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Anatomia Umana me

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Per iniziare a parlare di questa materia bisogna definire una posizione anatomica di
riferimento: gambe leggermente divaricate, faccia dritta e palmi delle mani rivolti in avanti.
Da qui possiamo poi definire i piani di divisione anatomica che sono essenzialmente tre:
➢ SAGGITALE o MEDIANO: divide il corpo in una porzione di destra e una di sinistra.
➢ CORONALE o FRONTALE: divide il corpo in una porzione anteriore e una posteriore
➢ ORIZZONTALE o TRASVERSO: divide il corpo in una porzione superiore e una
inferiore
➢ PIANO OBLIQUO: qualsiasi piano non parallelo altri altri sopra descritti
Scheletro e Ossa
L’osso e lo scheletro nel nostro corpo svolgono diverse funzioni:
➢ Sostegno: le ossa delle gambe, della pelvi e della colonna mantengono il
corpo eretto e quasi tutte forniscono sostegno per i muscoli.
➢ Movimento:i muscoli scheletrici servirebbero a poco se non fossero attaccati
alle ossa e non fossero capaci di muoverle
➢ Protezione:le ossa racchiudono e proteggono organi e tessuti delicati come il
cervello, il midollo spinale, il cuore, i polmoni, i visceri pelvici e il midollo
osseo.
➢ Produzione di sangue:il midollo osseo è il principale produttore di cellule del
sangue, comprese quelle del sistema immunitario
➢ Equilibrio elettrolitico:serbatoio principale di calcio e fosfato che vengono
rilasciati al momento del bisogno.
➢ Equilibrio acido-base:il tessuto osseo tampona il sangue contro le eccessive
modificazioni del PH.
➢ Disintossicazione: il tessuto osseo assorbe i metalli pesanti ed altri elementi
estranei dal sangue per mitigare i loro effetti tossici su altri tessuti
Caratteristiche generali delle ossa
Le ossa sono formate da tessuto osseo che è un tessuto connettivo con la matrice
extracellulare mineralizzata (principalmente depositi di fosfato di calcio ma anche
altri minerali).
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Le ossa hanno un guscio esterno che prende il nome di osso compatto (denso) che
di solito racchiude una forma di tessuto osseo meno densamente organizzato
chiamato osso spugnoso.
L’osso spugnoso è detto anche trabecolare in quanto è costituito da trabecole in
grado di posizionarsi nelle zone in cui l’osso è assoggettato ad una notevole
sollecitazione.
La parte interna dell’osso è caratterizzata da una cavità midollare che contiene per
l’appunto il midollo osseo, fonte essenziale di produzione delle cellule del sangue.
La durezza dell’osso è data dalla parte di osso compatto esterna che permette di
resistere a notevoli forze mentre l’elasticità è data dall’osso spugnoso che grazie alle
trabecole sostiene eventuali sollecitazioni esterne, se l’osso fosse troppo duro si
romperebbe più facilmente.
Le ossa vengono suddivise in base alla loro dimensione in:
➢ ossa lunghe: in cui la lunghezza supera la larghezza e vedono principalmente
le ossa degli arti come il femore o l’omero.
➢ ossa brevi:hanno lunghezza e larghezza simili e comprendono
principalmente le ossa del tarso e del carpo che sono in grado di scivolare
l’una sull’altra.
➢ ossa piatte: hanno la principale funzione di racchiudere organi e forniscono
un'ampia superficie di attacco per i muscoli.Di queste ossa fanno parte quelle
del cranio, le coste, lo sterno e altre.
➢ ossa irregolari: hanno forma irregolare e non rientrano in nessuna di queste
categorie(sfenoide, etmoide ecc )
Le ossa lunghe hanno come caratteristica principale due parti estreme, una
prossimale e una distale che prendono il nome di epifisi e una parte centrale più
lunga che prende il nome di diafisi.
Esternamente un osso è ricoperto da una guaina detta periostio ovvero uno strato
esterno fibroso e resistente di collagene, il periostio fornisce un solido attacco per
muscoli e tendini alle ossa.Il tessuto osseo è irrorato internamente da vasi sanguigni
che penetrano all’interno dell’osso attraverso i forami nutritizi. La superficie interna
dell’osso invece prende il nome di endostio. Le estremità delle ossa spesso non
presentano uno periostio ma un sottile strato di cartilagine ialina, detta cartilagine
articolare che rende il movimento delle articolazioni molto più facile.
Ossa della testa o Cranio
La testa è la parte più alta (o craniale) del corpo ed è unita al tronco tramite il collo.
Le ossa della testa costituiscono nel loro insieme il cranio; nel caso di un cadavere
questa stessa parte di scheletro può anche essere chiamata teschio.
Lo scheletro della testa (ovvero il cranio o teschio) viene distinto in due parti in
continuità tra di loro:
➢ il neurocranio o scatola cranica, che è la parte dorsale e craniale;
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➢ il viscerocranio o splancnocranio o scheletro della faccia, che è la parte
ventrale e caudale.
Queste due parti presentano delle ossa proprie e alcune ossa in comune
Neurocranio o scatola cranica
Il neurocranio è costituito per la massima parte da ossa piatte che delimitano la
cavità cranica in cui è racchiuso l’encefalo. Esso rappresenta la parte
posterosuperiore del cranio. La parte superiore prende il nome di volta cranica o
calotta cranica
Le sue ossa sono 8 in totale, frontale, le 2 parietali, le 2 temporali, occipitale,
sfenoide, etmoide.
Osso frontale
L’osso frontale contribuisce alla formazione sia del neurocranio sia del viscerocranio,
costituisce la maggior parte del tetto delle cavità orbitarie.
È situato anteriormente all’etmoide e allo sfenoide, ed è costituito da due porzioni:
➢ una porzione verticale o squama, convessa anteriormente;
➢ una porzione orizzontale, che si estende verso dietro, a sua volta
suddivisibile in:
➔ due porzioni laterali o parti orbitarie
➔ una parte centrale o nasale
In corrispondenza del sopracciglio presenta una cresta detta margine
sopraorbitario e il centro di ciascun margine è perforato da un singolo foro
sopraorbitario che da il passaggio a un nervo, un'arteria e una vena
Le 2 ossa parietali
Le due ossa parietali costituiscono la maggior parte della calotta cranica.
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Anteriormente confina con l’osso frontale attraverso la sutura coronale,
posteriormente confina con l’osso occipitale attraverso la sutura lambdoidea,
lateralmente confina con le due ossa temporali attraverso la sutura squamosa.
Le due fosse sono invece unite tra di loro attraverso una sutura che prende il nome
di sutura sagittale.
L'Osso Parietale è un osso pari di forma vagamente quadrangolare.
Ognuna di queste ossa presenta due facce; quattro margini e quattro angoli.
Le due facce sono:
➢ Endocrina (interna)
➢ Esocrina (esterna)
I quattro margini sono:
➢ Superiore (o sagittale)
➢ Anteriore (o frontale)
➢ Inferiore (o squamoso)
➢ Posteriore (o occipitale)
I quattro angoli sono:
➢ Angolo frontale
➢ Angolo sfenoidale
➢ Angolo occipitale
➢ Angolo mastoideo
Le 2 ossa temporali
Le ossa temporali definiscono principalmente le pareti laterali del cranio e parte del
pavimento della cavità cranica.
Confinano posteriormente con l’osso occipitale, superiormente con l’osso parietale e
anteriormente con lo sfenoide e l’osso zigomatico.
Le ossa temporali si suddividono in diverse zone, precisamente in 4:
➢ parte squamosa: è relativamente piatta ed è circondata dalla sutura
squamosa, le caratteristiche principali sono il processo zigomatico che si
allunga anteriormente fino all’osso zigomatico e la fossa mandibolare
inferiormente che serve per l’attacco dell’articolazione della mandibola.
➢ parte timpanica: è un piccolo anello osseo che delimita il meato acustico
esterno e possiede sulla sua superficie inferiore un piccolo processo
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appuntito molto importante che prende il nome di processo stiloideo
importante per l’attacco di diversi muscoli della lingua e dell’osso ioide.
➢ parte mastoidea: si trova posteriormente alla parte timpanica ed è
caratterizzata un grosso processo detto processo mastoideo il quale è
riempito con piccoli seni d’aria che comunicano con la cavità dell’orecchio
medio.
Inferiormente troviamo un solco detto insicura mastoidea, sito di attacco del
muscolo digastrico, anteriormente è articolata da un foro stilomastoideo e
posteriormente da uno mastoideo.
➢ parte petrosa: può essere individuata sul pavimento del cranio e separa la
fossa cranica media da quella posteriore.
Essa ospita le cavità dell’orecchio medio, interno e il meato acustico interno
fondamentale per il passaggio dei nervi acustici e dell’equilibrio verso il
cervello.
Inferiormente troviamo inoltre il canale carotideo per il passaggio della
carotide interna (principale rifornimento di sangue per il cervello) e il foro
giugulare per la vena giugulare interna che si apre tra l’osso temporale e
l’osso occipitale
Osso occipitale
L’osso occipitale conclude il cranio posteriormente confinando con le ossa temporali,
parietali e lo sfenoide inferiormente.
La caratteristica principale dell’osso occipitale è data dal forame magno che si trova
inferiormente ed è il foro che permette la comunicazione tra la colonna vertebrale e il
relativo canale vertebrale.
Anteriormente al forame magno troviamo due condili detti condili occipitali,
all’estremità anterolaterale di ogni condilo è presente un canale detto canale
dell’ipoglosso dove passa il nervo ipoglosso che rifornisce i muscoli della lingua.
Posteriormente quest’osso presenta una protuberanza detta protuberanza
occipitale che è sito di attacco del legamento nucale, dalla protuberanza si diparte
orizzontalmente la linea nucale superiore e inferiormente quella inferiore, entrambi
funzionano da sito di attacco per diversi muscoli del collo.
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Osso sfenoide
Lo sfenoide fa parte delle ossa irregolari in quanto risulta essere molto complesso.
Esso si può dividere in un corpo centrale compatto e in due zone laterali formate da
ali (grandi e piccole) che determinano una composizione simile a una falena.
Le piccole ali definiscono il margine posteriore della fossa cranica anteriore e
sfociano nelle grandi ali che determinano la maggior parte della fossa cranica media
e parte delle pareti laterali del cranio.
La piccola ala forma la parete posteriore dell’orbita e contiene il foro ottico che
permette il passaggio del nervo ottico e dell’arteria oftalmica, il nervo ottico è protetto
da prolungamenti delle piccole ali detti processi clinoidei anteriori.
Uno squarcio nella parete posteriore dell’orbita, la fessura orbitale superiore si trova
lateralmente al foro ottico, tale squarcio serve per il passaggio dei nervi che
riforniscono i muscoli che muovono gli occhi.
Il corpo dello sfenoide invece è caratterizzato da una sporgenza detta sella turcica la
quale si divide in tre parti:
➢ fossa ipofisaria: si posiziona centralmente e accoglie l’ipofisi
➢ tubercolo della sella: si posiziona anteriormente
➢ dorso della sella: si posizione posteriormente
Lateralmente alla sella turcica sono presenti diversi fori come il foro rotondo e il foro
ovale che sono i passaggi per i due rami del nervo trigemino.Troviamo inoltre il foro
spinoso dove passa un’arteria delle meningi e un foro lacero che si trova tra l’osso
occipitale, il temporale e lo sfenoide; quest’ultimo è riempito da cartilagine e non è
attraversato da nervi.
Inferiormente lo sfenoide definisce le coane o aperture nasali posteriori,
lateralmente a queste aperture lo sfenoide mostra un paio di lamine parallele dette
lamina pterigoidea mediale e laterale che terminano ciascuna in una estensione
detta processo pterigoideo, tali lamine e processi forniscono attacco a diversi
muscoli mascellari.
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Osso etmoide
L’etmoide invece è presente nella parte anteriore del cranio, localizzato tra gli occhi.
Contribuisce a costituire la parete mediale dell’orbita, tetto e pareti della cavità
nasale e il setto nasale.
Tale osso è suddivisibile in tre parti principali:
➢ lamina perpendicolare: lamina sottile verticale che forma i due terzi superiori
del setto nasale (parte inferiore data dal vomere), tale lamina divide le cavità
nasali generando le fosse nasali (destra e sinistra); spesso il setto è curvo
verso una fossa o l’altra.
➢ lamina cribrosa: si erge perpendicolarmente alla lamina perpendicolare e
forma il tetto della cavità nasale, tale lamina presenta una cresta mediana
detta cristo galli, punto di ancoraggio per la dura madre, ad ogni lato della
cresta è presente un’area depressa con parecchi fori detti fori
cribrosi(olfattivi).In queste depressioni poggiano i bulbi olfattivi e nei fori ci
passano i relativi nervi
➢ labirinto: il labirinto è un’ampia massa presente a destra e a sinistra della
lamina perpendicolare, contiene numerose cellule etmoidali (spazi d’aria) che
contribuiscono al seno etmoidale.
La superficie laterale del labirinto è detta lamina orbitale e determina parte
della parete mediale dell’orbita. Medialmente il labirinto crea delle lamine
intrecciate dette turbinati superiori e medi. I turbinati occupano gran parte
della cavità nasale e sono fondamentali per fare entrare l’aria in un moto
vorticoso che procede a riscaldarla e pulirla prima che entri nei polmoni.
Viscerocranio
Il viscerocranio rappresenta la parte anteroinferiore del cranio.
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Le ossa del viscerocranio delimitano cavità viscerali (ovvero che accolgono organi),
come le cavità orbitarie, o cavità rivestite da mucosa, come le cavità nasali e la
cavità orale.
Le ossa del viscerocranio sono in numero di 14, strettamente unite da suture,
eccetto la mandibola che è mobile. Di queste ossa, ben 12 ossa sono pari e
simmetriche (cioè per ogni osso sul lato destro del cranio ne esiste uno speculare
sul lato sinistro, dunque ciascuna delle seguenti ossa è presente in duplice copia,
una destra e una sinistra):
Ossa mascellari
L'Osso Mascellare è un osso di derivazione membranosa, deriva da tutte quelle ossa
che compongono lo scheletro facciale.
Esso deriva infatti, da cinque abbozzi membranosi fusi tra loro che lo lasciano diviso
in due porzioni indicate come pre e post mascellare.
L'Osso Mascellare è importante perché concorre a sostenere l'arcata dentale
superiore e delimita le cavità nasali.
Presenta un corpo e quattro processi ossei.
Si descrivono quattro facce a livello del corpo:
➢ Faccia anteriore
➢ Faccia mediale
➢ Faccia superiore
➢ Faccia infratemporale
Processi ossei:
➢ Frontale
➢ Zigomatico
➢ Palatino
➢ Alveolare
Ossa palatine
Si trovano nella cavità nasale posteriore, è un osso a forma di L costituito da una
piastra orizzontale che conclude la parte posteriore del palato e una piastra
perpendicolare che delimita la cavità nasale dalla cavità orbitale.
L’unica caratteristica è un grande foro palatino per il passaggio di un nervo
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Ossa zigomatiche
Le ossa zigomatiche invece sono le ossa che determinano gli zigomi e hanno la
forma di T rovesciata.Si lega al processo zigomatico dell’osso temporale, alla
mascella e all’osso frontale.
Ossa nasali
Sono due piccole ossa rettangolari che formano il ponte del naso e sorreggono le
cartilagini che danno forma alla sua porzione inferiore
Turbinati nasali inferiori
Determina assieme ai turbinati dell’etmoide il riscaldamento e la purificazione
dell’aria.
Soltanto 2 ossa sono impari e mediane:
Il vomere
Piccola lamina che assieme all’etmoide determinata il setto nasale. Questo
determina l’ultimo terzo del setto nasale.
Sorregge, assieme alla lamina perpendicolare una parete della cartilagine del setto
la mandibola.
La mandibola è l’osso più forte della testa e quello che ha anche maggiore mobilità.
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Essa è formata da un corpo mandibolare e da due prolungamenti che da verticali a
obliqui determinano i due rami della mandibola, il corpo e i rispettivi rami si
incontrano nell’angolo mandibolare.
Il corpo della mandibola vede esternamente una protuberanza detta protuberanza
mentoniera, internamente invece sono presenti due spine dette spine mentoniere
che servono per l’attacco di diversi muscoli del mento, sulla superficie
anterolaterale della mandibola è presente il foro mentoniera per il passaggio di
nervi e vasi sanguigni del mento.
L’angolo della mandibola ha una superficie ruvida detta tuberosi masseterina per
l’inserzione del muscolo massetere (muscolo masticatorio).
Ciascun ramo della mandibola assume una forma a Y in cui il prolungamento
posteriore è detto processo condiloideo con i rispettivi condili che vanno ad
articolarsi con la fossa mandibolare dell’osso temporale (articolazione
temporomandibolare). L’arco a forma di U tra i due processi prende il nome di
insicura mandibolare. Appena sotto tale incisura è presente il foro mandibolare nel
quale passano vasi sanguigni e nervi per i denti inferiori.
Osso ioide: l’osso del collo
L’osso ioide si trova legato alla laringe ed è a forma di U.
Esso è sospeso superiormente legato con muscoli e legamenti stiloidei ai processi
stiloidei dell’osso temporale. Il corpo dell’osso ioide è fiancheggiato su entrambi i lati
da proiezioni simili a corni chiamate corno maggiore e corno minore. L’osso ioide
serve come punto di ancoraggio di diversi muscoli della mandibola, della lingua e
della laringe
Colonna vertebrale
Su altri appunti
Gabbia toracica
La gabbia toracica è costituita da 12 paia di costole, lo sterno e le 12 vertebre
toraciche della colonna vertebrale.
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La gabbia toracica fornisce una protezione per i polmoni, cuore ed aiuta anche nel
processo respiratorio.
Le coste si legano posteriormente alle vertebre toraciche e anteriormente allo sterno,
ad eccezione delle ultime 2
Sterno
Situato al centro del torace, lo sterno è l'osso impari, lungo e piatto, su cui
s'inseriscono, per mezzo delle cosiddette cartilagini costali, le prime 7 paia di
costole.
Gli anatomisti lo suddividono in tre regioni, denominate:
➢ manubrio → è la regione di sterno più alta, possiede un’incisura
sovrasternale superiore e due incisure laterali chiamate incisure
clavicolari perchè si articolano con le clavicole
➢ corpo → è la regione di sterno intermedia, collocata tra manubrio e processo
xifoideo, possiede forma allungata e, grazie a una serie di depressioni
presenti su entrambi i lati, offre un ancoraggio totale a 4 paia di costole e un
ancoraggio parziale a 2 paia di costole
➢ processo xifoideo → è la regione di sterno più bassa e serve come attacco
per alcuni muscoli addominali
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Coste
Le costole sono le 24 ossa affusolate e ricurve, disposte in paia.
Osservando una classica immagine frontale della gabbia toracica dall'alto verso il
basso, appare subito chiaro che:
➢ Le prime 7 paia di costole trovano inserzione diretta nello sterno, attraverso le
cartilagini costali;
➢ L'ottavo, il nono e il decimo paio di costole trovano aggancio sulle cartilagini
costali del paio di costole immediatamente precedenti. Vale a dire che l'ottavo
paio di costole si fissa alle cartilagini costali del settimo paio di costole; il nono
paio di costole si fissa alle cartilagini costali dell'ottavo paio di costole; e così
via;
➢ L'undicesimo e il dodicesimo paio sono liberi e anche decisamente più corti
delle paia precedenti.
In un generica costola, gli anatomisti riconoscono tre regioni principali, che sono:
➢ L'estremità posteriore → è la regione di collegamento con la vertebra da
cui la costola in questione trae origine; presenta due aree particolari,
chiamate testa e collo.
➢ L'estremità anteriore → è la regione di collegamento con le cartilagini
costali; le cartilagini costali sono parti integranti delle costole, ma, data la loro
natura cartilaginea, gli esperti di anatomia hanno preferito distinguerle con
una denominazione specifica.
➢ Il corpo → è la regione compresa tra l'estremità posteriore e l'estremità
anteriore.
Ogni due costole sovrapposte intercorre uno spazio vuoto, che in gergo specialistico
prende il nome di spazio intercostale. Nei vari spazi intercostali prendono posto i
muscoli intercostali, i nervi intercostali, vasi sanguigni arteriosi e vasi sanguigni
venosi.
Costole vere e costole false
In anatomia, è diffusa la distinzione delle costole in due categorie: le costole vere e
le costole false.
Sono vere le costole che si uniscono direttamente allo sterno tramite le cartilagini
costali, quindi le coste che costituiscono le prime 7 paia superiori.
Sono false, invece, le costole connesse alle cartilagini costali appartenenti al paio di
costole precedenti e le costole completamente libere (coste false fluttuanti); in altre
parole, sono false le costole dall'ottavo al dodicesimo paio.
Cingolo scapolare
Il cingolo scapolare è caratterizzato dalla scapola e dalla clavicola, è essenziale per
sostenere gli arti superiori e unirli allo scheletro assiale.
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Scapola
La scapola è un osso piatto sottile di forma triangolare che si proietta posteriormente
al torace, dalla terza alla settima costa toracica. Presenta una faccia interna ed una
esterna, tre margini e tre angoli.
La superficie anteriore prende il nome di fossa sottoscapolare, è abbastanza liscia
e priva di caratteristiche.
La superficie posteriore presenta una spina scapolare che divide la scapola in una
zona superiore detta fossa sovraspinata e una zona inferiore detta fossa
infraspinata
I tre angoli sono:
➢ Acromion → è un’estensione della spina, si articola alla clavicola
➢ Processo coracoideo → fornisce l’attacco a vari muscoli del braccio
➢ Cavità glenoidea → permette l’articolazione con l’omero
Clavicola
La clavicola, nonostante le sembianze di osso lungo, è un osso piatto per
caratteristiche e formazione.
Ha una forma a S, un’estremità sternale e una scapolare
Arto superiore
L’arto superiore è caratterizzato dall’omero che articola direttamente con la scapola,
dall’avambraccio costituito dal radio e dall’ulna e poi dal carpo che si articola con la
mano
Omero
L'omero è l'osso pari del corpo umano che costituisce lo scheletro di ciascun
braccio.
Situato tra scapola (principale osso della spalla) e ossa dell'avambraccio (radio e
ulna), partecipa alla formazione di due importanti articolazioni dell'arto superiore:
l'articolazione della spalla e l'articolazione del gomito.
Esso è formato da 3 regioni:
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➢ l'estremità prossimale (o epifisi prossimale) → è la porzione più vicina
alla scapola e con cui si articola, attraverso una sezione chiamata testa
➢ Il corpo (o diafisi) → è la porzione compresa tra le due epifisi e nella quale
trovano inserzione diversi muscoli del braccio
➢ l'estremità distale (o epifisi distale) → è la porzione attigua a ulna e
radio, le ossa con cui forma l'articolazione del gomito
Radio
Il radio è l'osso pari che, insieme all'ulna, costituisce lo scheletro di ciascun
avambraccio.
L'avambraccio è la regione anatomica dell'arto superiore compresa tra il braccio,
superiormente, e la mano, inferiormente.
Appartenente alla categoria delle ossa lunghe, il radio forma due importanti
articolazioni del corpo umano: una con l'osso del braccio (l'omero), chiamata
articolazione del gomito, e un'altra con le ossa carpali della mano, denominata
articolazione del polso.
Esso è formato da 3 regioni:
➢ l'estremità prossimale (o epifisi prossimale) → è fondamentale per
articolarsi con l'omero
➢ il corpo (o diafisi) → ospita numerosi muscoli dell'avambraccio e della
mano
➢ l'estremità distale (o epifisi distale) → è rilevante per la sua unione alle
ossa carpali prossimali, scafoide e semilunare
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Ulna
L'ulna è l'osso pari che, insieme al radio, compone lo scheletro di ciascun
avambraccio.
L'avambraccio è la regione anatomica dell'arto superiore compresa tra il braccio,
superiormente, e la mano, inferiormente.
Appartenente alla categoria delle ossa lunghe, l'ulna è protagonista di due importanti
articolazioni del corpo umano: una con l'osso del braccio (l'omero), chiamata
articolazione del gomito, e un'altra con le ossa carpali della mano, denominata
articolazione del polso.
Essa è formato da 3 regioni:
➢ l'estremità prossimale (o epifisi prossimale) → è la porzione ossea più
vicina all'omero e con il quale si articola
➢ Il corpo (o diafisi) → è la porzione centrale, compresa l'epifisi prossimale e
l'epifisi distale
➢ l'estremità distale (o epifisi distale) → è la porzione attigua alle ossa
carpali, che rappresentano il primo tratto dello scheletro della mano
Carpo
Il carpo è, nell'essere umano, l'insieme di 8 ossa che, in ogni mano, prende posto tra
le estremità inferiori di radio e ulna e le estremità iniziali dei 5 metacarpi.
Note anche come ossa carpali, le ossa che costituiscono il carpo sono: lo scafoide, il
semilunare, il triquetro, il pisiforme, il trapezio, il trapezoide, il capitato e l'uncinato.
Il carpo dà inserzione a numerosi legamenti, tra cui: il legamento carpale trasverso, i
legamenti del polso, i legamenti delle articolazioni intercarpali e i legamenti delle
articolazioni carpo-metacarpali.
Il carpo è fondamentale per la corretta funzionalità dell'articolazione del polso.
Le principali problematiche che possono interessare il carpo sono le fratture a carico
di scafoide, semilunare, triquetro, trapezio o uncinato.
Ossa della mano
Le ossa della mano sono, nell'essere umano, la struttura scheletrica del tratto
terminale di ciascun arto superiore. Sono complessivamente 27
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Si possono suddividere in tre grandi gruppi:
➢ Le ossa del carpo (od ossa carpali o carpo) → rappresentano la porzione
prossimale dello scheletro della mano
➢ Le ossa metacarpali (o metacarpi) → rappresentano la porzione
intermedia dello scheletro della mano
➢ Le ossa delle dita della mano (o falangi della mano) → rappresentano la
porzione distale dello scheletro della mano
Arto inferiore e cingolo pelvico
Cingolo pelvico
La pelvi, o bacino, è la parte inferiore del tronco del corpo umano, compresa tra
l'addome, superiormente, e le cosce, inferiormente.
Della pelvi fanno parte: le ossa del bacino, che formano una struttura nota anche
come cintura pelvica; la cavità pelvica, che è lo spazio racchiuso dalla cintura
pelvica; il pavimento pelvico, che è sostanzialmente la base della cavità pelvica;
infine, il perineo, che è l'area anatomica sottostante il pavimento pelvico
La pelvi femminile presenta alcune differenze dalla pelvi maschile, soprattutto per
quanto riguarda la disposizione delle ossa del bacino e dello spazio interno che tali
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ossa creano (cavità pelvica). Tali differenze sono legate alla riproduzione e al fatto
che la pelvi femminile è la sede di sviluppo e accrescimento del feto.
La pelvi ha tre importanti funzioni: sostiene e, al tempo stesso, scarica sugli arti
inferiori il peso della parte superiore del corpo; ospita articolazioni e muscoli
fondamentali alla locomozione e alla postura eretta; per finire, racchiude e protegge
gli organi come la vescica, l'uretra, l'intestino retto l'utero (nella donna), le ovaie
(nella donna), le tube di Falloppio (nella donna), la prostata (nell'uomo) ecc.
La pelvi comprende:
➢ Le ossa del bacino (od ossa pelviche);
➢ La cavità pelvica, spazio risultante dalla particolare disposizione delle ossa
del bacino;
➢ Il pavimento pelvico, che fa da base alla cavità pelvica;
➢ Il perineo, collocato al di sotto della cavità pelvica.
Femore
Il femore è l'osso che risiede all'interno della coscia, cioè la parte superiore di
ciascun arto inferiore, è l’osso più lungo.
Appartenente alla categoria delle ossa lunghe, presenta tre porzioni principali:
➢ l'estremità prossimale, che si articola con il bacino;
➢ il corpo centrale, che ha la forma di una clessidra;
➢ l'estremità distale, che si articola con la tibia per formare l'articolazione del
ginocchio.
Ciascuna porzione ha una particolare anatomia e possiede alcune zone specifiche,
che fungono sia da punto d'origine sia da punto d'inserzione per muscoli e
legamenti.
Il femore è fondamentale per la ripartizione del peso corporeo lungo tutto l'arto
inferiore e per la locomozione.
CORPO DEL FEMORE
Il corpo è la regione centrale del femore, compresa tra l'estremità prossimale e
l'estremità distale.
Ha un aspetto simile a una clessidra: largo nelle zone periferiche e stretto al centro.
La sua superficie posteriore presenta un'anatomia particolare: nel mezzo, c'è una
cresta ossea con orientamento longitudinale - la cosiddetta linea aspra - che si
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biforca sia superiormente (quindi in direzione dell'estremità prossimale) sia
inferiormente (quindi in direzione dell'estremità distale).
Tibia
La tibia è l'osso pari, che insieme al perone (rispetto al quale è in posizione mediale),
costituisce lo scheletro di ciascuna gamba.
Situato tra femore (superiormente) e scheletro del piede (inferiormente), concorre
alla formazione di due articolazioni essenziali per il movimento dell'intero arto
inferiore: l'articolazione del ginocchio e l'articolazione della caviglia.
suddivisa in tre porzioni:
➢ l'estremità prossimale (o epifisi prossimale), è la porzione più vicina al
femore e che compone il ginocchio
➢ il corpo (o diafisi), è la porzione compresa tra epifisi prossimale ed epifisi
distale; ha il compito di accogliere diversi muscoli della gamba e del piede.
➢ l'estremità distale (o epifisi distale), è rilevante per la sua unione
all'astragalo, una delle sette ossa tarsali del piede
Perone
Il perone è l'osso pari, che insieme alla tibia (rispetto alla quale è in posizione
laterale), costituisce lo scheletro di ciascuna gamba.
Situato tra femore (superiormente) e scheletro del piede (inferiormente), concorre
alla formazione di un'articolazione molto importante per i movimenti del piede:
l'articolazione della caviglia.
suddivisa in tre porzioni:
➢ l'estremità prossimale (o epifisi prossimale), è la porzione più vicina al
femore (ma con il quale non entra in diretto contatto)
➢ Il corpo (o diafisi), è la porzione compresa tra epifisi prossimale ed epifisi
distale; ha il compito di ospitare diversi muscoli della gamba e del piede
➢ l'estremità distale (o epifisi distale), è la porzione attigua all'astragalo,
una delle sette ossa tarsali del piede
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Piede
Il piede è la struttura anatomica posta all'estremità distale di ciascun arto inferiore
del corpo umano.
E’ caratterizzato dalle ossa tarsali, metatarsali e falangi:
➢ Ossa tarsali, Situate appena sotto l'articolazione della caviglia, sono in tutto
7 elementi ossei di forma irregolare: il talo (o astragalo), il calcagno, il
navicolare, il cuboide e i tre cuneiformi (laterale, intermedio e mediale).
Il talo e il calcagno rappresentano le ossa prossimali del tarso e ricoprono
un ruolo fondamentale nella formazione della caviglia, cioè l'articolazione che
consente la dorsiflessione e la plantarflessione del piede. Nella fattispecie, il
margine superiore del talo prende posto all'interno del mortaio, la concavità
formata dalle estremità inferiori di tibia e perone. Il calcagno funge da punto
d'inserzione per un paio di legamenti fondamentali (il legamento
tibio-calcaneale e il legamento calcaneo-fibulare).
➢ Metatarsali, appartenenti alla categoria delle ossa lunghe, sono in tutto 5
elementi, si articolano con le falangi
➢ Falangi, Le falangi più prossime alla testa dei metatarsi prendono il nome di
falangi prossimali; a partire da queste, le successive sono dette mediali e
distali.
Sistema muscolare
Il sistema muscolare così come il sistema scheletrico presenta delle funzionalità
importanti.
E’ indispensabile per il movimento, per la stabilità del corpo (mantengono la
postura), per la produzione di calore (producono l’85% del calore corporeo, vitale per
il funzionamento degli enzimi), per il controllo delle aperture dei passaggi del
corpo(sfintere anale, muscoli che circondano la bocca ecc.) e per il controllo
glicemico nel sangue.
Un generico muscolo scheletrico è composto da tessuto muscolare ovviamente ma
anche da tessuto connettivo, nervoso e da vasi sanguigni.
Per quanto riguarda gli elementi del tessuto connettivo troviamo:
➢ Endomisio: è una guaina che circonda ogni fibra muscolare
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➢ Perimisio: le fibre muscolari sono unite tra di loro tramite il permisio che
trasporta anche nervi e vasi sanguigni più grandi rispetto a quelli
dell’endomisio
➢ Epimisio: è una guaina che circonda l’intero muscolo. Sulla sua superficie
esterna esso termina nella fascia mentre sulla superficie interna crea
proiezioni tra i fascicoli per formare il perimisio
I muscoli vengono classificati anche in base alla loro forma:
➢ Fusiformi, spessi al centro e sottili alle estremità (bicipite brachiale)
➢ Paralleli, larghezza uniforme e fasci paralleli (retto dell’addome), permettono
al muscolo un maggiore accorciamento, generando, così, un movimento
ampio (maggiore escursione articolare) e veloce
➢ Triangolari, a forma di ventaglio, ampi da una parte, convergono poi sul
tendine dell’altra
➢ Pennati, le fibre sono disposte in direzione obliqua, la contrazione è limitata
ma permette di compattare un gran numero di fibre in un'area trasversale
minore; di conseguenza, il maggior numero di fibre garantisce lo sviluppo di
20
una forza notevole, superiore rispetto a quella generata dai muscoli a fasci
paralleli.
Si dividono in:
● Monopennati
● Bipennati
● Multipennati
➢ Circolari, formano anelli attorno ad alcune aperture del corpo
I muscoli si legano all’osso tramite i tendini, il tendine si allarga a livello del muscolo
originando l’epimisio.
Questo tessuto è fatto da un’organizzazione estremamente precisa di 2 tipi di
proteine: filamenti di actina che forma i filamenti sottili e filamento di miosina che
forma i filamenti spessi.
Questa è una sezione allungata, ci sono 3
fibre/cellule muscolari, vediamo che i nuclei
sono schiacciati in periferia e gli organelli
che vediamo sono pochi, tutto il resto del
citoplasma è occupato da un’organizzazione
estremamente regolare di filamenti di actina
e miosina che danno la striatura al muscolo.
I 2 filamenti nella fibra muscolare si
organizzano in una struttura molto ripetuta
chiamata SARCOMERO, il lavoro del
muscolo (accorciarsi, contrarsi e tornare alla posizione originale) dipende dallo
scorrimento dei 2 filamenti presenti nelle fibre muscolari
I sarcomeri
Questa è l’unità di base del sarcomero, esso è ripetuto migliaia di volte all’interno
della fibra muscolare.
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Ci sono i filamenti di miosina (rosa) che sono più spessi e in di fianco ci sono i
filamenti di actina (verdi) più piccoli, è fatto da 2 estremità chiamate linea Z fatte da
una proteina chiamata 𝝰-actinina da queste linee si inseriscono i filamenti di actina e
al centro vi sono i filamenti di miosina, in questi filamenti sono presenti delle teste
che le permettono di scivolare.
Quando c’è lo stimolo, energia e calcio i filamenti di actina si avvicinano, e di
conseguenza anche le linee Z si avvicinano, la fibra muscolare si accorcia ed
avviene la contrazione, quando i filamenti tornano in posizione originale i filamenti si
rilassano.
Tipi di contrazione
Isometrica, per contrazione isometrica si intende essenzialmente la fase iniziale
della contrazione muscolare in cui il muscolo non si accorcia (non varia il volume)
ma sviluppa una potenza atta a sollevare un pero o comunque ad attuare un
movimento.
Quando si è raggiunta la tensione esatta accade che il muscolo avvia la contrazione
isotonica, in cui la potenza sviluppata rimane pressoché costante e varia il volume
del muscolo che si contrae notevolmente.
Tipi di muscolatura
Muscolatura liscia, è una muscolatura involontaria, non decidiamo noi quando
contrarlo. Le cellule muscolari lisce o fibrocellule lisce sono piccole ed indipendenti,
non è un sincizio, non sono striate perché non sono presenti i sarcomeri (ci sono i
filamenti di actina e miosina ma non sono così estremamente regolari).
Muscolatura striata, è volontaria, ripetizione precisa dei sarcomeri
Muscolatura cardiaca, ibrido tra i due precedenti, istologicamente è assimilabile
alla muscolatura scheletrica ma è involontaria dal punto di vista funzionale
Muscoli della testa e del collo
Nella parte superiore della testa troviamo essenzialmente due muscoli:
➢ Muscolo frontale, origina a livello della galea aponeurotica (è uno strato
fibroso denso posto nello spessore del tessuto sottocutaneo, tra la cute e il
periostio) e si inserziona a livello del tessuto sottocutaneo delle sopracciglia
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➢ Muscolo occipitale, si trova posteriormente e origina a livello della linea
nucale superiore
Posti a raggiera attorno al meato acustico ci sono:
➢ Muscolo auricolare anteriore
➢ Muscolo auricolare superiore
➢ Muscolo auricolare posteriore
Scendendo a livello del massiccio facciale la muscolatura diventa più complessa in
quanto queste sono maggiormente responsabili della mimica facciale e di altri
movimenti.
I muscoli facciali sono classicamente suddivisi in tre grandi gruppi:
➢ i muscoli facciali della zona oculare,
➢ i muscoli facciali della zona peri-boccale
➢ i muscoli facciali della zona oculare-muscoli estrinseci dell’occhio
I muscoli facciali della zona oculare
Sono presenti:
➢ il muscolo orbicolare dell'occhio
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➢ muscolo corrugatore del sopracciglio;
Come suggerisce il nome del gruppo di appartenenza, questi muscoli risiedono nei
pressi dell'orbita oculare
Il muscolo orbicolare dell'occhio si estende attorno all'orbita oculare e sulla
palpebra superiore, ha la funzione principale di chiudere l’occhio.
Il muscolo corrugatore del sopracciglio è un muscolo molto piccolo, che risiede
superiormente al muscolo orbicolare dell'occhio, serve a corrugare le sopracciglia,
origina a livello mediale del margine sopraorbitario e inserziona alla cute del
sopracciglio
Spostandoci ancora medialmente troviamo il procero che assieme al muscolo
nasale modifica la mimica della zona nasale.
Il nasale origina a livello della mascella laterale al naso e inserzione a livello delle
cartilagini alari del naso.
I muscoli facciali della zona peri-boccale
In questa zona sono presenti:
➢ Muscolo orbicolare della bocca, si estende attorno all'orifizio orale, ha la
funzione di chiudere le labbra
➢ m. zigomatico maggiore, si trova sul margine anteriore dell'osso zigomatico
➢ m. zigomatico minore, si trova sull'osso zigomatico.
➢ m. elevatore del labbro superiore, si trova di fianco al m. zigomatico
minore, ha il compito di innalzare il labbro superiore
➢ m. risorio, situato lateralmente all’orbicolare della bocca e permette di ridere
stendendo lateralmente gli angoli della bocca
➢ m. buccinatore, serve a comprimere le guance
➢ m. depressore dell'angolo della bocca
➢ m. depressore del labbro inferiore
➢ m. mentale
(Gli ultimi due normalmente cooperano tra di loro)
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I muscoli facciali della zona oculare-muscoli estrinseci dell’occhio
I muscoli estrinseci dell’occhio permettono il movimento del bulbo oculare a
differenza di quelli intrinseci che si occupano principalmente di dilatare o contrarre la
pupilla e che appartengono direttamente al bulbo oculare.
Di questi muscoli fanno parte 4 muscoli retti: uno superiore, uno inferiore, uno
laterale e uno mediale.
Ad aggiustare i movimenti che questi muscoli possono far fare all’occhio
intervengono i muscoli obliqui: il muscolo obliquo superiore e il muscolo obliquo
inferiore.
Nella zona superiore è presente anche l’elevatore della palpebra superiore che ha
per l’appunto il compito di elevare la palpebra.
Muscolatura masticatoria
muscoli masticatori sono essenzialmente 4:
➢ Temporale: Si origina dalla fossa temporale; passa sotto il ponte zigomatico e
si inserisce sul processo coronoide della mandibola.
Le azioni principali sono il sollevamento della mandibola con funzione di
chiusura e ad opera dei fasci posteriori, la retrusione della mandibola che
consiste nel portare indietro il condilo.
➢ Massetere: occupa anch'esso la regione laterale del cranio ed ha la forma di
un rettangolo piatto. Esso presenta due capi, uno profondo e l'altro
superficiale, che si intersecano a formare una X.
E’ un muscolo elevatore della mandibola
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➢ Muscolo pterigoideo mediale, ha forma di quadrilatero appiattito. Esso
origina dalla fossa pterigoidea e si inserisce nella faccia mediale dell'angolo
della mandibola.
Questo muscolo ha un'azione sinergica rispetto al Massetere quindi comporta
movimenti in avanti, in alto e soprattutto verso l'interno.
➢ Muscolo pterigoideo laterale, è un bicipite ovvero formato da due capi,
superiore ed inferiore. I due capi hanno lo stesso punto di inserzione ma
origine differente. La contrazione del muscolo ha l'effetto di portare in avanti e
mediamente il condilo omolaterale.
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Muscoli della lingua
I muscoli della lingua sono essenzialmente:
➢ Genioglosso: origina a livello della spina mentoniera e inserziona la superficie
inferiore della lingua. Serve per l’abbassamento e la protrusione della lingua.
➢ Ioglosso: origina a livello dell’osso ioide e si inserziona a livello delle superfici
laterali e inferiore della lingua. Serve per abbassare e retrarre la lingua.
➢ Stiloglosso: origina a livello del processo stiloideo dell’osso temporale e
inserziona la parte superolaterale della lingua. Serve per lo più a retrarre e
innalzare le pareti laterali della lingua.
➢ Palatoglosso: origina livello del palato molle e inserzione a livello della
superficie laterale della lingua. Serve per innalzare la lingua e abbassare il
palato molle
Muscoli del tratto faringeo
A livello della faringe abbiamo tre muscoli che si contraggono nel processo della
deglutizione e sono il costrittore superiore, mediano e inferiore. Servono per
direzionare il cibo all’esofago.
Muscoli del collo
➢ Sternocleidomastoideo: origina a livello del manubrio sternale e a un terzo
mediale della clavicola. Si inserziona a livello del processo mastoideo della
parte mastoidea dell’osso temporale.
Il movimento unilaterale permette di innalzare la testa verso l’alto e ruotare
leggermente verso il lato opposto.
Un movimento bilaterale muove la testa in avanti e in basso come quando
mangiamo.
➢ Platisma: è un muscolo sottile e ampio che origina dall’angolo della bocca,
prosegue sul profilo mandibolare, lateralmente al collo e si inserisce sulla
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clavicola. Ha funzione protettiva e mimica. Quando l’uomo si rade tende
questo muscolo per rendere meno profonda la concavità tra mandibola e
collo.
Muscolatura del tronco
Parte posteriore superficiale
➢ Trapezio, occupa circa i 2/3 della superficie dorsale. Esso si porta
lateralmente superiormente dalla colonna per inserzionarsi a livello della
spina scapolare.
Viene comunemente diviso in tre parti: discendente, trasversa e ascendente
➢ Deltoide, ricopre esternamente la parte laterale dell'articolazione della spalla,
anche questo si inserisce nella spina scapolare
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Spostandosi inferiormente intravediamo parte del muscolo infraspinato o
sottospinato.
La rimanente parte dorsale è occupata principalmente dal gran dorsale.
Parte posteriore profonda (sotto)
Togliendo il trapezio notiamo diversi muscoli:
➢ Sovraspinato, ricoperto dai muscoli trapezio e parte del deltoide, partecipa
alla stabilizzazione dell'articolazione gleno-omerale, favorendo il contatto tra
testa dell'omero e glena della scapola
➢ Elevatore della scapola, è un muscolo biarticolare che origina dai processi
trasversi della 1a-4a vertebra cervicale, partecipa alla stabilizzazione della
scapola
➢ Dentato anteriore, o grande dentato, è situato nella parete laterale del
torace. Origina con 9-10 digitazioni dalla faccia esterna delle prime 10 coste.
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viene comunemente diviso in tre parti: una parte superiore, intermedia e
inferiore
➢ Grande romboide, si trova nella parte superiore del dorso ed è ricoperto dal
muscolo trapezio; esso origina dai processi spinosi della 1-4 vertebra toracica
e si inserisce al margine vertebrale della scapola al di sotto della spina.
Fa aderire strettamente la scapola al torace, la eleva, la ruota internamente e
la adduce.
Se particolarmente debole può portare al distacco delle scapole dalla gabbia
toracica (scapole alate).
➢ Piccolo romboide, fa aderire strettamente la scapola al torace, la eleva, la
ruota internamente e la adduce
Sezionando questi 2 muscoli (↑) individuiamo il
➢ Dentato posteriore superiore, origina dal tratto
inferiore del legamento nucale, dal legamento
sovraspinoso e dai processi spinosi della 7a
vertebra cervicale e delle prime tre vertebre
toraciche.
➢ Dentato posteriore inferiore
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Ancora più in profondità troviamo la presenza dei:
➢ Muscoli erettori della colonna, corrono lungo tutta la colonna vertebrale e
la raddrizzano. Gli erettori della colonna si suddividono dalla parte laterale a
quella mediale in: ileocostale (lombi, dorso e collo), lunghissimo (dorso, collo,
testa), spinale (dorso, collo, testa).
Parte anteriore superficiale
➢ Platisma, trattata precedendemente
➢ Grande pettorale, è il muscolo più rappresentativo del petto, è suddivisibile
in tre parti: la parte clavicolare, la parte sternocostale e la parte addominale
➢ Obliquo esterno dell’addome
Parte anteriore profonda (sotto)
Sotto al gran pettorale troviamo:
➢ Piccolo pettorale
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➢ Dentato anteriore
Nella regione addominale troviamo:
➢ l’obliquo interno dell’addome
➢ trasverso dell’addome
Questi due vengono bloccati anteriormente dal retto dell’addome il quale è
ricoperto da uno strato connettivale di contenimento.
32
Muscoli del braccio
Posteriormente notiamo immediatamente
il tricipite il quale è formato da tre corpi
muscolari: il capo lungo, il capo laterale e il
capo mediale.
Anteriormente invece troviamo il bicipite
brachiale con un capo lungo e un capo
breve.
Sollevando il bicipite troviamo il
coracobrachiale nella parte prossimale e il
brachiale in quella distale.
Il muscolo coracobrachiale e il brachiale
sono sinergici e per questo danno una
potenza maggiore rispetto al normale
bicipite.
Muscoli respiratori
I muscoli della respirazione, o muscoli respiratori, sono i muscoli del corpo umano
coinvolti nei meccanismi di inspirazione ed
espirazione dell'aria.
I muscoli della respirazione si distribuiscono sul
tronco, per lo più a livello toracico.
Resistenti alla fatica, i muscoli della respirazione
appartengono alla categoria dei muscoli striati (o
muscoli scheletrici o muscoli volontari); tuttavia, c'è
una parte rilevante di essi per cui la contrazione è
dettata non soltanto da un'attività nervosa volontaria
(esattamente come tutti gli altri muscoli scheletrici),
ma anche da un'attività nervosa involontaria (come i muscoli lisci).
La contrazione involontaria dei muscoli della respirazione è correlata alla natura
prevalentemente inconscia della respirazione; del resto, se così non fosse, l'essere
umano dovrebbe impegnarsi continuamente nell'attivare i muscoli respiratori, come
fa per esempio per i muscoli che gli permettono la locomozione o il sollevamento di
oggetti pesanti.
I muscoli della respirazione si suddividono in due categorie: i muscoli inspiratori e i
muscoli espiratori; i muscoli inspiratori sono i muscoli respiratori coinvolti
nell'inspirazione, mentre i muscoli espiratori sono i muscoli coinvolti nell'espirazione.
Sia per i muscoli inspiratori che per i muscoli espiratori è possibile una divisione
ulteriore in principali e accessori (o ausiliari).
I muscoli inspiratori principali e i muscoli espiratori principali coincidono e sono il
diaframma e gli intercostali esterni
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In veste di muscoli inspiratori principali, diaframma e intercostali esterni partecipano
all'inspirazione dell'aria contraendosi con la loro contrazione; in veste invece di
muscoli espiratori principali, contribuiscono all'espirazione dell'aria con il loro
rilassamento.
Diaframma
Considerato il muscolo della respirazione più
importante, esso risiede sul margine inferiore
della gabbia toracica, segnando di fatto il
confine tra la cavità toracica e la cavità
addominale.
Per la posizione occupata, il diaframma
rappresenta, allo stesso tempo, il pavimento
della cavità toracica e il tetto della cavità
addominale.
Come tutti i muscoli striati, anche il diaframma dispone di
punti di ancoraggio sull'impalcatura scheletrica del corpo
umano; in particolare, presenta inserzioni su: le vertebre
lombari L1-L3, il processo xifoideo dello sterno, il margine
interno di 6°, 7°, 8°, 9° e 10° paio di cartilagini costali e il
margine interno delle ultime due paia di costole.
il diaframma è fornito di 3 aperture (o iati), che servono a
garantire il passaggio a organi, vasi sanguigni e/o strutture
nervose.
Quando si ha l’inspirazione il diaframma si contrae e si appiattisce permettendo ai
polmoni di espandersi.
Intercostali Esterni
I muscoli intercostali esterni sono in tutto 11 paia.
Situati tra costola e costola, i muscoli intercostali esterni
costituiscono la componente più superficiale dei muscoli
intercostali.
Oltre ai muscoli intercostali esterni, i muscoli intercostali
comprendono anche i muscoli intercostali interni, i quali
risiedono immediatamente dietro gli intercostali esterni, e
i muscoli intercostali intimi, i quali prendono posto
posteriormente agli intercostali interni.
Muscoli Inspiratori ed Espiratori Accessori (o Ausiliari)
Prendono il nome di muscoli inspiratori accessori e muscoli espiratori accessori tutti i
muscoli del corpo umano al servizio della cosiddetta respirazione forzata; la
respirazione forzata è la respirazione messa in atto quando c'è necessità di un
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maggiore apporto di ossigeno, come per esempio in occasione di uno sforzo fisico o
di una condizione clinica che deprime le capacità respiratorie a riposo.
Muscoli dell’arto inferiore
A partire dalla zona posteriore notiamo
immediatamente il grande gluteo. Sopra il
grande gluteo è presente il medio gluteo
mentre in profondità troviamo il piccolo gluteo.
Anteriormente notiamo il tensore della fascia lata che è un
piccolo muscolo che sfocia in un lungo tendine che prosegue
per tutta la lunghezza della coscia
Intorno all’articolazione con il femore originano una serie di
muscoli disposti a raggiera che sono: piriforme, gemello
superiore, otturatorio interno, otturatorio esterno, gemello
inferiore e quadrato del femore
Nella zona anteriore troviamo il quadricipite femorale che si
suddivide in 4 corpi: retto del femore, vasto laterale, vasto
mediale e vasto intermedio.
Il quadricipite si ancora con i suoi 4 corpi attraverso un unico legamento detto
legamento rotuleo o patellare
Il sartorio è un muscolo particolare in quanto origina lateralmente, passa
superiormente al quadricipite femorale fino ad arrivare alla tibia
A livello mediale/interno coscia troviamo il
gracile e più in profondità e posteriormente
la famiglia degli adduttori (avvicinano la
gamba all’asse mediale)
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Posteriormente a livello della coscia troviamo invece il bicipide femorale, il
semitendinoso e il semimebranoso (da laterale a mediale).
Muscoli della gamba
Prima di tutto troviamo il tibiale anteriore (anteriormente alla tibia) seguito
lateralmente dal peroniero lungo e dal peroniero breve.
Posteriormente abbiamo il tricipite surale che è formato dal gastrocnemio nelle sue
due parti laterale e mediale e dal soleo che è più in profondità
L’inserzione del soleo e dei due gastrocnemi è il tendine calcaneale o anche detto
tendine d’achille
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