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ripasso italiano su romanticismo e leopardi

ROMANTICISMO: dallo ‘sturmunddrang’ con Goethe che esalta sublime, natura grandiosa
In Italia dibattito soprattuto a Milano, rivista ‘ il conciliatore’, stimolo principalmente di Madame De
Stalle che pubblica il saggio delle traduzioni per stimare mondo italiano a confrontarsi con modelli
moderni classici e romantici in Italia due principali autori: Manzoni e Leopardi.
Manzoni scrive anche scritti teorici sul romanticismo, momento fondamentale è la sua
conversione nel 1910 (produzione recedente sono esprimenti su modelli neoclassici e illuministicies: Parini)
Letture: 5 MAGGIO- morte di napoleone che rappresenta la gloria umana, ma anche ode/ TEMA
della conversione (anche innominato e Fra Cristoforo). colpito dalla morte compone l’ode in tre
giorni, mettendo in risalto le battaglie e le imprese del imperatore, nonché la fragilità umana e la
misericordia di Dio. Di base il poema si può suddividere in tre parti:
la prima, presenta il
tema; la seconda,, ripercorre l’epopea napoleonica; l’ultima, riporta le conclusioni e pertanto le
riserve morali e religiose IL RICORDO (ricordanze che ripercorrono la sua infanzia, torna a
Recanati), ILLUSIONE ( A Silvia, rappresenta speranza morta)
CORO DELL’ADELCHI: Commento lirico a Manzioni, non come la Medea che assiste ma
intervento dell’autore che commenta l'azione, ci sono due cori, modelli tragedia neoclassica, in
Italia produzione di tragedie limitate (Alfieri), Manzoni rinnova scrivendo tragedia moderna. Coro
atto 4 tragedia di Ermengarda, TEMA della provvida sventura, ermèengarda è fra gli oppressi,
sventura provvida perchè nella sofferenza è redenta. Opposizione tra Geltrude, che rifiuta ,
consolazione della religione, e Ermengarda (nel romanzo tema della provvida sventura nel
perdono a don Rodrigo)- TEMA DEL DOLORE- Natale 1883 tenta i mettere inscena il proprio
dolore per morte di figlia e moglie, fallimento, carattere frammentato, testimonianza della
riflessione di Manzoni sul dolore umano. Dio di Manzoni sofferente che compatisce lumanità
Produzione si concentra su inni sacri (12), Odi civili (5maggio), Tragedie (Adelchi, conte di
carminio)
Manzoni:
Il V Maggio.
Lettura da Adelchi, coro atto IV.
L’esperienza del dolore: Natale 1833.
LEOPARDI: da giovane si schiera contro i moderni, intellettuale controcorrente, come dice nella
ginestra. In conflitto aperto con i suoi contemporanei. Aspetti tipicamente romantici: rapporto con
la natura (inizio natura che consola, poi pessimismo cosmico), fonde il sentimento nella poesia,
TEMA DELL’ESTETICA DEL VAGO E DELL’INDEFINITO-IMMAGINAZIONE,
CICLO DI ASPASIA: poesie scritte tra Firenze e Napoli, ispirate all’amore deluso, A SE STESSOfine speranze, monologo interiore, cambia stile, forza ultima volta prima della morte.
GINESTRA- grande testamento Morale di leopardi, ultime poste pubblicate poi nell’edizione
curata da Ranieri, paesaggio non Recanatese ma napoletano. Allegoria della natura violenta, so la
provvidenza, paesaggio del Vesuvio e poi vede la marina di Napoli, la lava che ricorda la
distruzione delle rovine i Pompei, e la prende con chi si illude che ci abbia destinati.
Contemplazione dello spazio infinito- guarda cielo e galassie- infinità del cosmo. Esito più
estremo dell’idea d sublime che schiaccia.
Prima edizione operette 1827 a Milano come promessi sposi.
Leopardi:
L’infinito (con lettura di passi dallo Zibaldone sulla poetica del vago e dell'indefinito);
Ultimo canto di Saffo;
Il passero solitario;
A Silvia;
Le ricordanze;
Canto notturno di un pastore errante dell’Asia;
A se stesso;
La ginestra.
Lettura dalle Operette morali: Dialogo della Natura e di un Islandese.- natura indifferente
La Scapigliatura: nome deriva dal romanzo di Cletto Arrighi, gruppo di giovani che si conteranno
un avanguardia.
A. Boito, Dualismo.
E. Praga, Preludio.
E CARATTERISTICHE DELLA NARRATIVA SCAPIGLIATA
Nel campo della narrativa gli scrittori gli scapigliati optano per soluzioni sperimentali sia nel
linguaggio che nelle forme narrative e nei contenuti. Nel linguaggio rifiutano il fiorentino dei
promessi sposi puntano alla mescolanza di registri linguistici diversi, con apertura il dialetto al
gergo E A termini specifici. Usano frequentemente la novella in prosa e quando si cimentano nel
romanzo fanno ricorso a strutture composite e ibride.Il narratore onnisciente viene sostituito da
prospettive impersonali spesso o invece fortemente soggettivizzate . I narratori principali della
scapigliatura sono iginio tarchetti, i fratelli Arrigo e Camillo boito, dossi. Amano contrasti, lessico
dialettale, sperimentazioni.
DUALISMO E PERLUDIO: evidenziano tratti caratteristici della poetica- idolo polemico è il casto
poeta Manzoni ( rappresenta ideali e estetici del primo romanticismo).
Preludio: manifesto della poesia della scapigliatura in cui Emilio Praga enuncia dei punti
programmatici:-polemica contro tradizione precedente--definizione degli scapigliati come
anticristi per sottolineare anticonformismo-sfida lanciata al lettore considerato nemico ma anche
come come fratello perché soggetti agli stessi vizi del poeta -indicazione di nuovi temi come la
noia, propensione all’ignoto, divaricazione tra ideale e realtà , senso del peccato e degradazione
della vita
⁃ coscienza della miseria della poesia privata del ruolo passato privilegiato e costretta a svolgere
solo funzione carica e di smascheramento attraverso rappresentazione del vero.
Carducci e il classicismo:
Inno a Satana;
Traversando la Maremma toscana;
Nevicata.
CARDUCCI: figura di riferimento della cultura italiana dall’unità in poi. Anche se nelle sue poesie
Carducci elabora temi molto diversi fra loro, a seconda anche del periodo della vita che sta
vivendo e degli orientamenti ideologici che adotta nel corso dell’esistenza, c’è sempre un
classicismo di base nella sua opera che si esprime attraverso la ricerca di un’espressione
armoniosa ed equilibrata che renda chiaramente la realtà circostante senza le fantasticherie
romantiche.
Attraverso le scelte retoriche e il lessico classicheggiante Carducci recupera inoltre i temi della
cultura pagana che vengono presi come una liberazione dai vincoli di ogni superstizione religiosa
e come esaltazione della forza del popolo nel processo politico. Tutto ciò si esprime nell’operetta
Inno a Satana che, pubblicato nel 1863 destò molto scalpore e polemiche.
Fra le altre opere che meglio rappresentano il classicismo carducciano dobbiamo ricordare
soprattutto le opere giovanili: Juvenilia, Levia Gravia, Giambi ed Epodi. Qui Carducci parla in tono
satirico, e quindi critico, della realtà contemporanea che tanto lo delude contrapponendola alla
gloriosa antichità pagana: c’è una dicotomia forte fra virtù del passato e mediocrità del presente.
per quanto riguarda il classicismo: È ripreso prima di tutto da un punto di vista formale, e cioè
attraverso il ricorso alla metrica barbara: cerca di rendere, attraverso l’alternanza di vocali atone e
toniche, l’antico ritmo latino basato sull’alternanza di vocali lunghe e brevi
-È usato soprattutto per rendere il realismo della civiltà contemporanea e riesce a svecchiare il
classicismo borghese di metà ottocento che riprendeva criticamente i temi della letteratura
pagana.
Sul piano poetico Carducci muove dal rifiuto della tradizione romantica, dal manzonismo e dalla
scapigliatura: al manzonismo rimprovera abbassamento stilistico e carattere moderato e
confessionale, agli scapigliati contrappone il recupero della tradizione classica italiana. E non
accetta carattere basso, prosastico e umile dei veristi.
Ha anche una tendenza alla fuga verso il passato, evasione verso il mito della classicità, impegno
politico e emerge aspetto celebrativo.
Esperimento di metrica barbara duplice aspetto: da una parte vuole restaurare una lezione del
passato moderandola, dall’altra è già inizio di un rinnovamento da cui nascerà il verso libero.
Concezione della poesia e del ruolo del poeta orientata in senso civile, lui al servizio della lotta
politica, poeta celebratore del passato e vate del futuro, legislatore sociale ma anche decoratore.
Aggiorna la tradizione romantico-rinascimentale
NEVICATA: odi barbare, attraverso combinazioni di versi cerca di riprodurre rotto della lettura
metrica di versi classici. Nel componimento viene descritta una nevicata che attutisce gli abituali
rumori della città, rendendola spettrale: anche i pochi rumori, come i suoni delle campane o gli
uccelli che picchiano ai vetri, sembrano provenire da un altro mondo e richiamarvi anche il poeta.
La malinconia del paesaggio corrisponde a quella del poeta che riflette sulla morte; la scena
invernale descritta è dominata dal silenzio e dall’immobilità. Il motivo dell’amore e della giovinezza
compare, in negativo, al verso 4, solo per rimarcarne l’assenza e già dal primo verso, con
l’aggettivo “cinereo”, possiamo cogliere un richiamo alla cenere, simbolo di morte; l’anafora
ripetuta del “non” è tesa anch’essa a sottolineare l’assenza di ogni slancio vitale.
L’originalità dell’ode Nevicata consiste nell’applicazione di un “metro “barbaro” a una tematica
intima. Il ritmo è rallentato da diversi enjambements e dalla forma metrica stessa. Se nella prima
parte, la rappresentazione del paesaggio risulta, almeno in apparenza, oggettiva, a partire dal
verso 5, la realtà si trasfigura nel sogno, con velati presagi di morte e i motivi soggettivi e
autobiografici diventano espliciti, con una forte insistenza sull’individualità del poeta.
Notiamo una lingua elegante di tipo classicheggiante e arcaica.
INNO A SATANA : Contestazione morale cattolica , lo accomuna un po agli scapigliati.
Celebrazione del treno visto come simbolo del progresso, quindi di satana. Poesia scritta nel 1863
da Carducci giovane, anticonformista e polemico contro la chiesa. Presenta il treno nei suoi
particolari realistici e usa un linguaggio antimodernista e classicistico descrivendolo come
negativo e non bello.
Treno visto opposto rispetto ai sentimenti.
TRAVERSANDO LA MAREMMA TOSCANA: sonetto,Traversando la Maremma toscana prende
spunto da un episodio autobiografico. Rievoca un viaggio in treno di Carducci da Livorno a Roma,
durante il quale il poeta ebbe modo di attraversare i luoghi della sua infanzia che gli suscitano
emozioni contrastanti: la dolcezza nel ricordare il passato, ma anche la disillusione relativamente
al presente e la vicinanza della morte, che impedisce ogni riscatto. Emerge, pertanto, un netto
contrasto tra i sogni del passato e la consapevolezza dell’attuale inconsistenza della sua vita;
tuttavia, la tristezza è mitigata dalla dolcezza del paesaggio maremmano, che consente di leggere
nel componimento un messaggio di pace e un invito ad accettare l’inevitabile destino dell’uomo,
che può trovare una significativa consolazione nella contemplazione della bellezza della natura. La
lirica ritrae le inquietudini che turbano l'animo, simboleggiate dall'assenza di mete sicure o
traguardi certi: il ritorno ai tempi dell'infanzia è desiderabile ma impossibile. Il testo ruota intorno
ad alcuni nuclei tematici:- La dolcezza della memoria e la nostalgia del passato.-La precarietà del
presente, la coscienza della vanità della vita adulta.-La suggestione paesaggistica che riesce, da
sola a riportare la pace nel cuore del poeta deluso.Il sonetto si avvia con un'invocazione, Dolce
paese, che sembra promettere un tono di serenità. La memoria riporta ai passi (l'orme/erranti) e
agli incanti del tempo giovanile: la Maremma è come un luogo di favola, ammantato del mito
personale del poeta. In realtà, però, i sentimenti dell'io -poeta si accavallano in turbate antitesi . Si
osservi l'andamento spezzato dei versi 9 e 11. Qui la secca battuta e dimani cadrò dà voce alla
tristezza del poeta: il poeta era stato da poco colpito da un primo attacco di paralisi, e teme
quindi l'imminenza della morte. L'ultima strofa è legata alla precedente dall'enjambment di
lontano // pace: viene messa così in rilievo la parola chiave pace, che sembra riecheggiare la
dolcezza iniziale.
Poichè il sonetto procede come una confessione, di sapore spontaneo, il tono è (o sembra)
dimesso e il vocabolario semplice. In realtà la costruzione poetica è molto calcolata.
SCAPIGLIATURA (Contestazione politica-estetica) E CARDUCCI (Classicismo ma anche ricerca e
sperimentazione)
VERISMO: E' un movimento letterario che nasce in Italia intorno al 1870.
L'obiettivo era quello di rappresentare la realtà in maniera oggettiva, cioè senza il giudizio e i
commenti personali dell'autore.
I veristi vogliono che i loro libri siano strumenti di conoscenza e diffusione del “vero”; inoltre
denunciavano le condizioni sociali delle classi povere (contadini, minatori, pescatori) e volevano
diffondere gli ideali di giustizia e libertà.
Spesso i protagonisti di questi romanzi appartengono a una realtà rurale, a quel sud rimasto
arretrato anche dopo l'unità d'Italia.
Una novità importantissima del Verismo è il linguaggio: dato che i protagonisti erano quasi tutti
analfabeti e poco colti, Verga utilizza un linguaggio che si differenzia moltissimo da quello usato
da Manzoni. Verga, infatti, si serve di vocaboli popolari, di forme dialettali, di modi di dire locali
tipici del linguaggio parlato. Quindi la lingua usata, alla fine, è un italiano che però mantiene le
caratteristiche tipiche del dialetto.
Le opere del Verga sono caratterizzate da un forte pessimismo: egli non ha fiducia nel progresso,
non crede che questo potrà migliorare la condizione dell'uomo. La vita è basata sulla legge del
più forte, una legge che da sempre regola i rapporti fra gli uomini e contro cui non si può
combattere.
Verga:
Letture da Vita dei Campi:
Fantasticheria
Prefazione all’Amante di Gramigna.
Rosso Malpelo;
Prefazione ai Malavoglia;
Lettura di Novelle rusticane: Libertà.
LETTERA A SALVATORE FARINA (verga):
Inizio di ‘ l’amante di gramigna’, novella di vita dei campi (8 novelle prima opera verista di verga),
dedicata a intelletuale e scrittore che frequenta ambienti scapigliati milanesi.
Punti della lettera costituiscono postulati della poesia di verga riguardanti il linguaggio, stile,
metodi di analisi, e impersonalità.
-linguaggio semplice e pittoresco come quello delle narrazioni popolari -narratore si basa
sull’oggettività
-metodo di rappresentazione delle passioni umane deve ispirarsi allo scuropolo scentifico,e
fornire un documento umano
-narrazione deve cogliere sviluppo logico e necessario delle passioni, rivelando legame tra causa
e effetti
-la mano dell’autore deve restare invisibile
riflette su impersonalità dell’autore, si realizza con discorso indiretto libero. La storia deve
sembrare nascere da se come raccolta degli ottoni nei campi, narratore si frammenta n un
narratore corale.
VERGA: fantasticheria, illustra la genesi dei malavoglia, anticipa temi e vicende. mostra la spinta
ideologica contraddittoria di verga, da una parte l’intesse individuale è presente in ogni classe
sociale, dall’altra il mondo arcaico-rurale è in grado di mantenere certi valori. C’è presenza di
elementi romantici. All’ottica di una grande dama che visita la marina catanese si contrappone
quella dei poveri abitanti di trezza. La dama non capisce come mai gli abitanti di trezza sono così
attaccati al paesino nonostante le avversità. Lo scrittore commenta che si tratta di un modo di
vivere di tutto rispetto e non si può giudicarlo come fa la dama. Malavoglia saranno studio
approfondito dei protagonisti e vicende già presenti in fantasticheria, solo assumendo loro punto
di vista si potrà capirne la vita. Sono compresenti elementi romantici e veristi. Un artificio coerente
e funzionale all’impostazione positivistica della letteratura verista verghiana: l’autore ritiene che la
realtà sia oggettiva, osservabile scientificamente (lo testimonia il riferimento al microscopio,. Per
poterlo fare occorre dunque, secondo lui, assumere la giusta disposizione e il giusto punto di
vista. Non più quello della donna destinataria della lettera di Fantasticheria, ma quello dello
scienziato scrittore disponibile a farsi “piccino”, con un repertorio formale proporzionato alla realtà
oggetto della propria rappresentazione. Solo così, dichiara dunque programmaticamente il Verga
novelliere, lo scrittore potrà, nei Malavoglia, comprendere e indagare la storia della famiglia retta
da padron ’Ntoni. E capirne le intime ragioni, come quella dell’"ideale dell’ostrica", ulteriore
riferimento teorico tematizzato in Fantasticheria:Proprio l’ideale dell’ostrica, e noi non abbiamo
altro motivo di trovarlo ridicolo che quello di non esser nati ostriche anche noi. Per altro il tenace
attaccamento di quella povera gente allo scoglio sul quale la fortuna li ha lasciati cadere mentre
seminava principi di qua e duchesse di là, questa rassegnazione coraggiosa ad una vita di stenti,
questa religione della famiglia, che si riverbera sul mestiere, sulla casa, e sui sassi che la
circondano, mi sembrano – forse pel quarto d’ora – cose serissime anch’esse 9.Tale è dunque la
“religione” che, nell’ideologia verghiana, indirizza e determina l’agire dei singoli, e che, nel
romanzo, decreta il naufragio della famiglia dei Malavoglia, staccatisi dal proprio posto e incapaci
di nuotare in un mare diverso. È soprattutto ciò che accade al personaggio di ’Ntoni, il quale fatta l’esperienza della vita in città - è roso da un’inquietudine che si potrebbe accostare, secondo
un incrocio di richiami testuali, allo stesso dubbio della donna, che apre la novella: “non capisco
come si possa viver qui tutta la vita”. Ma, se per questa figura femminile, una simile impressione è
naturale e caratterizzante della propria condizione, per ’Ntoni sarà invece la spinta per il distacco
dal proprio scoglio di Aci Trezza, con le conseguenze nefaste e lo smarrimento definitivo narrati
nei Malavoglia, secondo la rigida ideologia già teorizzata in Fantasticheria.
Prevalenza del motivo economico sull’amore. Tema dell’esclusione del povero dalla società, rosso
malpelo.
ore.
LIBERTà: novella che racconta un episodio reale avvenuto nel 1860 a bronte, contadini affamati
trovando un proclama di un condottiero e interpretandolo alla luce dei loro interessi materiali si
ribellano contro i proprietari terrieri. Ambiguità del termine libertà tra contadini e garibaldini.
3 PARTI:- inizio descrizione della rivolta con particolari vividi e efficaci, rivolta descritta come
inevitabile da parte dei contatori insoddisfatti da generazioni. Tono drammatico
-parte centrale, Nino Bixio che reprime la rivolta, contadini ingenui credevano nell’aiuto dei
garibaldini tono distaccato e oggettivo
-inizia processo contro i rivoltosi a catania, situazione ritorna iniziale, contadini e signori fanno
pace. Tono alternanza di pietà e ironia.
Unico caso in cui rivolta descritta con intensa carica drammatica e violento espressionismo. Non
grottesco e comico come rivolta per il dazio sulla pece nei malavoglia. Motivo sociale alla base
della novella- contraddizione tra classi sociali durante risorgimento, stava molto a cuore a verga.
La narrazione è intensamente drammatica e descrive con spietato realismo la violenza dei
contadini che, oppressi e sfruttati per secoli, sembrano trovare nella parola “libertà” la volontà per
ribellarsi e vendicarsi delle ingiustizie di sempre. Si ha la sensazione, appunto,
che essere liberi significhi per loro sfogare l’odio chiuso nei loro cuori, perciò le azioni
diventano più spietate ma mano che gli occhi si eccitano alla vista del sangue. Ma la loro indole
non è violenta e, calata la sera, tutti si chiudono nelle case stanchi della carneficina,tristi,
sospettosi e vergognosi gli uni degli altri; l’indomani, poi, passata la furia vendicativa, non sanno
che fare: aspettano, umiliati dal silenzio del campanile che non annuncia la sacralità domenicale,
ansiosi di ottenere quel pezzetto di terra che la “libertà” avrebbe dovuto garantire a tutti. Quando
arriva la giustizia prima quella spietata del generale e poi quella dei giudici, e cominciano gli
arresti e le condanne, i contadini non capiscono più nulla: perché punirli se avevano detto che
c’era a libertà?
Rosso malpelo
Rosso malpelo è il capolavoro di vita dei campi, voce narrante è della comunità di contadini e
minatori che si accaniscono contro malpelo.
In verga assistiamo all’artificio di regressione, l’autore, persona colta, regredisce nel punto di vista
di una voce ignorante. Non è proprio l’autore ma una voce narrante che inzialmente critica
malpelo presuntuosamente solo perchè aveva i capelli rossi( non opinione di verga), si apre divario
dunque tra punto di vista el narratore e dell’aut
Storia di un ragazzo che lavora in una cava di rena , capolavoro di vita dei campi, prima raccolta
di novelle di verga.Narrazione concreta sul protagonista, chiamato malpelo per le sue
caratteristiche fisiche.Nel rapporto con ranocchio si riflette la sua negatività del mondo, ragazzino
fragile e zoppo che poi si ammala di tubercolosi.Malpelo vive eventi luttuosi:morte del
padre,asino,ranocchio.Personaggi hanno solo rapporti con malpelo non tra di loro. Si dividono in
vittime 5 e 5 oppressori.Domina sempre il più forte e il più potente.Verga identificato come
ragazzo con i capelli rossi,diverso come artista e ha l’unico privilegio della conoscenza.Tema del
diverso, escluso molto importante in verga
La lingua
Il punto di vista è popolare ma la lingua usata ha a volte ancora caratteristiche del registro alto e
letterario, o perlomeno dell’italiano grammaticale. Essa accoglie molti elementi del parlato, ma
non scende mai fino al dialetto, la vera lingua parlata dal popolo alla fine dell’800. Quello che
Verga riprende dal siciliano è piuttosto l’immediatezza e la rapidità delle formule, che vivacizzano
il discorso e modernizzano le forme dell’italiano, creando una lingua più diretta e incisiva.
Prefazione malavoglia:dichiarazione poetica, studio dei vinti, documento più articolato che verga
ha fornito sul verismo.Teoria del progresso che avanza inesorabile attraverso la lotta per la vita e
la feroce selezione naturale, egoismo individuale produce l'avanzamento del progresso.Visto da
lontano sembra grandioso, positivo , da vicino pieno di contraddizioni e errori. L’artista studia
questo progresso da vicino studiando vittime e orrori.Ottimismo evoluzionistico teorizzato ma in
pratica negato. Verga si interessa ai vinti, cioè le vittime di questo progresso. Anche lui in quando
osservatore è travolto dal progresso e quindi è un vinto, il progresso subordina l’artista alle leggi,
lo disprezza, emargina e ne fa un escluso.Poetica di verga evidente: -narrazione con un metodo
rigoroso, definita uno studio⁃ deve essere sincero e senza passione⁃ Osservatore non ha diritto di
giudicare⁃ Firma deve essere inerente al soggetto, autore punto di vista dei personaggi non
proprio⁃ Tomando fa parte di un ciclo che vuole mostrare la lotta per la scala sociale⁃
Rappresentazione personaggi diventa sempre più I complessa e difficile, si parte da livello più
semplice. Verga si mette dall’inizio in mezzo ai suoi personaggi e conduce anche il lettore, come
se avesse vissuto nel loro ambiente. Narra di personaggi popolari che fanno parte della su stessa
comunità, lettore messo direttamente nell’ambiente.
I vinti dei malavoglia sono quelli sradicati per smania di progresso economico, frutto di una lottavisione Darwinista.
Pascoli:
La poetica: lettura da Il fanciullino;
Letture da Myricae: Novembre, X Agosto, Lavandare, L’assiuolo.
Letture da Canti di Castelvecchio: Il gelsomino notturno, L’ora di Barga.
Lettura dai Poemi conviviali: Alessandro.
Pascoli:
Poetica del fanciullino, duplice poetica, da una parta il fanciullino è presente in ogni uomo
potenzialmente, una figura umile e piccola. Dall’altra parte solo il poeta conosce il privilegio di
farlo rivivere e parlare dentro di se, sapendo scorgere il significato profondo di piccole cose di che
il normale uomo adulto trascura. Il fanciullino ha una vocazione superiore che permette a Pascoli
di diventare poeta-vate.
Nel 1897 pubblicata la prosa “il fanciullino” è un discorso programmatico di Pascoli sul poeta e
sulla poesia che contiene la sua personale poetica. Il fanciullino coincide con il poeta, ovvero la
parte che nel adulto viene soffocata mentre nei poeti si può esprimere liberamente. Il fanciullino
vede quello che passa di solito inosservato attraverso le intuizioni e percezioni non razionali.
Stabilisce legami inediti tra le cose, guardando il mondo con stupore infantile come se ogni cosa
sia una nuova scoperta, si sottrae alla logica ordinaria. La poesia é il luogo in cui l’uomo da casa
al fanciullino che è dentro di lui e lo lascia esprimere.
Il fanciullino Sopravvive anche nel uomo adulto ma viene soffocato dalla ragione, nei porti invece
si esprime liberamente.
La poesia è consolazione, pacificazione delle tensione sociale, reintegrazione attraverso bellezza
dell’armonia tra gli uomini. Riaffermata la funzione sociale del poeta come vate e profeta.
Testo programmatico in cui l’autore esprime la sua visione del mondo e concezione poetica.
Dimensione di purezza sentimentale, offuscata dal trionfo della ragione, rimane comunque dentro
ognuno di noi.
Il fanciullino proprio perché non ha studiato sa più cose del adulto. Si tratta di un sapere non
convenzionale, antichissimo, che stabilisce legami tra le cose, la realtà appare nuova e svelata nel
suo senso profondo “. Poetica di Pascoli infatti vede universo come grande mistero. Pensiero
razionale produce una conoscenza specialistica e pragmatica che non soddisfa bisogni intrisi e
spirituali della coscienza. Necessario che l’individuo riscontri la propria parte infantile,il fanciullino
nascosto entro di se, una parte segreta dell’io che rimane nascosta dalla logica. Pascoli afferma:
-Fanciullino sopravvive all’interno di ogni individui ma si esprime solo attraverso la voce del poeta.
Immagine dell’artista per Pascoli come individuo eccezionale
⁃ la poesia da un esplicito intento ideologico e sociale, deve escluderei ragionamenti e avere
origine da un atto libero e disinteressato, solo così può ottenere valore di utilità morale e collettiva.
Questo allontana Pascoli dal pensiero decandetista europeo, che si fonda sulla ribellione
dell’artista alla propria oggettiva condizione di emarginato sociale. Non costretto ad accettare la
modernità, di essere parte della massa ma come Carducci rivendica ancora la superiorità
dell’artista.
SiMBOLISMO PASCOLIANO: il simbolismo di Pascoli indica la strada di rivelazione di una verità
segreta la cui chiave nascosta appartiene solo al poeta. Con una catena di analogie simboliche si
esprime il senso del mistero. Al termine di cui si intravede l'ombra affasciante e paurosa della
verità assoluta. Il simbolismo pascoliano punta a valorizzare il particolare in cui si racchiude
l’effetto poetico delle cose.
In Pascoli quindi troviamo questa poetica che porta a scavare nella testa e a valorizzare quindi
onomatopee, fonosimbolismi, termini tecnici puri e puntuali.
Pascoli crea anche un rapporto stretto tra ideologia e poetica.
Non mette in dubbio l’utilità e la funzione morale e sociale della poesia. Ancora considerata come
consolazione e possibile pacificazione delle tensioni sociali. La poesia ha funzione di garantire
stabilità dell’assetto sociale. Infatti poesia di Pascoli accoglie semplici miti familiari e domestici,
nobilitandosi e universalizzandoli anche attraverso la rivendicazione delle origini dell’autore di
contadino.
Myricae: produzione più intensa di Pascoli
Nelle myricae, poemetti e canti di Castelvecchio dove lavorano più generi di scrittura
contemporaneamente (rapsodisti di Pascoli), esiste un unita di fondo di ispirazione che
corrisponde alla poetica del fanciullino, costituita da intreccio tra tendenza narrativa, sopratutto
poemetti e lirico-simbolica, soprattutto myricae.
Testi delle myricae composti tra 1877 e 1900 , 1891 prima edizione non divisa mentre finale divisa
in 15 sezioni.
Titolo= tamerici, ricavato da un luogo delle bucoliche di Virgilio ricordato da Pascoli come epigrafe
al volume. Riferimento tematico implica enunciazione di una poetica dal basso, dal comune, dal
discorsivo, mentre il rimando al classico (Virgilio, latino) ricerca sostenutezza e elezione. Consueta
ambivalenza della poesia Pascoliana.
Prefazione scritta per la 3 edizione poeta affronta 2 temi centrali del libro: tema della morte del
parte invendicata e tema della natura come consolatrice benefica.
Tema della morte e dolore comunque molto centrale da ogni punto di vista L, il rasserenamento
funge da forza riequilibrante.
Soprattutto giorno dei morti dove immagina che i morti nel cimitero di famiglia abbiano creato una
loro nuova unità familiare più autentica e profonda.
C’è nelle myricae quindi una costatante ossessione funebre che scommette sulla negatività
naturale.
Particolarmente evidente nelle myricae la divisione della poesia Pascoli ama tra vecchio e nuovo,
tradizione e sperimentalismo. Forme metriche chiuse e desuete rimandano alla tradizione , e un
idea della poesia come attività privilegiata di coscienza e funzione sociale di prestigio, esempio di
Carducci nel richiamo della tradizione.
Ricerca di un rapporto nuovi tra metrica e stile, tensione e non equilibro, contiguità con nuove
tendenze del simbolismo dimostrano invece lo sperimentalismo di Pascoli.
Altra caratteristica è la forte adesione alla concretezza realista del dato naturale, attraverso
onomatopee e fonosimbolismi è volto a valorizzare io singolo particolare e frammento.Simbolismo
delle myricae infatti fondato sulla frantumazione di imagine e valorizzazione di particolari. Registra
l’impressione del soggetto davanti ai fenomeni, impressionismo simbolistico.Simbolismo porta
l’angoscia del soggetto e il mistero insolubile delle cose.Scelte formali contraddittorie,
Metrica: fedeltà alle forme chiuse e ai metri della tradizione ma rinforzati,rinnovati e personalizzati
sospirando forme nuove e inedite.
Metrica nel libro ha ancora funzione di catalizzazione tematica e strutturale.
STILE organico alle soluzioni metriche , prevalenza di uno stile nominale bastato su paratassi e
tendenza a valorizzare particolari.
Tra figure retoriche dominano onomatopee, fonosimbolisimo, metafora e sinestesia. Importante
anche ricchezza lessicale, piante, animali , oggetti su lavoro agricolo ricevono voce nella poesia.
Fiducia nel viale evocativo e immediatezza semantica del nome.
10 agosto,
Dedicata alla morte del padre che Pascoli collega a quella di una rondine uccisa mentre torna al
nido a nutrire i piccoli come il padre portava innocente i regali.
Uomo ucciso è il padre di Pascoli anche se la sua identità non è rivelata esplicitamente, la morte
così diventa non solo morte del singolo diventa una grande sofferenza umana e universale e la
giustizia del mondo. La morte della rondine e dell’uomo si definisce all’interno dj un Sacrificio di
innocente e di un giusto, vediamo infatti allusione esplicito al modello di cristo. Tuttavia terra e
cielo rimangono elementi distaccati e inconciliabili( ultima strofa). All’interno della simbologia
cristiana si incardina quella Pascoli ama del nido, luogo protetto e al riparo delle offese del
mondo.
L’assiuolo:
Poesia parla di una notte lunare e il canto di un uccello notturni che diventano la Giuda per risalire
attraverso le sensazioni al significato simbolico e misterioso della realtà della vita.
È un Unione tra impressionismo e simbolismo e rappresenta uno dei verifica dell’opera su Pascoli.
Poeta prova sensazioni inquietanti e sottili immerso in questo paesaggio borirono di campagna. il
verso dell’assiuolo sembra un richiamo si morte. All’inizio vediamo descrizione della notte lunare
che porta sensazioni disposte in modo parattattuco senza gerarchia interna. Simbolismo si
esprime attraverso terminologia adottata dal poeta e particolari naturale, ha un aggiunta di senso
oltre a quello immediato (esempio sistri strumento del culto di morte si di Iside, grazie ai sistri le
porte della morte diventano anche speranza di sopravvivenza. L’assoluto è caratterizzato da
immagini suggestive e indefinite, attraverso figure retoriche come synesthesia, metonimia,
metafora si costruiscono immagini e con il fonosibolismo, allitterazioni e onomatopeee valorizzano
dimensione musicale.
Novembre:
Uno dei testi più antichi di Pascoli che ricevette anche Lodi di Carducci Paesaggio armonico sotto
cui si nascondono presenza e minaccia di morte.
La giornata è mite e serena e allude alla primavera ma in realtà siamo a novembre, divisa in due
momenti. La frase e il ritmo dei verso sono spezzati e poi ci si avvicina alla fine del testo più
amentano le sensazioni di inquietudine. Si riscontra anche qui valorizzazione simbolica del
paesaggio naturale e tra contrapposizione di primavera apparente e inverno reale abbiamo anche
contrapposizione di apparente rinascita di vita e morte imminente che è realtà. L’idea della morte
si esprime infatti attraverso diverse allusioni simboliche e esplicito riferimento finale.
LAVANDARE: Lavandare è un madrigale,La lirica descrive le sensazioni del poeta che, mentre i
campi sono avvolti dalla nebbia, sente in lontananza i suoni provenienti dal lavatoio e i lunghi canti
delle lavandaie. Nella prima strofa viene descritto un campo immerso nella nebbia su cui spicca
un aratro abbandonato. Dominano i colori spenti: il campo viene descritto infatti come mezzo
grigio e mezzo nero.
Nella seconda strofa viene descritto il rumore dei panni che vengono lavati nell’acqua e il canto
delle lavandaie. Qui prevalgono le sensazioni uditive (suono dei panni, il canto triste, il tonfo).
Nella terza strofa viene riportata la canzone cantata dalle lavandaie che parla di una giovane
donna abbandonata dall’innamorato e che è rimasta sola come l’aratro in mezzo al campo. La
lirica è quindi circolare: si apre e si chiude con l’immagine- simbolo dell’aratro abbandonato che
rappresenta la solitudine. Questa scena descritta nella poesia serve proprio a trasmettere la
sensazione di abbandono e malinconia che rinvia proprio al poeta stesso: egli si sente
abbandonato dai suoi cari perché è rimasto orfano del padre e la sua vita è stata funestata da una
serie di lutti. Il paesaggio diventa quindi un simbolo per raccontare il proprio stato d’animo.
La poesia Lavandare si caratterizza per il ritmo lento, quasi da cantilena, l’utilizzo di molte
allitterazioni (v. 8 tu non torni, v. 10 in mezzo alla maggese) di rime interne (v. 5 sciabordarelavandare). Importante l’utilizzo transitivo del verbo nevicare al verso 7: il ramo fa cadere le foglie
come fossero fiocchi di neve.
Canti di calstelvecchio: publicati nel 1903 a Bologna, in continuità con le myricae ma meno
compattezza di ispirazione più diluita e non priva di ambizioni strutturali.
Agiscono nei canti soprattutto due motivi: il motivo familiare, centrato sull’uccisione del padre e il
motivo naturalistico basato sul trascorrere delle stagioni, questi due motivi si uniscono e
intrecciano, ritmo delle stagioni allude infatti a alternanza tra vita e morte, mentre uccisione del
padre mostra fine irreparabile causata da cattiveria umana, estranea quindi al ciclo naturale
dell’esistenza. Tema della morte si affaccia con il peso del perturbante, espressione di minaccia
per lo stesso soggetto individuale. Canti sono meno frammentati delle myricae e e si cerca una
liricità più distesa. Ricerca di una musicalità più complessa e varia spinge Pascoli a audaci
sperimentazioni metriche. Lingua usata nei canti è audace strumento per realizzare una forma
innovativa di sublime.
IL GELSOMINO NOTTURNO: Poesia pubblicata nel 1801, in occasione delle nozze dell amico
Gabriele briganti. È una poesia di occasione cioè nata da una circostanza esterna (nozze
dell’amico) e a scopo dedicatorio ma il tema trattato coinvolge anche molto L’autore
emotivamente.
A un primo sguardo la poesia sembra un susseguirsi di immagini naturali suggestive ma slegate,
in realtà è una poesia piena di risonanze simboliche che costituiscono la trama profonda del testo,
basata su alternanza di immagini visive, sensazioni uditive e olfattive.
Parallelismo tra prima notte di nozze e fecondazione dei fiori nella campagna notturna.
Il metro è raffinato, il tema di fondo della poesia è la fecondazione della sposa durante la prima
notte di nozze. Tutta via i temi generali riguardano il mondo della natura, realtà umana infatti
raffigurata per mezzo di simboli naturali, c’è umanizzazione della natura e naturizzazione
dell’uomo. Questo rende la poesia un caso esemplare di poetica Pascoliana. Temi principali:
sessualità( più presente), morte e esclusione.
Un tema implicito ma molto importante qui è esclusione del poeta dal rito di fecondazione in
corso, poeta è bloccato in una condizione tra età infantile e adolescenziale, negato quindi alla
considerazione serena della sessualità.
Pascoli l’ora di Barga
Il tema della poesia è la voce dell’orologio che personifica la voce della madre, che giunge al
poeta attraverso il battito dei quarti e delle ore dell’orologio della torre di Barga. Il poeta, immerso
nella solitudine della natura, e fermo a guardare la bellezza del campo di grano, vorrebbe resistere
al richiamo della madre perché vuole e vorrebbe contemplare ancora un altro po’ la luce del
giorno residua e la ricchezza della natura: gli alberi, gli insetti e i fiori. Ma quando la voce della
madre diventa più stridula, quasi un rimprovero, allora il poeta decide di rientrare a casa tra coloro
che lo
Il messaggio della poesia è il fatto che il poeta non regredisce più all’infanzia, come aveva fatto
nella poesia “La mia sera”, ma rimuove il passato e accetta semplicemente il presente della sua
vita.
La tesi della poesia è la consapevolezza del poeta di rimuovere il passato doloroso e di accettare
il presente per quello che; benché scrutandosi all’interno si accorge che non ha realizzato nessun
amore, ma trova sempre la sua poesia e alla fine si convince di rientrare a casa a partecipare alla
vita attiva della famiglia.
MetricaLa poesia è composta da sette strofe di sestine a quinari doppi a rime alternate. Il
linguaggio della poesia è ricchissimo di figure retoriche come la personificazione, le allitterazioni,
l’enjambement e il simbolo.
Il tono emotivo è malinconico, in quanto egli si rende conto che la sua vita trascorsa è abbastanza
vuota ma ricca di poesia, e alla fine accetta il consiglio della madre e rientra nella sua famiglia.
La bellezza della poesia è dovuta alla limpidezza e alla chiarezza dei versi, alla ricchezza delle
figure retoriche e alla ricercatezza dei giochi linguistici e retorici che si susseguono in tutta la
poesia.
POEMI CONVIVIALI dedicati a fatti e eprsonaggi del mito e della storia antica
ALEXANDROS:La poesia si articola in sei strofe:
-Le prime quattro (vv.1-40) riferiscono il discorso che Alessandro rivolge ai soldati constatando il
fallimento della propria ricerca e l'insoddisfazione che ne deriva: pur avendo raggiunto l'estremo
confine della Terra, il re macedone è triste, perchè ha davanti a sé un limite invalicabile: dunque la
sua ricerca è conclusa.
-Le ultime due strofe (vv.41-60) sono pronunciate dalla voce del poeta-narratore: precisamente, la
quinta riporta il pianto dell'eroe e le sue inquietudini, la sesta evoca la patria e la casa lontana,
dove la madre e le sorelle dell'eroe, intente alle attività domestiche, ripensano a lui.
Alessandro è rappresentato alla fine della sua epopea. Ha visto e conquistato tutto l'Oriente; ma
ora che il Fine è stato raggiunto, i grandi interrogativi della vita gli paiono ancor più insoluti e
pressanti. Dolorosamente l'eroe deve confessare che sarebbe stato meglio non partire neppure.
contemplando nella memoria le imprese compiute, egli conclude che sarebbe stato meglio, per
lui, limitarsi a sognare, perchè il sogno è più ricco e più soddisfacente della realtà. Pascoli
esprime qui una concezione irrazionalistica della verità essa non può venire dalla scienza o dalla
ragione, ma appunto dal sogno, l'unica esperienza in grado di metterci a contatto con la
profondità e con il mistero dell'esistenza umana.
Se tutto era partito dal nido familiare, tutto riporta a esso. Il punto d'arrivo del componimento è
infatti la madre Olympias, cui Alessandro infine si ricongiunge risalendo a ritroso, con la memoria,
la corrente del tempo. Sognatrice anch'ella, come il figlio, Olympias non è però mai uscita dal
grembo del nido; invece che sperimentare la storia, si è per così dire interiorizzata. Si è calata
nella cava ombra infinita del mondo e ha ascoltato da lì le grandi quercie bisbigliar sul monte,
simbolo delle voci segrete e pulsanti della natura.
Sul piano stilistico, il testo è caratterizzato da un tono alto, erudito, caratteristico della raccolta dei
Conviviali. Uso de la parola dotta e tecnica è visibile per esempio nella grafia grecificante del titolo
Alexandros, così come nella serie dei nomi propri che apre la prima strofa: nomi esotici e località
misteriose, che danno al linguaggio un sapore conturbante e misterioso. In tutto l'arco del
poemetto la forma risulta molto elegante e ricercata: si veda per esempio ai vv. 12-13 il
simmetrico
parallelismo di immota... portate / portate... che resta; il poeta ci suggerisce che, in realtà, il
movimento è solo apparente e nulla cambia, nel ritmo circolare del mondo.
D’Annunzio:
1863, D'Annunzio fu sempre aperto alla sperimentazione di nuovi temi e forme, ma legò il suo
nome soprattutto alla prima fase del Decadentismo europeo, ovvero l'estetismo. Andrea Sperelli,
controfigura dell'autore e protagonista del romanzo d'esordio, Il piacere, ne fu la prima
incarnazione in Italia: il suo scopo è fare la sua vita come si fa un'opera d'arte, dando sfogo al
bisogno di sensazioni eleganti ed esclusive, sollecitando dalle dispendiose esigenze del suo
vivere inimitabile, D'Annunzio seppe rispondere al richiamo della nascente industria culturale,
collaborando in particolare con il mondo del cinema.
D'Annunzio scrisse sette romanzi, a partire dal Piacere (1889). Il loro filo conduttore è
l'individualismo e, quasi sempre, il superomismo dei diversi protagonisti. Sono opere distanti della
narrativa oggettiva e impersonale del Verismo, caratterizzate da simbolismi, musicalità, elementi
ideologici e saggistici. Nell'ultima fase, segnata da Notturno (1916), viene meno la centralità del
superuomo, per la sottolineatura della debolezza dell'io scrittore; la scrittura si fa quindi più
essenziale e autobiografica. Inoltre, dopo il viaggio in Grecia del 1895, D'Annunzio compose una
decina di drammi per il teatro, a partire da La città morta (1896), contrassegnati da una forte
letterarietà e, quindi da una scarsa teatralità.
D'Annunzio esordì nel 1879 con una raccolta di versi, primo vere, in cui ha già forte rilievo
l'elemento vitalistico e sensuale. Questi motivi si sviluppano nella seconda raccolta, Canto novo,
e nelle successive (Intermezzo di rime e poi Isottèo-La Chimera). Di tono diverso è il Poema
paradisiaco, in cui compare il tema intimistico del ritorno alle origini, nel tentativo di rigenerarsi.
Ma il Decadentismo e l'estetismo trionfano nei successivi libri delle Laudi (i primi uscirono nel
1903), tra cui figura il capolavoro di D'Annunzio poeta, ovvero Alcyone, intriso di musicalità e
interessante anche per i suoi esperimenti formali sul verso libero e la strofa lunga.
La pioggia nel pineto.
La poesia La pioggia nel pineto viene composta nel 1902, ed appartiene alla sezione centrale
di Alcyone (il terzo libro delle Laudi, uscito alla fine del 1903, e composto dal poeta tra il 1899 e il
1903). La raccolta è costituita da una serie di liriche che rappresentano «un susseguirsi di laudi
celebrative della natura – e soprattutto dell’estate, dal rigoglioso giugno al malinconico settembre
– nella quale il poeta si immerge mirando a realizzare una fusione panica: a sprofondare e a
confondersi con tutto – mare, alberi, luci, colori – in un sempre rinnovato processo di metamorfosi
che si risolve in un ampliarsi della dimensione umana».
Sono lodi che celebrano la natura osservata in una vacanza ideale, che inizia a fine primavera
nelle colline di Fiesole e termina a settembre sulle coste della Versilia.
Il poeta racconta in versi come avviene la fusione dell’uomo con la natura attraverso il
superamento della limitata dimensione umana.
La lirica più nota e più rappresentativa della raccolta è La pioggia nel pineto, leggendo la quale
riusciamo a capire come l’uomo entri in simbiosi con la natura, sottoponendosi a un processo di
naturalizzazione, e come la natura subisca a sua volta un processo di antropomorfizzazione.
Il poeta e la sua compagna entrano in empatia con la natura e arrivano a condividerne la sua
anima segreta: D’Annunzio contempla la metamorfosi delle cose e la sua compagna si trasforma
in fiore, pianta, frutto, mentre la pioggia cade.
CREPUSCOLARI: rappresentano l’esaurirsi della tradizione (carducci annunzio ultimi esponenti)
contrapponegono l’amore per le piccole cose ai contenuti aulici.
Guido Gozzano tra i più famosi crepuscolari di Torino- il poeta dello shock. Da un nuovo
significato alla letteratura, poesia corrosiva e demistificante.
Rapporto amoroso con poetessa gugliemini. Nel 1912 fa viaggio in india attratto da religiosità
orientale, colpito pero da tubercolosi.
Signorina felicità: trai prometti più famosi nella sezione ‘alle soglie’.
Poemetto in sestine di endecasillabi strutturato in otto parti con il sottolio di Idillio. Protagonista
avvocato in vacanza che si innamora di una donna bruttina che lo attrae. Gozzano crea dei piccoli
quadri vita dove canta sia la bellezza di felicita si l’ambiente della villa di campagna dove
avvengono le vicende ‘villa amarena. Tutto filtrato dalla dimensione malinconica del ricordo.
Parla dei giorni felici e lontani i compagina di una donna, vicenda rievocata con tono ironico e
nostalgico, donna sogno di vita felice, ideale di una vita semplice lontano dalla modernità della
città, casa in cui abita la ragazza ispira malinconia che carica immagini di fascino . Lirica si apre
Con presenza della sera che scende nel giardino antico, descrizione e con parole semplici che
proiettano il lettore quello spazio, il tramonto è il momento cruciale in cui si avverte la nostalgia e
la sera e il tramonto sono i momenti della malinconia, in cui i crepuscolari si ritrovano,
Felicita descritta in una dimensione concreta modesta, tosta il caffè, lontana dai salotti mondani e
tipici di D’annunzio .
Ripetizione della parola semplicità evidenzia il motivo conduttore, felicita si muove tra gli oggetti
quotidiani, dal verso 73 descritta come brutta, casalinga, bellezza semplice fiamminga, volto
quadro senza sopracciglia, immagine degli occhi che nella poesia classica avevano sempre
grande valore, elemento caro alla tradizione poetica desublimato e snaturato. Eppure questa
signorina ha Amat il poeta e ha assunto Atteggiamento da civetteria che è piaciuto al poeta.
Bozzano paragona semplicità del corteggiamento ai modi sofisticati della conquista cittadina che
non ama.
Da v 302 tema della vergogna di essere poeta, se la prende con la vita tipica dell’artista che vive
lontano dalla resta e si perde nelle fantasticherie, la poesia è un ostacolo alla vita comune, meglio
la vita del mercante che continua a cercare ricchezza e auto-affermazione rispetto alla vita non
attiva dell’intellettuale. Via di scampo è il matrimonio, al v 320 dice di non voler più essere un
esteta gelido, innamorato della bellezza pura, dell’arte.
Volontà di abbandonare l letteratura non si concretizza mai, viaggia per cercare di guarire dalla
tubercolosi, sceglie di allontanarsi da tutto per evitare l amore e si chiede se lei resterà ad
aspettarla a quel punto però sceglie di abbandonare felicita e racconta il distacco attraverso toni
romantici. Scelta di una vita concreta lo avrebbe allontanato dalla poesia ma lii avverte il male
letterario che si concretizza in una troppo forte fede letteraria. Felicita simbolo della possibilità di
una vita comune semplice e felice ma lui non riesce. Al centro immagine del solaio dove lui è
attratto dal ciarpame, soffitta luogo dove si buttano oggetti e trovo a un ritratto di tasso con una
corona, la donna pensa si tratti di una corona di ciliegie ma Gozzano nota. H sin mezzo ci sono gli
oggetti dimenticati che devono essere portato all’interno della poesia, cozzano va cosi contro
d’annunzio e la poesia aulica lontana dalla piccola voce dei poeti crepuscolari, poeti on aspirano
alla gloria ma sono piccoli poeti che si accontentano del CIARPAME REITTO, vivono isolati
lontano dalla società.
Lettura di Gozzano, La signorina Felicita.
Il Futurismo:
Lettura di Marinetti, Manifesto del Futurismo e Manifesto tecnico della letteratura futurista.
FUTURISMO
Italiano, si fonda su azzeramento del passato e arte incompressibile. Manifesto di Tommaso
Marinetti contro la cultura del Passato. Valori : dinamismo , velocità, macchina.
Futurista vede nella guerra rinnovamento anche estetico, pagine forti che vogliono duramente
colpire. Distruzione necessaria per distruggere il vecchio, la violenza perché sorga il nuovo.
Nascerà in arte nuova (futurista) grazie alla distruzione del vecchio.
“Amiamo la guerra” per capire incisività con cui i futuristi sostengono entrata in guerra
Avanguardia (intenzione di rinnovare la società)
Innovazioni formali : Analogia, aspetto visivo, fusione del linguaggio, distruzione della sintassi,
parole libere, letteratura vista come spettacolo.
MARINETTI: formazione cosmopolita, prime opere in francese, sfonda rivista poesia, nel 19212
manifesto della letteratura futuristica in cui definisce
Esalata guerra, acceso interventista, favorevole al fascismo, intellettuale di regime.
MANIFESTO: coraggio , audacia, ribellione elementi della poesia, fondamentale la velocità ,
automobili da corsa, critica la passato , bellezza nella lotta- opere devono avere carattere
aggressivo solo cosi saranno capolavori, anche poesia violento assalto, futuristi guardano avanti,
vogliono sfondare l porte dell’impossibile, glorificare guerra, patriottismo, liberalismo, distruggono
musei contro femminismo, moralismo..cantano il caos. linguaggio logico e analogico.
Letteratura: verbo all’infinito che da senso di continuità , distruggere la sintassi , no avermi,
aggettivi, sostantivo deve avere il suo doppio (sostantivo a cui è legato per analogia), analogia
immediata, immagini, distrugger la psicologia, l’io , introdurre : RUMORE, PESO, ODORE (facoltà
degli oggetti).
Pirandello:
La poetica: lettura antologica dal saggio L’umorismo.
Lettura da Novelle per un anno: Ciàula scopre la luna.
PIRANDELLO:
L’opera di Pirandello si organizza per generi letterari, nasce come narratore ma molto presto
comincia a trasformare racconti in drammi.
-NARRATIVA BREVE: racconti, chiamati ‘novelle per un anno’, pubblicati gradualmente nel corso
della vita fino a costituire grande edizione
-TEATRO: già molto presto alcuni racconti trasposti per il TEATRO, Pirandello anche autore
teatrale. Ragione principale per cui egli è uno degli autori più letti e rappresentati nel 900.
Linguaggio teatrale di Pirandello si modifica tanto fino a arrivare al metateatro, si passa dal
dramma borghese a un linguaggio nuovo quasi surrealista.
-ROMANZI: a partire da alcuni romanzi ancora veristi, parte dal verismo (l’esclusiva) fino si grandi
capolavori (il fu Mattia pascal,1 nessuno centomila..)
VITA: nato a Gergenti(Agrigento), nel sobborgo di campagna, Kaos.
Università di Palermo, studia in Germania,
1902/3 inizia a pubblicare.
1904 grande svolta, anno di pubblicazione del capolavoro:”il fu Mattia pascal” , svolta, scoperta
di una poetica nuova che in realtà è la valorizzazione di suoi elementi già presenti nelle opere
veriste. Interventi nella guerra, adesione al partito fascista ambigua
1908 pubblica il saggio “l’umorismo” che spiega la sua tecnica per isolare l’elemento da
rappresentare e approfondirlo.
-Elemento interessante della vita era rapporto con la moglie, pazza, rapporto diretto con il tema
della follia che è presente nei racconti e nel teatro.
Umorismo, saggio di Pirandello dedicato all’umorismo perché lui ritiene la sua arte si umoristica.
Vuole distinguere l’umorismo dal comico. Non sminuisce comico ma confronta comico e
umoristico sostenendo la sua opera sia umoristica.
Testo: distingue due modi diversi di ridere
-il riso è L’avvertimento del contrario, si ride nella realtà di qualcosa che è una stonatura (esempio
della vecchia truccata come una giovane), questa percezione del contrario è la comicità
-l’umorismo è qualcosa che nasce dal comico, ma aggiunge la riflessione che fa nascere un
sentimento ragionato.( riflette sul fatto che la signora lo faccia per trattenere l’amore del marito)
-forma e la vita: uno dei temi principali di tutta la produzione principale di Pirandello, in ogni opera
il nucleo fondamentale della riflessione è dato da conflitto tragico tra forma e vita. La vita è flusso,
movimento, divenire, scorrere continuo. Perché la mente possa afferrala è necessario fermarla
Percorso di Pirandello parte dal verismo, con analisi della società borghese caratterizzata da un
rigido sistema di convenzioni sociali, la critica del modo di vita borghese di inizio 900.
Scopo di Pirandello è indagare questo flusso vitale che l’uomo cerca di arrestare.
FINZIONE, parola chiave, nel mondo queste forme sono spesso dei ruoli in cui fingiamo, che ci
costringono a recitare una parte. L’opposizione forma e vita si evolve in opposizione tra forma e
verità.A volte più vera funzione di un ruolo recitato rispetto a chi si crede reale. (Enrico 4 finge di
essere un pazzo che si finge di essere Enrico 4, partenti per presentarsi a lui devono fingere di
essere membri della corte, poi dramma della follia esplode con Enrico 4 costretto a recitare per
sempre il suo dramma)
Dramma dei personaggi Pirandelliani.
Idea dell’illuminazione, qualcosa che Rompe la nostra visione della realtà, realtà che appare come
uno schermo che vien rotta da qualcosa ( in il “Fu Mattia pascal”: teatro in cui si rappresenta
L’Oristea e la scena si rompe e si interrompe)
Attraverso l’elemento dell’illuminazione
CIAULA SCOPRE LA LUNA
Ciaula paragonato a rosso malpelo: entrambi personaggi discriminati, per i capelli rossi malpelo,
ciarla è un sempliciotto.
Ha importa verista ma è una novella decadente , novelle amanifesto del 1912. Rappresenta il mito
della resurrezione.
Esiti profondamente diversi, questo racconto ci fa vedere percorso di Pirandello dal verismo, pero
con su sensibilità del 900 che sta mettendo in crisi anche fiducia nelle letteratura come analisi
veritiera e scientifica e diventa in realtà racconto simbolico.
Tutto racconto centrato su opposizione tenebra e luce, buona parte finale del racconto occupata
da viaggio di ritorno fuori dalla caverna alla luce delle stelle e luna. Rimandi simbolici, quasi
archetipi letterari, come caverna di Platone, rimandi a apuleio.
Eventi apparentemente insignificanti svelano improvvisamente una realtà, è appunto quell’epifania
che qualche anni dopo diventa il varco di montale, qualcosa che brilla, maglia che non tiene che
apre all’infinito , cogliere ombra che si staglia.
TEATRO: drammi borghesi
Pirandello supera l dramma borghese perché vuole denunciare la falsata della vita borghese
Parte dal dramma borghese fino a arrivare a METATEATRO, grandi scritta tra 1921-1922, Enrico 4
capolavoro, testo tragico di una tragedia moderna.
Nel teatro antico rottura della funzione scenica, rottura della 4 parete. Invade lo spazio del
pubblico affiancando temi di teatro e poesia. Invece in Pirandello è il teatro nel teatro, con la
rottura della funzione scenica la scenografia
Pirandello mette sulla scena gli attori, attori recitano ruolo di attori , scenografia non è altro che il
teatro, nella letteratura italiana l'aveva fatto Carlo Goldoni.
Dramma dei personaggi che mettono sulla scena il loro dramma.
1922 scrive e rappresenta ENRICO 4, personaggi: Enrico, Matilde , marito di Matilde ,figlia frida di
Matilde (assomiglia a madre), fidanzato di frodi NIPOTE di Enrico, medico .
Dramma inizia con attori, servitori di Enrico quoto che recitano ruolo di cortigiani, uno a sbagliato
costume, prima di Enrico 4 arrivano i sani (Matilde, frida, belcredi, nipote) che dopo molti anni
fanno visita a Enrico per tentare di farlo rinsavire.
Svevo:
Lettura antologica da La coscienza di Zeno: “Preambolo”, “La vita è una malattia”.
ITALO SVEVO
Trieste 1861, ebreo, per indicare duplice identità etnica si fa chiamare Italo Svevo, figura va
inserita nel contesto di Trieste (città lontana da centri culturali, lontana da correnti letterarie,
soprattutto multietnica, porto franco, luogo fondamentalmente dell’impero, c’era una attiva
borghesia mercantile che fa la mentalità tipica, questo gioca molto nella psicologia di Svevo,
romanzi fallimento dal punto di vista commerciale) Svevo esponente di questa borghesia che
vede anche nel successo economico un riscontro, mentalità borghese e commerciale.
riceve a Trieste influsso delle cose che avvengo a Vienna ( Freud- determinante incontro con la
psicanalisi)
fin da giovane attratto da letteratura, produzione giovanile di testi teatrali (moda, modo di
affermarsi di un autore, borghesia va a teatro) ,costretto a la lavorare.
frequentando circoli letterari si lega a Umberto Veruda, personalità diversa cui personalità spesso
proiettata nei romanzi, si sposa, i’m questa fase pubblica primi due romanzi: una vita 1892,
Senilità 1898. 1923 pubblica coscienza di Zeno, passano 25 anni, essere scrittore é per lui un
vizio, vuole metterlo da parte (paralo tra il fumo per Zeno e scrittura per Svevo)
in questi 25 anni accadono fatti che lo influenzano.
una vita-doveva intitolarsi ‘un inetto’ , fondamentalmente romanzo ottocentesco, (letteratura
italiana inaugura romanzi con Foscolo)
romanzo ottocentesco ultimo che racconta storia di un giovane suicida, chiude la storia.
esperienze fondamentali: incontro con Joyce, legge i romanzi di Svevo incoraggiandolo a
continuare su questa strada, c’è influenza reciproca.
Incontro con la psicanalisi, traduce un trattato minore di Freud per la prima volta in italiano, un
parente di svevo va in terapia da un allievo di freud e quindi conosce questa nuova pratica della
terapia, influenza fondamentale perchè tutta la coscienza di Zeno la cornice narrativa é una
seduta di psicanalisi, importanza fondamentale per rapporto lettore-narratore.
dovremmo capire che siamo come psicanalisti. e dobbiamo indagare il racconto al contrario di
verga.
Solo montale si rende conto del talento di Svevo
Influenzato da : letteratura francese-naturalismo, Freud, marx.
COSCIENZA DI ZENO: pubblicato nel 1923, risente degli effetti della prima guerra
mondiale. Il dottor S. Dice. A Zeno di scrivere perchè scrivere fa bene all’anima e poi
pubblica queste memori per vendicarsi visto che Zeno credendo di essere guarito
abbandona la terapia. non ordine cronologico, utilizzo del tempo misto, vicenda di Zeno
destrutturata in capitoli che sono nuclei tematici (il fumo, che dura tutta la sua vita/
matrimonio/morte del padre)
in ogni capitolo si affronta l avita di zeno da un punto di vista, poi ordinate secondo uno
schema principale.
Guido personaggio che il protagonista invidia ma poi si uccide quindi completamente
cambiato.
Tema dell’inettitudine: vita oziosa, passa da una facoltà all’altra, rapporto ambivalente con
il padre, lo delude.
Svevo fratello dei protagonisti, evoluzione dei personaggi (Ninetto, Emilio)
7 capitoli, personaggio scomposto, psicologia frammentata
Preambolo: premessa anche della narrazione ( psicanalisi cornice letteraria e per
indagare su personaggio, Zeno malato di nevrosi si rivolge al medico per guarire.
Ironia tratto fondamentale dello stile del romanzo.
Firmata dal dottor S., orienta ka lettura di tutto il romanzo, dice di pubblicare per vendetta.
Termine novella si riferisce un genere letterario di finzione perchè il dottor S. Vuole
sottolineare la falsità dei racconti di zENO. Il termine Memorie che va indicare la centralità
dei ricordi nel racconto.
PROVA A SPOSARE TRE SORELLE, Le ripe due lo rifutano, augusta l’ultima ci sta anche
se un po brutta, ma Zeno scopre che è una moglie adorabile, lui marito difficile anche con
amante Carla che lo lascia per un uomo più giovane. Zeno fonda associazione
commerciale con guido che a sposato Ada sorella di augusta. Rapporto di amicizia falsa,
quando guido muore Zeno sbaglia corteo funebre, va dallo epilogo che individua in lu il
complesso di Edipo che si innamora della madre e uccide il padre. Zeno non sopporta
questa diagnosi e quindi abbandona la terapia, Zeno è un narratore inattendibile, tutta
l’autobiografia è per auotgiusitfiacarsi., è un diverso che fa vedere la differenza tra sani e
normali.No confessione sincera ma misto verità bugia. Inaffidabilità del narattore, aspetto
innovativo della letteratura del 900
LA VITA è UNA MALATTIA:
La testi sostenuta da Zeno è che la vita è com euna malattia , la malattia è risultante dal conflitto
vita-morte.Nel finale de La coscienza di Zeno è racchiuso il significato dell’intero romanzo. Svevo
porta ad una conclusione drammatica ed inevitabile il filo conduttore della sua opera: la malattia.
Il protagonista, Zeno Cosini, è un malato. È dalla sua malattia che il romanzo prende vita e dalla
sua presunta guarigione che volge al termine. La «guarigione» di Zeno è il punto cardine su cui
l’autore poggia la sua conclusione. Zeno è un malato che tenta di giustificare la sua malattia
affermando che in realtà è la stesa vita ad essere malata: tutti gli uomini sono accomunati dalla
medesima malattia. È già catastrofico affermare che l’esistenza della malattia è insita nella vita
dell’uomo; ma lo diventa ancor di più quando Svevo aggiunge che «qualunque sforzo di darci la
salute è vano». Siamo malati, la vita è malata e non c’è alcuna speranza di guarigione. Non esiste
guarigione poiché non esiste progresso. Va ricordato che l’idea di progresso di Svevo è
strettamente legata al darwinismo.. Secondo Svevo l’uomo non è progredito perché invece di
potenziare il suo corpo per i proprio benessere e quello dei suoi simili, ha potenziato l’intelletto
per sopraffare gli altri uomini. L’uomo ha rifiutato la legge della natura che assegna il primato a chi
è più forte. Egli, che è il più debole nel fisico, è diventato astuto e l’astuzia ha alimentato la
cattiveria e il desiderio di imporsi agli altri. Da ciò nasce il primo germe della malattia. Questa
ultima parte del romanzo viene in genere considerata profetica. Svevo immagina l’apocalisse, la
fine del mondo quasi prefigurando l’invenzione della bomba atomica. Ed ecco che l’Autore ci
propone una soluzione alla malattia della vita. In questa drammatica soluzione c’è tutto il
pessimismo antiprogressista di Svevo. Per progredire, egli afferma, è necessaria la rinascita
dell’uomo.
Ungaretti:
Lettura antologica da L’allegria.
Liriche programmatiche: Il porto sepolto; Commiato.
Liriche sulla guerra: Mattino, Soldati, Fratelli, Veglia, Sono una creatura, San Martino del Carso.
La memoria: I fiumi.
UNGARETTI
Nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1888, città moderna, multietnica, lui di origine greca fa venire
commercianti dalla Grecia, città analoga a Trieste (europea) ma nell’impero ottomano al momento
della sua fine. Convinto religione diverse, inglesi,
Nasce da famiglia di origine toscana, nel 1912 va a studiare a Parigi, contatto con avanguardie
della poesia, chiamato combattere sul fronte sul Carso come soldato semplice.
Rinnova completamente linguaggio poesia, mondo di fare poesia che davvero cambia nel 900,
quello che i futuristi immaginavano e non realizzano
VITA DI UN UOMO: le sue diverse raccolte creando edizione che attraversa la sua vita.
Nucleo originario: poesie scritte nel tempo di Guerra, alcune nel periodo di guerra-dentro al
trincea-dopo guerra.
Pubblicato nel 1916 da Ettore serra, compagno di trincea che in modo avventuroso pota cn se le
poesie scritte dal poeta su foglietti e le pubblica con il titolo ‘Il porto sepolto’, dopo la guerra
ungharetti lo ampia, modifica il titolo- ‘allegria di naufragi’, infine nel 1931 per la prima volta
raccolta inclusa con ‘l’allegria’.
Va vivere San Paolo in Brasile, poi in italia . 1950 ‘TERRa promessa’: sorta di riscrittura
dell’eneide, viaggio nei luoghi dell’eneide con poesie belle ma difficili.
Muore nel 1970
Parola isolata sulla pagina bianca, brevità , titolo che è parte integrante del testo - caratteristiche
della poesia. Punteggiatura o scarsissima o manca, va verso le avanguardie, destrutturazione
linguaggio attraverso eliminazione del segni che evidenziano la logica del testo,
Poesia si regge sull’analogia- comunicazione senza fili, mette in contato immagini lontane
attraverso poche semplici parla, poesia che comprendiamo subito.
IL PORTO SEPOLTO:
Immagine deriva da Alessandria d’Egitto, nel 800 scavato l’antico porto sommerso , l’antico porto
prima di Alessandria, luogo mitico citato i omero, diventa non un luogo fisico ma luogo dello
spirito (immagine iniziatica, filosofica, platonica) il poeta scende nella caverna per riportare alla
luce. I canti che si trovano in luogo profondo dell’anima.
Non vuole fare epopea della guerra ma esistenza lirica ed essenziale, uomo posto a limite delle
sue condizioni esperienza più di tipo esistenziale che un epopea storica.
COMMIATO: parte dell adrima raccolta del 1916 poesia metapoetica, servono all’autore a
esprimere idee sulla poesia stessa. +Dedica della raccolta a Ettore Serra, poesia parola isolata.
Non è vero che non c’è metrica, si formano dei versi che però ll poeta spezza
C’è tutta l’umanità nella poesia, non è epopea, non è racconto di battaglie,
PAROLA (parola chiave, v.6-11), poeta attraverso poesia e parola trova meraviglia d fronte alla vita
anche nella trincea sul campo di battaglia.
Poeta deve scendere nell’abbisi per trovare parola iniziatica, contiene verità profondissima su
tutta l’umanità, spesso immagine del poeta risolto che però attraverso la parola può ritrovare
senso della sua esistenza.
IN MEMORIA : poesia di guerra, data importante perchè poesia scritta in trincea in memoria di un
amico suicidio dei tempi di Alessandria e parigi, in trincea fa ridere personaggio attraverso la
poesia.
VEGLIA: SOLDATI CONTINUAMENTE IN PERICOLO, a contatto con la morte del amico
fisicamente scrive lettere d’amore, vince la vita sulla morta
INCONTRO TRA SOLDATI: fraterno incontro, di che reggimento siete fratelli, questa parola nella
notte è una rivolta rispetto alla fragilità dell’uomp, nella sua estrema sintesi è la Ginestra di
leopardi (lotta dell’umanità di fronte alla fragilità dell’uomo, trincea non solo momento storico ma
metonimia- parte per il tutto della fragilità umana nella guerra portate all’estero, esperienza
esistenziale)
.
Montale:
Montale poeta ateo ma la sua poesia spesso fa riferimenti trascendenti
Eugenio Montale è stato definito il “poeta della disperazione” perché, proietta il suo “male di
vivere” sul mondo circostante, dando origine ad una sofferenza umana, cosmica e universale.
La sua visione pessimistica dell’esistenza, specie nella consapevolezza della negatività di ogni
mitologia o ideologia, che però non significa isolamento e rifiuto di vivere, lo spinge verso
l’impegno a oggettivare le cose, i paesaggi, i modi di sentire e gli eventi che possono tradurre
ogni sua particolare emozione.
Genovese, Montale ha attraversato la Prima e la Seconda guerra mondiale come antifascita. la.
Ha esordito cantando il paesaggio ligure e la sua terra salmastra, bruciati dal sole: nell'epoca del
fascismo trionfante, era un modo per prendere le distanze dai miti e dalle certezze del tempo. Gli
anni trenta, trascorsi a Firenze, lo hanno messo in contatto con i giovani poeti fondatori
dell'Ermetismo. Dopo il 1945, lavorando a Milano come giornalista del Corriere della Sera,
Montale ha preso posizione contro la massificazione della società e della comunicazione. Non ha
mai rinunciato al ruolo scomodo di coscienza critica e di osservatore delle storture presenti. Ha
ricevuto il premio Nobel per la letteratura.
Montale scrisse pochi ma meditati libri di versi. Esordì con Ossi di seppia, nel 1925. Dopo 15
anni la sua seconda raccolta, Le occasioni, che costituì assieme al successivo libro La bufera e
altro, il suo momento di avvicinamento (ma non di adesione) all'Ermetismo. Dopo queste raccolte,
Montale inaugurò una stagione completamente nuova, almeno sul piano del linguaggio e,
parzialmente, dei temi, con Satura, uscito nel 1971 e replicato da altri libri successivi del
medesimo stampo. Montale fu anche apprezzato prosatore: si segnalò nel genere della prosa
breve o prosa d'arte con il libro La farfalla di Dinard.
Tutte le opere di Montale sono alimentate da una sempre viva meditazione, di sapore filosofico
sull'esistere umano nella storia. I motivi dominanti del primo Montale, quello di Ossi di
seppia, sono il male di vivere e le lacerazioni della coscienza; il paesaggio ligure come
simbolo dell'aridità; la ricerca di un varco attraverso cui ristabilire il contatto con la verità e
la speranza. Nel secondo Montale, quello fiorentino delle Occasioni e della Bufera,
prevalgono temi psicologici (il ricordo) e amorosi, messi a dura prova dalla tragedia della
guerra. L'ultimo Montale, quello satirico, è il poeta giornalista del Corriere della Sera,
immerso suo malgrado nell'universo della comunicazione di massa. Egli privilegia la critica
a ciò che non è autentico, espressa in uno stile ironico e anche autoironico.
Il primo Montale si stacca nettamente dalla tradizione letteraria, scegliendo per i suoi versi
d'esordio uno stile scabro ed essenziale quale corrispettivo dell'aridità esistenziale e del
male di vivere. Il secondo Montale utilizza uno stile denso e simbolico: da qui la difficoltà
dei lettura che suscitano molte sue liriche, gremite di cose e situazioni poco leggibili, in
prima battuta, dal lettore. L'ultimo Montale è quello satirico: in un mondo inautentico, egli
sceglie di utilizzare un linguaggio impoetico, che possa evidenziare, paradossalmente, tutta
l'inautenticità della comunicazione originata e vissuta nella sfera dei mass-media.
Influenze: d’annunzio , pascoli, crepuscolari, pessimismo di shopenhaur.
Temi di ossi di seppia: Dimensione metafisica del paesaggio ligure, immoto andare dell’uomo,
anima frantumata, rimando infanzia felice, aridità. Ossi di seppia allungo a condizione di essenza
sìprosciugata, condizione dell’uomo come ‘rottami’. Sfiducia nella poetica, correlativo oggettivo,
ritmi antimusicali, lessico aulico e prosaico, ripresa della tradizione metrica
POESIA DEGLI OGGETTi: oggetti degnati che montale incontra nella sua vita e sono metano de
male e della negatività della vita- CORRELATIVO OGGETTIVO: concetto elaborato da Eliot e usa
da montale- oggetti della realtà che rimandano a emozioni e concetti astratti, c’è grande
pessimismo e abbandona l’importanza della parola di Ungaretti nei suoi versi troviamo
d’annunzio, leopardi, i simbolisti francesi, e anche dante con la capacità del plurilinguismo e
dell’immergersi nella realtà.
I LIMONI: rivolti a un interlocutore anonimo (rimando a d’annunzio), vuole narrare cose semplici e
comuni come limoni liguri
NON CHIEDERCI LA PAROLA: Esprime crisi spirituale del intellettuali a causa del regime fascista
che aveva contaminato la cultura. Poeta tuo solo constatare aspetti negativi della condizione
umana e della storia.
MERIGGIARE PALLIDO E SSORDO: descrizione paesaggio arido e immobile, orme di vita sono
piccole creature della natura che con la loro operista riflettono condizione dell’uomo presso pero
si intravede il tremolio delle onde una speranza nella desolazione, poeta aspira a intuire senso
universale delle cose, ricerca varco verso la Felicità ma che avesse una muraglia invariabile,
impossibilità di conoscere verità dell’esistenza.
Lettura antologica da Ossi di seppia: divisa in 4 sezioni
Meriggiare pallido e assorto; Casa sul mare; In limine; I limoni; Non chiederci la parola.
Dante
Lettura antologica dal Paradiso di Dante Alighieri: 1, 3, 6, 11, 15, 16, 17, 21, 30, 33.