Leggi questi appunti e rispondi alle domande Romania durante la seconda guerra mondiale 1866 L'Europa impone alla Romania il principe Carlo (della famiglia Hohenzolern Sigmaringen) che succede al Principe Alexandru Ioan Cuza. Nel 1881 la Romania diventa regno e il Principe Carlo diventa re con il nome Carlo I. 1914 dopo la morte del re Carlo I segue al trono suo nipote Ferdinand I (1914 - 1927) che decide di partecipare alla Grande Guerra dalla parte della Triplice Alleanza con lo scopo di riprendere i territori romeni perduti (la Transilvania, la Bucovina e la Bessarabia) 1918 dopo le grandi assemblee delle più grandi città e comunità locali, la Transilvania, la Bucovina e la Bessarabia dichiarano la loro unione con la Romania 1930 Carlo II, figlio del re Ferdinando I diventa re della Romania 1939 la Germania chiede il monopolio delle esportazioni della Romania (soprattutto per il petrolio, legno e prodotti agricoli) in cambio della garanzia all'incolumità delle sue frontiere 1940 la Russia prende la Bessarabia e il Nord della Bucovina mentre la Germania e l'Italia costringono la Romania a cedere all'Ungheria il Nord della Transilvania e alla Bulgaria il Sud della Dobrugia. Dopo le forti dimostrazioni contro il re Carlo II, il Maresciallo Ion Antonescu obbliga il re Carlo II ad abdicare in favore del figlio Michele (che all'epoca aveva 19 anni). Carlo II lascia la Romania 1941 il Maresciallo Antonescu impone una dittatura militare e si unisce alla Germania nella Seconda Guerra Mondiale contro l'Unione Sovietica con lo scopo di riprendere la Bessarabia 1944 il re Michele mette a punto un colpo di stato e fa arrestare il Maresciallo Antonescu. Il 23 agosto 1944 la Romania cambia alleanza e si unisce all'Unione Sovietica contro la Germania Fascista 1945 alla fine della Seconda Guerra Mondiale, in seguito agli accordi di Yalta la Romania diventa parte del sistema sovietico 1947 con le truppe sovietiche sul suo territorio, la Romania entra nella sfera d'influenza della Russia comunista. I comunisti prendono le redini del potere costringendo il Re Michele ad abdicare e proclamano la Romania Repubblica Popolare Negli anni Cinquanta dopo la morte di Stalin, la Romania prende le distanze dal governo di Mosca. Segue, nel 1968, la condanna dalla parte del leader comunista Nicolae Ceausescu dell'intervento sovietico in Cecoslovacchia che gli procura l'elogio e il sussidio economico dalla parte del mondo occidentale Negli anni Ottanta ossessionato dal pagamento del debito nazionale e sognando progetti di costruzioni megalomaniaci, Ceausescu ordina il divieto di importazione di qualsiasi prodotto di largo consumo e richiede l'esportazione di tutti i beni prodotti in Romania eccezione facendo per un minimo di riserve alimentari. Inizia una grave crisi economica e sono imposte severe restrizioni dei diritti civili 1989 i Romeni si uniscono nelle proteste contro la dittatura comunista e le dimostrazioni locali si trasformano in rivolta nazionale che si conclude con la caduta del dittatore Ceausescu e del suo gabinetto 1991 i Romeni votano la nuova Costituzione. Inizia un nuova era di libertà coronata con l'entrata della Romania nell'UE il 1 gennaio 2007 1. In che anno, perché e a fianco di chi è entrata la Romania nel secondo conflitto mondiale? 2. Poi la Romania cambia schieramento: quando e perché? 3. Come si conclude la guerra per la Romania? Leggi questi appunti e rispondi alle domande Albania: Seconda guerra mondiale Il regime monarchico fu rovesciato nel 1939, quando l'Albania fu occupata dall'esercito italiano. Mussolini, infatti, sentiva il bisogno di controbilanciare le azioni dell'alleato tedesco che nel marzo del '39 aveva occupato la Cecoslovacchia.Vi erano inoltre supposte collaborazioni tra Re Zog e i governi anglofrancesi. Con un'invasione-lampo, il 7 aprile '39 l'esercito italiano disarmò la debole resistenza albanese quasi senza colpo ferire. Re Zog fuggì subito in Grecia. Il 16 aprile, l'Albania venne accorpata al territorio italiano e Vittorio Emanuele III venne proclamato Re d'Albania. Nel novembre del 1940, dopo il disastroso attacco italiano alla Grecia, un terzo del territorio albanese fu occupato dai greci. Alcuni battaglioni albanesi nelle divisioni Venezia e Giulia vennero distrutti dai greci mentre proteggevano la ritirata italiana. Il colonnello Pervizi (rappresentante del comando albanese) decise allora di sottrarre la brigata Tomorri al rischio di una seconda strage, abbandonando a sorpresa il campo di battaglia. Badoglio parlò di "tradimento degli albanesi" e decise il ritiro del loro esercito. In seguito all'intervento della Germania - subentrata nel 1941 in sostegno all'Italia - la Jugoslavia e la Grecia passarono sotto il controllo delle forze italo-tedesche, mentre il Kosovo e l'Epiro del nord furono annesse all'Albania. La situazione cambiò nuovamente dopo la firma dell'armistizio con gli angloamericani da parte del governo Badoglio (armistizio di Cassibile, 8 Settembre 1943), che spinse i tedeschi ad invadere l'Albania. Si formò così un movimento composto da gruppi nazionalisti e di resistenza partigiana (formato principalmente dai componenti dal partito nazional-comunista guidato da Enver Hoxha). Ci fu anche il contributo degli ex militari italiani che formarono la formazione partigiana Brigata Gramsci. La resistenza antinazista riuscì a prendere il controllo del paese nel 1944. I nazionalisti e i patrioti antifascisti albanesi si organizzarono nella L.A.N.Ç. - Lufta Antifashiste Nazional Çlirimtare. Il nuovo governo fu scelto tramite le elezioni democratiche tenute verso la fine del 1945, e confermarono vincitori, con un'assoluta maggioranza, il gruppo del Fronte Democratico, d'ispirazione comunista. Il nuovo governo prese il potere nei primi mesi del 1946, avendo come capo dello Stato Enver Hoxha, il comunista che era stato attivo nella guerra antifascista. L'Albania è l'unico paese dove tutti gli Ebrei furono salvati dalle persecuzioni durante la presenza dell'occupazione nazista. Nel corso del conflitto, infatti, il numero degli Ebrei aumentò; molti vi emigrarono per salvarsi dalle persecuzioni razziali di altri paesi. Le autorità dello Stato albanese rifiutarono di consegnare la lista degli ebrei presenti nel paese. Contrariamente alle norme imposte, nessun ebreo fu consegnato ma furono nascosti nelle abitazioni o a volte momentaneamente negli edifici dei patrioti albanesi. Gli ebrei erano concentrati soprattutto nelle zone centrali tra Tirana e Durazzo e nelle città di Valona e Berat (quest'ultimo contava da solo 600 ebrei alla fine della guerra). Spesso per nascondere i perseguitati gli albanesi hanno usato metodi di mimetizzazione, procurando loro documenti falsi, travestendoli da contadini albanesi. 1. A fianco di chi combatte l’esercito albanese nel secondo conflitto mondiale? Come si comporta? 2. Cosa succede in Albania dopo l’armistizio dell’8 Settembre 1943? 3. Come si conclude la guerra per l’Albania? Leggi questi appunti e rispondi alle domande Brasile: Seconda guerra Mondiale La Força Expedicionária Brasileira (in italiano "Forza di Spedizione Brasiliana"), conosciuta con l'acronimo FEB, è stata la forza militare brasiliana che ha combattuto a fianco degli Alleati in Italia, durante la seconda guerra mondiale. La FEB adottò il motto "Il cobra sta fumando", alludendo a un discorso del presidente Getúlio Vargas, che aveva affermato: "è più facile che un serpente fumi che il Brasile entri in guerra". Nel 1939, all'inizio della seconda guerra mondiale il Brasile rimase neutrale, coerentemente alla politica del presidente Getúlio Vargas di non allinearsi a nessuna delle grandi potenze. All’inizio del 1942, gli Stati Uniti praticamente ordinarono al governo brasiliano di cedere l'isola di Fernando de Noronha e la costa nordorientale brasiliana per il rifornimento delle loro basi militari. Dal gennaio dello stesso anno, iniziò una serie di siluramenti di navi mercantili brasiliane da parte di sommergibili italo-tedeschi nel corso di un'offensiva che mirava ad isolare il Regno Unito, impedendo di ricevere dal continente americano forniture vitali (attrezzature, armi e materie prime) per sostenere l'impegno in guerra contro i tedeschi. Questi attacchi dell'Asse avevano anche l'obiettivo di intimidire il governo brasiliano, in modo che si mantenesse neutrale; tuttavia, l'opinione pubblica, colpita dalle morti dei civili e dai proclami provocatori e arroganti trasmessi dalla radio di Berlino, iniziò a richiedere che il Brasile riconoscesse lo stato di guerra contro i paesi dell'Asse, finché il 22 agosto dello stesso anno il Brasile dichiarò guerra alla Germania nazista e all'Italia fascista. Ma fu solo dopo quasi due anni, il 2 luglio 1944, che un primo scaglione della FEB partì per Napoli sotto il comando del generale João Batista Mascarenhas de Morais. La FEB entrò in combattimento nel settembre del 1944 nella valle del fiume Serchio, a nord della città di Lucca. Durante il rigido inverno tra il 1944 e il 1945, negli Appennini la FEB trovò delle temperature fino a venti gradi sotto lo zero. Molta neve, umidità e continui attacchi da parte del nemico, che attraverso piccole schermaglie cercava da un lato di minare la resistenza fisica e psicologica delle truppe brasiliane non abituate alle basse temperature. Tra la fine di febbraio e il marzo del 1945, come aveva suggerito il comandante della FEB, iniziò l'Operazione Encore per sfondare gli ultimi baluardi dell'Asse sull'Appennino modenese e bolognese assieme alla 10ª divisione di montagna statunitense. (Alla fine della sua marcia, la FEB arrivò anche a Torino e il 2 maggio 1945 alla città di Susa, per poi unirsi alle truppe francesi sul confine franco-italiano. I brasiliani caduti nella campagna d'Italia furono sepolti a Pistoia, in località San Rocco. Nel 1960 vennero trasferiti in Brasile nel monumento che fu eretto nell'Aterro do Flamengo, zona sud di Rio de Janeiro, in onore e ricordo del loro sacrificio. Cinque anni dopo, a Pistoia, nello stesso luogo ove si trovava il cimitero, si iniziò la costruzione (durata fino al 1967) del Monumento votivo militare brasiliano. Durante i lavori venne ritrovato un ultimo corpo che non fu possibile identificare: si decise così di lasciarlo nel sacrario stesso come milite ignoto. All'intervento militare brasiliano a fianco degli Alleati sono dedicati altri monumenti in Italia: a Gaggio Montano e a Vergato in provincia di Bologna, Santa Croce sull'Arno, Castelfranco di Sotto in provincia di Pisa e a Collecchio, località Pontescodogna, in provincia di Parma, nel luogo in cui si arresero i fanti tedeschi e i bersaglieri italiani sconfitti nella Sacca di Fornovo. A Montese in provincia di Modena, oltre a un monumento, è dedicata alla FEB una sezione specifica del locale museo storico. 1. Quando entra in guerra il Brasile? Perché? a fianco di chi? 2. Cos’è il FEB? Quando arriva in Italia? Dove combatte? 3. In quali paesi vicino a noi ci sono monumenti dedicati ai soldati brasiliani?