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TIPO E LINGUAGGIO- architettura

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TIPO E LINGUAGGIO: ARCHITETTURA delle CITTA XX sec
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MANTOVA
In questa città si afferma l’architetto Aldo Andreani che non ancora diplomato realizza la Casa
Schirolli affacciata sul canale e la Casa Nuvolari, entrambe composte dall’unione di 2 lotti gotici.
La scala rappresenta in entrambe un elemento rilevante.
Egli utilizza un linguaggio sperimentale: composizione apparentemente casuale di strutture in
c.a., legno, tessiture in mattoni a corsi alterni, intonaco a graffito, opere in ferro battuto.
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CAMERA DI COMMERCIO
È all’interno di un piccolo isolato rettangolare, sul ridisegno del Ghetto ebraico, e
presenta uno scalone d’onore a tre rampe con affreschi e lucerna centrale e la
Loggia dei Mercanti nell’angolo nord-ovest, un luogo aperto multifunzionale.
La facciata è caratterizzata dal basamento in pietra, dalle tessiture in mattoni di
diversi stili, mensole di gronda e opere in ferro battuto.
Nello stesso periodo si afferma anche l’ingegnere Alberto Cristofori che realizza Casa
Zanardi con un grande basamento commerciale con grandi arcate Rinascimentali e
caratterizzata dai balconi sull’angolo. Utilizza un linguaggio eclettico con dettagli in cotto
e ferro lavorato, intonaco a graffito calcestruzzo martellinato e gronda in legno.
Inoltre realizza il 1° quartiere di edilizia popolare formato da 3 corpi di fabbrica o case
popolari attorno a un cortile arretrate dalla strada e con servizi comuni al centro. Utilizza
un linguaggio tipico del Liberty con scale all’esterno che scandiscono il ritmo tra le
strutture.
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CASA TAZIO NUVOLARI
L’ingegnere Sante Pechini e ingegner Aldo Badalotti, Capo dell'Ufficio Tecnico
Comunale, realizzano un lavoro di trasformazione moderna sulla casa che Tazio
Nuvolari acquista nel 1935 per la famiglia.
Dopo la vittoria nel GP di Germania nel luglio 1935 egli decide di colorare di giallo
zafferano la recinzione e la casa come il box. Poi fece relalizzare autorimessa-officina.
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MILANO
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IMPRESA CAVALIER UMBERTO GIROLA
Agli inizi del 1900 si afferma l’ingegnere Luigi Santamaria che nel
1919 rinnova la sede dell’impresa Cavalier Umberto Girola
riproponendone gli elementi classici con elementi cubisti. con
basamento commerciale con un mezzanino bugnato, 2 piani e un
attico. Nel 1934 viene trasformato semplificando le decorazioni. Nel
1935 una rivista pubblica il confronto tra i 3 edifici
L’architetto razionalista Giuseppe Martinenghi realizza 64 abitazioni
popolari e di lusso con elementi classici come ordini giganti di colonne
e lesene in marmo e con finestre e balconi in alternanza chiaro-scuro.
Le sue più famose sono le case a spigolo come la casa in via Cuneo.
Il rapporto con la strada viene interpretato dai vari architetti in modi differenti,
l’architetto Piero Bottoni propone 6 acquerelli per affermare che “il carattere
della strada può cambiare a seconda del tipo di colorazione, forma e materiali
degli edifici che la delimitano”.
L’architetto Gio Ponti realizza una serie di architetture diverse una dall’altra ma
che delimitano tutte la strada urbana.
Gli architetti razionalisti Giuseppe Terragni e Pietro Linieri realizzarono
a Milano 5 abitazioni tra il 1933 e il 1935, primi incarichi professionali
all’interno del tessuto urbano ottocentesco:
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CASA RUSTICI
CASA GHIRINGHELLI
CASA LAVEZZARI
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CASA TONINELLO
CASA RUSTICI COMOLLI
RICOSTRUDIONE DEL DOPOGUERRA
Dopo la grande guerra l’Italia non aveva fonti di metallo e per gli isolamenti vennero utilizzate
materiali di scarto e scarsa qualità. Fu necessaria la ricostruzione di molte città andate distrutte
con i bombardamenti. I protagonisti sono gli architetti Luigi Fillini e Gino Pollini che compiono
la 1°opera moderna nel tessuto della città: edificio a 7 piani di uffici sulla strada con 2 androni
passanti con torre interna residenziale a 11 piani.
Loro iniziano lo “scozzese” sulle facciate: maggiore complessità nel tentativo di dare una terza
dimensione agli elementi di facciata  logge e trame a scacchi, sempre differenti, con gli infissi.
L’isolado in via Albricci fu realizzato da Mario Asnago e Claudio Vende nel 19391956, la facciata è una superficie interrotta da bucature variate nel ritmo e diversi
materiali di rivestimento.
Lo studio BBPR nel 1948 realizza il recupero della facciata ottocentesca del palazzo
Perego riproponendo uno stile moderno e reregolare , privandolo gìdelgi elementi
decorativi.
L’architetto Luigi Caccia Dominioni realizza la ricostruzione riproponendo dettagli tradizionali
ma con una ricerca della qualità spaziale della facciata, orizzontalità autonoma.
L’architetto Ignazio Gardella cerca un rapporto con l’esterno diverso tra la zona giorno e notte
mentre l’architetto Gio Ponti utilizza la “finestra arretrata” così da avere un prospetto libero.
EDIFICI IN ALTEZZA _ MILANO
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Torre Pirelli
Torre Velasca
Case albergo
Quinte urbane
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