Per iniziare a parlare di questa materia bisogna definire una posizione anatomica di riferimento: gambe leggermente divaricate, faccia dritta e palmi delle mani rivolti in avanti. Da qui possiamo poi definire i piani di divisione anatomica che sono essenzialmente tre: ➢ SAGGITALE o MEDIANO: divide il corpo in una porzione di destra e una di sinistra. ➢ CORONALE o FRONTALE: divide il corpo in una porzione anteriore e una posteriore ➢ ORIZZONTALE o TRASVERSO: divide il corpo in una porzione superiore e una inferiore ➢ PIANO OBLIQUO: qualsiasi piano non parallelo altri altri sopra descritti Scheletro e Ossa L’osso e lo scheletro nel nostro corpo svolgono diverse funzioni: ➢ Sostegno: le ossa delle gambe, della pelvi e della colonna mantengono il corpo eretto e quasi tutte forniscono sostegno per i muscoli. ➢ Movimento:i muscoli scheletrici servirebbero a poco se non fossero attaccati alle ossa e non fossero capaci di muoverle ➢ Protezione:le ossa racchiudono e proteggono organi e tessuti delicati come il cervello, il midollo spinale, il cuore, i polmoni, i visceri pelvici e il midollo osseo. ➢ Produzione di sangue:il midollo osseo è il principale produttore di cellule del sangue, comprese quelle del sistema immunitario ➢ Equilibrio elettrolitico:serbatoio principale di calcio e fosfato che vengono rilasciati al momento del bisogno. ➢ Equilibrio acido-base:il tessuto osseo tampona il sangue contro le eccessive modificazioni del PH. ➢ Disintossicazione: il tessuto osseo assorbe i metalli pesanti ed altri elementi estranei dal sangue per mitigare i loro effetti tossici su altri tessuti Caratteristiche generali delle ossa Le ossa sono formate da tessuto osseo che è un tessuto connettivo con la matrice extracellulare mineralizzata (principalmente depositi di fosfato di calcio ma anche altri minerali). 1 Le ossa hanno un guscio esterno che prende il nome di osso compatto (denso) che di solito racchiude una forma di tessuto osseo meno densamente organizzato chiamato osso spugnoso. L’osso spugnoso è detto anche trabecolare in quanto è costituito da trabecole in grado di posizionarsi nelle zone in cui l’osso è assoggettato ad una notevole sollecitazione. La parte interna dell’osso è caratterizzata da una cavità midollare che contiene per l’appunto il midollo osseo, fonte essenziale di produzione delle cellule del sangue. La durezza dell’osso è data dalla parte di osso compatto esterna che permette di resistere a notevoli forze mentre l’elasticità è data dall’osso spugnoso che grazie alle trabecole sostiene eventuali sollecitazioni esterne, se l’osso fosse troppo duro si romperebbe più facilmente. Le ossa vengono suddivise in base alla loro dimensione in: ➢ ossa lunghe: in cui la lunghezza supera la larghezza e vedono principalmente le ossa degli arti come il femore o l’omero. ➢ ossa brevi:hanno lunghezza e larghezza simili e comprendono principalmente le ossa del tarso e del carpo che sono in grado di scivolare l’una sull’altra. ➢ ossa piatte: hanno la principale funzione di racchiudere organi e forniscono un'ampia superficie di attacco per i muscoli.Di queste ossa fanno parte quelle del cranio, le coste, lo sterno e altre. ➢ ossa irregolari: hanno forma irregolare e non rientrano in nessuna di queste categorie(sfenoide, etmoide ecc ) Le ossa lunghe hanno come caratteristica principale due parti estreme, una prossimale e una distale che prendono il nome di epifisi e una parte centrale più lunga che prende il nome di diafisi. Esternamente un osso è ricoperto da una guaina detta periostio ovvero uno strato esterno fibroso e resistente di collagene, il periostio fornisce un solido attacco per muscoli e tendini alle ossa.Il tessuto osseo è irrorato internamente da vasi sanguigni che penetrano all’interno dell’osso attraverso i forami nutritizi. La superficie interna dell’osso invece prende il nome di endostio. Le estremità delle ossa spesso non presentano uno periostio ma un sottile strato di cartilagine ialina, detta cartilagine articolare che rende il movimento delle articolazioni molto più facile. Ossa della testa o Cranio La testa è la parte più alta (o craniale) del corpo ed è unita al tronco tramite il collo. Le ossa della testa costituiscono nel loro insieme il cranio; nel caso di un cadavere questa stessa parte di scheletro può anche essere chiamata teschio. Lo scheletro della testa (ovvero il cranio o teschio) viene distinto in due parti in continuità tra di loro: ➢ il neurocranio o scatola cranica, che è la parte dorsale e craniale; 2 ➢ il viscerocranio o splancnocranio o scheletro della faccia, che è la parte ventrale e caudale. Queste due parti presentano delle ossa proprie e alcune ossa in comune Neurocranio o scatola cranica Il neurocranio è costituito per la massima parte da ossa piatte che delimitano la cavità cranica in cui è racchiuso l’encefalo. Esso rappresenta la parte posterosuperiore del cranio. La parte superiore prende il nome di volta cranica o calotta cranica Le sue ossa sono 8 in totale, frontale, le 2 parietali, le 2 temporali, occipitale, sfenoide, etmoide. Osso frontale L’osso frontale contribuisce alla formazione sia del neurocranio sia del viscerocranio, costituisce la maggior parte del tetto delle cavità orbitarie. È situato anteriormente all’etmoide e allo sfenoide, ed è costituito da due porzioni: ➢ una porzione verticale o squama, convessa anteriormente; ➢ una porzione orizzontale, che si estende verso dietro, a sua volta suddivisibile in: ➔ due porzioni laterali o parti orbitarie ➔ una parte centrale o nasale In corrispondenza del sopracciglio presenta una cresta detta margine sopraorbitario e il centro di ciascun margine è perforato da un singolo foro sopraorbitario che da il passaggio a un nervo, un'arteria e una vena Le 2 ossa parietali Le due ossa parietali costituiscono la maggior parte della calotta cranica. 3 Anteriormente confina con l’osso frontale attraverso la sutura coronale, posteriormente confina con l’osso occipitale attraverso la sutura lambdoidea, lateralmente confina con le due ossa temporali attraverso la sutura squamosa. Le due fosse sono invece unite tra di loro attraverso una sutura che prende il nome di sutura sagittale. L'Osso Parietale è un osso pari di forma vagamente quadrangolare. Ognuna di queste ossa presenta due facce; quattro margini e quattro angoli. Le due facce sono: ➢ Endocrina (interna) ➢ Esocrina (esterna) I quattro margini sono: ➢ Superiore (o sagittale) ➢ Anteriore (o frontale) ➢ Inferiore (o squamoso) ➢ Posteriore (o occipitale) I quattro angoli sono: ➢ Angolo frontale ➢ Angolo sfenoidale ➢ Angolo occipitale ➢ Angolo mastoideo Le 2 ossa temporali Le ossa temporali definiscono principalmente le pareti laterali del cranio e parte del pavimento della cavità cranica. Confinano posteriormente con l’osso occipitale, superiormente con l’osso parietale e anteriormente con lo sfenoide e l’osso zigomatico. Le ossa temporali si suddividono in diverse zone, precisamente in 4: ➢ parte squamosa: è relativamente piatta ed è circondata dalla sutura squamosa, le caratteristiche principali sono il processo zigomatico che si allunga anteriormente fino all’osso zigomatico e la fossa mandibolare inferiormente che serve per l’attacco dell’articolazione della mandibola. ➢ parte timpanica: è un piccolo anello osseo che delimita il meato acustico esterno e possiede sulla sua superficie inferiore un piccolo processo 4 appuntito molto importante che prende il nome di processo stiloideo importante per l’attacco di diversi muscoli della lingua e dell’osso ioide. ➢ parte mastoidea: si trova posteriormente alla parte timpanica ed è caratterizzata un grosso processo detto processo mastoideo il quale è riempito con piccoli seni d’aria che comunicano con la cavità dell’orecchio medio. Inferiormente troviamo un solco detto insicura mastoidea, sito di attacco del muscolo digastrico, anteriormente è articolata da un foro stilomastoideo e posteriormente da uno mastoideo. ➢ parte petrosa: può essere individuata sul pavimento del cranio e separa la fossa cranica media da quella posteriore. Essa ospita le cavità dell’orecchio medio, interno e il meato acustico interno fondamentale per il passaggio dei nervi acustici e dell’equilibrio verso il cervello. Inferiormente troviamo inoltre il canale carotideo per il passaggio della carotide interna (principale rifornimento di sangue per il cervello) e il foro giugulare per la vena giugulare interna che si apre tra l’osso temporale e l’osso occipitale Osso occipitale L’osso occipitale conclude il cranio posteriormente confinando con le ossa temporali, parietali e lo sfenoide inferiormente. La caratteristica principale dell’osso occipitale è data dal forame magno che si trova inferiormente ed è il foro che permette la comunicazione tra la colonna vertebrale e il relativo canale vertebrale. Anteriormente al forame magno troviamo due condili detti condili occipitali, all’estremità anterolaterale di ogni condilo è presente un canale detto canale dell’ipoglosso dove passa il nervo ipoglosso che rifornisce i muscoli della lingua. Posteriormente quest’osso presenta una protuberanza detta protuberanza occipitale che è sito di attacco del legamento nucale, dalla protuberanza si diparte orizzontalmente la linea nucale superiore e inferiormente quella inferiore, entrambi funzionano da sito di attacco per diversi muscoli del collo. 5 Osso sfenoide Lo sfenoide fa parte delle ossa irregolari in quanto risulta essere molto complesso. Esso si può dividere in un corpo centrale compatto e in due zone laterali formate da ali (grandi e piccole) che determinano una composizione simile a una falena. Le piccole ali definiscono il margine posteriore della fossa cranica anteriore e sfociano nelle grandi ali che determinano la maggior parte della fossa cranica media e parte delle pareti laterali del cranio. La piccola ala forma la parete posteriore dell’orbita e contiene il foro ottico che permette il passaggio del nervo ottico e dell’arteria oftalmica, il nervo ottico è protetto da prolungamenti delle piccole ali detti processi clinoidei anteriori. Uno squarcio nella parete posteriore dell’orbita, la fessura orbitale superiore si trova lateralmente al foro ottico, tale squarcio serve per il passaggio dei nervi che riforniscono i muscoli che muovono gli occhi. Il corpo dello sfenoide invece è caratterizzato da una sporgenza detta sella turcica la quale si divide in tre parti: ➢ fossa ipofisaria: si posiziona centralmente e accoglie l’ipofisi ➢ tubercolo della sella: si posiziona anteriormente ➢ dorso della sella: si posizione posteriormente Lateralmente alla sella turcica sono presenti diversi fori come il foro rotondo e il foro ovale che sono i passaggi per i due rami del nervo trigemino.Troviamo inoltre il foro spinoso dove passa un’arteria delle meningi e un foro lacero che si trova tra l’osso occipitale, il temporale e lo sfenoide; quest’ultimo è riempito da cartilagine e non è attraversato da nervi. Inferiormente lo sfenoide definisce le coane o aperture nasali posteriori, lateralmente a queste aperture lo sfenoide mostra un paio di lamine parallele dette lamina pterigoidea mediale e laterale che terminano ciascuna in una estensione detta processo pterigoideo, tali lamine e processi forniscono attacco a diversi muscoli mascellari. 6 Osso etmoide L’etmoide invece è presente nella parte anteriore del cranio, localizzato tra gli occhi. Contribuisce a costituire la parete mediale dell’orbita, tetto e pareti della cavità nasale e il setto nasale. Tale osso è suddivisibile in tre parti principali: ➢ lamina perpendicolare: lamina sottile verticale che forma i due terzi superiori del setto nasale (parte inferiore data dal vomere), tale lamina divide le cavità nasali generando le fosse nasali (destra e sinistra); spesso il setto è curvo verso una fossa o l’altra. ➢ lamina cribrosa: si erge perpendicolarmente alla lamina perpendicolare e forma il tetto della cavità nasale, tale lamina presenta una cresta mediana detta cristo galli, punto di ancoraggio per la dura madre, ad ogni lato della cresta è presente un’area depressa con parecchi fori detti fori cribrosi(olfattivi).In queste depressioni poggiano i bulbi olfattivi e nei fori ci passano i relativi nervi ➢ labirinto: il labirinto è un’ampia massa presente a destra e a sinistra della lamina perpendicolare, contiene numerose cellule etmoidali (spazi d’aria) che contribuiscono al seno etmoidale. La superficie laterale del labirinto è detta lamina orbitale e determina parte della parete mediale dell’orbita. Medialmente il labirinto crea delle lamine intrecciate dette turbinati superiori e medi. I turbinati occupano gran parte della cavità nasale e sono fondamentali per fare entrare l’aria in un moto vorticoso che procede a riscaldarla e pulirla prima che entri nei polmoni. Viscerocranio Il viscerocranio rappresenta la parte anteroinferiore del cranio. 7 Le ossa del viscerocranio delimitano cavità viscerali (ovvero che accolgono organi), come le cavità orbitarie, o cavità rivestite da mucosa, come le cavità nasali e la cavità orale. Le ossa del viscerocranio sono in numero di 14, strettamente unite da suture, eccetto la mandibola che è mobile. Di queste ossa, ben 12 ossa sono pari e simmetriche (cioè per ogni osso sul lato destro del cranio ne esiste uno speculare sul lato sinistro, dunque ciascuna delle seguenti ossa è presente in duplice copia, una destra e una sinistra): Ossa mascellari L'Osso Mascellare è un osso di derivazione membranosa, deriva da tutte quelle ossa che compongono lo scheletro facciale. Esso deriva infatti, da cinque abbozzi membranosi fusi tra loro che lo lasciano diviso in due porzioni indicate come pre e post mascellare. L'Osso Mascellare è importante perché concorre a sostenere l'arcata dentale superiore e delimita le cavità nasali. Presenta un corpo e quattro processi ossei. Si descrivono quattro facce a livello del corpo: ➢ Faccia anteriore ➢ Faccia mediale ➢ Faccia superiore ➢ Faccia infratemporale Processi ossei: ➢ Frontale ➢ Zigomatico ➢ Palatino ➢ Alveolare Ossa palatine Si trovano nella cavità nasale posteriore, è un osso a forma di L costituito da una piastra orizzontale che conclude la parte posteriore del palato e una piastra perpendicolare che delimita la cavità nasale dalla cavità orbitale. L’unica caratteristica è un grande foro palatino per il passaggio di un nervo 8 Ossa zigomatiche Le ossa zigomatiche invece sono le ossa che determinano gli zigomi e hanno la forma di T rovesciata.Si lega al processo zigomatico dell’osso temporale, alla mascella e all’osso frontale. Ossa nasali Sono due piccole ossa rettangolari che formano il ponte del naso e sorreggono le cartilagini che danno forma alla sua porzione inferiore Turbinati nasali inferiori Determina assieme ai turbinati dell’etmoide il riscaldamento e la purificazione dell’aria. Soltanto 2 ossa sono impari e mediane: Il vomere Piccola lamina che assieme all’etmoide determinata il setto nasale. Questo determina l’ultimo terzo del setto nasale. Sorregge, assieme alla lamina perpendicolare una parete della cartilagine del setto la mandibola. La mandibola è l’osso più forte della testa e quello che ha anche maggiore mobilità. 9 Essa è formata da un corpo mandibolare e da due prolungamenti che da verticali a obliqui determinano i due rami della mandibola, il corpo e i rispettivi rami si incontrano nell’angolo mandibolare. Il corpo della mandibola vede esternamente una protuberanza detta protuberanza mentoniera, internamente invece sono presenti due spine dette spine mentoniere che servono per l’attacco di diversi muscoli del mento, sulla superficie anterolaterale della mandibola è presente il foro mentoniera per il passaggio di nervi e vasi sanguigni del mento. L’angolo della mandibola ha una superficie ruvida detta tuberosi masseterina per l’inserzione del muscolo massetere (muscolo masticatorio). Ciascun ramo della mandibola assume una forma a Y in cui il prolungamento posteriore è detto processo condiloideo con i rispettivi condili che vanno ad articolarsi con la fossa mandibolare dell’osso temporale (articolazione temporomandibolare). L’arco a forma di U tra i due processi prende il nome di insicura mandibolare. Appena sotto tale incisura è presente il foro mandibolare nel quale passano vasi sanguigni e nervi per i denti inferiori. Osso ioide: l’osso del collo L’osso ioide si trova legato alla laringe ed è a forma di U. Esso è sospeso superiormente legato con muscoli e legamenti stiloidei ai processi stiloidei dell’osso temporale. Il corpo dell’osso ioide è fiancheggiato su entrambi i lati da proiezioni simili a corni chiamate corno maggiore e corno minore. L’osso ioide serve come punto di ancoraggio di diversi muscoli della mandibola, della lingua e della laringe Colonna vertebrale Su altri appunti Gabbia toracica La gabbia toracica è costituita da 12 paia di costole, lo sterno e le 12 vertebre toraciche della colonna vertebrale. 10 La gabbia toracica fornisce una protezione per i polmoni, cuore ed aiuta anche nel processo respiratorio. Le coste si legano posteriormente alle vertebre toraciche e anteriormente allo sterno, ad eccezione delle ultime 2 Sterno Situato al centro del torace, lo sterno è l'osso impari, lungo e piatto, su cui s'inseriscono, per mezzo delle cosiddette cartilagini costali, le prime 7 paia di costole. Gli anatomisti lo suddividono in tre regioni, denominate: ➢ manubrio → è la regione di sterno più alta, possiede un’incisura sovrasternale superiore e due incisure laterali chiamate incisure clavicolari perchè si articolano con le clavicole ➢ corpo → è la regione di sterno intermedia, collocata tra manubrio e processo xifoideo, possiede forma allungata e, grazie a una serie di depressioni presenti su entrambi i lati, offre un ancoraggio totale a 4 paia di costole e un ancoraggio parziale a 2 paia di costole ➢ processo xifoideo → è la regione di sterno più bassa e serve come attacco per alcuni muscoli addominali 11 Coste Le costole sono le 24 ossa affusolate e ricurve, disposte in paia. Osservando una classica immagine frontale della gabbia toracica dall'alto verso il basso, appare subito chiaro che: ➢ Le prime 7 paia di costole trovano inserzione diretta nello sterno, attraverso le cartilagini costali; ➢ L'ottavo, il nono e il decimo paio di costole trovano aggancio sulle cartilagini costali del paio di costole immediatamente precedenti. Vale a dire che l'ottavo paio di costole si fissa alle cartilagini costali del settimo paio di costole; il nono paio di costole si fissa alle cartilagini costali dell'ottavo paio di costole; e così via; ➢ L'undicesimo e il dodicesimo paio sono liberi e anche decisamente più corti delle paia precedenti. In un generica costola, gli anatomisti riconoscono tre regioni principali, che sono: ➢ L'estremità posteriore → è la regione di collegamento con la vertebra da cui la costola in questione trae origine; presenta due aree particolari, chiamate testa e collo. ➢ L'estremità anteriore → è la regione di collegamento con le cartilagini costali; le cartilagini costali sono parti integranti delle costole, ma, data la loro natura cartilaginea, gli esperti di anatomia hanno preferito distinguerle con una denominazione specifica. ➢ Il corpo → è la regione compresa tra l'estremità posteriore e l'estremità anteriore. Ogni due costole sovrapposte intercorre uno spazio vuoto, che in gergo specialistico prende il nome di spazio intercostale. Nei vari spazi intercostali prendono posto i muscoli intercostali, i nervi intercostali, vasi sanguigni arteriosi e vasi sanguigni venosi. Costole vere e costole false In anatomia, è diffusa la distinzione delle costole in due categorie: le costole vere e le costole false. Sono vere le costole che si uniscono direttamente allo sterno tramite le cartilagini costali, quindi le coste che costituiscono le prime 7 paia superiori. Sono false, invece, le costole connesse alle cartilagini costali appartenenti al paio di costole precedenti e le costole completamente libere (coste false fluttuanti); in altre parole, sono false le costole dall'ottavo al dodicesimo paio. Cingolo scapolare Il cingolo scapolare è caratterizzato dalla scapola e dalla clavicola, è essenziale per sostenere gli arti superiori e unirli allo scheletro assiale. 12 Scapola La scapola è un osso piatto sottile di forma triangolare che si proietta posteriormente al torace, dalla terza alla settima costa toracica. Presenta una faccia interna ed una esterna, tre margini e tre angoli. La superficie anteriore prende il nome di fossa sottoscapolare, è abbastanza liscia e priva di caratteristiche. La superficie posteriore presenta una spina scapolare che divide la scapola in una zona superiore detta fossa sovraspinata e una zona inferiore detta fossa infraspinata I tre angoli sono: ➢ Acromion → è un’estensione della spina, si articola alla clavicola ➢ Processo coracoideo → fornisce l’attacco a vari muscoli del braccio ➢ Cavità glenoidea → permette l’articolazione con l’omero Clavicola La clavicola, nonostante le sembianze di osso lungo, è un osso piatto per caratteristiche e formazione. Ha una forma a S, un’estremità sternale e una scapolare Arto superiore L’arto superiore è caratterizzato dall’omero che articola direttamente con la scapola, dall’avambraccio costituito dal radio e dall’ulna e poi dal carpo che si articola con la mano Omero L'omero è l'osso pari del corpo umano che costituisce lo scheletro di ciascun braccio. Situato tra scapola (principale osso della spalla) e ossa dell'avambraccio (radio e ulna), partecipa alla formazione di due importanti articolazioni dell'arto superiore: l'articolazione della spalla e l'articolazione del gomito. Esso è formato da 3 regioni: 13 ➢ l'estremità prossimale (o epifisi prossimale) → è la porzione più vicina alla scapola e con cui si articola, attraverso una sezione chiamata testa ➢ Il corpo (o diafisi) → è la porzione compresa tra le due epifisi e nella quale trovano inserzione diversi muscoli del braccio ➢ l'estremità distale (o epifisi distale) → è la porzione attigua a ulna e radio, le ossa con cui forma l'articolazione del gomito Radio Il radio è l'osso pari che, insieme all'ulna, costituisce lo scheletro di ciascun avambraccio. L'avambraccio è la regione anatomica dell'arto superiore compresa tra il braccio, superiormente, e la mano, inferiormente. Appartenente alla categoria delle ossa lunghe, il radio forma due importanti articolazioni del corpo umano: una con l'osso del braccio (l'omero), chiamata articolazione del gomito, e un'altra con le ossa carpali della mano, denominata articolazione del polso. Esso è formato da 3 regioni: ➢ l'estremità prossimale (o epifisi prossimale) → è fondamentale per articolarsi con l'omero ➢ il corpo (o diafisi) → ospita numerosi muscoli dell'avambraccio e della mano ➢ l'estremità distale (o epifisi distale) → è rilevante per la sua unione alle ossa carpali prossimali, scafoide e semilunare 14 Ulna L'ulna è l'osso pari che, insieme al radio, compone lo scheletro di ciascun avambraccio. L'avambraccio è la regione anatomica dell'arto superiore compresa tra il braccio, superiormente, e la mano, inferiormente. Appartenente alla categoria delle ossa lunghe, l'ulna è protagonista di due importanti articolazioni del corpo umano: una con l'osso del braccio (l'omero), chiamata articolazione del gomito, e un'altra con le ossa carpali della mano, denominata articolazione del polso. Essa è formato da 3 regioni: ➢ l'estremità prossimale (o epifisi prossimale) → è la porzione ossea più vicina all'omero e con il quale si articola ➢ Il corpo (o diafisi) → è la porzione centrale, compresa l'epifisi prossimale e l'epifisi distale ➢ l'estremità distale (o epifisi distale) → è la porzione attigua alle ossa carpali, che rappresentano il primo tratto dello scheletro della mano Carpo Il carpo è, nell'essere umano, l'insieme di 8 ossa che, in ogni mano, prende posto tra le estremità inferiori di radio e ulna e le estremità iniziali dei 5 metacarpi. Note anche come ossa carpali, le ossa che costituiscono il carpo sono: lo scafoide, il semilunare, il triquetro, il pisiforme, il trapezio, il trapezoide, il capitato e l'uncinato. Il carpo dà inserzione a numerosi legamenti, tra cui: il legamento carpale trasverso, i legamenti del polso, i legamenti delle articolazioni intercarpali e i legamenti delle articolazioni carpo-metacarpali. Il carpo è fondamentale per la corretta funzionalità dell'articolazione del polso. Le principali problematiche che possono interessare il carpo sono le fratture a carico di scafoide, semilunare, triquetro, trapezio o uncinato. Ossa della mano Le ossa della mano sono, nell'essere umano, la struttura scheletrica del tratto terminale di ciascun arto superiore. Sono complessivamente 27 15 Si possono suddividere in tre grandi gruppi: ➢ Le ossa del carpo (od ossa carpali o carpo) → rappresentano la porzione prossimale dello scheletro della mano ➢ Le ossa metacarpali (o metacarpi) → rappresentano la porzione intermedia dello scheletro della mano ➢ Le ossa delle dita della mano (o falangi della mano) → rappresentano la porzione distale dello scheletro della mano Arto inferiore e cingolo pelvico Cingolo pelvico La pelvi, o bacino, è la parte inferiore del tronco del corpo umano, compresa tra l'addome, superiormente, e le cosce, inferiormente. Della pelvi fanno parte: le ossa del bacino, che formano una struttura nota anche come cintura pelvica; la cavità pelvica, che è lo spazio racchiuso dalla cintura pelvica; il pavimento pelvico, che è sostanzialmente la base della cavità pelvica; infine, il perineo, che è l'area anatomica sottostante il pavimento pelvico La pelvi femminile presenta alcune differenze dalla pelvi maschile, soprattutto per quanto riguarda la disposizione delle ossa del bacino e dello spazio interno che tali 16 ossa creano (cavità pelvica). Tali differenze sono legate alla riproduzione e al fatto che la pelvi femminile è la sede di sviluppo e accrescimento del feto. La pelvi ha tre importanti funzioni: sostiene e, al tempo stesso, scarica sugli arti inferiori il peso della parte superiore del corpo; ospita articolazioni e muscoli fondamentali alla locomozione e alla postura eretta; per finire, racchiude e protegge gli organi come la vescica, l'uretra, l'intestino retto l'utero (nella donna), le ovaie (nella donna), le tube di Falloppio (nella donna), la prostata (nell'uomo) ecc. La pelvi comprende: ➢ Le ossa del bacino (od ossa pelviche); ➢ La cavità pelvica, spazio risultante dalla particolare disposizione delle ossa del bacino; ➢ Il pavimento pelvico, che fa da base alla cavità pelvica; ➢ Il perineo, collocato al di sotto della cavità pelvica. Femore Il femore è l'osso che risiede all'interno della coscia, cioè la parte superiore di ciascun arto inferiore, è l’osso più lungo. Appartenente alla categoria delle ossa lunghe, presenta tre porzioni principali: ➢ l'estremità prossimale, che si articola con il bacino; ➢ il corpo centrale, che ha la forma di una clessidra; ➢ l'estremità distale, che si articola con la tibia per formare l'articolazione del ginocchio. Ciascuna porzione ha una particolare anatomia e possiede alcune zone specifiche, che fungono sia da punto d'origine sia da punto d'inserzione per muscoli e legamenti. Il femore è fondamentale per la ripartizione del peso corporeo lungo tutto l'arto inferiore e per la locomozione. CORPO DEL FEMORE Il corpo è la regione centrale del femore, compresa tra l'estremità prossimale e l'estremità distale. Ha un aspetto simile a una clessidra: largo nelle zone periferiche e stretto al centro. La sua superficie posteriore presenta un'anatomia particolare: nel mezzo, c'è una cresta ossea con orientamento longitudinale - la cosiddetta linea aspra - che si 17 biforca sia superiormente (quindi in direzione dell'estremità prossimale) sia inferiormente (quindi in direzione dell'estremità distale). Tibia La tibia è l'osso pari, che insieme al perone (rispetto al quale è in posizione mediale), costituisce lo scheletro di ciascuna gamba. Situato tra femore (superiormente) e scheletro del piede (inferiormente), concorre alla formazione di due articolazioni essenziali per il movimento dell'intero arto inferiore: l'articolazione del ginocchio e l'articolazione della caviglia. suddivisa in tre porzioni: ➢ l'estremità prossimale (o epifisi prossimale), è la porzione più vicina al femore e che compone il ginocchio ➢ il corpo (o diafisi), è la porzione compresa tra epifisi prossimale ed epifisi distale; ha il compito di accogliere diversi muscoli della gamba e del piede. ➢ l'estremità distale (o epifisi distale), è rilevante per la sua unione all'astragalo, una delle sette ossa tarsali del piede Perone Il perone è l'osso pari, che insieme alla tibia (rispetto alla quale è in posizione laterale), costituisce lo scheletro di ciascuna gamba. Situato tra femore (superiormente) e scheletro del piede (inferiormente), concorre alla formazione di un'articolazione molto importante per i movimenti del piede: l'articolazione della caviglia. suddivisa in tre porzioni: ➢ l'estremità prossimale (o epifisi prossimale), è la porzione più vicina al femore (ma con il quale non entra in diretto contatto) ➢ Il corpo (o diafisi), è la porzione compresa tra epifisi prossimale ed epifisi distale; ha il compito di ospitare diversi muscoli della gamba e del piede ➢ l'estremità distale (o epifisi distale), è la porzione attigua all'astragalo, una delle sette ossa tarsali del piede 18 Piede Il piede è la struttura anatomica posta all'estremità distale di ciascun arto inferiore del corpo umano. E’ caratterizzato dalle ossa tarsali, metatarsali e falangi: ➢ Ossa tarsali, Situate appena sotto l'articolazione della caviglia, sono in tutto 7 elementi ossei di forma irregolare: il talo (o astragalo), il calcagno, il navicolare, il cuboide e i tre cuneiformi (laterale, intermedio e mediale). Il talo e il calcagno rappresentano le ossa prossimali del tarso e ricoprono un ruolo fondamentale nella formazione della caviglia, cioè l'articolazione che consente la dorsiflessione e la plantarflessione del piede. Nella fattispecie, il margine superiore del talo prende posto all'interno del mortaio, la concavità formata dalle estremità inferiori di tibia e perone. Il calcagno funge da punto d'inserzione per un paio di legamenti fondamentali (il legamento tibio-calcaneale e il legamento calcaneo-fibulare). ➢ Metatarsali, appartenenti alla categoria delle ossa lunghe, sono in tutto 5 elementi, si articolano con le falangi ➢ Falangi, Le falangi più prossime alla testa dei metatarsi prendono il nome di falangi prossimali; a partire da queste, le successive sono dette mediali e distali. Sistema muscolare Il sistema muscolare così come il sistema scheletrico presenta delle funzionalità importanti. E’ indispensabile per il movimento, per la stabilità del corpo (mantengono la postura), per la produzione di calore (producono l’85% del calore corporeo, vitale per il funzionamento degli enzimi), per il controllo delle aperture dei passaggi del corpo(sfintere anale, muscoli che circondano la bocca ecc.) e per il controllo glicemico nel sangue. Un generico muscolo scheletrico è composto da tessuto muscolare ovviamente ma anche da tessuto connettivo, nervoso e da vasi sanguigni. Per quanto riguarda gli elementi del tessuto connettivo troviamo: ➢ Endomisio: è una guaina che circonda ogni fibra muscolare 19 ➢ Perimisio: le fibre muscolari sono unite tra di loro tramite il permisio che trasporta anche nervi e vasi sanguigni più grandi rispetto a quelli dell’endomisio ➢ Epimisio: è una guaina che circonda l’intero muscolo. Sulla sua superficie esterna esso termina nella fascia mentre sulla superficie interna crea proiezioni tra i fascicoli per formare il perimisio I muscoli vengono classificati anche in base alla loro forma: ➢ Fusiformi, spessi al centro e sottili alle estremità (bicipite brachiale) ➢ Paralleli, larghezza uniforme e fasci paralleli (retto dell’addome), permettono al muscolo un maggiore accorciamento, generando, così, un movimento ampio (maggiore escursione articolare) e veloce ➢ Triangolari, a forma di ventaglio, ampi da una parte, convergono poi sul tendine dell’altra ➢ Pennati, le fibre sono disposte in direzione obliqua, la contrazione è limitata ma permette di compattare un gran numero di fibre in un'area trasversale minore; di conseguenza, il maggior numero di fibre garantisce lo sviluppo di 20 una forza notevole, superiore rispetto a quella generata dai muscoli a fasci paralleli. Si dividono in: ● Monopennati ● Bipennati ● Multipennati ➢ Circolari, formano anelli attorno ad alcune aperture del corpo I muscoli si legano all’osso tramite i tendini, il tendine si allarga a livello del muscolo originando l’epimisio. Questo tessuto è fatto da un’organizzazione estremamente precisa di 2 tipi di proteine: filamenti di actina che forma i filamenti sottili e filamento di miosina che forma i filamenti spessi. Questa è una sezione allungata, ci sono 3 fibre/cellule muscolari, vediamo che i nuclei sono schiacciati in periferia e gli organelli che vediamo sono pochi, tutto il resto del citoplasma è occupato da un’organizzazione estremamente regolare di filamenti di actina e miosina che danno la striatura al muscolo. I 2 filamenti nella fibra muscolare si organizzano in una struttura molto ripetuta chiamata SARCOMERO, il lavoro del muscolo (accorciarsi, contrarsi e tornare alla posizione originale) dipende dallo scorrimento dei 2 filamenti presenti nelle fibre muscolari I sarcomeri Questa è l’unità di base del sarcomero, esso è ripetuto migliaia di volte all’interno della fibra muscolare. 21 Ci sono i filamenti di miosina (rosa) che sono più spessi e in di fianco ci sono i filamenti di actina (verdi) più piccoli, è fatto da 2 estremità chiamate linea Z fatte da una proteina chiamata 𝝰-actinina da queste linee si inseriscono i filamenti di actina e al centro vi sono i filamenti di miosina, in questi filamenti sono presenti delle teste che le permettono di scivolare. Quando c’è lo stimolo, energia e calcio i filamenti di actina si avvicinano, e di conseguenza anche le linee Z si avvicinano, la fibra muscolare si accorcia ed avviene la contrazione, quando i filamenti tornano in posizione originale i filamenti si rilassano. Tipi di contrazione Isometrica, per contrazione isometrica si intende essenzialmente la fase iniziale della contrazione muscolare in cui il muscolo non si accorcia (non varia il volume) ma sviluppa una potenza atta a sollevare un pero o comunque ad attuare un movimento. Quando si è raggiunta la tensione esatta accade che il muscolo avvia la contrazione isotonica, in cui la potenza sviluppata rimane pressoché costante e varia il volume del muscolo che si contrae notevolmente. Tipi di muscolatura Muscolatura liscia, è una muscolatura involontaria, non decidiamo noi quando contrarlo. Le cellule muscolari lisce o fibrocellule lisce sono piccole ed indipendenti, non è un sincizio, non sono striate perché non sono presenti i sarcomeri (ci sono i filamenti di actina e miosina ma non sono così estremamente regolari). Muscolatura striata, è volontaria, ripetizione precisa dei sarcomeri Muscolatura cardiaca, ibrido tra i due precedenti, istologicamente è assimilabile alla muscolatura scheletrica ma è involontaria dal punto di vista funzionale Muscoli della testa e del collo Nella parte superiore della testa troviamo essenzialmente due muscoli: ➢ Muscolo frontale, origina a livello della galea aponeurotica (è uno strato fibroso denso posto nello spessore del tessuto sottocutaneo, tra la cute e il periostio) e si inserziona a livello del tessuto sottocutaneo delle sopracciglia 22 ➢ Muscolo occipitale, si trova posteriormente e origina a livello della linea nucale superiore Posti a raggiera attorno al meato acustico ci sono: ➢ Muscolo auricolare anteriore ➢ Muscolo auricolare superiore ➢ Muscolo auricolare posteriore Scendendo a livello del massiccio facciale la muscolatura diventa più complessa in quanto queste sono maggiormente responsabili della mimica facciale e di altri movimenti. I muscoli facciali sono classicamente suddivisi in tre grandi gruppi: ➢ i muscoli facciali della zona oculare, ➢ i muscoli facciali della zona peri-boccale ➢ i muscoli facciali della zona oculare-muscoli estrinseci dell’occhio I muscoli facciali della zona oculare Sono presenti: ➢ il muscolo orbicolare dell'occhio 23 ➢ muscolo corrugatore del sopracciglio; Come suggerisce il nome del gruppo di appartenenza, questi muscoli risiedono nei pressi dell'orbita oculare Il muscolo orbicolare dell'occhio si estende attorno all'orbita oculare e sulla palpebra superiore, ha la funzione principale di chiudere l’occhio. Il muscolo corrugatore del sopracciglio è un muscolo molto piccolo, che risiede superiormente al muscolo orbicolare dell'occhio, serve a corrugare le sopracciglia, origina a livello mediale del margine sopraorbitario e inserziona alla cute del sopracciglio Spostandoci ancora medialmente troviamo il procero che assieme al muscolo nasale modifica la mimica della zona nasale. Il nasale origina a livello della mascella laterale al naso e inserzione a livello delle cartilagini alari del naso. I muscoli facciali della zona peri-boccale In questa zona sono presenti: ➢ Muscolo orbicolare della bocca, si estende attorno all'orifizio orale, ha la funzione di chiudere le labbra ➢ m. zigomatico maggiore, si trova sul margine anteriore dell'osso zigomatico ➢ m. zigomatico minore, si trova sull'osso zigomatico. ➢ m. elevatore del labbro superiore, si trova di fianco al m. zigomatico minore, ha il compito di innalzare il labbro superiore ➢ m. risorio, situato lateralmente all’orbicolare della bocca e permette di ridere stendendo lateralmente gli angoli della bocca ➢ m. buccinatore, serve a comprimere le guance ➢ m. depressore dell'angolo della bocca ➢ m. depressore del labbro inferiore ➢ m. mentale (Gli ultimi due normalmente cooperano tra di loro) 24 I muscoli facciali della zona oculare-muscoli estrinseci dell’occhio I muscoli estrinseci dell’occhio permettono il movimento del bulbo oculare a differenza di quelli intrinseci che si occupano principalmente di dilatare o contrarre la pupilla e che appartengono direttamente al bulbo oculare. Di questi muscoli fanno parte 4 muscoli retti: uno superiore, uno inferiore, uno laterale e uno mediale. Ad aggiustare i movimenti che questi muscoli possono far fare all’occhio intervengono i muscoli obliqui: il muscolo obliquo superiore e il muscolo obliquo inferiore. Nella zona superiore è presente anche l’elevatore della palpebra superiore che ha per l’appunto il compito di elevare la palpebra. Muscolatura masticatoria muscoli masticatori sono essenzialmente 4: ➢ Temporale: Si origina dalla fossa temporale; passa sotto il ponte zigomatico e si inserisce sul processo coronoide della mandibola. Le azioni principali sono il sollevamento della mandibola con funzione di chiusura e ad opera dei fasci posteriori, la retrusione della mandibola che consiste nel portare indietro il condilo. ➢ Massetere: occupa anch'esso la regione laterale del cranio ed ha la forma di un rettangolo piatto. Esso presenta due capi, uno profondo e l'altro superficiale, che si intersecano a formare una X. E’ un muscolo elevatore della mandibola 25 ➢ Muscolo pterigoideo mediale, ha forma di quadrilatero appiattito. Esso origina dalla fossa pterigoidea e si inserisce nella faccia mediale dell'angolo della mandibola. Questo muscolo ha un'azione sinergica rispetto al Massetere quindi comporta movimenti in avanti, in alto e soprattutto verso l'interno. ➢ Muscolo pterigoideo laterale, è un bicipite ovvero formato da due capi, superiore ed inferiore. I due capi hanno lo stesso punto di inserzione ma origine differente. La contrazione del muscolo ha l'effetto di portare in avanti e mediamente il condilo omolaterale. 26 Muscoli della lingua I muscoli della lingua sono essenzialmente: ➢ Genioglosso: origina a livello della spina mentoniera e inserziona la superficie inferiore della lingua. Serve per l’abbassamento e la protrusione della lingua. ➢ Ioglosso: origina a livello dell’osso ioide e si inserziona a livello delle superfici laterali e inferiore della lingua. Serve per abbassare e retrarre la lingua. ➢ Stiloglosso: origina a livello del processo stiloideo dell’osso temporale e inserziona la parte superolaterale della lingua. Serve per lo più a retrarre e innalzare le pareti laterali della lingua. ➢ Palatoglosso: origina livello del palato molle e inserzione a livello della superficie laterale della lingua. Serve per innalzare la lingua e abbassare il palato molle Muscoli del tratto faringeo A livello della faringe abbiamo tre muscoli che si contraggono nel processo della deglutizione e sono il costrittore superiore, mediano e inferiore. Servono per direzionare il cibo all’esofago. Muscoli del collo ➢ Sternocleidomastoideo: origina a livello del manubrio sternale e a un terzo mediale della clavicola. Si inserziona a livello del processo mastoideo della parte mastoidea dell’osso temporale. Il movimento unilaterale permette di innalzare la testa verso l’alto e ruotare leggermente verso il lato opposto. Un movimento bilaterale muove la testa in avanti e in basso come quando mangiamo. ➢ Platisma: è un muscolo sottile e ampio che origina dall’angolo della bocca, prosegue sul profilo mandibolare, lateralmente al collo e si inserisce sulla 27 clavicola. Ha funzione protettiva e mimica. Quando l’uomo si rade tende questo muscolo per rendere meno profonda la concavità tra mandibola e collo. Muscolatura del tronco Parte posteriore superficiale ➢ Trapezio, occupa circa i 2/3 della superficie dorsale. Esso si porta lateralmente superiormente dalla colonna per inserzionarsi a livello della spina scapolare. Viene comunemente diviso in tre parti: discendente, trasversa e ascendente ➢ Deltoide, ricopre esternamente la parte laterale dell'articolazione della spalla, anche questo si inserisce nella spina scapolare 28 Spostandosi inferiormente intravediamo parte del muscolo infraspinato o sottospinato. La rimanente parte dorsale è occupata principalmente dal gran dorsale. Parte posteriore profonda (sotto) Togliendo il trapezio notiamo diversi muscoli: ➢ Sovraspinato, ricoperto dai muscoli trapezio e parte del deltoide, partecipa alla stabilizzazione dell'articolazione gleno-omerale, favorendo il contatto tra testa dell'omero e glena della scapola ➢ Elevatore della scapola, è un muscolo biarticolare che origina dai processi trasversi della 1a-4a vertebra cervicale, partecipa alla stabilizzazione della scapola ➢ Dentato anteriore, o grande dentato, è situato nella parete laterale del torace. Origina con 9-10 digitazioni dalla faccia esterna delle prime 10 coste. 29 viene comunemente diviso in tre parti: una parte superiore, intermedia e inferiore ➢ Grande romboide, si trova nella parte superiore del dorso ed è ricoperto dal muscolo trapezio; esso origina dai processi spinosi della 1-4 vertebra toracica e si inserisce al margine vertebrale della scapola al di sotto della spina. Fa aderire strettamente la scapola al torace, la eleva, la ruota internamente e la adduce. Se particolarmente debole può portare al distacco delle scapole dalla gabbia toracica (scapole alate). ➢ Piccolo romboide, fa aderire strettamente la scapola al torace, la eleva, la ruota internamente e la adduce Sezionando questi 2 muscoli (↑) individuiamo il ➢ Dentato posteriore superiore, origina dal tratto inferiore del legamento nucale, dal legamento sovraspinoso e dai processi spinosi della 7a vertebra cervicale e delle prime tre vertebre toraciche. ➢ Dentato posteriore inferiore 30 Ancora più in profondità troviamo la presenza dei: ➢ Muscoli erettori della colonna, corrono lungo tutta la colonna vertebrale e la raddrizzano. Gli erettori della colonna si suddividono dalla parte laterale a quella mediale in: ileocostale (lombi, dorso e collo), lunghissimo (dorso, collo, testa), spinale (dorso, collo, testa). Parte anteriore superficiale ➢ Platisma, trattata precedendemente ➢ Grande pettorale, è il muscolo più rappresentativo del petto, è suddivisibile in tre parti: la parte clavicolare, la parte sternocostale e la parte addominale ➢ Obliquo esterno dell’addome Parte anteriore profonda (sotto) Sotto al gran pettorale troviamo: ➢ Piccolo pettorale 31 ➢ Dentato anteriore Nella regione addominale troviamo: ➢ l’obliquo interno dell’addome ➢ trasverso dell’addome Questi due vengono bloccati anteriormente dal retto dell’addome il quale è ricoperto da uno strato connettivale di contenimento. 32 Muscoli del braccio Posteriormente notiamo immediatamente il tricipite il quale è formato da tre corpi muscolari: il capo lungo, il capo laterale e il capo mediale. Anteriormente invece troviamo il bicipite brachiale con un capo lungo e un capo breve. Sollevando il bicipite troviamo il coracobrachiale nella parte prossimale e il brachiale in quella distale. Il muscolo coracobrachiale e il brachiale sono sinergici e per questo danno una potenza maggiore rispetto al normale bicipite. Muscoli respiratori I muscoli della respirazione, o muscoli respiratori, sono i muscoli del corpo umano coinvolti nei meccanismi di inspirazione ed espirazione dell'aria. I muscoli della respirazione si distribuiscono sul tronco, per lo più a livello toracico. Resistenti alla fatica, i muscoli della respirazione appartengono alla categoria dei muscoli striati (o muscoli scheletrici o muscoli volontari); tuttavia, c'è una parte rilevante di essi per cui la contrazione è dettata non soltanto da un'attività nervosa volontaria (esattamente come tutti gli altri muscoli scheletrici), ma anche da un'attività nervosa involontaria (come i muscoli lisci). La contrazione involontaria dei muscoli della respirazione è correlata alla natura prevalentemente inconscia della respirazione; del resto, se così non fosse, l'essere umano dovrebbe impegnarsi continuamente nell'attivare i muscoli respiratori, come fa per esempio per i muscoli che gli permettono la locomozione o il sollevamento di oggetti pesanti. I muscoli della respirazione si suddividono in due categorie: i muscoli inspiratori e i muscoli espiratori; i muscoli inspiratori sono i muscoli respiratori coinvolti nell'inspirazione, mentre i muscoli espiratori sono i muscoli coinvolti nell'espirazione. Sia per i muscoli inspiratori che per i muscoli espiratori è possibile una divisione ulteriore in principali e accessori (o ausiliari). I muscoli inspiratori principali e i muscoli espiratori principali coincidono e sono il diaframma e gli intercostali esterni 33 In veste di muscoli inspiratori principali, diaframma e intercostali esterni partecipano all'inspirazione dell'aria contraendosi con la loro contrazione; in veste invece di muscoli espiratori principali, contribuiscono all'espirazione dell'aria con il loro rilassamento. Diaframma Considerato il muscolo della respirazione più importante, esso risiede sul margine inferiore della gabbia toracica, segnando di fatto il confine tra la cavità toracica e la cavità addominale. Per la posizione occupata, il diaframma rappresenta, allo stesso tempo, il pavimento della cavità toracica e il tetto della cavità addominale. Come tutti i muscoli striati, anche il diaframma dispone di punti di ancoraggio sull'impalcatura scheletrica del corpo umano; in particolare, presenta inserzioni su: le vertebre lombari L1-L3, il processo xifoideo dello sterno, il margine interno di 6°, 7°, 8°, 9° e 10° paio di cartilagini costali e il margine interno delle ultime due paia di costole. il diaframma è fornito di 3 aperture (o iati), che servono a garantire il passaggio a organi, vasi sanguigni e/o strutture nervose. Quando si ha l’inspirazione il diaframma si contrae e si appiattisce permettendo ai polmoni di espandersi. Intercostali Esterni I muscoli intercostali esterni sono in tutto 11 paia. Situati tra costola e costola, i muscoli intercostali esterni costituiscono la componente più superficiale dei muscoli intercostali. Oltre ai muscoli intercostali esterni, i muscoli intercostali comprendono anche i muscoli intercostali interni, i quali risiedono immediatamente dietro gli intercostali esterni, e i muscoli intercostali intimi, i quali prendono posto posteriormente agli intercostali interni. Muscoli Inspiratori ed Espiratori Accessori (o Ausiliari) Prendono il nome di muscoli inspiratori accessori e muscoli espiratori accessori tutti i muscoli del corpo umano al servizio della cosiddetta respirazione forzata; la respirazione forzata è la respirazione messa in atto quando c'è necessità di un 34 maggiore apporto di ossigeno, come per esempio in occasione di uno sforzo fisico o di una condizione clinica che deprime le capacità respiratorie a riposo. Muscoli dell’arto inferiore A partire dalla zona posteriore notiamo immediatamente il grande gluteo. Sopra il grande gluteo è presente il medio gluteo mentre in profondità troviamo il piccolo gluteo. Anteriormente notiamo il tensore della fascia lata che è un piccolo muscolo che sfocia in un lungo tendine che prosegue per tutta la lunghezza della coscia Intorno all’articolazione con il femore originano una serie di muscoli disposti a raggiera che sono: piriforme, gemello superiore, otturatorio interno, otturatorio esterno, gemello inferiore e quadrato del femore Nella zona anteriore troviamo il quadricipite femorale che si suddivide in 4 corpi: retto del femore, vasto laterale, vasto mediale e vasto intermedio. Il quadricipite si ancora con i suoi 4 corpi attraverso un unico legamento detto legamento rotuleo o patellare Il sartorio è un muscolo particolare in quanto origina lateralmente, passa superiormente al quadricipite femorale fino ad arrivare alla tibia A livello mediale/interno coscia troviamo il gracile e più in profondità e posteriormente la famiglia degli adduttori (avvicinano la gamba all’asse mediale) 35 Posteriormente a livello della coscia troviamo invece il bicipide femorale, il semitendinoso e il semimebranoso (da laterale a mediale). Muscoli della gamba Prima di tutto troviamo il tibiale anteriore (anteriormente alla tibia) seguito lateralmente dal peroniero lungo e dal peroniero breve. Posteriormente abbiamo il tricipite surale che è formato dal gastrocnemio nelle sue due parti laterale e mediale e dal soleo che è più in profondità L’inserzione del soleo e dei due gastrocnemi è il tendine calcaneale o anche detto tendine d’achille ARTICOLAZIONI Altri appunti 36 37