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20 maggio 2015
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Biochimica
Ruta graveolens
Gigliola Borgonovo
Angela Bassoli
Caratteristiche e proprietà di una pianta
conosciuta sin dall'antichità.
La ruta comune (Ruta graveolens L.) è una pianta erbacea cespugliosa, perenne, sempreverde alta fino a 1 metro appartenente alla famiglia delle Rutacee.
È originaria dell’area mediterranea ed è presente in
molti Paesi del mondo dove è stata introdotta e coltivata. In Italia cresce spontanea in quasi tutte le regioni.
È dotata di resistenza alla siccità e al
caldo e di una notevole capacità di adattamento ai vari tipi di terreno; predilige
però i terreni esposti al sole, privi di ristagni idrici e con un pH tendente
all’alcalino.
La propagazione avviene per semina,
per talea o mediante divisione dei cespi.
Il fusto è verde, liscio, glabro, legnoso
alla base ed erbaceo alle estremità; le
foglie sono piccole, oblunghe, di colore
verde-glauco, ricche di ghiandole che le
rendono traslucide, alterne, bi- o tripennate; le foglie
inferiori sono picciolate mentre quelle superiori sono
quasi sessili.
I fiori, di colore giallo, sono riuniti in infiorescenze rade
e sono composti da quattro petali a eccezione del fiore
centrale che ne porta cinque.
Presentano il margine ondulato
o dentato, il periodo di antesi va
da giugno a settembre. I frutti
compaiono in estate e sono piccole capsule dalla superficie verrucosa e coperta da ghiandole
resinifere. A maturità si aprono
in quattro o cinque sezioni contenenti i semi, che si presentano
piccoli e neri. Dal sapore spiccatamente amaro, oggi in
campo alimentare è utilizzata principalmente in liquo-
reria e il più famoso impiego è in infusione nella grappa.
Le foglie fresche possono essere utilizzate, con moderazione, per insaporire insalate, carni, pesci o per aromatizzare oli e aceti.
La ruta è nota fin dall’antichità come pianta medicinale:
ritenuta in grado di risolvere numerose
malattie, presso svariate civiltà le furono attribuite proprietà magiche. Ancora
oggi alcune specie del genere Ruta sono
ampiamente usate in diversi preparati
erboristici, in prodotti cosmetici e nella
medicina popolare e sono oggetto di ricerche volte a verificare l’efficacia delle
loro applicazioni e i principi attivi che li
caratterizzano.
La ruta è menzionata nella farmacopea
di 28 Paesi dove è considerata principalmente come stimolante, antispastica, diuretica ed
emmenagoga.
Il termine “ruta” deriva dal greco e significa salvezza,
liberazione mentre “graveolens” ha significato di “forte
odore” e deriva invece dal latino.
La pianta ha una aroma forte e
molto caratteristico e, secondo
gli antichi, aveva il potere di allontanare i serpenti, motivo per
il quale la ruta era coltivata in
giardino a protezione della casa.
Per le sue proprietà repellenti
era usata anche per combattere
gli insetti e veniva utilizzata nelle cantine per allontanare i topi.
Nella medicina popolare la ruta è ancora oggi usata come vermifugo. Le informazioni sugli attuali usi tradi-
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zionali nell’area mediterranea variano da regione a regione.
Per Spagna, Italia e Turchia sono disponibili numerosi e
dettagliati dati etnofarmacologici, mentre altrove i dati
sono scarsi e generici.
Alla ruta vengono attribuite proprietà medicamentose
nella cura di diverse malattie (problemi agli occhi e ai
polmoni, reumatismi, dermatiti, stati infiammatori, mal
di testa e dolori di vario tipo). La ruta era conosciuta in
passato per le sue qualità abortive.
L’olio essenziale di ruta presenta come composti dominanti chetoni a lunga catena, in particolare 2undecanone e 2-nonanone, insieme a numerosi altri
metaboliti secondari [8]. Questi oli sono usati come
fungicidi [9] e hanno attività fitotossica [10]. Inoltre,
l’olio essenziale di ruta ha attività repellente verso molti
animali, invertebrati, insetti [11] e alcuni microorganismi tra cui il Plasmodium falciparum [12]. Infine,
l’attività del 2-undecanone come repellente è stata descritta e brevettata contro insetti, volatili, anfibi e animali superiori nonostante il
meccanismo di azione non sia
mai stato indagato a livello molecolare.
L’olio di ruta è anche utilizzato
come fragranza in saponi, detergenti, creme, lozioni e profumi [13].
Lo studio di attività biologiche
specifiche sui recettori dell’amaro T2R e TRP è tuttora oggetto di intensa sperimentazione nei nostri laboratori. I recettori dell’amaro T2R (Taste receptor, type 2) sono espressi da
cellule chemosensoriali specializzate presenti a livello
del cavo orale e sono deputati al riconoscimento di sostanze potenzialmente tossiche; il genoma umano codifica per 25 recettori per il sapore amaro in grado di riconoscere centinaia di sostanze chimiche.
Recentemente questi recettori sono stati individuati anche in tessuti extraorali come nella mucosa gastroenterica e nell’epitelio delle vie respiratorie dove si ritiene
siano coinvolti in processi di regolazione del metabolismo e di difesa.
I recettori TRP (Transient receptor potential channels)
sono canali ionici coinvolti in numerosi meccanismi di
percezione sensoriale; alcuni di questi sono coinvolti
nella percezione del dolore provocato da numerosi stimoli sia esogeni che endogeni e di sensazioni chemestetiche provocate da diverse sostanze contenute negli alimenti che a livello del cavo orale generano sensazioni
come la piccantezza, la pungenza, la freschezza.
Un aspetto particolarmente interessante di composti
TRP-agonisti è l’attività nei confronti di insetti e microrganismi. È noto infatti che piante che contengono
composti attivi su recettori TRP spesso mostrano attività repellente nei confronti di insetti e nematodi, nonché
Profilo fitochimico
La ruta è caratterizzata da un
complesso profilo fitochimico
dovuto all’elevata varietà dei
metaboliti secondari che produce: alcaloidi, furanocumarine,
furanochinoline, terpenoidi, flavonoidi, saponine, tannini e glicosidi [1].
Le sostanze presenti nella ruta
sono di grande interesse in chimica farmaceutica, in quanto
molti di questi composti mostrano una vasta gamma di attività biologiche.
Gli psoraleni, tra i maggiori costituenti degli estratti di
ruta, sono sostanze a struttura furanocumarinica note
per i loro effetti di fotosensibilizzazione che possono dare effetti indesiderati come dermatiti.
Gli psoraleni sono utilizzati a scopo terapeutico nella
fotochemioterapia in combinazione con i raggi UV-A
per il trattamento di malattie cutanees (psoriasi, linfoma T, granuloma annulare, neurodermiti, ecc.) [2, 3].
Tra gli alcaloidi è stata studiata la skimmianina, un alcaloide chinolinico che ha attività antiinfiammatoria[4].
Le capacità antinocicettive degli estratti di ruta sono
state studiate nel topo e sono riconducibili a un meccanismo mediato da recettori opioidergici e alfa adrenergici [5].
La rutina, derivato glicosidico della quercetina, è uno
dei principali flavonoidi isolato dalle foglie di ruta; ha
attività venotonica, è attiva contro alcuni disturbi visivi
ha azione protettiva sui capillari ed era usata contro edemi, infiammazioni, spasmi, e ipertensione [6].
L’estratto metanolico delle parti aeree è stato provato
essere citotossico nei confronti di alcune linee tumorali
[7].
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tion and antimicrobial activity of the essential oils from
four Ruta species growing in Algeria. Food chemistry,
141, 253-258.
attività antibatterica e antifungina tanto che alcuni di
questi (per esempio il rafano) sono utilizzati da anni in
agricoltura biologica.
Alcuni metaboliti isolati dalla ruta hanno mostrato attività agonista verso alcuni recettori T2R e TRP e questo
ha un notevole interesse per la comprensione di alcune
attività biologiche a livello molecolare e per le possibili
applicazioni in campo agroalimentare e farmaceutico
che ne possono derivare.
[9] Oliva A., Lahoz E., Contillo R., Aliotta G., 2003.
Fungistatic. Natural fungicides from Ruta graveolens L.
Leaves, including a new quinolone alkaloid, Journal of
Agricultural and food chemistry, 51, 890-896.
[10] Hale A. L., Meepagala K. M., Oliva A., Aliotta G,
Duke S.O., 2004. Phytotoxins from the leaves of Ruta
Graveolens, Journal of agricultural and food chemistry, 52, 3345-3349.
Riferimenti bibliografici
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[4] Ratheesh M., Sindhu G., Antony H., 2013. Antony
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[5] Park S. H.,. Sim Y. B, Kim S. M., Lee J. K., Lim S. S.,
Kim J. K., Suh H. W., 2010. Antinociception effect and
mechanism of Ruta Graveolens L. In mice. Journal of
the Korean society for applied biological chemistry, 53
(5), 593-597.
Gigliola Borgonovo è ricercatrice presso il Dipartimento di
Scienze molecolari agroambientali dell’Università degli studi
di Milano.
Angela Bossoli è professore associato presso il Dipartimento di
Scienze molecolari agroambientali dell’Università degli studi
di Milano.
[6] San Miguel E., 2003. Rue (Ruta L., Rutaceae) in
Traditional Spain: Frequency and distribution of its
medicinal and symbolic applications. Economic botany,
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www.intersezioni.eu
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