Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Teoria elementare della probabilità e teoria della probabilità Teoria elementare della probabilità Spazi Campione finiti; Teoria della probabilità Spazi infiniti (continui infiniti non numerabili) Occorre che la classe degli eventi sia un campo di Borel . Campo di Borel: è una classe che comprende ed S ed è tale che data una sequenza infinita di suoi insiemi A1 , A2 , A3 ,.... la loro intersezione ed unione appartiene ad . Un campo di Borel è anche detto -algebra. 103 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Spazio di Probabilità La teoria della probabilità definisce “Spazio di Probabilità” la terna: S , , P S è l'Insieme Universale o Spazio Campione (a volte indicato con ) è un campo di Borel di sottoinsiemi (o “parti”) di S P è una probabilità su , cioè una corrispondenza che attribuisce ai sottoinsiemi di una misura che soddisfa gli assiomi di Kolmogorov, incluso quello dell'additività infinita nel caso in cui è infinito. Nelle pratica ben di rado sorge il problema di verificare che la classe degli eventi sia un campo di Borel. 104 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 FORMALIZZAZIONE DEL CONCETTO DI PROVE Con reinserimento (Bernoulliana) Estrazione da un’urna: Senza reinserimento (estrazione in blocco) Esempio: Se con n si indica il numero di palline distinte nell’urna, allora l’esperimento di “estrazione da un urna” è equivalente ai seguenti esperimenti per: n=2 lancio ripetuto di una moneta (prova bernoulliana) n=6 lancio ripetuto di un dado (prova bernoulliana) n = 40 estrazione di una o più carte (con o senza reinserimento) n = 90 estrazioni del lotto (estrazione in blocco) 105 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 FORMALIZZAZIONE DEL CONCETTO DI PROVE Attesa di eventi: DISCRETO N°. di Prove ripetute fino al verificarsi dell'evento (Infinità numerabile di eventi) CONTINUO Intervallo che intercorre tra il presentarsi di due eventi (Infinità continua non numerabile di eventi) 106 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Prove ripetute o Per “prove ripetute” si intende la ripetizione del medesimo esperimento per un certo numero di volte nelle stesse condizioni di tutti gli oggetti che intervengono nell’esperimento e dell’ambiente circostante. o Le “prove ripetute” permettono di introdurre la “variabile aleatoria” binomiale. 107 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Interpretazione empirica delle prove ripetute La probabilità P A di un evento A definito sullo spazio campione S, costituito da n ripetizioni di un esperimento (prova), è definita approssimativamente come: nA P A n dove nA è il numero di successi di A nelle n ripetizioni. Ipotesi: n “elevato” P A f A . 108 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Esempio: dati simulati 0.18 Stima della probabilità che esca "6" nel lancio di un dado regolare Frequenza relativa 0.175 0.17 0.165 0.16 0.155 0.15 0 1000 2000 3000 nA P P A 0 n 4000 5000 100*n 6000 per n 7000 8000 9000 10000 con 0 (qualsiasi) 109 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Interpretazione concettuale delle prove ripetute L'esperimento analizzato genera lo spazio: Sn S S S (n volte) i cui elementi sono sequenze del tipo 1 , 2 ,..., n dove i S , per i 1,2,...,n ed il simbolo “” indica il Prodotto Cartesiano. 110 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Lancio di una moneta (non necessariamente “non truccata”) Interpretazione empirica: Esperimento: lancio di una moneta. Risultati: “Testa” (T) o “Croce” (C) con probabilità P T e P C Le prove ripetute possono essere usate per determinare empiricamente P T e P C . Dopo n lanci della moneta, avendo ottenuto nT volte “Testa”, si pone: nT P T n P C 1 P T L’approssimazione è valida per n “abbastanza grande”. 111 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Lancio di una moneta (non necessariamente “non truccata”) Interpretazione concettuale: Esperimento: lancio di una moneta n volte. Spazio campione: Sn S S S (prodotto cartesiano) che consiste di 2 n possibili risultati del tipo TTCTCC CT . lI numero di lanci n può essere qualunque, non necessariamente “grande”. 112 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Prove bernoulliane e legge binomiale Un insieme di prove, tra di loro indipendenti, in cui esistono due soli risultati possibili si dice un insieme di prove bernoulliane. Ogni prova di un insieme bernoulliano ha come risultato l’evento A oppure l’evento B A (negato o complementare di A). Gli eventi A e B sono una partizione dello spazio campione S. Un insieme di prove bernoulliane ha come risultato una sequenza del tipo A A A A A A 113 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Probabilità di k successi in un dato ordine q 1 p P A Dato un insieme di n prove bernoulliane, con A, A partizione di S e p P A e la probabilità che l'evento A si verifichi k volte in un dato ordine è: p k q nk Infatti, dalla sequenza A A A A A A , per l'indipendenza delle prove: P A A A A A A P A P A P A P A P A P A ppqpq p p k q n k 114 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Probabilità di k successi in un qualsiasi ordine (Legge Binomiale) q 1 p P A Dato un insieme di n prove bernoulliane, con A, A partizione di S e p P A e la probabilità che l’evento A si verifichi k volte indipendentemente dall'ordine è: n k n k pn k p q k che costituisce la legge Binomiale. 115 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Probabilità di k successi in un qualsiasi ordine (segue) n Infatti ci sono eventi del tipo: k L'evento A si presenta k volte in un dato ordine e questi eventi sono mutuamente esclusivi. La loro unione equivale all'evento L'evento A si presenta k volte in un qualsiasi ordine n la cui probabilità è la somma delle probabilità di questi eventi, in virtù k del terzo assioma di Kolmogorov. 116 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Il lancio di una moneta Sequenze Descrizione Probabilità Valore per p = 0.5 TTT 3 teste: k=3 2 teste, 1 croce: k=2 p3 1/8 3p2q 3/8 2 croci, 1 testa: k=1 3q2p 3/8 3 croci: k=0 q3 1/8 TTC TCT CTT TCC CTC CCT CCC Somma delle colonne p q 3 1 117 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Legge Binomiale generalizzata Il concetto di prove bernoulliane può essere esteso al caso in cui ogni prova ha r risultati possibili, con r qualsiasi. Esempio: lancio di un dado (r = 6). La partizione dello spazio campione è formata da r eventi: A1 , A2 , ..., Ar che hanno rispettivamente probabilità p1 , p2 , ..., pr tali che p1 p2 ... pr 1 118 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Legge Binomiale generalizzata (segue) Il risultato di n prove bernoulliane generalizzate è quindi una sequenza in cui ogni elemento è del tipo: Ai : Si verifica il risultato i-esimo 1i r Indicando con ki il numero di volte in cui si verifica l'evento Ai si ha: k1 k2 ... kr n La probabilità che nel corso di n prove si verifichi k1 volte l'evento A1 , k2 volte l'evento A2 , ... , kr volte l'evento Ar in un dato ordine è: p1k1 p2k2 ... prkr 119 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Legge Binomiale generalizzata (segue) La probabilità che nel caso di n prove si verifichi k1 volte l'evento A1 , k2 volte l'evento A2 , ..., kr volte l'evento Ar con un qualsiasi ordine è: n! p1k1 p2k2 ... prkr k1 ! k 2 ! ... k r ! Questo risultato si ottiene immediatamente considerando le combinazioni generalizzate di r oggetti. 120 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Legge Binomiale generalizzata (segue) Dati n oggetti, i gruppi ordinati di dimensione k1 ,k2 ,...,kr si ottengono prendendo k1 volte il 1° oggetto, k2 volte il 2° oggetto, kr volte l’ultimo oggetto, con k1 k2 ... kr n , sono in numero di: n k1 ,...,kr C n n k1 n k1 k2 kr ... k1 k2 k3 kr n k1 ! n! ... 1 k1 ! n k1 ! k2 ! n k1 k2 ! n! k1 ! k2 ! ... kr ! 121 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Eventi “rari” e Teorema di Poisson Un evento raro è un evento che si verifica con probabilità molto minore di uno ( p << 1). Se si considera un evento raro A e si vuole calcolare la probabilità che esso si verifichi k volte nel corso di n prove, con n molto maggiore di 1, l'uso della formula di Bernoulli comporta alta complessità. In questo caso si può ricorrere al Teorema di Poisson. 122 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Teorema di Poisson Il Teorema di Poisson è utile quando si trattano prove Bernoulliane ripetute in gran numero di volte e di “bassa probabilità” nel senso spiegato di seguito. Teorema: Dato l’evento A, se: - il numero di prove n - la probabilità P A p 0 - il prodotto n p a allora, per k dell'ordine di np , la probabilità che A si verifichi k volte è k a pn k e a k! 123 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Teorema di Poisson (segue) Dimostrazione: n k nk pn k p 1 p k k 0,1,2,...,n n n 1 ... n k 1 n k n n! k nk !k! k! k! 1 p nk 1 p e n p n essendo k n e np essendo k n e p 1 1-p e-p 0 1 p Evento raro 124 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 n k n k np nk np np pn k p 1 p p e e k! k! k k a n p pn k e a k ak k! Modello di Poisson k 0,1,2,.... 125 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Punti di Poisson T T Esperimento: inserire un punto a caso nell’intervallo , . 2 2 -T/2 x t1 ta xx t2 x t3 tb x x t4 x T/2 ta p P t t1 ,t2 T Ripetendo n volte l’esperimento con n 1 e ta T nta T e nta pn k k! T k Ciascun punto inserito sulla retta è privo di memoria 126 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Esempio: la multiplazione nelle reti a pacchetto o Nelle reti a pacchetto l’informazione relativa ad un flusso non ha un canale dedicato. I flussi di pacchetti condividono le risorse trasmissive della rete (link di collegamento tra i nodi). o All’arrivo in un nodo un pacchetto viene memorizzato, analizzato e trasferito verso il link d’uscita. o In generale gli istanti di arrivo dei pacchetti in un nodo sono casuali. 127 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Esempio: la multiplazione nelle reti a pacchetto o Il tempo di attesa prima della trasmissione dipende da: il numero di pacchetti già in coda, la loro lunghezza, la politica di gestione della coda (es. First In First Out - FIFO). o Per studiare in modo quantitativo il ritardo di trasferimento (e di accodamento in particolare) si utilizza la Teoria delle Code. 128 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Sistemi di attesa o Processo degli arrivi (che descrive gli arrivi dei pacchetti) o Processo dei tempi di servizio (lunghezza dei pacchetti e capacità del link che determinano i tempi di trasmissione) o Politica di gestione della coda 129 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Processo dei tempi di arrivo o N(0,t) numero di arrivi in (0,t) o {Yk } sequenza dei tempi di interarrivo. o Parametro caratteristico: numero medio di arrivi nell’unità di tempo (pacchetti/secondo) 130 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Processo dei tempi di servizio o Descrive la durata del servizio (trasmissione) {Xk} sequenza dei tempi di servizio Xk = Lk/C, dove Lk è la lunghezza del pacchetto e C la capacità del link o Parametri caratteristici: – Tempo medio di servizio, E[X] – Frequenza media di servizio, m = 1/E[x] 131 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Arrivi di Poisson o Nelle reti si usa il termine “traffico” per indicare la quantità di informazione gestita da una sistema di trasmissione. Si può dimostrare che al tendere all’infinito del numero di sorgenti di traffico, il traffico complessivo tende ad essere un traffico di Poisson. o La probabilità che il numero di arrivi (punti) di Poisson N t, t+ in un intervallo temporale fra t e t + è pari a: P N t, t+ k e k k! o Gli inter-arrivi Yk sono variabili casuali indipendenti con densità di probabilità esponenziale negativa: fT t e t t 0 132 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Definizione di Variabile Aleatoria Dato lo spazio di probabilità S , , P, una variabile aleatoria è una funzione X che ha come dominio l'insieme S dei risultati di un esperimento e come codominio l'insieme dei numeri reali , tale che: x A x : X x è un evento di . x( i) x x Si dice anche che : x A → x x1 x x i x2 x x x B x X S è “misurabile” rispetto alla -algebra . 133 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Definizione di Variabile Aleatoria (segue) La definizione di variabile aleatoria garantisce l’esistenza, per ogni numero reale x della probabilità: P A x P : x x P X x cioè consente di trasferire la probabilità da insiemi dello spazio campione S a insiemi di numeri reali. Le variabili aleatorie si indicano per convenzione con una lettera maiuscola. La definizione di v.a. si può estendere al campo complesso: Z X jY 134 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Definizione di Variabile Aleatoria (segue) o Nella definizione di una variabile aleatoria X i valori assunti da X possono essere sia finiti che infiniti. o Tuttavia si assume che i risultati dell’esperimento a cui si fa corrispondere un valore infinito della variabile aleatoria abbiano probabilità nulla: P X 0 ; P X 0 Tale condizione è parte integrante della definizione di variabile aleatoria. 135 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Esempio di Variabile Aleatoria Esperimento: lancio di un dado Risultati: le sei facce del dado ( fi i-esima faccia del dado). TABELLA A X( fi ) TABELLA B f1 f2 f3 f4 f5 f6 10 20 30 40 50 60 X: 0 10 20 30 Y( fi ) 40 50 f1 f2 f3 f4 f5 f6 0 1 0 1 0 1 60 X f1x f2x Y: 0 f3x f4x f5x 1 f6x S Y 136 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Esempio di eventi generati da variabili aleatorie x x x( i) x0 x x x x1 x A x x x2 x2 x1 x x i x x B x x S A X x B x1 X x2 C X x0 137 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 La Funzione di Distribuzione Definizione: La funzione di distribuzione cumulativa FX x di una variabile aleatoria X permette di quantificare la probabilità che X assuma valori minori od uguali ad un dato valore x. FX x P X x P X x 1 FX x Q x (“coda”) o il pedice “X” denota la variabile aleatoria e l'argomento “x” il valore che definisce l'evento X x di cui interessa la probabilità. o Per i primi due assiomi di Kolmogorov: 0 FX x 1 138 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Esempi di Funzione di Distribuzione Esperimento: lancio di un dado. Risultati: le sei facce del dado ( fi i-esima faccia del dado). Variabile Aleatoria: X f i 10 i FX x 1 5/6 4/6 3/6 2/6 1/6 0 10 20 30 40 50 60 x f1 x f2 x f3 x f4 x f5 x f6 FX x 0 per x 10 x FX x 1 per x 60 139 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Esempi di Funzione di Distribuzione (segue) Esperimento: lancio di un dado. Risultati: faccia dispari f d f1 , f 3 , f 5 , faccia pari f p f 2 , f 4 , f6 . Variabile Aleatoria: Y f p 1 , Y f d 0 FY y 1 1/2 0 x f1 x f2 y 1 x f3 FY y 0 per y 0 x f4 x f5 x f6 FY y 1 per y 1 140 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Esempi di Funzione di Distribuzione (segue) Esperimento: lancio di una freccia contro il piano y,z . Risultati: i punti di coordinate Pi yi ,zi nel piano y,z . Variabile aleatoria: R yi y0 zi z0 2 FR r 2 , distanza centro y0 ,z0 . r 0 0 FR r r2 1 exp 2 r 0 Modello di Rayleigh 0 r 141 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Proprietà della Funzione di Distribuzione 1a FX P X 0 , FX P X 1. 2a La funzione FX x è monotona non decrescente, cioè se x1 x2 allora FX x1 FX x2 . Verifica: se x1 x2 , allora l'evento X x1 è un sottoinsieme dell'evento X x2 , quindi FX x1 P X x1 P X x2 FX x2 Inoltre se FX x0 0 allora FX x 0 x x0 . 142 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Proprietà della Funzione di Distribuzione (segue) 3a P X x 1 FX x Verifica: gli eventi X x e X x sono mutuamente esclusivi e la loro unione ricopre lo spazio campione S, quindi P X x P X x P S 1 P X x 1 P X x 1 FX x Con il termine “coda della distribuzione di X ” si indica la funzione Q x 1 FX x FX x 1 Q x 0 x 143 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Proprietà della Funzione di Distribuzione (segue) 4a La funzione di distribuzione è continua da destra: lim FX x FX x0 FX x0 FX(x) P(X=x0) x x0 Verifica: essendo FX x P X x , allora x0 x lim FX x lim P X x FX x0 x x0 mentre: x x0 lim FX x lim P X x FX x0 P X x0 x x0 x x0 solo se P X x0 0 , non c’è una "massa di probabilità concentrata" nel punto x0 , i due limiti coincidono e valgono FX x0 . 144 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Proprietà della Funzione di Distribuzione (segue) 5a P x1 X x2 FX x2 FX x1 Verifica: X x1 e x1 X x2 sono mutuamente esclusivi e la loro unione costituisce l'evento X x2 , quindi P X x1 P x1 X x2 P X x2 P x1 X x2 P X x2 P X x1 FX x2 FX x1 6a P X x0 FX x0 FX x0 Verifica: FX x0 P x x0 P X x0 P X x0 145 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Tipi di Variabili Aleatorie Variabili aleatorie di tipo continuo FX x è una funzione continua, ne segue che P X x 0 x FX x 1 Q x 0 x 146 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Tipi di Variabili Aleatorie (segue) Variabili aleatorie di tipo discreto: FX x è una funzione a gradini. Se xi è un punto di discontinuità di FX x e se il salto in corrispondenza ad esso è pari a pi , si ha (6a proprietà): P X = xi = FX xi FX xi pi FX x 1 FX xi pi FX xi 0 xi x 147 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Tipi di Variabili Aleatorie (segue) Variabili aleatorie di tipo misto FX x è discontinua ma non a gradini. FX x 1 P X x0 0 x0 x 148 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 La Distribuzione Empirica Si effettua n volte un esperimento e si memorizza per ogni prova il valore della variabile aleatoria X: x1 , x2 , x3 ,..., xn Ordinando per valori crescenti la sequenza xi si costruisce Fn x , 1 in corrispondenza ad ogni xi . una funzione a gradini di altezza n 149 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 La Distribuzione Empirica (segue) o Per n “sufficientemente grande”: Fn x FX x o Questa proprietà si giustifica con l'approssimazione della frequenza relativa e con la statistica delle prove. 150 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 I Percentili Definizione: Il percentile di ordine “u” (o percentile u-esimo) della variabile aleatoria X è quel valore xu tale che P X xu u . Il percentile è l'inversa della funzione di distribuzione con dominio nell'intervallo [0,1] e codominio nell’insieme di valori assunti da X. x FX x 1 xu u u FX xu m 0.5 0 0 m Distribuzione xu x 0.5 u 1 Percentile 151 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 I Percentili (segue) Calcolo dei percentili per interpolazione lineare Se u si trova tra i valori tabulati ua e ub FX xa ua u ub FX xb allora si ricava la retta che passa per i punti ua , xa e ub , xb x xa u ua xb xa ub ua da cui xb xa xu xa u ua ub ua 152 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 I Percentili (segue) La curva empirica dei percentili (curva di Quetelet) 1) Si effettua n volte un esperimento e si memorizza per ogni prova il valore della variabile aleatoria X: x1 , x2 , x3 ,..., xn . 2) Si costruiscono n segmenti di lunghezza xi e si collocano paralleli all'asse delle ordinate, in ordine di lunghezza crescente, e distanziati di 1 ; n 3) Si forma una poligonale i cui vertici sono gli estremi di questi segmenti. 153 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 I Percentili (segue) xi 0 1 n 1 u Per n sufficientemente elevato la curva di Quetelet approssima la curva dei percentili, nel senso che le frequenze relative approssimano le probabilità. 154 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 La Mediana Definizione: Il valore 0.5 percentile (o 50° percentile) è detto la mediana (o valore mediano, spesso indicato con la lettera m) della variabile aleatoria X. La mediana è quindi quel valore tale che X assume con uguale probabilità (50 %) valori minori o maggiori di esso: P X m P X m 0.5 Analoghe definizione si danno per i “quartili” ed i “decili”. 155 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 La Funzione di Densità di Probabilità Definizione: La funzione di densità di probabilità f X x , nel caso di variabile aleatoria continua, è definita come la derivata prima della funzione di distribuzione: fX x dFX x dx F (x) f (x) 1 1 T X X 0 T x 0 T x Densità di probabilità distribuzione (modello Uniforme) 156 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Proprietà della Funzione di Densità di Probabilità 1a La funzione di densità è non negativa: fX x 0 Questa proprietà deriva dal fatto che la funzione di distribuzione è monotona non decrescente. a 2 FX x2 FX x1 x2 f X x dx x1 3a La funzione di distribuzione si ottiene per integrazione di f X x : FX x x f X d Si applica la 2a proprietà ponendo x1 e x2 x , ricordando che FX 0 . 157 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Proprietà della Funzione di Densità di Probabilità (segue) a 4 - f X x dx 1 Si ottiene dalla 2a proprietà per x1 e x2 , ricordando che FX 0, FX 1. 5a P x1 X x2 x2 f X x dx x1 è una diversa espressione della 2a proprietà. 158 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Relazione tra Densità di Probabilità e Probabilità Si può definire direttamente la funzione di densità senza ricorrere alla funzione di distribuzione mediante un’operazione al limite: f X x lim x 0 P x X x x x Infatti per la 5a proprietà se x1 x e x2 x x ( x “piccolo”) P x X x x f X x x avendo assunto f X x costante nell'intervallo di integrazione. 159 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Relazione tra Densità di Probabilità e Probabilità (segue) Con l'operazione di passaggio al limite ( x 0 ) l'eguaglianza diventa rigorosa. fX(x) P(x < X x+dx) = fX (x)dx 0 x x+dx x Per x finito (nel seguito indicato con ) si ha l’istogramma. 160 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 L’Istogramma 1) Si effettua n volte un esperimento e si memorizza per ogni prova il valore xi della variabile aleatoria X, i 1,2,...,n . 2) Si divide l'asse delle ascisse x in m intervalli di lunghezza , m n . 3) Si calcola nk pari al numero di punti xi che ricadono all'interno del k esimo intervallo, 1 k m . 4) Si forma una funzione costituita da tratti orizzontali (gradini) di base e di altezza f n x definita come: nk fn x n ck x ck il termine rende conto del nome “densità”. 161 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 L’Istogramma (segue) nk n fX x fn x nk 1 2 3 6 11 15 9 7 3 2 x f n x f X x per n e 0 nel senso della frequenza relativa che approssima la probabilità. 162 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 TFA 1 - Iscritti al Corso 2004 (Totale 513) 400 70 64.3% 60 300 50 250 40 200 330 150 100 50 30 23.2% 20 11.9% 119 0.4% 2 Percentuale (%) Frequenza Assoluta 350 61 0.2% 1 0 10 0 AET ELT GES TLC MOD Corso di Laurea 163 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 TFA 1 - Iscritti al Corso 2004 (Totale 513) Frequenza Assoluta 250 100% 94,7% 225 90% 200 80% 175 70% 150 60% 50,3% 125 50% 100 40% 26,9% 75 50 30% 20% 13,3% 7,8% 25 10% 4,9% 1,8% 0 0% 1968-74 1975-77 1978-79 1980 1981 1982 1983 1984 Classe 164 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Istogramma della massima velocità del vento sul tetto di Ingegneria Industriale nel mese di Gennaio 2004 o Ogni 30 minuti è rilevata la massima velocità del vento o 48 misure in un giorno e 1488 (48 x 31) nel mese di Gennaio o 17 classi di ampiezza 1 m/s, da 0 a 17 m/s 165 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Dati su foglio Excel: Giorno del mese, Ora, Valore 166 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 0,25 125% 0,2 100% 0,15 75% 0,1 50% 0,05 25% 0 Distribuzione empirica Istogramma Velocità Massima del vento (Gennaio 2004) - 1488 misure 0% 0,5 1,5 2,5 3,5 4,5 5,5 6,5 7,5 8,5 9,5 10,5 11,5 12,5 13,5 14,5 15,5 16,5 Velocità (m/s) 167 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Relazione tra Densità di Probabilità e Percentili Se xu è il percentile di ordine u di X, allora per la 3a proprietà: u FX xu Se f X x è una funzione pari allora 1 FX x FX x xu f X x dx x1u xu fX(x) 1 1-u 0.5 u u xu 0 x1-u FX(x) u x xu 0 x1-u x 168 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 La Funzione di Massa di Probabilità Se X è una variabile aleatoria discreta, la sua funzione di distribuzione è una funzione a gradini con discontinuità nei punti xk , si ha: pk P X xk FX xk FX xk FX x pk FX xk FX xk xk La funzione x pk P X xk è chiamata Funzione di Massa di Probabilità (Probability Mass Function). 169 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 La Funzione di Massa di Probabilità (segue) FX x 1 7 8 1 2 1 8 0 1 2 3 x 0 1 2 3 x pk 3 8 1 8 Esempio di funzione di massa di probabilità 170 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Momenti di una variabile aleatoria o La distribuzione FX x e la densità f X x forniscono tutta l’informazione statistica di v.a. X. o A volte è sufficiente una descrizione statistica sintetica mediante degli indicatori numerici piuttosto che le funzioni FX x e f X x : Valore atteso (media) Varianza Momento di una v.a. 171 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Valore Atteso Definizione: Il valore atteso (o media statistica o speranza matematica o semplicemente media) di una variabile aleatoria X è il centro di gravità della densità o delle masse di probabilità nei casi continuo o discreto rispettivamente. Si indica con EX X o semplicemente X o semplicemente 172 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Valore Atteso (segue) Per le variabili aleatorie continue: EX x f X x dx (Potrebbe non esistere se l’integrale non converge) f (x)dx X dx 173 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Valore Atteso (segue) Per le variabili aleatorie discrete: EX x PX x k k k In forma concisa: x p k k k (Potrebbe non esistere se la sommatoria non converge) = xk p k pk xk x Osservazione: X non coincide necessariamente con uno dei valori xk . 174 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Linearità della Media Statistica Se a e b sono costanti ed X una variabile aleatoria E a X b a E X b . Verifica: E a X b ax b f X x dx a x f X x dx b f X x dx aEX b 175 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 VALORE ATTESO - ESEMPIO Calcolare il valore atteso di S X Y , dove X e Y sono v.a. che Dado nero indicano il risultato del lancio di un dado rosso e di uno nero. Spazio Campione 6 5 4 3 2 1 1 2 3 Ad esempio: P S 3 4 5 2 1 36 18 6 Dado rosso P S 6 5 36 176 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 VALORE ATTESO - ESEMPIO (segue) Si può calcolare per ogni valore di k (2, ..., 12) la funzione di massa di probabilità, che risulta: k 1 k = 2,3,...,7 36 PS k 13 k k = 8,9,...,12 36 S=X+Y 0.18 0.16 Massa di Probabilità 0.14 0.12 0.1 0.08 0.06 0.04 0.02 0 2 3 4 5 6 7 S=k 8 9 10 11 12 177 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 VALORE ATTESO - ESEMPIO (segue) Quindi il valore atteso vale: 12 1 2 1 E S k P S k 2 3 ... 12 7 36 36 36 k 2 Sfruttando la linearità di E , si ottiene: E S E X Y E X E Y 7 7 7 2 2 Utile nel caso di calcolo del valore atteso di una somma di tanti termini. 178 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Funzioni di Densità Pari Dalla definizione di risulta x f X x dx 0 Se la densità f X x è simmetrica rispetto al valore a, cioè fX a x fX a x allora EX a 179 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Interpretazione Empirica della Media o Se si ripete un esperimento n volte si definisce Campione Aleatorio la n-pla di realizzazioni delle variabili aleatorie X 1 , X 2 ,..., X n indipendenti ed identicamente distribuite (i.i.d.). o Indicando con xi le realizzazioni delle variabili aleatorie Xi , si può calcolare la media aritmetica: x x2 ... xn 1 X n n 1 x n i i 1 o X è detta media campionaria è costituisce una “stima” del valore atteso di X. o X è anch’essa una v.a. in quanto dipende dal campione che si considera. 180 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Interpretazione Empirica della Media Utilizzando il campione di 1488 valori di velocità massima del vento, precedentemente impiegato per calcolare l’istogramma, si ha: VMax 1 1488 1 v i 4.22 m s Max 1488 i 1 181 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 0,25 125% 0,2 100% 0,15 75% 0,1 50% Media campione = 4.22 m/s 0,05 Distribuzione empirica Istogramma Velocità Massima del vento (Gennaio 2004) - 1488 misure 25% 0 0% 0,5 1,5 2,5 3,5 4,5 5,5 6,5 7,5 8,5 9,5 10,5 11,5 12,5 13,5 14,5 15,5 16,5 Velocità (m/s) 182 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Varianza di una variabile aleatoria o La varianza di una variabile aleatoria X esprime una misura della “dispersione” dei valori assunti dalla variabile aleatoria attorno al suo valore medio. fX x X X x 2 2 o Si indica con Var X , X o semplicemente 183 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Varianza di una variabile aleatoria (segue) Definizione: 2 Var X E X X 2 X La determinazione positiva X della radice quadrata della varianza è chiamata deviazione standard (a volte, “scarto tipo”): 2 X E X 184 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Varianza di una variabile aleatoria (segue) Per variabili aleatorie continue la varianza (se esiste) si calcola come: 2 X per alcune variabili x f X x dx 2 aleatorie l'integrale potrebbe non convergere; si dice che esse “non hanno varianza”. Per le variabili aleatorie discrete la varianza (se esiste) si calcola mediante la sommatoria 2 X x P X x x 2 k k k k 2 pk k 185 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Varianza di una variabile aleatoria (segue) Varianza tendente a zero Se la varianza di una variabile aleatoria X tende a zero: P X X 1 fX x f X2 x 2 1 f X1 x X x 186 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Calcolo della VARIANZA - ESEMPIO Calcolare la varianza di X , dove X è una v.a. che indica il risultato del lancio di un dado: X : 1,2,3,4,5,6 . Soluzione 1 21 7 E X 1 2 3 4 5 6 6 6 2 2 Var X E X E X 2 2 * (*) E X 2 2X 2 E X 2 2E X 2 E X 2 2 E X 2 1 91 1 4 9 16 25 36 6 6 2 91 7 91 49 35 Var X 6 2 6 4 12 187 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 CONFRONTO TRA DISCRETO E CONTINUO - ESEMPIO pk Discreto 1/6 1 2 fX(x) 3 4 5 6 k Continuo 1/6 0 7 3.5 2 35 Var X 2.91666 12 6 0 1 2 3 4 5 6 Var X x 6 1 1 x 18 x dx 3 6 6 2 0 6 2 6 0 36 2 1 3 x 3 dx 6 12 188 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Interpretazione Empirica della Varianza o Dato un Campione Aleatorio (n-pla di realizzazioni di variabili aleatorie X 1 , X 2 ,..., X n indipendenti ed identicamente distribuite), si definisce varianza campionaria (corretta): 1 n 2 S xi X n 1 i 1 2 con 1 n X xi n i 1 o S 2 costituisce una “stima corretta” della varianza di X. o Utilizzando il campione di 1488 valori di velocità massima del vento, precedentemente impiegato per calcolare la media campionaria pari a 4.22 m/s, si ha: 1488 2 1 2 2 2 2 S v i 4.22 8.45 m s Max 1488 1 i 1 189 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Coefficiente di Dispersione Per ottenere un’indicazione della dispersione relativamente al valore atteso si usa il coefficiente di dispersione D EX che è definito solo per le variabili a valor medio non nullo. 190 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Momenti di una Variabile Aleatoria Il momento di ordine n di una variabile aleatoria X è definito come: mn E X n La media E X è quindi il momento del primo ordine. Per una densità simmetrica rispetto all’origine (funzione pari), tutti i momenti di ordine dispari sono nulli. 191 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Momenti Centrali di una Variabile Aleatoria Il momento centrale di ordine n di una variabile aleatoria X è definito come: n n E X Il momento centrale del primo ordine è sempre nullo. Il momento centrale del secondo ordine coincide con la varianza 2 X2 . 192 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Relazione tra Media Quadratica e Varianza Dalla definizione di varianza e dalle proprietà della media statistica si ricava E X E X E X m2 22 m2 m12 2 X 2 2 X 2 2 cioè la varianza è anche la differenza tra il secondo momento e il quadrato del primo momento. Infatti per la linearità dell'operatore valore atteso: 2 X2 E X X E X 2 X2 2 X X E X 2 X2 2 X E X E X 2 X2 2 X2 E X 2 X2 193 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Indicatori di Forma La moda: è quel valore della variabile aleatoria a cui corrisponde il massimo della funzione di densità di probabilità o della funzione di massa di probabilità. fX x xMODA x 194 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Indicatori di Forma: il Coefficiente di asimmetria (Skewness) S 3 3/ 2 2 S = 0 densità simmetrica 195 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Indicatori di Forma: il Curtosi (Kurtosis) 4 K 2 3 2 Permette di valutare quanto è pronunciato il picco della densità K=3 K=2 K = 1.2 K=0 K = −0.59 K = −1 K = −1.2 Laplace (D) Hyperbolic (S) Logistic (L) Normal (N) Cosine (C) Semicircle (W) Uniform (U) 196 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Diseguaglianza di Chebyshev La diseguaglianza di Chebyshev mostra che la probabilità che la variabile aleatoria X di valore atteso e dispersione assuma valori esterni ad un intervallo arbitrario , è trascurabile se il è sufficientemente piccolo rapporto P X 2 Essa è un caso particolare della diseguaglianza di Bienaymè: P X E X n n 197 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Diseguaglianza di Chebyshev (segue) Dimostrazione: f (x) X p p 1 2 a a b x b p1 P X a p2 P X b p1 p2 P X 198 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Diseguaglianza di Chebyshev (segue) a x b p p 1 2 a b x Si sostituisce ai tratti della funzione di densità a destra di b ed a sinistra di a le due masse puntiformi p1 e p2 . 199 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Diseguaglianza di Chebyshev (segue) Così si “riduce la varianza”, nel senso che il momento d'inerzia risultante rispetto ad sarà minore di : 2 p1 2 p2 2 2 quindi 2 P X 2 _______________________________________ 2 pk xk Per definizione: 2 k 200 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Diseguaglianza di Chebyshev (segue) Dimostrazione alternativa: Var X 2 a x x f X x dx a 2 f X x dx 2 x f X x dx 2 b 2 a f X x dx b 2 2 p1 2 p2 2 P X f X x dx b 201 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Diseguaglianza di Chebyshev (segue) 2 Se nella disuguaglianza: P X 2 poniamo: k 2 1 P X k 2 2 2 k k 1 1 P X k 2 k 1 P X k 1 2 k Esempio: k2 k 3 3 P X 2 0.75 4 8 P X 2 0.888 9 (per la Gaussiana 0.954) (per la Gaussiana 0.997) Gli intervalli di Chebyshev sono “conservativi” 202 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Diseguaglianza di Markov I valori assunti da una variabile aleatoria non negativa ( X 0 ) sono concentrati per la maggior parte in un intervallo 0 , c dell'ordine di grandezza del valore medio : p P X c c c f X (x) p 0 c x 203 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan Teoria dei Fenomeni Aleatori 1 Diseguaglianza di Markov (segue) Dimostrazione: Partendo dalla definizione di valore atteso c x f X x dx 0 x f X x dx c f X x dx c c P X c P X c c 204 Docenti: Gaspare Galati – Gabriele Pavan