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Abuela Grillo

“Abuela Grillo”, perchè l’acqua sia di tutti
Capitano, a ottobre, dei
pomeriggi piovosi e stanchi
in cui l’unica cosa che si
riesce a fare è guardar video
su Youtube. E capita, a volte,
che le più grandi sorprese
nascano così; quasi per caso
ci si può imbattere in un
commovente cortometraggio
animato del 2009 (frutto
dell’interscambio
tra
animatori boliviani e danesi,
il tutto sotto la supervisione artistica dell’animatore francese Denis Chapon) che ha per tema la
privatizzazione dell’acqua e che non ha bisogno, nel suo svolgimento, di parole: bastano la musica e
i meravigliosi colori del SudameIl gruppo di animatori boliviani che ha realizzato "Abuela Grillo" è
stato coordinato dal francese Denis Chapon
Il “corto” ha per titolo Abuela Grillo. L’ambiente è quello, colorato e assolato, della Bolivia; la storia
– ispirata a un mito della tribù narra delle vicende di una vecchia signora, Abuela Grillo, che gira per
i villaggi cantando e portando con sé la pioggia. Arrivata però in una grande città viene subito notata
da uomini senza scrupoli che all’apparenza premiano il suo talento – rivediamo la nostra protagonista
cantare senza sosta in un grande teatro – ma in realtà sfruttano le sue doti e il suo nome per vendere
l’acqua, che invece è un dono assolutamente naturale.Ayoreo
La privatizzazione dell’acqua in principio poteva sembrare un bene, ma il corto continua, mostrando
i villaggi di contadini ormai stretti nella morsa della siccità, e costretti a comprare quell’oro
trasparente a prezzi sempre più alti, perché nel frattempo le forze della nonnina sviliscono e, ritirata
dal teatro, è torturata purchè versi anche solo poche preziose lacrime. Sarà solo quando sentirà le voci
dei contadini in rivolta che la nostra protagonista troverà la forza di reagire, con un urlo liberatorio
che scatenerà un terribile temporale – forse una chiara allusione al diluvio biblico, che annienta i
malvagi salvando i giusti.
Abuela Grillo gira per i campi portando la pioggia con la sua voce
E non è questa l’unica allusione contenuta in questo piccolo capolavoro di animazione e poesia.
L’allusione principale riguarda la famosa guerra dell’acqua che 10 anni fa animò la stessa Bolivia,
a Cocachamba. Eppure questa non è una storia solo boliviana, perché il tema della privatizzazione
dell’acqua, e di tutti i pro e i contro che ne conseguono, riguarda tutti da vicino, molto più di quanto
non si pensi normalmente. C’è chi dice che le prossime guerre si scateneranno proprio per il possesso
dell’acqua come risorsa fondamentale per l’economia e la vita. La conclusione del cortometraggio è
positiva… lo sarà anche per noi? Per saperlo, bisogna impegnarsi. E guardare, con gli occhi
dell’anima, le immagini che raccontano questa favola.