Storia della Sardegna prenuragica 1. Origini della Sardegna: La Sardegna si è formata milioni di anni fa, quando faceva parte della placca che avrebbe dato vita all’Europa. Circa 30 milioni di anni fa, si separarono dalla terraferma formando due isole: la Corsica e la Sardegna. 2. La Preistoria in Sardegna: La preistoria della Sardegna si divide in due periodi principali: • il periodo prenuragico (Paleolitico, Neolitico ed Età del rame) • il periodo nuragico (Età del bronzo ed Età del ferro). La comparsa dell’uomo risale al 450.000 a.C. Durante il Neolitico, intorno al 6000 a.C., iniziarono l’agricoltura, l’allevamento e la produzione di ceramiche. Il rame iniziò a essere usato intorno al 3000 a.C., e nel 1600 a.C. comparvero i primi nuraghi. 3. L’uomo preistorico in Sardegna: I primi abitanti appartenevano alla specie Homo erectus, che viveva in piccoli gruppi in grotte e capanne di frasche, cacciando e raccogliendo frutti. L’Homo sapiens sapiens, comparso circa 35.000 anni fa, (di cui sono stati ritrovati i primi reperti fossili nella grotta Corbeddu ad Oliena) mostrò un notevole sviluppo, iniziando a praticare l’agricoltura e l’allevamento e a vivere nei villaggi. 4. Villaggi prenuragici: I villaggi erano costituiti da capanne simili tra loro, con alcune più grandi per specifiche funzioni come la capanna delle riunioni, quella del capo e quella del sacerdote. Le attività principali includevano l’agricoltura, l’allevamento e l’artigianato. L’ossidiana, una pietra speciale presente in Sardegna, veniva utilizzata per fabbricare armi e utensili. 5. La società prenuragica: La società era organizzata in base alle attività svolte. Le donne si occupavano della tessitura, della macinazione del grano e della preparazione del cibo. Gli uomini coltivavano la terra e allevavano gli animali. Gli artigiani fabbricavano utensili e ceramiche, e alcuni abitanti erano specializzati nella costruzione delle case o nella lavorazione dei metalli. 6. La religione e la Dea Madre: La religione aveva un ruolo importante nella società prenuragica. La Dea Madre era il simbolo della fertilità della terra e della donna. Le sepolture collettive, come le domus de janas, dimostrano il legame tra la vita e la morte. 7. Le domus de janas: Le domus de janas, letteralmente "case delle fate", sono sepolture collettive scavate nella roccia, utilizzate dalla società prenuragica in Sardegna. Inizialmente, erano piccole grotte scavate in verticale, simili a pozzi, ma in seguito furono costruite in orizzontale. All’interno, le domus de janas presentavano numerose camerette dove venivano deposti i defunti del villaggio. Le pareti delle domus venivano spesso decorate, per farle somigliare il più possibile alle abitazioni dei vivi. Questo testimonia il forte legame tra la vita e la morte nella società prenuragica. Per i nostri antenati, la casa dei morti doveva rispecchiare quella dei vivi, sottolineando un rapporto di continuità tra i due mondi. Le domus de janas sono una delle testimonianze più importanti della cultura prenuragica in Sardegna. 8. Il megalitismo in Sardegna: Nell’ultima fase della preistoria, si sviluppò il megalitismo, con costruzioni in grandi pietre come menhir, dolmen e circoli funerari. Queste strutture avevano probabilmente un significato religioso. Alcuni menhir erano scolpiti per rappresentare antenati o divinità. 9. La Sardegna e i contatti con altre culture: La Sardegna era al centro di rotte commerciali nell’antichità, grazie alla sua posizione nel Mediterraneo. La presenza di costruzioni uniche come Monte d’Accoddi suggerisce un contatto con i lontani popoli dell’Oriente, evidenziando una cultura aperta agli scambi, soprattutto di utensili in ossidiana, di cui la Sardegna, nel monte Arci, dispone del più ricco giacimento del Mediterraneo.