PRIMO LEVI
Nasce a Torino nel 1919, la sua famiglia discende da ebrei.
Dopo la laurea si traferisce a Milano e si unisce ad una banda partigiana. Si sposta in valle
d’Aosta con l’avvento del fascismo, ma qualcuno fa la spia e viene arrestato e internato nel
campo di concentramento di Fossoli, per poi essere spostato ad Auschwitz, inizia cosi
l’esperienza che sarà il centro di se questo è un uomo.
SE QUESTO E’ UN UOMO
È il più importante libro italiano sull’internamento nazista, una storia estrema vissuta in prima
persona.
È dunque una testimonianza storica, ma Levi preterisce de nirlo come uno studio su alcuni
aspetti umani.
Il sentimento più forte che muove la scrittura è la vergogna che prova per se stesso: la vergogna
di aver potuto tollerare, per un istinto di sopravvivenza, una perdita di dignità
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Ulisse —> se questo è un uomo
È un capitolo dedicato a Dante, in cui descrive i lager come un girone dell’inferno, ma a di erenza
della Divina commedia è ancora più spaventosa, perche priva di ragione logica.
Levi si descrive mentre sta attraversando un campo con un suo compagno col quale deve
recuperare il pranzo per la loro squadra. Mentre camminano levi decide di insegnarli qualche
parola italiana e ciò gli fa pensare a Dante, al canto di Ulisse e alle sue parole sul destino umano,
il cui compito è quello di seguire virtù e conoscenza, tutto l’opposto du Auschwitz.