Dejeuner solitaire Il servito da colazione donato da Napoleone al

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Dejeuner solitaire
Il servito da colazione donato da Napoleone al barone Claude Suisse
dono di Odette Pavret de la Rochefordière De Cecco al Museo Sartorio
Michela Messina
Il barone Claude Suisse de Sainte Claire, ufficiale napoleonico
Claude Suisse nasce a Metz, in Lorena, il 4 agosto 1773. La sua è una vita è votata interamente
all'esercito francese, in cui si arruola nel 1791 nel 2° Battaglione della Mosella, e nel quale compie
una luminosa carriera che lo porta a ottenere il grado nobiliare e a essere decorato con la Legion
d'Onore.
Già nel 1792, con l'inizio delle cosiddette Guerre rivoluzionarie francesi o Guerre della prima
coalizione – combattute tra il 1792 e il 1802 dalla Francia rivoluzionaria contro gran parte delle
potenze europee (principalmente Impero d'Austria, Prussia, Russia, Inghilterra, Regno di Napoli,
Spagna), ostili alla Rivoluzione e decise a frenare l'espansionismo ideologico e militare francese e a
restaurare l'Ancien Régime – prende parte alle sue prime azioni belliche. L'esercito francese
all'epoca, forse poco addestrato ma estremamente motivato e aggressivo, guidato da generali
giovani ed energici, portò – con alterne vicende – la Francia alla vittoria e all'estensione della sua
influenza su parte dell'Europa centrale e meridionale, ponendo le premesse per le successive
conquiste dell'Impero Napoleonico.
È il 20 aprile 1792 quando l'Assemblea Nazionale francese apre le ostilità dichiarando guerra
all'imperatore d'Austria. Claude Suisse prende parte alla battaglia decisiva, a Valmy (20 settembre
1792), che si risolve nella prima vittoria militare per i Francesi, all'indomani della quale viene
proclamata la Repubblica Francese. La guerra non si arresta, e Claude Suisse è presente anche alla
successiva battaglia vittoriosa di Jemmapes nelle Fiandre (6 novembre 1792), durante la quale viene
cantata per la prima volta dai reparti di volontari la futura Marsigliese e che apre alla Francia la
conquista dei Paesi Bassi austriaci (Belgio).
La guerra della coalizione anglo-austro-prussiana contro la Francia rivoluzionaria prosegue nel
1793, un anno difficile che si apre con il ghigliottinamento di Luigi XVI il 21 gennaio e l'inizio del
periodo del Terrore, e continua con la rivolta della Vandea e l'occupazione da parte degli Inglesi di
Tolone, riconquistata alla fine dell'anno da Napoleone.
Nella primavera del 1794 le armate rivoluzionarie diventano, grazie a energiche misure di riordino e
potenziamento, una temibile macchina da guerra, pronta ad azioni offensive in massa, attacchi alla
baionetta e inseguimento del nemico fino a ottenere vittorie decisive. Sebbene in inferiorità
numerica rispetto agli eserciti della coalizione, le vittorie della Francia si susseguono e, il 26 giugno
1794, Claude Suisse partecipa alla decisiva battaglia di Fleurus, che vede nuovamente i Francesi
battere gli Austro-prussiani.
Il 26 ottobre 1795 si pone termine al regime del Terrore, con l'insediamento di un nuovo organo di
governo, il Direttorio, composto da 5 elementi, che scatena una guerra totale contro le potenze
europee. Nel giro di pochi anni, la Francia si annette i Paesi Bassi austriaci e la Renania, invade le
Province Unite (Olanda) trasformandole nello stato satellite della Repubblica Batava, obbliga la
Prussia a uscire dal conflitto e invade la Spagna. In questo periodo si mette rapidamente in luce un
giovane ufficiale d'artiglieria di origine corsa, Napoleone Bonaparte, cui viene assegnato il 2 marzo
1796 il comando dell'Armata d'Italia, con il compito di invadere la penisola e assoggettarla alla
Francia.
Con una rapida azione, l'armata di Napoleone valica le Alpi e in un mese sconfigge ripetutamente le
forze congiunte dell'Austria e del Regno di Sardegna, obbligando quest'ultimo a chiedere la pace e a
ritirarsi dal conflitto nell'aprile del 1796; neutralizzato uno dei nemici della Francia, Napoleone si
getta quindi sugli Austriaci, infliggendo loro una serie di sconfitte nelle battaglie di Lodi (10
maggio 1796), di Arcole (17 novembre 1796) e di Rivoli veronese (15 gennaio 1797). Obbligata
alla resa la piazzaforte austriaca di Mantova, l'Armata d'Italia invade quindi il Tirolo, arrivando a
minacciare Vienna; è Napoleone stesso, scavalcando il Direttorio, a negoziare il successivo trattato
di Campoformio il 17 ottobre 1797, con cui obbliga l'Austria a ritirarsi dalla coalizione e a
riconoscere lo stato instaurato dai francesi nel Nord Italia, la Repubblica Cisalpina.
Nel contempo, sul fronte tedesco, nel 1796 Claude Suisse fa parte della “Armée de Rhin-etMoselle” e partecipa nel mese di novembre al passaggio del Reno e alla difesa di Kehl – villaggio di
fronte a Strasburgo al di là del Reno – che viene conquistato agli Austriaci a dicembre. Qui viene
ferito per la prima volta alla gamba destra.
Nel 1798 Napoleone conduce la Campagna d'Egitto, con lo scopo di ostacolare all'Inghilterra
l'accesso all'India. All'inizio del 1799 si forma una nuova coalizione anti-francese, che avvia una
serie di offensive in Egitto, Germania, Svizzera e Italia, dove vengono cancellate in pochi mesi tutte
le conquiste napoleoniche. La campagna del 1799 è caratterizzata da una serie di operazioni
scoordinate, che portano a numerose sconfitte; tuttavia la scarsa coesione tra le potenze europee
impedisce alla coalizione di ottenere una vittoria decisiva: Claude Suisse prende parte alla seconda
battaglia di Zurigo il 25-27 settembre 1799, grazie alla quale la Francia mantiene un solido
controllo sulla Svizzera. Informato della gravità della situazione, Napoleone lascia in gran segreto il
suo esercito in Egitto e l'8 ottobre 1799 sbarca a Fréjus, accolto entusiasticamente dalla
popolazione, in vista di un colpo di Stato destinato a “salvare” ciò che resta del governo
rivoluzionario. In realtà, con il colpo di stato parlamentare dell'8 brumaio anno VIII (9 novembre
1799) Napoleone pone fine agli anni della Rivoluzione propriamente detti e il Direttorio viene
sostituito da un governo provvisorio formato da tre consoli, su ispirazione dell'antichità romana. Il
13 dicembre dello stesso anno viene proclamata una nuova Costituzione che assegna a Napoleone il
titolo di Primo Console, con pieni poteri politici e militari, affiancato dagli altri due consoli con
ruolo consultivo. Il triumvirato è nominato per 10 anni.
Napoleone riorganizza rapidamente le forze francesi e conduce l'Armata di riserva in Italia,
valicando le Alpi al passo del Gran San Bernardo il 24 maggio 1800. Dopo aver catturato Milano
senza combattere, l'armata di Napoleone affronta gli Austriaci nella battaglia di Marengo il 14
giugno seguente: la battaglia, iniziata male per i Francesi, avrebbe potuto trasformarsi in una
disfatta per Napoleone se nel pomeriggio non fossero sopraggiunti i rinforzi. Sebbene non decisiva
ai fini del conflitto, la vittoria dei francesi a Marengo obbliga gli Austriaci ad abbandonare per la
seconda volta l'Italia.
Sul fronte settentrionale, il generale Moreau ha il compito di trattenere gli Austriaci in Germania:
Claude Suisse viene ferito per la seconda volta alla battaglia di Höchstadt in Baviera (19 giugno
1800), grazie alla quale i Francesi entrano a Monaco. Il 9 febbraio 1801 l'Austria si ritira dal
conflitto con la firma del Trattato di Lunéville, a seguito del quale cede alla Francia tutta la riva
sinistra del Reno e perde ogni influenza in Italia. Qualche mese dopo, a luglio, Claude Suisse viene
nominato “Capitaine Adjudant Major”.
Solo la Gran Bretagna rimane in armi contro la Francia e il successivo 25 marzo 1802 il Trattato di
Amiens pone fine alle guerre rivoluzionarie, sancendo di fatto il predominio francese in Europa. Sul
fronte interno questo trattato pone fine a dieci anni di guerra contro le potenze europee e sembra
concludere felicemente il periodo rivoluzionario con la stabilizzazione e la normalizzazione interna,
l'acquisizione delle “frontiere naturali” lungo il Reno e l'organizzazione di un sistema di stati
satellite. Di fatto, accresce in Francia il prestigio di Napoleone e ne favorisce l'ascesa al potere
imperiale: il 18 maggio 1804 il Senato proclama ufficialmente la costituzione dell'Impero francese e
Napoleone si auto-incorona imperatore il 2 dicembre seguente.
Risale a questo momento il suo progetto di invasione dell'Inghilterra, reso impossibile dalla
distruzione della flotta francese nella battaglia di Trafalgar (20 ottobre 1805).
Durante il periodo di pace degli anni 1802-1805 l'esercito francese viene profondamente
riorganizzato: invece di essere divise in più armate indipendenti come ai tempi della rivoluzione, le
truppe francesi sono ora riunite in un'unica Grande Armée sotto il diretto controllo di Napoleone;
unità operative fondamentali sono i Corpi d'armata, comandati da un Maresciallo o da un generale
superiore, e comprendenti tutte le armi (fanteria, cavalleria ed artiglieria). Da questo momento in
poi Claude Suisse si trova così a combattere sotto il diretto comando di Napoleone, partecipando
alle successive campagne militari ed essendo presente in prima persona a battaglie fondamentali
come Austerlitz, Jena e Eylau.
Bonaparte, infatti, non intende adottare una politica di pacificazione ed equilibrio ma è anzi
intenzionato a proseguire i propri vasti progetti di riorganizzazione dell'Europa e di conquista
coloniale, sottovalutando gli interessi commerciali britannici e l'insofferenza delle monarchie
continentali sconfitte. Nell'aprile 1805 Regno Unito, Austria, Russia e Regno di Napoli danno vita
alla terza coalizione antifrancese. Napoleone reagisce con rapidità, sconfiggendo gli Austriaci a
Ulm (20 ottobre 1805) e gli Austro-Russi ad Austerlitz (2 dicembre 1805), in quella che è forse la
sua più grande vittoria.
I trionfi napoleonici e la creazione della Confederazione del Reno, sotto il controllo francese,
portano come conseguenza alla formazione della quarta coalizione (1806-1807) fra Prussia,
Inghilterra e Russia. La battaglia decisiva avviene a Jena (14 ottobre 1806), dove le truppe
prussiane vengono annientate e a seguito della quale Napoleone proclama il blocco continentale per
colpire il commercio inglese: alle navi britanniche (o neutrali, ma provenienti da porti britannici) è
fatto divieto di attraccare nei porti europei, pena la confisca del carico.
Sebbene nettamente vittorioso sul campo di battaglia, Napoleone non riesce però a ottenere la
cessazione delle ostilità e la sua principale preoccupazione rimane quella di annientare l'esercito
russo schierato in Polonia. La successiva campagna polacca ha inizio alla metà di novembre 1806 e,
nonostante la brutta stagione, i due eserciti si affrontano a Eylau (7-8 febbraio 1807), combattendo
nel mezzo di una tempesta di neve per ottenere un sanguinoso nulla di fatto. A seguito della
successiva battaglia di Friedland, vinta dalla Francia, Russia e Prussia accettano le condizioni del
Trattato di Tilsit (7 e 9 luglio 1807) a tutto favore della Francia.
e
Nel 1807 Claude Suisse è di stanza in Friuli con il suo reggimento (“84 de ligne”) e nel 1808
partecipa alla Campagna di Spagna – conseguente alla volontà di Napoleone di rafforzare il sistema
del blocco continentale e di danneggiare l'Inghilterra – venendo insignito, il 4 settembre di
quell'anno, dell'onorificenza di “Chevalier de la Légion d'honneur”.
Nel febbraio 1809 Inghilterra e Austria siglano una nuova coalizione, la quinta. La guerra ha inizio
il 10 aprile 1809, con l'invasione della Baviera da parte dell'esercito austriaco. Claude Suisse,
passato al reggimento dei “Tirailleurs-chasseurs”, partecipa alle battaglie principali di questo nuovo
conflitto: ad Aspern-Essling, a nord di Vienna, il 22 maggio1809 – conclusasi in una situazione di
stallo – e a Wagram il 6 luglio 1809, dove i Francesi ottengono una vittoria netta e decisiva, senza
però riuscire ad annientare l'esercito nemico.
La pace di Schönbrunn viene infine firmata il 14 ottobre 1809: l'Austria perde diversi territori a
vantaggio della Francia e della Baviera ed è costretta a pagare una pesante indennità di guerra, ad
aderire al blocco continentale e a ridurre considerevolmente l'ammontare delle sue forze armate.
Claude Suisse intanto prosegue la carriera militare: nel 1809 è trasferito nella Garde impériale –
che rappresenta l'élite della Grande Armée e raccoglie alcuni dei migliori soldati d'Europa – come
“Capitaine-Adjudant Major” nel 1° Reggimento dei “Chasseurs à pied”, e ritorna nella penisola
iberica, dove i combattimenti proseguono e dove rimane fino a giugno 1811.
Nel frattempo, il 15 marzo 1810, ottiene il grado nobiliare di “Chevalier de l’Empire”, aggiungendo
al proprio cognome il predicato “de Sainte Claire”.
Sul finire del 1811, l'Impero francese ha ormai raggiunto la sua massima espansione: la Francia
stessa ha annesso i Paesi Bassi, i paesi tedeschi affacciati sul Mare del Nord, le regioni italiane
corrispondenti agli attuali Piemonte, Liguria, Toscana e Lazio, le Province illiriche compresa Trieste
e la regione spagnola della Catalogna. Il resto dell'Europa continentale le è in un modo o nell'altro
assoggettato: la Danimarca è un paese alleato, il Ducato di Varsavia, la Confederazione del Reno e
la Repubblica Elvetica sono stati satellite controllati dal governo di Parigi, il Regno d'Italia ha come
monarca lo stesso Napoleone, mentre il fratello Giuseppe Bonaparte e il maresciallo Murat, marito
di Carolina Bonaparte, governano rispettivamente sulla Spagna e sul Regno di Napoli; perfino
l'Impero austriaco e la Prussia sono costretti a stipulare trattati di alleanza con la Francia, mentre in
Svezia si è da poco insediato come Principe ereditario l'ex maresciallo Bernadotte. All'infuori del
Regno Unito, l'unica potenza europea rimasta a contrastare l'egemonia francese è l'Impero russo.
Dalla firma del trattato di Tilsit nel luglio del 1807, i rapporti tra i due Imperi si sono
progressivamente deteriorati; alla fine del 1811 Napoleone ha ormai deciso di lanciare una
spedizione militare contro la Russia e, il 23 giugno 1812, la invade. Gli iniziali successi, con le
vittorie di Smolensk (17 agosto) e di Borodino-Moskova (5-7 settembre) e la successiva presa di
Mosca, sono vanificati dalla tattica della terra bruciata adottata dai Russi, che obbliga i Francesi alla
celebre disastrosa ritirata, durante il durissimo inverno russo, conclusasi con il quasi totale
annientamento della Grande Armée.
Claude Suisse de Saint Claire, che il 24 giugno 1811 era passato al reggimento dei “Tirailleurschasseurs” della Garde impériale e aveva partecipato, agli ordini del Barone de Vrigny, alle
battaglie di Smolensk e della Moskova, sopravvivendo alla ritirata, nel 1813 vive una folgorante
accelerazione della propria carriera militare e personale: l'8 aprile giunge al grado di comando
e
diventando “Major” del “12 Regiment de Voltigeurs de la Garde impériale”, il 17 maggio ottiene a
Dresda la decorazione di “Officier de la Légion d'honneur”, il 14 agosto è innalzato al titolo di
“Baron de l’Empire” e un mese dopo ottiene un ulteriore grado della Legion d'Onore, con la
decorazione di “Commandeur”.
La sconfitta russa porta alla formazione della sesta coalizione antifrancese austro-russo-prussiana,
che si scontra con l'esercito napoleonico nella decisiva battaglia di Lipsia (17-18 ottobre 1813), la
più grande delle battaglie napoleoniche, che coinvolge circa mezzo milione di uomini provenienti
da quasi tutte le più importanti nazioni europee, motivo per cui viene definita la “Battaglia delle
Nazioni”; lo scontro in sé rimane in bilico fino all'ultimo, ma il tentativo francese di ritirarsi oltre il
fiume Elster trasforma la ritirata in una sconfitta, da cui l'armata di Napoleone esce semidistrutta.
Nonostante il disastro, il 9 novembre 1813 Napoleone rientra a Parigi e si adopera per ricostruire il
suo esercito. Respinge fermamente un'offerta di pace avanzata dagli Austriaci, che prevedeva il
ritorno della Francia nei confini precedenti alla Rivoluzione, cosicché agli alleati non resta altra
scelta che dare inizio, ai primi di gennaio del 1814, all'invasione della Francia stessa, varcando il
Reno e avanzando su Parigi.
Nonostante la disparità delle forze, tra febbraio e marzo del 1814 Napoleone infligge alle armate
alleate diverse sconfitte, ma senza ottenere alcun successo definitivo, pertanto il 31 marzo il
maresciallo Marmont, incaricato della difesa di Parigi, si vede costretto a consegnare agli alleati la
città. Napoleone conduce l'esercito a Fontainebleau in previsione di un tentativo di liberare la
capitale, ma il 1º aprile il Senato francese dichiara decaduto l'imperatore. A Napoleone non rimane
altro che la resa: il 6 aprile abdica formalmente e, l'11 aprile seguente, con il trattato di
Fontainebleau, i monarchi alleati ratificano il suo esilio sull'isola d'Elba, mentre sul trono di Francia
si insedia il re Luigi XVIII di Borbone, fratello del sovrano ghigliottinato durante la Rivoluzione
francese.
Al momento dell’invasione della Francia, la Garde impériale prende parte a tutte le battaglie.
Claude viene ferito per la terza volta alla guancia il 30 marzo 1814, ma pare che, malgrado ciò, il 20
aprile 1814, giorno della partenza per l'isola d'Elba, partecipi al commovente addio di Napoleone ai
suoi ufficiali più fedeli nella “Cour des adieux” del Castello di Fontainebleau.
Pochi mesi dopo, nominato“Colonel Major”, sposa a Parigi, il 15 giugno 1814, Anne-Marie Plet de
Beauprey. Da questa unione nasceranno quattro figli (2 maschi e 2 femmine). La giovane era stata
la fidanzata del suo comandante, il colonnello Pierre-Jean-François Vrigny, morto di stenti al
termine della ritirata di Russia, che in punto di morte l'aveva affidata al suo ufficiale.
e
Il 1° ottobre 1814, durante la Prima Restaurazione della Monarchia, è nominato “Colonel” del “41
Regiment d’Infanterie de ligne” e “Chevalier de l’Ordre de Saint-Louis”. Con queste nomine il re
Luigi XVIII vuole assicurarsi la fedeltà degli ufficiali dell’Impero che si erano distinti per lealtà e
coraggio nella difesa della patria.
Dopo aver trascorso dieci mesi in esilio sull'isola d'Elba, il 1º marzo 1815 Napoleone sbarca con un
pugno di seguaci nel sud della Francia, iniziando la marcia verso nord; i reparti inviati a contrastarlo
si ammutinano uno dopo l'altro, passando in massa dalla sua parte. Il 20 marzo, al termine di una
vera e propria marcia trionfale, Napoleone fa il suo ingresso a Parigi senza sparare un colpo. Anche
Claude Suisse, rimasto fedele all'Imperatore, si riunisce a lui nel periodo detto dei “Cento giorni”,
e
rientra nella Garde impériale e il 13 aprile 1815 è nominato “Colonel” del “2 Regiment de
Voltigeurs” e inviato a pacificare la Vandea.
A causa di questa destinazione, suo malgrado non prende parte alla battaglia di Waterloo (18 giugno
1815), in cui Napoleone viene definitivamente sconfitto dagli Anglo-prussiani e che segna la fine
dell'Impero e del sogno napoleonico. Il 22 giugno Bonaparte abdica per la seconda volta,
consegnandosi poi ai Britannici il 15 luglio seguente. I monarchi alleati scelgono per l'esilio la
destinazione più distante possibile dall'Europa, nella remota isola di Sant'Elena, dove troverà infine
la morte il 5 maggio 1821.
Pochi anni dopo, il 25 settembre 1824, si spegne anche Claude Suisse de Sainte Claire, nelle proprie
terre a Sées (Normandia), dove si era ritirato. Dopo aver militato ventiquattro anni nell'esercito,
partecipato a ventisei campagne e avere riportato tre gravi ferite, una volta ristabilita la monarchia
borbonica era stato messo in aspettativa dal servizio attivo, per aver dimostrato fino all'ultimo la
propria fedeltà a Napoleone.
Déjeuner solitaire
Parigi, Manufacture Locré-Russinger, 1790-1810
Porcellana
Dono di Odette Pavret de la Rochefordière De Cecco
CMSA inv. 40675-40694
Servito da colazione decorato a finto marmo con filettature e interni in oro, composto da teiera,
lattiera, zuccheriera, bricco per acqua, ciotola, quattro tazze con piattino di diverse forme e
dimensioni, bicchiere, porta-uovo, vassoio circolare con piccolo bricco e sei bicchierini.
La caffettiera reca una decorazione differente, con un tralcio di pampini e grappoli in oro sul corpo
e, sul collo, una fascia con arcate sorrette da colonne entro ciascuna delle quali si accampa un altare
recante due cuori verso cui scende in volo una colomba con ramoscello nel becco.
Questo servito da colazione è identificabile in un déjeuner solitaire, ovvero un servizio da tè e/o
caffè comprendente una sola tazza o comunque le stoviglie necessarie per un unico commensale.
Secondo quanto trasmesso dalla tradizione familiare, il servizio è stato donato da Napoleone
Bonaparte, in segno di gratitudine per la fedeltà dimostrata, al nobiluomo Claude Suisse, Baron de
Sainte Claire (Metz, Lorena, 4 agosto 1773-Sées, Normandia, 25 settembre 1824), ufficiale
dell'esercito napoleonico e trisavolo della donatrice, come servizio “da campagna militare”.
Generalmente custoditi entro propri cofanetti in pelle foderati in raso di seta e utilizzati come
corredo da viaggio per uso privato anche da parte dei sovrani, questi serviti costituivano di sovente
raffinati oggetti da regalo tra i componenti delle case reali nelle diverse ricorrenze, sia pubbliche
che private.
Le porcellane erano considerate infatti tra i doni più prestigiosi che la corte francese potesse offrire
a famiglie reali europee, con le quali era imparentata, e ad alleati, ed è documentato l'impiego della
porcellana di Sèvres per donativi diplomatici da parte di Napoleone fin dalla sua nomina a Primo
Console. Dal 1810, inoltre, era stata inaugurata l'usanza di offrire preziosi manufatti ai membri della
famiglia imperiale e ai propri intimi, nel corso di una cerimonia che aveva luogo il primo giorno di
ogni anno.
L'attribuzione del servito alla Manufacture Locré Russinger, una delle manifatture di porcellana più
celebri e commercialmente diffuse nella Parigi tra Consolato e Impero, è dovuta alla presenza, sotto
una delle tazze, del marchio della manifattura, raffigurante due torce incrociate in blu sotto coperta.
Serviti analoghi nelle forme, ma differenti nella decorazione, sono presenti nelle collezioni del
Metropolitan Museum of Art di New York e presso il Musée Adrien Dubouché di Limoges,
identificati come prodotti della manifattura Locré-Russinger oppure come “porcelaine de Paris”, e
variamente datati tra il 1788 e il 1805.
Le manifatture di porcellana a Parigi furono numerosissime: tra il 1789 e il 1815 se ne contavano
187 tra officine, mercanti e decoratori. Il consenso commerciale di queste produzioni fu altissimo e
un sostegno considerevole fu determinato dagli acquisti della famiglia Bonaparte.
Laurent Russinger nacque a Höchst nel 1739 e lavorò nell'ambito della porcellana dall'età di 14
anni, prima nella città d'origine, poi a Fulda e Sceaux presso la manifattura di Jacques Chapelle. Nel
1772 a Parigi fu direttore della manifattura di rue de la Fontaine-au-roi di Jean-Baptiste Locré, che
acquistò poi nel 1787. La manifattura – che fin dalla fondazione produceva oggetti da tavola e
d'ornamento di alta qualità, smaltati o a biscuit, decorati in bianco e blu e policromia, con o senza
oro, e con decori allineati al gusto del tempo – nel 1807 impiegava novanta lavoranti e fu attiva fino
al 1824.
Il fondo a effetto marmorizzato che caratterizza la decorazione di questo servito documenta le
nuove tendenze di gusto che circolavano nelle maggiori fabbriche europee, tese a imitare con la
porcellana altri generi di materiali , come il legno e diverse pietre dure, secondo uno stilema tipico
dello stile neoclassico e utilizzato anche presso le manifatture di Sèvres e Vienna.
La decorazione del collo della caffettiera con altari recante due cuori verso cui scende in volo una
colomba è avvicinabile a quella di un analogo oggetto realizzato dalla Manifattura Ginori di Doccia
tra il 1810-1820 (conservato presso il museo della manifattura stessa a Sesto Fiorentino),
raffigurante un putto che avvicina una corona ad un'ara con fiamma accesa, su cui si accampano due
cuori. Questo motivo iconografico, desunto dall'antichità classica che all'epoca si identificava negli
affreschi di Pompei ed Ercolano, appare collegabile ad un'iconografia matrimoniale: si potrebbe
pertanto supporre che il dono del servito possa essere avvenuto nel 1814 in occasione del
matrimonio di Claude Suisse de Sainte Claire, poco dopo la partenza di Napoleone per l'isola d'Elba
e dopo che l'ufficiale aveva dimostrato definitivamente la propria fedeltà all'Imperatore avendo
preso parte a Fontainebleau, nonostante fosse seriamente ferito, al suo addio alla corte e al suo
esercito.
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