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3. Lucano

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LUCANO
Marco Anneo Lucano nasce a Cordova, in Spagna, nel 39 d.C, figlio del fratello di Seneca. Riceve la sua prima formazione a Roma, dove diventa alievo dello stoico Anneo
Cornuto e completa la sua istruzione ad Atene. Grazie allo zio Seneca, frequenta gli ambienti di corte, tanto da essere chiamato a Roma da Nerone prima come consigliere e
poi come questore. Durante la prima celebrazione dei Neronia, Lucano compone, in onore del sovrano, le Laudes Neronis e recita i primi saggi del suo poema epico Bellum
Civili.
Non si sanno bene i motivi ma, a un certo punto, viene meno la simpatica di Nerone per Lucano, tanto da vietargli di pubblicare e recitare i suoi versi. I motivi potrebbero
essere: la gelosia di Nerone per la dote innata di Lucano nel comporre, l’allontanamento di Seneca dalla vita di corte oppure dalla posizione filorepubblicana assunta da
Lucano nel Bellum Civili.
Nel 65 d.C, Lucano aderisce alla congiura di Pisone. Quando poi questa fu sventata, viene costretto a darsi la morte tipica della dottrina stoica: si taglierà le vene prima dei
ventisei anni, mentre legge dei versi di un soldato.
OPERE: La maggior parte delle opere di Lucano si è persa oppure ci sono giunti pochi frammenti. Ricordiamo la tragedia Medea, un epillio dal titolo Orpheus, un Iliacon sulla
guerra di Troia, composto per seguire i gusti di Nerone, e una raccolta di carmi lirici d’occasione Silvae, sempre in onore di Nerone. Esiste anche l’opera Pharsaria, di genere
epico, che va contro il sovrano, in quanto Lucano accoglie ed esalta la libertas repubblicana.
IL BELLUM CIVILE
Il Bellum civile, noto anche come Pharsalia, è un poema epico di Lucano. Tratta della guerra civile tra Cesare e Pompero, che ebbe il suo momento decisivo nella battaglia di
Farsalo. STRUTTURA: È diviso in dieci libri, incompleti a causa del suicidio del poeta. Si suppone che fosse sua intenzione scriverne dodici, raggiungendo lo stesso numero di
quelli dell’Eneide, così da poter narrare lo scontro fino alla morte di Cesare o alla battaglia dei Filippi. Il progetto, infatti, era di dividere i libri in tetraedri, cioè in tre gruppi,
uno per ogni personaggio:
-
il primo doveva essere dedicato a Cesare e il passaggio del Rubicone;
il secondo doveva essere dedicato a Pompeo e finire con la sua morte;
il terzo doveva essere dedicato a Catone ma rimane incompiuto. Secondo alti studiosi, però, il gruppi dovevano essere esodi, cioè due gruppi da sei.
MODELLI: Lucano prese a modello Tito Livio, Asinio Pollione, Seneca Padre e le opere contemporanee alle guerre civili. Non si hanno dati certi in quanto si tratta di opere
andate perdute ma sono evidenti delle modifiche o le distorsioni dei fatti storici da parte di Lucano per sostenere la sua ideologia.
CARATTERISTICHE: Lucano rifiuta il ricorso al mondo degli dei, esprimendo tutto il suo scetticismo sulla loro benevolenza in quanto, pur potendo cambiare il destino a loro
piacimento, fanno comunque scoppiare le guerre civili. Li sostituisce con il caso e la fortuna, tramite sogni, visioni e profezie, sempre giustificate con una spiegazione
razionale. Non ricorre ai miti e alle leggente, sostituendoli col tema della magia, dell’orrido e del macabro. Un esempio è contenuto nel sesto libro, ambientanto in Tessaglia,
dove la maga Eritto, sollecitata da Pompeo per farsi dire l’esito della battaglia, riporta in vita un soldato morto in combattimento.
Non è presente la pietas: la guerra viene descritta più cruente di una tipica guerra civile perchè i personaggi sono parenti fra loro: Pompeo ha sposato la figlia di Cesare,
quindi i due sono suoceri ma comunque in conflitto fra loro. È un racconto funesto in quanto narra la caduta della libertas repubblicana e la fine della gloria romana. Lucano
risulta pessimista in quanto, piuttosto che celebrare questi eventi, se ne lamenta e li critica. Aderisce allo stoicismo per:
-
la celebrazione di Catone, presentato come l’incarnazione del sapiente stoico;
l’esaltazione del suicidio, visto come sfida estrema contro la sorte e affermazione suprema della libertà;
Il racconto è ricco di pathos, del gusto per l’eccesso e per la dismisura, trascurando dei momenti per dare attenzione a eventi di maggior intensità drammatica. Sono presenti
anche molte disgressioni, dove Lucano mostra le sue conoscenze in ambito scientifico, geografico, etnografico e mitologico. Un esempio è contenuto nel nono libro, dove si
racconta l’attraversamento del deserto libico da parte dell’esercito di Pompeo guidato da Catone. Qui, viene descritta la morte di alcuni soldati, provocata dal morso di
serpenti velenosi africani.
SCOPO: Lucano vuole sottolineare la sua indinatio, in quanto, in nome del potere, ogni valore è stato scombinato. Al contrario di Virgilio, che aveva visto nella fondazione del
principato l’inizio di un periodo di pace, per Lucano questa istituzione fu un fallimento, che ha generato sulla base delle guerre civili, solo altra violenza e la fine dell’età
repubblicana. Il Bellum Civile è un anti-Eneide perchè stravolge i valori dell’epoca tradizionale: i buoni soccombono ai cattivi e ciò che è giusto viene eliminato dal male.
Lucano inserisce in quest’opera la visione negativa che ha sulla vita.
PERSONAGGI: Nel primo libro, Pompeo viene presentato come un personaggio stanco che solo alla fine del quarto si riuscirà a riprendere. Capirà, comunque, che l’unica via
per salvarsi è il suicidio. Cesare si presenta, invece, come un eroe cattivo, dominato dall’ira e del furor, avendo come unico scopo la distruzione della patria. È feroce, senza
pietà neanche per i più deboli. Sono antagonisti perchè portatori di valori incoinciliabili. Vengono descritti tramite due similitudini:
- Pompeo come una quercia,
fermo e passivo;
- Cesare come un fulmine, irrequieto e scatenato.
Catone, infine, appare come l’unico eroe buono, che disprezza la guerra ma per amore di Roma scende in campo a combattere. Dopo la battaglia di Farsalo, viene sconfitto
dalla crudeltà della storia e vede, anche lui, come unica salvezza il suicidio. Sono presenti anche personaggi minori, giudicati in base al loro orientamento politico: chi sta con
Pompeo è valoroso mentre i Cesaricidi sono mostri sanguinari.
STILE: Lo stile è elevato, si distacca dal modello virgiliano. Si trovano molte domande, esclamazioni, interventi del narratore, che commenta gli avvenimenti con enfasi ed
emozione, sottolineando il tono oratorio e magniloquente dell’opera.
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