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concorso educatore asilo nido
Scienze dell'educazione
Università degli Studi di Milano-Bicocca (UNIMIB)
27 pag.
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PARTE PRIMA
L’EDUCATORE: RUOLO E COMPETENZE
1) L’ASILO NIDO
Cos’è asilo nido→ è un servizio educativo e sociale che ha lo scopo di assicurare ad ogni b/o uguali condizioni per un armonico
sviluppo psico-fisico. Le uguaglianze vengono promosse nl rispetto delle esigenze e ritmi individuali di crescita e apprendimento.
Finalità asilo nido:
• Favorire acquisizione di eguali livelli di autonomia;
• Favorire modalità comunicative più strutturate;
• Promuovere un armonico sviluppo cognitivo, affettivo, emotivo, sociale e relazionale;
• Favorire la relazione tra nido (educatrici) e famiglia (genitori).
Requisiti di ammissione: B/i tra i 6 mesi e i 3 anni. Deve essere residente nel territorio comunale con almeno uno dei genitori;
b/i non residenti accedono se genitori lavorano in modo continuativo nel territorio in caso di presenza di posti disponibili.
Capacità ricettiva del nido: capacità massima in base ai parametri delle normative regionali; capacità effettiva viene fissate dal
Responsabile del Servizio.
Iscrizione al nido: avviene tramite appositi moduli in periodi prestabiliti. Insieme ad essa spesso viene richiesto di dichiarare:
• Situazione familiare (dati anagrafici, situazione lavorativa, stato di famiglia);
• Situazione economica con ISEE;
• Qualità che la famiglia ritiene di dover dichiarare ai fini della graduatoria;
• Certificazione mediche/sanitarie in caso di b/i con disabilità.
Criteri generali di attribuzione dei punteggi di ammissione:
• Condizione di diversa abilità del b/o;
• Carico sociale: stato di bisogno e rischi del b/o (con documentazione del Servizio sociale);
• Carico familiare: valutazione assunzione delle responsabilità genitoriali e dei compiti di cura;
• Situazione occupazionale dei genitori;
• Situazione economica.
Sezioni del nido:
• Lattanti→ da 3 a 11 mesi
• Piccoli→ dai 12 ai 17 mesi
• Medi→ dai 18 ai 24 mesi
• Grandi→ dai 25 i 36 mesi
Periodo e orario funzionamento: in genere seguono il calendario scolastico regionale.
Da settembre a luglio, dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 16.00; in genere viene concesso l’ingresso alle 7.30.
Alcuni nidi offrono il servizio prolungato dalle 16.00 alle 18.00; alcuni anche frequenza ridotta (uscita alle 13/13.30).
Rette del nido: stabilite annualmente dal Comune attraverso l’organo collegiale di Giunta in base al reddito (Servizio sociale può
intervenire il favore delle famiglie + disagiate).
Organismi collegiali= sono organismi consultivi per la gestione del nido:
• Commissione comunale asilo nido;
• Comitato dei genitori;
• Collegio del personale.
CARTA DEI SERVIZI
Che cos’è: lo strumento di riferimento e di garanzia della qualità dei servizi educativi dagli 0 ai 3 anni. Permette di conoscere gli
aspetti generali e + specifici dei Servizi; riporta la modalità di gestione ed erogazione dei servizi, strumenti di controllo e garanzia
e le procedure da seguire per richieste o segnalazioni.
Viene aggiornata annualmente e distribuita gratuitamente alle famiglie che usufruiscono del servizio.
Principi e fondamenti
• Uguaglianza e diritto di accesso: vengono definiti i criteri di accesso garantendo uguaglianza, garantendo l’inserimento di
b/i in condizione di svantaggio psico-fisico;
• Diritto di scelta: l’utente può indicare la preferenza tra i nidi comunali al momento della richiesta ( soddisfatta in base alla
capienza);
• Partecipazione e trasparenza: la partecipazione attiva degli utenti è sempre garantita. L’Amministrazione, il personale e i
genitori sono i protagonisti e i responsabili della “Carta dei Servizi” attraverso una “gestione partecipata”.
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Modalità di gestione ed erogazione del servizio
Definizione, finalità e organizzazione del servizio.
Gli asili nido hanno lo scopo di offrire ai b/i un luogo di socializzazione e di stimolo delle loro potenzialità cognitive, affettive e
sociali nella prospettiva del loro benessere e del loro armonico sviluppo. Sono organizzati in spazi differenziati per rispondere ai
bisogni delle diverse età, ai differenti ritmi e per dare riferimenti stabili.
Alimentazione→ è differenziata per fasce di età. Sono previsti un menù invernale (ottobre-maggio) e uno estivo (giugno-settembre). Vi
sono casi speciali come:
• Diete in bianco: per motivi di salute momentanei, va segnalata all’educatore al mattino (massimo 3 giorni);
• Diete speciali: con certificato medico (allergie o intolleranze);
• Diete religiose: basta la richiesta del genitore all’educatore.
Gestione del servizio
Avviene in maniera diretta e in convenzione con le strutture che garantiscono gli stessi standard qualitativi. L’amministrazione,
con le competenze professionali del personale e con la collaborazione delle famiglie, è responsabile della qualità del servizio e
delle attività educative. Si impegna a garantire adeguatezza delle strutture, delle attività e degli strumenti educativi.
• Iscrizioni→ vengono effettuate tutto l’anno presso l’ufficio asili nido;
• Graduatoria→ viene redatta entro il 30/05 sulla base delle domande ricevute entro il 30/04;
• Costi→ cifre variano in base all'ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) del richiedente e in base ai giorni di
frequenza (con sconto di 20%-50%) e vengono calcolate le rette mensili;
• Pagamenti→ mensilmente viene consegnato un avviso con calcolo della retta che deve essere versata entro il 25 del
mese successivo (su conto corrente o Tesoreria comunale).
Piano educativo e programmazione
Il Piano educativo generale definisce le coordinate di indirizzo e ha caratteristiche di flessibilità (per rispondere al meglio ai bisogni
di b/i e famiglia). La Programmazione educativa definendo i tempi, le modalità, gli strumenti, la documentazione e la verifica
dell’attività realizza le finalità del Piano educativo (programmazione è compito degli educatori).
Aggiornamento del personale
L’Amministrazione garantisce e organizza l’aggiornamento del personale e omogeneità di indirizzo educativo tramite l
Coordinamento pedagogico.
Strumenti e standard
La Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri prevede che vengano adottati gli strumenti per la verifica della esecuzione
del servizio prestato.
Condizioni igieniche e di sicurezza
Gli ambienti degli asili nidi devono essere puliti, accoglienti, sicuri e accessibili ai piccoli utenti.
Il Personale ausiliario si impegna a garantire la pulizia; l’Amministrazione si impegna a garantire la sicurezza.
Controllo igienico sanitario degli alimenti
L’Amministrazione comunale si impegna a garantire la qualità dei pasti attraverso la valorizzazione dei seguenti aspetti:
• Igienicità del pasto, dalla scelta degli ingredienti alla preparazione;
• Equilibrio calorico e nutrizionale all’interno del pasto;
• Gradibilità del pasto (gusto e aspetto);
• Accuratezza organizzativa del servizio.
Controllo igienico-sanitario→ sicurezza igienica e qualità del pasto sono assicurate attraverso i controlli ufficiali (tramite ASL) e
attraverso un autocontrollo basato sulla metodologia dell’HACCP (“analisi dei rischi e controllo dei punti critici”). Questo sistema consiste
in un’attenta analisi dell’intero processo di produzione dei pasti (compresa la distribuzione) per individuare i punti critici nei quali si
potrebbero manifestare rischi igienici e per cui adottare misure per prevenirli o correggerli.
Organi d gestione
La gestione e la partecipazione alla programmazione delle attività degli asili è assicurata da:
• Comitato di Gestione (uno per plesso);
• Assemblea dei genitori;
• Coordinamento dei Comitati di Gestione.
Valutazione da parte degli utenti sulla qualità del servizio
L’Amministrazione comunale effettua periodicamente sondaggi per verificare come gli utenti giudicano il servizio. Gli addetti e i
responsabili degli asili nido si impegneranno per risolvere eventuali problemi.
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2) PROGETTO EDUCATIVO
Che cos’è il progetto educativo
Gli educatori al Nido devono impostare il loro lavoro in modo tale da soddisfare i b/i e le loro famiglie. L’azione dell’educatore è
efficace quando la scelta dei contenuti e delle strategie operative è chiara e in sintonia con la realtà in cui agisce (tenendo conto del
contesto socio-culturale i cui il nido si trova).
Programmare= non lasciare al caso nessun momento di vita al nido.
Il progetto educativo:
• È elaborato dal collegio delle insegnanti del nido, detto Gruppo di Lavoro Educativo (GLE);
• Contiene una descrizione delle finalità educative, degli aspetti organizzativi e di funzionamento del nido;
• Ha carattere di flessibilità (per rispondere al meglio alle esigenze di b/i e famiglie);
• È necessario ad evitare improvvisazione nel lavoro.
Il progetto educativo deve prevedere e strutturare le seguenti attività:
❖ Momenti di routine (pasto, pulizia, sonno, accoglienza e uscita);
❖ Attività educative strutturate (attività musicali, attività linguistiche, giochi simbolici, giochi euristici...);
❖ Attività non strutturate (gioco libero) definendone obiettivi intermedi e finali, tecniche e strumenti di valutazione e verifica.
Fase di definizione degli obiettivi
Momento fondamentale nella fase di programmazione.
Obiettivo= cosa gli ed. desiderano che i b/i sappiano, sappiano fare o sappiano essere.
Programmare gli obiettivi significa→ considerare i b/i per come sono alo stato attuale, ipotizzar un cambiamento che vogliamo
portare in loro e definire questo cambiamento sulla base delle competenze che i b/i devono possedere al termine
dell’intervento.
Ed. devono stabilire obiettivi a medio/lungo termine ma anche alcuni di breve termine che riguardano le tappe intermedie del
loro lavoro che si sviluppa di giorno in giorno. Esistono diversi tipi di obiettivi:
• Che riguardano il versante dello sviluppo fisico e cognitivo (possono essere ordinati secondo livelli che costituiscono una classificazione
definita Tassonomia);
• Che interessano lo sviluppo affettivo, espressivo-creativo e socializzazione.
L’osservazione: strumento fondamentale di lavoro al nido
Osservazione= guardare cosa succede e prendere accuratamente nota (molte ricerche di psicologia vengono condotte così).
Osservazione sul campo è il metodo più idoneo per conoscere l b/o nella sua realtà, ad individuare le modalità di intervento e a
verificare il proprio intervento. Differenza tra:
• Osservazione quotidiana→ riempie le giornate di ogni persona poiché in ogni circostanza si possono osservare i
comportamenti, gesti e parole dei membri del gruppo e le loro relazioni;
• Osservazione scientifica→ quella richiesta all’educatore, si basa su criteri ben definiti e viene attuata secondo un’ipotesi di
lavoro da verificare. È scientifica quando:
1) È subordinata ad uno scopo preciso ed esplicito di ricerca;
2) È pianificata e non casuale;
3) È registrata e messa in relazione con altre tesi, non è solo un insieme di dati curiosi ed interessanti;
4) È soggetta a verifiche e controlli.
Limiti: difficile separare fenomeni autentici da quelli viziati dalle nostre conoscenze e aspettative; osservatore deve essere
addestrato ad osservare e registrati i fatti con cura.
Per un’adeguata progettazione educativa ad inizio anno l’ed. deve fare una scrupolosa e attenta osservazione di ogni b/o
osservando il livello psico-fisico raggiunto e le modalità comportamentali nei diversi momenti di vita al nido. Dovrà essere fatta
un’ulteriore osservazione durante l’anno per verificare le acquisizioni, le difficoltà, eventualmente modificare gli obiettivi e
verificare quali sono stati raggiunti. Il bravo educatore osserva il b/o ogni giorno in tutte le attività, non solo nei momenti
precedentemente citati, per rendere l’intervento educativo sempre più adeguato.
L’osservazione viene effettuata in modo individuale, ogni educatore osserva ogni b/i, i dati raccolti devono poi essere
decodificati e valutati in modo collegiale (per ridurre influenza soggettiva).
La fase di verifica
Consente di accertare si gli esiti sia gli esiti di apprendimento di b/i che l’efficacia degli interventi e dei metodi didattici attuati.
Le prove di verifica devono essere misurate sotto forma di punteggio applicando i metodi di classificazione noti come
tassonomie (esistono tassonomie per lo sviluppo cognitivo, per lo sviluppo affettivo-emotivo e sociale).
La tassonomia cognitiva più conosciuta è quella di B. S. Bloom che prevede sei livelli formali di classificazione degli obiettivi
intellettivo-cognitivi:
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1) Conoscere o ricordare: un contenuto come è stato presentato (es. i personaggi, vicende e i particolari di una fiaba che è stata raccontata o
durante un’uscita in un ambiente esterno);
2) Capire: saper far propri i contenuti e i significati relativi ai contenuti stessi. Viene dimostrata attraverso la spiegazione ed
interpretazione (es. il b/o spiega con parole sue il contenuto e significato della fiaba);
3) Applicare: riconoscere ciò che accomuna due situazioni e agire di conseguenza (es. riconoscere in due fiabe diverse lo stesso
significato e lo interpreta attraverso la drammatizzazione);
4) Analizzare: capacità di operare distinzioni (es. il b/o riconosce nella fiaba i momenti narrativi e sa distinguerli dai dialoghi);
5) Sintetizzare: capacità di ordinare i diversi contenuti, classificarli e concludere (es. il b/o riassume ciò che è accaduto durante l’uscita in
giardino ed è in grado di classificare con ordine il materiale raccolto);
6) Valutare: capacità di esprimere veri e propri giudizi di valore su particolari e fenomeni (es. il b/o riesce a spiegare perché gli piace o
no una determinata fiaba).
Per l’attività di verifica si possono usare anche le scale di valutazione dello sviluppo psicologico di Uzgiris e Hunt (1975)→si tratta
di sei scale che valutano le capacità mentali del b/o nei primi due anni di vita; osservano le condotte infantili in sei domini dello
sviluppo sensomotorio: la permanenza dell’oggetto, la relazione mezzi-fini, l’imitazione vocale e gestuale, la causalità, le
relazioni spaziali e la relazione con gli oggetti. In ciascun dominio la scala presenta situazioni di complessità crescente e
permette d’individuare comportamenti considerati indicatori del livello di sviluppo del b/o nella capacità misurata. Al termine
dell’osservazione il b/o riceve per ciascuna scala un punteggio (può essere diverso di scala in scala).
Le scale sono differenti in questo metodo e si distingue dalle tradizionali scale psicometriche (come la scala di Bayley) in ogni
item ha significato in sé; secondo la valutazione di Uzgiris e Hunt invece ciascun item forma insieme agli altri un insieme
omogeneo quindi l’insuccesso in un item viene compensato dal successo in un altro.
Queste scale si ispirano alla teoria di Piaget: valutano che tappa della sequenza evolutiva il b/o ha raggiunto; Piaget non è
interessato al comportamento manifesto ma a ciò che lo sottende, nelle scale infatti le risposte agli item rappresentano azioni
esterne che servono a valutare il comportamento mentale interno.
Esiste anche la tecnica del Q-Sort: l’osservatore è in possesso del Q-Set (insieme di item) che contiene la descrizione dettagliata
di tutti i comportamenti considerati importanti per valutare l’aspetto, la dimensione o il costrutto psicologico a cui gli item si
riferiscono. L’osservatore deve decidere il grado di somiglianza di ciascun item al comportamento del soggetto che sta valutando
collocando gli item + somiglianti in gruppi con numero alto (9, 8, 7), quelli – in gruppi con numero basso (1, 2, 3) e nei gruppi
intermedi quelli considerati né uguali né diversi. La fase delicata è la costruzione dello strumento Q-Set:
• Come prima cosa di devono individuare gli item (elencando ad es. tutti i comportamenti caratteristici derivati da ciò che si
deve analizzare);
• Bisogna poi stampare gli item su cartoncini e ordinarli in diversi gruppi, si devono mettere in ordine dal più somigliante al
meno al comportamento osservato.
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3) INSERIMENTO AL NIDO
Inserimento= primi giorni che il b/o e il genitore trascorrono insieme al nido.
• Questo periodo varia da due a tre settimane;
• Avviene in maniera graduale la presenza del b/o e il distacco dal genitore;
• Tendenzialmente durante la prima settimana il genitore è presente, durante la seconda il b/o sta per più tempo al nido
allungando anche il tempo di distacco dal genitore (che lo deve sempre salutare per renderlo consapevole del suo ritorno);
• Compito dell’educatore consolare il b/o facendogli capire che lui è presente;
• È importante far portare dai genitori oggetti cari ai b/i per facilitare il distacco;
• Importante preparare anche gli altri b/i all’arrivo dei nuovi;
• Superato questo periodo si passa all’ambientamento, momento in cui il b/o comincia a fare proprio i ritmi del nido.
Aspetti psicologici legati all’inserimento
L’inserimento presenta diverse difficoltà dovute al fatto che il b/o si deve allontanare dall’ambiente e dalle relazioni abituali.
Il b/o può reagire con comportamenti di chiusura e ribellione oppure con accettazione e accondiscendenza.
Gli educatori devono accogliere il b/o tenendo presente che spesso i vissuti emotivi del b/o sono lo specchio e il frutto delle
emozioni dei genitori→ impo. quindi indagine conoscitiva b/o e famiglia.
Alcune regole per una buona conduzione del colloquio con i genitori
Genitori durante il colloquio sono quasi sempre carichi di ansia e preoccupazioni; in genere è la prima volta che i genitori devono
rispondere a domande sui loro figli. Educatori devono quindi creare un’atmosfera rilassante e accogliente→ non devono essere
indagatori e giudicanti.
Il colloquio anamnestico o indagine conoscitiva
Momento di raccolta dei dati biografici del b/o e dei genitori, delle informazioni relative lo sviluppo psicofisico del b/o e delle
sue abitudini.
Impo non svolgere il colloquio in modo direttivo, inoltre ci deve essere un osservatore e un intervistatore. Per un buon colloquio
si deve misurare il giusto tempo (né troppo lungo e né troppo breve) e si deve saper tenere sotto controllo la situazione anche dal
punto di vista emotivo. L’indagine deve far emergere anche la motivazione che ha spinto i genitori a portare il b/o al nido.
Il nido stimola i processi cognitivi e i comportamenti sociali del b/o purché vi siano le condizioni adeguate di crescita: una
mamma serena, educatori competenti e affiatati, uno spazio accogliente e un tempo regolare.
L’adulto deve imparare a comprendere i messaggi che il piccolo invia→ un inserimento troppo facile può mascherare un
comportamento di accondiscendenza (il b/o si comporta “come se” stesse bene perché non riesce a modificare la propria condizione), ciò porta a
passività di fronte agli eventi della vita e i traumi non elaborati possono trasformarsi in disturbi psicosomatici come:
inappetenza, sonnolenza o insonnia, disturbi gastroenterici che un pediatra attento può diagnosticare e un buon educatore
prevenire o risolvere.
Per prassi comune durante questo colloquio gli educatori utilizzano una griglia di domande prestabilite relative ai dati biografici,
alle condizioni di salute, alle condizioni psicofisiche del b/o e alle motivazioni che hanno indotto i genitori ad iscrivere loro figlio
al nido.
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4) L’EDUCATORE AL NIDO
Il ruolo dell’educatore d’asilo nido
Spesso si crede in maniera impropria che l’educatore sia un sostituto temporaneo della figura genitoriale→ non è assolutamente
così, è un coadiutore (aiutante) dei genitori nel difficile compito di educare i figli e collabora con la famiglia per uno sviluppo
armonico del b/o.
Collaborare= dare contributi specifici e differenziati.
Caratteristiche di personalità dell’educatore
Un buon educatore deve:
• possedere una personalità sana ed equilibrata (no ansietà, depressione, insicurezza, instabilità emotiva, sfiducia) per poter costruire
relazioni affettive favorevoli e rassicuranti con i b/i;
• essere in grado di creare collaborazione proficua con i genitori, colleghi, operatori sociali e b/i;
• avere una personalità estroversa e dinamica, con spiccate capacità empatiche. Deve capire gli altri, mettersi nei loro panni e
saper comprendere bisogni e desideri mantenendo però un distacco affettivo per lavorare con lucidità e coerenza;
• deve possedere saldi valori etici e morali per un’adeguata formazione etico-sociale del b/o. Deve provare nei confronti del
mondo-b/o un amore sincero, capace di arricchirsi attraverso la curiosità, la sensibilità e formazione;
• deve evitare rivalità con i colleghi e genitori poiché potrebbero influenzare negativamente il rapporto con il b/o;
• generosità, altruismo, sicurezza e fiducia in sé sono tratti della personalità del “buon” educatore, stato di insicurezza viene
avvertito dal b/o creando in lui insicurezza;
• essere tenace ovvero affrontare gli ostacoli senza gettare la spugna e deve saper tollerare la frustrazione.
Doti e obblighi professionali dell’educatore
• Deve possedere un’ampia e solida cultura generale oltre ad una preparazione specifica relativa alla prima infanzia in diversi
settori (medico, igienico, neuropsichiatrico, psicologico, pedagogico e sociale);
• Ed. elabora il progetto educativo del nido insieme ad altre figure professionali;
• Ogni ed è responsabile di un piccolo gruppo di b/i che accoglie e accompagna fino alla scuola materna;
• Deve essere il punto di riferimento del b/o durante la giornata. Ogni b/o deve ricevere dall’ed. cure e attenzioni individuali;
devono inoltre poter sviluppare in modo armonico le capacità cognitive, affettive e relazionali;
• Deve prestare molta cura al momento di conoscenza con la famiglia per garantire un clima di fiducia reciproca;
• Deve essere competente ma allo stesso tempo sensibile, consapevole ed essere coinvolto in giusto nella relazione.
Le altre figure professionali presenti nei nidi
Il coordinatore: è il responsabile della realizzazione della programmazione educativa, dell’organizzazione del lavoro e del
mantenimento dei rapporti con i genitori e l’Amministrazione comunale.
Il pediatra: in genere presente una volta a settimana, effettua tutti i controlli sanitari i bilanci di salute.
Lo psicologo: si occupa della formazione e della supervisione pedagogica dell’équipe degli educatori e del personale non
docente. Effettua colloqui individuali e di gruppo con i genitori. Collabora con il coordinatore alla programmazione didattica.
Effettua valutazione sullo sviluppo psicofisico dei b/i.
Il personale ausiliario: si occupa della cura e della pulizia del nido. Collabora con il personale di cucina e con gli educatori per la
realizzazione di iniziative rivolte ai b/i e alle famiglie.
Il cuoco: è responsabile della conduzione della cucina, si occupa di tutte quelle operazioni inerenti all’alimentazione dei b/i, nel
rispetto delle tabelle dietetiche in vigore e del manuale di autocontrollo come previsto dal D.Lgs 155/97.
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5) PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ
Organizzazione della giornata
In genere la giornata tipo prevede l’apertura del nido dalle ore 7.30 alle ore 17.30/18.00 suddivisa in questo modo:
• 7.30 - 9.00, accoglienza nel salone della sezione di appartenenza in cui vi sono angoli di diverse attività (settimanalmente
rinnovati) come ad es. angolo cuscini, angolo palestrina, angolo dei tesori, angolo dei travestimenti, angolo della pittura ecc...
Il b/o viene accolto dall’educatore e cambiato dal genitore. Ai genitori viene chiesto di rassicurare il figlio che tornerà a
riprenderlo e accompagnarlo nel gruppo giochi;
• 9.00 colazione, si fa conversazione, si canta e si prepara l’attività della mattinata (in parte strutturate e in parte libere);
• 9.30, cambio in bagno. Educatori devono verbalizzare le azioni per stimolare l’interesse del b/o e far si che con la crescita
aumenti la sua partecipazione;
• 10 - 11, attività strutturata specifica per sezione;
• 11.15 - 11.30, bagno e lavaggio mani;
• 11.30 pranzo;
• 12 - 13, gioco libero e cambio;
• 13 - 15, riposo. Il b/o è ben inserito quando mangia e dorme tranquillamente;
• 15.15 - 15.30, sveglia e cambio;
• 15.30 - 16.00, merenda;
• 16.00 -17.30 /18.00, attività strutturate (in genere giochi rilassanti e poco impegnativi).
Le attività educative
All’asilo nido si gioca molto→ questa è la migliore forma di attività infantile che maggiormente facilita lo sviluppo. Oltre ad
essere una necessità fisiologica e biologica il gioco favorisce l’espressione di emozioni, sentimenti e l’acquisizione di abilità
cognitive, competenze sociali e relazionali.
Durante la fase di programmazione gli ed. devono tenere presente che le attività proposte devono essere utili e accessibili a tutti
i b/i (deve tenere presente lo sviluppo del b/o e avere una finalità definita).
Le attività si possono suddividere in tre grandi categorie:
1. Attività di routine→ sono quelle che si ripetono più volte al giorno, riguardano le cure primarie che il b/o deve ricevere.
Queste attività quindi soddisfano i bisogni biologici, fisiologici, psicologici e sociali del b/o. Inoltre, scandiscono la giornata
al nido.
• Alimentazione: momento delicato quello del pasto, l'educatore deve tener conto di molti fattori tra cui quello emotivoaffettivo. Il b/o lega il momento dell'alimentazione all'idea del piacere della casa e della madre (primo momento di contatto è
poppata con madre). Può accadere che durante il periodo di inserimento il b/o pianga prima della somministrazione di cibo,
in questo caso si deve cercare di far rientrare il b/o a casa per il momento del pranzo (MAI forzare il b/o a mangiare, meglio il
digiuno). In genere poi i b/i gradiscono il momento del pranzo per imitazione dei compagni gradendo il momento. Ed. può
aiutare i più piccoli imboccandoli, deve insegnare con pazienza ad assaggiare i cibi senza insistere; in caso di rifiuto di
cibo non si deve proporre un'alternativa. Ai più grandi si possono affidare incarichi come distribuire il pane o i tovaglioli
(aumenta responsabilità e capacità motoria è messa alla prova).
È un momento in cui ci sono diverse regole, il b/o deve imparare ad autolimitarsi (processo lungo non avviene subito, si deve aver
un atteggiamento deciso ma comprensivo nei loro confronti).
• Sonno: momento regolato in base all'età del b/o. Alla nascita dormono soprattutto durante il giorno, gradualmente con
la crescita aumenta il sonno notturno.
Il momento del sonno, come quello del pranzo, ha valenze sociali e affettive complesse che necessitano di competenza
e tranquillità. Il passaggio dalla veglia al sonno può non essere facile al di fuori del contesto familiare; per abbandonarsi
al sonno il b/o si deve trovare in un ambiente sicuro e fidato, deve sapere che al risveglio ritroverà le cose e le persone
che ha lasciato.
Gli Ed. devono rispettare le abitudini dei b/i, possono fargli portare a letto gli oggetti preferiti (questi tranquillizzano il b/o e
favoriscono l'addormentamento). È impo che in ed. stia nella stanza dove dormono, possono utilizzare brani musicali rilassanti
o raccontare una favola per facilitare il sonno.
• Cambio: momento di grande valenza psicologica. È un momento in cui il b/o conosce e sperimenta il suo corpo e
stabilisce un rapporto molto profondo con l'ed (questo deve soddisfare e insegnare al b/o a riconoscere i suoi bisogni fisiologici).
L'uso del vasino deve essere un momento più individuale, evitare lunghe sedute collettive. Un buon controllo sfinterico
avviene a 20-30 mesi. L'insegnamento dell'uso del vasino deve essere un gioco, non ci devono essere minacce e
rimproveri.
2. Attività strutturate→ quelle previste dalla programmazione didattica. Sono diverse tra loro ma hanno lo scopo di favorire
lo sviluppo di abilità generali e specifiche del b/o in ambito psico-fisico.
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• Attività psicomotorie: consentono di utilizzare il proprio corpo come strumento di conoscenza, comunicazione e
relazione. I b/i vengono invitati a gattonare, saltare, correre utilizzando strumenti come palla, foulard, carta, stoffe.
• Attività musicali: b/i stimolati all'ascolto e produzione di suoni. Attività come imitazione dei suoni, di rumori della
natura o dell'ambiente (acqua che scorre, sirena pompieri), versi di animali, strumenti musicali e oggetti grezzi (carta, legno,
plastica).
• Attività di costruzione: in genere non guidate, adulto è osservatore. Favorisce il riconoscimento delle forme, colori,
spazialità (dentro e fuori, sotto e sopra). Vengono offerti cubi da impilare e costruzioni da creare oltre a giochi per sviluppare
motricità fine come incastri e perle da infilare.
• Gioco euristico: consiste nell’offrire oggetti di diversa natura con i quali possono giocare liberamente senza l’intervento
dell’adulto; è un gioco di esplorazione su materiale di uso comune.
• Attività di animazione teatrale: sono attività con implicazioni simboliche e identificative, come il gioco dei travestimenti
e il gioco dei ruoli; vengono offerte maschere, accessori e vestiti.
• Attività di manipolazione: il b/o utilizza le proprie capacità manuali; viene offerto un capiente vascone contenente
materiali come acqua, farina o sabbia da manipolare.
• Attività grafico-pittoriche (disegno): “disegno” deriva dal latino “designare” che significa delineare i contorni degli
oggetti. Può essere eseguito a mano libera (disegno a vista) oppure utilizzando diversi strumenti (disegno geometrico).
• Psicologia del disegno: è un modo per rielaborare il mondo in modo fantastico; permette di valutare il livello mentale,
l’immaginazione e la sensibilità dell’individuo. Gli psicologi hanno elaborato molti test di disegno (es. test della figura
umana di Machover) per valutare lo sviluppo cognitivo, affettivo e relazione del b/o o adulto. Uno dei test più noti è
quello di Arthus (b/o deve disegnare il villaggio, emerge il suo senso di orientamento e disposizioni affettive più
profonde); altro test è quello del disegno dell’albero di Koch.
Gli stadi di sviluppo del disegno: il b/o inizia a disegnare prestissimo, in genere attraversa 4 fasi:
I. Fase delle macchie= da 1 a 2 anni il b/o si diverte a realizzare delle macchie il cui inizio è quasi sempre casuale e
solo successivamente diventa intenzionale;
II. Fase dello scarabocchio= dalla fine dei 2 anni il b/o prende in mano un pennarello, pastello o matita e muovendo
la mano lascia un segno sul foglio;
III. Fase dello schizzo= il b/o produce un abbozzo incompiuto di una figura, dai 3 anni dopo vari tentavi riesce a
rappresentare un “omino”;
IV. Fase della figura= verso 3/4 anni disegna molti omini arricchiti con occhi, capelli, bocca, naso e orecchi.
Il disegno al nido: il disegno è un’attività molto importante per il b/o, deve essere proposta in maniera giocosa e libera.
Con questa attività i b/i possono esprimere il loro essere, le proprie energie senza limitazioni o consegne troppo difficili.
Gli ed. devono imparare a leggere i disegni b/i per verificare il suo stadio di maturazione e le sue eventuali difficoltà
(lasciando però l’interpretazione del disegno allo psicologo e neuropsichiatra).
• Attività di giardinaggio e orticoltura: per i b/i è piacevole giocare con terra e acqua, in genere aiutano con entusiasmo a
preparare il terreno per la semina. Si possono fare esercitazioni relative alle fasi del ciclo vegetativo (le piante da fiore hanno
maggior impatto sui b/i oppure ortaggi con ciclo più breve). Questa attività ha implicazioni emotive, cognitive, relazionali che
arricchiscono la personalità del b/o; riguardo l’aspetto cognitivo le varie fasi di sviluppo della pianta favorisce la
cognizione del rapporto temporale (ed deve verbalizzare i cambiamenti che avvengono). Anche la percezione sensoriale
incrementa: percezione tattile toccando la terra (fredda, asciutta, bagnata...); olfatto annusando piante aromatiche e fiori;
stimolazione visiva (forma e colore foglie); gusto assaggiando le diverse piante coltivate. Sono inoltre utili alla
socializzazione, si dividono i compiti, condividono gli attrezzi e si crea amore verso la natura.
3. Attività non strutturate, gioco libero→ nel gioco si sviluppano le principali capacità del b/o: senso-motorie, sensoaffettive, espressive ed intellettive. È un’attività spontanea (nasce da istinti) ed è disinteressata (non si propone di ottenere un
“prodotto” ma è fine a sé stessa).
Il gioco aiuta il b/o a rendersi conto delle sue continue conquiste: motorie, linguistiche, intellettive. Nei primi mesi gioca
soprattutto con la vista, osservando persone e oggetti colorati o in movimento; gioca con il tatto esplorando il suo corpo e
l’ambiente circostante; gioca con l’udito ascoltando i vari suoni che lo circondano; gioca con al propria voce con lallazioni,
gorgheggi e grida. Importanti anche i giochi motori, controlla il corpo poco alla volta (collo, testa, movimenti finalizzati degli arti…)
fino alla locomozione che gli permette di esplorare l’ambiente. Poi comprare il gioco imitativo che gli permette di
confrontarsi con la realtà osservando e imitando chi gli sta intorno (gioca all’adulto, domina la situazione e la riproduce) e
sé stesso fingendo di dormire, cadere…. Compare poi il gioco simbolico quando conquista la capacità di rappresentare
mentalmente oggetti assenti (mangia da un piatto vuoto, spara con le mani, cavalca la scopa…).
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6) SPAZI E ARREDI
Organizzazione e uso degli spazi
Sono gli educatori che devono organizzare gli spazi del nido tenendo conto dell’età, esigenze e competenze psico-fisiche dei b/i.
In ogni sezione vi deve essere un ambiente per il gioco, uno per il pranzo, uno per il riposo e uno per l’igiene (dando chiare indicazioni
ai b/i circa l’utilizzo di questi spazi). Devono essere sviluppati tenendo conto dell’importanza degli scambi comunicativi con spazi che
favoriscano l’intimità (un angolo dove il b/o sa che si può isolare).
Gli spazi che in linea di massimo deve possedere un nido sono:
• Spazio per il riposo→ protetto dal punto di vista acustico e oscurabile;
• Spazio per il pranzo→ampio e luminoso, colori vivaci e volendo con musica di sottofondo;
• Spazio per l’igiene→facilmente accessibile ai b/i e controllabile dall’ed. Deve esserci zona cambio e zona lavaggi.
Spazi generali interni
➢ Ingresso: primo impatto del servizio da parte dei b/i e genitori; qui avvengono i saluti, la separazione e ricongiungimento.
Deve essere curato e accogliente, luminoso, ampio e arredato in modo funzionale. Deve esserci il posto dove lasciare
messaggi alle famiglie, orari del nido, menù mensile e comunicazioni varie.
➢ Ufficio del coordinatore: accogliente e personalizzato. I genitori vi accedono per iscrizione e richieste burocratiche.
➢ Spogliatoio educatori: luogo idoneo e sicuro dove educatori possono lasciare gli effetti personali.
➢ Studio-biblioteca: dove il personale docente può studiare, aggiornarsi e documentarsi in cui vi sono in genere computer.
➢ Sala riunioni: arredato con sedie, tavoli, schermi e proiettori. Riservato ai corsi, riunioni e seminari per il personale del nido
e per i genitori.
➢ Cucina e dispensa dei piatti dei b/i: luminosa e ampia, il personale deve muoversi con agilità e sicurezza.
➢ Magazzini e depositi: per depositare attrezzi per la pulizia ed igiene.
Spazi esterni
Devono essere accuratamente organizzati per lo svolgimento delle attività educative. Qui vi possono essere piscine, scivoli,
percorsi di equilibrio, vasche di sabbia. I b/i qui devono poter fare giochi tranquilli, di movimento ed esplorazione.
Arredi
Si intende l’insieme di attrezzature fisse e mobili che organizzano e completano gli spazi interni ed esterni. Devono essere
funzionali, sicuri, accessibili e facili da usare in particolare:
• Per la zona riposo ogni b/o deve avere una culla o lettino personalizzato; vi devono essere comode poltrone per educatori. Ci
devono essere armadi o scaffali per lenzuola, federe e coperte di ricambio.
• Per la zona pranzo ogni b/o deve avere tavoli, sedie e seggioloni comodi e sicuri. Ci devono essere scaffali per riporre
bavaglie, tovaglie e tovaglioli in cotone o monouso e stoviglie di ricambio.
• Per ogni sezione vi devono essere armadietti e scaffali (personalizzati per essere riconoscibili) per depositare gli oggetti personali dei
b/i. Vi devono essere mobili contenenti materiali (pastelli, fogli, forbici), sedie, panche e tavolini facilmente trasportabili dai b/i
così da poter creare “angoli” secondo le necessità che emergono. Ogni sezione dovrebbe avere un angolo relax con
materassini e cuscini. Importanti i pannelli dove appendere i lavori dei b/i per dar significato alle loro attività.
Tipologia di giochi e strumenti per la didattica
Il nido dovrebbe disporre di giochi e strumenti per le diverse attività:
➢ A. motorie: tricicli, monopattini, scivoli, palle, palloni, cerchi, macchine, cuscinoni;
➢ A. grafico-pittoriche: matite, pastelli, colori a dita, tempere, cartoni, tessuti, forbici, pennelli, colla, adesivi;
➢ A. manipolative: sabbiere, farina, pasta, acqua, pongo, plastilina, imbuti e recipienti;
➢ A. giardinaggio: pallette, secchielli, zappette, semi, piantine, ortaggi, innaffiatoi;
➢ A. musicali: piccoli strumenti musicali, lettori CD e dvd, musiche e canzoni;
➢ A. di esplorazione sensoriale: profumi e fragranze varie, tessuti diversi, specchi, scatole, carillon, oggetti di dimensione
crescente;
➢ A. simboliche: mobili della casa (cucina, asse e ferro da stiro, culla), attrezzi per il lavoro (paletta da vigile, cappello da
pompiere, set da dottore, scopa e paletta), vestiti, peluche, bambole, soldatini;
➢ A. costruzione: cubi, blocchi, lego, giochi da incastro.
Devono essere materiali a cui i b/i possono accedere facilmente e adatti alla loro età. Gli ambienti devono essere accoglienti e
allegri (per avere atmosfera familiare).
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7) SVILUPPO DEL BAMBINO
Lo sviluppo fisico del bambino
Il peso di un b/o nato a termine (37-43 settimane) oscilla tra i 2,5 e i 4,5 kg, la lunghezza varia tra i 48 ai 56 cm.
Inizialmente la testa è molto grande (1/4 della lunghezza del corpo), le gambe sono corte rispetto al tronco perché, seguendo la
progressione cefalo-caudale, la parte superiore del corpo è quella più matura. Inoltre, secondo la progressione interno-esterno,
torace e addome si sviluppano prima degli arti.
A 4 mesi raddoppia il peso e cresce di una decina di cm, a 12 mesi lo triplica e aumenta la lunghezza di 15cm; a 24 mesi pesa
intorno ai 13kg ed è alto 80cm.
La dentizione è un processo individuale, ad alcuni b/i cresce il primo dente a 4 mesi, ad altri 6-7 (spuntano prima gli incisivi inferiori, poi
incisivi superiori, poi canini e molari e si completa a 3 anni circa). In questo periodo si passa allo svezzamento (se troppo precoce può incidere
negativamente sullo sviluppo psico-fisico del b/o, se troppo tardi può portare a complicanze nello sviluppo generale del b/o. Ideale verso 6 mesi).
I riflessi
Sono reazioni automatiche a particolari stimoli; alcuni
sono permanenti (starnuto, sbadiglio) altri sono
“neonatali” (spariscono o sono sostituiti da azioni volontarie). I
principali sono:
• R. di rooting: quando il b/o viene stimolato sulla
guancia si gira da quella parte (scompare a 6 mesi);
• R. di suzione: succhia quando gli si mette qualcosa in
bocca o si toccano le labbra (scompare a 2-3 mesi);
• R. di prensione: afferra qualsiasi cosa che viene
premuto sul suo palmo (scompare a 3-4 mesi);
• R. di Moro: se si produce un forte rumore o non si
sostiene il b/o per un istante allarga le braccia e poi le
chiude contro il corpo come a stringere qualcosa,
detto anche R. dell’abbraccio (scompare a 6-7 mesi);
• R. di marcia automatica: quando sorretto
verticalmente e i piedi non toccano a terra esegue
passi (scompare entro 4 mesi).
Lo sviluppo percettivo
La percezione permette di apprendere ed interpretare il mondo. Gli stimoli esterni vengono recepiti dai nostri organi di senso
solo se superano la cosiddetta soglia sensoriale; i nostri organi sensoriali non si limitano a recepire le stimolazioni provenienti
dall’esterno ma le selezionano, connettono e filtrano in tempi brevissimi.
I sensi possono ingannarci, quando si verificano delle discordanze tra i dati reali e quelli percepiti vi sono illusioni che portano a:
• Mancata percezione di elementi realmente esistenti (non si vede ciò che c’è);
• Percezione di dati in realtà inesistenti (si vede ciò che non c’è);
• Percezione di aspetti diversi da quelli reali (si vedono cose diverse da quelle che ci sono).
La scuola che si è occupata dello studio dei processi percettivi è la Scuola della Gestalt, nata in Germania tra 1915 e 1929 grazie a
Max Wertheimer (esperimento del movimento apparente chiamato fenomeno PHI, accendendo successivamente due luci separate, con un
intervallo di tempo adeguato, sembra di vedere una singola luce che si sposta da un punto all’altro).
L’individuo percepisce delle totalità; l’organizzazione percettiva si struttura seguendo delle leggi, queste ultime sono finalizzate a
produrre forme il più possibile regolari ed omogenee. Le leggi fondamentali dell’organizzazione percettiva sono:
➢ L. della vicinanza: nel campo percettivo tendono ad unirsi tutti gli elementi vicini;
➢ L. della somiglianza: nel campo percettivo tutti gli elementi simili tendono ad unificarsi;
➢ L. della continuità: nel campo percettivo tendono ad unificarsi gli elementi posti su una linea continua;
➢ L. della chiusura: nel campo percettivo tendono ad unificarsi gli elementi che per nostra esperienza passata sono
abitualmente associati tra loro.
La percezione infantile
Secondo Piaget nel periodo preoperatorio (2-6 anni) appare il primato della percezione (rappresentazioni e immagini mentali
ricalcano il percorso della percezione) .
La percezione del b/o è:
• Sincretica→ quando prende in considerazione il “complesso” non i singoli elementi;
• Globalistica→ quando uno o più elementi rappresentano l’intera realtà;
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• Non sa astrarre un oggetto da un contesto (se un b/o è abituato a vedere la mamma in famiglia non la riconosce al lavoro vestita da
medico);
• Fisiognomica→ tendono ad attribuire delle qualità psicodinamiche (gioia, tristezza, bontà, cattiveria) agli oggetti, non ha ancora
compreso la distinzione tra sé e gli altri.
Lo sviluppo visivo
L’apparato visivo è già completo dal punto di vista anatomico fin dalla nascita, funziona efficacemente ma non in modo perfetto
(reagisce già al movimento e differenze di luminosità). Entro i primi giorni segue attivamente con lo sguardo un oggetto in movimento, la
visione degli oggetti è nitida solo a 20-50 cm di distanza→ non sa focalizzare entrambi gli occhi in un punto (inizia al 2° mese), non
riesce a mettere a fuoco oggetti posti a distanze diverse tra loro (riesce a 3-4 mesi), è ridotta l’acuità visiva (distinzione dei particolari
degli oggetti).
Con il passare del tempo acquisisce un insieme di regole, le “costanze percettive”:
• C. della dimensione= la dimensione dell’oggetto rimane costante anche se la dimensione retinica dello stesso oggetto si
modifica (persona che si allontana rimane grande uguale ma sulla retina diminuisce);
• C. della forma= forma di un oggetto rimane uguale anche se osservata da altre posizioni (minima a 2-3 mesi);
• C. del colore= colori sono costanti nonostante cambi di luca o ombre li modifichino (minima dal 4 mese);
• C. dell’oggetto= le precedenti confluiscono in questa, ovvero gli oggetti sono sempre gli stessi anche se agli occhi appaiono in
qualche modo diversi.
Lo sviluppo uditivo
L’udito è più sviluppato della vista nel neonato. Con il tempo migliora anche la capacità di localizzazione della fonte acustica,
progredisce rapidamente e al 6° mese capisce la direzione e provenienza del suono.
I b/i ascoltano bene i suoni intorno a loro preferendo quelli ritmici (riconducibili a suono del cuore che sentiva nel grembo) .
Il gusto e l’olfatto
Distingue il dolce e amaro, salato e acido e preferisce il dolce. Smorfia di disgusto e allontanamento provando qualcosa che non
gli piace, tende a chiudere gli occhi con l’acido.
Fin dai primi giorni riconosce lo stimolo olfattivo del latte, in particolare di quello materno. Con il tempo manifesta preferenze
diverse di gusti.
Lo sviluppo della memoria
Memoria= capacità di immagazzinare, conservare e recuperare le informazioni; senza essa saremmo vegetali incapaci di un
minimo apprendimento. Esistono due tipi di memoria:
A lungo termine (MLT)
A breve termine (MBT)
Riguarda i ricordi stabili (il nostro nome, numero di telefono,
Chiamata anche memoria di lavoro (qui va il numero appena letto
indirizzo)
ad esempio)
Ha la capacità di contenere moltissime informazioni per
lunghissimi periodi (si pensa che le info che entrano qui non si
Ha una capacità limitata
perdono mai diventano solo meno accessibili)
Responsabile delle caratteristiche semantiche (relative al
Responsabile dell’elaborazione fonologica delle parole (il
significato)
suono)
Le informazioni contenute nella MLT sono varie, alcune recepite senza sforzo (memoria accidentale) altre richiedono uno sforzo
di memorizzazione (memoria intenzionale). Possono essere rappresentate nella MLT in forma differente: verbale ovvero come
concetti oppure come immagini mentali. Le fasi del processo mnemonico sono:
1. Fissazione: i fattori che influiscono sul processo di memorizzazione sono le condizioni soggettive (motivazione, interesse e
stato psicologico) e condizioni oggettive del materiale da memorizzare (quantità, facilità/difficoltà, organizzazione di esso);
2. Conservazione: il materiale fissato deve consolidarsi, in questo processo subisce dei mutamenti (diminuzione o
trasformazione);
3. Rievocazione: può essere spontanea (ricordo ricercato attivamente) o involontaria (riaffiora alla mente).
Secondo Ebbinghaus, psicologo tedesco, la curva dell’oblio (= perdita di ricordi) tende a stabilizzarsi senza raggiungere mai valori
minimi (quindi almeno qualcosa che è appreso è disponibile per la rievocazione).
Provò ad apprender sillabe senza senso, ad intervalli di tempo verificava se le ricordava (calcolando anche il numero di ripetizioni per
apprenderle, via via minore). L’oblio diventava sempre più lento finché i ricordi diventano stabili (curva dell’oblio).
La memoria nell’infanzia
Come strategia cognitiva, a 2-3 anni, utilizzano strategie esterne (come rimanere in contatto con lo stimolo); a partire dalla scuola
primaria il b/o adotta la ripetizione, organizzazione ed elaborazione per memorizzare gli stimoli.
Il linguaggio e il suo sviluppo
Linguaggio= qualsiasi strumento o mezzo utilizzato per esprimere il mondo interiore e per comunicare con gli esseri simili.
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Prelinguaggio (fino a 12-13 mesi, a volte fino 18)
La prima produzione sonora è il pianto e le grida relativi a malessere o bisogni fisici; dal 2° mese vene utilizzato dal b/o come
forma di richiamo. Il pianto è mezzo di comunicazione del b/o in caso di:
• Fame: causa più comune del pianto, b/o piange meno dopo aver mangiato di più se staccato dal seno quando non è sazio;
• Malessere: se piange dopo mangiato è per malessere dovuto allo stomaco dilatato dall’aria, entrata durante la poppata;
• Troppo caldo o troppo freddo: i neonati sono molto sensibili al calo improvviso della temperatura, piangono anche quando
vengono svestiti (impo temperatura calda e uniforme). Anche il troppo caldo provoca irritabilità e pianto;
• Stanchezza: causa comune di pianto, aumenta se preso in braccio per farlo giocare;
• Dolore: in genere pianto continuativo e inconsolabile.
Durante i primi 3 mesi compaiono i vocalizzi (borbotti, gorgoglii), suoni che il b/o emette quando è contento ed è la forma
primitiva di comunicazione.
Verso il 4° mese compaiono i giochi fonici, il b/o emette fonemi mutandone volume, tonalità o sequenza (i suoni sono uguali in
qualsiasi cultura e lingua, anche i b/i sordi attraversano questa fase).
Verso il 6° mese compare l’ecolalia, la ripetizione di cantilene sonore.
Piccolo linguaggio (dai 10 mesi a 2,5/3 anni)
Le prime parole spesso compaiono con l’ecolalia. Verso la fine del 1° anno di vita il b/o utilizza un linguaggio olofrastico, una
parola per indicare una frase (“pappa” significa voglio ancora la pappa ad es.).
Verso i 18-24 mesi alcune parole vengono collegate tra di loro, è il linguaggio telegrafico.
Dopo i 2 anni vengono usati anche congiunzioni, avverbi e pronomi.
Linguaggio (dai 3 anni)
Quest’ultima tappa è la più lunga e complessa, vi è arricchimento quantitativo e qualitativo.
Verso i 3 anni il b/o introduce il pronome “io” (b/o si indica con il “me” e poi “l’io-me”).
Verso i 4-5 anni utilizza le subordinate e il condizionale. Continua lo sviluppo fino ad utilizzare un linguaggio simile all’adulto.
L’intelligenza e il suo sviluppo
L’origine dell’intelligenza è una questione molto controversa. Secondo la concezione di tipo empiristico è un prodotto delle
influenze ambientali; secondo la concezione di tipo razionalistico l’intelligenza è una capacità originaria che progredisce con la
maturazione del soggetto.
Secondo Piaget l’intelligenza è la più elevata e plastica forma di adattamento dell’organismo all’ambiente; sostiene che il b/o
passa attraverso vari stadi di intelligenza fino ad arrivare al più maturo durante l’adolescenza. Il b/o passa da uno stadio all’altro
grazie a due meccanismi:
- Assimilazione= applicare schemi o abitudini vecchi a situazioni nuove;
- Accomodamento= adattarsi ad un oggetto nuovo modificando i propri schemi di azione per adattarli al nuovo oggetto.
Intelligenza senso-motoria (0-24 mesi)
• Stadio di riflessi innati, 0-1 mese→ caratterizzato da meccanismi riflessi che si consolidano con l’esercizio. Aumenta la sua
abilità di suzione e la sua discriminazione (riconosce il seno dal ciuccio).
• S. delle reazioni circolari primarie, 1-4 mesi→ il continuo esercizio di meccanismi riflessi porta alla formazione di abitudini,
infatti con reazioni circolari si intende la ripetizione attiva di un risultato gradevole ottenuto la prima volta casualmente e che
diventa abitudine grazie al continuo esercizio (azione casuale→ piacere→ ripetizione azione→ abitudine). È un’azione relativa al proprio
corpo che non indica trasformazioni nel mondo esterno.
• S. delle reazioni circolari secondarie, 4-8/9 mesi→ è il completamento dello stadio precedente. Ora, però, il b/o dirige la sua
attenzione verso l’ambiente circostante, al di là del proprio corpo (es. prova piacere a tirare la corda del carillon che fa rumore).
• S. della coordinazione delle razioni circolari secondarie, 8/9-12 mesi→ gli schemi appresi precedentemente iniziano a
coordinarsi tra di loro dando origine a nuove abilità senso motorie. Utilizza i mezzi idonei a raggiungere uno scopo (rimuove
ostacolo con tecniche che ben conosce per raggiungere un oggetto lontano).
• S. delle reazioni circolari terziarie, 12-18 mesi→ è uno stadio di sperimentazione, il b/o utilizza mezzi nuovi per raggiungere
un fine (es. un b/o che vede cadere un oggetto lo fa cadere in modo diverso per vedere cosa succede). Utilizza schemi nuovi per nuove azioni.
• Schema delle interiorizzazioni, 18-24 mesi→ nuovi rapporti con l’ambiente mediante le elaborazioni mentali. Spesso il b/o si
comporta come se stesse pensando invece che reagire immediatamente. A partire da questa fase arriva all’acquisizione della
permanenza dell’oggetto (prima mostra interesse per gli oggetti ma se scompare dal campo visivo non prevede la sua ricomparsa).
Intelligenza preoperatoria (2-6 anni)
Questo periodo caratterizza l’avvicinamento all’intelligenza rappresentativa: ogni oggetto corrisponde ad un’immagine mentale
che permette di evocare un oggetto anche in sua assenza. Lo sviluppo delle funzioni rappresentative è favorito da:
- Attività imitativa: imita comportamenti e azioni di un modello anche se esce dal suo campo visivo;
- Il gioco: soprattutto quello simbolico (il far finta di);
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- Lo sviluppo del linguaggio verbale.
Il pensiero preoperatorio:
• caratterizzato da egocentrismo (b/o non si rende conto che esistono punti di vista diversi dal suo);
• Non è reversibile (da qui il termine preoperatorio);
• Si basa sull’intuizione diretta: la stessa quantità di liquido contenuta in contenitori diversi apparirà diversa per lui.
L’intelligenza prosegue poi attraverso lo stadio dell’intelligenza operatoria concreta e quella dell’intelligenza operatoria formale.
Lo sviluppo della personalità
Personalità= insieme dei fattori biologici, psicologici e sociali che caratterizzano l’individuo.
Oltre che un insieme di funzioni, è un’organizzazione di elementi psichici e fisici in reciproca relazione che esercitano
un’influenza sull’ambiente esterno e sulla capacità riflessiva di ciascun individuo.
Le disposizioni innate vengono sviluppate in base all’educazione che si riceve; hanno inoltre bisogno di un ambiente favorevole
per manifestarsi.
Secondo la teoria psicoanalitica la personalità si sviluppa secondo diverse fasi, in ognuna vi è concentrazione di pulsioni in
determinate zone dell’organismo (zone erogene) che se stimolate producono piacere.
Freud ne individua tre zone erogene che riguardano lo sviluppo sessuale infantile: zona orale, anale e fallica.
Fase orale (0-1 anno)
La bocca e la cavità orale sono la principale forma di piacere del b/o; nei primi mesi pratica come attività principale il succhiare
(ogni oggetto che viene offerto, non solo per nutrirsi). Il piacere della suzione, inizialmente legato all’ingestione di latte, acquista una chiara
funzione erotica; comportamenti con carattere orale si ritrovano anche nell'adulto: fumare, succhiare le unghie, baciare.
Secondo la teoria psicoanalitica sono regressioni a comportamenti primitivi causate da frustrazione.
Durante lo stadio orale l’evoluzione della relazione oggettuale è caratterizzata dal passaggio dal narcisismo primario allo stadio
analitico con l’oggetto parziale--> Durante lo stadio narcisistico non viene percepita differenziazione tra b/o e madre, essa non è
percepita né come oggetto né come fonte di distrazione. Gradualmente, attraverso la ripetizione delle esperienze di frustrazione
e soddisfazione orale, il seno della madre comincia ad essere parziale: la relazione viene definita analitica, non è cioè con un
oggetto totale ma parziale (seno).
Verso la fine del 1 anno di vita la madre viene percepita nella sua totalità, la relazione è con l’oggetto intero. Questa fase è
oggetto di studio per Spitz (angoscia per l’estraneo) e per Klein (posizione depressiva).
Fase anale (2-3 anni)
Comincia con l’acquisizione del controllo sfinterico; è una fase collegata alla funzione di minzione e defecazione attraverso cui il
b/o prova piacere. L’erotismo anale si manifesta sia con espulsione che trattenimento delle feci; l'una o l’altra danno origine ad
alcuni comportamenti adulti quale possessività, avarizia, pedanteria (indici di personalità anale).
In questa fase la relazione di stabilisce con un oggetto intero che dipendo dalla relazione che il b/o stabilisce con le feci.
Fase falica (3-5 anni)
La fonte di pulsione sono gli organi genitali; l’organo di pulsione è rappresentato dal pene (sia nel b/o che nella b/a) come
organo di potere. Questo oggetto introduce il b/o nella dimensione dell’angoscia di castrazione (b/o) e nella mancanza (b/a).
Si sviluppano le differenze sessuali e il problema della nascita.
Successivamente diventa oggetto della pulsione anche il partner privilegiato della coppia genitoriale (complesso edipico).
L’entrata nello stadio edipico è caratterizzata dal timore di perdita del pene nel b/o e dal desiderio di conquistare uno nella b/a.
Nel primo stadio entrambi i sessi hanno una relazione oggettuale con la madre, il padre è visto come rivale.
• Per la b/a questa fase genere il complesso negativo: prova “invidia del pene” e allontana la madre (considerata responsabile di
tale mancanza). Il desiderio di aver un pene muta in desiderio di avere un figlio assumendo il padre “portatore di pene” come
oggetto d'amore (complesso positivo) e la madre come oggetto di gelosia. Siccome il grande desiderio (figlio) della b/a non si
può realizzare ritorna al vincolo della madre identificandosi con essa.
• Il b/o entra in competizione con il padre vissuto come rivale, ma sia nel complesso edipico positivo (madre-figlio) che in quello
negativo (padre-figlio) il b/o vede una minaccia per il suo pene. La perdita del pene in quello positivo è punizione del padre,
mentre in quello negativo è prerequisito di amore da parte del padre. Successivamente b/o si identifica con padre.
Fase di latenza (7-12 anni)
Il complesso edipico viene superato con l’identificazione= b/o diventa sempre più simile al genitore dello stesso sesso. A questo
punto inizia un periodo più tranquillo dal punto di vista emotivo che si estende fino alla crisi puberale. Tale fase si chiama di
latenza poiché tutte le pulsioni istintive dell’infanzia vengono respinte nell’inconscio così il b/o, avendo calma psichica, può
investire nell’inserimento nella società dei coetanei. Ha introiettato l’autorità paterna e sa che vi sono esigenze poste
dall’ambiente, ciò permetta l’origine del Super-Io ovvero la coscienza morale.
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Fase genitale (12-18 anni)
L’equilibrio del periodo di latenza viene interrotto dalla crisi puberale. La fonte di pulsione sono gli organi genitali, l’oggetto di
pulsione è un oggetto estraneo (gli individui di sesso opposto). Freud sottolinea che non tutti riescono a superare questo periodo e a
raggiungere un amore eterosessuale maturo.
Lo sviluppo affettivo emotivo
Lo sviluppo affettivo nella prima infanzia
Nel processo evolutivo le emozioni sono le prime forme di contatto affettivo tra il soggetto e l’ambiente. All’inizio quando il b/o
non ha ben presente la distinzione fra sé e gli altri vive un’emotività globale, indifferenziata.
Nelle prime settimane di vita la tonalità affettiva che si osserva è quella spiacevole (grida, pianti) e quella di quiete. La prima
manifestazione vocale che esprime un sentimento di piacere compare verso i 2-3 mesi, è in questo periodo che si manifesta il
primo sorriso (importante per il giudizio di normalità psico-motorio globale del b/o).
Lo scambio dei primi segnali affettivi avviene soprattutto con la madre; per il neonato il rapporto con l’ambiente è costituito
unicamente dal rapporto con la madre, che viene percepita come sua continuità. Questo periodo si chiama “stato della non
differenziazione”, vi sarà poi la prima relazione oggettuale passando attraverso tre stadi:
1. S. Progettuale: il neonato percepisce il seno materno come parte del suo corpo. Non percepisce il mondo esterno e le
reazioni del bambino si attuano in funzione della percezione interna dei bisogni. Avverte gli stimoli esterni solo se
interrompono il suo stato di quiete. La zona erogena predominante è la bocca, è sorgente di piacere Infatti succhia
qualsiasi cosa non solo per mangiare. Secondo M. Klein in questo stadio il bambino tende a soddisfare i bisogni
considerando “oggetto buono” ciò che gli procura piacere e considera “oggetto cattivo” ciò che gli procura dispiacere.
2. S. dell’oggetto precursore: verso il secondo-terzo mese di vita il b/o risponde con il sorriso ad un volto umano in
movimento soprattutto se sorride.
3. S. dell’oggetto propriamente detto: secondo Spitz verso l’ottavo mese il b/o identifica consapevolmente l'oggetto,
riconosce la figura materna esprimendo dispiacere quando questa si allontana da lui (angoscia dell'ottavo mese) o paura quando
è avvicinato da una figura che non conosce (angoscia dell'estraneo).
Secondo Klein l’angoscia dell’8° mese indica che il b/o ha interiorizzato oggetti interi. Comprende che vi è una sola madre
con caratteristiche buone e cattive; il b/o teme di aver distrutto la madre con i suoi desideri aggressivi, da qui nasce il senso
di colpa. Da qui emergono sentimenti depressivi nel b/o che cerca di superare con la “riparazione” della madre con fantasie
e comportamenti ricostruttivi. La presenza della madre gli fa comprendere che i suoi desideri aggressivi non sono così
potenti e inizia a sviluppare sicurezza e fiducia.
È fondamentale la continua presenza della madre, carenze materne parziali o totali possono dare origine a situazioni
patologiche. Verso il 2° anno il b/o inizia a soddisfare alcuni bisogni di aggressività e di lotta; grazie alla locomozione trae piacere
nella competizione fisica con i coetanei e nell’ambiente in generale. L’ambiente però da gratificante diventa frustrante per via
delle limitazioni imposte dai genitori (anche a livello di controllo sfinterico→richiesta molto importante poiché gli permette di fornire prestazioni
nell’ambiente). L’atteggiamento dell’adulto, che può andare dall’autoritarismo al permissivo educativo, dall’indifferenza alla tutela
ansiosa, è determinante per lo sviluppo affettivo del b/o.
Lo sviluppo affettivo nella seconda infanzia
Verso il 3° anno nel b/o si accentua interesse verso la zona genitale. I b/i iniziano a porre domande sulla differenza dei sessi
(inizialmente pensano vi sia uguaglianza fra i sessi ma non regge molto davanti alla costatazione della mancanza dell’organo maschile nelle b/e, le b/e pensano
che prima c’era ma l’hanno perso) e i meccanismi di nascita (orale, anale o sadica). È il periodo della fase fallica ed edipica.
Lo sviluppo sociale e relazionale
Il processo di socializzazione inizia sin dopo la nascita, progredisce durante l’infanzia e l’adolescenza grazie ai processi di
apprendimento che spingono l ‘individuo ad apprendere i comportamenti degli individui del gruppo di appartenenza.
Le numerose teorie riguardo allo sviluppo sociale riconoscono alla famiglia il ruolo primario nello sviluppo della socializzazione.
Il primo rapporto che il b/o instaura è con la madre e si basa su un insieme di segnalazioni. Inizialmente il pianto (è un riflesso ma lo
utilizza come richiamo dal 2° mese); altro strumento di comunicazione è il sorriso (verso il 3° mese). 8° mese riconosce la madre
dall’estraneo, questo è un comportamento sociale primario. 2°-3° anno acquisisce un linguaggio pressoché completo e diventa il
modo più utilizzato per comunicare.
I genitori sono per il b/o dei modelli da imitare; si identifica con loro, ciò gli permette di far proprie le regole morali e di
autopunizione, inoltre arriva ad apprendere il ruolo dei genitori.
Anche il gruppo fraterno è importante per lo sviluppo della socializzazione: il b/o li imita, sono per lui compagni di gioco e con
loro scarica le forti tensioni vissute con i genitori.
Con l’ingresso al nido, e poi nella scuola materna, il b/o entra in contatto con molte persone deve quindi imparare a ad adattarsi
alle esigenze di questo sistema sociale. Il gruppo di coetanei è molto importante per la socializzazione, i compagni sono modelli
da imitare. Allo stesso tempo, però, i b/i sono nella fase di egocentrismo primario: avvertono la presenza degli altri ma ne
ignorano gli interessi e i propositi. Se il gruppo è costituito da soli coetanei è inevitabile lo scontro tra egocentrismi; i conflitti
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fanno scoprire che gli altri sono persone e non strumenti. A causa del loro egocentrismo i b/i mercanteggiano lo scambio di
oggetti→ queste forme di baratto giovano alla maturazione sociale. È così possibile che i b/i accettino di aspettare il loro turno
nell’uso delle cose di proprietà comune e superino l’attaccamento agli oggetti di loro proprietà. Il desiderio di possedere
determinate cose scatena spesso liti tra i b/i (gli altri lo possiedono e io lo voglio)→ possedere un oggetto che manca agli altri fa sentire
superiori, non averlo fa sentire inferiori.
Amicizia e ostilità si riscontra, in genere, nei rapporti bipolari→il b/o è ancora immaturo per vivere un’autentica esperienza di
gruppo che invece presuppone la condivisione di scopi e risultati comuni.
8) PSICOPATOLOGIA DEL BAMBINO
Disturbi del sonno
Il motivo di alterazione del sonno del b/o non è univoco: dipende dalla sua intensità, dai segni associati, dall’età del b/o.
In genere un lattante dorme in media 16-17h al giorno (3 ore a volta). A 3 mesi dormono sulle 15h (sulle 7h la notte e risveglio + prolungato
al giorno). Poi le ore di sonno diminuiscono ancora: 13h verso l’anno, 12.30h tra i 2-5 anni, 9.30h tra 6-12 anni, 8.30h tra 13-15
anni. Si deve far distinzione tra patologie dell’addormentamento e condotte patologiche durante il sonno.
Patologie dell’addormentamento
• Insonnia precoce (del primo anni di vita) è in genere un disagio tra lattante e il suo ambiente. Può essere insonnia agitata (non
smette di gridare, piangere e agitarsi) oppure insonnia calma (sta sveglio con occhi spalancati giorno e notte). Questo disturbo necessita di
un’analisi profonda circa il rapporto madre-b/o.
• Difficoltà d’addormentamento è una fase normale nei b/i tra i 2 e 5/6 anni. Prima di dormire in genere il b/o instaura dei
rituali, richiede un oggetto controfobico (luce, gioco, bicchier d’acqua…). Queste manifestazioni ossessive sono un tentativo di
controllare l’emergenza pulsionale nell’età del complesso di edipo.
Condotte patologiche durante il sonno
• Terrore notturno: il b/o urla all’improvviso di notte, con gli occhi stravolti e non riconosce chi gli sta intorno; si nota pallore,
sudore e tachicardia. La crisi dura qualche minuti poi il b/o si addormenta. Si manifesta all’inizio del periodo edipico (3-4
anni) e sono la dimostrazione di tentativi maldestri di elaborare le angosce edipiche.
• Sogni d’angoscia: il b/o geme, grida, piange e chiede aiuto. A volte si sveglia ma in genere racconta il “brutto sogno” al
risveglio. Questo evento testimonia la progressiva strutturazione dell’apparato psichico e l’utilizzo dei meccanismi di difesa;
se vi è ripetizione ogni notte fino ad oltre il periodo edipico è necessaria un’analisi psicologica approfondita.
Psicopatologie alimentari, anoressia
L’anoressia de secondo trimestre si manifesta in genere a 5-8 mesi. Compare progressivamente o bruscamente, a volte nel
momento di cambio alimentare (svezzamento, introduzione piccoli cibi solidi). In genere manifesta questo comportamento nei confronti
della madre che, sentendosi rifiutata, manifesta comportamenti ansiosi e aggressivi verso il b/o. Può evolvere in:
- Anoressia semplice: è una reazione ad un avvenimento (svezzamento, cambiamento nel quadro di vita). Il problema si risolve
consigliando alla madre un cambio di comportamento o accorgimenti pratici (es. far nutrire il b/o da altri familiari);
- Anoressia mentale grave: la fase iniziale è come la precedente, insieme ad essa emergono altri sintomi come difficoltà a
dormire, collere intense. Davanti al cibo il b/o presenta disinteresse e opposizione; spesso compare il vomito e il b/o diventa
pallido e di corporatura mingherlina. I genitori cercano una origine organica che è assai rara.
Disturbi psicosomatici
• Asma neonatale→ viene chiamata bronchite asmatiforme per via della febbre abituale, compare nel secondo semestre e
scompare versi 2-3 anni. B/o tende ad avere eccessiva familiarità, senza la normale comparsa dell’angoscia dell’estraneo.
Spesso associata a condizioni di maternage difettose (es. frequenti cambi di baby-sitter) o ambiente iperprotettivo e invadente.
• Eczema del neonato→ eczema atomico compare nel secondo trimestre, regredisce a 2 anni. Esordisce sulle guance, sul collo
e poi si estende sul corpo. Secondo alcuni studiosi l’ostilità mascherata da ansia nella madre provoca questa risposta cutanea
patologica nel b/o.
• Depressione del neonato e del b/o piccolo (fino 24-30 mesi)→ Spitz ha osservato un periodo di piagnucolamento, poi uno
stato di ritiro e indifferenza fino a depressione in un caso di carenza affettiva grave.
Frequenti sono le reazioni depressive dovute a carenze affettive parziali (assenze brevi ma ripetute, madre depressa, immagini materne
multiple) sia a distorsioni nel rapporto madre-b/o. Più il b/o è piccolo più i sintomi sono psicosomatici: anoressia e alterazione
del sonno sono i + frequenti. Può emergere dissenteria, affezioni dermatologiche (eczemi, alopecia), affezioni respiratorie (asma).
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9) GLI ASILI NIDO PRIVATI: ACCREDITAMENTO
L’offerta formativa privata
Le Regioni hanno stabilito una serie di requisiti che le strutture per l’infanzia devono possedere sia per funzionare, sia per essere
accreditate. La Regione Lombardia ha introdotto l’Istituto della Comunicazione Preventiva per l’Esercizio (CPE) delle unità
d’offerta sociale con l’articolo 15 comma 1 della legge regionale 3/08 (questa abroga la legge regionale 1/86).
In fase di avvio dell’attività delle unità d’offerta vengono definiti, in sede amministrativa, alcuni precisi requisiti strutturali,
tecnologici, amministrativi minimi e un rafforzamento di controllo e vigilanza. Le autorità amministrative possono impedire
l’avvio o la prosecuzione di queste attività se non vengono rispettati i requisiti minimi→la CPE è indispensabile per l’esercizio
delle unità di offerta che avvia l’attività di controllo e vigilanza.
La Regione Lombardia, con Decreto della Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale n. 1254/2010, ha fissato nuove norme
per i gestori che intendono attivare una struttura tra quelle appartenenti ala rete sociale. Gli interessati devono presentare una
copia della CPE (Comunicazione Preventiva di Esercizio) al Comune e una copia all’ASL di riferimento nei seguenti casi:
✓ Messa in esercizio di unità d’offerta afferenti alla rete sociale;
✓ Variazione della capacità ricettiva dell’unità di offerta;
✓ Trasformazione di unità d’offerta;
✓ Trasferimenti in altra sede di unità d’offerta esistente;
✓ Cambiamento del soggetto gestore.
La CPE non deve essere presentata nei seguenti casi:
 Cambio della persona del Legale Rappresentante o Amministratore del soggetto gestore;
 Sperimentazione di un’unità d’offerta innovativa e non rientrante nella rete regionale;
 Messa in esercizio di attività sociali tra quelle precisate nell’art. 3 comma 2 della legge n. 3/2008 (il gestore deve garantire il
rispetto di leggi regionali o nazionali rispetto ad igiene, sicurezza impianti, urbanistica-edilizia).
L’accreditamento
Il Decreto regionale n. 1254/2010 fornisce informazioni più dettagliate sul sistema di accreditamento.
Il soggetto “accreditato” può erogare prestazioni o servizi per conto del Servizio pubblico. Accreditamento:
• È il processo di ulteriore qualificazione delle unità d’offerta sociale in esercizio; la richiesta è espressa volontariamente
dall’ente gestore dell’unità d’offerta;
• A. Istituzionale di un’unità di offerta sociale è un provvedimento amministrativo rilasciato a favore di un soggetto giuridico a
cui viene riconosciuto la possibilità di erogare prestazioni o servizi per conto del soggetto pubblico;
• A. sociale viene concesso a tutti i soggetti richiedenti che dimostrano il possesso di requisiti definiti dal soggetto pubblico a
questo deputato;
• È il presupposto necessario affinché il Comune stipuli contratti o convenzioni per l’acquisizione delle presentazioni erogate
dal privato;
• Condizione fondamentale e indispensabile per ottenere l’accreditamento di un’unità di offerta sociale è essere in regolare
esercizio (aver presentato CPE con esito positivo, essere in possesso de requisiti minimi) e possedere tutti i requisiti di qualificazione (di
accreditamento) fissati dal Comune;
Così come per la CPE, l’accreditamento di unità d’offerta è relativo alla persona giuridica o fisica titolare dell’unità d’offerta che
presenta l’istanza di accreditamento; se una persona gestisce + unità d’offerta, così come sono necessarie distinte CPE sono
necessari distinti accreditamenti (per ciascuna unità d’offerta).
La giurisprudenza ha elaborato alcuni parametri sulla gravità del reato: trattasi di reati contro l’incolumità di persone e contro la
PA, oppure se direttamente connessi alla specifica attività lavorativa oggetto di contratto→in questi casi si deve tener conto se è
intervenuta o meno una sentenza di riabilitazione ai sensi dell’art. 178 c.p.
La richiesta di accreditamento:
- È presentata dall’Ente gestore attraverso il suo legale rappresentante (deve rispondere alla corretta gestione dell’unità di offerta, attestare
il possesso dei requisiti previsti e presentare il proprio certificato penale e godere di pienezza di diritti civili).
- Viene presentata al Comune di ubicazione dell’unità di offerta. Spetta alla Giunta regionale fissare i criteri di accreditamento
(elementi essenziali di qualificazione delle unità di offerta sociale), mentre i Comuni singoli o associati fissano i requisiti esprimendo il loro
parere in relazione alla documentazione;
- Può avvenire solo dopo che l’unità di offerta abbia iniziato l’attività (=sia capace di erogare prestazioni o servizi da accreditare, non
è necessaria l’effettiva presenza degli utenti all’interno delle unità di offerta), a seguito del completamento del procedimento di
presentazione della CPE e delle conseguenti verifiche con esito positivo.
Non possono essere accreditati Enti gestori che si trovano in stato di fallimento.
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12) DIRITTO COSTITUZIONALE
Il diritto costituzionale è lo studio dei principi e dei valori fondamentali dello Stato, dei cittadini e dei soggetti della comunità.
LA COSTITUZIONE
La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato, contiene valori e principi su cui la comunità è costituita. Costituisce
l’insieme di norme che definiscono lo Stato e ne garantiscono gli ordinamenti, stabilendo diritti e doveri dei cittadini.
In particolare, essa è:
• Rigida: picchè la modifica o l’abrogazione delle norme contenute in essa non può avvenire tramite legge ordinaria, ma
soltanto attraverso la procedura, aggravate da maggioranze qualificate, dettata dalla stessa Costituzione (art. 138 Cost.);
• Scritta: consacrata in un documento formale;
• Votata: è stata adottata dal popolo attraverso l’Assemblea Costituente;
• Lunga: oltre a norme di organizzazione statale comprende anche i principi dello Stato e i diritti fondamentali del cittadino.
IL PARLAMENTO
Le Camere e il bicameralismo
A norma dell’art 55 Cost. il Parlamento è composto dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica; è quindi un organo
complesso poiché composto da due organi collegiali.
La Costituzione ha adottato una forma di bicameralismo perfetto→ le Camere sono poste su un piano di assoluta parità;
entrambe esercitano (ex art.70 Cost.) la funzione legislativa, l’attività di indirizzo politico e hanno la medesima durata (5 anni).
Gli elettori attivi che possono eleggere i membri si differiscono in due parti:
• Tutti i cittadini con 18 anni compiuti elegge la Camera dei deputati;
• Tutti i cittadini con 25 anni compiuti possono eleggere i rappresentanti del Senato.
L’elettorato passivo che può ricoprire cariche pubbliche si differenzia in:
- Tutti i cittadini con più di 25 anni possono rivestire la carica di deputato;
- Tutti i cittadini con più di 40 anni possono rivestire la carica di senatore.
Ulteriori differenze:
▪ La Camera dei deputati è composta da 630 membri, il Senato da 315;
▪ Sono parzialmente diversi i rispettivi sistemi elettorali;
▪ I membri della Camera dei deputati vengono tutti eletti, i componenti del Senato sono i senatori di diritto (ex Presidenti della
Repubblica) e i senatori a vita designati dal Presidente della Repubblica che hanno preso meriti in campo sociale, scientifico,
artistico o letterario.
Il Parlamento in seduta comune
Si distingue dal Parlamento come organo complesso, è un organo collegiale a sé stante composto sia da deputati che da senatori
della Repubblica, non esercita funzioni legislative ma solo quelle espressamente indicate nella Costituzione.
In particolare, il Parlamento in seduta comune si riunisce:
• Ex art 83 Cost., in occasione dell’elezione e del giuramento del Presidente della Repubblica;
• Ex art 90 Cost., quando il capo dello Stato è messo in stato di accusa;
• Ex art 104 Cost., per eleggere 1/3 dei membri del C.S.M.;
• Es art 135 Cost., per eleggere 5 giudici della Corte costituzionale;
• Ex art 135 Cost., per la compilazione ogni nove anni degli elenchi di cittadini di cui trarre a sorte i 16 giudici aggregati ai
giudici ordinari della Corte Costituzionale.
Ai sensi dell'art 63 Cost. quando il Parlamento si riunisce in seduta comune, il Presidente e l’ufficio di presidenza sono quelli
della Camera dei deputati.
La formazione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica: il sistema elettorale
In base agli articoli 56 e 57 cost, la Camera dei Deputati e eletta a suffragio universale è diretta su base Nazionale, i deputati
sono 630, 12 dei quali eletti nella circoscrizione estero; il Senato della Repubblica è eletto su base regionale, salvi i seggi
assegnati alla circoscrizione estero, i senatori Sono 315 di cui sei eletti nella circoscrizione estero.
Sistema elettorale per la camera dei deputati
La legge 21 dicembre 2005, n. 270 ha introdotto un sistema per l'elezione della Camera dei Deputati di tipo interamente
proporzionale.
617 deputati sono eletti nel territorio nazionale; 1 deputato nel collegio uninominale della Valle d’Aosta; 12 nella circoscrizione
estero. L’elettore esprime un solo voto per la lista prescelta.
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Sistema elettorale per il Senato
Le leggi che riguardano l’elezione dei senatori sono contenute nel Testo Unico (decreto legislativo n. 533/1993); ha subito
numerose modifiche, tra esse quelle introdotte dalla legge 270/2005 con la quale è stata superata l’impostazione
prevalentemente maggioritaria.
L’elezione dei senatori della circoscrizione estero, prevista dall’ Art 57 cost, eh Invece disciplinata dalla legge numero 459/2001.
LA FORMAZIONE DELLE LEGGI
Il procedimento di formazione delle leggi
Secondo il principio della separazione dei poteri, compete alle Camere collettivamente di emanare le norme costitutive
dell’ordinamento giuridico Stato complessivamente inteso.
Le norme giuridiche emanate dal Parlamento sono racchiuse in atti che assumono il nomen iuris di leggi formali dotati di una
particolare efficacia (sono capaci di innovare l’ordinamento giuridico integrandolo o modificandolo).
Il procedimento di formazione della legge ordinaria si articola in 3 fasi:
• Iniziativa legislativa o fase introduttiva;
• Approvazione delle Camere o fase costitutiva;
• Promulgazione e pubblicazione o fase integrativa dell’efficacia.
Iniziativa legislativa
Consiste nella presentazione alle camere di un progetto di legge redatto in articoli, è attribuita dalla Costituzione:
• Iniziativa governativa→la più rilevante poiché il governo è l’organo più idoneo a valutare la necessità di interventi legislativi
nei vari campi e sia perché al governo fa capo l’iniziativa della legge di bilancio e della legge finanziaria. I progetti di legge di
iniziativa governativa si chiamano disegni di legge che hanno maggiori probabilità di essere approvati potendo il governo
contare sul voto favorevole della maggioranza dei parlamentari. Per presentare disegni di legge alle camere è necessario
l’autorizzazione del Presidente della Repubblica;
• Iniziativa parlamentare→ esercitata dai singoli membri delle camere attraverso la presentazione di una proposta di legge alla
Camera di appartenenza;
• Iniziativa Popolare→ex art 70 cost, comma secondo→ esercitata mediante la proposta da parte del meno 50 mila elettori di
un progetto redatto in articoli;
• Il CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro)→secondo l’articolo 99 della cost ha iniziativa legislativa e può
contribuire alle elezioni della legislazione economica e sociale secondo principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge. È
composto da esperti e rappresentanti delle categorie produttive;
• Iniziativa dei consigli regionali→deve riguardare materie di interesse regionale e può essere esercitata dal singolo consiglio
regionale o da più consigli riuniti a tal fine.
L’iniziativa si dice vincolata quando il suo esercizio costituisce non una facoltà ma un preciso dovere; si dice riservata quando la
Costituzione impone che per determinate leggi possa essere un solo organo ad esercitarla.
Fase costitutiva
Consente l’approvazione della legge da parte delle camere e si svolge secondo tre diversi procedimenti:
1. Procedimento ordinario: il disegno di legge viene esaminato da una commissione legislativa competente nella materia
oggetto della proposta di legge che svolge i lavori in sede referente. La commissione legislativa può anche proporre
eventuali modifiche o integrazioni al testo originario; conclusa tale fase la commissione dovrà inviare il progetto di legge al
parlamento accompagnandolo con una o più relazioni. La commissione deve essere composta In modo tale da lasciare
spazio anche alle minoranze parlamentari.
Il progetto di legge viene discusso davanti all’assemblea nelle sue linee essenziali e successivamente si procede all’esame e
votazione dei singoli articoli, per sottoporre infine la legge nel suo complesso a votazione finale.
L’articolo 72 cost, Dispone che i regolamenti camerali possono stabilire procedimenti abbreviati per i disegni di leggi di
quale sia dichiarata l’urgenza.
2. Procedimento decentrato: in questo procedimento la differenza è che le commissioni legislative non si limitano ad
esaminare il progetto di legge ma anche la approvano. È dunque definito decentrato perché non si svolge davanti
all’assemblea ma davanti alla commissione legislativa competente per materie, quindi in sede decentrata. La commissione
svolge quindi i suoi lavori in sede deliberante.
L’assegnazione del progetto alla commissione in sede deliberante avviene:
• Alla camera, su proposta del presidente e deve essere approvata dall’Assemblea. La proposta viene iscritta all’ordine
del giorno e si decide per alzata di mano;
• Al Senato, su decisione del presidente, che ne dà comunicazione all’assemblea.
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3.
Procedimento misto: in tale procedimento le commissioni legislative svolgono i loro lavori in sede redigente. Prevede la
suddivisione del lavoro legislativo tra la commissione, competente per materia, e l’assemblea.
L’assemblea può deferire a una commissione legislativa la formulazione degli articoli di un progetto di legge riservando a sé
l’approvazione dei singoli articoli e l’approvazione finale del progetto con dichiarazione di voto. Il procedimento misto è il
meno utilizzato e non può adottarsi nei casi in cui è escluso quello decentrato.
Devono infine svolgersi alcune considerazioni sulla fase costitutiva:
• Le camere devono approvare il progetto di legge nel medesimo testo: se una camera (1) ha approvato degli emendamenti al
disegno di legge già approvato dall’altra camera (2), il progetto dovrà ritornare alla camera (2) che lo ha approvato per prima
perché anche questa l’approvi a sua volta con gli emendamenti;
• Secondo la disposizione dei regolamenti parlamentari, i Presidenti delle Camere possono richiedere che su un disegno di
legge già assegnato ad una commissione legislativa sia sentito il parere di un’altra commissione;
• Il procedimento di formazione prescelto da una Camera non vincola anche l’altra che può adottarne uno diverso.
Fase integrativa dell’efficacia
Promulgazione
La legge approvata da ambedue le camere viene trasmessa a cura del Presidente della Camera che l’ha approvata per ultima al
Presidente della Repubblica per la promulgazione (deve avvenire entro un mese dall’approvazione). Attraverso la promulgazione, il
Presidente della Repubblica:
• Attesta che la legge è stata approvata da entrambe le camere;
• Dichiara che la sua volontà di promulgare la legge;
• Ordina la pubblicazione della legge e vi oppone clausola esecutiva.
Il Presidente della Repubblica può rinviare la legge alle Camere (deve motivare il perché della non promulgazione e richiedere una nuova
deliberazione). Ciò può avvenire per diversi motivi:
― m. di legittimità formale della legge, quando il procedimento di formazione della legge non corrisponde a quello previsto
dalla Costituzione;
― m. di legittimità sostanziale, quando la norma contenuta nella legge è in contrasto con una norma della Costituzione;
― m. relativi al merito costituzionale, quando per esempio la legge per il suo lungo procedimento di formazione non risulta
più adeguata alla situazione a cui intendeva provvedere.
Se, nonostante l'esortazione da parte del Presidente della Repubblica ad una nuova delibera, le camere riapprovano la legge nel
medesimo testo il Presidente della Repubblica è tenuto a promulgarle.
Pubblicazione
Avviene ad opera e sotto la responsabilità del ministro della giustizia, consiste:
• Nell'inserzione del testo nella Raccolta Ufficiale degli atti normativi delle Repubblica italiana con valore di certezza del
diritto;
• nella pubblicazione dello stesso testo nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana con valore di conoscenza del nuovo
testo di legge.
Tali operazioni devono essere precedute dalla posizione da parte del ministro della Giustizia:
• del visto che attesta la regolarità formale del documento;
• del gran sigillo che ha valore di autenticazione.
Alla pubblicazione della legge si deve provvedere subito dopo la promulgazione, non oltre 30 gg da essa. La legge entra in vigore
dopo 15 gg dalla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale.
Il procedimento di formazione delle leggi di revisione costituzionale e l leggi costituzionali: la procedura aggravata
Il carattere rigido della Costituzione Italiana infine che per la modificazione delle disposizioni in essa contenute sia necessario il
ricorso ad un procedimento speciale o aggravato che sfocia con l’emanazione di una legge costituzionale; tale procedura è
affidata al Parlamento.
Il procedimento di revisione costituzionale presenta alcune differenze rispetto al procedimento di formazione delle leggi
ordinarie. A differenza del procedimento ordinario, i progetti di legge costituzionale sono sottoposti ad una doppia deliberazione
da parte di ciascuna Camera. E poi richiesto che nella seconda votazione progetto di legge si è approvato a maggioranza assoluta
dei componenti di ciascuna camera; il progetto di revisione costituzionale o di legge costituzionale Sara promulgato dal
Presidente della Repubblica è pubblicata nelle forme previste. Qualora la maggioranza non venga raggiunta, il procedimento di
revisione costituzionale prevede l'intervento del corpo elettorale mediante referendum.
Il referendum viene indetto dal Presidente della Repubblica e il progetto di legge si intende approvato qualora si è raggiunta la
maggioranza dei voti validamente espressi. Se non viene ottenuta il progetto di legge è respinto; se viene conseguita la leggerà
sarà promulgata è nuovamente pubblicata per la sua entrata in vigore.
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IL GOVERNO
La formazione del governo
Al vertice del potere esecutivo è posto il Governo, un organo costituzionale composto dal Presidente del Consiglio e dai ministri
che insieme costituiscono il Consiglio dei ministri. È un organo complesso poiché formato da organi individuali (Presidente del
Consiglio e singoli ministri) e da organi collegiali (Consiglio dei ministri).
Il governo ha:
• Funzioni politiche: direzione e partecipazione alla politica generale del Paese;
• Funzioni legislative: può emanare decreti legislativi e decreti-legge;
• Funzioni amministrative: determina l'indirizzo generale dell'azione amministrativa.
Nella nostra Costituzione manca una norma che detti la disciplina del procedimento di formazione del Governo; sono state
quindi consolidate una serie di consuetudini costituzionali che regolano il suddetto procedimento.
Il procedimento di formazione del governo inizia ogni volta che un governo presenta le dimissioni e queste vengono accolte dal
Presidente della Repubblica; la nomina del nuovo governo inizia con le consultazioni svolte dal Presidente della Repubblica e
tutte le personalità politiche in grado di formare il governo, si concludono con il conferimento dell'incarico al personaggio
politico che ha le maggiori probabilità di formare una maggioranza stabile.
Se le consultazioni non hanno esito positivo il Presidente della Repubblica può avvalersi di altri due strumenti:
• il mandato esplorativo: è affidato dal capo dello Stato ad una determinata personalità al fine di svolgere consultazioni più
ristrette. In genere il mandato viene attribuito al Presidente della Camera o del Senato.
• il preincarico: affidato dal Capo dello Stato alla personalità politica alla quale con ogni probabilità conferirà l’incarico di
Presidente del Consiglio.
L’incaricato si riserva di accettare. Se l’incaricato non riesce nel suo intento dichiarerò di rinunciare all’incarico e questo verrà
affidato ad un altro. Se la rinuncia dipende dall’impossibilità oggettiva di formare una maggioranza di Governo il Presidente della
Repubblica può o rinviare il Governo dimissionario affinché i partiti politici chiariscano la loro posizione, oppure sciogliere le
Camere e demandare la decisione al voto popolare. Se invece l’incaricato conclude positivamente le consultazioni, sarà pronto
ad assumere il ruolo di Presidente del Consiglio.
Il procedimento di formazione si conclude con la nomina da parte del Presidente della Repubblica del Presidente del Consiglio e,
su proposta di quest’ultimo, del decreto presidenziale. Una volta formato il Governo i suoi membri prestano giuramento nelle
mani del Presidente della Repubblica prima di assumere le funzioni.
Le fonti normative
L’attività del Governo è disciplinata nella Costituzione in modo generico, negli articoli da 92 a 96.
Gli organi del governo
Il Presidente del Consiglio dei ministri
presidente del Consiglio dei Ministri rappresenta la massima autorità politica del paese ed è a tale organo che la Costituzione
attribuisce in particolare la funzione di direzione politica promuovendo e coordinando l'azione dei ministri. Viene nominato con
decreto del Presidente della Repubblica da lui stesso controfirmato, insieme ai decreti di accettazione delle dimissioni del
precedente governo.
Ai sensi dell'art 95 Cost " il Presidente del Consiglio dei Ministri dirige la politica generale del governo e ne è responsabile.
Mantiene l'unità di indirizzo politico e amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei ministri".
In particolare, ha potere di:
• Indirizzare ai ministri le direttive politiche e amministrative in attuazione della deliberazione del Consiglio dei Ministri nonché
quelle connesse alla propria responsabilità di direzione della politica generale del governo;
• Coordinare e promuovere l'attività dei ministri in ordine agli atti che riguardano la politica generale del governo;
• Sospendere l'adozione di atti da parte dei ministri competenti in ordine a questioni politiche e amministrative,
sottoponendoli al consiglio dei ministri nella riunione successiva;
• Definire al consiglio dei ministri la decisione di questioni sulle quali siano emerse valutazioni contrastanti tra amministrazioni
a diverso titolo competenti in ordine alla definizione di atti e provvedimenti;
• Adottare le direttive per assicurare imparzialità, il buon andamento e l'efficienza degli uffici pubblici e promuovere le
verifiche necessarie;
• Esercitare le attribuzioni conferitegli dalla legge in materia di servizi di sicurezza e di segreti di Stato;
• Disporre l'istituzione di particolari comitati di ministri, con il compito di esaminare questioni di comune competenza, sia
esprimere parere su direttive delle attività del governo e su problemi di rilevante importanza da sottoporre al consiglio dei
ministri.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri può direttamente o conferendone delega ad un ministro:
• Assicurare coerenza e tempestività dell'azione di governo e della pubblica amministrazione nell'attuazione delle politiche
comunitarie riferendone periodicamente alle camere;
• Promuovere gli adempimenti di competenza governativa conseguenti alle pronunce della Corte di Giustizia delle comunità
europee;
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• Curare la tempestiva comunicazione alle camere dei procedimenti normativi in corso nelle comunità europee, informando il
Parlamento delle iniziative e posizioni assunte dal governo nelle specifiche materie.
In relazione ai rapporti dello Stato con le autonomie locali il Presidente del Consiglio dei Ministri:
• Promuovere lo sviluppo della collaborazione tra stato, regioni e autonomie locali;
• Promuovere le iniziative necessarie per lo svolgimento dei rapporti con le autonomie locali e assicurare l'esercizio coerente e
coordinato dei poteri e dei rimedi previsti per i casi di inerzia e inadempienza;
• Per l'esercizio dei compiti sopradescritti il Presidente del Consiglio dei Ministri si avvale di un apposito Dipartimento per gli
affari regionali.
Su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri vengono nominati i singoli ministri e i sottosegretari di Stato.
I Ministri
Sono nominati con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e, insieme a
quest'ultimo, compongono il Consiglio dei Ministri. Sono organi costituzionali che fanno capo ad un ministero.
I Ministri senza portafoglio
Sono quelli senza un ministero. All'atto di costituzione del Governo il Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del
Consiglio dei Ministri, può nominare i ministri senza portafoglio i quali svolgono le funzioni loro delegate dal Presidente del
Consiglio dei Ministri sentito il Consiglio dei Ministri. Se la nomina non avviene in questo modo i compiti assegnati un ministro
senza portafoglio si intendono assegnati al Presidente del Consiglio dei Ministri che può delegare ad un altro ministro.
I Comitati ministeriali e interministeriali
Sono organi collegiali composte da più ministri in alcune cose anche da esperti in determinati settori. Hanno il compito di
predisporre le attività del Consiglio dei Ministri in particolare i settori della pubblica amministrazione che necessitano di un
coordinamento tra più ministri. I comitati di ministri vengono istituiti attraverso decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
o del Consiglio dei Ministri; i comitati interministeriali sono invece istituiti con legge. Entrambi devono comunicare
tempestivamente al Presidente del Consiglio dei Ministri l'ordine del giorno delle riunioni.
Tra i comitati interministeriali i più rilevanti sono:
1. CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica). Svolge funzioni di coordinamento in materia di
programmazione e di politica economica Nazionale, nonché di coordinamento della politica economica nazionale con le
politiche comunitarie, provvedendo a:
• Definire le linee di politica economica da perseguire in ambito nazionale, comunitario ed internazionale, individuando gli
obiettivi prioritari di sviluppo economico e sociale, delineando le azioni per raggiungerli;
• Definire gli indirizzi generali di politica economica per valorizzare processi di sviluppo delle diverse aree del paese,
verificandone l'attuazione attraverso una stretta Cooperazione con le regioni, le province autonome e gli enti locali
interessati;
• Svolgere funzioni di coordinamento e indirizzo generale in materia di intese istituzionali di programma e di altri strumenti
di programmazione negoziata, al fine di raggiungere gli obiettivi generali di sviluppo fissate dal governo;
• Rideterminare periodicamente gli obiettivi e indirizzi sulla base della valutazione delle Cacia degli interventi ri collocando,
dove necessario le risorse finanziarie assegnate;
• Definire le linee guida e i principi comuni per le amministrazioni che esercitano funzioni in materia di regolazione dei
servizi di pubblica utilità.
2. CICR (Comitato interministeriale per il credito e risparmio). A l'alta vigilanza in materia di credito e di tutela del risparmio. È
composto dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, che lo presiede, dal ministro del commercio con l'estero, dal ministro
per il coordinamento delle politiche agricole alimentari e Forestali, dal ministro dell'industria del commercio e
dell'artigianato, dal Ministro dei Lavori Pubblici e dal ministro per le politiche comunitarie. Alle sedute partecipa il
governatore della Banca d'Italia.
3. CIIS (Comitato interministeriale per l'informazione e la sicurezza). È presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri; è
composto dai ministri degli Affari Esteri, dell'interno, della giustizia, della Difesa, dell'Economia e delle Finanze e delle attività
produttive. Svolge funzioni di consulenza e proposta, per il Presidente del Consiglio dei Ministri, su indirizzi generali e su
obiettivi fondamentali da perseguire nel quadro della politica informativa e di sicurezza.
Il Consiglio di Gabinetto
Il Presidente del Consiglio dei Ministri può essere affiancato da un comitato, che prende il nome di consiglio di gabinetto,
composto da ministri e da lui designati, sentito il Consiglio dei Ministri. Il consiglio di gabinetto non costituisce un organo
infallibile.
I Sottosegretari di Stato
Sono nominati con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, sentito il
collegio dei Ministri. Prima di assumere le funzioni devono prestare giuramento nelle mani del Presidente del Consiglio dei
Ministri.
A non più di 10 sottosegretari può essere attribuito il titolo di viceministro. Possono intervenire, quali rappresentanti del
governo, alle sedute delle camere e delle commissioni parlamentari, sostenere la discussione di conformità Alle direttive del
ministro e rispondere interrogazioni e interpellanze. Su invito del Presidente del Consiglio dei Ministri possono partecipare alle
sedute del Consiglio dei Ministri senza diritto di voto per riferire argomenti e questioni riguardanti le materie loro delegate.
Il Consiglio dei ministri
Determina la politica generale del governo e l'indirizzo generale dell'azione del governo; delibera su ogni questione relativa
all'indirizzo politico fissato dal rapporto fiduciario con le camere.
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Sono sottoposti alla deliberazione del Consiglio dei Ministri:
• Le dichiarazioni relative all'indirizzo politico, agli impegni programmati e alle questioni su cui il governo chiede la fiducia del
Parlamento;
• I disegni di legge e le proposte di ritiro dei disegni di legge già presentate al parlamento;
• I decreti aventi valore o forza di legge e i regolamenti da emanare con decreto del Presidente della Repubblica;
• Le linee di indirizzo in tema di politica internazionale e comunitaria;
• Gli atti riguardanti i rapporti tra lo Stato e la Chiesa Cattolica;
• Gli atti riguardanti rapporti previsti ex articolo 8 Costituzione.
Riguardo ai lavori:
• Il Consiglio dei Ministri è convocato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, che ne fissa l'ordine del giorno;
• Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri è il segretario del consiglio esercita relative funzioni, cura
la verbalizzazione e la conservazione del registro delle deliberazioni;
• Il regolamento interno disciplina gli adempimenti per l'iscrizione delle proposte di iniziativa legislativa e quelle relative
all'attività normativa del governo all'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri; i modi di i modi di comunicazione dell'ordine
del giorno e la documentazione ai partecipanti alle riunioni del Consiglio dei Ministri; i modi di verbalizzazione conservazione
e conoscenza delle deliberazioni adottate; modalità di informazione sui lavori del consiglio;
• Il regolamento interno del Consiglio dei Ministri è emanato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ed è
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
Vicepresidente del Consiglio dei ministri
Il Presidente del Consiglio dei Ministri può proporre al consiglio dei ministri l'attribuzione ad uno o più ministri della funzione di
vicepresidente del Consiglio dei Ministri; in caso di assenza o impedimento temporaneo del Presidente del Consiglio dei Ministri
è vicepresidente Il più anziano. Se non sono stati nominati Vicepresidenti la supplenza di Presidenza del Consiglio dei Ministri
spetta al ministro più anziano di età.
I Commissari del Governo
È prevista al fine di realizzare obiettivi attinenti a programmi o indirizzi deliberati dal Parlamento o dal Consiglio dei Ministri o
per particolari e temporanee esigenze di coordinamento operativo tra amministrazioni statali.
La nomina di queste figure avviene tramite decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei
Ministri, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri.
La responsabilità del Presidente del Consiglio dei ministri
La responsabilità può essere giuridica e politica; quella giuridica a sua volta si distingue in civile, penale e amministrativa.
I ministri sono responsabili civilmente al pari degli altri funzionari dello Stato dei danni arrecati a terzi nell'esercizio delle loro
funzioni, con conseguente onere di risarcire il danno. A livello penali sono configurabili in capo al ministro una serie di reati
commessi con abuso e nell'esercizio delle funzioni (malversazione, concussione, corruzione).
I ministri e il Presidente del Consiglio dei Ministri sono infine responsabili amministrativamente, innanzi alla Corte dei Conti, per i
danni arrecati alla pubblica amministrazione.
Inoltre, responsabilità politica, infatti art. 95 Cost. "il Presidente del Consiglio dei Ministri dirige la politica generale del governo e
ne è responsabile". Le camere possono censurare con voto di fiducia gli atti contrari al programma politico presentato in
occasione della formazione del Governo. Il voto di sfiducia, che impone le dimissioni, può essere indirizzato non soltanto
all'intero esecutivo ma anche al singolo ministro.
Cause di cessazione di un Governo
Per svolgere la propria funzione istituzionale è necessario che il Governo ottenga, all'atto della sua formazione, la fiducia delle
camere sulle linee programmatiche dell'indirizzo politico perseguito e che tale fiducia permanga nel corso dell'intero mandato.
Il governo che non consegue la fiducia delle camere non potrà intraprendere i propri lavori. Il voto di sfiducia può colpire il
governo anche nel corso della legislatura, quando il Parlamento non condivide più l'operato perché contrario all'indirizzo politico
e amministrativo concordato. In tal caso il governo ha l'obbligo giuridico di dimettersi.
Il voto contrario di una o entrambe le Camere su una proposta del Governo non comporta le dimissioni.
Diversa dalla crisi parlamentare (quando si vota la sfiducia) è la causa di cessazione del governo dipendente dal venir meno delle
maggioranze politiche di cui godeva all'inizio del proprio mandato; in questo caso il Governo è tecnicamente impossibilitato a
proseguire il proprio compito istituzionale con le conseguenti e inevitabili dimissioni.
Ulteriori cause che conducono alle dimissioni del governo sono:
• La morte del Presidente del Consiglio dei Ministri, la sua cessazione o sospensione dalla carica per motivi legali alla sua
persona;
• Elezione del nuovo presidente della Repubblica (in questo caso il governo si dimette anche se prescritto che il neopresidente deve respingere le
dimissioni);
• A seguito di elezioni generali dirette a verificare la permanenza del rapporto fiduciario e soprattutto se governo gode ancora
della maggioranza.
Dalle crisi parlamentari ed extraparlamentari si deve distinguere il rimpasto, questo si verifica quando il Presidente del Consiglio
dei Ministri procede alla sostituzione di alcuni ministri per poter continuare a seguire coerentemente il proprio indirizzo politico
e amministrativo.
Organi ausiliari del Governo
Quelli contemplati dalla costituzione sono: il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, il Consiglio di Stato, la Corte dei
Conti.
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Sono così definiti perché collaborano all'azione del governo svolgendo attività di controllo e consultiva.
➢
Il CNEL
Ai sensi dell'Art. 99 Cost. "il Consiglio Nazionale dell'Economia e del lavoro è composto, nei modi stabiliti dalla legge, di esperti e
di rappresentanti delle categorie produttive, in misura che tenga conto delle loro importanza numerica e qualitativa".
Il CNEL ha iniziativa legislativa e può contribuire alla elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed
entro i limiti stabiliti dalla legge; è composto da esperti, rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e delle
organizzazioni di volontariato e rappresentanti delle categorie produttive (121 oltre Presidente).
Tra le attribuzioni che competono al CNEL si ricorda che:
• Esprime, su richiesta del governo, valutazioni e proposte sui più importanti documenti e atti di politica e programmazione
economica e sociale;
• Esamina, in apposita sessione, la relazione previsionale e programmatica che il Ministro dell'Economia e delle Finanze è
tenuto a presentare al parlamento;
• Approva in apposite sessioni con periodicità da esso stabilite rapporti predisposti da apposito comitato o dalla commissione,
procedendo ad un esame critico dei dati disponibili e delle loro fonti al fine di agevolare l'elaborazione di risultati univoci sui
singoli fenomeni;
• Esamina, sulla base dei rapporti predisposti dal governo, le politiche comunitarie e la loro attuazione;
• Promuove l'iniziativa legislativa;
• Esercita tutte le altre funzioni ad esso attribuite dalla legge.
➢
Il Consiglio di Stato
È un organo con Funzioni consultive in materia giuridico-amministrativa e giurisdizionali amministrative.
Funzioni consultive: esprime pareri che possono essere facoltativi (mai vincolanti per le amministrazioni che li richiedono) e/o obbligatori
(possono essere vincolanti o non vincolanti a seconda che il P.A. sia o meno tenuta a seguirli).
Il suo parere è richiesto in via obbligatoria:
• Per l'emanazione di atti normativi del governo e dei singoli ministri;
• Per la decisione dei ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica;
• Sugli schemi generali di contratti tipo, accordi e convenzioni predisposti da uno più ministro.
Il parere del Consiglio di Stato deve arrivare entro 45 giorni dal ricevimento della richiesta; decorso il termine l'amministrazione
un può procedere indipendentemente dall'acquisizione del parere.
Funzioni giurisdizionali: con l'istituzione dei TAR (Tribunali amministrativi regionali), organi giurisdizionali di primo grado, il Consiglio di
Stato è divenuto il giudice di secondo grado attraverso le decisioni dei TAR.
Per legge vi sono alcuni casi in cui il Consiglio di Stato giudica in unico grado:
• Il giudizio di ottemperanza nel caso in cui tenuto a dare esecuzione al giudicato del giudice ordinario sia un organo centrale
dello Stato o nel caso dell'esecuzione di decisioni del Consiglio di Stato che abbiano riformato la sentenza di primo grado
emessa dal TAR;
• Quando il governo investe direttamente la competenza del Consiglio di Stato su un provvedimento ancora non emanato,
saltando con l'accordo delle parti alle quali l'atto si riferisce il giudizio di primo grado.
➢
La Corte dei Conti
È composto sia da personale giurisdizionale sia da personale amministrativo, cioè sia da magistrati sia da funzionari pubblici. È
un organo a rilevanza costituzionale che esercita tre funzioni.
Funzione di controllo: La Corte dei Conti svolge un controllo diretto a verificare l'insussistenza di vizi di legittimità (violazione di
legge eccesso di potere, incompetenza). Tale controllo può essere di due tipi, preventivo e/o successivo.
Il controllo preventivo di legittimità si esercita esclusivamente sui seguenti atti non aventi forza di legge:
• Provvedimenti emanati a seguito di deliberazione del Consiglio dei Ministri;
• Atti del Presidente del Consiglio dei Ministri e atti dei ministri aventi a oggetto le direttive generali per l'indirizzo e per lo
svolgimento dell'azione amministrativa;
• Decreti di variazione di bilancio dello stato, di accertamento dei residui e di assenso preventivo del Ministero del Tesoro
all'impegno di spese correnti a carico di esercizi successivi;
• Atti che il Presidente del Consiglio dei Ministri richiede di sottoporre temporaneamente a controllo preventivo o che la Corte
dei Conti delibera di assoggettare ad un controllo preventivo in relazione a situazioni di diffusa e ripetuta irregolarità rilevate
in sede di controllo successivo.
Svolge inoltre il controllo successivo sulla gestione del bilancio e del patrimonio dell’amministrazioni pubbliche, nonché sulle
gestioni fuori bilancio e sui fondi di provenienza comunitaria, verificando la legittimità e la regolarità delle gestioni, nonché il
funzionamento dei controlli interni ciascuna amministrazione. Accerta i risultati dell'attività amministrativa agli obiettivi stabiliti
dalla legge valutando costi, modi e tempi dello svolgimento dell'azione amministrativa.
Funzioni giurisdizionali: La Corte dei Conti giudica sulla responsabilità dei pubblici dipendenti in materia: contabile, in relazione
al maneggio di denaro dello Stato e delle altre amministrazioni; amministrativa, relativamente ai danni patrimoniali causati
dall'erario. La responsabilità dei soggetti sottoposti alla giurisdizione in materia di contabilità pubblica è personale è limitata ai
fatti e alle omissioni commesse con dolo o colpa grave.
Funzioni consultive: La Corte dei Conti esprime il proprio parere su tutti i provvedimenti legislativi di iniziativa governativa che
determinano nuove funzioni della Corte stessa o la modifica di quelle esistenti.
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LA MAGISTRATURA
La giurisdizione
Costituisce una delle tre funzioni tipiche esercitate dallo stato accanto a quella legislativa ed esecutiva. Ha lo scopo di imporre
l'osservanza delle norme dell'ordinamento giuridico ritenute fondamentali, per preservare il regolare svolgimento della vita
sociale.
Mira da un lato a ripristinare l'ordine giuridico violato imponendo sanzioni trasgressori delle norme tutelate e dall'altro a
risolvere la situazione di incertezza circa l'applicazione del diritto a una data fattispecie controversa. È esercitata da un insieme
di organi caratterizzati da indipendenza e imparzialità.
Esistono tre tipi di giurisdizione:
• Giurisdizione civile: si occupa di risolvere le controversie insorte tra privati dichiarando il diritto da applicare al caso concreto
E ha oggetto diritti soggettivi;
• Giurisdizione penale: mira alla tutela della collettività salvaguardando determinati valori, applicando sanzioni in caso di reato
(violazione di questi valori);
• Giurisdizione amministrativa: regole rapporti tra i privati e pubblica amministrazione, si occupa di interessi legittimi dei
privati che sono stati lesi da un atto della P.A. e mira alla rimozione dell'atto illegittimo.
Giurisdizione ordinaria
"È esercitata da magistrati ordinari istituiti e regolati dalle norme sull'ordinamento giudiziario".
La giustizia nelle materie civili e penali è amministrata da:
• Giudice di pace - organo attualmente con competenza sia in materia civile che in materia penale;
• Tribunale ordinario - organo giudicante in composizione sia monocratica sia collegiale a seconda del tipo di controversia o
reato sottoposto al suo esame. Le sue decisioni sono appellabili dinanzi alla Corte d'Appello;
• Corte d'Appello - giudice collegiale di secondo grado;
• Corte di Cassazione - organo giudicante di legittimità in composizione collegiale diretto all'attesa applicazione del diritto, non
entra nel merito della fattispecie;
• Tribunale per i minorenni - organo dotato di particolare competenza e specializzazione per la delicatezza della materia,
prevede una composizione mi sa tra giudici togati e laici a garanzia di una corretta valutazione del minore-imputato;
• Magistrato di sorveglianza - organo giudicante che interviene in materia di applicazione di misure alternative alla detenzione,
esecuzione di sanzioni sostitutive ed esecuzione di misure di sicurezza.
Tutti gli altri organi che esercitano la funzione giurisdizionale fanno parte delle giurisdizioni speciali.
Giurisdizioni speciali
Hanno giurisdizione speciale il Consiglio di Stato, La Corte dei Conti e i tribunali militari.
Il Consiglio di Stato "ha giurisdizione per la tutela nei confronti della pubblica amministrazione degli interessi legittimi, in
particolare materie indicate dalla legge, anche dei diritti soggettivi". È formato da 7 sezioni: 4 delle quali esercitano Funzioni
consultive sugli atti del governo e 3 funzioni giurisdizionali. È un organo di appello per decisione dei TAR (Tribunali amministrativi
regionali).
La Corte dei Conti "ha giurisdizione nelle materie di contabilità pubblica e nelle altre specificate dalla legge". Giudica sulla
responsabilità dei pubblici dipendenti in materia: contabile (in relazione al maneggio di denaro dello Stato e delle amministrazioni);
amministrativa (Relativamente ai danni patrimoniali causati dall'erario). Ha inoltre giurisdizione in materia di pensioni erogate dallo Stato.
I tribunali militari " in tempo di guerra hanno la giurisdizione stabilita dalla legge. In tempo di pace hanno giurisdizione soltanto
per i reati militari commessi da appartenenti alle forze armate". Riguardo le sue decisioni è ammissibile l'appello innanzi alla
corte militare d'Appello e il ricorso alla Corte di Cassazione secondo le norme del Codice di Procedura Penale.
Rientrano inoltre nelle giurisdizioni speciali:
• Il tribunale superiore delle acque pubbliche, che ha giurisdizione primo grado in materia di acque pubbliche e giudica in
grado di Appello sui ricorsi circa le decisioni dei Tribunali regionali delle acque pubbliche.
• Le commissioni tributarie, con competenza materia di controversie tra contributi e fisco (amministrazione finanziaria);
• Corte costituzionale, che esercita la giurisdizione costituzionale sui conflitti di attribuzione, sull'ammissibilità del referendum
e nei giudizi di legittimità costituzionale delle leggi e degli atti aventi forza di legge;
• Ciascuna camera, quando è chiamata a giudicare sulle elezioni contestate;
• Il Parlamento in seduta comune quando giudica sulle accuse al capo dello Stato.
Divieto di istituire giudici speciali o ordinari
Questo principio costituisce una delle più importanti vittorie della civiltà giuridica, rende impossibile creare un giudice ad hoc
per una determinata fattispecie.
Il Consiglio Superiore della Magistratura (l. 28/4/2002. N. 44)
La magistratura è un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere.
A garantire tale indipendenza, in particolar modo del potere esecutivo, è posto il CSM, organo di vertice del potere giudiziario,
unico competente a deliberare sullo stato giuridico dei magistrati. Al CSM spettano le assunzioni, le assegnazioni e trasferimenti,
le promozioni e provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati.
Attualmente è composto da 24 membri anziché 30 come precedenza, è presieduto dal Presidente della Repubblica. Gli altri
membri sono eletti per i ⅔ da tutti i magistrati tra gli appartenenti alle varie categorie e per ⅓ dal Parlamento in seduta
comune; i componenti eletti durano in carica quattro anni e non sono immediatamente rieleggibili.
La carica a membro del CSM è incompatibile con la possibilità di essere iscritto in Albi professionali, con lo status di
parlamentare o consigliere regionali. È un organo costituzionale indefettibile posto a garanzia dell'Autonomia e Indipendenza
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della Magistratura; è quindi un organo costituzionale che esercita funzioni costituzionali in una posizione di indipendenza dagli
altri poteri dello Stato.
Vi è principio di inamovibilità ovvero "I magistrati sono inamovibili. Non possono essere dispensati o sospeso dal servizio né
destinate in altre sedi e funzioni se non in seguito alla decisione del Consiglio Superiore della Magistratura, adottata o per i
motivi e con le garanzie di difesa stabilite dall'ordinamento giudiziario o con il loro consenso". La loro nomina avviene per
concorso pubblico e si distinguono tra di loro per le funzioni esercitate.
Principi costituzionali sulla funzione giurisdizionale
Vi sono regole che devono guidare e presiedere al "giusto processo". Necessità che vengano garantiti:
• Imparzialità del giudice nella sua qualità di organo terzo;
• La posizione di sostanziale parità tra accusa e difesa nell'acquisizione formazione della prova;
• La necessità che il processo si svolga nel contraddittorio per consenso dell'imputato o per accertata impossibilità di natura
oggettiva o per effetto di provata condotta illecita;
• Ragionevole durata del processo.
I provvedimenti giurisdizionali devono essere motivati, contro i provvedimenti pronunciati sulla libertà personale è sempre
ammesso ricorso della Corte di cassazione per violazione di diritti.
Il pubblico ministero ha l'obbligo di esercitare l'azione penale, ciò garantisce l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge
inibendo il Pubblico Ministero di scegliere se iniziare o meno le indagini.
Per quanto riguarda le altre disposizioni costituzionali dettate in materia di giurisdizione:
• Art. 24 Cost. enuncia il principio del Diritto di difesa che compete a tutti;
• Art. 25 Cost. tende ad evitare l'istituzione di giudici ad hoc per un determinato procedimento, sancisce inoltre il principio di
irretroattività della legge penale (nessuno può essere punito se non con una legge entrata in vigore prima del fatto commesso);
• Art. 26 Cost. prevede il diritto di estradizione per motivi politici a eccezione dei delitti di genocidio;
• Art. 27 Cost. enuncia i seguenti principi: 1) carattere personale della responsabilità penale; 2) presunzione di non
consapevolezza (non si è colpevoli fino alla condanna definitiva); 3) funzione rieducativa delle pene che non possono consistere in
trattamenti contrari al senso di umanità.
Responsabilità dei magistrati
I magistrati, in qualità di funzionario dello Stato, sono direttamente responsabili secondo le leggi penali, civili e amministrative
degli atti compiuti in violazione di diritti a tutela di tutti coloro che entrano in contatto con la funzione giudiziaria.
In ordine alla responsabilità civile è previsto il risarcimento dei danni cagionati nell'esercizio delle funzioni giudiziarie. Lo Stato,
entro un anno dall'avvenuto risarcimento, esercita l'azione di rivalsa nei confronti del magistrato. La rivalsa non può superare
una somma pari a ⅓ di annualità dello stipendio percepito dal magistrato al tempo in cui l'azione di risarcimento è proposta.
I magistrati sono inoltre soggetti a responsabilità disciplinare quando mancano ai doveri dell'ufficio, quando assumono in ufficio
o fuori un comportamento che li rende immeritevoli della fiducia e della considerazione di cui devono godere.
Infine, si parla di responsabilità politica diffusa dei magistrati nei confronti dell'intera collettività, ovvero il loro operato è
soggetto alle valutazioni critica dell'opinione pubblica.
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Elezione, requisiti, durata, cessazione
Elezione
"Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune integrato da tre delegati per ogni regione eletti dai
rispettivi consigli regionali, in modo che venga assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d'Aosta ha un solo
delegato. L'elezione avviene per scrutinio segreto a maggioranza dei ⅔ dell'assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la
maggioranza assoluta".
Il Presidente della Repubblica non ha funzioni politiche ma è un organo neutrale, garante della Costituzione e rappresentativo
della nazione; a differenza dei governi presidenziali (Stati Uniti) e semipresidenziale (Francia) in cui il presidente, eletto
direttamente dal popolo, esercita funzioni di governo e quindi esprime una campagna politica, nel nostro ordinamento Il
presidente è indipendente e neutrale.
Requisiti
Per essere eletto presidente della Repubblica è sufficiente essere cittadino italiano, avere compiuto 50 anni di età e godere dei
diritti civili e politici. L'assunzione di tale carica è incompatibile con altri uffici.
Durata
Dura in carica sette anni. Nulla è detto in merito alla rielezione, pertanto è ammissibile. È però opportuno che l'esercizio di tale
funzione non si cristallizzi nell'operato di una sola persona, come potrebbe accadere nell'ipotesi di 14 o 21 anni di durata di
mandato.
Prima di assumere tale funzione si deve prestare giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza alla costituzione davanti
al Parlamento in seduta comune. 30 giorni prima della scadenza del mandato il presidente della Camera dei Deputati convoca in
seduta comune il Parlamento per eleggere il nuovo presidente della Repubblica.
Cessazione della carica e supplenza
Oltre che per il naturale cadere del settennato il Presidente della Repubblica cessa la proprio carica:
• Per impedimento permanente ad assolvere le proprie funzioni;
• per morte;
• per dimissioni.
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In questi casi il presidente della Camera dei Deputati deve pensare all'elezione del nuovo presidente entro 15 giorni. Se
l'impedimento è temporaneo le sue funzioni vengono esercitate dal Presidente del Senato, acquista la carica automaticamente e
subentra in tutti i poteri che competono al capo dello Stato.
Responsabilità del presidente della Repubblica e controfirma ministeriale
Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni Salvo nel caso di alto
tradimento e di attentato alla Costituzione, si tratta di irresponsabilità giuridica. Per quanto riguarda i reati presidenziali occorre
rilevare che essi non hanno una corrispondente previsione nel codice penale; si ritiene reato di attentato alla costituzione
qualsiasi comportamento volontario diretto a sovvertire le istituzioni costituzionali ho adorare i precetti costituzionali. Si può
invece intendere il reato di alto tradimento come qualsiasi comportamento volontario che comporti la violazione del giuramento
di fedeltà alla Repubblica. In questi casi il Presidente della Repubblica viene messo in stato d'accusa dal Parlamento in seduta
comune; su altri reati presidenziali è chiamata a giudicare la Corte Costituzionale che lo condanna con sanzioni penali nei limiti
massimi edittali.
Inoltre, è istituzionalmente irresponsabile politicamente dal momento che la responsabilità politica degli atti presidenziali e
Assunta dai ministri che li controfirmano. La controfirma ministeriale, oltre ad esentare da responsabilità politica il Presidente
della Repubblica, è anche requisito di validità degli atti presidenziali stessi.
Attribuzioni del Presidente della Repubblica
Il Presidente della Repubblica, in qualità di capo dello Stato e di rappresentante dell'Unità nazionale, ha una serie di funzioni che
possono ricollegarsi ai tre fondamentali poteri dello Stato.
In relazione al potere legislativo:
• Indica le elezioni delle camere e ne fissa la prima riunione;
• Può convocare ciascuna camera in via straordinaria;
• Può inviare messaggi alle camere;
• Autorizza la presentazione alle camere dei disegni di legge di iniziativa governativa;
• Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti;
• Indica il referendum nei casi previsti dalla Costituzione;
• Può, sentiti i loro presidenti, sciogliere le camere o anche una sola di esse;
• Nomina 5 senatori a vita.
In relazione alla funzione esecutiva:
• Nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri è su proposta di questa i singoli ministri;
• Nomina, nei casi indicati dalla legge i funzionari, dello Stato;
• Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici;
• Ratifica i trattati internazionali con autorizzazione delle Camere quando occorre;
• Ha il comando delle Forze Armate;
• Presiede il Consiglio supremo di difesa;
• Dichiara lo stato di guerra deliberato dalle camere;
• Conferisce le onorificenze della Repubblica.
In relazione al potere giudiziario:
• Presiede il Consiglio Superiore della Magistratura;
• Può concedere la grazia e commutare le pene;
• Nomina 5 giudici della Corte Costituzionale.
LA CORTE COSTITUZIONALE
Le attribuzioni
Essendo la Costituzione rigida il legislatore ordinario incontra una serie di limiti nell'emanazione delle leggi che possono
contrastare con i principi costituzionali. Occorrono quindi specifici strumenti che dichiarano l'illegittimità costituzionale delle
leggi. Questo compito nel nostro ordinamento è assolto dalla Corte Costituzionale, organo ad hoc chiamato a vigilare affinché le
leggi dello stato e delle regioni non contrastino con la Costituzione.
La Corte Costituzionale giudica:
• Sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti, aventi forza di legge, dello Stato e delle
Regioni;
• Sui conflitti di attribuzione Tra i poteri dello stato e su quelli tra Stato e Regioni, e tra le Regioni;
• Sulle accuse promosse contro il Presidente della Repubblica, a norma della Costituzione;
• Sull'ammissibilità del referendum abrogativo.
Composizione
La Corte Costituzionale quando è chiamata a giudicare è composta da 15 giudici nominati:
• Per ⅓ dal Presidente della Repubblica, con decreto controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri;
• Per ⅓ dal Parlamento in seduta comune;
• Per ⅓ dalle supreme magistrature ordinarie e amministrative.
Sono eletti:
• 3 giudici da un collegio composto dai magistrati della Corte di Cassazione;
• 1 da un collegio composto dai magistrati del Consiglio di Stato;
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• 1 da un collegio composto dai magistrati della Corte dei Conti.
I giudici che compongono la Corte Costituzionale sono così eletti:
• 1 fra i magistrati, anche a riposo, delle giurisdizioni superiori ordinaria e amministrative;
• 2 fra i professori ordinari di università in materie giuridiche;
• 3 fra gli avvocati dopo venti anni di esercizio professionale.
I giudici della Corte Costituzionale restano in carica 9 anni e non sono rieleggibili. L'assunzione di giudice della Corte è
incompatibile con quello di membro del parlamento o di un consiglio regionale.
La Corte Costituzionale, quando è chiamata a giudicare sulle accuse promosse contro il Presidente della Repubblica, è composta
oltre che da 15 giudici ordinari, da 16 membri detti giudici aggregati (tratti a sorte da un elenco di cittadini aventi i requisiti per l'eleggibilità a
Senatore).
Funzionamento
Le regole fondamentali di funzionamento della Corte Costituzionale sono le seguenti:
• Le udienze sono pubbliche ma il Presidente può disporre che si svolgono a porte chiuse (quando la pubblicità può nuocere alla
sicurezza dello Stato o all'ordine pubblico o alla morale);
• La Corte funziona con l'intervento del meno 11 giudici;
• Le decisioni sono deliberate in camera di consiglio dai giudici che hanno presenziato tutte le udienze e sono prese con la
maggioranza assoluta dei votanti, nel caso di parità prevale il voto del presidente;
• Nel caso di giudizio sulle accuse contro il Presidente della Repubblica il collegio giudicante deve essere costituito da 21
Giudici, in caso di parità prevale la decisione più favorevole all’accusato;
• La Corte può disporre l'audizione di testimoni anche in deroga ai divieti stabiliti da altre leggi.
Lo status dei giudici costituzionali
I giudici costituzionali:
• Non possono ricoprire altre cariche o pubblici uffici;
• Non possono essere rimosso dall'ufficio se non con decisione della Corte o in caso di incapacità fisica o civili, o per gravi
mancanze nello svolgimento del proprio ufficio;
• Godono dell'immunità penale;
• Non solo perseguibili per i voti e le opinioni espresse nell'esercizio delle loro funzioni;
• La Corte accerta la sussistenza dei requisiti necessari per assumere la carica di giudici costituzionali deliberando a
maggioranza assoluta;
• La loro retribuzione non può essere inferiore a quella del più alto magistrato della giurisdizione ordinaria.
Il Presidente della Corte costituzionale
La Corte elegge tra i suoi componenti a maggioranza assoluta al presidente, rimane in carica per un triennio ed è rieleggibile. Se
non vi è maggioranza assoluta si procede a ballottaggio tra i candidati che hanno ottenuto maggior numero di voti, nel caso di
parità di voti è proclamato il più anziano in carica e, In mancanza, il più anziano di età.
Le attribuzioni del presidente:
• Presiede e convoca la Corte;
• Fissa il giorno delle udienze;
• Regola la discussione;
• Vota per ultimo, e in caso di parità, prevale il suo voto.
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