L’ARTE NEL RINASCIMENTO
Introduzione
Nel periodo storico tra la metà del XV
e la fine del XVI secolo nasce in Italia
una nuova cultura tendenzialmente
laica: il Rinascimento. Questo
periodo è caratterizzato da un vivo
interesse per la cultura classica, cioè
quella degli antichi scrittori greci e
latini, da un rinnovamento delle arti,
con lo studio della prospettiva e delle
giuste proporzioni, da un rinnovato
interesse per la scienza e la tecnica,
con lo studio dell’anatomia umana.
Si studia anche l’astronomia
(proprio
in
questo
periodo
Copernico scopre che è la terra a
girare intorno al Sole e non
viceversa), e la cultura e la
circolazione delle idee sono
favorite dalla scoperta della
stampa a caratteri mobili da parte
di
Gutenberg
nel
1450.
I
protagonisti di questo periodo
sono gli umanisti, uomini colti che
conoscono il greco ed il latino,
considerano il Medioevo un’era
rozza e oscura e cercano nelle
biblioteche e nei monasteri i
manoscritti antichi perché non
vadano perduti.
Il contesto storico
Il centro focale del Rinascimento è l’Italia, che
è il centro mondiale per eccellenza della vita
culturale, artistica ed intellettuale proprio nel
periodo in cui la sua frammentazione politica e
la sua dipendenza dalle potenze straniere
raggiunge il culmine. Il quadro politico è
caratterizzato dalla presenza delle corti, che
diventano il luogo per eccellenza dello
scambio e della produzione culturale, grazie
anche al ruolo di mecenati di principi e signori,
che sfruttano l’ospitalità garantita a poeti e
scrittori per garantirsi prestigio e fama.
Il contesto storico (segue)
Centri culturali di grande prestigio sono, nel primo
Cinquecento, la Ferrara degli Este, la Milano degli
Sforza, la Firenze dei Medici, ma anche città più piccole,
come Mantova ed Urbino. Sempre più rilevante è poi
l’attività della Chiesa e del Papato, che rendono Roma
un luogo di straordinario splendore e fortemente
attrattivo per uomini d’arte e cultura. La frammentazione
politico-militare della penisola italiana, d’altro canto,
costituisce uno dei fattori principali di crisi e debolezza
delle signorie. La penisola, infatti, priva di un centro
unico e solido, così come di forze militari adeguate è
preda delle mire espansionistiche delle monarchie
straniere, in particolare quella francese e quella
spagnola. Gli stati italiani, soprattutto dopo la pace di
Cateau-Cambrésis nel 1559 tra Francia e Spagna,
entrano progressivamente sotto la sfera d’influenza
spagnola.
Il contesto storico (segue)
Tra i grandi eventi storici che caratterizzano il secolo
vanno senza dubbio citati la Riforma protestante e lo
scisma causato dalle 95 tesi di Martin Lutero (14831546) contro la vendita delle indulgenze da parte della
Chiesa romana. Lutero sostiene che la salvezza eterna
non deriva da indulgenze, penitenze o pellegrinaggi ma
solo dalla grazia di Dio. La riforma protestante spezza
l’unità religiosa cattolica dell’Europa e dà origine a molte
Chiese, tra cui la Chiesa luterana (fondata da Lutero),
quella calvinista (fondata da Calvino) e quella anglicana
(voluta dal re inglese Enrico VIII). Queste chiese non
riconoscono l’autorità del Papa che dà avvio alla riforma
cattolica con il Concilio di Trento (1545-1563), che
ribadisce i principi del cattolicesimo, stabilisce norme più
severe riguardo al comportamento del clero e crea
seminari per la formazione dei sacerdoti.
I PRODROMI DEL RINASCIMENTO
Vi sono tre figure importanti che hanno gettato le basi per il successivo
sviluppo del Rinascimento: Giotto, S. Francesco d’Assisi e Dante.
San Francesco nella scrittura del cantico delle creature e Giotto nei suoi
dipinti vedono la natura da un altro punto di vista, non è più solo il simbolo
dell’opera di Dio ma è vista per quello che è nella realtà, San Francesco inizia
a percepire un amore per la vita e la realtà che sarà alla base di un nuovo
naturalismo.
Allo stesso modo Giotto traduce in pittura il pensiero di San Francesco.
Giotto dipinge l’uomo nella sua realtà, i suoi personaggi esprimono
sentimenti ed emozioni e per sembrare più reali sono vestiti con gli abiti del
tempo.
Alcune opere di Giotto
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OMAGGIO DELL’UOMO SEMPLICE
SAN FRANCESCO DONA IL MANTELLO A UN POVERO
SAN FRANCESCO RINUNCIA AI BENI TERRENI
CROCIFISSO DI SANTA MARIA NOVELLA
AFFRESCHI DELLA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI DI PADOVA
IL PRIMO RINASCIMENTO
Il primo Rinascimento ha inizio nel 1401, anno in cui viene bandito il concorso per
la realizzazione della porta nord del Battistero di Firenze.
Al concorso parteciparono molti artisti ma si risolse con il confronto tra F.
Brunelleschi, che si allontanò per studiare a Roma, e L. Ghiberti, che realizzò la
porta.
Mentre l’arte medievale, che sviluppò durante l’economia feudale del IX-X e XI
secolo, trovò l’unica forma di committenza possibile nella nobiltà e nell’alto clero e
gli artisti lavoravano per grandi commissioni pubbliche (realizzazione di chiese e
cattedrali), l’arte rinascimentale si sviluppò in concomitanza con l’economia
monetaria, che vide la nascita di una nuova classe sociale: la borghesia. Ora le
sculture e le pitture non erano più un oggetto di culto ma diventarono un oggetto
di arredamento per i ricchi borghesi.
Artisti del primo Rinascimento
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Donatello
Mantegna
Botticelli
Ghiberti
Brunelleschi
Paolo Uccello
Beato Angelico
Masaccio
Piero della Francesca
IL SECONDO RINASCIMENTO
Il contesto storico
I fatti storici più importanti di questo periodo
sono la scoperta dell’America (1492), l’ascesa
della figura di Carlo V, che eredita la corona di
Spagna e d’Austria, ricreando il Sacro
Romano Impero, e gli Ottomani, che sono
causa di guerre, soprattutto in Italia.
L’Italia è ritenuta appetibile dalla Francia e
dalla Spagna. La prima conquista il Ducato di
Milano, che poi è conquistato dalla Spagna,
che si impadronisce anche del Meridione.
Il contesto storico (segue)
Lo Stato della Chiesa è sotto le mire di Carlo
V, che abbandona Roma in mano a soldati
luterani tedeschi, la saccheggiano.
Roma diventa il centro artistico più importante
d’Europa.
Con la Controriforma l’arte diventa uno
STRUMENTO EDUCATIVO importante della
FEDE DEL POPOLO.
MICHELANGELO BUONARROTI (1475-1564)
Il suo capolavoro giovanile è La Pietà in marmo di Carrara.
Un’altra opera importante è il David, che esposta in Piazza della Signoria a
Firenze.
Papa Giulio II gli commissiona la volta della Cappella Sistina, dove si mette
alla prova come pittore.
Tra il 1520 e il 1534 realizza un gruppo di sei statue, non finite, per la tomba
di Giulio II: I Prigioni.
Papa Paolo III gli commissiona di dipingere il Giudizio Universale in fondo all
alla cappella Sistina.
MICHELANGELO BUONARROTI (le sculture)
MICHELANGELO BUONARROTI (i dipinti)
MICHELANGELO BUONARROTI (1475-1564)
Il suo capolavoro giovanile è La Pietà in marmo di Carrara.
Un’altra opera importante è il David, che esposta in Piazza della Signoria a
Firenze.
Papa Giulio II gli commissiona la volta della Cappella Sistina, dove si mette
alla prova come pittore.
Tra il 1520 e il 1534 realizza un gruppo di sei statue, non finite, per la tomba
di Giulio II: I Prigioni.
Papa Paolo III gli commissiona di dipingere il Giudizio Universale in fondo all
alla cappella Sistina.
LEONARDO DA VINCI (1452-1519)
La pittura per Leonardo studia la natura
con la massima fedeltà, per esprimere le
emozioni e le espressioni. Studia con
attenzione l’anatomia umana.
Utilizza una tecnica particolare chiamato
«sfumato leonardesco», che usa per
evidenziare i volumi ed eliminare i
contorni.
L’ULTIMA CENA DI L. DA VINCI (1495-99)
Realizzato con tecnica mista tempera su
intonaco, ed è dipinta sulla parete del refettorio
del Convento di S. Maria delle Grazie a Milano.
Leonardo mette in scena il momento in cui
Gesù annuncia che uno dei suoi discepoli lo
tradirà.
Leonardo utilizza la prospettiva, ma il piano del
tavolo ha un diverso punto di vista per
mostrare meglio le mani di Gesù, le stoviglie e il
cibo. Con la tecnica dello sfumato Leonardo
studia meglio le ombre e la fisionomia dei
personaggi.
L’ULTIMA CENA DI L. DA VINCI (1503-15)
Realizzata in olio su tavola, è esposta al Louvres di Parigi.
Monnalisa è ritratta con angolazione di tre quarti e il volto ruotato rispetto
al busto, con lo sguardo che punta verso l’osservatore.
Utilizza la tecnica del chiaro-scuro e dello sfumato, lasciando vaghe le arti
periferiche del viso.
La Gioconda ha un’espressione molto enigmatica, cioè misteriosa e difficile
da interpretare.
RAFFAELLO SANZIO (1483-1520)
Per Raffaello la pittura è ricerca di perfezione e
armonia. Nessun elemento dell’immagine deve
prevalere sugli altri.
Raffaello
padroneggia
la
prospettiva
geometrica,
che
usa
per
collocare
ordinatamente i personaggi dei suoi soggetti
sacri.
Nelle sue opere troviamo un grande equilibrio
dei colori e l’uso della tecnica del chiaro-scuro.
SPOSALIZIO DELLA VERGINE (1504)
Realizzato in olio su tela ed esposto alla Pinacoteca di
Brera a Milano.
Raffaello inserisce la scena in primo piano in uno spazio
prospettico vasto e luminoso, dominato da un tempio
poligonale, nel cui portale, aperto verso l’orizzonte, cade il
punto di fuga della prospettiva.
Le figure in primo piano hanno proporzioni armoniche e
compiono gesti aggraziati, persino il pretendente rifiutato.
Raffaello utilizza un delicato chiaro-scuro per dare volume
all’edificio. In primo piano utilizza colori caldi, mentre sullo
sfondo usa colori freddi, per dare maggiore profondità.
Madonna della seggiola (1513-14)
Realizzata in olio su tavola ed esposta a
Firenze a Palazzo Pitti.
Questo tondo è destinato alla devozione
privata.
La Madonna, seduta su una seggiola,
abbraccia il suo bambino. Sullo sfondo
nero vediamo il piccolo S. Giovanni
Battista. Le aureole e le croci sono gli
unici simboli sacri di questo dipinto. Lo
sguardo della Vergine è sull’osservatore,
quello di Gesù è rivolto altrove e quello
di S. Giovanni a Gesù.
Ritratto di Baldassarre Castiglione (1514-15)
Realizzata in olio su tela ed esposto al
Louvres di Parigi.
Il personaggio ritratto è un amico dell’artista
ed è vestito elegantemente. I suoi tratti sono
evidenziati dal colore caldo e luminoso
dell’incarnato, che contrasta col bruno della
barba e del cappello. I grigi e il bianco
rendono la tela quasi monocromatica. I
volumi del volto sono ricavati con un
sapiente gioco di luci e ombre.
Tiziano Vecellio (1480-1576)
L’artista dipinge anche ad affresco, ma la tecnica
che esprime meglio la sua arte è quella olio su
tela.
Per Tiziano la realtà è costituita da luce e colore.
Costruisce nelle diverse tonalità spazi e volumi
grazie alla sua pittura tonale. Le sue opere
esprimono un sentimento gioioso della vita, sia
nei soggetti religiosi che in quelli profani.
Flora (1515)
Realizzata in olio su tela ed esposta nella
Galleria degli Uffizi di Firenze.
Tiziano rappresenta diverse volte varie figure
femminili legate alla mitologia, celebrando la
bellezza femminile, che per l’artista risiede
nella morbidezza dell’incarnato e nella
luminosità del volto.
San Giovanni Battista (1555)
Realizzato in olio su tela ed esposto nel
Museo del Prado a Madrid.
La figura del Battista risalta al centro
della pala. L’orizzonte è particolarmente
basso, e accanto a lui vediamo un
agnello, ai piedi di una rupe che sembra
tagliare verticalmente il dipinto.
Ritratto di Carlo V a cavallo (1548)
Realizzato in olio su tela ed esposto nel
Museo del Prado a Madrid.
Si tratta di un ritratto equestre rifacendosi
alla ritrattistica romana.
I colori caldi del tramonto e i pennacchi rossi
sono in armonia con il nero del cavallo e la
linea obliqua della lancia.
Gli artisti del tardo ‘500
● Tintoretto
● Rosso Fiorentino
● Jacopo Carucci
Gli artisti del tardo ‘500
Gli artisti della fine del ‘500 sono detti Leonardeschi (affascinati dalla morbidezza
del suo chiaro-scuro) o Michelangeschi (nelle cui opere troviamo le torsioni e il
vigore maschile della figura umana)
Non si studia più la realtà, ma è importante imitare la maniera e il modo di
esprimersi dell’artista che si segue (Manierismo). Pur ispirandosi ai grandi
maestri elaborano uno stile personale.
Nella loro pittura troviamo lo splendore dei colori, figure allungate e forme
spigolose e dure con colori di grande forza, come il rosso fiorentino.
Alcuni dipinti manieristi del tardo ‘500
S. Maria Egiziaca di Tintoretto
La deposizione di Rosso Florentino
Visitazione di Jacopo il Pontormo
LA PITTURA RINASCIMENTALE IN EUROPA - GERMANIA
L’ambiente artistico tedesco di questo
periodo è ancora impregnato dalla cultura
gotica.
La
tendenza
all’espressività
fantastica limita la piena accettazione della
visione
armonica.
L’artista
tedesco
rinascimentale più importante è Albrecht
Dürer, che analizza in modo meticoloso le
forme e rappresenta in modo realistico
animali e vegetali (1).
Un altro artista tedesco è Matthias
Grünewald, che esprime nelle sue opere
una visione drammatica e sentimenti
accentuati, come ad esempio nella sua
Passione di Cristo (2).
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LA PITTURA RINASCIMENTALE IN EUROPA
PAESI BASSI
Dopo i pittori fiamminghi del Quattrocento i
Paesi Bassi esprimono la propria arte con
due artisti in particolare:
Hieronymus Bosch: i suoi dipinti hanno un
carattere
moraleggiante.
Rappresenta
scene sacre o affollate scene fantastiche e
allegoriche, con paesaggi surreali pieni di
figure fiabesche e mostruose, che
prosegono la tradizione gotica (1).
Pieter Brugel: le sue opere esprimono una
forte tensione morale, e rappresenta scene
allegoriche come proverbi e parabole, con
figure deformate dalla stoltezza e dalla
cattiveria. Le sue scene comunicano una
sorta di saggezza popolare (2).
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LA PITTURA RINASCIMENTALE IN EUROPA
SPAGNA E INGHILTERRA
La corte di Madrid si apre per accogliere il
gusto del secondo Rinascimento italiano,
tanto che Tiziano realizza molte opere per
Carlo V.
L’artista spagnolo più importante di questo
periodo è El Greco (1). Ha una pittura molto
innovativa e usa il colore in modo espressivo,
con pennellate fluide. Le proporzioni delle
figure sono allungate e nelle sue opere
esprime una forte religiosità e spiritualità.
Hans Holbein il Giovane è invece conosciuto
per i ritratti di corte. Ha una pittura nitida e
amante dei dettagli minuziosi, come nel suo
ritratto di Enrico VIII (2)
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