INDICE GENERALE
Saggio introduttivo di Adriano Bausola: LA FILOSOFIA DELLA
RIVELAZIONE AL VERTICE SPECULATIVO DEL PENSIERO DI
SCHELLING
V
Premessa. La collocazione della Filosofia della Rivelazione nel con­
testo della filosofia posthegeliana
VII
I. Il «primo» Schelling e la filosofia dell'identità
XII
1. Schelling: un filosofo alla ricerca della valorizzazione dialettica e
armonica di tutti gli aspetti del reale in funzione di un Principio
unitario, XII
2. Le grandi linee evolutive del pensiero schellinghiano, XIII
3. Dai primi scritti al Sistema dell'idealismo trascendentale, XV
4. Filosofia della natura e primi approcci alla filosofia dell'identità, xix
5. L'arte e l'Assoluto. La maturazione piena della filosofia dell'identi­
tà, xx
6. La crisi della filosofia dell'identità, XXII
II. L'emergenza del problema del rapporto tra finito e infinito nel
ripensamento schellinghiano dell'Assoluto (1802-1811)
xxm
1. Verso la maturazione della filosofia positiva, xxm
2. Il Bruno, Filosofia e Religione e le Ricerche sulla libertà, xxiv
3. Rapporti con Eschenmayer, ]acobi, Hegel, xxxi
III. La filosofia della Rivelazione come la piena realizzazione della
filosofia positiva
XL
1. Cronologia degli scritti e delle lezioni dell'ultima fase schellinghia­
no, XL
2. La filosofia negativa e l'idealismo, XLI
3. Il passaggio alla filosofia positiva, XLVI
>
4. In che senso l'essere attuale è fuori della ragione, XLVII
5. Il modo in cui Schelling pone l'Essere necessariamente esistente, XLIX
6. L'intreccio tra ragione ed esperienza nella filosofia positiva, li
7. L'essere come volontà, Lvn
8. La centralità ^E//Urmensch nella creazione, LX
9. Il processo mitologico, LXI
10. La fisionomia peculiare della filosofia della Rivelazione, LXIV
11. Trascendenza e libertà, LXIX
12.1 limiti del superamento dell'idealismo da parte della filosofia posi­
tiva, LXXUI
13. Esigenze religiose e dialettica del sapere, LXXV
14. Sul rapporto Schelling-Kierkegaard, LXXVI
Conclusione
LXXXI
CRONOLOGIA DELLA VITA E DELLE OPERE DI SCHELLING
LXXXTV
NOTA EDITORIALE
LXXXIX
XCI
NOTA DEL REVISORE
http://d-nb.info/1027841929
1550
INDICE GENERALE. FILOSOFIA DELLA RIVELAZIONE
LIBRO PRIMO
INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA DELLA RIVELAZIONE
O FONDAZIONE DELLA FILOSOFIA POSITIVA
LEZIONE 1:1 PROBLEMI DELLA FILOSOFIA
3
Concetto di filosofia. La filosofia e le scienze. Il problema
della ragione del mondo, 5
Il fine della natura e l'uomo, 7
Il problema del senso della storia, 9
Perché in generale c'è qualcosa? Perché non è nulla? Questo
è il problema di fondo della filosofia, 11
Il tempo presente e la filosofia; la funzione rigeneratrice del
tempo presente spetta alla filosofia, non alla poesia, 17
Il conflitto delle filosofie, 21
LEZIONE 2: FILOSOFIA, LIBERTÀ E IMPEGNO POLITICO
29
La difficoltà della filosofia, 29
La vita accademica, 33
La libertà di pensiero; ipocrisia di molti suoi difensori. Va­
lori e limiti di tale libertà. I diritti e i doveri dello Stato
in proposito. La gioventù studiosa non deve impegnarsi
in agitazioni politiche, 39
Centralità dello studio della metafisica, anche per superare
una concezione politica utilitaria, 43
Lezione cattedratica e discussione, 47
Incominciare lo studio della filosofia partendo da Kant, 51
LEZIONE 3 : BALLA METAFISICA ANTICA ALL'IDEALISMO
La metafisica e il suo oggetto nella filosofia antica e nella
Scolastica. Le tre fonti della conoscenza (intelletto, espe­
rienza, ragione) secondo tali filosofie, 55
La metafisica prekantiana presuppone il valore delle fonti
della conoscenza, 59
Cartesio avvia il processo di revisione critica, 63
L'empirismo, 63
La filosofia attuale {Videalismo) deduce la necessità dell'esi­
stenza degli enti, dà il perché di tale esistenza, 67
55
INTRODUZIONE. LEZIONI 1-5
1551
Kant: critica alla metafisica; la dottrina della conoscenza, 69
L'aporia della cosa in sé, 79
Il superamento dell'aporia in Fichte, con l'idea di una scien­
za totalmente a priori (con l'idealismo), 81
Limiti della filosofia di Fichte, 83
LEZIONE 4: ESSENZA ED ESISTENZA. RAGIONE ED ESPERIENZA
91
Il Prius comune della sensibilità, dell'intelletto e della ra­
gione in Kant, 91
Superamento e, insieme, sviluppo di tale Prius con la ragio­
ne che si pone incondizionatamente dinanzi a sé, in Fich­
te, 93
Conoscenza a priori degli enti ed esperienza. Quid sit e
quod sit di un ente; conoscenza dell'essenza e conoscen­
za dell'esistenza: il quid sit è di competenza della ragio­
ne; l'an sit, dell'esperienza, 95
Discussione con Hegel in proposito, 97
La ragione comprende il reale (il contenuto) ma non la
realtà (l'esserci puntuale del contenuto), 101
Il problema della conoscenza dell'esistenza di Dio, 103
L'oggetto immediato della ragione: l'infinita potenza del
conoscere, 103
Differenza dell'infinita potenza del conoscere dall'Ens indeterminatum della Scolastica, 107
L'oggetto immediato della ragione non è permanente, per­
ché trapassa necessariamente in altro, 107
Potenza d'essere e volontà, 111
L'ultimo oggetto della ragione: il concetto negativo dell'en­
te vero, 115
LEZIONE 5: FILOSOFIA NEGATIVA E FILOSOFIA POSITIVA
L'infinita potenza di essere come oggetto dell'infinita poten­
za di conoscere, 123
Lente autentico come potenza non di qualcosa che esso non
è ancora, ma di ciò che esso già è, 127
Le tre determinazioni dell'ente vero: soggetto, oggetto, e lo­
ro inscindibile relazione, 129
La filosofia positiva: il suo oggetto è l'ente vero, 133
Filosofia dogmatica e filosofia dogmatizzante, 135
L'esigenza della positività: la ragione, il sentimento e la fe­
de di fronte a essa, 141
123
1552
INDICE GENERALE. FILOSOFIA DELLA RIVELAZIONE
La filosofia negativa si pone come tale solo quando viene
colto l'oggetto della filosofia positiva, 141
Hegel e Schelling, 143
Equivoci intorno alla filosofia positiva, 149
Esame critico delle discussioni sviluppatesi sul rapporto del­
la filosofia hegeliana con la filosofia negativa e positiva
di Schelling, 149
LEZIONE 6: ARISTOTELE E LA FILOSOFIA POSITIVA
157
Unità della filosofia: in che senso si puà parlare di. due filo­
sofie (negativa e positiva), 157
Il senso dell'affermazione socratica per cui il filosofo è colui
che sa di non sapere, 161
Platone e Aristotele trapassano al positivo, 165
Stretto legame tra la filosofia negativa e la dottrina di Ari­
stotele, 169
La filosofia razionale non si oppone all'esperienza né va ol­
tre essa, 171
Ripresa del confronto della prospettiva aristotelica con la
prospettiva schellinghiana, in particolare a proposito di
Dio, 173
La metafisica scolastica come razionalismo positivo, 179
Dalla dissoluzione della metafisica scolastica sorsero razio­
nalismo ed empirismo, 181
L'esigenza del sistema logico alla base dell'entusiasmo degli
empiristi per i fatti, 183
Empirismo filosofico e filosofia positiva, 185
L'esperienza del soprasensibile, 189
LEZIONE 7 : L'EMPIRISMO FILOSOFICO E I SUOI GRADI
I gradi dell'empirismo filosofico: l'empirismo mistico, 191
Critica della posizione di]acobi, 193
Un ulteriore grado dell'empirismo filosofico: il misticismo
speculativo della teosofia, 197
Differenza della filosofia positiva dalla teosofia: per la pri­
ma Dio non è il risultato reale di un processo; per la se­
conda, si, 199
Concordanza sostanziale, viceversa, su questo punto, tra Bóhme e Hegel, 201
Legami della teosofia con il razionalismo, 205
La filosofia positiva parte dall'essere, ma non dall'essere em-
191
INTRODUZIONE. LEZIONI 6-8
•
pirico, né dall'essere nel puro pensiero; essa parte dal­
l'essere assolutamente trascendente, 209
L'Essere assolutamente trascendente, in quanto Prius asso­
luto, non deve essere provato; cià che si prova è la
Divinità di tale Prius, 213
La filosofia positiva non è mai pienamente conchiusa, 217
La filosofia positiva non è filosofia religiosa; è attraverso
essa che viene trovato il concetto di religione, 221
Filosofia positiva e Cristianesimo, 223
La filosofia positiva non è filosofia rivelata, 231
Distinzione dell'autentico concetto di Rivelazione da quello
di Rivelazione divina a singoli uomini, 253
LEZIONE 8: L'ENTE VERO
La filosofia dà a se stessa il proprio oggetto. Tale oggetto è
l'ente vero, tutto atto, 243
La filosofia negativa, come scienza del primum cogitabile,
è la scienza prima; la filosofia positiva, come scienza di
ciò che è sopra l'essere, è la scienza più alta. In mezzo
stanno le altre scienze, 249
La filosofia fa precedere a sé quella negativa solo se lo vuo­
le, 253
Lultimo concetto della filosofia negativa: la potenza essente,
257
L'argomento ontologico; discussione di esso. Il necessaria­
mente esistente risulta esistente senza bisogno di prova,
259
Partendo dall'indubitabilmente esistente, se ne prova la
divinità, 261
Dio è a priori atto, e solo subordinatamente potenza; in lui
la potenza non precede l'atto, 265
Il necessariamente esistente è l'idea rovesciata, in cui la
ragione è posta fuori di sé, 269
Discussione della prova cosmologica dell'esistenza di Dio,
nella versione kantiana, 275
Al necessariamente esistente in quanto tale non appartiene
un'essenza, 215
Il trapasso dal necessariamente esistente a Dio (all'essenza
necessariamente esistente), 279
Il concetto di trascendenza, 281
Che le cose esistano la ragione non lo può sapere; essa deve
sottomettersi all' autorità del senso, 285
1556
INDICE GENERALE. FILOSOFIA DELLA RIVELAZIONE
LEZIONE 13 : Dio E LA TENSIONE EXTRADIVINA
439
Concetto di originario come di ciò in cui la realtà attuale
viene prima della realtà potenziale, 439
L'apparire all'Originario, che è lo Spirito perfetto, della pos­
sibilità di un altro essere, 441
La potenzializzazione del puro essente, 443
Allo Spirito perfetto si presentano, come potenze di un esse­
re futuro: il non essente, il puro essente e l'essente nel
non-essere, 445
La libertà dello Spirito perfetto come libertà di uscire da se
stesso. Si perviene così a Dio, 447
Il fondamento della tensione extradivina è l'in-sé uscito dal
suo in-sé, 453
Lo scopo della posizione da parte di Dio della tensione, 457
Il mondo, prodotto delle potenze divine, non è sostanza, ma
apparenza posta da Dio, 469
Il monoteismo nel concetto e l'effettivo monoteismo, 469
Il processo della creazione, 475
Volontà e non-volontà in Dio, 477
Le potenze come cause cosmiche, 483
LEZIONE 14: Dio E LA CREAZIONE
487
Il rapporto tra Dio e il mondo: l'idea di Dio ha come pre­
supposto il mondo della natura e dello spirito; il Dio
reale non ha tale presupposto, 487
Il termine intermedio tra l'essere di Dio e la creazione. Le
Idee in Dio, 489
La Sapienza nell'Antico Testamento è tale potenza (o possi­
bilità) contemplata da Dio, 493
La Sapienza rimane nell'uomo, dopo la caduta, come poten­
za formale delle cose, e cioè come intelletto, 495
La Sapienza non è Jehovah, non è il Signore, ma lo presup­
pone; la Sapienza non è neppure creatura, 503
Tempo e creazione, 511
LEZIONE 15: COMPRENSIONE SPECULATIVA DELLA TRINITÀ
La libertà di Dio ha il suo fondamento nella sua tutt'unità
spirituale, 519
Questa tutt'unità spirituale è assoluta personalità, e in
quanto tale è il Padre, 521
519
PARTE I. LEZIONI 13-17
1557
II Figlio. La dottrina della Trinità non è dottrina solo cri­
stiana, 523
L'idea della Trinità eè la premessa della filosofia della Rive­
lazione, 529
Senso in cui il Figlio è eterno, 533
La generazione divina, 537
Rapporto tra la volontà del Padre e la volontà del Figlio,
543
La dottrina schellinghiana del Figlio fornisce la compren­
sione speculativa della dottrina del Figlio contenuta nel
Nuovo Testamento, 549
Linizio della creazione è anche il momento della generazio­
ne del Figlio, 551
Il Figlio come potenza esternata come tale non è Dio, 555
La terza potenza (lo Spirito), 557
LEZIONE 16: LA TRINITÀ E LA CREAZIONE. L'URMENSCH
565
Applicazione dell'idea di Trinità alla creazione: le forme di­
vine rivolte all'esterno diventano forme cosmiche che so­
lo alla fine della creazione diventano persone divine, 565
Diversa funzione delle tre potenze divine nella creazione,
571
L'uomo e la sua libertà in rapporto al Creatore, 575
L'Urmensch inteso come Dio divenuto, 579
Distinzione, nell'Urmensch, dell'esser-Dio (nella semplicità
del suo essere) e del voler-essere-come-Dio (con senti­
mento dell'esser-Dio), 583
La caduta come tentativo dell'uomo di essere ciò che non gli
è dato di essere, e cioè di essere come Dio; sue conse­
guenze, 585
La potenza di essere posta fuori di sé (come atto, e non co­
me potenza) dall'uomo è il principio del male, 587
LEZIONE 17: LA CADUTA DELZ/URMENSCH
I mutamenti determinati dal peccato nel rapporto delle tre
potenze tra di loro e con Dio, 595
La legge per l'uomo originario: non mettere in tensione le
potenze, 599
La caduta è un dato di fatto, il primo dato di fatto della sto­
ria, non deducibile a priori, 603
II rapporto originario dell'uomo con la natura è magico, 607
595
1558
INDICE GENERALE. FILOSOFIA DELLA RIVELAZIONE
II secondo momento di tale rapporto è l'alchimia, 609
Con la tensione posta dall'uomo sorge un processo teogonico extradivino, solo naturale, e nascono il politeismo e
la Mitologia, 613
Il processo mitologico si svolge nella coscienza; caratteri di
tale processo, 617
Ragione per la quale il mondo, pur posto fuori di Dio dal
peccato, persiste, 621
Il tempo del Padre e il tempo del Figlio, 621
I due periodi all'interno del tempo del Figlio, 631
Le rappresentazioni mitologiche sono prodotti necessari del­
la coscienza, 633
LEZIONE 18: LE TAPPE DEL PROCESSO MITOLOGICO
639
Le tappe fondamentali del processo mitologico, 639
Lo sviamento dell'uomo che apre il processo mitologico e il
racconto del Genesi sul peccato originale; Persefone e la
donna che seduce Adamo, 641
La prima epoca del processo mitologico: dominio esclusivo
del cieco principio della natura; la religione astrale o Zahismo, 643
Seconda epoca del processo mitologico: subordinazione del
cieco principio della natura alla potenza immediatamen­
te più alta; culto di Urania, 651
Dioniso, 653
Terza epoca del processo mitologico, come epoca della lotta
tra il cieco principio divenuto soggiogahile e la potenza
che lo riporta nel suo in-sé; culto di Eracle, di Crono e
di Cibele, 657
Le tre mitologie: egizia, indiana, greca, 661
Quarta epoca del processo mitologico: il sopraggiungere del­
la terza potenza, 663
Senso esoterico della Mitologia, 667
Esame in particolare della mitologia egizia, 669
La mitologia indiana, Gl'i
La mitologia greca, 677
LEZIONE 1 9 : 1 MISTERI GRECI
I misteri greci. Riflessione generale, 687
Demetra (Cerere) come la coscienza che sta in mezzo tra ildio reale e quello liberatore, 689
687
PARTE I. LEZIONI 18-21
1559
Persefone, 691
Discussione sulle diverse interpretazioni dei misteri, 693
Ripresa della discussione sul significato di Demetra e di Per­
sefone, 695
Dioniso e i fenomeni da lui causati, 705
Orfeo, inteso come la coscienza che si oppone al dio libera­
tore, cioè a Dioniso. Omero come testimone dell'ultima
crisi di tutto il processo mitologico, Ili
L'Orfismo, 717
I misteri orfici e le orge bacchiche, 723
Pan come principio della natura, immanente alla natura pa­
cificata, 731
LEZIONE 20: II SIGNIFICATO DEI MISTERI
737
II contenuto dei misteri, 737
I misteri come l'interiorità, l'esoterico della Mitologia, 737
II entusiasmo e i misteri, 743
L'iniziazione come liberazione della coscienza dalla materia­
lità del processo mitologico. La beatitudine conseguente
all'iniziazione, 745
Discussione sul significato dei misteri, in particolare sull'in­
terpretazione di essi proposta da Platone, 751
Nei misteri si aveva un trasferimento della coscienza dal re­
gno delle pure forme materiali a quello delle pure poten­
ze spirituali, 757
LEZIONE 21 : GLI DÈI CAUSANTI. DIONISO
La dottrina dei misteri. Gli dèi causanti, puramente spiri­
tuali, sono il contenuto principale della conoscenza dei
misteri, 767
Gli dèi causanti sono personalità successive di uno stesso
Dio, 769
Dioniso nelle sue diverse forme; Zagreo è il più antico Dio­
niso, 773
I testi classici permettono di provare l'identificazione di Za­
greo con il più antico Dioniso, 111
II secondo Dioniso, 785
Il terzo Dioniso, come lo spirito sollevato al disopra del mu­
tamento, 787
Dioniso come Jacco, 789
La lacerazione di Dioniso; controversie su di essa, 793
767
1560
INDICE GENERALE. FILOSOFIA DELLA RIVELAZIONE
Comprensione organica, nell'unità divina, delle tre forme
di Dioniso, 799
Jacco nel suo rapporto con Demetra, 801
Persefone. Core. come Persefone risorta in una più alta po­
tenza, 809
LEZIONE 22: IL CONTENUTO DEI MISTERI
815
Senso in cui si può dire che il contenuto dei misteri è una
teoria trascendentale sull'origine del mondo, 815
La Mitologia è la storia della natura che si ripete in una po­
tenza più alta. Il contenuto dei misteri non è una sem­
plice morale, 817
La dottrina del dio spirituale era nei misteri non come dot­
trina, ma come storia, e percià era esposta attraverso eventi reali, 819
Religione egizia e religione greca, 821
La componente storica nei misteri, 829
I misteri superavano e conservavano insieme il politeismo
nel monoteismo, 831
II segreto nei misteri, 835
Il contenuto profondo di tale segreto era la dottrina di un
terzo Signore del mondo che avrebbe liberato la coscien­
za dal risultato del processo mitologico, 843
LEZIONE 23:1 MISTERI E LA FINE DELLA MITOLOGIA
La religiosità degli Elleni tra la religione sensibile del pas­
sato e quella spirituale del futuro, 849
I tre Dionisi erano pensati nella religione misterica come Si­
gnori del mondo, 851
Jacco nei riti eleusini veniva rappresentato come il futuro
signore del mondo, 859
Come i fondatori dei misteri dovettero rappresentarsi il tem­
po del futuro signore del mondo, 867
Anche il nome dei misteri indica il loro riferimento al futu­
ro, 873
Estraneità dell'Orfismo rispetto ai misteri, 875
I misteri greci sono la fine della Mitologia, e la comprensio­
ne dei misteri è la fine della filosofia della Mitologia,
877
849
PARTE I. LEZIONI 22-23.
PARTE II. LEZIONI 24-25
1561
LIBRO TERZO
SECONDA PARTE DELLA FILOSOFIA DELLA RIVELAZIONE
LEZIONE 24: CONCETTO DI RIVELAZIONE
883
La Mitologia come processo essoterico e la Rivelazione
come storia interiore, 883
Concetto di filosofia della Rivelazione, 883
Esperienza e Rivelazione, 887
Perché la coscienza umana permane nell'esistenza dopo la
caduta, 889
La volontà di Dio in rapporto al mantenimento di tale per­
manenza, 891
La Rivelazione è un processo libero, 895
Fede e scienza razionale della creazione, 899
Ricapitolazione del corso della filosofia da Kant alla filoso­
fia positiva, 907
La comprensione del Cristianesimo presuppone quella dèi
Paganesimo, 909
Storicità del Cristianesimo, 913
Il senso della razionalità in Dio, 915
Libertà e sovrarazionalità del volere di Dio nei confronti
della creazione e dell'uomo dopo il peccato, 917
Soggetto e il fine della filosofia della Rivelazione. Il fine
reale della Rivelazione stessa, 923
LEZIONE 25: CRISTO COME PERSONALITÀ EXTRADIVINA
Rivelazione e dogma, 929
Metodo scolastico, metodo storico meramente esterno, e me­
todo mistico nella trattazione della Rivelazione, 931
Rifiuto del razionalismo religioso, 935
Il contenuto del Cristianesimo è la Persona di Cristo, 937
Cristo come la Potenza mediatrice della creazione che, alla
fine della creazione, si pone come Signore dell'essere, e,
attraverso l'uomo, viene spossessata, 937
Cristo rinuncia alla Signoria sull'essere che potrebbe avere
indipendentemente dal Padre, 941
Cristo come Personalità extradivina ma non ancora come
uomo, 943
929
1562
INDICE GENERALE. FILOSOFIA DELLA RIVELAZIONE
Esegesi di Lettera ai Filippesi 2,6-8, 945
Conferma nel Nuovo Testamento dell'interpretazione di Cri­
sto anche come personalità extradivina ma non ancora
come uomo, 953
La tentazione di Cristo; suo significato, 959
LEZIONE 26: CRISTO E L'URMENSCH
967
Il principio che sta a fondamento della creazione è portato
nell'uomo a principio di un nuovo movimento possibile,
967
Se un tale principio è nuovamente messo in movimento dal­
l'uomo, in esso è presente la non-volontà divina, 967
La caduta dell'uomo rende l'uomo servo di una triplice si­
gnoria, 969
La non-volontà di Dio, posta in Dio attraverso l'uomo, 973
La vera riconciliazione attraverso la "Personalità mediatrice,
in quanto rinuncia di tale Personalità a se stessa come
indipendente da Dio, 975
Libertà di tale rinuncia, 979
Tale Personalità extradivina, internamente divina, è il Fi­
glio che è uno con il Padre, 981
La Signoria del Figlio; sua durata, 985
La subordinazione del Figlio al Padre non è dissoluzione
del Figlio nel Padre, 987
La Trinità. Tautousia, Eterousia, Omousia, 989
IlArianesimo, 991
Il triteismo, 993
Le tre Persone come i sovrani successivi delle grandi età del
mondo, 999
LEZIONE 27 : CRISTO E IL PAGANESIMO. IL LOGOS
Il Padre come potenza del Giudaismo, e Cristo come poten­
za, originariamente, del Paganesimo, 1005
Il Paganesimo ha lo stesso contenuto sostanziale - Cristo,
non posto però ancora come Cristo - del Cristianesimo,
1009
Il sacrificio di Cristo per la riconciliazione di tutto con Dio
è ben diverso dai sacrifici nel Giudaismo e nel Paganesi­
mo, 1011
Il sacrificio di Cristo consistette nella sua rinuncia alla for­
ma divina e nella sottomissione del suo essere extradivi­
no a Dio, 1013
1005
PARTE II. LEZIONI 26-29
1563
Rapporto del Figlio con lo Spirito Santo nella riconciliazio­
ne, 1017
Attraverso la riconciliazione tutti i rapporti precedenti (nel­
la creazione) sono potenziati, 1025
La vera causa della Rivelazione, 1027
La preesistenza di Cristo (anteriore alla sua apparizione
nella carne). Il Logos giovanneo e il Logos filoniano,
1029
Vari tentativi di spiegazione del Logos giovanneo, 1033
Significato effettivo di tale Logos, 1035
LEZIONE 28: II LOGOS NEL VANGELO GIOVANNEO
1043
Lettura filologica e lettura speculativa delle Sacre Scritture,
1043
Limiti dell'interpretazione grammaticale delle prime parole
del Vangelo di Giovanni in rapporto alla questione della
divinità del Logos, 1045
Le interpretazioni filosofiche e totalmente astoriche dell'i­
nizio dei Vangelo giovanneo; il caso di Fichte, 1049
Il significato dell'inizio del prologo giovanneo: il Logos, nel­
l'assoluto principio, come il puramente essente di Dio,
1055
Secondo e terzo momento indicati nell'inizio, 1055
La creazione eterna del Figlio, 1059
Nei tre diversi significati di «in principio», nell'inizio del
prologo giovanneo, si ha un vero progresso, 1067
Analisi del quarto versetto: «In Lui era vita, ecc.», 1069
LEZIONE 29: LA POTENZA MEDIATRICE E ISRAELE
La storia dell'azione personale della potenza mediatrice en­
tro l'ordine veterotestamentario, 1079
Anche Israele, con cui la potenza mediatrice si pose in rap­
porto personale, fu sottoposto alla potenza operante nel
Paganesimo, 1081
Fu la potenza mediatrice a comandare ad Abramo il sacrifi­
cio di Isacco, 1083
Elohim e l'angelo di Jehovah, 1085
Portata del monoteismo degli Ebrei, 1087
L'angelo di ]ehovah non è immediatamente la seconda Per­
sona divina, 1093
Il fatto che l'Antico Testamento abbia in comune con il Pa-
1079
1564
INDICE GENERALE. FILOSOFIA DELLA RIVELAZIONE
ganesimo il fondamento spiega il carattere enigmatico de­
gli usi e istituti mosaici, 1099
Esame di usi e istituti mosaici che hanno elementi in comu­
ne con il Paganesimo. La circoncisione, 1101
I divieti di certi cibi e la divisione degli animali in puri e im­
puri, 1105
I sacrifici, 1107
Jehovah e Asasel; anche il nome Asasel designa una perso­
na, 1107
Lo statuto del deserto nel Paganesimo e nel Vecchio Testa­
mento: esso è segno del Dio universale, non del Dio per­
sonale, 1109
Esame delle spiegazioni della legge mosaica proposte da Spen­
cer e dalla teologia tipica, il 15
II politeismo di fatto degli Ebrei; suo significato, 1117
I sacrifici nel Paganesimo e nel Vecchio Testamento, 1121
Ragione della scelta del popolo di Israele come portatore del­
la Rivelazione, 1125
Ragione della diaspora degli Ebrei, 1129
LEZIONE 30: L'INCARNAZIONE
La reale apparizione del Figlio, 1133
Eincarnazione, 1135
II mistero nel Cristianesimo, 1135
Discussioni sul problema del rapporto della natura umana
nel Cristo con quella divina, 1137
L'uomo Gesù è sorto per un'alienazione della forma divina
da parte della seconda Potenza, 1145
Il soggetto dell'alienazione, nell'Incarnazione, 1147
Non il puro Dio, ma il Logos in quanto soggetto extradivino-divino, diviene uomo, 1149
Un unico e medesimo soggetto è Dio e uomo. Non è esatto
parlare di Incarnazione di Dio, 1153
Easpetto morale dell'Incarnazione, 1157
Il superamento della volontà del Padre attraverso la poten­
za mediatrice, 1157
Il sacrificio della potenza mediatrice. Easpetto fisico dell'In­
carnazione, 1161
Il materializzarsi della seconda potenza avviene in rapporto
alla potenza più alta, lo Spirito Santo, 1163
La concezione miracolosa di Cristo, 1169
1133
PARTE II. LEZIONI 30-32
1565
LEZIONE 31: NATURA E PERSONE IN CRISTO. LA SUA MORTE
1173
La concezione di Cristo e lo Spirito Santo, 1173
L'origine di Cristo dal Padre; sua conciliabilità con la tesi
per la quale Cristo ha creato solo da se stesso la prima
materia del suo essere organico-umano, 1179
Limpeccabilità di Cristo, 1179
La carne di Cristo; con l'Incarnazione è venuto nel mondo
un elemento sostanzialmente, ma non totalmente nuo­
vo, 1183
Il problema delle nature e della Persona in Cristo, 1185
Cristo è in duabus ma non ex duabus naturis, 1187
La possibilità dei miracoli risiede nel fatto che Dio è presen­
te nel mondo anche con la sua volontà, 1193
Lazione demiurgica del Logos nell'Incarnazione, 1197
La morte di Cristo, 1201
La morte di Cristo ha come propria condizione il principio
divenuto indipendente da Dio e dal suo amore, 1209
Discussione della spiegazione fornita dai kantiani della mor­
te di Cristo, 1213
Perché non basta l'Incarnazione, e si arriva alla morte in
croce, 1217
LEZIONE 32: LA RESURREZIONE E LA TRASFIGURAZIONE
Il mutamento accaduto con la morte nella persona di Cristo.
La natura della morte, 1223
I giusti morti prima dell'Incarnazione, 1227
Tre stati nella vita dell'uomo; la vita nello spirito, dopo la
la morte, 1229
Morte e immortalità; la morte come punizione, 1233
La dottrina dell'immortalità nella metafisica classica e nella
filosofia positiva; la morte è accidentale, 1237
La resurrezione, 1241
Lo stato di Cristo dopo la resurrezione, 1245
La trasfigurazione; sua inscindibile connessione, per l'uo­
mo, con l'immortalità, 1247
Lo stato di elevazione di Cristo, 1249
II soggetto dell'elevazione è la Personalità extradivina-divina, 1251
Il Piglio è fatto dal Padre Signore dell'essere, 1253
1223
1566
INDICE GENERALE. FILOSOFIA DELLA RIVELAZIONE
LEZIONE 33: CRISTO E IL PRINCIPIO COSMICO. SATANA
1259
Caratteri della spiegazione oggettiva del Cristianesimo svol­
ta da Schelling, 1259
Il Cristianesimo ha il suo centro nell'apparizione storica di
Cristo come momento decisivo della storia temporale-in­
temporale dello stesso Cristo, 1261
Il problema della magnificazione mitologica della vita di
Gesù, 1263
L'ascensione. Il problema dello spazio infinito, 1269
L'opera di Cristo; attraverso Cristo sono restituite all'uomo
la possibilità e la potenza di porre in sé la vita divina,
1271
Cristo media la discesa dello Spirito Santo, 1273
In Cristo muore l'intera religione cosmica, 1275
Il principio cosmico e cieco, la potenza extradivina, è il Prin­
cipe delle tenebre, il Satana delle Scritture, 1279
Concordanze e differenze tra l'interpretazione ortodossa tra­
dizionale di Satana e quella della filosofia positiva, 1281
Sul nome Satana, 1283
Nelle Scritture non si dice che il diavolo sia stato creato, né
Satana è un Principe malvagio coeterno a Dio, 1285
La sublimità di Satana, 1287
Satana non è in sé malvagio, ma è il principio della manife­
stazione del male, del dubbio, della contraddizione. Sto­
ricità di Satana, 1293
Satana e le tentazioni di Cristo, 1301
LEZIONE 34: RAPPORTO DI SATANA CON L'UOMO
Creaturalità e non creaturalità di Satana inteso come Prin­
cipio dell'inizio sottoposto all'uomo, 1305
Il sorgere di Satana dipende dalla caduta dell'uomo, 1307
Perché Satana non è la condizione della caduta dell'uomo,
1307
Satana è per sua natura il Principio tentatore della violazio­
ne, pur non essendo per sua natura malvagio, 1311
Esegesi delle Scritture relativamente alla tentazione del pri­
mo uomo, 1315
Satana è per sua natura il non essente, 1323
Satana ha un rapporto universale con il genere umano. Il
male radicale, 1327
1305
PARTE II. LEZIONI 33-36
1567
II rapporto di Satana con l'uomo singolo, 1327
Satana ha una doppia natura; ragione per la quale Criisto
indica in lui solo l'aspetto malvagio, 1337
Significato dei racconti evangelici sui demoniaci, 1337
LEZIONE 33 : GLI ANGELI COME PURE POTENZE
1343
Il concetto generale di angeli, 1343 '
Gli angeli come pure potenze non sono mere creature, 1345
Gli angeli cattivi come potenze che entrano in conflitto con
l'ordine creaturale effettivo, 1349
Gli angeli buoni come potenze che dovevano essere real­
mente, ma che la caduta dell'uomo ha mantenuto come
semplici potenze, 1351
Ragioni della vivacità delle rappresentazioni degli angeli buo­
ni e malvagi negli Apostoli e in Cristo, 1355
Esegesi di passi biblici riguardanti gli angeli, 1357
Significato delle apparizioni angeliche e delle teofanie nel­
l'Antico Testamento, 1361
Il concetto di un mondo rigorosamente spirituale, 1363
LEZIONE 36: LA CHIESA DI PIETRO E DI PAOLO
Il progresso del Cristianesimo nella volontà di Cristo, 1369
Abbassamento del livello della conoscenza del Cristianesi­
mo nei tempi immediatamente postapostolici, 1373
La prima Chiesa era in un'unità solo negativa. La Chiesa
prestorica, quella storica e quella poststorica, 1373
Il primato di Pietro; sua incontestabilità, 1377
Il primato di Pietro non è una dominazione permanente,
ma un fondamento, 1379
All'età di Pietro, nella Chiesa, segue quella di Paolo, cui se­
guirà quella di Giovanni, 1383
Pietro rappresenta, nel Nuovo Testamento, il principio rela­
tivamente veterotestamentario della legge. Battesimo ed
Eucarestia, 1385
Paolo rappresenta il principio mobile, dialettico, scientifico
e distinguente. Il conflitto tra Pietro e Paolo, 1387
Pietro è nella Chiesa il corpo, l'unità; Paolo l'idealità, l'ec­
centrico, 1393
Paolo come il primo protestante, 1393
La Chiesa Cattolica erede di Pietro in quanto potenza del
mondo, 1395
1369
1568
INDICE GENERALE. FILOSOFIA DELLA RIVELAZIONE
LEZIONE 37: LA TERZA EPOCA DELLA CHIESA
1401
La Chiesa di Pietro è la Chiesa della legge, dell'autorità
effettivamente conferita a Pietro, 1401
La Riforma pone la Chiesa libera e indipendente da Pietro
secondo il principio di Paolo, 1403
La questione dell'autenticità dei testi canonici; determina­
zione del suo rilievo nella filosofia della Rivelazione,
1409
La Germania e la Riforma. Meriti del Protestantesimo e del
Cattolicesimo, 1413
La terza epoca della Chiesa, quella di Giovanni, è l'epoca
futura, dell'unità libera, 1419
Pietro, Paolo e Giovanni, e le Persone della Trinità, 1423
Conclusioni generali sulla filosofia della Rivelazione, 1431
APPENDICI
ALTRA DEDUZIONE DEI PRINCÌPI DELLA FILOSOFIA POSITIVA
1437
Il concetto dell'essere immemorabile, 1441
La filosofia positiva come vera filosofia speculativa, e la sua
nuova deduzione a partire dall'essere antecedente ogni
pensiero, 1451
Introduzione del concetto di Dio, 1457
La libertà in Dio è libertà di porsi oltre se stesso, 1461
La produzione del mondo da parte di Dio. Filosofia negati­
va e filosofia positiva in rapporto alla creazione, 1463
I tre elementi di ogni esistere; il concetto di spirito, 1467
PRIMA LEZIONE DI BERLINO
1473
NOTE AL TESTO
1489
BIBLIOGRAFIA
1507
INDICE DEI NOMI
1529
INDICE DEI TERMINI
1537
INDICE GENERALE
1549