L’ARTE NEL RINASCIMENTO lavoro di gruppo (Matteo M., Bruno M.) Introduzione Nel periodo storico tra la metà del XV e la fine del XVI secolo nasce in Italia una nuova cultura tendenzialmente laica: il Rinascimento. Questo periodo è caratterizzato da un vivo interesse per la cultura classica, cioè quella degli antichi scrittori greci e latini, da un rinnovamento delle arti, con lo studio della prospettiva e delle giuste proporzioni, da un rinnovato interesse per la scienza e la tecnica, con lo studio dell’anatomia umana. Si studia anche l’astronomia (proprio in questo periodo Copernico scopre che è la terra a girare intorno al Sole e non viceversa), e la cultura e la circolazione delle idee sono favorite dalla scoperta della stampa a caratteri mobili da parte di Gutenberg nel 1450. I protagonisti di questo periodo sono gli umanisti, uomini colti che conoscono il greco ed il latino, considerano il Medioevo un’era rozza e oscura e cercano nelle biblioteche e nei monasteri i manoscritti antichi perché non vadano perduti. Il contesto storico Il centro focale del Rinascimento è l’Italia, che è il centro mondiale per eccellenza della vita culturale, artistica ed intellettuale proprio nel periodo in cui la sua frammentazione politica e la sua dipendenza dalle potenze straniere raggiunge il culmine. Il quadro politico è caratterizzato dalla presenza delle corti, che diventano il luogo per eccellenza dello scambio e della produzione culturale, grazie anche al ruolo di mecenati di principi e signori, che sfruttano l’ospitalità garantita a poeti e scrittori per garantirsi prestigio e fama. Il contesto storico (segue) Centri culturali di grande prestigio sono, nel primo Cinquecento, la Ferrara degli Este, la Milano degli Sforza, la Firenze dei Medici, ma anche città più piccole, come Mantova ed Urbino. Sempre più rilevante è poi l’attività della Chiesa e del Papato, che rendono Roma un luogo di straordinario splendore e fortemente attrattivo per uomini d’arte e cultura. La frammentazione politico-militare della penisola italiana, d’altro canto, costituisce uno dei fattori principali di crisi e debolezza delle signorie. La penisola, infatti, priva di un centro unico e solido, così come di forze militari adeguate è preda delle mire espansionistiche delle monarchie straniere, in particolare quella francese e quella spagnola. Gli stati italiani, soprattutto dopo la pace di Cateau-Cambrésis nel 1559 tra Francia e Spagna, entrano progressivamente sotto la sfera d’influenza spagnola. Il contesto storico (segue) Tra i grandi eventi storici che caratterizzano il secolo vanno senza dubbio citati la Riforma protestante e lo scisma causato dalle 95 tesi di Martin Lutero (14831546) contro la vendita delle indulgenze da parte della Chiesa romana. Lutero sostiene che la salvezza eterna non deriva da indulgenze, penitenze o pellegrinaggi ma solo dalla grazia di Dio. La riforma protestante spezza l’unità religiosa cattolica dell’Europa e dà origine a molte Chiese, tra cui la Chiesa luterana (fondata da Lutero), quella calvinista (fondata da Calvino) e quella anglicana (voluta dal re inglese Enrico VIII). Queste chiese non riconoscono l’autorità del Papa che dà avvio alla riforma cattolica con il Concilio di Trento (1545-1563), che ribadisce i principi del cattolicesimo, stabilisce norme più severe riguardo al comportamento del clero e crea seminari per la formazione dei sacerdoti. I PRODROMI DEL RINASCIMENTO Vi sono tre figure importanti che hanno gettato le basi per il successivo sviluppo del Rinascimento: Giotto, S. Francesco d’Assisi e Dante. San Francesco nella scrittura del cantico delle creature e Giotto nei suoi dipinti vedono la natura da un altro punto di vista, non è più solo il simbolo dell’opera di Dio ma è vista per quello che è nella realtà, San Francesco inizia a percepire un amore per la vita e la realtà che sarà alla base di un nuovo naturalismo. Allo stesso modo Giotto traduce in pittura il pensiero di San Francesco. Giotto dipinge l’uomo nella sua realtà, i suoi personaggi esprimono sentimenti ed emozioni e per sembrare più reali sono vestiti con gli abiti del tempo. Alcune opere di Giotto ● ● ● ● ● OMAGGIO DELL’UOMO SEMPLICE SAN FRANCESCO DONA IL MANTELLO A UN POVERO SAN FRANCESCO RINUNCIA AI BENI TERRENI CROCIFISSO DI SANTA MARIA NOVELLA AFFRESCHI DELLA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI DI PADOVA IL PRIMO RINASCIMENTO Il primo Rinascimento ha inizio nel 1401, anno in cui viene bandito il concorso per la realizzazione della porta nord del Battistero di Firenze. Al concorso parteciparono molti artisti ma si risolse con il confronto tra F. Brunelleschi, che si allontanò per studiare a Roma, e L. Ghiberti, che realizzò la porta. Mentre l’arte medievale, che sviluppò durante l’economia feudale del IX-X e XI secolo, trovò l’unica forma di committenza possibile nella nobiltà e nell’alto clero e gli artisti lavoravano per grandi commissioni pubbliche (realizzazione di chiese e cattedrali), l’arte rinascimentale si sviluppò in concomitanza con l’economia monetaria, che vide la nascita di una nuova classe sociale: la borghesia. Ora le sculture e le pitture non erano più un oggetto di culto ma diventarono un oggetto di arredamento per i ricchi borghesi. Artisti del primo Rinascimento ● ● ● ● ● ● ● ● ● Donatello Mantegna Botticelli Ghiberti Brunelleschi Paolo Uccello Beato Angelico Masaccio Piero della Francesca IL SECONDO RINASCIMENTO Il contesto storico I fatti storici più importanti di questo periodo sono la scoperta dell’America (1492), l’ascesa della figura di Carlo V, che eredita la corona di Spagna e d’Austria, ricreando il Sacro Romano Impero, e gli Ottomani, che sono causa di guerre, soprattutto in Italia. L’Italia è ritenuta appetibile dalla Francia e dalla Spagna. La prima conquista il Ducato di Milano, che poi è conquistato dalla Spagna, che si impadronisce anche del Meridione. Il contesto storico (segue) Lo Stato della Chiesa è sotto le mire di Carlo V, che abbandona Roma in mano a soldati luterani tedeschi, la saccheggiano. Roma diventa il centro artistico più importante d’Europa. Con la Controriforma l’arte diventa uno STRUMENTO EDUCATIVO importante della FEDE DEL POPOLO. MICHELANGELO BUONARROTI (1475-1564) Il suo capolavoro giovanile è La Pietà in marmo di Carrara. Un’altra opera importante è il David, che esposta in Piazza della Signoria a Firenze. Papa Giulio II gli commissiona la volta della Cappella Sistina, dove si mette alla prova come pittore. Tra il 1520 e il 1534 realizza un gruppo di sei statue, non finite, per la tomba di Giulio II: I Prigioni. Papa Paolo III gli commissiona di dipingere il Giudizio Universale in fondo all alla cappella Sistina. MICHELANGELO BUONARROTI (le sculture) MICHELANGELO BUONARROTI (i dipinti) MICHELANGELO BUONARROTI (1475-1564) Il suo capolavoro giovanile è La Pietà in marmo di Carrara. Un’altra opera importante è il David, che esposta in Piazza della Signoria a Firenze. Papa Giulio II gli commissiona la volta della Cappella Sistina, dove si mette alla prova come pittore. Tra il 1520 e il 1534 realizza un gruppo di sei statue, non finite, per la tomba di Giulio II: I Prigioni. Papa Paolo III gli commissiona di dipingere il Giudizio Universale in fondo all alla cappella Sistina. LEONARDO DA VINCI (1452-1519) La pittura per Leonardo studia la natura con la massima fedeltà, per esprimere le emozioni e le espressioni. Studia con attenzione l’anatomia umana. Utilizza una tecnica particolare chiamato «sfumato leonardesco», che usa per evidenziare i volumi ed eliminare i contorni. L’ULTIMA CENA DI L. DA VINCI (1495-99) Realizzato con tecnica mista tempera su intonaco, ed è dipinta sulla parete del refettorio del Convento di S. Maria delle Grazie a Milano. Leonardo mette in scena il momento in cui Gesù annuncia che uno dei suoi discepoli lo tradirà. Leonardo utilizza la prospettiva, ma il piano del tavolo ha un diverso punto di vista per mostrare meglio le mani di Gesù, le stoviglie e il cibo. Con la tecnica dello sfumato Leonardo studia meglio le ombre e la fisionomia dei personaggi. L’ULTIMA CENA DI L. DA VINCI (1503-15) Realizzata in olio su tavola, è esposta al Louvres di Parigi. Monnalisa è ritratta con angolazione di tre quarti e il volto ruotato rispetto al busto, con lo sguardo che punta verso l’osservatore. Utilizza la tecnica del chiaro-scuro e dello sfumato, lasciando vaghe le arti periferiche del viso. La Gioconda ha un’espressione molto enigmatica, cioè misteriosa e difficile da interpretare. RAFFAELLO SANZIO (1483-1520) Per Raffaello la pittura è ricerca di perfezione e armonia. Nessun elemento dell’immagine deve prevalere sugli altri. Raffaello padroneggia la prospettiva geometrica, che usa per collocare ordinatamente i personaggi dei suoi soggetti sacri. Nelle sue opere troviamo un grande equilibrio dei colori e l’uso della tecnica del chiaro-scuro. SPOSALIZIO DELLA VERGINE (1504) Realizzato in olio su tela ed esposto alla Pinacoteca di Brera a Milano. Raffaello inserisce la scena in primo piano in uno spazio prospettico vasto e luminoso, dominato da un tempio poligonale, nel cui portale, aperto verso l’orizzonte, cade il punto di fuga della prospettiva. Le figure in primo piano hanno proporzioni armoniche e compiono gesti aggraziati, persino il pretendente rifiutato. Raffaello utilizza un delicato chiaro-scuro per dare volume all’edificio. In primo piano utilizza colori caldi, mentre sullo sfondo usa colori freddi, per dare maggiore profondità. Madonna della seggiola (1513-14) Realizzata in olio su tavola ed esposta a Firenze a Palazzo Pitti. Questo tondo è destinato alla devozione privata. La Madonna, seduta su una seggiola, abbraccia il suo bambino. Sullo sfondo nero vediamo il piccolo S. Giovanni Battista. Le aureole e le croci sono gli unici simboli sacri di questo dipinto. Lo sguardo della Vergine è sull’osservatore, quello di Gesù è rivolto altrove e quello di S. Giovanni a Gesù. Ritratto di Baldassarre Castiglione (1514-15) Realizzata in olio su tela ed esposto al Louvres di Parigi. Il personaggio ritratto è un amico dell’artista ed è vestito elegantemente. I suoi tratti sono evidenziati dal colore caldo e luminoso dell’incarnato, che contrasta col bruno della barba e del cappello. I grigi e il bianco rendono la tela quasi monocromatica. I volumi del volto sono ricavati con un sapiente gioco di luci e ombre. Tiziano Vecellio (1480-1576) L’artista dipinge anche ad affresco, ma la tecnica che esprime meglio la sua arte è quella olio su tela. Per Tiziano la realtà è costituita da luce e colore. Costruisce nelle diverse tonalità spazi e volumi grazie alla sua pittura tonale. Le sue opere esprimono un sentimento gioioso della vita, sia nei soggetti religiosi che in quelli profani. Flora (1515) Realizzata in olio su tela ed esposta nella Galleria degli Uffizi di Firenze. Tiziano rappresenta diverse volte varie figure femminili legate alla mitologia, celebrando la bellezza femminile, che per l’artista risiede nella morbidezza dell’incarnato e nella luminosità del volto. San Giovanni Battista (1555) Realizzato in olio su tela ed esposto nel Museo del Prado a Madrid. La figura del Battista risalta al centro della pala. L’orizzonte è particolarmente basso, e accanto a lui vediamo un agnello, ai piedi di una rupe che sembra tagliare verticalmente il dipinto. Ritratto di Carlo V a cavallo (1548) Realizzato in olio su tela ed esposto nel Museo del Prado a Madrid. Si tratta di un ritratto equestre rifacendosi alla ritrattistica romana. I colori caldi del tramonto e i pennacchi rossi sono in armonia con il nero del cavallo e la linea obliqua della lancia. Gli artisti del tardo ‘500 ● Tintoretto ● Rosso Fiorentino ● Jacopo Carucci Gli artisti del tardo ‘500 Gli artisti della fine del ‘500 sono detti Leonardeschi (affascinati dalla morbidezza del suo chiaro-scuro) o Michelangeschi (nelle cui opere troviamo le torsioni e il vigore maschile della figura umana) Non si studia più la realtà, ma è importante imitare la maniera e il modo di esprimersi dell’artista che si segue (Manierismo). Pur ispirandosi ai grandi maestri elaborano uno stile personale. Nella loro pittura troviamo lo splendore dei colori, figure allungate e forme spigolose e dure con colori di grande forza, come il rosso fiorentino. Alcuni dipinti manieristi del tardo ‘500 S. Maria Egiziaca di Tintoretto La deposizione di Rosso Florentino Visitazione di Jacopo il Pontormo LA PITTURA RINASCIMENTALE IN EUROPA - GERMANIA L’ambiente artistico tedesco di questo periodo è ancora impregnato dalla cultura gotica. La tendenza all’espressività fantastica limita la piena accettazione della visione armonica. L’artista tedesco rinascimentale più importante è Albrecht Dürer, che analizza in modo meticoloso le forme e rappresenta in modo realistico animali e vegetali (1). Un altro artista tedesco è Matthias Grünewald, che esprime nelle sue opere una visione drammatica e sentimenti accentuati, come ad esempio nella sua Passione di Cristo (2). 1 2 LA PITTURA RINASCIMENTALE IN EUROPA PAESI BASSI Dopo i pittori fiamminghi del Quattrocento i Paesi Bassi esprimono la propria arte con due artisti in particolare: Hieronymus Bosch: i suoi dipinti hanno un carattere moraleggiante. Rappresenta scene sacre o affollate scene fantastiche e allegoriche, con paesaggi surreali pieni di figure fiabesche e mostruose, che prosegono la tradizione gotica (1). Pieter Brugel: le sue opere esprimono una forte tensione morale, e rappresenta scene allegoriche come proverbi e parabole, con figure deformate dalla stoltezza e dalla cattiveria. Le sue scene comunicano una sorta di saggezza popolare (2). 1 2 LA PITTURA RINASCIMENTALE IN EUROPA SPAGNA E INGHILTERRA La corte di Madrid si apre per accogliere il gusto del secondo Rinascimento italiano, tanto che Tiziano realizza molte opere per Carlo V. L’artista spagnolo più importante di questo periodo è El Greco (1). Ha una pittura molto innovativa e usa il colore in modo espressivo, con pennellate fluide. Le proporzioni delle figure sono allungate e nelle sue opere esprime una forte religiosità e spiritualità. Hans Holbein il Giovane è invece conosciuto per i ritratti di corte. Ha una pittura nitida e amante dei dettagli minuziosi, come nel suo ritratto di Enrico VIII (2) 1 2