‘30) per “fortificare” diversi prodotti alimentari (in particolare il latte e i latticini, il succo d’arancia e altri cibi).
La fortificazione degli alimenti con vitamina D portò praticamente alla risoluzione del
rachitismo nei Paesi occidentali, ma questa abitudine è rimasta in molti paesi nordici
(Inghilterrra, Norvegia ecc.) ed è alla base dell’apparente e sorprendente risultato di
un famoso studio europeo che ha dimostrato come i Paesi con i livelli medi di
25 idrossi-vitamina D (esame che esprime lo stato vitaminico del soggetto) più
bassi nella popolazione anziana sono proprio quelli “mediterranei”, che
si “accontentano” del sole, a differenza dei Paesi nordici dove è comune
consumare cibi “fortificati”.
Le linee guida internazionali raccomandano la supplementazione di
vitamina D fin dai primi giorni di vita, data la scarsa esposizione
alla luce solare durante i primi mesi del neonato (l’esposizione solare
diretta va evitata prima dei 6 mesi di vita) e le scarse quantità di vitamina D presenti nel latte materno (15,9 +/- 8,6 UI/l).
La vitamina D è presente nei vegetali e negli alimenti di origine animale (in particolare nei grassi animali). Tuttavia, sono pochi gli alimenti
che ne contengono quantità apprezzabili (fra questi compaiono i pesci
grassi tipo salmone, i latticini e le uova).
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La vitamina D deriva quindi soprattutto (80-90%) dall’esposizione cutanea all’azione dei raggi solari, nei mesi che vanno da
aprile a settembre.
Difficile fornire indicazioni generali circa l’esposizione solare. Alcuni studi
hanno rilevato che un’esposizione di 15-30 minuti tra le 10.00 e le 15.00,
2 volte a settimana, su viso/braccia/gambe, senza protezione solare, possono essere sufficienti per un’adeguata sintesi di vitamina D da parte della
pelle. Ovviamente, l’esposizione al sole è influenzata da diversi fattori e
va controbilanciata con l’effetto dannoso dei raggi ultravioletti (UV) sulla
pelle soprattutto a certe latitudini e su certe carnagioni.
La capacità di sintetizzare vitamina D è particolarmente condizionata
dall’età del soggetto, tendendo a diminuire con l’avanzare degli anni.
CONCENTRAZIONI DI VITAMINA D IN RISPOSTA
ALLA ESPOSIZIONE DI TUTTO IL CORPO A RAGGI UV
(MINIMA DOSE CHE PROVOCA ERITEMA)
Vitamina D (nmol/L)
100
80
60
40
Giovane
20
Anziano
0
0
1
2
3
4
5
6
Giorno
Holick et al. Lancet 1989
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LE OSSA HANNO BISOGNO DI NUTRIMENTO E DI MOVIMENTO
ATTENZIONE AL PESO, SIA IN DIFETTO SIA IN ECCESSO
Nutrizione carente
Nelle situazioni in cui l’adolescente non mangi a sufficienza, per motivi
di gusti difficili o per scelta legata all’estetica, vi è il rischio di non raggiungere un buon picco di massa ossea. Si stima che un aumento pari al
10% del picco di massa ossea sia in grado di ridurre del 50% il rischio di
fratture da osteoporosi negli adulti. Naturalmente le carenze alimentari
derivanti da una ridotta assunzione di latte e latticini, così come il basso
peso corporeo, costituiscono un serio problema.
La problematica dell’eccessiva magrezza è decisamente più
frequente tra le ragazze che tra i ragazzi. In questi casi, il deficit
nutrizionale può portare ad alterazioni ormonali legate soprattutto alla
carenza degli estrogeni, con conseguenti disturbi o addirittura assenza
del ciclo mestruale (amenorrea), condizionando negativamente la salute
delle ossa, molto sensibili all’azione degli estrogeni.
DEFICIT DI CALORIE
Eccessiva magrezza
Disordini ormonali
Basso picco di massa ossea
Bassa concentrazione
di estrogeni
OSTEOPOROSI
Amenorrea
Modificato da: De Laet C, Kanis JA,Oden A, et al. Body mass index as a predictor of fracture risk: a meta-analysis.
Osteoporosis International 2005; 16: 1330-8
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Obesità
La tendenza della popolazione, in particolare tra i giovani (soprattutto tra
gli adolescenti maschi), è certamente quella dell’eccesso alimentare, con
la conseguente obesità. Le previsioni future dicono che tra 15 anni
due terzi della popolazione sarà obesa.
Il sovrappeso e l’obesità non sono un danno solo per il notevole aumento
del rischio per le malattie cardiovascolari e per il diabete, ma anche per
la salute delle ossa.
Per ben comprendere questo aspetto basta paragonare lo scheletro
alla struttura di un palazzo. Se il palazzo è progettato per sostenere
4 piani, è chiaro che se vi si aggiunge un ulteriore piano, la struttura
potrà inizialmente risentirne e, prima o poi, si presenteranno problemi
di stabilità. Lo stesso accade se lo scheletro viene sovraccaricato di
chili in eccesso.
Con l’obesità si può verificare una minore disponibilità di vitamina
D, perché questo tipo di vitamina tende a essere “sequestrata” dalla
massa grassa.
Infine, l’obesità si associa a scarsa attività fisica, con ripercussioni sulla
crescita della massa ossea.
ATTENZIONE ALL’ALCOOL E AL FUMO! SOPRATTUTTO
IN GIOVANE ETÀ…
Alcool
È noto che un elevato consumo di alcolici può essere causa di osteoporosi secondaria ed è stato dimostrato che si associa a un aumento
del rischio di fratture, sia per gli uomini sia per le donne.
In generale sono gli uomini a bere di più, ma si sta recentemente evidenziando un incremento dell’abuso di alcool tra le
ragazze più giovani. Questa tendenza è da osservare con particolare attenzione, sapendo che sono proprio le donne a maggior rischio
di sviluppare osteoporosi nell’età adulta.
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LE OSSA HANNO BISOGNO DI NUTRIMENTO E DI MOVIMENTO
Azioni negative dell’alcool sul tessuto osseo
Blocca gli osteoblasti (le cellule che portano nuovo tessuto osseo)
Stimola gli osteoclasti (le cellule che eliminano tessuto osseo,
affinché sia rinnovato)
Riduce l’assorbimento del calcio
Riduce l’attivazione della vitamina D
Riduce la produzione di ormoni (testosterone ed estrogeni)
Fumo
Studi effettuati confrontando le caratteristiche cliniche dei fumatori con quelle dei non fumatori hanno chiaramente dimostrato che il
fumo di sigaretta è un fattore di rischio per un vasto numero di malattie e condizioni, incluse le malattie delle ossa.
I danni sulla salute delle ossa sono particolarmente importanti se la dipendenza dal fumo inizia in giovane età, nella fase
quindi di maturazione della struttura ossea. Anche in questo caso le
ragazze sono i soggetti a maggior rischio.
Uno studio ha seguito 262 ragazze fumatrici e non fumatrici con
età compresa fra 11 e 19 anni, divise in cinque gruppi (di 11, 13, 15,
17 e 19 anni) valutate tre volte all’anno con Mineralometria Ossea
Computerizzata (MOC) e tomografia BMD (Bone Mineral Density) dell’anca e della colonna lombare: all’età di 19 anni, rispetto a
quelle che non fumavano, le fumatrici erano rimaste indietro di un
intero anno nell’accumulo di minerali ossei.
Azioni negative del fumo sul tessuto osseo
Blocca gli osteoblasti (le cellule che portano nuovo tessuto osseo)
Stimola gli osteoclasti (le cellule che eliminano tessuto osseo)
Riduce la produzione di ormoni (testosterone ed estrogeni)
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IMPORTANZA DELL’ATTIVITÀ FISICA E SPORTIVA
In generale, soprattutto per i ragazzi, ogni tipo di sport è un momento
di incontro e di aggregazione, che aiuta a crescere sani nel corpo e
nello spirito. Ma l’attività fisica regolare fin da bambini è inoltre fondamentale per sviluppare ossa sane, perché favorisce la crescita e il
corretto sviluppo della massa ossea.
Tutti gli sport fanno bene. Tuttavia, per quanto riguarda le ossa, esiste
ormai una specifica evidenza che chi pratica esercizio fisico a carico gravitazionale (esercizio in posizione eretta che impone
il carico del peso del corpo), come la corsa e i salti, abbia più
massa ossea di un soggetto sedentario.
Studi effettuati su atleti e atlete hanno confermato la maggiore efficacia di sport quali la ginnastica, gli sport di potenza e alcuni
sport di squadra a elevato ritmo di gioco. Sono invece meno
efficaci sul metabolismo osseo le discipline di resistenza e in particolare il nuoto, per effetto dell’assenza di contrasto della forza di gravità
dovuto alla “spinta” di galleggiamento che si verifica nell’acqua.
Le linee guida internazionali e nazionali raccomandano per i bambini
e i ragazzi (5-17 anni) almeno 60 minuti al giorno di attività
moderata-vigorosa, includendo 3 volte alla settimana esercizi per la forza, che possono consistere in giochi di movimento
o attività sportive.
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LE OSSA HANNO BISOGNO DI NUTRIMENTO E DI MOVIMENTO
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