TESTO ARGOMENTATIVO: VIOLENZE DELL’IMPERIALISMO Per comprendere i principali caratteri delle violenze perpetrate in Africa dai conquistatori europei durante la fine del XIX secolo credo che sia innanzitutto necessario sapere cos’è l’imperialismo. L’imperialismo, secondo la definizione della Treccani, è una politica di potenza e di supremazia di uno Stato, tesa a creare una situazione di predominio, diretto o indiretto, su altre nazioni, mediante conquista militare, annessione territoriale, sfruttamento economico o egemonia politica. Dalla definizione è ben evidente come sia insito nell’imperialismo il predominio di una potenza su un’altra. Sfortunatamente ciò, nel periodo dell’imperialismo colonialistico tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e i primi del Novecento, degenerò in violenze sui popoli conquistati. I crimini delle potenze colonizzatrici erano di vario genere, ma tutti egualmente crudeli, tant’è che alcuni di questi vennero tenuti presenti e riproposti in Europa e in Russia durante i regimi totalitari del Novecento. Un esempio è il comportamento dei tedeschi, tra il 1904 e il 1908, nei confronti degli Herero, popolazione che viveva in Namibia, colonia tedesca. Lì i colonizzatori compirono, quello che da molti è definito, il primo genocidio dell’epoca contemporanea e sperimentarono i primi laeger nei quali gli uomini erano costretti al lavoro forzato. Questi posti, il cui nome corretto è Konzentrationslaeger, non furono in realtà del tutto invenzione tedesca, infatti erano ispirati a campi di concentramento già esistenti sia a Cuba, per opera degli spagnoli, che in Sud Africa (concentration camps), per opera degli inglesi, ma i tedeschi furono i primi ad associare il lavoro forzato al sistema già sperimentato. La ragione, almeno apparente, dei crimini tedeschi fu la volontà di repressione di una rivolta della popolazione autoctona. In realtà se analizziamo attentamente i fatti ci rendiamo conto che l’obiettivo era un altro: volevano il completo annientamento della popolazione indigena. Ciò emerge dal fatto che durante la battaglia di Hamakari-Waterberg i generali tedeschi comandarono di uccidere non solo i soldati nemici, ma anche i civili innocenti. Ai fatti venne poi data conferma dalle parole: in un testo del generale tedesco von Trotha emerge chiaramente la volontà di compiere una pulizia etnica, a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo a disposizione. Altri crimini orrendi vennero commessi in Congo dal re belga Leopoldo II; anche in questo caso vi era un duplice motivo, il primo, quello proclamato, era di portare la civiltà in quelle terre, il secondo, quello più veritiero, era di arricchirsi, ovviamente a scapito degli abitanti del luogo. Al contrario dei tedeschi, i belgi non si macchiarono direttamente dei crimini, ma li fecero commettere ai congolesi stessi: furono, infatti, i membri della Force Publique, la polizia del Congo che venne costituita per volontà di Leopoldo II, a commettere gran parte dei reati. In particolare la polizia doveva obbligare il resto della popolazione congolese a svolgere lavori forzati, come il trasporto di merci di varia natura, a piedi, da Leopoldville al porto di Boma, o la raccolta di gomma dagli alberi. Per far compiere questo secondo lavoro la Force Publique utilizzò il sistema degli ostaggi: in ogni villaggio catturavano i non idonei al lavoro e il resto del popolo, se voleva salvarli, doveva necessariamente raccogliere un quantitativo di gomma, che veniva stabilito di volta in volta. La Force Publique, inoltre, aveva a disposizione le armi, ma per ogni proiettile utilizzato doveva consegnare ai colonizzatori una mano destra, questo per far si che i belgi potessero verificare che non fossero stati sprecati colpi. Un altro strumento che venne utilizzato fu la chichotte, frusta di pelle di ippopotamo. Quelli sopra esposti sono solo due esempi, ma tutte le potenze europee che colonizzarono compirono crimini atroci utilizzando metodi crudeli. Tutte si credevano legittimate a trattare i popoli conquistati non come esseri umani, ma come specie inferiori a loro e più simili ad animali. Essi si sentivano superiori anche alla luce della teoria, sviluppata in quegli anni, del darwinismo sociale. Emma Cornacchia 5C