Principi fondamentali
Psichiatria psicodinamica (o psicoanalitica)
Approccio alla diagnosi e alla terapia caratterizzata da un modo di pensare, sia rispetto al paziente sia rispetto
al terapeuta, che comprende:
- conflitto inconscio (desiderio/difesa, Es/Io/Super-Io, impulso/realtà): Psicologia dell'Io.
- relazioni oggettuali interne disfunzionali (rappresentazioni mentali di sé e degli altri => difficoltà
interpersonali): Teoria delle Relazioni Oggettuali.
- carenze o distorsioni delle strutture intrapsichiche (mancanza di integrità e sicurezza di sé porta a richieste
eccessive all'ambiente per mantenere un'omeostasi psicologica): Psicologia del Sé.
Valore
dell'esperienza
soggettiva
Psichiatria psicodinamica
- Interesse per ciò che rende un paziente diverso da altri pazienti con tratti analoghi,
- I sintomi e i comportamenti sono solo espressioni di esperienze soggettive connesse
con le determinanti biologiche/ambientali della malattia.
- Il mondo interno del paziente ha un valore estremo.
Psichiatria descrittiva:
- Interesse per ciò che rende un paziente simile ad altri pazienti con tratti analoghi.
- Si elaborano liste di sintomi per classificare i pazienti tenendo conto dei loro comuni
tratti comportamentali e fenomenologici.
- L'esperienza soggettiva del paziente è di poca importanza: comportamento = vita
mentale.
Inconscio
La Psichiatria Psicodinamica considera i sintomi e il comportamento come riflessi di
processi inconsci che difendono da desideri e sentimenti rimossi.
Determinismo
psichico
"Siamo consciamente confusi e inconsciamente controllati".
I sintomi rappresentano un adattamento alle richieste di un copione forgiato da un
insieme di pulsioni, difese, relazioni oggettuali e disturbi del Sé.
Il comportamento è il risultato finale di molte differenti forze in conflitto tra loro, che
assolvono una varietà di funzioni corrispondenti sia alle richieste della realtà che ai
bisogni dell'inconscio. Alcune chiarificazioni:
- i fattori inconsci non determinano tutti i comportamenti o sintomi;
- lo spazio decisionale c'è, anche se il suo peso è limitato.
Esperienze infantili "Il bambino è il padre dell'uomo".
Sono fattori di importanza cruciale nel determinare la personalità adulta. L'eziologia e la
patogenesi sono spesso collegate ad eventi accaduti nell'infanzia. I bambini percepiscono
l'ambiente circostante attraverso filtri altamente soggettivi che possono distorcere le
reali qualità delle figure attorno a loro. L'eziologia di alcuni disturbi psichiatrici può
essere correlata alla bontà della corrispondenza tra il temperamento del bambino e il
temperamento del genitore. Il processo evolutivo è un'interazione attiva tra fattori
ereditari e ambientali.
Transfert
Il paziente vive il medico come una figura significativa del proprio passato.
Caratteristiche principali:
- la sua inadeguatezza rispetto alla relazione attuale;
- l'essere una ripetizione del passato.
Il paziente inconsciamente rimette in atto la relazione passata, invece di ricordarla, e
così facendo porta nel trattamento un patrimonio di informazioni sulle sue relazioni del
passato. Ogni relazione è una mescolanza di una vera relazione e di un fenomeno di
transfert: nella relazione medico-paziente il transfert è considerato materiale terapeutico
che va compreso.
Controtransfert
Mentre il transfert viene discusso e analizzato come parte del processo terapeutico, il
controtransfert viene monitorato dalla costante vigilanza interna dello psichiatra.
Differenti definizioni:
- Ristretta => transfert dell'analista nei confronti del paziente dovuto all'emergere di
conflitti non risolti dal suo inconscio (Freud 1912);
- Ampia => conscia, appropriata e completa reazione emotiva del terapeuta al paziente
(Kernberg 1965).
Uno strumento diagnostico e terapeutico fondamentale che dice al terapeuta molto del
mondo interno del paziente.
Resistenza
Desiderio del paziente di mantenere lo status quo, di opporsi ai tentativi del terapeuta di
produrre insight e cambiamento. Tutte le forme di resistenza hanno in comune il
tentativo di evitare sentimenti spiacevoli che possono emergere a causa del trattamento
che mette in pericolo la rimozione di impulsi, sentimenti e pulsioni inaccettabili. La forza
della difesa/resistenza è proporzionale alla forza dell'impulso sottostante. È un fenomeno
che fa parte del processo terapeutico e, in larga misura, è la terapia.
La modalità con cui il paziente mette in atto una resistenza è tale da essere una
riedizione di una relazione passata che influenza una varietà di relazioni oggettuali.
Mente e cervello
Disturbi psicologici si riflettono in specifici cambiamenti delle funzioni neuronali e sinaptiche.
I fattori ambientali, i fattori genetico-costituzionali e gli agenti infettivi o tossici, influenzano la mente a livello
del funzionamento cerebrale.
I cambiamenti neurochimici e neuroanatomici del cervello possono essere correlati con un nesso causale alle
influenze psicologiche dell'ambiente e al significato attribuito a queste influenze.
L'influenza dei fattori psicologici sui processi neurobiologici può concretizzarsi sia nei cambiamenti che
avvengono come risultato di una psicoterapia sia negli stati patologici.
Fondamenti teorici
Psicologia dell'Io
Meccanismo
nevrotico
Conflitto (Es/ Io/ Super-Io e sessualità/aggressività) => Angoscia => Meccanismo di
difesa => Sintomo (compromesso tra Es e Io).
Meccanismi
di difesa
Immaturi o patologici => rimozione, spostamento, formazione reattiva, isolamento
dell'affetto, annullamento retroattivo, somatizzazione, conversione;
Maturi o sani => repressione, altruismo, sublimazione, umorismo …
Hartmann
Sfera dell'Io libera da conflitti:
Autonomia primaria => dato un "probabile ambiente medio", certe funzioni dell'Io
presenti alla nascita possono crescere senza essere ostacolate da alcun conflitto
(pensiero, apprendimento, percezione, controllo motorio, linguaggio…);
Autonomia secondaria => neutralizzando le energie sessuali ed aggressive, certe difese
perdono il loro legame con le forze istintuali dell'Es e diventano adattive.
Erikson
Ciascuna fase psicosessuale è caratterizzata da una crisi psicosociale;
Lo sviluppo non termina con la risoluzione del complesso edipico: le costellazioni
difensive cambiano ad ogni fase successiva.
Teoria delle relazioni oggettuali
Relazioni
oggettuali
Rappresentazione del Sé + rappresentazione dell'oggetto + affetto che li collega.Le
pulsioni emergono in una relazione e non ne possono essere separate.
Relazioni interpersonali => rappresentazioni interiorizzate di relazioni.
Conflitto => scontro tra coppie contrapposte di unità di relazioni oggettuali.
Gli analisti servono come nuovo oggetto da interiorizzare da parte dei pazienti, in modo
da riparare le strutture intrapsichiche carenti.
Meccanismi di difesa primitivi => scissione, identificazione proiettiva, diniego.
Introiezione
della madre
Aspetti buoni => paura della perdita.
Aspetti cattivi => fantasia di controllo, tramite ripetute esperienze traumatiche.
Freud
Il termine Io può avere due significati:
Struttura intrapsichica => Io;
Percezione soggettiva del sé => Sé (prodotto dell'integrazione di molteplici
rappresentazioni di sé, in continua ridefinizione).
Mahler
Fasi di sviluppo delle relazioni oggettuali => autistico, simbiotico, separazione e
individuazione (differenziazione, sperimentazione, riavvicinamento, costanza d'oggetto).
Psicologia del Sé
Kohut
Alcuni pazienti:
- hanno un bisogno disperato, per poter mantenere il proprio senso di benessere, di
certe specifiche risposte da parte di altre persone;
- lamentano indefiniti sentimenti di depressione o insoddisfazione nei rapporti;
- sono caratterizzati da una vulnerabile stima di Sé;
- instaurano due tipi di transfert (speculare e idealizzante).
Sé bipolare (grandioso e idealizzante, 1977) => Sé tripolare (anche gemellare, 1984).
Angoscia
fondamentale
Angoscia di disintegrazione =>paura che il proprio Sé si possa frammentare di fronte a
risposte inadeguate da parte dell'oggetto-Sé, facendo così esperire una condizione non
umana di morte psicologica.
Transfert
Transfert speculare => Sé grandioso-esibizionistico (bisogno di specularità):
- il paziente si rivolge all'analista per ottenere una risposta di conferma/convalida;
- queste risposte sono essenziali per lo sviluppo normale (=> senso del valore di sé);
- quando una madre non riesce a realizzare un contatto empatico, il senso di Sé del
bambino si frammenta ed egli cerca disperatamente di essere perfetto e di "esibirsi" per
poter ottenere l'approvazione del genitore.
Transfert idealizzante => immagine genitoriale idealizzata (bisogno di idealizzazione):
- il paziente vive il terapeuta come se questi fosse un potentissimo genitore la cui
presenza consola e risana;
- il bambino può essere traumatizzato da una madre che non si identifica con il suo
bisogno di idealizzarla o che non gli offre un modello degno di essere idealizzato.
Transfert gemellare => il paziente ha bisogno di essere esattamente come il terapeuta
(bisogno di fusione =>comportamento imitativo).
Teoria del
doppio asse
Kohut => lo sviluppo corre lungo due ambiti, narcisistico e dell'amore oggettuale:
I lattanti, crescendo, cercano di riconquistare la perduta perfezione del primitivo legame
madre-bambino ricorrendo ad una delle due strategie:
- il Sé-grandioso => perfezione attribuita a sé; l'immagine parentale idealizzata =>
perfezione attribuita al genitore.
- Se la mancata risposta empatica dei genitori a queste strategie si ripete regolarmente,
vi è un arresto dello sviluppo;
- se le cure genitoriali sono invece adeguate, il Sé grandioso-esibizionistico viene
trasformato in sane ambizioni, e l'immagine genitoriale idealizzata viene interiorizzata
come ideali e valori.
Oggetto-Sé
Ruolo svolto dalle altre persone nei confronti del Sé, in relazione ai bisogni di specularità,
idealizzazione e gemellarità (il paziente vuole essere come il terapeuta; il bambino imita
il genitore).
La maturazione e la crescita ci allontanano dal bisogno di oggetti-Sé arcaici per portarci
verso la capacità di utilizzare oggetti-Sé più maturi e adeguati.
Le conflittualità edipiche riguardanti la sessualità e l'aggressività sono conseguenze di un
crollo dovuto a esperienze fallimentari precedenti nella matrice relazionale tra il Sé e
l'oggetto-Sé.
Valutazione psicodiagnostica
Colloquio clinico
Obiettivo
Stabilire un rapporto e una comprensione condivisa basati sull'empatia (comprendere il
punto di vista del paziente).
Colloquio
psicodinamico
- I pazienti raramente riescono ad individuare ciò che li disturba e sono ambivalenti
rispetto ai loro sintomi (adattamento funzionale).
- Non c'è distinzione tra diagnosi e terapia e la diagnosi è solo un aspetto dell'indagine.
- Il paziente ha un coinvolgimento attivo in quanto collabora al processo esplorativo,
mentre il terapeuta stimola il contributo del paziente alla comprensione della diagnosi
finale.
- I sentimenti del terapeuta sono informazioni diagnostiche utili per comprendere le
reazioni che il paziente suscita.
Colloquio
medico
- I pazienti collaborano al percorso diretto dal disturbo alla sua eziologia e patogenesi.
- Diagnosi e trattamento sono separati ed interrelati.
- Il paziente ha un ruolo passivo, mentre il medico è attivo nell'assemblare i tasselli del
puzzle diagnostico per arrivare alla diagnosi finale.
- I sentimenti del terapeuta sono disturbi che interferiscono con la valutazione della
malattia.
Transfert e
controtransfert
Considerazione le distorsioni di transfert fin dall'inizio può eliminare gli ostacoli che si
oppongono ad un'efficace raccolta dell'anamnesi.
Anamnesi
Obiettivi:
Diagnosi descrittiva => basata sui criteri del dsm iv (fornisce un'etichetta); Diagnosi
dinamica => basata sulla propria comprensione del paziente e della malattia (riepilogo
della comprensione).
Conversazione flessibile che oscilla dalla ricerca strutturata di fatti specifici ad un
atteggiamento non strutturato di ascolto dei processi di pensiero del paziente: ascolto
non strutturato: creare un'atmosfera in cui il paziente si senta libero di parlare => si
ottengono più informazioni sulla storia personale e mentale del paziente e si discernono
modelli di associazione che rivelano nessi inconsci. ricerca strutturata: porre domande
specifiche finalizzate alla diagnosi descrittiva e/o dinamica anche sulla base delle ipotesi
che il terapeuta inizia a formulare.
Condizione
mentale
Inserire le domande all'interno del colloquio clinico piuttosto che aggiungere alla fine una
lista di domande standardizzate; in questo modo il paziente:
- si rende conto delle sue incongruenze in un determinato contesto significativo; - risulta
maggiormente coinvolto come collaboratore attivo.
Aree da indagare:
- orientamento e percezione => rispetto al tempo, allo spazio e alle persone; disturbi
percettivi, distorsioni della percezione mente-corpo;
- cognizione => comprendere la natura delle associazioni slegate, dei paralinguismi e dei
lapsus;
- affettività => gli stati emotivi danno informazioni sui meccanismi di difesa, l'umore
riflette significative rappresentazioni del Sé e degli oggetti;
- azione => comportamento non-verbale.
Test psicologici
Test proiettivi sono utili all'inquadramento diagnostico psicodinamico, soprattutto per i
pazienti che non permettono al terapeuta di partecipare alla loro vita interna.
Esami medici e
neurologici
Per capire le fantasie che i pazienti fanno sul loro corpo.
Diagnosi psicodinamica
Diagnosi
descrittiva e
diagnosi
psicodinamica
Entrambe guidano la programmazione del trattamento e devono comprendere una
valutazione del paziente rispetto alle tre principali prospettive teoriche:
- Caratteristiche dell'Io => forza, esame di realtà, capacità di giudizio, capacità di
mentalizzazione, funzionamento difensivo, relazione Io/Super-io (forniscono indizi sulle
esperienze infantili del paziente con le figure genitoriali);
- Relazioni oggettuali => livello di maturità delle relazioni oggettuali (le informazioni
sulle relazioni interpersonali del paziente dicono anche molto sulla natura delle sue
relazioni oggettuali interne; colloqui con i membri della famiglia e con altre persone
significative possono aiutare a rilevare il grado di distorsione presente nella visione che il
paziente ha di altre relazioni);
- Il Sé => persistenza e coesione, maturità degli oggetti-Sé, continuità del Sé, confini
del Sé, percezione del proprio corpo.
Formulazione
esplicativa
Modello di lavoro che illustra come i diversi elementi raccolti interagiscono nel formare il
quadro clinico presentato dal paziente.Bisogna considerare tutti e tre i quadri teorici nella
consapevolezza che è in continuo mutamento.
Psicoterapia individuale
Continuum esplicativo-supportivo
Alla tradizionale dicotomia tra l'orientamento esplicativo e quello supportivo si va sostituendo un orientamento
integrato: il terapeuta oscilla lungo questo continuum in relazione ai bisogni del paziente.
Espressivo
Psicologia dell'Io
Supportivo
Relazioni Oggettuali
Psicologia del Sé
Caratteristiche
- Tesa all'analisi delle difese e allo svelamento del materiale rimosso nell'inconscio.
- Orientata a reprimere il conflitto inconscio e a rafforzare le difese.
Obiettivi
- Acquisire l'insight (capacità di comprendere le origini e i significati inconsci dei propri
sintomi e del proprio comportamento).
Risolvere il conflitto (comprensione della natura delle difese e del desiderio sottostante;
abbandono o attenuazione del desiderio per rendere superflua la difesa).
- Migliorare la qualità delle relazioni (cambiando le relazioni oggettuali interne, si diventa
maggiormente in grado di percepire e rapportarsi alle persone esterne in maniera
differente).
- Rafforzare la coesione del Sé.
Scegliere oggetti-Sé più maturi.
Adattarsi alle frustrazioni, evitando l'insight per le difese e i desideri inconsci.
Frequenza
Legata al ruolo del transfert: per facilitarlo occorre una maggiore frequenza delle sedute
4-5 sedute alla settimana
1-3 sedute alla settimana
1-4 sedute al mese
Durata
Costante (45-50 minuti)
Flessibile (25-60 minuti)
Libere
associazioni
- Principale modalità con la quale il paziente comunica con il terapeuta; richiede un Io
maturo e sano per poter mantenere la scissione tra Io che osserva e Io che esperisce.
- Poco utilizzate perché i pazienti potrebbero regredire notevolmente a causa della
fragilità del loro Io.
Neutralità
- Posizione non giudicante di fronte al mondo intrapsichico del paziente, equidistante
dall'Io, dall'Es, dal Super-Io e dalla realtà esterna.
- Il terapeuta si schiera pro o contro una o più istanze a seconda delle circostanze e dei
bisogni del paziente.
Anonimato
- I terapeuti evitano di fornire spontaneamente informazioni personali per non interferire
con lo sviluppo del transfert.
- I terapeuti rivelano di condividere gli stessi interessi personali per incoraggiare il senso
di fiducia e la collaborazione.
Interventi
Interpretazione
Osservazione esplicativa che collega un sentimento, un pensiero, un comportamento o un
sintomo al suo significato o origine inconsci.
Confronto
Chiarimento su come il comportamento influisca sugli altri, o rimando di un sentimento
represso o denegato.
Chiarificazione
Riformulazione delle verbalizzazioni del paziente per conferire una immagine più coerente di
quanto viene comunicato.
Incoraggiamento
ad elaborare
Richiesta di informazioni su un argomento introdotto dal paziente.
Convalidazione
empatica
Dimostrazione della sintonia empatica del terapeuta con lo stato interno del paziente.
Consigli ed elogi
Suggerimenti su come comportarsi e rafforzamento di certi comportamenti.
Conferma
Succinti commenti a sostegno dei commenti o dei comportamenti del paziente.
Transfert
- Sviluppo e risoluzione della nevrosi di transfert.
Il terapeuta deve impegnarsi in un constante autoesame per distinguere cosa sia
transfert del paziente e cosa sia un proprio reale contributo.
- Evocazione di un transfert positivo di dipendenza senza analizzarlo.
Il transfert viene osservato internamente, ma non verbalizzato o interpretato al paziente.
Resistenza
- Il terapeuta deve cercare l'aiuto del paziente per comprendere l'origine della resistenza
e in seguito individuarla con l'interpretazione.
- Il terapeuta empatizza con il bisogno della resistenza da parte del paziente o le
incoraggia, in quanto sono sane attività psichiche che salvaguardano la crescita del Sé.
Rielaborazione
Ripetuta interpretazione del transfert e delle resistenze fino a quando l'insight sia
pienamente integrato nella consapevolezza conscia del paziente.
Il terapeuta nota un certo pattern nelle:
- Relazioni di transfert;
- Relazioni attuali al di fuori del transfert;
- Relazioni del passato.
Luborky => rivivere il tema relazionale conflittuale centrale (CCRT) è cruciale per un
esito positivo.
Interpretazione
dei sogni
- "Via regia alla conoscenza dell'inconscio": i simboli e le associazioni sul sogno vengono
interpretati per aiutare il paziente a comprendere meglio le tematiche inconsce del sogno
- Il terapeuta si limita alle "interpretazioni verso l'alto" che aiutano il paziente ad
associare il sogno con atteggiamenti o sentimenti coscienti nei confronti della realtà.
Alleanza
terapeutica
I terapeuti devono aiutare i pazienti ad identificarsi precocemente con gli obiettivi
terapeutici e devono allearsi con gli aspetti egoici sani dei loro pazienti che mirano al
raggiungimento di tali obiettivi.
I pazienti vivranno i terapisti come collaboratori che lavorano con loro piuttosto che
contro di loro. Qualora sentimenti transferali negativi entrino nel processo, essi potranno
essere esaminati nel contesto dell'alleanza terapeutica, così da non permettere loro di
ostacolare la terapia.
Meccanismi di
cambiamento
Insight
Risoluzione dei conflitti intrapsichici come risposta ad accurate interpretazioni di
transfert:
- il terapeuta interpreta i desideri e gli impulsi dell'Es verso l'analista e le difese contro di
essi;
- il paziente si rende conto che questi sentimenti sono in realtà diretti verso figure
dell'infanzia;
- cambiamento del Super-io ed espansione dell'Io del paziente (=> mitigano i sentimenti
ostili)
Esperienza emozionale correttiva
L'analista funge da contenitore (holding) per le proiezioni del paziente (= madre con
bambino):
- il terapeuta analizza il materiale proiettato e lo restituisce al paziente in forma
modificata;
- il paziente può reintroiettare delle rappresentazioni del Sé e dell'oggetto diverse.
Conclusione
della terapia
Il paziente ha raggiunto gli scopi della terapia. I sintomi presentati sono diminuiti o
migliorati. Il Super-Io ha subito modificazioni. Le relazioni interpersonali sono cambiate.
Il paziente ha ritrovato un senso di indipendenza. Il paziente è in grado di riconoscere ed
esaminare i conflitti autonomamente.
Il paziente ha raggiunto una stabilità nel suo funzionamento.
Inversione di tutti i processi regressivi.i sintomi sono completamente scomparsi. Il
terapeuta deve sottolineare la continuità del rapporto positivo ed evitare la mobilitazione
di un transfert negativo di non facile gestione.
Verso la fine della terapia il terapeuta deve evitare di diventare per il paziente più "reale" e più "trasparente" in
quanto un eccesso di egualitarismo può riflettere il desiderio controtransferale di evitare di affrontare la perdita
creando l'illusione di cominciare una nuova relazione.
Indicazioni
La maggior parte dei pazienti si presenta con un insieme di indicazioni e il terapeuta
deve valutare come e quando essere espressivo oppure supportivo.
Forte motivazione a comprendere.
Sofferenza significativa.
Capacità di regredire al servizio
dell'Io.
Tolleranza alla frustrazione.
Capacità di insight (mentalità
psicologica).
Intatto esame di realtà.
Relazioni oggettuali significative.
Buon controllo degli impulsi.
Capacità di mantenere un lavoro.
Capacità di pensare in termini di
analogia.
Risposte riflessive a tentativi di
interpretazione.
Capacità di formare un'alleanza
terapeutica.
Psicoterapia
breve
Significative e croniche carenze dell'Io.
Grave crisi esistenziale.Bassa tolleranza
dell'angoscia.
Bassa tolleranza della frustrazione.
Assenza di mentalità psicologica.
Inadeguato esame di realtà.
Relazioni oggettuali gravemente difettose.
Scarso controllo degli impulsi.
Scarsa intelligenza.
Scarsa capacità di auto-osservazione.
Disfunzione cognitiva su base organica.
Incapacità di formare un'alleanza terapeutica.
Identificare il focus psicodinamico problematico nell'ambito delle prime sedute di
valutazione. Dura da un minimo di 2-3 mesi ad un massimo di 5-6 mesi e comporta una
media di 10-20 sedute. Il terapeuta deve interpretare le resistenze all'insight più
precocemente ed aggressivamente:
- ciò richiede una cornice di riferimento empatica, altrimenti il paziente si sentirà
attaccato.
Obiettivo primario => collegare la lamentela che è stata focalizzata ai modelli relazionali
del passato, del presente e del transfert.
Il paziente deve essere una persona relativamente sana che stia attraversando un
specifica crisi esistenziale.Il terapeuta deve:
- costruire l'Io del paziente;
- facilitare l'instaurarsi di un transfert positivo senza interpretarlo;
- ripristinare precedenti difese adattive.
Applicazione
della teoria alla
tecnica
L'applicazione della teoria al materiale clinico e alla tecnica diviene sempre più
complessa. Il pericolo maggiore è che il terapeuta, avendo di fronte a sé una pletora di
frammenti contraddittori di informazioni, inizi ad organizzare i dati applicando
rigidamente formulazioni teoriche stereotipate.
Approccio
euristico
Per evitare questo approccio stereotipato, è stato proposto un approccio euristico alle
verbalizzazioni del paziente: il terapeuta euristico non si pone come il detentore della
verità che elargirà al paziente al momento opportuno, ma semplicemente come
collaboratore del paziente, insieme al quale è alla ricerca della verità. I terapisti euristici
devono tollerare lunghi periodi di ambiguità nei quali l'eziologia e la patogenesi dei
problemi del paziente appaiono confuse. Proseguendo il lavoro, i terapisti conoscono
meglio i loro pazienti, il quadro clinico può combaciare, o non combaciare, con uno dei
tre modelli teorici. Per capire ed aiutare i loro pazienti, i terapeuti devono poter attingere
contemporaneamente dai differenti modelli, e spostarsi con flessibilità tra di essi.
Implicite nell'approccio euristico sono la consapevolezza della propria fallibilità nel ruolo
terapeutico e una speciale sensibilità alle resistenze del paziente.
Efficacia della
psicoterapia
Vi sono oggi prove schiaccianti che la psicoterapia sia un trattamento efficace. Si devono
ancora dimostrare i maggiori vantaggi di una tecnica rispetto all'altra: non è chiaro se
siano più rilevanti:
- i fattori non specifici riguardanti la relazione terapeutica, o
- i fattori specifici legati alla tecnica utilizzata.Molte delle difficoltà sono in rapporto con la
straordinaria complessità della ricerca in psicoterapia.
Teoria di gruppo, della famiglia, di coppia e farmacoterapia
Permette di scoprire come ciascuno funziona nelle situazioni di gruppo (ruoli, aspettative, fantasie ..)
Aspetti particolari dell'esperienza di gruppo
Bion
All'interno di ogni gruppo ce ne sono due:
1. gruppo di lavoro => impegnato nell'effettivo compito di lavoro, teso al suo
raggiungimento;
2. gruppo in assunto di base => i componenti iniziano ad agire sulla base di un assunto
riguardo al gruppo che è diverso dal compito preposto.
Assunti di base
Fanno deragliare il lavoro del gruppo ed impediscono il raggiungimento dell'obiettivo:
3. dipendenza => (difesa contro angosce depressive) i pazienti si comportano come se
fossero deboli, sprovveduti ed incapaci di aiutarsi l'un l'altro e come se fossero
completamente dipendenti dal terapeuta, considerato onnipotente (risposte al senso di
colpa associato alla potenziale distruzione del terapeuta);
4. attacco - fuga => (difesa contro angosce paranoide) i componenti sentono che vi è un
persecutore esterno che li distruggerà e per evitarlo il gruppo può lottare oppure fuggire
dal persecutore (scissione e proiezione della cattiveria);
5. accoppiamento => (difesa contro angosce depressive) due membri riproducono e
propongono un messia per salvare il gruppo: vi è un'atmosfera pervasa da ottimismo e
speranza, la credenza che l'amore trionferà (sforzo maniacale riparativo).
Risucchiamenti
nel ruolo
Il comportamento di una persona in un rapporto diadico può cambiare radicalmente
quando questa entra in un gruppo (versione di gruppo dell'identificazione proiettiva).
Caratteristiche dei gruppi psicoterapeutici
Frequenza
Da 1 a 5 sedute la settimana.
Durata
Da 1 ora e 15 minuti a 1 ora e 30 minuti.
Partecipanti
Da 8 a 10 persone con eterogenei conflitti e omogenea forza dell'Io:
ad orientamento espressivo => gruppo eterogeneo;
ad orientamento supportivo => gruppo omogeneo.
Conclusione
Senza durata prefissata: nuovi membri si aggiungono mentre altri terminano.
Approccio
La maggior parte dei terapeuti di gruppo utilizza un modello combinato tra quello:
centrato sull'individuo => il processo è concettualizzato come una psicoanalisi
individuale condotta in un setting di gruppo;
centrato sul gruppo => l'interpretazione delle forze del gruppo è più importante
dell'interpretazione dei conflitti individuali.
Transfert, controtransfert e resistenza
Tipi di
transfert
Transfert verso il terapeuta.
Transfert verso gli altri membri del gruppo.
Transfert verso il gruppo come entità (offre ai pazienti l'opportunità di esaminare le loro
aspettative riguardo agli altri gruppi nei quali vivono e lavorano).
Intensità
L'intensità dei transfert dei pazienti può essere:
diluita => quando questi vengono ridiretti verso altri pazienti;
intensificata => quando il gruppo è travolto da potenti sentimenti positivi e negativi.
Obiettivo
Rielaborazione del transfert e della resistenza (= psicoterapia individuale).
Si possono formare molteplici transfert: il terapeuta, quindi, ha a disposizione un laboratorio all'interno del
quale le relazioni oggettuali interne dei pazienti si manifestano in modo da essere visibili a tutti, attraverso
l'esteriorizzazione nelle relazioni con i singoli membri del gruppo.
Indicazioni e controindicazioni
Indicazioni
generali
Indicazioni
specifiche
Controindicazioni
Forte motivazione. Mentalità psicologica. Alto livello di forza dell'Io. Sufficiente disagio.
Problemi nelle relazioni interpersonali.
- Pazienti ansiosi rispetto alle figure di autorità.
- Pazienti con conflitti con i fratelli.Figli unici con difficoltà a imparare a condividere le
esperienze.
- Pazienti non psicotici che si affidano pesantemente alla proiezione (gli altri membri
contesteranno ripetutamente le distorsioni riferite al gruppo).
- Pazienti borderline che in terapia individuale sviluppano un transfert negativo.
- Pazienti con disturbi di personalità di alto livello (ossessivo - compulsivi, isterici,
narcisistici, passivo - aggressivi e dipendenti) in quanto possono ricevere un feedback
sugli effetti che i loro modelli caratteriali hanno sugli altri (trasformare tratti egosintonici
in egodistonici e quindi motivare al cambiamento).
Scarsa motivazione. Disorganizzazione psicotica. Dipendenza da sostanze.
Disturbo di personalità antisociale. Gravi somatizzazioni. Disfunzioni cognitive su base
organica. Grave rischio di suicidio.
Terapia della famiglia e della coppia coniugale
Terapia
familiare
sistemica
Un gruppo di ricercatori di Palo Alto (Bateson, Jackson, Haley) negli anni '50 e '60
spostarono l'accento dall'individuo al sistema familiare.
La psicopatologia individuale e l'anamnesi personale sono secondarie rispetto alla
famiglia come unità, che venne vista come un sistema con vita propria.
Terapia
familiare di
Bowen
Un singolo membro della famiglia si incontra sporadicamente con il terapeuta per
studiare attentamente i modelli intergenerazionali nella famiglia del paziente.
Il paziente viene aiutato a comprendere come gli attuali modelli relazionali nella famiglia
siano ripetizioni di modelli delle passate generazioni.
Questo approccio è strettamente cognitivo e il paziente non viene incoraggiato a
esprimere i propri sentimenti. Una volta che i pazienti abbiano acquisito una
comprensione intellettuale degli schemi della famiglia, vengono sollecitati a verbalizzare
le tematiche non risolte direttamente con i familiari interessati.
Terapia della coppia coniugale
Psicologia
del Sé
Kohut (1984) => "un buon matrimonio è quello in cui l'uno e l'altro partner raccoglie la
sfida di svolgere la funzione di oggetto-Sé delle quali il Sé temporaneamente indebolito
dell'altro ha bisogno in un momento particolare".
Berkowitz (1985) => un partner regola la propria autostima rispecchiandosi o
idealizzando la relazioni con il coniuge; ciò implica la richiesta di amore ed accettazione
incondizionati che nessuno potrebbe soddisfare; quando queste aspettative falliscono, il
risultato può essere la frammentazione del Sé.
Terapia breve
Greenspan & Mannino (1974) Þ modello basato sull'identificazione proiettiva, adatto per
le coppie che abbiano una notevole forza dell'Io.
Obiettivo => confrontare ciascun partner con quegli aspetti della personalità del coniuge
che non vengono percepiti a causa dell'identificazione proiettiva.
Dopo aver sentito da un coniuge la sua versione del conflitto, il terapeuta chiede all'altro
di ripetere l'essenza delle preoccupazioni del partner: se ometterà un aspetto specifico
dei sentimenti di quest'ultimo, il terapeuta gli farà notare questa omissione.
Quando i coniugi arrivano a riconoscere di distorcere le loro reciproche percezioni,
cominciano a realizzare di non conoscere poi così bene la persona che hanno sposato:
viene messo in moto un processo per cui ogni partner verifica i sentimenti dell'altro nei
suoi confronti, invece di assumere che il partner prova sentimenti di un certo tipo.
Indicazioni e
controindicazioni
La terapia della famiglia o della coppia coniugale è indicata quando:il problema è sentito
dal paziente e dai familiari o dal coniuge;c'è un basso livello di differenziazione dalla
famiglia di origine.
Terapia familiare (Teoria delle relazioni oggetuali)
Concezione
teorica
Dicks (Tavistock Clinic, anni '50 e '60):
- osservò che alcune coppie relativamente sane, funzionavano nel loro matrimonio ad un
livello primitivo di relazioni oggettuali;
- conclusione => una delle fonti principali di discordia tra i coniugi fosse il fallimento di
ciascun partner nel confermare la vera natura o identità dell'altro;
- le coppie tendevano a deteriorarsi in unità polarizzate (sadico-masochista, dominatoresottomesso, sano-malato, indipendete-dipendente): ciascuna metà era una personalità
intera nella diada coniugale, ma da sola era incompleta;
- il matrimonio sembrava far regredire velocemente verso relazioni di tipo genitorebambino anche persone con una notevole forza dell'Io: i partner utilizzavano la scissione
e l'identificazione proiettiva per rendere esterno un conflitto interno;
- i conflitti coniugali possono essere visti come la ricreazione, attraverso l'identificazione
proiettiva, di conflitti con uno dei genitori: la scelta di un compagno è ovviamente
influenzata in grande misura da questo tipo di processo.
Tecnica
Obiettivo globale => aiutare i membri della famiglia o della coppia a reinteriorizzare i
conflitti che sono stati esteriorizzati attraverso l'identificazione proiettiva.
- Sedute con la famiglia di 50 minuti, una volta alla settimana o ogni due settimane.
- Il processo terapeutico inizia con un'attenta diagnosi del modo in cui le
rappresentazioni interne del Sé e dell'oggetto sono state distribuite nella famiglia.
- Il terapeuta, poi, cerca di spiegare come tra i familiari si sia formato un inconscio
sistema collusivo, atto a perpetuare il comportamento patologico nel paziente.
- Queste interpretazioni esplicative incontrano generalmente delle resistenze; la forza
antiterapeutica può assumere la forma del tentativo di "risucchiare" il terapeuta
all'interno del sistema familiare (transfert).
- La resistenza più comune all'inizio della terapia della coppia coniugale è, per entrambi i
coniugi, l'aspettarsi che il terapeuta aggiusti l'altro coniuge: il terapeuta deve evitare di
prendere le parti dell'uno o dell'altro e cercare, invece, di aiutare le coppie ad allargare la
loro prospettiva fino ad includere i loro contributi al conflitto coniugale.
- Ogni sforzo che destabilizzi la condizione di conflitto perenne è sentito da entrambi i
coniugi come minaccioso: nonostante comprendano le interazioni patologiche che
avvengono tra loro, talune coppie scelgono di vivere in una condizione di disarmonia
piuttosto che affrontare l'angoscia connessa con il cambiamento.
- Il terapeuta deve scrupolosamente evitare di sentirsi spinto dal bisogno di cambiare la
coppia: il suo compito è di offrire insight e comprensione e di aiutare i coniugi a decidere
se e come desiderano cambiare il loro matrimonio.
Farmacoterapia psicodinamica
Nuove tendenze integrative hanno portato la psichiatria contemporanea a fare un uso combinato di farmaci e
psicoterapia per le condizioni sia psicotiche sia non psicotiche. L'efficacia della farmacoterapia può venire
significativamente accresciuta da una comprensione psicodinamica del processo terapeutico.
Transfert
- Da parte del paziente, la decisione di conformarsi o meno alle raccomandazioni
farmacoterapiche del medico attiva tematiche inconsce di aspettative genitoriali: pazienti
depressi possono vivere l'assunzione di un antidepressivo come un fallimento empatico
da parte dello psichiatra, perché in questo modo chiederebbe al paziente di mettere a
tacere i suoi sentimenti; pazienti dominanti possono vedere il farmaco come una
sottomissione alla figura genitoriale che minaccia il loro atteggiamento controdipendente;
pazienti sottomessi possono sentire che, attraverso il farmaco, qualcuno li nutre e si
prende cura di loro, senza assumersi responsabilità; pazienti manipolatori annullano
qualunque tipo di intervento terapeutico, anche farmacologico, ritenendolo inutile;
rifiutando l'aiuto offerto, si vendicano nei confronti dei genitori ritenuti carenti nel fornire
nutrimento;pazienti paranoici interrompono l'assunzione denunciando effetti collaterali
che nascondono il timore di essere avvelenati.
Il terapeuta non deve essere autoritario con il paziente in quanto può esacerbare la
disposizione transferale a vedere il medico come un genitore severo; dovrebbe, invece,
richiedere la collaborazione del paziente nell'esplorare le sue preoccupazioni.
Transfert verso il farmaco => il farmaco prende il posto del medico assente: può fungere
da oggetto transizionale permettendo ai pazienti di mantenere un contatto con il loro
psichiatra anche quando non lo vedono frequentemente (effetto placebo).
Controtransfert
Prescrizione eccessiva => spesso riflette sentimenti di impotenza e di rabbia da parte del
terapeuta.
Ferita narcisistica => prescrivere farmaci può equivalere a riconoscere l'inefficacia delle
proprie abilità psicoterapeutiche.
Rabbia controtransferale => lo psichiatra può assumere comportamenti autoritari per
suscitare sentimenti di colpa nei pazienti che non accondiscendono alle loro prescrizioni.
Resistenza
La malattia può essere preferibile alla salute per una serie di ragioni (egosintonia,
diniego, iperinvestimento).
Alleanza
terapeutica
Gioca un ruolo cruciale nella farmacoterapia psicodinamica: il terapeuta deve assumere
un tono entusiastico della voce, un linguaggio corporeo adeguato, chiamare il paziente
per nome e favorire una prescrizione partecipata.
Trattamento
combinato
Strategia terapeutica a due fasi:
6. Farmacoterapia => effetti più rapidi e di breve durata (per disturbi di stato) per
alleviare i sintomi e facilitare un successivo processo psicoterapeutico;
7. Psicoterapia => effetti più tardivi ma più duraturi (per disturbi di tratto).
Trattamento ospedaliero ad orientamento psicodinamico
Alcune ricerche empiriche hanno dimostrato che la maggioranza dei pazienti con una sintomatologia acuta
presenta un miglioramento significativo, o persino una completa remissione, dopo almeno una settimana di
ricovero senza l'utilizzo di farmaci. Il trattamento ospedaliero condotto secondo una prospettiva psicodinamica
si basa sull'assunto che, analogamente alla psicoterapia individuale, le risposte terapeutiche fornite dalla staff
clinico del reparto costituiscono i principali fattori di guarigione.
Rassegna storica
1° modello:
Simmel-1929
Certi pazienti non potevano essere analizzati al di fuori dell'ospedale a causa dei vari
comportamenti sintomatici (alcolismo, fobie…).
Si pensò che un ospedale potesse prolungare l'ora del paziente sul lettino addestrando i
membri dello staff ospedaliero a condurre un trattamento quasi analitico via via che
emergevano tematiche di transfert e resistenza.
2° modello:
Menninger-1939
Applicare i principi psicoanalitici direttamente in ospedale cambiando l'ambiente.
Si adottò un sistema di trattamento ambientale largamente fondato sulla sublimazione e
che escludeva l'insight.
Questo approccio non poteva includere i pazienti con debolezza dell'Io, che implica
problemi di controllo degli impulsi.
3° modello
(attuale)
Hilles (1968) => consapevolezza che i pazienti ricreavano con i vari membri dello staff
ospedaliero i loro conflitti con i membri della propria famiglia: l'ambiente è uno schermo
sul quale gli schemi arcaici vengono proiettati e poi esaminati.
Schlesinger & Holzman (1970) => l'ambiente ospedaliero può integrare la relazione
paziente - terapeuta offrendo la possibilità i elaborare, in un contesto reale, quanto viene
discusso nella terapia.
Gabbard & al. (1986) => il controtransfert è parte integrante del processo terapeutico:
l'efficacia viene meno quando i membri dello staff rispondono in maniera
controtransferale come se fossero uno dei genitori del paziente.
Kernberg (1973): una combinazione di terapia individuale (livello più maturo di relazione
oggettuale) e di gruppo (livello più primitivo di relazione oggettuale) nei ricoveri
ospedalieri a lungo termine, offre la possibilità di intervenire ad entrambi i livelli; è
necessario un ambiente ospedaliere neutro e un'atmosfera globalmente amichevole e
generalmente tollerante, partecipe e intellettualmente pronta.
Principi psicodinamici
Un approccio psicodinamico fornisce una comprensione diagnostica estremamente attenta alle debolezze e forze
dell'Io dei pazienti, alle loro relazioni oggettuali intrapsichiche, alla loro capacità di lavoro psicologico e alle
origini infantili dei loro attuali problemi.
Teoria
psicoanalitica
Offre modelli di intervento adeguati ai bisogni relativi alla fase evolutiva del paziente: i
membri dello staff devono adempiere in modo ausiliario alle funzioni dell'Io (esame di
realtà, controllo degli impulsi, anticipazione delle conseguenze e affinata differenziazione
tra il Sé e l'oggetto).
Approccio
psicodinamico
Con i pazienti borderline o psicotici ricoverati ha lo scopo di domare le espressioni dirette
dei derivati degli impulsi e delle pulsioni rafforzando l'Io (o il Super-io) e incoraggiando
configurazioni difensive più mature.
Neutralità
Nella maggioranza dei casi l'atteggiamento dello staff e della struttura ospedaliera
indiscutibilmente parteggia per l'una o l'altra delle istanze intrapsichiche.
Interpretazione
Va utilizzata nel trattamento di molti pazienti ricoverati purché la mentalità psicologica,
la capacità di astrazione e l'intelligenza del paziente siano sufficienti alla comprensione
dell'interpretazione e alla sua assimilazione in una cosciente consapevolezza.
Modello di transfert-controtransfert
Scissione e
identificazione
proiettiva
Meccanismi di difesa prevalenti nei pazienti che si ritrovano più comunemente nel setting
ospedaliero (livelli borderline e psicotici di organizzazione dell'Io.
Agiscono insieme per disconoscere ed esteriorizzare le relazioni oggettuali, costringendo
le persone presenti a parteciparvi.
Controtransfert
I membri dello staff possono aiutarsi l'un l'altro a distinguere le peculiari modalità
controtransferali, basate sulle loro problematiche psicologiche, rispetto a quelle che sono
identificazioni ineludibili con aspetti del mondo interno proiettato dal paziente.
Forze che
contribuiscono
alla ripetizione
delle relazioni
oggettuali
8. Confronto attivo con i traumi vissuti passivamente => i pazienti possono acquisire
una sensazione di confronto attivo e di controllo sulle relazioni traumatiche del passato
poiché questa volta ne hanno la responsabilità.
9. Mantenimento dei legami => la nuova relazione funge da strumento per mantenere
dei legami con le figure chiave dell'infanzia ed evitare così un profondo senso di
abbandono cui è associata l'ansia da separazione.
10. Grido d'aiuto => l'identificazione proiettiva ha anche il significato di una ricerca di
aiuto rispetto ai sentimenti che tormentano il paziente, attraverso una forma primitiva di
empatia.
11. Desideri di trasformazione => violente relazioni oggettuali interne possono essere
esteriorizzate nella speranza di poter essere trasformate.
Nuove relazioni
interpersonali
L'ospedale può fornire una nuova e diversa forma di modalità di relazione interpersonale
che faciliti l'interiorizzazione di una relazione oggettuale meno patologica.
I membri dello staff, che acquisiscono progressivamente familiarità con il mondo
oggettuale interno del paziente, cercheranno di contenere le proiezioni anziché
identificarsi con esse.
Lo staff terapeutico deve mantenersi aperto ai potenti sentimenti che i pazienti evocano:
esaminare il controtransfert deve essere parte integrante del processo terapeutico.
Scissione nel trattamento ospedaliero
Caratteristiche
12. Scissione intrapsichica => il paziente percepisce i singoli membri dello staff in base
alla proiezione delle sue rappresentazioni oggettuali interne e tratta ciascuno in maniera
diversa, conformemente a tali proiezioni.
13. Identificazione proiettiva => i membri dello staff reagiscono al paziente agendo
come gli oggetti proiettati ed identificandosi con essi.
14. Scissione interpersonale => nelle discussioni d'équipe sul paziente i curanti
assumono posizioni estremamente contrapposte, difendendo tali posizioni con
straordinaria veemenza.
Obiettivo
Monitorare continuamente la scissione impedendo che ostacoli il trattamento, rovini il
morale e danneggi in maniera irreparabile le relazioni tra i componenti dello staff.
Lo staff deve integrare e moderare gli oggetti esterni (= mondo interno del paziente).
Gestione
Educazione => comprendendo il meccanismo della scissione, i membri dello staff
possono imparare ad evitare di sfruttarla, rifiutando di accettare l'identificazione
proiettiva che colluderebbe con la svalutazione degli altri componenti.
Riunioni => incontri regolari e frequenti dello staff, che includono lo psicoterapeuta del
paziente, dovrebbero far parte della routine settimanale dell'unità psichiatrica.
Consulente => se i membri dello staff e lo psicoterapeuta non intendono incontrarsi,
può entrare in scena un consulente che adempie, per il gruppo, il ruolo di Io osservante
ed incoraggiare le persone coinvolte nella scissione ad identificarsi con tale funzione.
Equipe, terapia di gruppo e indicazioni
Equipe
terapeutica
multidisciplinare
La tipica équipe terapeutica in un ospedale psichiatrico è formata da rappresentanti di
diverse discipline della salute mentale (psichiatra, psicologo, assistente sociale,
terapeuta occupazionale, infermieri e tecnici della salute mentale).
Latenti rivalità interdisciplinari sono terreno fertile per lo sviluppo di scissioni all'interno
dell'équipe; nelle riunioni dello staff devono essere riportate e condivise con l'équipe
terapeutica le osservazioni relative ai due compiti di ciascun membro: incarico
terapeutico relativo alla specifica disciplina; essere oggetto di transfert o contenitore di
proiezioni.
Il modello di transfert-controtransfert attraversa tutte le discipline e fornisce la base per
un linguaggio comune.
Ruolo della
terapia di gruppo
Stanton & Schwartz (1954) => le dinamiche nel gruppo dei pazienti possono riflettere
direttamente dinamiche simili nel gruppo dello staff (es. singoli pazienti mettono in atto
dei conflitti latenti nello staff).
Regolari incontri di gruppo: nello staff => essenziale per l'integrazione di frammenti
scissi che circolano tra i componenti dello staff e i pazienti; con i pazienti => favoriscono
un'attenta elaborazione delle interazioni che avvengono tra lo staff e i pazienti e tra i
pazienti stessi.
Indicazioni
Fallimento di terapie meno intensive;sistemi familiari/supportivi assenti o
caotici;sintomatologia impulsiva o psicotica particolarmente severa e
resistente;comportamento suicidario, autodistruttivo o violento pervasivo
ripetuto;disturbi sull'Asse I complicati da una grave patologia sull'Asse II;
pazienti borderline che vanificano i trattamenti;
pazienti schizofrenici cronici che non possono funzionare al di fuori dell'ospedale senza
sforzi riabilitativi professionali e sociali su vasta scala.
Asse I - Schizofrenia
Malattia con una predisposizione genetica che necessita di un’attivazione intrapsichica e interpersonale.
Sintomatologia
Sintomi positivi: grave disgregazione dell’ambiente familiare originario:
- disturbi del contenuto del pensiero (deliri),
- disturbi della percezione (allucinazioni),
- manifestazioni comportamentali (catatonia, agitazione): si sviluppano in breve tempo,
sono spesso accompagnate da un episodio psicotico acuto.
Sintomi negativi: substrato genetico-biologico:
- sintomi primari (di lunga durata = sindrome da deficit): ansia, depressione, privazione
ambientale;
- sintomi secondari (di breve durata): ritiro sociale, affettività appiattita, impoverimento
del pensiero.
Relazioni personali: substrato caratteriale:
- espressione inadeguata dell’aggressività e della sessualità,
- mancanza di consapevolezza dei bisogni altrui e pretese eccessive,
- incapacità di avere un contatto significativo con altre persone.
Comprensione psicodinamica
Le discussioni sulle teorie della schizofrenia sono caratterizzata dalla controversia tra:
il modello del conflitto: comprende gli impulsi e le difese da quegli impulsi;
il modello del deficit: problemi neurofisiologici relativi a fattori genetico-costituzionali.
Freud
Alcuni pazienti (narcisistici) non sviluppano il transfert.
Decathexis: disinvestimento energetico degli oggetti; regressione in risposta a un’intensa
frustrazione e al conflitto con altre persone.
Psicosi: conflitto tra l’Io e il mondo esterno (nevrosi = conflitto tra l’Io e l’Es) che
comporta un disconoscimento e un conseguente rimodellamento della realtà.
Sullivan
Precoci difficoltà interpersonali: inadeguate cure materne causano nel neonato un Sé
carico d’angoscia e gli impediscono di ricevere soddisfazione per i suoi bisogni.
Persone fondamentalmente sole, che non riescono a superare la loro paura e la loro
sfiducia verso gli altri, pur mantenendo una capacità di rapporto interpersonale.
Psicologi
dell'Io
(anni '50)
Federn: ritiro dell’investimento energetico rispetto ai confini dell’Io.
Mahler: l’assenza della normale stimolazione nella diade madre-bambino è all’origine
della difficile differenziazione del Sé dall’altro-da-sé; lo schizofrenico è intrappolato tra il
desiderio della fusione e il terrore della disintegrazione.
Arlow e Brenner
(1969)
Il modello conflitto + difesa = formazione di compromesso delle nevrosi è applicabile
anche alla schizofrenia: le due condizioni sono quantitativamente diverse ma
qualitativamente simili.
Psicosi: formazione di compromesso che differisce dalla nevrosi in quanto:
- la regressione è più grave;
- i conflitti relativi all’aggressività sono più intensi;
- i disturbi del funzionamento dell’Io e del Super-Io sono più gravi.
I pazienti schizofrenici formano dei transfert intensi (¹ da Freud): l’apparente assenza di
relazione è il transfert.
Grotstein
(1977)
Concilia il modello del conflitto con quello del deficit: difettosa barriera agli stimoli =>
liberazione non modulata di impulsi primitivi distruttivi => stato di emergenza
psicologica => massicce operazioni difensive (scissione ed identificazione proiettiva).
Ogden
(anni '80)
I pazienti schizofrenici:
- attaccano inconsciamente i propri contenuti mentali (percezioni, sentimenti e pensieri)
perché li minacciano con un dolore opprimente e un conflitto incontrollabile;
- possono impedirsi, quindi, di prestare attenzione alle fonti di sofferenza interna finendo
così in uno stato di estrema chiusura o non-esperienza.
Conflitto tra la volontà di mantenere uno stato di chiusura e il permettersi l’assimilazione
degli stimoli esterni che possono portare ad una crescita psicologica.
La risoluzione di questo conflitto permette al paziente di progredire, attraverso tre fasi:
- espulsione dei pensieri in altre persone (identificazione proiettiva);
- frammentazione e distorsione dei contenuti di pensiero;
- spoliazione di ogni significato del pensiero simbolico (concretezza del pensiero).
Pollack
(1989)
L’offesa narcisistica rivolta al Sé è un fattore più influente nel precipitare i fenomeni
psicotici rispetto alla perdita interpersonale o ai vari aspetti dell’oggetto d’amore.
Indebolimento protratto o frammentazione del Sé => gli oggetti-Sé dell’ambiente
fungono da colla per il Sé frammentato del paziente schizofrenico.
Quadro comune
1) I sintomi psicotici hanno un significato: il contenuto grandioso del pensiero o della
percezione è il tentativo che il paziente fa per compensare la ferita narcisistica.
2) Modello della corrispondenza madre-bambino: evita la prospettiva riduzionistica che la
madre o un suo sostituto sia la causa della schizofrenia. 3) Le relazioni terapeutiche
psicodinamiche con clinici sensibili migliorano la qualità della vita dei pazienti
schizofrenici.
Approcci terapeutici
Farmacoterapia
I neurolettici sono altamente efficaci nel trattamento dei sintomi positivi, ma molto meno
per i sintomi negativi e le relazioni personali disturbate.
I significato del farmaco per il paziente deve essere esplorato e la sua prescrizione deve
avvenire nel contesto di un’alleanza terapeutica.
Psicoterapia
individuale
Regressione dei sintomi positivi per effetto dei farmaci => lo schizofrenico, però,
continua a vivere ogni relazione come pregna di pericolo.
Il terapeuta, affinché la psicoterapia abbia successo, deve:
- focalizzarsi sulla costruzione di una relazione, alleandosi con le parti sane;
- mantenere un atteggiamento flessibile per modalità e contenuto della terapia;
- trovare e mantenere con il paziente una distanza ottimale;
- creare un ambiente di contenimento;
- fungere da contenitore per il paziente;
- fungere da Io ausiliario;
- essere autentico e aperto;
- posporre l’interpretazione finché l’alleanza terapeutica sia consolidata;
- essere rispettoso del bisogno del paziente di essere malato.
Psicoterapia di
gruppo
Dopo la regressione dei sintomi positivi per effetto dei farmaci.
Serve alla costruzione della fiducia e offre sostegno per discutere liberamente le
preoccupazioni relative alla malattia.
Trattamento
ospedaliero
Ricovero breve:
- offre una pausa, un’occasione di riorganizzarsi e di acquisire una nuova direzione per il
futuro dopo un crollo psicotico acuto;
- porta una spinta antiregressiva => vengono restaurate le difese e ripristinata la
funzionalità del paziente;
- sfida l’onnipotenza del paziente che deve adeguarsi alle necessità altrui (frustrazione)
=> migliora l’esame di realtà e le altre funzioni dell’Io.
Ricovero prolungato:
- ne usufruiscono i pazienti che rifiutano i farmaci, che non rispondono alla
farmacoterapia, autodistruttivi o potenziali suicidi, aggressivi verso gli altri, che non
hanno nessun sistema di sostegno;
- richiede un trattamento ospedaliero psicodinamico (vedi cap. 6).
Asse I - Disturbi affettivi
Depressione grave
Eziologia => fattori stressanti psicologici, interpersonali, biologici e ambientali.
Patogenesi => disfunzioni cerebrali dovute ai fattori eziologici.
Modello
del Kindling
et al. (1988)
Dolorosi eventi esistenziali (precoci separazioni e perdite) possono sensibilizzare i siti
recettoriali in modo tale che idee ed immagini associate con stati depressivi possono
agire come stimoli condizionati capaci di elicitare un episodio depressivo maggiore,
anche senza una perdita reale o uno stressor esterno ambientale.
Trattamento
combinato
Farmacoterapia.
Psicoterapia, per coloro che:
- non possono assumere antidepressivi per preesistenti condizioni fisiche di interesse
medico;
- non possono tollerare gli effetti collaterali dei farmaci;
- sono refrattari in parte o del tutto ad ogni trattamento somatico.
Personalità e
depressione
1. Disturbo depressivo maggiore con disturbo di personalità: pessimo funzionamento
sociale e alta probabilità di sintomatologia residua depressiva; scarsa compliance verso
la terapia farmacologica.
2. Personalità depressiva: distimia => cronici sentimenti di colpa e di impotenza;
autostima costantemente bassa; tendenza ad autopunirsi, all'ipercritica e alla rinuncia;
modalità relazionale dipendente; sentimenti di disperazione; depressione doppia =>
episodi depressivi maggiori e distimia cronica.
3. Depressione caratterologica con disturbi di personalità => sentimento di solitudine o
vuoto pervasivi con la percezione che i bisogni emozionali non trovino riscontro negli altri
(rabbia e di frustrazione).
Comprensione psicodinamica
Differenti
formulazioni
teoriche
Disturbo dell'autostima nel contesto di relazioni interpersonali fallimentari: le relazioni
dell'infanzia vengono interiorizzate e possono, in età adulta, essere riattivate con
l'esordio di disturbi affettivi maggiori.
Disperazione conseguente al fallimento, da parte degli oggetti-Sé, nel gratificare i
bisogni del Sé di rispecchiamento, gemellarità o idealizzazione.
Freud
(1915)
Dolore da lutto => dovuto alla perdita reale di una figura significativa (stima di sé
ragionevolmente stabile).
Depressione malinconica => dovuta alla perdita di un oggetto emozionale: scarsa stima
di sé a causa dell'intensa rabbia rivolta all'interno per via dell'identificazione del Sé con
l'oggetto perduto; i pazienti depressi hanno un Super-io severo, in relazione al
sentimento di colpa per aver mostrato aggressività alle persone amate.
Klein
(1940)
Lutto normale => la posizione depressiva viene riattivata in conseguenza della perdita di
una persona amata, ma è poi nuovamente superata e rielaborata ripristinando la figura
esterna perduta come oggetto interno.
Stati malinconici => mancato superamento della posizione depressiva: svalutazione di
Sé a causa della sensazione d'aver trasformato, con i propri impulsi e fantasie distruttivi,
i buoni genitori interni in persecutori; i pazienti possono manifestare delle operazioni
maniacali (onnipotenza, diniego, disprezzo, idealizzazione) per disconoscere il proprio
bisogno di relazione.
Bibring
(1953)
Depressione (non legata ad un'aggressività rivolta al'interno della persona): tensione
ideali-realtà => frustrazione o ferita narcisistica => riduzione della stima di Sé.
Euforia maniacale: reazione secondaria di compensazione alla depressione; espressione
del soddisfacimento in fantasia delle aspirazioni narcisistiche.
Jacobson
(1971)
Depressione psicotica => comprende: la fusione del Sé con l'oggetto d'amore perduto, o
la riattivazione di una relazione oggettuale interna nella quale un cattivo ogeetto
tormentante (Super-io primitivo) perseguita un Sé cattivo.
Mania: magica riunificazione del Sé con il Super-io severo Þ trasformazione da
tormentatore primitivo in una figura amorevole, indulgente e interamente buona =>
proiezione all'esterno dell'oggetto idealizzato => relazioni altamente idealizzate in cui
tutta l'aggressività e la distruttività vengono negate.
Farieti
(1977)
Depressione grave: ideologia preesistente => vivere non per se stessi ma per un'altra
persona (altro dominante) o finalità superiore (obiettivo dominante).
I pazienti:
- credono che la vita non abbia alcun valore se non riescono a sollecitare nell'altro
dominante la risposta desiderata;
- aderiscono consapevolmente ad un piano di vita non realistico, per loro rinunciare.
Psicodinamica del suicidio
Il suicidio è prevalentemente associato ai disturbi affettivi maggiori: i fattori determinanti possono essere tanto
biologici (modifiche neurochimiche) quanto psicologici.
Scissione nel trattamento ospedaliero
Concezione
esplicativa
Freud:
1915 => spostamento sull'Io di impulsi omicidi.
1922 => vittimizzazione dell'Io da parte di un Super-io sadico.
Menninger (1933):
Desiderio di uccidere => l'altro è il bersaglio del suicidio del paziente; il suicidio è l'unica
vendetta soddisfacente nei confronti dell'altro.
Desiderio di essere ucciso => il suicidio è il solo esito possibile del dramma interiorizzato
tra un tormentatore sadico e una vittima vessata.
Desiderio di morire => il suicidio è un magico ricongiungimento con un oggetto perduto
o un'unione narcisistica con un'amata figura super-egoica.
Fattori di
rischio
Breve termine => attacchi di panico, ansia psichica, grave perdita di piacere e di
interesse, agitazione depressiva con repentini sbalzi d'umore, abuso di alcool, diminuita
concentrazione e insonnia totale.
Lungo termine => disperazione (rigido mantenimento di un'immagine di sé che non può
essere modificata nonostante le ripetute rassicurazioni; il suicidio appare l'unica via
d'uscita), ideazione suicidaria (soprattutto se egosintonica), intenzionalità suicidaria,
precedenti tentativi di suicidio.
Variabili
psicologiche
preesistenti
4. Incapacità a rinunciare a desideri infantili di nutrimento associata ad un conflitto
riguardante il riconoscere apertamente il bisogno di dipendenza.
5. Visione sobria ma ambivalente riguardo alla morte.
6. Aspettative verso se stessi eccessivamente alte.
7. Ipercontrollo dell'affettività (nelle donne soprattutto dell'aggressività).
Considerazioni terapeutiche
Terapia
interpersonale
(IPT)
Forma di psicoterapia supportiva psicodinamicamente orientata.
Elkin et al. (1985) => la depressione si verifica in un contesto interpersonale e
migliorerà con il miglioramento delle relazioni.
Il terapeuta aiuta attivamente il paziente a:
- identificare le aree problematiche => mutamenti di ruolo, deficit interpersonali,
dispute di ruolo, dolore patologico, sviluppare delle strategie per affrontarle, fornendo
rassicurazioni ed anche una certa educazione riguardo alle abilità di soluzione dei
problemi.
Psicoterapia + farmacoterapia (imipramina) => efficacia superiore rispetto a ciascuna
terapia considerata isolatamente.
Karasu (1990) => differenti sintomi bersaglio per il trattamento:
- farmacoterapia => segni vegetativi, anedonia, rallentamento psicomotorio, deliri e
allucinazioni uditive;
- psicoterapia => bassa autostima, inadeguati sentimenti di colpa, mancanza di
motivazione, problematiche interpersonali, sentimenti cronici di disperazione e ritiro
sociale.
Terapia
cognitivo/
comportamentale
(CBT)
Gli schemi di base preposti all'autostima e alle aspettative sul Sé portano ad una visione
di sé, del mondo e del futuro molto negativa.
Fornire espliciti consigli e spiegazioni, offrendo un supporto e validando i progressi, oltre
ad assegnare dei compiti da svolgere a casa.
Indicazioni
specifiche
Scarso funzionamento sociale => IPT.
Scarso funzionamento cognitivo => CBT e imipramina.
Grave riduzione del funzionamento lavorativo => imipramina.
Elevata gravità della depressione con una severa limitazione => IPT e imipramina.
Pazienti con tendenze suicide
I pazienti veramente intenzionati ad uccidersi finiranno col farlo: nessuna entità di contenzione fisica, attenta
osservazione ed abilità clinica può fermarlo. Bisogna evidenziare ripetutamente che è responsabilità di ciascun
paziente imparare a verbalizzare gli impulsi suicidi piuttosto che metterli in atto. Non bisogna rimproverarsi per
i propri fallimenti in assenza di chiare indicazioni di rischio suicidario.
Obiettivi
I clinici devono distinguere la responsabilità del paziente da quella del terapeuta. I
pazienti devono assumersi la responsabilità di decidere se commettere il suicidio o
collaborare attivamente con il loro terapeuta per capire il proprio desiderio di morire.
Rischi
Preoccupazione psicologica del paziente Þ desiderio di una madre incondizionatamente
amorevole che si prenda cura di lui. Collusione del terapeuta con questa fantasia:
esacerba l'intenzione di assegnare ad altri la responsabilità della propria vita; porta il
paziente ad una schiacciante delusione (aumenta il rischio di suicidio). Cercare di
comprendere ed analizzare le origini dei desideri suicidi.
Controtransfert
Il suicidio del paziente, per il clinico, rappresenta:
un'estrema ferita narcisistica;
il rischio di ricevere accuse dagli altri.
Odio verso il paziente:
inconscio desiderio che muoia per mettere fine al tormento;
può portare ad esagerati sforzi per prevenire il suicidio.
Principi terapeutici
Mania
La disposizione difensiva maniacale porta al diniego di qualunque problematica
psicologica => i pazienti maniacali non trarranno beneficio della psicoterapia fino a
quando non saranno sotto il controllo farmacologico (litio).
La psicoterapia supportiva-espressiva favorisce:
- la complicance farmacologica;
- la consapevolezza della ripresa delle fantasie/desideri sessuali prima della mania;
- il confronto con i profondi sentimenti di colpa e di vergogna per la crisi.
Prospettiva kleiniana: obiettivo terapeutico => elaborare con maggior successo la
posizione depressiva;
il terapeuta deve aiutare il paziente ad integrare gli aspetti amorevoli ed aggressivi delle
rappresentazioni del Sé e dell'oggetto.
Depressione
Arieti (1977) => principi di tecnica psicoterapeutica da seguire:
costruire l'alleanza terapeutica => ascoltare il paziente, empatizzando con lui; elaborare
una formulazione esplicativa => individuare gli eventi scatenanti, l'ideologia dominante,
i sentimenti di colpa…;
facilitare lo sviluppo di un attaccamento transferale => adeguarsi ad alcune aspettative
del paziente per facilitare il transfert;
interpretare al paziente lo schema dell'altro dominante => la consapevolezza del
paziente fa emergere la sua rabbia verso la causa delle sue difficoltà; aiutare il paziente
a concepire nuovi possibili modi di vivere => restituire i dilemmi posti dal paziente per
evitare la collusione con i suoi sentimenti di bassa autostima e di incapacità.
Bibring (1953) => alcuni pazienti depressi sfruttano la loro malattia per giustificare la
loro velata espressione di impulsi sadici e distruttivi verso gli altri. I terapisti devono
aiutare i familiari a superare i loro sentimenti di colpa per le proprie reazioni ostili e
sadiche, suscitate dal paziente depresso.
Asse I - Disturbi d'ansia
Freud
1894 => distingue due forme d'angoscia:diffuso senso di inquietudine o di paura che
nasce da un pensiero o desiderio rimosso;senso sopraffacente di panico, accompagnato
da manifestazioni di scariche neurovegetative, dovuto all'accumulo di libido per l'assenza
di attività sessuale.
1926 => l'ansia è un effetto dell'Io; rappresenta: una manifestazione sintomatica di un
conflitto nevrotico (Es vs Super-io); un segnale adattivo per allontanare la
consapevolezza del conflitto nevrotico.
Gerarchia
evolutiva
Freud => ogni periodo evolutivo del bambino produce una paura caratteristica.
Si possono distinguere, dalla più matura alla più primitiva:
Ansia super-egoica => sensi di colpa perché non si conduce una vita ideale; Angoscia di
castrazione => paura del danno potenziale ai propri genitali o della loro perdita per
mano di una vendicativa figura genitoriale;
Paura di perdere l'oggetto o l'approvazione di un altro significativo (genitore); Angoscia
di separazione => paura di perdere l'oggetto amato;
Angoscia persecutoria => paura dell'invasione dall'esterno e dell'annichilimento
dall'interno da parte degli oggetti persecutori;
Angoscia di disintegrazione => paura di perdere il senso/confini di sé (fusione con
l'oggetto) e della propria integrità (carenti risposte da parte dell'oggetto).
Dimensioni
biologiche
Le recenti ricerche neurobiologiche consentono di distinguere (= Freud):
Ansia anticipatoria => fattori psicologici;
Attacchi di panico => fattori biologici.
Siti dell'ansia: psicologico => Io (Freud) e biologico => locus coeruleus (regola i neuroni
inibitori tramite il GABA).
Per produrre attacchi di panico, la struttura neuronale deve essere stimolata da fattori
psicologici o fisiologici, altrimenti si verifica solo una ansia anticipatoria.
Psicoterapia => porta a cambiamenti, a lungo termine, funzionali e strutturali del
cervello che sono in rapporti con cambiamenti nell'espressione di geni specifici.
Disturbi da attacchi di panico
Attacchi di
panico
Dura solo alcuni minuti.
Sintomi fisiologici allarmanti (soffocamento, vertigini, sudorazione…).
Sensazione di morte imminente.
Ansia anticipatoria secondaria.
Assenza di contenuti psicologici.
Fattori
Neurofisiologici (patogenesi) => attivati dalle reazioni psicologiche agli eventi.
Psicologici (eziologia) => significato inconscio degli eventi;
rilevanza dimostrata da: una maggiore incidenza di eventi esistenziali stressanti
(perdite); una clamorosa risposta al placebo (25-43%);
l'efficacia delle terapie psicodinamiche e cognitivo-comportamentali.
Terapia
I pazienti soffrono per una costanza d'oggetto scarsamente sviluppata => non riescono,
in momenti di difficoltà, a fare appello ad un'immagine interna per acquietare l'ansia.
Psicoterapia espressivo-supportiva => sviluppare un'immagine interiorizzata del
terapeuta => angoscia di separazione e attacchi di panico migliorano considerevolmente.
Farmacoterapia + psicoterapia => consente di: facilitare la compliance del paziente;
avventurarsi nuovamente nel mondo; ridurre la sintomatologia d'astinenza e le ricadute.
Fobie
Meccanismo
nevrotico
Pensieri proibiti sessuali o aggressivi pericolosi minacciano di emergere dall'inconscio =>
l'Io attiva un segnale d'ansia => spiegamento dei meccanismi di difesa (spostamento,
proiezione, evitamento) => creazione di una nevrosi fobica.
Modello
esplicativo
Kendler et al. (1992) => ereditaria disposizione alla fobia che richiede specifici fattori
eziologici ambientali per produrre una sindrome fobica conclamata.
Terapia
Terapia combinata => la migliore influenza della psicoterapia si verifica nei pazienti in
cui il nucleo del disturbo fobico è tenuto sotto controllo con l'imipramina.
Si deve valutare attentamente anche l'influenza della fobia sulle relazioni interpersonali
del paziente.
Disturbo ossessivo-compulsivo
Definizioni
Ossessione => pensiero egodistonico ricorrente.
Compulsione => azione ritualizzata necessaria per alleviare l'angoscia.
Categorie
primarie
Le lamentele dei pazienti riguardano:
1. rituali che comportano verifiche;
2. rituali che comportano la pulizia;
3. pensieri ossessivi non accompagnati da compulsioni;
4. lentezza ossessiva;
5. rituali misti.
Complicazioni
Depressione, o Grave menomazione nel funzionamento professionale e sociale.
Meccanismo
nevrotico
Stimoli suscitano la libido edipica => angoscia => regressione alla fase anale =>
riattivazione di fissazioni anali e scioglimento della tranquilla fusione tra pulsioni
aggressive e sessuali => mobilitazione dei meccanismi di difesa (isolamento, formazione
reattiva, intellettualizzazione, annullamento retroattivo) => formazione di un disturbo
ossessivo-compulsivo.
Variabili
psicologiche
preesistenti
4. Incapacità a rinunciare a desideri infantili di nutrimento associata ad un conflitto
riguardante il riconoscere apertamente il bisogno di dipendenza.
5. Visione sobria ma ambivalente riguardo alla morte.
6. Aspettative verso se stessi eccessivamente alte.
7. Ipercontrollo dell'affettività (nelle donne soprattutto dell'aggressività).
Fattori biologici
Predisposizione biologica che interagisce con fattori psicologici ed ambientali.
La base biologica è dimostrata da alcune osservazioni:
maggior concordanza nei gemelli monozigoti rispetto ai gemelli bizigoti; accresciuta
prevalenza nei pazienti con sindrome di Tourette e nei loro familiari; sensazionale
risposta, in alcuni pazienti, alla psicochirurgia;
dimensioni significativamente inferiori del nucleo caudato;
maggior numero di segni di disfunzione del snc;
nessuna risposta al placebo;
efficacia dei farmaci (clomipramina e fluvoxamina).
Terapia
Molti pazienti si aggrappano ai propri sintomi, resistendo tenacemente agli sforzi
terapeutici => i sintomi possono servire per proteggersi da una disgregazione psicotica.
Effetti delle terapie:
clorimipramina => riduzione dei sintomi solo del 38-44% ed elevata ricaduta; tecniche
comportamentali => miglior risultato sintomatologico ma elevata ricaduta; nessun
trattamento => 40% di remissione sintomatica o considerevole miglioramento.
I sintomi spesso producono problemi relazionali affrontabili con la terapia
psicodinamica.
Disturbo post-traumatico da stress
Horowitz
(1976)
Le vittime di un trauma oscillano tra: il diniego dell'evento; la sua ripetizione
compulsiva attraverso flashbach o incubi.
La mente cerca di elaborare ed organizzare gli stimoli opprimenti.
Criteri
6. Stressor => la persona è esposta ad eventi che riguardano la morte, un danno grave
o una minaccia a sé o agli altri.
7. Vulnerabilità => la risposta della persona è caratterizzata da un'intensa paura, da
impotenza e da orrore.
Fattori
predisponenti
8. Vulnerabilità genetico-costituzionale alle malattie psichiatriche.
9. Esperienze negative o traumatiche nell'infanzia.
10. Specifiche caratteristiche di personalità (antisociale, dipendente, paranoica).
11. Recenti stress o cambiamenti esistenziali.
12. Sistema di supporto compromesso o inadeguato.
13. Grave e recente abuso di alcool.
14. Percezione di un locus di controllo esterno invece che interno.
Krystal
(1968)
I sopravvissuti alle persecuzioni naziste presentano un'alta prevalenza di malattie
psicosomatiche (alessitimia).
I sopravvissuti a traumi psicologici infantili (=> arresto dello sviluppo affettivo) o adulti
(=> regressione dello sviluppo affettivo), non possono usare gli affetti come segnali.
Qualunque potente emozione rappresenta una minaccia del ritorno del trauma originario
=> i pazienti reagiscono somatizzando gli affetti o curandoli con farmaci eccessivi.
Terapia
Trattamento combinato (miglior risultato):
psicoterapia esplorativa: attenta valutazione delle capacità dell'Io del paziente =>
ricostruzione delle esperienze traumatiche associata alla catarsi emotiva;
farmacoterapia => nessun farmaco, da solo, è totalmente soddisfacente.
Obiettivi:
- arrestare qualunque peggioramento futuro;
- sostenere le aree di funzionamento adeguato;
- ristabilire l'integrità del paziente.
Disturbo da stress acuto
Criteri
Stressor + vulnerabilità (= disturbo post-traumatico da stress).
Sintomi dissociativi:
- amnesia per importanti aspetti del trauma;
- depersonalizzazione;
- derealizzazione;
- diminuita consapevolezza dell'ambiente circostante;
- sensazione soggettiva di distatto e intontimento;
- marcata sensibilità emozionale.
Caratteristiche:
- esordio entro 4 settimane dal trauma;
- durata minima di 2 giorni e massima di 4 settimane.
Disturbo d'ansia generalizzata
Ansia patologica
Eccessiva, di difficile gestione e con alta frequenza.
Causa di stress da un punto di vista clinico.
Danneggia il funzionamento lavorativo, sociale o di altre importanti aree.
Non limitata alle caratteristiche dei disturbi dell'asse I.
Terapia
Tecniche comportamentali.
Farmacoterapia => riducono o eliminano l'ansia ma non producono cambiamenti
definitivi e provocano sindrome di dipendenza e di astinenza.
Psicoterapia dinamica breve => incrementa la tolleranza dell'ansia (capacità di vivere
l'ansia senza doverla necessariamente scaricare).
Valutazione
psicodinamica
Diagnosticare la natura della paura sottostante (vedi Gerarchia Evolutiva).
Valutare il ruolo dell'ansia nell'organizzazione della personalità (forza dell'Io, relazioni
oggettuali, dissoluzione del Sé).
Asse I - Disturbi dissociativi
Fenomeni isterici
Processo mentale passivo (Janet) => le energie nervose sottostanti si indeboliscono al
punto che certe funzioni mentali si automatizzano dal controllo centrale.
Processo mentale attivo (Freud) => i sentimenti rimossi dalla consapevolezza conscia
continuano ad essere attivi nella mente inconscia, riemergendo sotto forma di sintomi.
Dissociazione
Unità della coscienza => punto di arrivo piuttosto che dato di fatto.
Funzione primaria => risposta adattiva rispetto a un trauma paralizzante: consente una
via di fuga da una situazione di realtà terrificante;
fornisce un modo per isolare un'esperienza catastrofica;
rende automatici certi comportamenti;
suggerisce una modalità di soluzione di conflitti inconciliabili.
Ipnosi e
dissociazione
Ipnosi => una dissociazione controllata provocata in un setting strutturato.
Caratteristica comune => completa adesione a certi aspetti dell'esperienza, mentre altri
aspetti vengono esclusi dalla consapevolezza.
Trauma
Chu & Dill (1990) Þ i pazienti con una storia di abusi subiti nell'infanzia presentano livelli
significativamente più elevati di sintomi dissociativi.
Rimozione e
dissociazione
Caratteristica comune => meccanismi di difesa che consentono di bandire dalla
consapevolezza i contenuti mentali.
Differenze rispetto ai contenuti mentali: tipo di barriera => scissione orizzontale
(rimozione: trasferiti nell'inconscio dinamico), scissione verticale (dissociazione: esistono
nelle coscienze parallele);
origine => desideri proibiti altamente conflittuali (rimozione), eventi esterni traumatici
(dissociazione).
Dissociazione del
Sé
Horowitz (1986) => i ricordi del Sé traumatizzato non possono coesistere con il Sé della
vita quotidiana che appare in possesso di pieno controllo.
Trattamento => integrazione cauta dei ricordi traumatici per assimilare il Sé
traumatizzato nell'immagine di Sé precostituita senza schiacciarla.
Disturbo dissociativo di personalità
Criteri
Coesistenza di identità separate relativamente costanti ma soggettivamente alternanti.
Ricorrenti episodi di distorsione della memoria e/o franca amnesia.
Diagnosi
Strumenti: questionario automministrato (Dissociative Experience Scale);
interviste strutturale (Dissociative Disorders Interview Schedule, Structured Clinical
Interview).
Indagine su: eventuale storia di abuso fisico e/o sessuale; pregressi episodi di amnesia,
distorsioni o errori temporali; incapacità di rievocare eventi dell'infanzia compresi nell'età
di latenza; possesso di oggetti o uso di grafia sconosciuti; particolari allucinazioni visive
e uditive; autoriferimenti al plurale o autocritica in terza persona.
Funzione adattiva
I pazienti si convincono che il trauma infantile sia accaduto a qualcun altro => le diverse
personalità raggiungono rapidamente delle forme di autonomia secondarie.
Comprensione psicodinamica
Teoria dei fattori
Kluft (1984)
1. Capacità di attuare una dissociazione difensiva;
2. Esperienze esistenziali traumatiche travolgenti;
3. Influenze plasmatrici e substrati a disposizione (=> forma della dissociazione);
4. Insufficienti esperienze rassicuranti e ristrutturanti ottenute dalle figure significative
(=> profonda inadeguatezza nella capacità di proteggersi dagli stimoli).
Kolk
(1987)
La disponibilità di una figura genitoriale rassicurante, sui cui riporre una fiducia
incondizionata, quando le capacità di autorassicurazione sono inadeguate, è il fattore più
importante per il superamento dell'impatto del trauma psicologico.
Comportamenti
autodistruttivi
Rivittimizzazione => schema di comportamento tipico delle vittime di incesto e di abusi
infantili; differenze legate al sesso della vittima:
uomini: identificazione con l'aggressore (vittimizzano gli altri);
donne: legame con l'aggressore (ulteriore vittimizzazione di sé).
Paura dell'abbandono => i bambini abusati preferiscono un genitore maltrattante alla
totale assenza dei genitori.
Dimensione intergenerazionale => i genitori, risentiti per essere stati privati
violentemente dell'innocenza, invidiano quella dei propri figli perciò li attaccano e li
danneggiano in modo simile.
Autoaccuse => disperato tentativo di dare un senso a situazioni terrificanti.
Scissione e
dissociazione
Caratteristiche comuni:
attive compartimentalizzazioni e separazioni dei contenuti mentali;
difese per evitare contenuti affettivi ed esperienze spiacevoli;
disgregazione per la formazione di un senso di Sé armonioso e costante.
Oggetto delle funzioni disgregative:
scissione => controllo degli impulsi e tolleranza all'ansia e alla frustrazione;
dissociazione => memoria e coscienza.
Transfert e
controtransfert
Ganaway (1989) => comuni scenari basati su relazioni oggettuali interne: un Sé
bambino sicuro e amato in relazione con un genitore buono che lo ama
incondizionatamente;
un Sé bambino vittimizzato, incredulo e tradito in relazione con un genitore che compie
abusi o che li consenta.
In alcuni casi un'altra personalità può rappresentare un oggetto interno piuttosto che un
Sé (es. svolgere il ruolo del genitore maltrattante).
Considerazioni terapeutiche
Loewenstein
e Ross
(1992)
La psicoterapia interviene a due livelli diversi di astrazione:
5. le altre personalità vengono trattate come entità più o meno concrete di cui è
necessario abbattere le barriere;
6. l'intero sistema delle personalità è considerato come la persona reale per cui le difese
dissociative vengono abbandonate e sostituite da dipese più mature.
Kluft
(1991)
Linee guida per la psicoterapia: fissare una cornice terapeutica solida e sicura; favorire
una forte alleanza terapeutica e stabilire un'alleanza con le altre personalità; enfatizzare
la cooperazione, l'identificazione, l'empatia con le altre personalità; scoprire i traumi del
passato e aiutare il paziente a raggiungere l'abreazione.
Processo terapeutico: rielaborazione dei ricordi traumatici => risoluzione (armoniosa
collaborazione tra le personalità) => integrazione (le altre personalità si armonizzano in
un'unità) => consolidamento (tramite una psicoterapia psicodinamica tradizionale).
Trattamento
Psicoterapia individuale supportiva-espressiva a orientamento psicodinamico => la
terapia deve rivolgersi direttamente alla molteplicità delle personalità.
Farmacoterapia => fluoxetina o altro inibitore selettivo del reuptake della serotonina
(svolge una funzione supportiva diminuendo l'ipervigilanza).
Ipnosi
Si usa quando non è possibile far emergere spontaneamente un'altra personalità.
Aspetti controtransferali
Evoluzioni del
transfertcontrotransfert
Episodi di un dramma che si svela coinvolgendo quattro personaggi principali (una
vittima, un individuo che compie abusi, una salvatore onnipotente idealizzato e una
madre non coinvolta), che oscillano formando diverse coppie complementari fra
paziente e terapeuta.
7. Paradigma vittima-salvatore: i pazienti ritengono che ognuno li violenterà poiché non
hanno nessun'altra ragione per pensarla diversamente; questi pazienti sono
intrinsecamente diffidenti delle rassicurazioni fornite loro dai terapeuti che affermano
che non abuseranno di loro; il tentativo del terapeuta di diventare un sostituto
genitoriale va oltre il bisogno che il paziente ha di esprimere il suo dolore e fa sorgere le
false speranze che una relazione genitoriale possa essere disponibile a patto che il
paziente trovi la persona giusta.
8. Paradigma tormentatore-vittima: con l'aumento progressivo delle richieste, il
terapeuta può rapidamente sviluppare la sensazione di essere tormentato; gli introietti
violenti o maligni che abitano nel mondo interno del paziente hanno avuto la meglio,
mentre il Sé-vittima del paziente è proiettato nel terapeuta; i terapeuti possono creare
un campo fertile per questa identificazione come risultato dei sentimenti di colpa
correlati allo sviluppo del loro odio e risentimento verso il paziente.
9. Paradigma vittima-tormentatore: al culmine dell'esasperazione per il fallimento di
tutti gli sforzi terapeutici, i terapeuti possono arrivare con il paziente a un drastico
superamento dei confini terapeutici riproponendo l'abuso dell'infanzia; la più tragica
manifestazione è un rapporto sessuale manifesto tra terapeuta e paziente.
10. Paradigma vittima-madre: i pazienti percepiscono il ruolo della madre non coinvolta
nel silenzio del terapeuta, che è interpretato come indifferenza e rifiuto; il paziente può
avvertire la sensazione di non esistere (incesto negativo) => un sentirsi inanimato e
svuotato nella relazione con la madre assente che non fa alcun tentativo di intervenire
nella relazione incestuosa tra il tormentatore e la vittima; la difficoltà di curare i pazienti
è così schiacciante che i terapeuti possono desiderare che spariscano o vadano a farsi
curare altrove.
Posizione del
contiguo autistico
Ogden (1989)
In assenza di una madre in grado di fornire un'esperienza sensoriale rassicurante, il
bambino può non essere in grado di stabilire una sicura sensazione di limitazione
sensoriale.
Nei pazienti, l'esperienza di farsi del male, può essere compresa come una modalità per
ristabilire i limiti del confine cutaneo al fine di affrontare l'ansia della perdita
dell'integrazione dei confini dell'Io.
Controtransfert
I pazienti cercano inutilmente di piacere e superare l'approvazione del genitore che ha
abusato di loro => questa relazione oggettuale interiorizzata può essere riattualizzata
nel paradigma transfert-controtransfert => i pazienti possono produrre, a causa
dell'elevata suggestionabilità, un materiale che pensano che i loro terapisti si aspettano.
Il terapeuta deve:
- osservare le pressioni controtransferali senza perdere di vista la riattualizzazione di
una significativa relazione d'oggetto;
- ascoltare il materiale con un atteggiamento curioso non giudicante, senza dover
necessariamente dichiarare se è vero o falso.
Dialettica
Alcuni professionisti ancora non credono che sia un autentico disturbo psichiatrico. Altri
terapisti credono acriticamente a tutto ciò che i loro pazienti raccontano.
Trattamento ospedaliero
Durata del ricovero
Breve (alcuni giorni) => per affrontare una crisi facilmente risolvibile.
Lunga (molti mesi) => per prevenire un suicidio dovuto ad uno scompenso intenso.
Paziente speciale
Sia i membri dello staff che gli altri pazienti ritengono che i pazienti con personalità
multipla abbiano delle relazioni privilegiate con il loro psicoterapeuta => questi pazienti
finiscono per diventare dei capri espiatori (è meglio ricoverarli nei reparti specializzati).
Possono verificarsi dei problemi di scissione se certi membri dello staff osservano un
determinato aspetto di un paziente, mentre altri membri dello staff si confrontano con
una dimensione totalmente diversa del paziente.
Un accordo contrattuale deve essere stipulato con il paziente all'inizio della permanenza
che sancisca il suo consenso a:
rispondere secondo il nome anagrafico quando viene chiamato nel reparto;
non pretendere che lo staff sia in grado di rispondere alle altre personalità con modalità
diverse man mano che esse emergono durante il ricovero.
Psicoterapia di gruppo
Limiti
I pazienti non sono in grado di stabilire un contratto che gli consenta di partecipare
come un'altra personalità che si adegui alle regole del gruppo.
I racconti di abuso possono accendere notevolmente la fantasia del paziente,
convincendolo che quanto riferito sia accaduto anche a lui.
Vantaggi
I pazienti possono acquisire un notevole insight osservando la dissociazione negli altri
membri del gruppo, potendo così più facilmente accettare la propria diagnosi.
Depersonalizzazione
Criteri
Sentimento di irrealtà e di estraneità rispetto al proprio corpo, al Sé e all'ambiente.
Marcato stress. Riduzione del funzionamento sociale o lavorativo.
Funzione adattiva
Scissione tra un Sé che osserva e un Sé che è coinvolto in una situazione di crisi =>
l'individuo è in grado di acquisire il necessario distacco per pensare a come distreggiarsi
per togliersi da una situazione di pericolo.
Comprensione psicodinamica
Difesa regressiva
Rosenfeld (1947) => difese contro impulsi distruttivi ed angosce persecutorie originate
dalla posizione schizoparanoide.
Black (1954) => difesa nei confronti dell'ansia primitiva originata da rabbia e
deprivazione orali.
Interiorizzazione
Jacobson (1959) => difesa dalle identificazioni inaccettabili attraverso il
disconoscimento e la negazione di una parte indesiderabile dell'Io.
Sarlin (1962) => riflette un conflitto tra i genitori del paziente che sono stati
interiorizzati come due aspetti conflittuali del bambino.
Arlow (1966) => il Sé coinvolto in una situazione di pericolo è considerato estraneo dal
Sé osservante: in questo modo si ritiene che il conflitto pericoloso si svolge all'interno di
un estraneo invece che all'interno del Sé (funzione di controllo degli impulsi).
Frammentazione del Disturbo del consolidamento di un senso di Sé coeso e stabile.
Sé
I pazienti provano panico per la frammentazione del Sé quando le risposte di conferma
e rispecchiamento degli oggetti-Sé non sono disponibili.
Considerazioni terapeutiche
Trattamento
Farmacoterapia => antidepressivi triciclici e fluoxetina.
Psicoterapia psicodinamica => aiuta il paziente a raggiungere:
l'abreazione dei ricordi traumatici che possono avere determinato il disturbo; la
comprensione di ciò che ha portato al sintomo.
Asse I - Disfunzioni sessuali
Parafilie
Evoluzione della definizione di attività sessuale perversa => riflette quella della società che la esprime.
Freud
(1905)
Attività sessuale perversa:
1. focalizzata su regioni del corpo non genitali;
2. soppianta e sostituisce l'abituale pratica di rapporti genitali con un partner dell'altro
sesso;
3. tende ad essere la pratica sessuale esclusiva dell'individuo.
McDougall
(1986)
Fantasie perverse si riscontrano in tutto il comportamento sessuale adulto, ma causano
pochi problemi in quanto non vengono esperite come compulsive.
Neosessualità => focus sulla natura innovativa della pratica e sull'intenso investimento
dell'individuo nel suo conseguimento.
Stoller
(1985)
Perversione => forma erotica dell'odio (crudeltà e desiderio di umiliazione).
Rifiuto dell'intimità => un individuo è perverso solo quando l'atto erotico è utilizzato per
evitare una relazione a lungo termine, emotivamente intima, con un'altra persona.
DSM IV
Situazione in cui viene:
- utilizzato un oggetto non umano;
- inflitto un effettivo dolore o umiliazione a sé o al proprio partner;
- coinvolto un bambino o un adulto non consenziente.
Spettro di gravità (continuum fantasia-azione):
tenue => fantasie/spinte sessuali parafiliache disturbanti, ma non messe in atto.
moderata => fantasie/spinte parafiliache tradotte in azione, ma solo occasionalmente;
grave => fantasie/spinte parafiliache messe in atto ripetutamente.
Comprensione psicodinamica
Freud
(1905)
Questi disturbi illustrano come l'istinto e l'oggetto siano separati l'uno dall'altro.
Perversione => fantasie perverse coscienti espresse direttamente come piacevoli attività
egosintoniche (¹ nevrosi Þ trasformazione di fantasie perverse rimosse).
Fenichel
(1945)
Angoscia di castrazione => fattore decisivo che impedisce il raggiungimento
dell'orgasmo attraverso il rapporto genitale convenzionale.
Perversione => negazione della castrazione.
Stoller
(1985)
Perversione => conversione di un trauma infantile in un trionfo adulto.
Fantasie di vendetta per gli umilianti traumi infantile => disumanizzazione ed
umiliazione del partner durante la fantasia o l'atto perverso.
Mitchell
(1988)
Perversione => fuga dalla relazionalità oggettuale.
Incompleta separazione ed individuazione dalle proprie rappresentazioni intrapsichiche
della madre => fusione o inglobamento da parte di oggetti interni od esterni =>
costante minaccia alla propria identità di persona separata.
Espressione sessuale => unica area dove affermare la propria indipendenza.
McDougall
(1986)
Ciascun bambino è coinvolto in un teatro psicologico inconscio che sorge dai desideri e
conflitti erotici inconsci dei genitori.
La natura obbligatoria di qualunque neosessualità è programmata da copioni genitoriali
interiorizzati dal bambino.
Certe pratiche od oggetti sessuali diventano come una droga che il paziente usa per
curare un senso di morte interno e una paura di disintegrazione del Sé.
Kohut
(1977)
L'attività perversa comprende un tentativo disperato di ristabilire l'integrità e la coesione
del Sé in assenza di risposte empatiche da oggetto-Sé da parte degli altri.
L'attività o fantasia sessuale può aiutare il paziente a sentirsi vivo ed integro quando è
minacciato dall'abbandono o dalla separazione.
Un comportamento perverso in terapia può essere una reazione a fallimenti di empatia
da parte del terapeuta, che portano ad un temporaneo scompiglio nella matrice
Sé/oggetto-Sé.
Kaplan
(1991)
Le perversioni nelle donne implicano delle dinamiche più sottili rispetto alla sessualità più
prevedibile delle perversioni maschili.
Parafilie femminili => attività sessuali legate alle tematiche della separazione,
dell'abbandono e delle perdita (es. sessualità esasperata per vendetta).
Le ragioni per la preferenza individuale di una fantasia perversa piuttosto che di un'altra sono oscure.È
necessaria una comprensione esauriente del modo in cui la perversione interagisce con la sottostante struttura
caratteriale del paziente.
Esibizionismo e voyerismo
Esibizionismo
Freud (1905) - Fenichel (1945) => esponendo pubblicamente i propri genitali a donne o
bambine sconosciute, l'esibizionista si rassicura di non essere castrato.
Stoller (1985) => l'atto di mostrare i propri genitali permette all'uomo di riguadagnare
un qualche senso di valore e di identità maschile positive.
Mitchell (1988) => gli esibizionisti spesso sentono di non aver avuto nessun impatto su
nessuna persona della propria famiglia e hanno pertanto dovuto ricorrere a misure
straordinarie per essere notati.
Voyerismo
Violazione del privato => trionfo aggressivo ma segreto sul sesso femminile. Fenichel
(1945):
trauma della scena primaria infantile => l'angoscia di castrazione del bambino =>
tentativo, da adulto, di rimettere in atto ripetutamentela scena al fine di padroneggiare
attivamente un trauma vissuto passivamente;
componente aggressiva del guardare => spostamento del desiderio di essere
direttamente distruttivo verso le donne, al fine di evitare sentimenti di colpa.
Sadismo e masochismo
Le uniche parafilie che si riscontrano regolarmente nei due sessi.
Sadismo
Fenichel (1945) => tentativo inconscio di capovolgere degli scenari infantili nei quali si è
stati vittima di abuso fisico o sessuale (=> vendetta e padronanza).
Mitchell (1988) => spesso si sviluppa da una particolare relazione oggettuale interna
nella quale l'oggetto rifiutante e distante necessita di uno sforzo energico per superare la
propria resistenza rispetto alla corrispondente rappresentazione del Sé.
Masochismo
Fenichel (1945) => i masochisti possono:
pensare di meritare delle punizioni per i propri desideri sadici conflittuali; difendersi
dall'angoscia di separazione sottoponendosi a un abuso;
accettare un male minore rispetto alla castrazione (bisogno di sacrificio).
Mitchell (1988) => messa in atto di una relazione d'oggetto interna nella quale l'oggetto
risponderà al Sé solo quando viene umiliato.
Psicologia del Sé => tentativo di ristabilire un senso di vitalità o coesione del Sé.
Feticismo
Freud
(1938)
Feticcio => pene femminile (spostamento che aiuta a superare l'angoscia di
castrazione).
Scissione dell'Io => il feticcio rappresenta contemporaneamente la negazione e
l'affermazione della castrazione.
Greenacre
(1979)
Gravi problemi nella relazione madre-bambino => il bambino non può essere consolato
dalla madre o da oggetti transizionali.
Per esperire un'integrità corporea, il bambino ha bisogno pertanto di un feticcio, un
oggetto rassicurante, duro, inflessibile, immutabile e duraturo.
Questi precoci disturbi pregenitali vengono in seguito riattivati quando il maschio
bambino o adulto è preoccupato riguardo all'integrità genitale.
Kohut
(1977)
Il feticista, in contrasto con i sentimenti di impotenza nei riguardi della madre, può avere
un controllo completo sulla versione non umana dell'oggetto-Sé.
Mitchell
(1988)
Quello che appare come un intenso bisogno sessuale di un oggetto narcisistico può in
realtà riflettere una grave ansia riguardo alla perdita del proprio senso di Sé.
Pedofilia
Visione classica
Freud (1905) - Fenichel (1945):
Scelta oggettuale narcisistica => il bambino come uno specchio di sé bambino.
Pedofilo => individuo impotente e debole che cerca i bambini come oggetti sessuali in
quanto pongono meno resistenze e creano minore ansia dei partner adulti, permettendo
di evitare l'angoscia di castrazione.
Pratica clinica
L'attività sessuale con bambini prepuberi può puntellare la fragile stima di Sé.
Il pedofilo idealizza i bambini: l'attività sessuale con loro comporta la fantasia inconscia
di fusione con un oggetto ideale o di ristrutturazione di un Sé giovane, idealizzato.
Socarides
(1988)
A un livello più profondo, l'unione con un bambino rappresenta il desiderio di
incorporare il seno della madre e pertanto di compensare l'effettiva assenza di cure
materne nella prima infanzia.
Dinamiche sadiche
I pedofili sono frequentemente stati vittime di abusi sessuali infantili.Un senso di trionfo
e di potere può accompagnare la trasformazione di un trauma passivo in una
vittimizzazione perpetrata attivamente.
Pedofilia e incesto
Potere e aggressività => preoccupazioni importanti dei pedofili la cui attività sessuale è
limitata a relazioni incestuose con i propri figli o figliastri.
Questi uomini spesso si sentono non amati dalle loro mogli e sollecitano delle risposte di
protezione da parte dei figli presentandosi come vittime.
L'altra faccia del loro autopresentarsi come martiri è, tuttavia, un senso di controllo e di
potere sul proprio partner sessuale.
Questi padri incestuosi covano una straordinaria ostilità verso la donna, e pensano
spesso al loro pene come a un'arma da utilizzare in atti di vendetta contro la donna.
Travestitismo
Madre fallica
Immaginando la madre con un pene, il bambino supera l'angoscia di castrazione.
Il travestirsi da donna può pertanto essere una identificazione con la madre fallica.
Ansia da
separazione
A livello più primitivo, il bambino piccolo può identificarsi con la madre per evitare
l'ansia relativa alla separazione.
La sua consapevolezza delle differenze sessuali tra lui e la madre può attivare l'ansia di
perderla perché essi sono persone separate.
Approcci terapeutici
Impedimenti
I parafiliaci sono difficili da trattare in quanto: poco interessati a rinunciare alle proprie
perversioni (disturbo egosintonico); vanno in terapia sotto pressione (crisi coniugale,
causa giudiziaria) e possono dare un'immagine di sé distorta per ottenere dei vantaggi
secondari; presentano, a volte, anche un disturbo di personalità (antisociale,
borderline…).
Psicoterapia
individuale
I pazienti debbono innanzitutto accettare completamente la responsabilità delle proprie
azioni e del danno causato.
Nessuna terapia presa singolarmente è efficace per tutte le parafilie => sono necessari
degli approcci individualizzati.
Metodo elettivo, ma le aspettative devono essere modeste:
obiettivi raggiungibili => migliorare la relazionità oggettuale e il funzionamento dell'Io;
obiettivi difficili => modificare le tendenze perverse.
Livello di organizzazione del carattere del paziente => se la perversione serve a:
accrescere e facilitare la potenza sessuale secondaria alla conflittualità fallico-edipica
=> esito favorevole della terapia;
preservare la disintegrazione del Sé => esito incerto della terapia.
Indicazioni di prognosi favorevole: mentalità psicologica; buona motivazione; disagio
per i propri sintomi; curiosità per le origini del disturbo.
Il trattamento dei pazienti parafiliaci presenta, tipicamente, alcuni problemi: diniego del
disturbo => i pazienti raramente desiderano focalizzarsi sulla perversione; il terapeuta
deve integrare il comportamento parafiliaco con il settore centrale del funzionamento
della personalità del paziente per permettergli di affrontarlo.
atteggiamento punitivo => il comportamento perverso facilmente evoca nei terapeuti
delle risposte di forte disapprovazione che ostacola l'alleanza.
Compiti del terapeuta: cercare i significati inconsci del sintomo e la sua funzione
all'interno della personalità del paziente; spiegare le connessioni del sintomo con gli
stati emotivi e gli eventi della vita che possono accrescere il bisogno del sintomo.
Terapia coniugale
Aiuta a delineare come l'attività perversa rifletta difficoltà sessuali ed emotive nella
diade coniugale. Può anche alleviare nella moglie gli infondati sentimenti di colpa e
responsabilità e farla sentire partecipe alla risoluzione del comportamento del marito.
L'esplorazione del disaccordo coniugale può anche rivelare che la parafilie è un
contenitore o un capro espiatorio che sposta l'attenzione da uno o più aree
problematiche del matrimonio.
Considerazioni terapeutiche
Terapia della
famiglia
Indicata nei casi di pedofilia che si verificano nel contesto di un incesto.
Il terapeuta deve: riconoscere e rispettare la fedeltà della vittima nei confronti
dell'aggressore; focalizzare l'attenzione sul desiderio del padre di relazionalità e di
vicinanza emotiva piuttosto che sulla sessualità o perversione; prendere in esame con
empatia l'impoverimento delle risorse emotive della madre.
Trattamento
ospedaliero
Indicato soprattutto per i pedofili, ma anche per gli esibizionisti =>incapacità di
controllare il proprio comportamento se trattati in modo ambulatoriale.
Molti pazienti, per evitare di doversi confrontare in merito alla propria perversione con
gli altri durante le riunioni di gruppo, possono: ammaliare gli altri pazienti per bloccare
le risposte di feedback; mentire sul proprio comportamento; fingere di seguire
effettivamente il trattamento.
Psicoterapia di
gruppo
Indicata soprattutto per i voyeur e gli esibizionisti.
Il gruppo fornisce un misto di sostegno e di confronto con altri aggressori che hanno
intima familiarità con il problema del paziente.
Farmacoterapia
Antiandrogeni => comunemente utilizzati, ma presentano degli inconvenienti: seri
effetti collaterali; bassa compliance; non alterano la deviazione in sé.
Disfunzioni sessuali
Terapia
sessuale
Master & Johnson (1970) => tecniche comportamentali:
maggiormente utilizzate, con un successo iniziale dell'80%;
programma intensivo di 2 settimane con esercizi focalizzati sui sensi;
Indicata soprattutto per i pazienti che: soffrono di leggera ansia da prestazione; hanno
una personalità ragionevolmente sana; vivono una relazione coniugale ragionevolmente
gratificante.
Terapia
psicodinamica
Critiche alla terapia sessuale:
Kaplan (1986) => la sua efficacia può essere attribuita alla selezione del gruppo dei
pazienti (coppie altamente motivate e finanziariamente solide). Kilmann et al. (1986)
=> cura il 50% dei casi di discrepanza del desiderio sessuale tra i partner (disfunzione
sessuale più frequentemente trattata).
Bisogno di approcci psicodinamici => il problema sessuale può essere:
una falsa traccia per distrarre il clinico da altri problemi più gravi e urgenti; un
contenitore di una varietà di problemi intrapsichici, coniugali e familiari intimamente
connessi; associato a gravi patologie del carattere o a gravi sindromi sull'Asse I.
Comprensione psicodinamica
DSM IV
Disturbi del desiderio.
Disturbi dell'eccitamento.
Disturbi dell'orgasmo => terapia sessuale breve a orientamento comportamentale.
Kaplan
(1988)
Valutazione psicodinamica del desiderio sessuale inibito => possibilità che il paziente
designato possa non essere quello che ha bisogno del trattamento.
Contesto
situazionale
Comprendere se il disturbo del desiderio o dell'eccitamento si verifica:
specificatamente con il partner abituale => lettura del disturbo nel contesto delle
dinamiche interpersonali della diade;
con tutti i potenziali partner sessuali => lettura del disturbo nel contesto delle difficoltà
intrapsichiche del paziente.
Levine
(1988)
Elementi del desiderio sessuale che devono funzionare in sincronia affinché vi sia un
adeguato desiderio ed eccitamento:
pulsione => affonda le radici nel biologico e può essere condizionato da fattori fisici
(ormoni, malattie internistiche, farmaci);
desiderio => associato a fattori consci cognitivi o ideativi (proibizioni religiose, paura di
malattie infettive…);
motivazione => collegata ad inconsci bisogni di relazione d'oggetto (focus
dell'intervento terapeutico).Il clinico deve valutare tutti e tre gli elementi e cercare di
comprendere i motivi della loro mancata sincronia ed integrità.
Scharff
(1988)
Modello delle relazioni oggettuali, implicato nell'inibizione del desiderio sessuale, basato
sulle teorie di Fairbairn => il sistema antilibidico (oggetto attaccante, abbandonante e
negligente) interferisce con il sistema lipidico (oggetto eccitante).
I clinici devono prendere in considerazione tre diverse aree di relazioni d'oggetto interne
ed esterne:
le realtà esterne all'attuale relazione coniugale;
il mondo oggettuale interno e il suo effetto sulla capacità di intimità sessuali; l'attuale
costellazione familiare e le sue influenze sul desiderio sessuale.
Fusione sessuale
I pazienti con disturbi precoci (schizofrenici, borderline) possono trovare la prospettiva
della fusione sessuale sopraffacente per il proprio fragile Io => l'astinenza sessuale
salvaguardia l'integrità del Sé.
Considerazioni terapeutiche
Il clinico che valuta i disturbi sessuali funzionali deve decidere il tipo di trattamento, anche se le indicazioni per
le varie modalità possono non essere sempre chiare.
Terapia
sessuale breve
Può aver successo se:
la coppia è altamente motivata; nessuno dei due partner soffre di una grave
psicopatologia; ciascun partner è ragionevolmente soddisfatto della relazione; la
disfunzione è basata su un'ansia da prestazione e relativa alla fase dell'orgasmo.
Terapia della coppia Consente di affrontare i problemi di base della relazione nelle coppie:
con inibizione del desiderio sessuale;
disilluse riguardo alla relazione.
Terapia
psicosessuale
Kaplan (1979)
Indicata per le coppie che, nella terapia sessuale, non praticando gli esercizi. Il
terapeuta:
- prescrive gli esercizi comportamentali;
- affronta qualunque resistena con una psicoterapia psicodinamica;
- permette l'esplorazione di temi fondamentali (intensi sentimenti di colpa, transfert
genitoriale, conflitti inconsci riguardo al successo…).
Psicoterapia
individuale
Indicata per i pazienti che soffrono di:gravi patologie caratteriali;
conflitti nevrotici, relativi alla sessualità, profondamente radicati.
Asse I - Disturbi da uso di sostanze psicoattive e
dell'alimentazione
Disturbo da uso di sostanze psicoattive
Ingestione di prodotti chimici che potrebbero portare a dipendenza, problemi fisici che mettono in pericolo la
vita e una moltitudine di problemi psicologici.
Altri modelli esplicativi
Modello morale
Alcolisti e tossicodipendenti: interamente responsabili del proprio comportamento;
individui edonisti, interessati solo alla ricerca del proprio piacere senza alcuna
considerazione per i sentimenti altrui; punibili attraverso il sistema legale per la propria
debole forza di volontà.
Deriva dalla credenza religiosa fondamentalista secondo cui l'alcolismo e la
tossicodipendenza sono segni di turpitudine morale (alcolismo = peccato).
Modello della
malattia
Alcolisti e tossicodipendenti: non responsabili del proprio comportamento;
biologicamente predisposti alla dipendenza da sostanze esogene (i fattori psicologici sono
irrilevanti).
Vaillant (1983): comportamento antisociale => unico attendibile fattore predittivo della
dipendenza da sostanze in età adulta.
caratteristiche psicologiche (depressione, ansia…) => conseguenza e non causa del
disturbo.
Approcci psicodinamici all'alcolismo
Alcolisti Anonimi
(AA)
Sebbene promuova il modello della malattia, i suoi metodi:
sono rivolti ai bisogni psicologici; facilitano un duraturo cambiamento strutturale della
personalità;
Astinenza => raggiunta in un contesto interpersonale in cui gli alcolisti possono esperire
una comunità di compagni di sofferenza che si preoccupa e si prende cura.
Interiorizzazione => queste figure che si prendono cura possono essere interiorizzate (=
psicoterapeuta) ed assistere l'alcolista per la gestione degli affetti, il controllo degli
impulsi e le altre funzioni dell'Io.
Indicazioni => funziona meglio con gli alcolisti che:
accettano l'idea di non avere alcun controllo sul proprio comportamento;
hanno bisogno di arrendersi ad una forza maggiore; sono essenzialmente liberi da
disturbi psichiatrici.
Alcolismi
Alcolismo => disturbo eterogeneo con eziologia multifattoriale.
Nessun trattamento è definitivo: i clinici devono considerare ciascun paziente
individualmente e sviluppare un piano terapeutico personalizzato.
Deficit intrapsichici Donovan (1983) => fattori di personalità nella vulnerabilità all'alcolismo: debolezza
dell'Io; difficoltà a mantenere l'autostima.
Balint (1968) - Kohut (1971) => l'alcol adempie la funzione di:
sostituire le assenti strutture psichiche; restaurare, pertanto, un qualche senso di sé e di
armonia interna.
Khantzian (1982) => gli alcolisti hanno problemi con l'autostima, la modulazione
dell'affetto e la capacità di prendersi cura di se stessi.
Disturbi psichiatrici Alcolismo e disturbo borderline di personalità => condividono la scarsa tolleranza
all'ansia, lo scarso controllo affettivo e l'uso della scissione (difesa principale).
Alcolista come
persona
Un individuo può sviluppare l'alcolismo come punto d'arrivo di una complessa interazione
di carenze strutturali, predisposizione genetica, influenze familiari, contributi culturali e
altre diverse variabili ambientali.
Psicoterapia => aiuta l'alcolista ad affrontare ed elaborare:
depressione (riconoscimento doloroso di aver fatto del male ad altri);
lutto (consapevolezza di cosa ha perso o distrutto con la propria dipendenza); rischio
suicidario (il 25% dei suicidi sono alcosti).
Ogni alcolista preferirà ed accetterà opzioni diverse di trattamento => molti trovano che
l'AA non funziona perché: dover parlare di fronte al gruppo è imbarazzante; si
oppongono alla nozione di potere superiore.
Alcolisti anonimi e
psicoterapia
Brown (1985) => sinergia efficace nel 90% degli alcolisti.
Dodes (1988): gli alcolisti sviluppano, nei confronti dell'aa, un transfert idealizzante o
speculare (scisso dal transfert terapeutico);
la psicoterapia deve favorire l'interiorizzazione della funzione oggetto-Sé e posticipare
l'analisi del transfert verso l'AA (suppurtiva => espressiva).
Astinenza e
psicoterapia
Rosen (1981) => la psicoterapia è utile per svezzare i pazienti da un attaccamento
simbiotico all'AA, ma solo dopo che hanno raggiunto una stabile sobrietà attraverso
l'aiuto dell'organizzazione (problemi di separazione-individuazione).
I pazienti continuano a bere pesantemente, senza alcuna capacità o interesse ad
esplorare le ragioni => incapacità ad utilizzare il processo psicoterapeutico (possono
aver bisogno di essere ricoverati).
Psicoterapia di
gruppo
Fa parte di un piano terapeutico comprensivo che comporta molti altri interventi.
Messa a confronto della natura autodistruttiva della dipendenza:
Blatter (1981) => modo per far breccia nel diniego dell'alcolismo;
Khantzian (1986) => dannoso o controproducente a causa della difficoltà degli alcolisti
nel regolare gli affetti (ansia, depressione, rabbia…).
Cooper (1987) => potrebbe essere troppo giudicante (meglio empatizzare con il bisogno
difensivo dell'alcolista, evitando affetti dolorosi).
Approcci psicodinamici alla tossicodipendenza
Politossicomania
Vaillant (1988) => i politossicomani più probabilmente:
hanno avuto un'infanzia instabile; utilizzano le sostanze come automedicazione per
disturbi psichiatrici; traggono beneficio dagli sforzi terapeutici di prendere in esame le
sottostanti sintomatologie e patologie del carattere.
Disturbi psichiatrici Disturbo di personalità + depressione => tossicodipendenza.
e
tossicodipendenza
Molti studi indicano che: pressioni del gruppo dei coetanei => iniziazione alla marijuana;
relazioni deteriorate con i genitori e depressione => abuso di droghe.
Treece (1984) => disturbo di personalità:
differenzia il tossicodipendente cronico dall'utilizzatore controllato o casuale.
Comorbilità: tossicodipendenti > alcolisti; disturbi d'ansia, disturbo antisociale di
personalità, disturbo da deficit dell'attenzione, disturbi affettivi, alcolismo; è necessario
un approccio terapeutico specifico che tenga conto anche del disturbo psichiatrico.
Interpretazione
psicanalitica
Originaria:
abuso di sostanze => regressione allo stadio orale dello sviluppo; tossicodipendenti =>
edonisti, inclini all'autodistruzione.
Contemporanea:
abuso di sostanze => comportamento difensivo ed adattivo; tossicodipendenti =>
persone incapaci di prendersi cura di se stessi.
Patogenesi
Ingestione di una droga => tentativo disperato di compensare le carenze del
funzionamento dell'Io, dell'autostima e dei relativi problemi interpersonali.
Khantzian (1986): precoci disturbi nello sviluppo => inadeguata interiorizzazione dei
genitori => incapacità di autoproteggersi => deficiti nel prendersi cura di sé.
Treece & Khantzian (1986): deficit nelle funzioni regolative degli affetti, del controllo
degli impulsi e del mantenimento dell'autostima => problemi corrispondenti nelle
relazioni d'oggetto.
Treece (1984) - Nicholson (1981): vulnerabilità narcisistica inerente ai rischi
interpersonali ed incapacità di modulare gli affetti associati alla vicinanza => incapacità
di tollerare e regolare la vicinanza interpersonale.
Dodes (1990): sensazione di disperata impotenza (rabbia narcisistica e umiliazione) =>
controllo e regolazione degli stati affettivi per ristabilire una sensazione di potere.
Droghe specifiche
Specifiche sostanze vengono scelte per specifici effetti psicologici e farmacologici, a
seconda dei bisogni di ciascun tossicodipendente.
Khantzian (1985): cocaina => attenua lo stress dovuto a depressione, iperattività ed
ipomania; narcotici => riducono i sentimenti di rabbia nei dipendenti da oppiacei.
Blatt et al. (1984): autocritica => nucleo depressivo dei tossicodipendenti:
eroina => plurideterminata: bisogno di contenere l'aggressività; brama di gratificazione
del desiderio di una relazione simbiotica con la madre; desiderio di alleviare affetti
depressivi; oppiacei => i tossicodipendenti possono essere divisi in due sottogruppi: una
minoranza ha anche un disturbo antisociale di personalità; la maggioranza combatte con
sentimenti di mancanza di valore, di colpa, di autocritica e di vergogna (gravemente
nevrotici: la depressione si intensifica quando cercano di avvicinarsi agli altri, così che si
ritirano in una beatitudine isolata raggiunta con l'eroina).
Droghe e
Super-Io
Wurmser (1974, 1987): tossicodipendenti trattabili con la psicoanalisi => coscienza
eccessivamente dura;
sostanza intossicante => fuga da un Super-Io tormentante;
successo => possibile fattore scatenante un episodio di abuso di droga (sentimenti
positivi del successo => alterazione dello stato di coscienza con sentimenti di colpa e
vergogna => uso impulsivo di droga per risolvere questi affetti dolorosi).
Veterans
Administration
(Penn Study)
Woody et al. (anni '80) => trattamento dei tossicodipendenti da oppiacei:
1. psicoterapia efficace => espressivo-supportiva o cognitivo-comportamentale;
2. migliori candidati per la psicoterapia => pazienti con disturbi psichiatrici (ne traggono
il maggior beneficio);
3. psicoterapeuta => integrato nel programma globale del trattamento, deve collaborare
con gli altri membri dello staff.
Sadismo
Fenichel (1945) => tentativo inconscio di capovolgere degli scenari infantili nei quali si è
stati vittima di abuso fisico o sessuale (=> vendetta e padronanza).
Mitchell (1988) => spesso si sviluppa da una particolare relazione oggettuale interna
nella quale l'oggetto rifiutante e distante necessita di uno sforzo energico per superare la
propria resistenza rispetto alla corrispondente rappresentazione del Sé.
Astinenza
Molti clinici ritengono che sia un prerequisito necessario ad un adeguato trattamento dei
disturbi sottostanti (ansia, depressione, disturbo di personalità, problemi di autostima o
carenze dell'Io). Il tossicodipendente, però, si sente spesso disperato per aver rinunciato
a qualcosa di più che a una droga, una parte apprezzabile di sé. Il terapeuta deve:
- esaminare l'idea, tenacemente difesa, che la droga sia una soluzione ai problemi del
paziente;
- aiutare il tossicodipendente a scoprire le alternative.
Alessitimia
Incapacità di riconoscere ed identificare i propri stati affettivi interni.
Il terapeuta deve:
spiegare come l'esperienza di sentimenti spiacevoli porti all'abuso di droghe; identificare
i sentimenti che emergono durante la seduta.
I pazienti devono essere aiutati a contenere e tollerare i propri sentimenti così che
possano sostituire l'ingestione di droghe con l'uso di parole che descrivano i propri stati
interni (azione Þ parole).
Terapeuta della
cura primaria
Khantzian (1986) => individuo che facilita l'impegno del tossicodipendente in tutte le
altre forme di trattamento:
analizzando la resistenza ad accettare il trattamento; offrendo un ambiente di
contenimento per affrontare i forti sentimenti mobilitati dal processo terapeutico;
prendendo parte alle decisioni sul trattamento.
Gestione della
tossicodipendenza
Treece & Khantzian (1986) => componenti essenziali di un trattamento:
4. sostituto per la dipendenza (organizzazione, persona o religione);
5. trattamento dei disturbi psichiatrici (farmaci psicotropici e psicoterapia);
6. astinenza forzata (farmaci antagonisti, libertà vigilata, sostituti delle droghe) durante
un periodo di maturazione psicologica;
7. promozione della crescita e cambiamento strutturale (psicoterapia).
Approccio
multiforme
Wurmser (1987):
nucleo centrale della patogenesi => Super-Io incombente;
i terapeuti devono: evitare di punire o criticare i pazienti e fare loro delle prediche;
capire le pressioni del Super-Io e guardare alle tendenze sottostanti piuttosto che
focalizzarsi sull'abuso di droga.
Psicoterapia di
gruppo
Molti tossicodipendenti si sentono sostenuti a parlare con altri che hanno avuto il
medesimo problema.
Un setting di pazienti alla pari facilita una messa a confronto del diniego e porta i
tossicodipendenti ad accettare la gravità del proprio abuso di sostanze. Per essere
efficace, deve fornire la stessa quantità di sostegno e confronto.
Indicazioni
Psicoterapia espressivo-supportiva:
8. grave psicopatologia oltre all'abuso di droga;
9. partecipazione ad un programma globale di trattamento che includa il supporto di
gruppo, l'astinenza forzata, un sostituto della droga e una psico-farmacoterapia;
10. nessuna diagnosi di disturbo antisociale di personalità;
11. motivazione sufficiente a seguire gli appuntamenti e ad impegnarsi nella terapia.
Disturbi dell'alimentazione
Fattori
Culturali => "l'apparenza esterna è molto più importante dell'identità interna".
Economici => l'abbondanza di cibo è una precondizione per le abbuffate alimentari.
Intrapsichici e biologici.
Anoressia e bulimia Bruch (1987): hanno poco in comune:
anoressia => rigida disciplina e severa coscienza;
bulimia => comportamento impulsivo, irresponsabile e indisciplinato.
Gorner et al. (1986) => almeno il 40-50% delle anoressiche sono anche bulimiche.
Hsu (1991) => l'anoressia può cedere il posto alla bulimia nervosa (raro l'inverso).
MINTZ (1988): Anoressia e bulimia => le due facce della stessa medaglia.
Anoressia
Bulimia
Io e Super-Io
Forti
Deboli
Relazioni oggettuali
Ritiro dalle relazioni interpersonali
Usate per ricevere danno o punizione
Conflitti spostati sul cibo
Controllo dei propri sentimenti aggressivi
verso le persone rifiutandosi di mangiare
Distruzione simbolica e incorporazione
delle persone tramite l'ingozzarsi
Da anoressia a bulimia
Le spinte ad abbuffarsi superano le difesa (rimozione e diniego).
Anoressia nervosa
Ricerca fanatica della magrezza in rapporto ad una opprimente paura di ingrassare. Riduzione del peso sotto
l'85% del normale peso corporeo minimo per età ed altezza. Maschi 5-10% => caratteristiche cliniche e
psicodinamiche molto simili a quelle delle donne.
Comprensione psicodinamica
Bruch
(anni '70 - '80)
Manifestazione, relativamente tarda, emblematica di un disturbo del concetto di sé.
Anoressiche => ferma convinzione di essere completamente impotenti ed inefficaci.
Brava bambina: ha speso tutta la vita cercando di compiacere i genitori e diventando
improvvisamente testarda e negativista durante l'adolescenza.
Corpo => esperito separato dal Sé, come appartenente ai genitori.
Queste pazienti mancano di qualunque senso di autonomia, al punto da non sentirsi
nemmeno capaci di tenere sotto controllo le proprie funzioni corporee.
Postura difensiva premorbosa => difende dal sentimento di non valere nulla.
Tentativo di cura di sé => sviluppare, attraverso la disciplina del corpo, un senso di
individualità e di efficacia personale.
Trasformazione dell'ansia e dei problemi psicologici attraverso la manipolazione della
quantità e della dimensione del cibo assunto.
Invidia e avidità
Boris (1984)
Intensa avidità => nucleo centrale dell'anoressia:
i desideri orali sono talmente inaccettabili che vanno gestiti proiettivamente; la
rappresentazione di sé avida è trasferita sui genitori (identificazione proiettiva); in
risposta al suo rifiuto di mangiare, i genitori diventano ossessionati dalla
preoccupazione che la figlia mangi => diventano loro quelli che hanno i desideri.
Illimitato desiderio di possesso => incapacità di ricevere cose buone dagli altri: atto di
ricevere cibo o amore => messa a confronto con l'impossibilità di possedere ciò che si
desidera => la soluzione è non ricevere niente da nessuno.
la paziente invidia le cose buone possedute dalla madre, ma riceverle accrescerebbe
l'invidia => rinunciarvi sostiene la fantasia inconscia di rovinare ciò che è invidiato =>
tale rinuncia rende l'anoressica oggetto di desideri altrui e l'oggetto della loro invidia e
ammirazione perché "colpiti" dal suo autocontrollo.
il cibo simbolizza le qualità positive che la paziente desiderebbe avere in sé => essere
schiava della fame è preferibile a desiderare di possedere la madre.
Madre e figlia
Bruch (anni '70 e '80) => relazione disturbata:
la madre accudisce la bambina secondo i propri bisogni e non quelli della figlia; la
bambina ("un'estensione della madre") non può sviluppare un sano senso di sé;
anoressia => senso di competizione (essere la più magra o la più "straordinaria").
Masterson (anni '70) => somiglianza con i disturbi borderline di personalità: mancando
un senso d'identità, si sviluppa un Falso-Sé per compiacere la madre; questo ruolo
forzato fa sì che cresca nel bambino del risentimento verso il genitore; sindrome
anoressia => ribellione totale per cercare di affermare il Vero-Sé.
Minuchin et al. (1978) => schema di invischiamento familiare:
assenza di confini generazionali e personali; nessuno esperisce un senso di identità
separato al di là della matrice familiare.
Salvini Palazzoni (1963): impossibilità di separarsi psicologicamente dalla madre =>
mancata acquisizione di uno stabile senso del proprio corpo;
corpo => percepito come se fosse abitato da un cattivo introietto materno;
inedia => tentativo di fermare la crescita di questo oggetto interno ostile, intrusivo.
Padre e figlia
Benporad & Ratey (1985) => padre tipico:
è superficialmente interessato e supportivo ma emotivamente abbandona la figlia ogni
volta che lei ha realmente bisogno di lui;
cerca nutrimento emotivo dalla propria figlia (anziché dargliene) anche in seguito ad
una grave delusione riguardo al proprio matrimonio.
Psicologia del Sé
La paziente è essere trattata come un'oggetto-Sé che assolve la funzione di
rispecchiamento e di convalida per ciascun genitore.
Disturbo
sovradeterminato
12.
13.
14.
15.
16.
17.
Tentativo disperato di essere unica e speciale.
Attacco al Falso-Sé promosso dalle aspettative genitoriali.
Affermazione di un nascente Vero-Sé.
Attacco a un intrometto ostile viso come equivalente al corpo.
Difesa dall'avidità e dal desiderio.
Tentativo di far sentire gli altri, e non se stessi, avidi ed impotenti.
Approcci terapeutici
"Due vie"
Garmer et al.
(1986)
18. Ripresa dell'alimentazione per acquistare peso.
19. Misto di psicoterapia familiare e di psicoterapia psicodinamica individuale.
Bruch
(1952)
Se non viene esaminato il sottostante disturbo del Sé e le distorsioni delle relazioni
oggettuali interne, la paziente andrà incontro a ripetute ricadute e ricoveri ospedalieri.
Ricovero
ospedaliero
Indicazioni => perdita di peso del 30% rispetto al normale peso corporeo.
Circa l'80% delle pazienti aumenta di peso.
I membri dello staff devono:
stare all'erta rispetto ai tentativi inconsci della paziente di rimettere in atto, all'interno
del reparto ospedaliero, le battaglie familiari;
trasmettere il proprio interesse ad aiutare la paziente a riacquistare peso senza però
preoccuparsene eccessivamente o porre richieste come i suoi genitoriale; rassicurare la
paziente che non permetteranno un eccessivo aumento di peso, aiutandola così a
sviluppare un senso di fiducia in loro;
aiutare la paziente ad affrontare la paura di perdere il controllo stabilendo pasti
frequenti ma poco abbondanti e discutere con lei la sua ansia per il mangiare.
Il vomito o le scariche intestinali indotte dovrebbero essere affrontati e controllati per
mezzo di misure strutturali (es. chiusura a chiave della porta del bagno).
Psicoterapia
individuale
Principi guida di tecnica.
20. Evitare un investimento eccessivo nel cambiare il comportamento alimentare.
Boris (1984) => "Quelli che noi chiamiamo loro sintomi, esse lo chiamano la loro
salvezza".
Lo psicoterapeuta può facilmente sentire una forte pressione ad identificarsi con gli
oggetti interni proiettati dalla paziente => " invece di agire spinto da questa pressione,
deve cercare di capire il mondo interno della paziente.
Mintz (1988) => " proprio come la paziente provoca i propri genitori rifiutandosi di
mangiare, cercherà di provocare lo psicoterapeuta rifiutandosi di parlare (mangiare =
parlare).
Bruch (1982) - Chessick (1985) => " all'inizio della terapi è utile chiarire che l'obiettivo
principale del trattamento è quello di comprendere il sottostante disturbo emotivo della
paziente, piuttosto che il problema alimentare.
21. Evitare interpretazioni precoci.
Le interpretazioni di paure e desideri inconsci verranno esperite dalla paziente come la
ripetizione dela storia della propria vita => ""qualcun altro" le sta dicendo quello che lei
realmente sente, mentre la sua esperienza cosciente viene minimizzata ed invalidata.
Chessick (1985) - Bruch (1987) => " il terapeuta dovrebbe convalidare ed empatizzare
con l'esperienza interna della paziente: assumere un vivo interesse per ciò che la
paziente pensa e sente, trasmettendo il messaggio che la paziente è una persona
autonoma che ha diritto ad avere le proprie idee riguardo alla propria malattia.
Chessick (1985) => " il terapeuta può aiutare la paziente ad esplorare varie opzioni, ma
dovrebbe evitae di dirle cosa fare.
Questo approccio empatico, supportivo e costruttivo dell'Io all'inizio della terapia
faciliterà l'introiezione dello psicoterapeuta come oggetto benigno.
Boris (1984) => ""parlare al vento" anziché direttamente alla paziente, mettendo così
della distanza nella relazione e rispettando i suoi confini.
22. Controllare attentamente il controtransfert.
Power (1984) => " le pazienti in genere credono che i loro genitori vogliano farle
aumentare di peso in modo che gli altri non li considerino dei falliti.
I terapeuti potranno iniziare a sentire che gli altri giudicano negativamente il loro lavoro
se la paziente non aumenta di peso. Situazione ideale => " un altro terapeuta controlla
l'aumento di peso, lasciando lo psicoterapeuta libero di esplorare le sottostanti
tematiche psicologiche della paziente.
23. Evitare le distorsioni cognitive.
Powers (1984) => " le errate percezion della paziente riguardo al proprio corpo e le
credenze cognitive illogiche dovrebbero essere esplorate, con la paziente, in maniera
non giudicante.
Chessick (1985) => " il terapeuta funge da Io ausiliario per aiutare la paziente ad
affinare le sue capacità di osservazione e il suo pensiero critico (educare senza chiedere
il cambiamento).
Gli psicoterapeuti devono essere flessibili, tenaci e persistenti di fronte alla tendenza della paziente di "rinviare"
il processo terapeutico. I terapeuti devono stare attenti alla disperazione e alla frustrazione controtransferali
che li potrebbero indurre a forzare la paziente a "vedere le cose come sono realmente". I clinici devono
confrontarsi con la letalità della malattia => il 14% delle pazienti muore per suicidio o per complicazioni dovute
alla malattia.
Il 75% delle pazienti trattate ha un significativo miglioramento a 4 anni dall'esordio.
Bulimia nervosa
Peso relativamente normale. Presenza di abbuffate e uso di purganti. Alcune pazienti emaciate si abbuffano e
poi si purgano (anoressiche bulimiche).
Comprensione psicodinamica
Separazione
Origine evolutiva => difficoltà nella separazione sia nei genitori che nella paziente.
Goodsitt (1983) => tema comune: assenza di oggetto transizionale.
Sugarman & Kurash (1982) => corpo = oggetto transizionale:
ingestione di cibo => desiderio di fusione simbiotica con la madre;
espulsione di cibo => tentativo di separarsi da lei.
Schema relazionale
Humphery et al.
(1987-88)
I genitori delle bambine destinate a divenire bulimiche si rapportano spesso alle figlie
come se fossero estensioni di se stessi. Queste bambine sono usate come oggetti-Sé
per convalidare il Sé dei genitori:
i membri della famiglia bulimica apparentemente hanno un forte bisogno che chiunque li
veda come "tutti buoni" (= anoressia);
le qualità inaccettabili dei genitori vengono spesso proiettate nella bambina bulimica che
diviene la depositaria di tutta la cattiveria (¹ anoressia); identificandosi inconsciamente
con queste proiezioni, essa diviene la portatrice di tutta l'avidità ed impulsività della
famiglia.
Ricerca empirica
Patton
(1992)
Confronto tra due gruppi: 40 pazienti con disturbi dell'alimentazione; 40 donne con
un'alimentazione normale. Stimoli subliminali o sovraliminali con contenuti di
abbandono o di controllo.
Risultati => con gli stimoli di abbandono il gruppo A mangia più del gruppo B.
Conclusioni => l'abbuffarsi rappresenta in realtà una difesa nei confronti di un'inconscia
paura di abbandono.
Relazioni oggettuali Ingestione ed espulsione di cibo => concretizzazione dei meccanismi di introiezione e
proiezione di intrometti aggressivi o "cattivi".
Scissione => la paziente può considerare alcuni alimenti come:
cibo buono (es. proteine) => trattenuto;
cibo cattivo (es carboidrati) => vomitato
Considerazioni terapeutiche
Principio fondamentale => personalizzazione del piano terapeutico.
Psicoterapia
Yager (1984) => circa 1/3 di tutti i pazienti bulimici: rappresentano un sottogruppo
relativamente sano; risponderà bene ad un approccio a tempo determinato che combina
una psicoterapia cognitivo-comportamentale e un programma psicoeducativo.
Johnson et al. (1989) => tra quelli che non rispondono al trattamento:
i 2/3 potrebbero avere disturbo borderline di personalità, mentre gli altri un distrubo di
personalità o una depressione significativa; generalmente necessitano di una
psicoterapia espressivo-supportiva a tempo indeterminato e di un intervento
psicofarmacologico.
Johnson et al. (1987): la gestione sintomatica della bulimia da una prospettiva
cognitivo-comportamentale dipende da una forte alleanza terapeutica; l'analisi del
transfert facilita lo sviluppo e il mantenimento di tale alleanza; modello => uno
psicoterapeuta svolge entrambi i compiti (rinforzo del controllo sintomatico e analisi del
transfert).
Ricovero ospealiero Indicazioni:
tentativo di suicidio o grave automutilazione, dovuto ad un disturbo borderline di
personalità o ad un disturbo affettivo maggiore;
grave alterazione del bilancio elettrolitico => esami ematoclinici possono prevenire il
pricipitare della situazione in un arresto cardiaco.
Fornisce allo psicoterapeuta un'opportunità per comprendere meglio le relazioni
oggettuali interne della paziente.
Terapia familiare
La bulimia è spesso parte di un equilibrio omeostatico all'interno della famiglia => il
miglioramento della paziente può essere terribilmente minaccioso per i familiari.
Reazioni difensive a questa minaccia comprendono: un sabotaggio insidioso del
trattamento della paziente bulimica; lo sviluppo di una grave disfunzione in un altro
membro della famiglia.
Humphrey & Stern (1988) => il terapeuta deve: rispettare il bisogno che la famiglia ha
della malattia della paziente; sostenere e considerare i genitori in modo che non
saboteranno il trattamento.
Psicoterapia di
gruppo
Oesterheld et al. (1987) => riduce efficacemente i sintomi bulimici del 70%. Critiche
=> le cifre sono gonfiate perché la maggior parte degli studi escludono dal calcolo i casi
di interruzione.
Asse I - Demenze e disturbi cognitivi
Critiche al
dualismo mentecervello
Goldstein (1952):
fondamentale interdipendenza tra psicologia e biologia: la distinzione tradizionale
organico-funzionale implica che:
- sindromi organiche => la psicologia è irrilevante;
- sindromi funzionali => la biologia è irrilevante.
Con il miglioramento della conoscenza del funzionamento del SNC, il concetto di disturbo
psichiatrico organico rispetto a funzionale è diventato meno significativo.
Distinzione
Condizioni presenti alla nascita (es. disfunzione cerebrale minima dell'adulto) => i temi
psicologici di ciascuna fase evolutiva nel corso del ciclo di vita vengono modellati dalle
carenze neuroanatomiche del paziente.
Condizioni ad esordio tardivo (es. lesione cerebrale e demenza) => lo sviluppo non è
stato gravato da disfunzioni neuronali, pertanto il problema principale è l'adattamento
alla perdita di un precedente livello di funzionamento.
Disfunzione cerebrale minima dell'adulto
Hartocollis (1968)
Bellak (1977)
Sebbene un tempo si ritenesse che i bambini crescendo si "liberassero" del deficit, è oggi
chiaro che problemi residui, sebbene in qualche modo mascherati, possono persistere
nella vita adulta.
Deficit e funzioni
dell'Io
Bellak (1977)
I pazienti hanno una serie di sottili deficit che possono essere categorizzati a seconda
delle specifiche funzioni dell'Io:
percezione, memoria e abilità motorie => funzioni autonome primarie;
regolazione e controllo degli impulsi e degli affetti (accessi d'ira, aggressioni e scarsa
tolleranza alla frustrazione); barriere agli stimoli interni ed esterni;capacità di pensiero
astratto; senso di realtà (disorientamento spaziale, confini corporei non chiari, difficoltà a
discriminare tra la destra e la sinistra).
Comprensione psicodinamica
Weil
(1978)
Il piccolo bambino, crescendo, lotta quotidianamente con una sottostante tensione tra:
1. la pressione delle pulsioni e degli affetti;
2. il controllo corticale.
Le pressioni pulsionali raggiungono il loro massimo mentre il bambino manca della
normale dotazione di funzionamento corticale.
Hartmann
(1938)
Le sfere del funzionamento dell'Io libere da conflitti o autonome (intelletto, pensiero,
percezione, motilità e linguaggio) dipendono dalla dotazione costituzionale.
Sviluppo del Sè
Stern (1985): 3. i bambini saranno incapaci di percepire accuratamente o di integrare
efficacemente i segnali affettivi della madre; 4. quando il bambino non risponde come lei
si aspetta, la madre può diventare ansiosa, inserendo così tensione e dissonanza nelle
relazioni bambino-madre.
Bryan et al. (1980): 5. i bambini soffrono spesso di un'incapacità di consolarsi, perché
non sono mai stati in grado di interiorizzare e conservare delle figure materne
consolatorie, come immagini affettivamente significative; 6. la loro incapacità di
percepire correttamente i segnali sociali degli altri contribuisce a determinare la loro
frequente inettitudine a rapportarsi agli altri in maniera socialmente appropriata.
Relazioni
oggettuali
Buchlolz (1987) => i genitori possono esperire o un bambino che risponde in modo
anormale e che è per altri versi anormale come una profonda ferita narcisistica.
Abrams & Kaslow (1976) => i genitori possono respingere il bambino e trasmettere il
loro senso di delusione e le loro ansie in tutte le susseguenti interazioni, portando a un
disturbo nei sentimenti di autostima del bambino; in alternativa, i genitori possono
diventare ipercoinvolgenti e iperprotettivi.
Weil (1978) - Pickar (1986) => ridotto controllo corticale degli impulsi, che porta a: 7.
un maggior numero di rimproveri da parte dei genitori; 8. maggiori interazioni nelle quali
gli altri sono arrabbiati e punitivi; 9. la sensazione che la separazione da una figura
genitoriale è pericolosa.
Bryan (1977): questi bambini sono spesso incapaci di valutare efficacemente le
sequenze causa-effetto => non collegano le risposte di rifiuto degli altri al proprio
comportamento Þ conseguenti sentimenti di vittimizzazione e di impotenza.
Condizioni terapeutiche
Adattare l'approccio terapeutico a pazienti che soffrono di deficit cognitivi gravi richiede una precisa
comprensione del modo in cui quei deficit incidono sulla loro capacità di utilizzare la psicoterapia. Ripetuti
fallimenti di empatia caratterizzano le storie di vita di tali pazienti => come i genitori, altre persone non
capiscono la natura o il grado di queste limitazioni cognitive e ripetutamente si aspettano più di quanto questi
pazienti possano dare.
Psicologia
del Sé
Palombo (1979) - Buchhloz (1987) => approccio basato sulla Psicologia del Sé.Le
ripetute esperienze di frammentazione e di deflazione del Sé associate alla mancanza di
risposte di rispecchiamento da parte degli altri possono essere prese in esame via via
che appaiono nel transfert.
Lo psicoterapeuta può, empaticamente:
10. riflettere gli sforzi del paziente per ottenere ammirazione ed approvazione; 11.
conferire significato al modo in cui le menomazioni cognitive hanno interferito con tali
sforzi (psicoterapeuta = oggetto-Sé).
Ricovero
ospedaliero
Indicazioni => le difficoltà di controllo del comportamento sono un tratto importante del
quadro clinico del paziente.
I clinici, assumendo che tutta la sintomatologia è dovuta alla patologia del carattere,
rischiano di sviluppare una notevole frustrazione controtransferale.
Mentre l'irritazione del terapeuta cresce, il paziente si sente sempre più un fallito (non
risponde adeguatamente al trattamento) ricapitolando esperienze del passato.
Profilo psicologico
Colson & Allen (1986) - Allen et al. (1988) => pazienti che soffrono di gravi disturbi
psichiatrici complicati da tratti organici presentano:
problemi relativi all'autostima e alla modulazione degli affetti; rari disturbi neurologici
chiari (diagnosi difficile); sensazioni di impotenza di fronte all'eruzione schiacciante
dell'affettività => pseudo-controllo simulando l'intenzionalità degli episodi per intimorire
gli altri; isolamento dagli altri, grande imbarazzo e minore autostima; atteggiamenti
estremamente difensivi (diniego ed esteriorizzazione) => diventano limitati e superficiali
(= alessitimici).
Circolo vizioso
Alte aspettative degli altri => incapacità di vivere all'altezza delle aspettative => bassa
autostima e alta frustrazione => maggiore vulnerabilità alle esplosioni affettive =>
feedback negativo da parte degli altri => ulteriore erosione dell'autostima.
Diagnosi
La diagnosi della componente organica è di per sé terapeutica in quanto porta anche a
minori aspettative da parte sia dei genitori sia dei clinici, bloccando il circolo vizioso.
Lesioni cerebrali di demenza. Comprensione psicodinamica: lesione cerebrale
Funzioni cerebrali e Sé => al livello più fondamentale, è un prodotto del funzionamento cerebrale.
Sé
Un danno al tessuto cerebrale può comportare alterazioni significative del senso
d'identità di un individuo, portando i familiari e le persone care a sentire che il paziente
non è più la stessa persona.
Condizione o
reazione
catastrofica
Goldtein (1952) => di fronte alla perdita della propria identità, i pazienti:
reagiscono generalmente limitando la propria vita in modo da non essere esposti a
situazioni non familiari o a compiti impossibili;
diventano in genere eccessivamente ordinati o anche ossessivo-compulsivi => tenere
tutto a posto dà l'illusione di tenere sotto controllo il proprio ambiente.
Diniego
Oddy et al. (1985) => il 40% dei pazienti studiai 7 anni dopo aver subito un insulto
cerebrale non riconoscono alcuna forma di disabilità.
Lewis (1991) => rispetto al diniego psicologico, quello neurologico:
12. diminuisce entro qualche ora o qualche giorno dalla lesione; 13. appare come un
complesso di deficit globali piuttosto che un sintomo isolato; 14. non produce ansia o
agitazione nei pazienti che vengono messi a confronto con esso.
Demenza
Quadro clinico
Senso della propria identità preservata fino a stadi avanzati della malattia.
Capacità di svolgere il normale lavoro e di condurre le proprie abituali attività sociali
abbastanza bene.
Progressione: iniziali problemi con la memoria recente e progressiva indifferenza ed
apatia => crescenti difficoltà nel calcolo, nello svolgimento di compiti complessi e nella
scioltezza del linguaggio => reazioni catastrofiche.
Weiner
(1984)
Demenza progressiva => processo regressivo all'interno dell'Io, per cui i meccanismi di
difesa più maturi lasciano il posto a modalità difensive più primitive.
Alzheimer
Tragedia => la consapevolezza di sé può rimanere intatta mentre si deteriorano tutta
una serie di facoltà mentali.
Progredire della malattia: i ricordi remoti iniziano a svanire => l'identità del paziente
comincia a scomparire insieme ai ricordi => il paziente, infine, non riesce a riconoscere
le persone care e i familiari e non riesce più a ricordare gli eventi significativi della sua
vita.
Anche gli oggetti interni, in particolare quelli che svolgono una funzione consolatrice,
possono venire sacrificati nel corso del processo della demenza.
Considerazioni terapeutiche
Pianificazione del
trattamento
Lewis (1986) - Prigatano & Klonoff (1988) => dipende da un'accurata valutazione dei
seguenti fattori:
15. l'esatta modalità con cui l'insulto cerebrale ha colpito le spere sensorie, motorie e
cognitive; 16. la reazione psicologica del paziente ai deficit organici; 17. l'impatto
dell'insulto cerebrale del paziente e della sua reazione sul suo adattamento psicologico e
sociale; 18. il contributo della struttura premorbosa di personalità del paziente al
quadro clinico; 19. la differenziazione dei sintomi che sono sequele dirette della lesione
cerebrale da quelli associati a precedenti conflitti difensivi o deficit dell'Io.
Valutazione
dell'idoneità
Lewis & Rosenberg (1990) => indicatori utili a selezionare i pazienti che possano trarre
beneficio da una psicoterapia psicodinamica:
20. motivazione personale a iniziare e a rimanere in un processo psicoterapeutico; 21.
una storia di almeno una relazione interpersonale significativa; 22. un qualche grado di
successo e di padronanza attiva in qualche area della vita; 23. assenza di gravi
problemi di linguaggio di tipo sia espressivo che ricettivo; 24. assenza di sintomi legati
al lobo frontale o una marcata impulsività.
Psicoterapia
psicodinamica
Obiettivi principali => aiutare i pazienti ad accettare l'estensione dei loro deficit e delle
loro limitazioni per ciò che riguarda la ripresa dell'attività lavorativa. Lo psicoterapeuta
deve essere sensibile alla ferita narcisistica inerente all'accettare il danno irreparabile
alle proprie capacità, abilità intellettuali, talenti e anche alla vera essenza della propria
personalità.
Lewis (1991) => è essenziale che lo psicoterapeuta rispetti ed empatizzi col bisogno del
paziente di utilizzare il diniego.
Prigatano & Klonoff (1988): modello psicoeducativo => all'inizio può essere utile
spiegare, in piccole dosi, la natura del deficit e le sue implicazioni.
Con il proseguire della terapia, i pazienti iniziano a piangere la precedente identità e il
precedente livello di funzionamento => emerge rabbia verso se stessi e verso gli altri
per l'incidente avvenuto.
Terapia della
famiglia e
della coppia
Prigatano & Klonoff (1988) => i coniugi potranno essere turbati o sconcertati dai nuovi
comportamenti del partner cerebroleso (infantilismo, pensiero concreto, accuse
paranoici e passione senza inibizioni).
Approcci psicoeducativi:
25. aiutano i familiari a comprendere l'aspetto organico di questi comportamenti; 26.
deve essere svolta anche l'esplorazione di temi coma la colpa e la rabbia nei confronti
del paziente per aver avuto l'incidente.
Ball (1988):
27. le famiglie, spesso, riorganizzano completamente il proprio stile di vita per offrire al
paziente cerebroleso compagnia ed assistenza costante e completa; 28. se questo
comportamento ingiustificatamente asfissiante non viene esaminato, porterà a un
risentimento maggiore; 29. l'interpretazione della formazione reattiva come difesa dalla
rabbia può aiutare i membri della famiglia a ritornare il più possibile allo stile di vita
precedente.
Aspettative ragionevoli del coniuge e di altri familiari dovrebbero essere discusse
individualmente con il paziente nel corso del processo psicoterapeutico.
Evoluzione
temporale del
ristabilimento
30. Il paziente è incapace di elaborare quanto è avvenuto:
31. le abituali difese dell'Io del paziente sono distrutte;
32. lo psicoterapeuta deve svolgere la funzione dell'Io costante, supportivo, ausiliario,
che sopperisce alle funzioni mancanti del paziente e che gli spiega quanto gli sta
accadendo.
33. Il paziente inizia a capire quanto è successo:
34. è incline a sentire che è stato vittima di un mondo minaccioso e malevolo => tutta
la "cattiveria" viene scissa e proiettata negli altri;
35. lo psicoterapeuta deve contenere gli impulsi distruttivi e le proiezioni malevoli del
Sé e degli oggetti e continuare ad essere un Io ausilirio.
36. I conflitti intrapsichici diventano più importanti => il compito dello psicoterapeuta è
di aiutare i pazienti a formare una nuova identità facendo dei collegamenti tra le
passate esperienze e rappresentazioni di sé e le esperienze e rappresentazioni attuali
(tema centrale Þ dolore e perdita).
Tematiche
caratteriali
antecedenti
Diversi autori hanno messo in rilievo la necessità della psicoterapia per prendere in
esame le tematiche caratteriali antecedenti alla lesione.
Queste disposizioni premorbosa della personalità possono influire profondamente sul
processo riabilitativo del paziente.
Gli psicoterapeuti devono evitare di essere indotti a pensare che tutti i sintomi
psicologici sono direttamente in rapporto con il danno cerebrale Þ le tendenze
caratteriali vengono spesso esacerbate dal danno cerebrale, cosicché i pazienti
diventano "più simili a come già sono".
I terapeuti non devono abbandonare la tecnica che adottano con i disturbi di personalità
solo perché il paziente ha una lesione cerebrale.
Gestione della
demenza
37. Avere cura dei problemi di autostima.
38. Valutare i meccanismi di difesa caratteristici ed aiutare il paziente ad usarli in
maniera costruttiva.
39. Trovare dei modi alternativi per sostituire le funzioni difettose dell'Io e le limitazioni
cognitive.
40. Assistere i membri della famiglia nello sviluppare nuovi modi di rapportarsi che
possano sostenere l'autostima del paziente rispetto ad interazioni sempre più negative.
Asse II - Gruppo A: paziente paranoide, schizoide, schizotipico
Disturbo paranoide di personalità
Normalità
Pensiero paranoide => pensieri e sentimenti pericolosi o spiacevoli scissi, proiettati fuori
di sé ed attribuiti agli altri.
Posizione schizoparanoide => modalità fondamentale di organizzare l'esperienza che
permane nella psiche umana per tutta la durata del ciclo di vita.
Patologia
Stile pervasivo di pensare, sentire e relazionarsi agli altri particolarmente rigido,
invariante ed egosintonico.
Soggetti bloccati alla posizione schizoparanoide.
Caratteristiche:
1. costante ricerca di significati oscuri, di tracce rivelatrici della "verità" che vada oltre il
significato apparente della situazione => l'apparenza maschera la realtà;
2. iperattivazione dell'attenzione dovuta alla circospezione legata a questo continuo ed
attento controllo => incapacità di rilassarsi;
3. mancanza di flessibilità => le persone che tentato di discutere con il paziente
facilmente si ritrovano ad essere bersaglio della sua sospettosità;
4. pensiero non delirante => distorsione del "significato" della realtà e non della sua
percezione.
Comprensione psicodinamica
Posizione
schizoparanoide
La sopravvivenza emozionale richiede al paziente di scindere tutta la "cattiveria" e
proiettarla in figure esterne. Il normale mondo di vittima e carnefice viene trasformato in
una esperienza esistenziale in cui l'individuo paranoide è costantemente nel ruolo della
vittima alle prese con aggressori o persecutori esterni.
Relazioni
discontinue
L'esperienza che il paziente fa degli altri è discontinua in quanto nessuna relazione è
percepita come duratura => il paziente si accosta ad ogni relazione con la convinzione
che l'altro finirà col "fare un passo falso" e confermarne i sospetti. Il paziente, quindi,
vive in uno stato di angoscia costante correlata alla convinzione che il mondo è popolato
da nemici bugiardi ed inaffidabili.
Assenza di un Sé
mediatore
Il Sé nella modalità schizoparanoide è sviluppato in modo incompleto.
I sentimenti non sono un prodotto personale del paziente ma cose in sé.
Non c'è un soggetto interpretante a mediare tra simbolo e simbolizzato.
Meccanismi
di difesa
Proiezione => sostituire una minaccia interna con una esterna.
Identificazione proiettiva => "controllare" gli altri legandoli all'individuo paranoide con
modalità altamente patologiche.
Nucleo basilare
Il bisogno di controllare gli altri esprime una stima di sé terribilmente deficitaria.
Grandiosità => difesa compensatoria che risolleva dai sentimenti di inferiorità.
Paura
I pazienti sono terribilmente preoccupati che persone rappresentanti l'autorità li umilino
o si aspettino di vederli sottomessi.
Una paura ricorrente è quella di dover essere soggetti al controllo esterno => temono
che chiunque cerchi di essere vicino a loro stia segretamente tramando di sopraffarli.
Fallimento nella
Poiché non sono in grado di mantenere un legame d'amore con una rappresentazione
costanza d'oggetto oggettuale interna, sono convinti che le relazioni d'amore siano pericolose ed instabili.
Condizioni terapeutiche
A causa della loro sospettosità, i pazienti ottengono poco dalla psicoterapia di gruppo Þ la maggior parte degli
sforzi terapeutici deve pertanto essere concentrata nel contesto della terapia individuale.
Primo passo
Costruire un'alleanza terapeutica.
Empatizzare con il bisogno del paziente di proiettare poiché ciò assume un significato di
sopravvivenza emozionale => il terapeuta deve essere disposto a servire da contenitore
per sentimenti di odio, cattiveria, impotenza e disperazione.
Riconoscendo che è la scarsa stima di sé che crea il bisogno di vedere difetti negli altri, si
può empatizzare con il punto di vista del paziente ed accettarne autenticamente i
suggerimenti al fine di rendere il trattamento più produttivo.
Non si dovrebbe mettere in discussione la ricostruzione degli eventi fornita dal paziente o
la sua percezione del terapeuta (risposte difensive), piuttosto richiedere maggiori
dettagli ed empatizzare con i sentimenti e le percezioni del paziente.
Focalizzarsi sullo stato di tensione del paziente, secondario alla eccessiva vigilanza.
Comprendere la funzione difensiva della grandiosità (mantenere un legame con gli altri)
può essere utile per risolvere il controtransfert (esasperazione ed impazienza).
Obiettivo
Aiutare il paziente a cambiare le percezioni relative all'origine dei propri problemi da una
fonte esterna ad una interna.
Il terapeuta deve confrontarsi con i ripetuti sbarramenti di accuse e di sospetti senza
sfinirsi od esasperarsi.
Non appena il paziente si apre un po' di più, si può iniziare a definire i suoi sentimenti,
aiutandolo così a distinguere tra emozioni e realtà.
Contenendo i sentimenti piuttosto che agirli, si offre al paziente una relazione d'oggetto
nuova che con il tempo può essere interiorizzata.
Cambiamento del modello relazionale Þ accompagnato da graduali cambiamenti nel
pensiero: il paziente giunge a un "dubbio creativo" sulle proprie percezioni del mondo.
Muovendosi dalla posizione schizoparanoide a quella depressiva, il paziente inizia a fare
esperienza di un Sé che media ed interpreta l'esperienza ("come se").
I pazienti possono rivelare un desiderio nostalgico di accettazione, di amore e di intimità
associato alla precoce esperienza di frustrazione, iniziando così il processo di lutto
rispetto a questi legami affettivi.
Prevenzione della
violenza
5. Fare tutto il possibile per aiutare il paziente a "salvare la faccia" => il nocciolo della
paranoia consiste nella bassa stima di sé: si dovrebbe empatizzare con l'esperienza del
paziente e non mettere in discussione la verità di ciò che dice.
6. Evitare di accrescere ulteriormente la sospettosità del paziente => a causa della sua
sfiducia di base, tutti gli interventi devono essere finalizzati ad evitare ogni incremento
della sua paranoia (spiegare lentamente e con riguardo ogni movimento, evitare di
essere eccessivamente amichevoli).
7. Aiutare il paziente a mantenere un senso di controllo => il terapeuta deve rispettare
l'autonomia del paziente: lo aiuterà a ridurre l'ansia di una resa passiva.
8. Incoraggiare il paziente a verbalizzare piuttosto che ad agire la rabbia violentemente
=> invitarli a parlare in dettaglio della loro rabbia, incoraggiare la valutazione delle
conseguenze logiche connesse al divenire violenti, proporre valide alternative alla
violenza.
9. Offrire al paziente locali di ampio respiro => evitare una disposizione di posti a sedere
che possa farli sentire intrappolati in quanto la paura della resa passiva è accentuata
dalla vicinanza fisica.
10. Essere attenti al proprio controtransfert => omettere di chiedere importanti dati
anamnestici per paura di trovare confermati i propri timori può indurre i pazienti alla
violenza (identificazione proiettiva).
Disturbo schizoide e schizotipico di personalità
Personalità
schizoide
Desiderio nascosto di relazioni => al di là dell'apparenza di distacco, il paziente può
esperire forti emozioni e desideri.
Personalità
schizotipica
Variante attenuata di schizofrenia caratterizzata da un esame di realtà più o meno
conservato, disturbi nelle relazioni e lievi disturbi del pensiero.
I diversi pazienti si collocano lungo un continuum schizoide-schizofrenico.
Comprensione psicodinamica
Isolamento
I pazienti schizoidi o schizotipici spesso vivono ai margini della società.
Il loro isolamento e la loro anedonia possono indurre gli altri a rammaricarsi per loro e a
ricercarli venendo però ripetutamente respinti.
Coacervo di
contraddizioni
Akhtar (1987) => contemporanea presenza di due gruppi di manifestazioni:
11. scoperte: il paziente è distaccato, autosufficiente, distratto, disinteressato,
asessuale, radicalmente morale;
12. coperte: il paziente è molto sensibile, emotivamente bisognoso, molto attento e
creativo, spesso perverso e corruttibile.
Queste pluralità sono espressione di una scissione o frammentazione del Sé in diverse
rappresentazioni di sé che rimangono non integrate.
Congelamento
evolutivo
Lawner (1985) => questi pazienti nutrono sentimenti e passioni verso gli altri, ma sono
congelati sul piano evolutivo a un precoce stadio di relazione.
Fallimento nel
ricevere
Nachmani (1984) => il paziente sembra fondare la propria decisione di rimanere isolato
sul convincimento che il proprio fallimento, nel ricevere ciò di cui ha bisogno dalla
madre, implica che non possa fare alcun altro tentativo per ricevere qualcosa da figure
significative incontrate successivamente.
Difetto
fondamentale
Balint (1984) => questi pazienti presentano una incapacità a relazionarsi causata da
una significativa inadeguatezza nelle cure materne precoci.
Fairbairn
(1954)
Ritiro schizoide => difesa dal conflitto tra:
13. il desiderio di entrare in relazione con gli altri;
14. la paura che il proprio bisogno possa danneggiarli.
Fantasia di Cappuccetto Rosso: il bambino che inizialmente percepisce la propria madre
come rifiutante può ritirarsi dal mondo => la necessità del bambino cresce fino ad
essere esperita come insaziabile => il bambino teme che la propria avidità divori la
madre lasciandolo di nuovo solo => il bambino può proiettare la propria avidità nella
madre, vissuta poi come divoratrice e pericolosa.
Dilemma fondamentale congelato nel tempo => i pazienti oscillano tra:
15. la paura di tenere gli altri lontani dai propri bisogni;
16. la paura che gli altri li possano soffocare o distruggere.
I pazienti frequentemente sopravalutano i propri contenuti mentali, percependoli come
straordinariamente preziosi => temono di dare qualcosa di sé perché così facendo si
svuoterebbero dei propri contenuti investiti narcisisticamente.
I pazienti comunemente usano l'esibizionismo come una difesa contro la paura di dare
(il "mostrare" sostituisce il "dare").
Funzione evolutiva
Il ritiro svolge una importante funzione evolutiva in quanto:
l'isolamento del paziente schizoide preserva l'autenticità che è assolutamente sacra per
il Sé in evoluzione del paziente;
rappresenta un modo di comunicare con il Vero-Sé all'interno invece di sacrificare
quell'autenticità ad interazioni artificiali con gli altri che porterebbero a un Falso-Sé.
Fantasie
onnipotenti
Grotstein (1977) => di solito accompagnano gli aspetti intimi del Sé verso cui il
paziente si ritira, per puntellare una stima di sé fragile e alleviare l'ansia per la
disintegrazione del Sé.
Considerazioni terapeutiche
I pazienti schizoidi e schizotipici possono essere aiutati con la psicoterapia individuale di tipo supportivoespressivo, con la psicoterapia di gruppo o con una combinazione delle due.
Psicoterapia
individuale
Fattore terapeutico => introiezione di una relazione terapeutica piuttosto che
l'interpretazione del conflitto.
Obiettivo => "sciogliere" le relazioni oggettuali interne congelate del paziente
fornendogli una nuova esperienza di relazione.
Epstein (1979) => lo stile relazionale è dovuto a un fallimento maturativo:
17. primario => inadeguatezza delle più precoci relazioni con le figure genitoriali;
18. secondario => evocazione di simili relazioni nell'ambiente nel corso della vita.
Il terapeuta deve:
19. avere una straordinaria pazienza per via della lentezza e laboriosità del processo di
interiorizzazione;
20. adottare un atteggiamento permissivo ed accettante verso il silenzio in quanto
rappresenta una specifica forma di comunicazione non-verbale che può fornire
informazioni essenziali sul paziente (identificazione proiettiva);
21. essere ricettivo rispetto alle proiezioni del paziente e di controllare le proprie senza
passare impulsivamente ad un agito controtransferale;
22. tollerare la delusione che i pazienti possano progredire soltanto in aree diverse da
quelle della relazione;
23. funzionare da un Io-ausiliario sostenendo i pazienti in varie funzioni (esame di
realtà, giudizio, differenziazione Sé-oggetto).
Psicoterapia
dinamica di gruppo
Obiettivo => aiutare i pazienti con la socializzazione.
Setting in cui può verificarsi una notevole possibilità di nuove parentele => gli altri
pazienti possono funzionare come una famiglia ricostruita => può essere alla fine
interiorizzata per compensare gli oggetti interni più negativi e spaventosi.
Allorché cominciano a sentirsi accettati e a scoprire che le proprie paure non si sono
verificate, i pazienti diventano progressivamente più tranquilli con gli altri.
I pazienti, però, che presentano un comportamento bizzarro o un pensiero psicotico
possono divenire i capri espiatori perché troppo diversi dagli altri membri del gruppo.
Asse II - Gruppo B: paziente borderline
Evoluzione del termine
Primi studi
(anni '40 - '50)
Sindrome "caotica" => non calza bene con i preesistenti indici diagnostici.
Hoch & Polatin (1949): schizofrenia pseudo-nevrotica Þ caratterizzata da pan-nevrosi,
pan-ansietà e pan-sessualità (pan = tutto, totalità).
Knight (1954) Þ alterazione del funzionamento dell'Io (incapacità di programmare
realisticamente, incapacità di difendersi dagli impulsi primitivi e predominanza dei
processi di pensiero primario sul secondario).
Analisi statistiche
Grinker et al.
(1968)
Introdurre un certo rigore diagnostico rispetto alle sindromi nei primi anni '60.
Analisi per cluster => distingue 4 sottogruppi di pazienti:
1. versante psicotico: comportamento inappropriato non adattivo e negativo, problemi
con l'esame di realtà e il senso di identità, rabbia apertamente espressa;
2. nucleo della sindrome borderline: affettività negativa pervasiva, volubile
coinvolgimento con gli altri, rabbia agita, inconsistente identità di sé;
3. gruppo come se: tendenza ad imitare l'identità degli altri, anaffettività,
comportamento più adattivo, relazioni carenti in spontaneità e genuinità;
4. versante nevrotico: depressione anaclitica, ansia, aspetti nevrotici e narcisistici.
Denominatori comuni (indipendentemente dal sottotipo): rabbia, difettualità nelle
relazioni interpersonali, assenza di identità del Sé, depressione pervasiva.
Schizofrenia ¹ sindrome borderline (pazienti stabilmente instabili).
Analisi della
letteratura
Gunderson et al.
1975 => caratteristiche fondamentali:
intensa affettività depressiva o rabbiosa; impulsività; adattamento superficiale nelle
situazioni sociali; episodi psicotici transitori;
tendenza a perdere i nessi associativi in situazioni non strutturate;
modelli relazionali instabili (dipendenza estrema Þ superficialità effimera).
1990 => caratteristiche discriminanti:
pensiero quasi-psicotico; automutilazioni; manipolatori tentativi di suicidio;
paure di essere abbandonati, fagocitati, annichiliti; severità/indulgenza; regressioni
terapeutiche; difficoltà controtransferali.
Caratteristiche
Aspetti
correlati
Tentano di stabilire relazioni esclusive con un'unica persona con cui non vi sia rischio di
abbandono.
L'intimità con un'altra persona attiva due tipologie di ansia: timore di essere fagocitati
dall'altro e panico all'idea di essere abbandonati.
Per prevenire la solitudine e per ottenere rassicurazioni dalla persona amata, ricorrono a
comportamenti autodistruttivi.
Percezioni quasi-deliranti di essere abbandonati, regressioni psicotiche transferali con i
terapeuti (controtransfert: fantasie di salvezza, sentimenti di colpa, trasgressione dei
limiti professionali, odio e rabbia, ansia e terrore, sentimenti di onnipotenza.
Epidemiologia
e decorso
Pazienti => ¾ sono donne.
Disturbo palese => tarda adolescenza o prima età adulta.
Psicoterapia per 5 o 6 anni => miglioramento, anche se il 3-10% si suicida.
Kenberg
Definizione
Organizzazione di Personalità Borderline => pazienti con debolezza dell'Io, operazioni
difensive primitive e relazioni oggettuali problematiche.
Sintomi
Ansia liberamente fluttuante. Comportamenti ossessivo-compulsivi. Fobie multiple.
Reazioni dissociative. Ipocondrie. Sintomi di conversione. Paranoie. Sessualità perversa e
polimorfa. Abuso di sostanze.
Analisi strutturale
5. Manifestazioni non specifiche di debolezza dell'Io => mancanza di tolleranza
all'angoscia, di controllo degli impulsi e di canali sublimatori evoluti.
6. Scivolamento verso processi di pensiero primario => regressione ad un pensiero
simil-psicotico per l'assenza di struttura o per la pressione di affetti intensi, anche se nel
contesto di una integra valutazione della realtà.
7. Operazioni difensive specifiche => scissione, idealizzazione primitiva, identificazione
proiettiva, diniego, onnipotenza e svalutazione: espressione alternante di comportamenti
ed atteggiamenti contraddittori che il paziente considera con mancanza di
preoccupazione e con blando diniego;
divisione in compartimenti di tutte le persone che fanno parte dell'ambiente del paziente
in un settore di "tutti buoni" e in un settore di "tutti cattivi";
coesistenza di prospettive ed immagini di sé contraddittorie che si alternano nel loro
predominio di giorno in giorno e di ora in ora.
8. Relazioni d'oggetto patologiche interiorizzate => i pazienti non considerano negli altri
l'insieme delle qualità positive e negative:
li suddividono polarità estreme, considerandoli dei "dei" o dei "demoni";
le percezioni che hanno degli altri possono alternarsi giornalmente tra idealizzazione e
svalutazione.
Relazioni con i disturbi comuni
Depressione caratterologica borderline
Disturbo depressivo maggiore
Solitudine
Sentimenti di colpa
Vuoto
Ritiro/Agitazione
Vuoto
Possibile suicidio
Rabbia conscia
Relazioni stabili
Relazioni richiedenti, ostili, dipendenti
Preoccupazioni per sconfitte e fallimenti
Preoccupazioni per la perdita interpersonale
Figure curanti ben accette (storia di indipendenza)
Illusoria autosufficienza (storia di dipendenza)
Sintomatologia vegetativa più severa
Caratteristiche comuni
Umore depresso: esordio precoce, grave
Inutilità, impotenza
Fame oggettuale
Dipendenza nelle relazioni
Fragile autostima
Sintomi depressivi
Psicofarmacoterapia => con cautela e mirata ai sintomi bersaglio (i pazienti possono
spesso mettere alla prova i medici per vedere se si prendono realmente cura di loro).
Principale forza del trattamento => lento e doloroso esame delle modalità relazionali, nel
transfert e nella vita relazionale extra-terapeutica.
Comprensione psicodinamica: Kenberg
Crisi
Momento centrale => fissazione alla sottofase del riavvicinamento (fase separazioneindividuazione di Mahler): il bambino è preoccupato che la madre scompaia e mostra
preoccupazione per i suoi spostamenti.
E' come se i pazienti borderline rivivessero continuamente questa crisi infantile.
Fissazione
Motivi => disturbo nella disponibilità emozionale e problematiche materne legate al ruolo
e/o eccesso di aggressività nel bambino.
Assenza della costanza d'oggetto: incapacità ad integrare gli aspetti buoni e cattivi di se
stesso e della madre => predominanza di introietti negativi (l'eccessiva cattiveria
distruggerà ogni cosa buona in sé e negli altri).
Comprensione psicodinamica: Masterson & Rinsley
Depressione
abbandonica
Ogni volta che si presenta la prospettiva della separazione e dell'autonomia.
Crisi nella sottofase del riavvicinamento della separazione-individuazione => focus più
sul comportamento materno che sull'aggressività innata del bambino.
Il bambino riceve il messaggio che crescere ed individuarsi provocherà una perdita
dell'amore e del sostegno materno => restare dipendenti costituisce l'unica possibilità
disponibile di mantenere il legame materno.
Assenza o carenza di memoria evocativa (= costanza dell'oggetto).
Relazione madre/bambino
Interazioni nel
riavvicinamento
Regressione e fedeltà
=> Ricompensa
Separazione-individuazione =>
allontanamento
Relazioni oggettuali
parziali
Rappresentazione dell'oggetto
Parte ricompensante
(libidicamente gratificante)
Parte allontanante
(aggressiva)
Oggetto parziale che approva, sostiene e Oggetto parziale aggressivo, critico,
ricompensa
ostile e sanzionante.
Qualità affettiva
Sentimento di bontà, sensazione di
sentirsi nutrito, gratificazione del
desiderio di riunione
Rabbia e frustrazione, sentimento di
essere ostacolato
Rappresentazione del Sé
Sé parziale buono, passivo e
compiacente
Sé parziale inadeguato, cattivo,
disperato, colpevole, brutto e vuoto
Uniche soluzioni
Sentirsi buono diniegando la realtà e
non crescendo mai
Sentirsi abbandonato o cattivo
Comprensione psicodinamica: Adler
Modello del deficit
Insufficienza: funzione materna inconsistente o insufficiente => mancato sviluppo di un
oggetto interno contenente-confortante Þ ricerca di funzioni oggetto-Sé provenienti
dall'esterno.
Modello evolutivo della Fraiberg => il bambino normale a 18 mesi è capace di costruirsi
un'immagine interna della figura materna, anche se fisicamente assente (capacità
evocativa assente nei pazienti borderline).
In situazioni critiche regrediscono fino a perdere la capacità di richiamare alla memoria
le figure importanti del loro mondo che non sono presenti fisicamente, a meno che una
fotografia non funga da stimolo mnestico;
Panico di annichilimento => sentimento di vuoto e tendenze depressive.
Critiche dei modelli psicodinamici
Mahler
Riduzionistico concentrarsi su una sottofase della separazione-individuazione => non c'è
relazione lineare tra i disturbi in questa sottofase e psicopatologia nell'adulto. Entrambi i
genitori (non solo la madre) trascurano le proprie responsabilità genitoriali.
Kriss e Meissner
Modello di Kernberg:
scarsa importanza attribuita ai problemi evolutivi nella fase genitale-edipica;
meccessivo rilievo attribuito alla fissazione a livello pre-edipico piuttosto che alla
possibile regressione dalle tematiche edipiche verso i conflitti più precoci; alcuni difetti
evolutivi possono essere riscontrati ancora prima della fase di separazioneindividuazione.
Westen
Le relazioni oggettuali non sono riducibili a fissazioni pre-edipiche => somigliano ad una
percezione delle norme sociali derivata dalla latenza e dalla prima adolescenza. La
ricerca evolutiva empirica non sostiene le teorie derivate dalle osservazioni cliniche.
Autori vari
Masterson & Rinsley => hanno colpevolizzato la madre.
Kernberg => ha attribuito una base costituzionale alla rabbia orale di questi pazienti;
Adler => ha trascurato la conflittualità edipica e ha dato troppa importanza ai deficit
cognitivi (memoria evocativa).
Studi recenti
Trauma
infantile
Walsh (1977) => molti pazienti hanno esperito una reale vittimizzazione nelle relazioni
con i genitori e con le altre figure accudenti (abuso, ostilità, svalutazione).
Elevata incidenza di abuso durante l'infanzia (sessuali, fisici e violenze familiari) =>
sovrapposizione con il disturbo post-traumatico da stress (DPTS).
I sintomi percettivi, presenti in entrambi, tendono ad associarsi con:
DPTS => i ricordi traumatici;
BPD => i sintomi attivati dalle relazioni.
Le esperienze traumatiche possono contribuire alle difese che causano una distorsione
dell'immagine (scissione, diniego, identificazione proiettiva) => un genitore sadico deve
essere separato dal genitore idealizzato nella fantasia.
Controllo
anaffettivo
Entrambi i genitori falliscono nel fornire un supporto emozionale e ostacolano la
separazione dei propri figli => i pazienti esperiscono i propri genitori come poco
disponibili dal punto di vista emozionale.
Risultati
Una prospettiva eterogenea e complessa dell'eziologia e della patogenesi.
Assenza di abuso o trascuratezza nel 20-40% dei pazienti => nessun fattore
considerato separatamente è sufficiente o specifico per lo sviluppo di un BPD.
Browne e Finkelhor => vari livelli di patogenicità dell'abuso sessuale: durata,
frequenza, relazione tra chi usa violenza e il bambino (forma più patogena = incesto
padre-figlia), età del bambino, esordio dell'abuso, tipo di atto sessuale, presenza o
assenza di costrizione, scoperta e reazione dei genitori.
Non c'è differenza tra incesto e abuso sessuale infantile extrafamiliare.
Ricerche biologiche
Significativa diminuzione dell'attività serotoninergica nei maschi => impulsività. Deficit
neurologico: deficit dell'attenzione, episodica dyscontrol syndrome, di problematiche
apprese, scarso controllo degli impulsi, disturbi della condotta.
Conclusioni
Complessa eziologia multifattoriale.
Considerazioni terapeutiche. Psicoterapia individuale
Obiettivi
Rafforzamento dell'Io => migliore tolleranza dell'ansia.
Maggior controllo sugli impulsi.
Integrazione delle rappresentazioni scisse => visione completa del Sé e degli altri.
Raggiungimento dell'introietto contenente-confortante => tolleranza alle separazioni.
Alleanza
terapeutica
Fragile => interruzione della psicoterapia, autodistruttività, richiesta di trattamenti
speciali, induzione a varcare il limite del rapporto professionale… Sviluppo di un intenso
transfert negativo => mobilita le difese primitive che interferiscono con la possibilità di
stabilire un'alleanza.
Approccio
espressivosupportivo
AA.VV. => interpretare le difese primitive nel qui ed ora del transfert facilita
l'integrazione della visione buona e cattiva del terapeuta in un oggetto intero.
Masterson & Modell => interpretazione differita, fino a quando il paziente non abbia
sviluppato fiducia nelle intenzioni ed attendibilità del terapeuta.
Gabbard et al. (1988) => con alcuni pazienti l'interpretazione del transfert può servire a
migliorare l'alleanza terapeutica.
Zetzel => approccio supportivo a bassa frequenza (1 volta a settimana o meno).
Gunderson & Sabo: empatia con la storia traumatica infantile del paziente per capire la
funzione adattiva delle sue strategie difensive => approccio più supportivo, meno
confrontante, che porta ad una minore percentuale di drop-out.
Principi
fondamentali
Waldinger => principi fondamentali forniti da differenti autori:
1. Definire una stabile cornice terapeutica => stabilità imposta dall'esterno: definire con
precisione l'orario degli appuntamenti, terminare puntualmente le sedute, stabilire
regole chiare sul pagamento, esplicitare una specifica contrattualità sulle conseguenze
dei mancati appuntamenti.
2. Evitare un atteggiamento terapeutico passivo => il silenzio può essere inteso come
mancanza di interesse o rifiuto del supporto (l'alleanza è favorita da una maggiore
verbalizzazione da parte del terapeuta).
3. Contenere la rabbia del paziente => empatizzare con il bisogno del paziente di
scindere le rappresentazioni buone e cattive del Sé e dell'oggetto e di proiettare le parti
cattive fuori di sé per controllarle e fare sì che non distruggano quelle buone (il
terapeuta funziona da contenitore, fino a quando il paziente non sarà in grado di
riappropriarsi degli aspetti proiettati).
4. Affrontare i comportamenti autodistruttivi => i pazienti borderline si dimenticano
delle conseguenze reali delle loro azioni perché fanno la fantasia che il loro
comportamento avrà risultati diversi.
5. Stabilire la connessione tra sentimenti ed azioni => l'azione è il linguaggio del
paziente borderline sono l'unica via per ottenere un sollievo: sono inconsapevoli che le
azioni sono motivate da sentimenti.
6. Delimitare il setting => : stabilire le regole di base: nessuna chiamata telefonica tra
le sedute, far verbalizzare i sentimenti suicidari prima di agirli, accettare il ricovero in
caso di impulsi suicidari incontrollabili (i terapeuti devono sviluppare la consapevolezza
dei propri limiti).
7. Mantenere il focus degli interventi sul qui ed ora => intervenire nel trasfert.
8. Monitorare i sentimenti controtransferali: il terapeuta deve essere autentico e
genuino con il paziente borderline, altrimenti si incrementa l'invidia per il terapeuta,
vissuto come divinità.
Trattamento ospedaliero. A breve termine
Indicazioni
Pazienti con:
una crisi che comporta una regressione psicotica, un comportamento autodistruttivo o
un tentativo di suicidio; diversi gradi di scompiglio nel processo psicoterapeutico.
Obiettivo
Rapido riassetto delle difese del paziente e delle funzioni adattive.
Lo staff deve convogliare un'aspettativa controregressiva.
Sostegno all'Io
L'Io può essere sorretto da una struttura solida caratterizzata da:
precisa programmazione; chiara esplicitazione delle conseguenze degli agiti compulsivi;
serie programmata di incontri individuali e di gruppo con lo staff e gli altri pazienti.
Aspettative del
paziente
La tendenza consueta per il paziente appena ricoverato è quella di aspettarsi
interminabili sedute individuali con i componenti del personale infermieristico. Il
paziente peggiora in proporzione diretta alla quantità di tempo trascorso in queste
sedute di terapia individuale => va molto meglio quando lo staff è in grado di costruire
una strutturata regolarità di incontri brevi di 5-10 minuti. I membri del personale del
reparto e la stessa struttura funzionano da Io ausiliari.
Vantaggi
Consente una diagnosi più precisa del mondo interno del paziente.
Favorisce lo psicoterapeuta nella comprensione della natura della crisi o dell'impasse
verificatasi durante la terapia.
Trattamento ospedaliero. A lungo termine
Indicazioni
Più indicato per i pazienti:
suicidari e autodistruttivi, con un rischio troppo alto per i trattamenti esterni;
problematici nel controtransfert, per la scissione e l'identificazione proiettiva; pieni di
odio che attaccano tutti quelli che si prendono cura di loro; oppositivi che si rifiutano di
parlare o di partecipare al piano terapeutico.
Obiettivo
Integrare le rappresentazioni interne del Sé e dell'oggetto.
Ricostruire l'Io sostituendo le parole all'azione.
Regola
Non si mantengono segreti: condividere con gli altri ogni cosa che il paziente dice ad un
membro dello staff; integrare le figure "buone" che curano con le "cattive" che limitano
il paziente.
Autolesioni
Comportamenti suicidari ed automutilazioni: lo staff terapeutico deve ricordare che
ciascun paziente è responsabile di sé; cercare di analizzare le origini del comportamento
mutilante.
Lesioni di media entità => i membri dello staff possono fissare un appuntamento
settimanale con un medico (non psichiatra): il comportamento lesivo perde la funzione
di controllo e permette allo staff e al paziente di lavorare su altri temi.
Lesioni gravi => trattamento più appropriato da parte di un internista.
Controtransfert
Consapevolezza dell'aspetto manipolatorio dei tentativi di suicidio => minore
preoccupazione nelle reazioni dello staff terapeutico.
Non bisogna dimenticare che coloro che hanno tentato il suicidio sono 140 volte più a
rischio recidivo rispetto a chi non l'ha mai fatto.
Lesioni gravi => trattamento più appropriato da parte di un internista.
Terapia familiare
Essenziale nel piano del trattamento. L'uso formalizzato è meno comune rispetto ad uno o più incontri nel corso
del trattamento ospedaliero.
Obiettivo
Individuare il ruolo delle interazioni familiari nella patogenesi e nel mantenimento della
sintomatologia: identificazione proiettiva e scissione anche nei genitori. "Educare i
genitori" a sostenere il paziente => richiesta di aiuto per loro stessi.
Terapeuta
Posizione neutrale e non giudicante rispetto al cambiamento. Empatia con il bisogno
della famiglia di rimanere coesa. Il cambiamento deve avvenire dall'interno della
famiglia, non dai professionisti.
Conseguenze
Posizione neutrale e non giudicante rispetto al cambiamento. Empatia con il bisogno
della famiglia di rimanere coesa. Il cambiamento deve avvenire dall'interno della
famiglia, non dai professionisti.
Terapia di gruppo
Comprendere l'azione delle proprie difese, mentre accadono all'interno del contesto gruppale.
Maggiore efficacia => in gruppo con pazienti nevrotici o con gravi disturbi della personalità.
Indicazioni
Concomitante alla psicoterapia individuale => la rabbia e la frustrazione provate in
setting individuale (come le reazioni controtransferali) possono essere smorzate, diluite
e dirette verso altre persone.
Terapeuta individuale ¹ terapeuta di gruppo, altrimenti antiterapeutico.
Pazienti
Accettano più volentieri il confronto e l'interpretazione da parte dei compagni del gruppo
piuttosto che da parte del terapeuta.
Possono sperimentare sentimenti di privazione più forti che nella terapia individuale =>
competizione con le altre persone per ottenere attenzioni affettive dal terapeuta. A volte
si mantengono a distanza nel setting di gruppo, a causa del loro attaccamento primario
al terapeuta individuale.
Asse II - Gruppo B: paziente narcisista
Normalità e patologia
La differenza tra i livelli di narcisismo sano e narcisismo patologico è molto difficile da cogliere.
Presentano una diversa qualità delle relazioni dell'oggetto.
Normalità
Il narcisista sano mostra:
empatia e preoccupazione per i sentimenti altrui;genuino interesse per le idee altrui;
capacità di tollerare l'ambivalenza nelle relazioni di lunga durata senza pervenire ad una
rinuncia; capacità di riconoscere il proprio contributo nei conflitti interpersonali.
Patologia
Il narcisista patologico: si accosta agli altri trattandoli come oggetti da usare e da
abbandonare secondo i bisogni narcisistici, incurante dei loro sentimenti; non vive gli
altri come persone che hanno un'esistenza separata o bisogni propri; spesso interrompe
una relazione dopo un breve periodo di tempo, quando il partner comincia a porre
richieste emergenti dai propri bisogni.
Fenomenologia
Gabbard (1989): vari Autori hanno presentato diverse descrizioni dei pazienti, che possono essere
concettualizzate iscrivendole tra i due poli di un continuum basato sul tipo di stile di relazioni interpersonali
(narcisista inconsapevole e narcisista ipervigile):
Kernberg => tipo invidioso, avido, che richiede attenzione ed acclamazione da parte degli altri;
Kohut => tipo vulnerabile, tendente alla frammentazione del Sé;
Bursten => quattro gruppi: l'insaziabile, il paranoide, il manipolatorio e il fallico-narcisista.
Narcisista Inconsapevole
Narcisista Ipervigile
Non ha consapevolezza delle reazioni degli altri
È fortemente sensibile alle reazioni degli altri
È arrogante e aggressivo
È inibito, schivo o persino si eclissa
È concentrato in se stesso
È attento più agli altri che a sé
Ha bisogno di essere al centro dell'attenzione
Evita di essere al centro dell'attenzione
È "trasmittente" ma non "ricevente"
Ascolta gli altri con molta attenzione per evidenziarne
mancanza di rispetto o critica
È apparentemente impermeabile all'idea di avere
sentimenti di essere ferito dagli altri
Si sente ferito con facilità; prova facilmente sentimenti di
vergogna o di umiliazione
Wink
(1991)
Realizzò una analisi delle componenti principali di sei scale sul narcisismo del MMPI.
Rilevo due fattori ortogonali:
una dimensione di Vulnerabilità-Sensibilità (narcisismo manifesto);
un aspetto di Grandiosità-Esibizionismo (narcisismo celato).
Concluse che queste due tendenze confermavano l'esistenza di due distinte forme di
narcisismo patologico Þ sebbene entrambe le forme presentino le stesse caratteristiche
(indifferenza verso gli altri, indulgenza verso se stessi e presunzione), si differenziano
per il diverso atteggiamento:
narcisista manifesto => introverso, ansioso e vulnerabile ai traumi della vita; narcisista
latente => estroverso, sicuro di sé, esibizionista e aggressivo.
Comprensione psicodinamica
La principale controversia si è incentrata attorno ai modelli di Kohut e Kernberg => si riferiscono probabilmente
a due diverse categorie di pazienti:
Kernberg => si riferisce ai pazienti più strettamente assimilabili al tipo inconsapevole;
Kohut => descriveva pazienti assimilabili al tipo ipervigile.
Kohut (carenze)
Kernberg (conflitto)
Teoria basata solo su pazienti ambulatoriali con un
Teoria basata su un insieme di pazienti ambulatoriali e
funzionamento relativamente buono e con una stima ricoverati, primitivi, aggressivi ed arroganti, con intensa
di sé vulnerabile alle offese.
grandiosità e timidezza.
Differenzia la personalità narcisistica dagli stati
borderline (che invece non ha raggiunto una
coesione del Sé sufficiente per essere analizzato).
Definisce la personalità narcisistica come molto affine alla
personalità borderline (ma con un Io più forte e un Sé più
integro).
Non definisce il mondo interno della personalità
narcisistica poiché pone l'accento sulla
interiorizzazione di funzioni mancanti.
Delinea le difese primitive e la relazione d'oggetto tipica
(pseudo-sufficienza parallela al diniego di qualsiasi
bisogno di accadimento).
Definisce il Sé come un "normale" Sé che evolve
Definisce il Sé come struttura altamente patologica
normalmente e che diviene semplicemente bloccato. costituita dalla fusione del Sé ideale, dell'oggetto ideale e
del Sé reale.
Ritiene che il Sé non sia difensivo, ponendo
l'attenzione all'interiorizzazione di funzioni mancanti
dalle persone dell'ambiente circostante.
Ritiene che il Sé grandioso sia integrato ma difensivo nei
confronti dell'investimento o della dipendenza dagli altri.
Focalizza principalmente gli aspetti libidiciidealizzanti concettualizzando l'aggressività come
"secondaria" a una ferita narcisistica.
Sottolinea l'invidia e l'aggressività intendendole come
originate dall'interno piuttosto che come reazione alle
carenze esterne degli altri.
Considera l'idealizzazione come una riedizione
compensatoria di una normale fase evolutiva.
Altri contributi
Considera l'idealizzazione come una difesa contro rabbia,
invidia, disprezzo e svalutazione.
Rinsley (anni '80) => collegamento con il quadro evolutivo della Mahler:
disturbo borderline => soffre per un arresto evolutivo di entrambi i processi di
separazione e individuazione;
disturbo narcisistico => dissociazione evolutiva dei due processi, con una progressione
dell'individuazione e un arresto della separazione.
Rothstein (1984): il "vissuto di perfezione" (un aspetto universale della psiche umana)
può essere integrata sia con un Io sano che con un Io patologico => è la natura dell'Io
che determina se il narcisismo è patologico oppure sano.
Modell (1976): metafora del bozzolo => senso di non relazione rispetto all'ambiente,
una sorta di illusione di autosufficienza onnipotente, rinforzata da fantasie grandiose che
possono essere state avviate da una madre che aveva un'immagine esageratamente
grandiosa delle capacità del proprio bambino.
Considerazioni psicoterapeutiche. Psicoterapia individuale e psicoanalisi
Psicoanalisi => sia Kernberg che Kohut ritengono che sia il trattamento elettivo per questi pazienti.
Psicoterapia supportivo-espressiva => utile con molti pazienti a causa delle limitazioni pratiche di tempo e di
denaro (con prevalenza di tecniche espressive, con una o due sedute alla settimana).
Kohut
vs
Kernberg
Invece di arrovellarsi a decidere quale delle due teorie sia quella "corretta", i terapeuti
devono più proficuamente:
concentrarsi ad ascoltare attentamente i loro pazienti, osservare le evoluzioni del
transfert e del controtrasfert, rilevare in particolare le risposte dei pazienti agli interventi
di prova.
Altri pazienti possono trarre beneficio da una combinazione di strategie tecniche:
inizialmente un approccio tecnico secondo la psicologia del Sé li può aiutare a costruire
un'alleanza fondata sulla sensazione che il terapeuta comprende ed empatizza con
l'esperienza del sentirsi vittima; successivamente il terapeuta può cominciare ad
evidenziare ai pazienti il loro personale contributo al mantenimento delle loro difficoltà
interpersonali.
Kohut (approccio supportivo)
Kernberg (approccio espressivo)
Considera il transfert speculare e quello idealizzante
come differenti poli di un Sé bipolare (grandioso e
idealizzato, 1977) o tripolare (anche gemellare,
1984).
Considera la funzione di specchio e l'idealizzazione come
aspetti del transfert correlati alla proiezione e alla
reintroiezione del Sé grandioso del paziente.
Accetta l'idealizzazione del paziente come un
normale bisogno evolutivo.
Interpreta l'idealizzazione come una difesa (scissione) da
disprezzo, invidia e rabbia.
Empatizza con i sentimenti del paziente come
reazione comprensibile alle mancanze dei genitori e
di altre persone.
Aiuta il paziente a riconoscere il proprio contributo nelle
problematiche relazionali.
Accetta i commenti del paziente alla lettera,
considerando le resistenze come sane attività
psichiche che salvaguardano il Sé.
Confronta ed interpreta le resistenze come manovre
difensive.
Rileva l'aspetto positivo dell'esperienza del paziente, Esamina gli aspetti sia positivi che negativi
evitando commenti troppo critici.
dell'esperienza del paziente.
Sottolinea l'importanza di rilevare il progresso del
paziente (evita di porre domande).
Mette a fuoco l'invidia come ostacolo al riconoscimento e
alla ricerca di aiuto (dialettica).
Il trattamento ha la finalità di aiutare il paziente ad
acquisire la capacità di identificare e ricercare
adeguati oggetti-Sé.
Il trattamento ha la finalità di sviluppare la colpa e la
preoccupazione e di integrare idealizzazione e verità
rispetto a rabbia e disprezzo.
Approccio
supportivo
Kernberg (1984) => più indicato per:
debolezza dell'Io (associato a ricovero ospedaliero); eccessiva crudeltà e sadismo;
spiccate caratteristiche antisociali; virtualmente nessun coinvolgimento con gli
altri;intense reazioni paranoidi verso gli altri;
tendenza verso una rabbia cronica sempre razionalizzata come colpa di altri.
Problemi nel
controtransfert
1. La psicoterapia, in quanto cura, fornisce l'opportunità di gratificare i desideri di
essere amato, desiderato e idealizzato:
i pazienti idealizzano l'attuale terapeuta mentre svalutano i precedenti;
i terapeuti devono riconoscere ed accettare i propri bisogni narcisistici e utilizzarli al
servizio della scoperta di un trattamento efficace, piuttosto che disconoscerli ed
esteriorizzarli.
2. Per prolungati periodi il terapeuta dovrà tollerare la noia e la sensazione di essere
usato dal paziente come una cassa di risonanza:
tutti hanno bisogno di sentirsi necessari ed è pertanto difficile per i terapeuti tollerare
una "esistenza satellite" intorno al paziente;
il paziente esclude il terapeuta proprio come egli stesso venne escluso dai suoi genitori
(identificazione proiettiva);
comprendere questa modalità può consentire al terapeuta di non allontanarsi e di non
affrontare sadicamente il paziente, e di non provare la sensazione di sentirsi ferito e
violentato dal paziente.
3. Il terapeuta deve confrontarsi con la sensazione di sentirsi controllato => nel
momento in cui il paziente legge ogni movimento come un'indicazione di noia o di
rifiuto, il terapeuta può sentirsi costretto a star seduto immobile e concentrare
l'attenzione sul paziente in ogni momento.
4. Il terapeuta dovrà spesso confrontarsi con sentimenti dovuti all'intensa svalutazione
subita da parte del paziente => dovrà confrontarsi con il disprezzo del paziente
sottolineando come tale barriera stia distruggendo la possibilità del paziente di fruire di
un trattamento efficace.
Psicoterapia di gruppo
Difficoltà
I pazienti narcisisti:
AA.VV. (anni '70 e '80) => possono considerarla come una situazione in cui la loro
eccezionalità e la loro unicità sarà trascurata:
l'inconsapevole può godere all'idea di avere un pubblico, ma può risentirsi per il fatto
che gli altri assorbono parte del tempo e dell'attenzione del terapeuta. l'ipervigile può
sentirsi ferito di fronte a tale proposta, esperendo tale indicazione come un segnale che
il terapeuta non è interessato a lui.
Wong (1979) => spesso tendono a:
monopolizzare le discussioni del gruppo;
fare osservazioni sui problemi degli altri negando i propri.
Vantaggi
I pazienti narcisisti:
devono accettare il fatto che gli altri hanno dei bisogni e che essi non possono
aspettarsi di essere al centro dell'attenzione per tutto il tempo;
possono anche beneficiare del feedback che altri forniscono relativamente all'impatto
dei loro tratti di carattere sugli altri;
possono avere effetti terapeutici sugli altri attivando sentimenti latenti di invidia e di
avidità in pazienti con altre forme di disturbi del carattere.
Aiuta a diluire i transfert intensamente negativi e le reazioni controtransferali.
Trattamento combinato
Horwitz (1977) - Wong (1979-80) => l'associazione della psicoterapia individuale con quella di gruppo può
essere più efficace per i pazienti narcisisti rispetto a ciascun approccio preso singolarmente. Un lungo periodo di
preparazione con una terapia individuale secondo l'approccio di Kohut, per: costuire una solida alleanza
terapeutica per il momento in cui il paziente entrerà nel gruppo, esplorare le fantasie personali sulla
psicoterapia di gruppo;
Usare lo stesso terapeuta sia per la psicoterapia individuale che per quella di gruppo.
Il terapeuta deve sostenere attivamente il paziente se gli altri membri lo rendono il capro espiatorio.
Ciclo vitale
Gioventù
I pazienti narcisisti che giungono in trattamento da giovani si lamentano spesso della
qualità delle loro relazioni intime: dopo l'entusiasmo iniziale la relazione si consuma,
l'idealizzazione del partner lascia spazio alla svalutazione o alla noia => finiscono col
ritirarsi alla ricerca di nuovi partner in grado di soddisfare i loro bisogni di ammirazione,
affermazione, amore incondizionato e perfetta armonia.
Difficoltà coniugali
Inizialmente possono richiedere una terapia della coppia a causa di problemi sessuali,
depressione o comportamenti impulsivi => spesso dietro l'apparenza c'è il timore di
essere svergognato ed umiliato dal partner;
Tali relazioni matrimoniali possono essere fortemente refrattarie alla terapia della
coppia coniugale poiché il coniuge narcisista percepisce le offese come così
pregiudizievoli che il perdono diviene improponibile, mentre il coniuge che offende non
può fare niente che potrebbe eventualmente riparare i motivi di lagnanza.
Vecchiaia
I pazienti narcisisti di solito trovano l'invecchiamento molto disturbante => in molti casi
questi pazienti sono attraenti fisicamente o dotati di fascino interpersonale ed hanno
ottenuto un certo grado di successo durante la loro giovinezza.
Sebbene possano posporre il confronto con il loro vuoto nucleare, non potranno mai
sfuggirvi => per provare la loro giovinezza e vigore essi possono compiere gesti
impulsivi ed estremi (relazioni extraconiugali, maratona, conversione religiosa).
Kernberg (1974) => anche se lo sforzo terapeutico sarà coronato solo in parte dal
successo, aiuterà il paziente ad attenuare la sofferenza della seconda metà della vita.
Asse II - Gruppo B: paziente antisociale
Evoluzione dei termini
Termini
Antisociale (ampio spettro di pazienti) => continuum formato da pazienti affetti da:
psicopatia primitiva nella sua forma più pura (incurabile);
disturbo di personalità con caratteristiche antisociali egosintoniche;
disturbo narcisistico con disonestà nel transfert (curabile in alcune circostanze). Altri
termini utilizzati => psicopatico, sociopatico, disturbo di carattere.
Descrizione clinica
Cleckley
(1941)
Psicopatia (origine psicologica) => individuo non palesemente psicotico ma il cui
comportamento è così caotico e scarsamente in sintonia con le richieste della realtà e
della società che è possibile inferire una psicosi al di là della facciata.
1. Tutte le interazioni con gli altri sono caratterizzate dall'aggressività e dal potere
piuttosto che da attaccamento affettivo.
2. L'unico prova di uno sviluppo del Super-Io è la presenza dei suoi precursori sadici che
si manifestano in un comportamento sadico e crudele verso gli altri.
3. L'oggetto ideale interiorizzato è un introietto altamente aggressivo (oggetto-Sé
estraneo) fondato su una figura genitoriale violenta o trascurante.
4. Non viene mostrato alcun interesse nel razionalizzare o nel giustificare moralmente il
proprio comportamento.
5. Non c'è adesione a nessun sistema di valori che non sia l'esercizio aggressivo e
sfruttante del potere.
Decenni successivi
Il termine psicopatico cade in disuso.
Sociopatia => enfasi sull'origine sociale del disturbo.
Anni '80
Ritorno del termine psicopatia.
Meloy (1988) => caratteristiche dello psicopatico:
totale assenza di empatia; stile relazionale sado-masochistico fondato sul potere invece
che sul legame emotivo.
Person (1986) => disturbo degli impulsi in cui l'immediato sollievo dell'ansia è più
importante di qualsiasi conseguenza a lungo termine.
Limiti del DSM
I criteri riflettono più aspetti comportamentali che psicodinamici.
Non è particolarmente utile nel determinare la curabilità del paziente specifico.
Definizioni
operative
Non sempre coincidono:
Psicopatico => costrutto psicodinamico. Paziente antisociale => categoria puramente
descrittiva del DSM IV.
Epidemiologia
Prevalenza => 2-3% della popolazione in USA (soprattutto maschi).
Patologia antisociale e tossicomania => 52-65% di comorbilità nei delinquenti. Il genere
influenza lo sviluppo delle tendenze di personalità isterica/istrionica:
maschi => personalità antisociale; femmine => disturbo di somatizzazione (isteria).
Comprensione psicodinamica. Fattori biologici
Contribuiscono in modo evidente all'eziologia e alla patogenesi => dimostrati da:
criminalità => la concordanza nei gemelli monozigoti è 2-3 volte maggiore rispetto ai dizigoti;
alterazioni neuropsicologiche => nel 91% dei psicopatici; fattori ormonali e neurochimici => aggressività;
iperattività a livello di SNA.
Comprensione psicodinamica. Fattori psicologici
Relazione
madre-bambino
Precoci problematiche nella relazione madre-bambino (privazioni o abusi).
I pazienti non hanno sicuramente raggiunto il livello evolutivo della costanza d'oggetto
=> manca loro un introietto materno confortante.
Sé grandioso
Kernberg (1975) => fusione del Sé reale, del Sé ideale e dell'oggetto interno ideale.
I pazienti antisociali costruiscono un Sé grandioso patologico (= disturbo narcisistico),
ma l'oggetto ideale è un introietto aggressivo (¹ disturbo narcisistico).
Oggetto interno ideale =>oggetto-Sé estraneo (riflette un vissuto del genitore come un
estraneo di cui non fidarsi, che nutre sentimenti negativi verso il bambino).
Stasi evolutiva
Separazione-individuazione e sviluppo della costanza d'oggetto => incompleti. Al tempo
stesso, l'attaccamento emotivo del bambino verso la madre è deragliato poiché la madre
viene vissuta come estranea o predatrice.
Nel successivo sviluppo del bambino coesistono due processi separati:
un profondo distacco da tutte le relazioni e da tutte le esperienze affettive;
una modalità maggiormente correlata all'oggetto caratterizzata da tentativi sadici di
legarsi agli altri attraverso l'esercizio del potere e della distruttività.
Assenza di ansia e
colpa
Il ritiro dalle relazioni preclude un normale passaggio del bambino alla posizione
depressiva e alla fase edipica dello sviluppo.
Inconsapevole degli altri come individui separati con sentimenti personali => non
sviluppano la capacità di provare ansie depressive o colpa in relazione alla
preoccupazione degli effetti delle proprie azioni lesive sugli altri. I tentativi di suicidio
tendono ad esprimere una rabbia narcisistica piuttosto che una genuina disperazione e
un desiderio di morte.
Super-Io
deficitario
Seria incapacità di introiezione => grave deficienza dello sviluppo del Super-Io. Pazienti
antisociale => lacune del Super-Io con aree circoscritte dove non opera. Paziente
psicopatico => completa assenza di qualunque sforzo per cercare di giustificare
moralmente o di razionalizzare il proprio comportamento.
Psicopatia
vs
narcisimo
Kernberg (anni '80) => la psicopatia è una variante primitiva del disturbo narcisistico
con la medesima sottostante organizzazione borderline che fa affidamento su difese
primitive e su relazioni d'oggetto interne altamente patologiche.
Invidia: preclude dalle relazioni significative con gli altri => noia e vuoto tormentanti (lo
psicopatico tratta questi affetti con una aggressività maggiore);
Fascino manipolativo: narcisista => fondato su una stima di sé più stabile; psicopatico Þ
distruggere simbolica, umiliare e dominare gli altri.
Scissione (preminente negli antisociali) =>: la discontinuità nella rappresentazione di sé
prende la forma del disconoscimento del proprio comportamento passato.
Considerazioni terapeutiche. Trattamento ospedaliero
Setting contenitivo Questi individui portati all'azione non entrano mai in contatto con i propri stati affettivi
finché hanno lo sbocco comportamentale per scaricare i propri impulsi. È solo quando
sono immobilizzati da un setting di ricovero che lo staff terapeutico comincia a vederli
esprimere emozioni come ansia e senso di vuoto.
Atteggiamento
manipolativo
Il paziente è consapevolezza che il ricovero ospedaliero è più confortevole del carcere
=> può indurre i membri dello staff a pensare che stanno beneficiando notevolmente
delle cure => convincerli a dimetterlo prima del previsto.
Strutture
specializzate
Ampio consenso => i veri psicopatici non sono di competenza dei reparti di psichiatria
generale poiché non traggono beneficio da tale trattamento (tendono a trasformare
l'esperienza in un momento da sfruttare).
Strutture in ambienti carcerari, programmi residenziali in comunità non sanitarie,
programmi in riserve naturali.
Programmi
Confronto tra pari: gli altri psicopatici hanno familiarità con le tecniche "dell'arte
dell'imbroglio" dei loro simili => allorché esse vengono messe a confronto in modo
significativo, la loro efficacia è neutralizzata.
Regole: questi programmi impiegano anche strutture costrittive con regole chiare e
rigidamente imposte => le conseguenze per ogni tipo di trasgressione delle regole di
qualunque genere sono messe in pratica rapidamente, senza tollerare alcun tipo di
patteggiamento, di sconti o di giustificazioni da parte dei pazienti.
Benevolenza
dei terapisti
I professionisti della salute mentale, per la natura stessa della propria scelta
professionale, sono inclini ad una certa disponibilità e benevolenza verso i propri
pazienti => sono pronti a fornire ai pazienti il beneficio del dubbio e a considerarli in
qualche modo trattabili per quanto possano apparire resistenti.
Questa tendenza può indurre i terapeuti a:
sottovalutare il livello di spietatezza dei pazienti psicotici;
presumere che il comportamento antisociale sia un "pianto d'aiuto".
Profondo bisogno dei membri dello staff di considerarsi capaci di trattare i pazienti
intrattabili => sforzi straordinari per entrare in relazione con pazienti che non nutrono
alcun interesse verso le relazioni umane significative.
Diniego controtransferale => i clinici possono colludere con la tendenza del paziente a
minimizzare la gravità del proprio comportamento antisociale e della patologia superegoica (diagnosi in difetto, sopravvalutazione della trattabilità).
Fattori predittivi
Risposta terapeutica negativa:
anamnesi positiva per arresti per reato; anamnesi positiva per menzogne, falsità,
raggiro; pendenze legali da definire al momento del ricovero; anamnesi positiva per
condanne di reato; ricoveri obbligatori come alternativa all'incarcerazione; anamnesi
positiva per violenze verso terzi;
diagnosi sull'Asse I di alterazione cerebrale organica.
Risposta terapeutica positiva:
presenza di ansia; diagnosi sull'Asse I di depressione; diagnosi sull'Asse I di psicosi (¹
depressione o sindrome cerebrale organica).
Fondamento del
trattamento
Una struttura rigidamente controllata.
Il trattamento deve essere considerato inizialmente come una semplice prova per
determinare la disponibilità del paziente.
Contratto => tutte le condizioni devono essere espresse per iscritto al momento
dell'ingresso e il paziente ne deve avere una copia di riferimento.
Pensiero difettuale
I membri dello staff devono funzionare come un Io ausiliario in termini di giudizio =>
devono mettere in evidenza ripetutamente che questi pazienti non sono capaci di
prevedere le conseguenze dei loro comportamenti.
Lo staff deve aiutare il paziente a interporre il pensiero tra l'impulso e l'azione e ad
apprendere che impulsi ed azioni originano dai sentimenti (alessitimia).
Reazioni
controtransferali
Meloy (1988): pseudo-identificazione maligna => lo psicopatico imita consciamente o
simula inconsciamente un certo comportamento per incoraggiare l'identificazione della
vittima con il suo personaggio, così da accrescere la vulnerabilità della vittima allo
sfruttamento.
Incredulità => diniego che il paziente sia realmente "così cattivo": razionalizzare il
comportamento antisociale come se fosse dovuto a problemi di abuso di sostanze o di
ribellione adolescenziale, considerando il paziente come depresso o incompreso.
Collusione => il paziente finisce per corrompere uno o più membri dello staff convinti di
aiutarlo: facendosi coinvolgere in tale agito controtransferale possono commettere atti
illegali o immorali.
Condanna => spesso i membri dello staff sostengono che il paziente è totalmente
intrattabile e che non dovrebbe essere fatto nessuno sforzo per stabilire una relazione
terapeutica: questa reazione si fonda sulla passata esperienza terapeutica con individui
simili.
Altre comuni reazioni:
sentimenti di disperazione e impotenza con il paziente resistente; desideri di
distruggere il paziente (rabbia);
sentimenti di incapacità e di perdità d'identità;
timore di un attacco aggressivo da parte di pazienti minacciosi e pericolosi => può
indurre lo staff ad evitare di strutturare le rigide regole di cui il paziente ha un disperato
bisogno.
Tutte queste strategie si concentrano nel qui ed ora nell'ambiente poiché esplorare l'origine infantile di tali
problematiche è spesso inutile => se un intervento non viene fatto immediatamente dopo un agito
comportamentale, allora il paziente può scartarlo o dimenticarlo.
Psicoterapia individuale
Trattamento
ambulatoriale
Destinato a fallire => gli affetti saranno scaricati attraverso l'azione perché non vi è
nessun ambiente contenitivo in cui controllare tale canalizzazione.
Compito del clinico
Determinare quali pazienti meritano il tempo, l'energia e il costo finanziario richiesti da
un processo terapeutico a lungo termine e dall'esito incerto:
Paziente psicopatico => non trattabile (il trattamento non dovrebbe essere tentato).
Paziente antisociale => più trattabile:
mostrano un transfert dipendente => comportamento rabbioso rispetto ad essa;
oggetto ideale interno => meno aggressivo di quello dello psicopatico; grado di
trattabilità => capacità di formare una parvenza di legame emotivo con gli altri e di
esprimere una funzione super-egoica sia pure rudimentale.
Controindicazioni
Meloy
(1988)
6. Comportamenti sadici, violenti verso gli altri Þ ferite gravi o morte.
7. Assenza di rimorso o di razionalizzazione per tali comportamenti.
8. Incapacità pregressa di sviluppare legami emotivi con gli altri.
9. Intelligenza superiore (Þ ostacola il processo) o un ritardo mentale moderato (=>
incapacità ad afferrare gli interventi del terapeuta).
10. Intensa forma controtransferale di attacchi aggressivi in clinici esperti anche in
assenza di un chiaro comportamento da parte del paziente.
Invidia
Sentimento eccitante di trionfo per un imbroglio riuscito => associato al disprezzo che
funge da difesa nei confronti dell'invidia per le qualità positive del terapeuta.
L'evitamento da parte del paziente di una relazione significativa con il terapeuta lo
protegge dal provare dei sentimenti di invidia ma lo lascia nel sentimento di vuoto.
Raccomandazioni
11. Il terapeuta deve essere solido, tenace ed assolutamente incorruttibile => ogni
deviazione dalla struttura e dal contesto è inammissibile.
12. Il terapeuta deve mettere costantemente il paziente di fronte al suo diniego e alla
minimizzazione del suo comportamento antisociale => aiutare il paziente a divenire
consapevole delle proprie tendenze ad esteriorizzare tutta la colpa, così che possa
cominciare ad ammettere e ad accettare la propria responsabilità.
13. Il terapeuta deve aiutare il paziente a mettere in rapporto le sue azioni con i suoi
stati interiori.
14. I confronti sul comportamento del qui ed ora sono più efficaci rispetto alle
interpretazioni del materiale inconscio del passato.
15. Il controtransfert deve essere rigorosamente controllato per evitare degli agiti da
parte del terapeuta.
16. Il terapeuta non deve nutrire eccessive aspettative di miglioramento.
Progresso lento
Ad un certo livello i pazienti contrasteranno il terapeuta ad ogni passo del percorso per
evitare di abbandonare la propria grandiosità.
I terapeuti devono essere consapevoli di questa resistenza e devono rendersi conto che
la coesione interna del paziente dipende da un concetto di Sé grandioso.
Neutralità
I terapeuti non possono ragionevolmente aspettarsi di mantenere una posizione
neutrale nei confronti delle attività antisociali del paziente => equivale ad un tacito
consenso o ad una collusione con le azioni del paziente. Qualora i terapeuti rimanessero
colpiti dal comportamento antisociale del paziente, dovrebbero semplicemente
comunicarlo.
Asse II - Gruppo B: paziente isterico ed istrionico
Evoluzione del termine
Criteri del DSM
Nel DSM-III il disturbo isterico scompare dalla nomenclatura diagnostica della psichiatria
=> disturbo istrionico come sinonimo, ma i criteri descrivevano una variante più
primitiva, più impulsiva e meno stabile (più simile al disturbo borderline).
Il DSM-III-R ampliò i criteri per rendere le caratteristiche diagnostiche più vicine al
classico disturbo isterico => gli studi basati su questi criteri hanno rilevato una
sovrapposizione tra le diagnosi di personalità istrionica e borderline del 44-95%.
DSM-IV ha aggiunto un nuovo item, ma sfugge ai nuovi criteri la personalità isterica ben
integrata e con un funzionamento più evoluto.
Isterico vs istrionico
Confusione
dei termini
Tendenza a considerare le caratteristiche del comportamento, invece della comprensione
psicodinamica.
Isterico => usato anche per descrivere una malattia prevalentemente femminile:
frequente ricorso alla chirurgia e molteplici lamentele somatiche = sindrome di Briquet o
disturbo da somatizzazione; sindrome di conversione senza base organica = disturbo di
conversione.
Sintomi isterici di conversione e disturbo isterico di personalità => non correlati né dal
punto di vista clinico, né psicodinamico.
Letteratura
moderna
Convergenza di opinione sull'esistenza del paziente isterico:
sano => disturbo isterico di personalità;
malato => disturbo istrionico di personalità.
I due gruppi rappresentino: per alcuni autori => gradazioni lungo un continuum; per
altri autori => entità diagnostiche distinte.
Caratteristiche
comuni
Emotività labile e superficiale. Ricerca di attenzione. Disturbo della funzione sessuale.
Dipendenza ed impotenza. Autodrammatizzazione.
Profani
Definiscono isterico colui che presenta una iper-reattività drammatizzata, ma questo
termine definisce meglio l'individuo istrionico.
Differenziazione
Disturbo isterico di personalità
Disturbo istrionico di personalità
Emotività ristretta e circoscritta.
Emotività florida e generalizzata.
Esibizionismo sessuale e bisogno di essere amati.
Esibizionismo avido con un aspetto esigente, orale che è
"freddo" e meno partecipe.
Buon controllo degli impulsi.
Impulsività generalizzata.
Seduttività sottilmente attraente.
Seduttività cruda, inadeguata e distanziante.
Ambizione e competitività.
Afinalismo e impotenza.
Super-Io rigido e alcune difese ossessive.
Super-Io superficiale con predominanza di difese
primitive (scissione ed idealizzazione).
I desideri sessuali nel transfert si sviluppano
gradualmente e sono considerati irrealistici.
Intensi desideri transferali sessualizzati che si sviluppano
rapidamente e che sono ritenuti come aspettative
realistiche.
Confronto
I pazienti con disturbo isterico:
sono teatrali ed esibizionisti in modo più sottile; esprimono la sessualità in modo più
timido ed accattivante; nel lavoro hanno un ragionevole successo.
Wallerstein => mettere a fuoco il comportamento manifesto piuttosto che le dinamiche
sottostanti può condurre ad errori diagnostici.
Genere e diagnosi
Personalità isterica associata al sesso femminile => stereotipi culturali più legati al ruolo sessuale che alle
psicodinamiche. Largamente documentato nei maschi => 2 tipologie:
ipermascolino (= Don Giovanni, seduttivo, antisociale); passivo effeminato (= gagà, omosessuale,
eterosessuale impotente => paura delle donne).
Sottotipi => differenti comportamenti, ma simili meccanismi psicodinamici.
Stile cognitivo e meccanismi di difesa
Stile
impressionistico
Shapiro (1965) => il tipico stile cognitivo è generico, relativamente aspecifico e privo di
precisione, in particolare rispetto ai dettagli specifici.
Quanto affrontano un test psicologico, questi pazienti tendono ad evitare di concentrarsi
sui fatti e a rispondere invece con vaghe impressioni.
Meccanismi
di difesa
Questo stile è complementare ai due principali meccanismi di difesa.
Rimozione => facilitata dalla lacunosa ritenzione dei fatti da parte del paziente e dalla
conseguente eccentrica rievocazione dei fatti impressionistica e imprecisa.
Diniego => la labilità dell'attenzione facilita il disconoscimento di aspetti di realtà.
Atteggiamento
blasé
I pazienti manifestano un atteggiamento di indifferenza nei confronti di certi aspetti della
realtà che essi sembrano scotomizzare => incapacità di integrare o riconoscere le
implicazioni, le conseguenze e i dettagli dell'esperienza.
Horowitz
(1977)
Definizione operazionale della personalità isterica basata su:
schemi a breve durata (minuti o secondi) => modalità di processare le informazioni
(globale dispiegarsi dell'attenzione e comunicazioni incomplete ed imprecise);
schemi a media durata (ore o giorni) => tratti (comportamento infantile,
suggestionabilità, sbalzi d'umore, seduttività sessuale e ricerca d'attenzione);
schemi a lunga durata (mesi o anni) => relazioni interpersonali (interazioni vittimaaggressore o figlio-genitore e tematiche di salvataggio o stupro).
Comprensione psicodinamica. Femmine
Valutazione
psicodinamica
Cruciale per definire una psicoterapia appropriata.
Difficoltà nelle due classiche fasi psicosessuali:
pazienti istrioniche => difficoltà nella fase orale (privazione materna);
pazienti isteriche => difficoltà nella risoluzione della fase edipica.
Paziente istrionica
Mancanza di cure materne => si rivolge al padre (bisogno di dipendenza) => impara a
civettare e manifestare in modo teatrale ed esibizionistico le proprie emozioni per
ottenere attenzioni paterne.
Con la maturità impara che deve rimuove la sessualità genitale per poter rimanere la
"piccola ragazza di papà".
Spesso si impegna in comportamenti sessuali promiscui (insoddisfacenti) => il pene
maschile è solo un sostituto del seno materno (inconsciamente desiderato).
Paziente isterica
Delusa dalla madre in una fase più evoluta => non potendola possedere fisicamente
(come fa il padre), trasferisce le pulsioni falliche e libidiche sul padre.
Quelle pazienti che non riescono a passare dalla madre al padre:
mantengono con lei un legame fallico inconscio => eludere la ferita narcisistica;
spostano le pulsioni falliche dai genitali a tutto il corpo => iperfemminilità.
Corpo fallo: => la paziente abbellisce il suo corpo, rendendosi intrusiva e aggressiva: la
paziente si difende così dalla rabbia e dalla delusione nei confronti della madre,
attraverso un positivo ed idealizzato attaccamento a lei. Apparentemente eterosessuale,
ma continua ad avere la madre come oggetto d'amore inconscio (omosessuale) =>
nessun uomo può competere con la madre. Alcune pazienti passano dalla madre al
padre, ma non riescono poi a lasciarlo (padre idealizzato) => rivalità inconsapevole con
la madre, desiderio di sostituirsi a lei.
Anorgasmia => desiderio di acquisire potere sugli uomini attraverso l'atto sessuale.
I legami con il padre possono essere:
consci => rabbia = difesa contro i propri sentimenti sottostanti;
rimossi => relazioni triangolari con uomini sposati, gelosia per le altre pazienti.
Comprensione psicodinamica. Maschi
Paziente istrionico
Esperienza di deprivazione materna => si rivolge al padre per ricevere cure => se questi
è assente o non disponibile emotivamente, il bambino può:
può imitare la madre e sviluppare un'identità passiva o effeminata, oppure;
può mimare stereotipi culturali di ipermascolinità e contrastare la spinta regressiva di
essere come la madre.
Paziente isterico
Accede alla fase fallica legato intensamente alla madre.
Percepisce i propri genitali come inadeguati rispetto al padre o ad altri maschi. Rimane
attaccato alla madre, divenendo passivo ed effeminato (identificazione) => non è
omosessuale, ma le sue relazioni servono per rassicurarsi dall'inadeguatezza genitale Þ
sempre deluso dalle donne (nessuna può superare la madre).
Stile di vita celibe (sacerdozio) vs attività ipermascolina (body-building, corteggiamento
compulsivo delle donne => "veri uomini").
Caratteristiche generali
Incesto e seduzione Le bambine vengono realmente sedotte oppure fanno fantasie di seduzione.
infantile
Molte donne vittime di incesto hanno potenti fantasie di essere vittime d'incesto e
desideri intensi nei confronti dell'esecutore materiale dell'abuso.
Donne che non sono mai state violentate dai propri padri possono avere consci o
inconsci desideri sessuali nei loro confronti.
Campo intermedio: accadono interazioni erotizzate che non culminano nell'incesto ma
ne incoraggiano le fantasie.
Patogenesi
evolutiva
Storia di incesto reale più verosimilmente riscontrata nel paziente istrionico.
Ripetizione del trauma originario => relazioni proibite, per padroneggiare ora in modo
attivo (prendendo l'iniziativa) un trauma prima vissuto passivamente.
È probabile che la paziente isterica di alto livello abbia avuto una relazione speciale con
il proprio padre (es. salvarlo da un matrimonio infelice).
I padri in tali situazioni possono dare sottili o manifesti segnali di disapprovazione ogni
volta che le figlie si interessano ad altri uomini (= incesto).
Considerazione terapeutica. Psicoterapia individuale
I pazienti isterici rispondono bene alla psicoterapia individuale espressiva o alla psicoanalisi Þ si legano
facilmente al terapeuta (percepito come utile) e sviluppa rapidamente un'alleanza terapeutica. Strategie
terapeutiche: pazienti istrionici = pazienti borderline.
Motivi della
consultazione
Portano un sintomo discreto (es. disfunzione sessuale), ma entrano in terapia per
un'insoddisfazione generale nelle modalità relazionali (rottura di un matrimonio o di una
storia d'amore).sentimenti di ansia e depressione per le delusioni con il partner attuale.
Principi di tecnica
Regola empirica
Individuare la resistenza (stile cognitivo del paziente, legato alle difese) prima di
tentare di interpretare il contenuto sottostante.
Aspettative
I pazienti iniziano la terapia con l'aspettativa inconscia che il terapeuta sia in grado di
comprenderli in modo intuitivo non verbale e senza conoscere i dettagli del loro mondo
interno => l'approccio iniziale deve essere gestito per ottenere quanti più dettagli è
possibile da parte del paziente.
Obiettivi
Aiutare il paziente a:
riflettere per definire precisamente i sentimenti espressi in modo vago (difesa);
connettere idealmente un sentimento ad un altro => insegnargli a sentire più
profondamente e genuinamente; tollerare gli affetti profondi: incremento di dettagli =>
maggior sentimento di Sé come persona attiva in relazione con l'ambiente (non vittima
passiva).
Regola cardine
Frustrare piuttosto che gratificare il desiderio del paziente di avere informazioni circa la
vita privata del terapeuta => gratificare queste richieste le rende interminabili.
Cambiamento
Il cambiamento dello stile cognitivo comporta il cambiamento delle relazioni oggettuali e
lo sviluppo di nuovi modelli di percezione delle relazioni (non più vittime degli altri, ma
ruolo attivo) => questa transizione può richiedere anni. Il lavoro terapeutico all'interno
del transfert è il principale veicolo di cambiamento (per la riproposizione delle relazioni
esterne).
La scorretta gestione del transfert (erotico) causa l'insuccesso della terapia.
Transfert
erotico
Transfert erotico = amore di transfert => parte del transfert positivo costituito da un
miscuglio di sentimenti di tenerezza, erotismo e sessualità per l'analista.
Nelle pazienti isteriche si sviluppa gradualmente e con considerevole vergogna ed
imbarazzo => gli intensi desideri sessuali per il terapeuta sono vissuti come egodistonici
e la paziente ne riconosce l'inappropriatezza.
Blum (1973): transfert erotizzato => il paziente isterico fa una domanda tenace ed
egosintonica di gratificazioni sessuali (a causa delle debolezze egoiche, le realtà interna
ed esterna sono confuse => considera l'aspettativa di appagamento sessuale con il
terapeuta come ragionevole ed auspicabile).
A questi sentimenti transferali si possono accompagnare disastrosi agiti
controtransferali (legati a problemi del terapeuta).
Aspetto positivo del transfert erotico:
fornisce al terapeuta una ricapitolazione dal vivo di una relazione passata nella
situazione attuale della relazione di transfert; i problemi del paziente rispetto all'amore
e alla sessualità possono essere esaminati in una relazione più sicura dove non vi
saranno abusi o violenze.
Gestione del Transfert erotico
1. Esaminare i sentimenti controtransferali.
2. Accogliere il transfert erotico, senza sfruttarlo, come rilevante materiale terapeutico da comprendere.
3. Valutare i significati multipli del transfert nella sua funzione di resistenza all'approfondimento del processo
terapeutico.
4. Interpretare i nessi fra il transfert e le relazioni attuali e passate.
Esame del
controtransfert
Le reazioni controtransferali da parte del terapeuta nei confronti dei sentimenti erotici
del paziente possono significare:
riattivazione di una situazione passata del terapeuta, e/o identificazione con un aspetto
proiettato del paziente;
Paziente => oggetto vietato, ma sessualmente eccitante per il terapeuta.
È importante valutare il peso dei propri contributi rispetto a quelli del paziente =>
esperienza terapeutica personale.
Errori
Vedere il transfert erotico dove non c'è (per rispondere alla propria eccitazione sessuale
la si disconosce e la si proietta nelle pazienti definite seduttive).
Distaccarsi freddamente in risposta alle confessioni del paziente di intensi desideri
erotici verso il terapeuta (diviene silenzioso, meno empatico e distante) => controllo
degli impulsi sessuali che appaiono minacciosi.
Ansia e paura che i sentimenti sessuali propri e del paziente possano sfuggire al
controllo => terapeuta devia la conversazione dalle espressioni di amore o di
eccitazione sessuale, oppure interpreta prematuramente tali sentimenti come resistenze
o digressioni dal compito terapeutico (questa reazione comunica al paziente che i
sentimenti sessuali sono inaccettabili e disgustosi => collusione).
Incoraggiare e promuovere i sentimenti erotici per la propria gratificazione da voyeur,
per la voglia di essere idealizzati e amati (a causa di una situazione infantile).
Comprensione
Dopo aver monitorato i sentimenti controtransferali, il terapeuta dovrà trasmettere al
paziente che i sentimenti sessuali o di amore sono comprensibili all'interno
dell'esperienza terapeutica (per comprendere il passato si deve permettere al transfert
erotico di svilupparsi pienamente).
Far capire al paziente l'importanza dei sentimenti che sta provando (per comprendere le
reazioni passate, non vanno gratificati i desideri).
Empatia con la frustrazione e l'imbarazzo del paziente per la situazione.
Valutazione dei
significati
Transfert erotico determinato dal principio della funzione multipla: va esplorato
attraverso le associazioni del paziente, i suoi sogni e i suoi ricordi, nei molteplici
significati anche inconsci.
Valutazione di cosa precede lo sviluppo del transfert erotico e di cosa consegue alla sua
comparsa => esempi:
difesa dall'invidia verso il terapeuta => sessualizzazione = svalutazione;
difesa da altri sentimenti => evitare il processo di lutto alla fine di una relazione,
sostituisce il desiderio primitivo e minaccioso di fusione;
desiderio di offendere, confondere, distruggere il terapeuta.
Nessi transfertpassato
Interpretazione del transfert erotico => riduzione di desiderio e di resistenze. Momento
opportuno dell'interpretazione = i legami con le relazioni del passato e con quelle attuali
extratransferali sono vicini alla consapevolezza conscia. Sottolineare al paziente che
l'amore di transfert è una ripetizione del passato e chiedergli cosa gli ricordi può
preparare il terreno alle successive interpretazioni.
Segnali di allarme
Superare la durata consueta delle sedute. Ridurre l'onorario o non far pagare il
paziente. Svelare aspetti della propria vita privata al paziente.
Fantasticare costantemente sul paziente. Attenzione particolare al proprio aspetto prima
dell'appuntamento con il paziente. Abbracciarlo o ricercare altre forme di contatto fisico.
Desiderare di incontrarlo in un setting non clinico. Immaginare di salvarlo dalla sua
infelicità.
Indicazioni
Mantenere i confini. Dire che il contatto fisico è vietato. Commento pedagogico per
invitare ad usare il linguaggio e così far funzionare la terapia.
Differenze di generi sessuali nel transfert erotico
Si sviluppa maggiormente nelle pazienti di sesso femminile nei confronti di terapeuti maschi.
Spiegazioni
Lester => il paziente maschio vive la terapeuta femmina come una potente madre
fallica pre-edipica che può offuscare ed inibire l'espressione dei propri sentimenti
sessuali nei confronti dell'analista quale madre edipica;
La passività regressiva nella terapia analitica contrasta con l'inclinazione
tradizionalmente attiva del ruolo sessuale maschile (l'esperienza di questo autore non è
stata confermata da tutte le terapeute donne).
Gormick => per i pazienti maschi è inaccettabile essere passivi e dipendenti di fronte ad
una donna piuttosto che esprimere direttamente i loro sentimenti sessuali.
Person => molti pazienti maschi possono sopprimere o negare il transfert erotico,
provato verso un terapeuta maschio, a causa delle ansie omosessuali.
Gabbard => difesa nei confronti di sentimenti d'amore e di desideri più problematici
difficili da esprimere.
Differenze nella
manifestazione
Il transfert erotico nei pazienti maschi nei confronti delle terapeute femmine non è così
intenso e prolungato come accade alle pazienti donne verso i terapeuti maschi => a
causa del diverso sviluppo etico tra uomini e donne (Person).
Le donne si definiscono attraverso affiliazioni e relazioni, gli uomini valorizzano
l'autonomia (virilità minacciata dalla dipendenza).
Transfert erotico:
donne: = desiderio d'amore; uomini = desiderio sessuale.
I pazienti maschi orienteranno i loro sentimenti erotici nei confronti della loro terapeuta
su una donna esterna alla terapia, altrimenti sarebbe una minaccia al loro senso di
autonomia.
Psicoterapia di gruppo
I pazienti buoni candidati per la psicoterapia individuale lo sono anche per quella di gruppo.
Nel gruppo i pazienti isterici vengono valorizzati dagli altri membri per la loro capacità di esprimere i sentimenti
e per l'attenzione nei confronti degli altri. Gli istrionici, invece boicottano gli altri richiedendo di essere al centro
dell'attenzione (trattamento anche individuale = borderline).
Aspetti positivi
Lo stile cognitivo e le difese associate (rimozione e diniego) sono trattate efficacemente
grazie all'aiuto degli altri pazienti del gruppo a vedere come essi tendano a distorcere
l'immagine di sé e degli altri, omettendo i dettagli.
Sviluppano un transfert materno positivo verso il gruppo nel suo complesso
(opportunità di ricevere il nutrimento perduto nell'infanzia) => buona motivazione a
frequentare il gruppo.
Asse II - Gruppo B: paziente ossessivo-compulsivo, evitante e
dipendente
Le persone che soffrono di questi disturbi hanno un'ansia o una paura quale caratteristica preminente.
Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità
Schemi duraturi di comportamento egosintonici (¹ disturbo ossessivo-compulsivo => egodistonici).
Egosintonia
Le caratteristiche di personalità raramente causano disagio agli stessi pazienti e possono
anche essere considerati come altamente adattivi.
La tipica devozione rigorosa al lavoro permette di raggiungere un successo rilevante in
professioni dove l'attenzione al dettaglio è essenziale.
Il successo nella sfera professionale è spesso ottenuta ad un prezzo elevato => le altre
persone significative spesso trovano difficile vivere con il paziente e frequentemente lo
spingono a chiedere una consultazione psichiatrica.
Sovrapposizione
diagnostica
Ricerche psicodinamiche => somiglianze nelle fasi psicodinamiche: molti individui con
sintomi nevrotici ossessivo-compulsivi hanno anche una sottostante struttura caratteriale
di tipo ossessivo-compulsiva.
Studi empirici non-psicodinamici => un'ampia gamma di disturbi di personalità si
verificano nei pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo.
Comprensione psicodinamica
Primi contributi
psicanalitici
Focus sulla relazione tra certi tratti del carattere (ostinatezza, parsimonia, ordine) con la
fase anale dello sviluppo psicosessuale.
Angoscia di castrazione => regressione alla relativa sicurezza della fase anale. Super-Io
punitivo => difese dell'Io (isolamento dell'affetto, formazione reattiva,
intellettualizzazione, annullamento retroattivo, spostamento).
Contributi recenti
Focus sugli elementi interpersonali (stima di Sé, gestione della rabbia e della
dipendenza, stile cognitivo, problemi dell'equilibrio tra lavoro e relazioni emotive).
Bassa stima
di sé
Esperienza di non essere sufficientemente valorizzati od amati dai propri genitori. Forte
ma inappagato desiderio nostalgico di dipendenza e riserva di rabbia verso i genitori per
non essere stati più disponibili emotivamente.
I pazienti trovano sia la rabbia sia la dipendenza consciamente inaccettabili => difese.
Relazioni
intime
L'intimità fa sorgere la possibilità di essere travolti da intensi desideri di essere amati,
con il concomitante potenziale di frustrazione connesso con questi desideri. I sentimenti
inerenti alle relazioni di intimità sono minacciosi perché contengono la potenzialità di "far
perdere il controllo" (paura fondamentale). Bisogno di controllare gli altri =>
preoccupazione che le fonti di nutrimento nell'ambiente siano effimere e possano
scomparire.
Rabbia
Alto livello di aggressività ed intensi desideri distruttivi inconsci => allontanamento degli
altri o loro contro-aggressione (proiezione).
Bassa stima di Sé + sensazione infantile di non essere valorizzato + distruttività verso gli
altri => paura di perdere gli altri.
Perfezione
Se può raggiungere uno stato di perfezione trascendente, allora può finalmente ricevere
l'approvazione e la stima dei genitori che gli è mancata da bambino.
Genitore insoddisfatto => interiorizzato come Super-Io troppo esigente.
I pazienti raramente sembrano soddisfatti dei loro successi => sembrano spinti
soprattutto dal desiderio di ottenere un sollievo dal proprio Super-Io che li tormenta
piuttosto che da un genuino desiderio di piacere.
Stile cognitivo
I pazienti cercano di essere sempre perfettamente razionali e logici => temono che ogni
situazione emotivamente non controllata e la propria tendenza meccanica ad essere
totalmente privi di emozioni possano spingere quelli che li circondano a distrarsi.
Schemi di pensiero rigidi e dogmatici => qualità compensatorie per il sottostante dubbio
di sé e per l'ambivalenza che affligge il paziente.
I pazienti possono rimuginare all'infinito su piccole decisioni => possono sentire che il
rischio di commettere un errore è così grande da precludere una decisione definitiva in
un senso o nell'altro.
Super-Io
ipertrofico
Scarsa autonomia rispetto alle ingiunzioni del proprio Super-Io.
I pazienti si comportano come fanno perché devono, senza alcun riguardo al modo in cui
il loro comportamento si ripercuote sugli altri.
Super-Io rigido nelle richieste di perfezione => quando queste richieste non sono
soddisfatte per lungo tempo può emergere una depressione.
Considerazioni terapeutiche
Psicoanalisi, psicoterapia ad enfasi espressiva e psicoterapia di gruppo => notevoli miglioramenti.
Problemi
terapeutici
Idea di inconscio => minaccia al senso di controllo del paziente (può svalutare tutti gli
insight del terapeuta definendoli come "niente di nuovo").
Isolamento dell'affetto => mancanza di consapevolezza di qualsiasi sentimento verso il
terapeuta, soprattutto dipendenza e rabbia (espresse inconsciamente).
Tortuosità ossessiva => fumoso riparo per mascherare i veri sentimenti: mentre il
paziente divaga, il terapeuta può perdere il filo delle associazioni e distrarsi.
Molti tenteranno di diventare "pazienti perfetti" => riproducono esattamente ciò che
pensano chi il terapeuta voglia sentire con la fantasia inconscia di ottenere finalmente
l'amore e la stima perduta.
Valutazione del
controtransfert
Il terapeuta può:
provare una forte pressione a disimpegnarsi di fronte alla presentazione vaga e
meccanica del materiale.
iniziare ad isolare l'affettività (= paziente) piuttosto che vivere l'irritazione e la rabbia
come parti importanti del processo che è necessario interpretare.
scomotizzare certi aspetti della psicopatologia del paziente a causa delle tendenze
ossessivo-compulsive del terapeuta stesso.
Strategia
efficace
Tagliare la fumosa difesa delle parole per accedere direttamente ai sentimenti. Portare il
paziente nel qui ed ora del transfert quando tende a sottrarsi ai sentimenti transferali
ritirandosi in lunghi discorsi sul passato.
Tenendo in mente i temi e i fini per i quali il paziente ha chiesto il trattamento, il
terapeuta può mantenere dei punti di ancoraggio per il processo.
Obiettivo
Cambiamento del Super-Io.
I pazienti devono accettare il fatto che il proprio desiderio di andare oltre i sentimenti di
rabbia, odio, piacere e dipendenza è destinato a fallire.
I sentimenti devono essere integrati come parte dell'esperienza di sé dell'individuo,
piuttosto che essere repressi, negati, rimossi o disconosciuti.
Fattori terapeutici
Interpretazione dettagliata dei conflitti del paziente relativi alla dipendenza,
all'aggressività e alla sessualità.
Mantenimento nel tempo di una stabile neutralità del terapeuta.
La rassicurazione da parte del terapeuta raramente è utile.
Cambiamnti
Appena i pazienti iniziano a comprendere che gli altri non sono così critici come essi
pensavano, la loro stima di sé potrà accrescersi parallelamente.
Allorché apprendono che i propri conflitti sull'aggressività e la dipendenza nascono dalle
esperienze infantili, guadagnano una maggiore padronanza su questi sentimenti e li
accettano come parte dell'essere umano.
Quando i pazienti possono finalmente vivere ed esprimere la rabbia non mascherata
verso il paziente, imparano alla fine che:
essa non è così necessariamente distruttiva come avevano immaginato;
essi stessi non sono trasformati dalla propria rabbia in "mostri".
Disturbo di evitamento di personalità
Il paziente desidera delle relazioni interpersonali ma ne è anche spaventato (¹ paziente borderline).
Questi individui evitano le relazioni e le occasioni sociali poiché temono l'umiliazione connessa con il fallimento e
il dolore connesso con il rifiuto.
Sovrapposizione
diagnostica
AA.VV. => alta sovrapposizione con il disturbo dipendente di personalità.
Revisione della categoria diagnostica nel DSM III:
più strettamente legata alla personalità fobica descritta da Fenichel; carattere nevrotico
piuttosto che come un carattere primitivo.
Criteri più specifici nel DSM IV:
caratteristica chiave => paura dell'umiliazione e del rifiuto che si traduce nel ritiro e
nella timidezza sociale;
nocciolo del disturbo => comportamento sottomesso e adesivo, correlato ad un
eccessivo bisogno del legame.
Comprensione psicodinamica
Fattori
biologici
Predisposizione costituzionale ad evitare le situazioni di stress in base ad un
temperamento innato secondariamente integrato nello stile di personalità.
Il tratto della timidezza è di origine genetico-costituzionale ma richiede una specifica
esperienza ambientale per svilupparsi in un tratto conclamato.
Vergogna ed
espressione
del Sé
Intimamente connessi => ciò che i pazienti temono è ogni situazione in cui essi devono
rivelare aspetti di se stessi che li rendono vulnerabili.
Sé inadeguato, non corrispondente ad uno standard interno (ideale dell'Io).
La vergogna sembra derivare da molte differenti esperienze evolutive:
esordio dell'angoscia dell'estraneo intorno all'ottavo mese di vita;
incidenti relativi al controllo sfinterico e interirizzazione dei rimproveri;
severi rimproveri dei genitori che vietano al bambino di 2 anni di giocare nudo,
insistendo che debba rivestirsi.
Considerazioni terapeutiche
Trattamento
Psicoterapia supportivo-espressiva e psicoterapia di gruppo => molto efficaci. Elementi
supportivi:
valutare empaticamente l'imbarazzo e l'umiliazione associati all'esporsi; incoraggiare ad
esporsi comunque alle situazioni temute.
Elementi espressivi => esplorare le cause della vergogna e il loro nesso con le
esperienze infantili (soprattutto se il paziente è disposto a confrontandosi con le
situazioni di paura).
Forze esplorative
Inizialmente potranno essere frustranti perché il paziente non sarà completamente
sicuro di cosa sia ciò che teme. Spesso i pazienti ricorrono a cliché psichiatrici come
quello del "rifiuto" => il terapeuta deve cercare un maggior numero di dettagli sulle
situazioni reali per aiutare il paziente a superare tali spiegazioni vaghe dell'evitamento.
Disturbo dipendente di personalità
Dipendenza
Psicologia del Sé => tutti noi abbiamo bisogno di svariate funzioni da oggetto-Sé
(approvazione, empatia, validazione e ammirazione) per sostenere e per regolare la
nostra autostima.
Patologia => individui che: non sono in grado di prendere decisioni da soli;
sono insolitamente sottomessi; hanno sempre bisogno di rassicurazioni;
non funzionano bene se qualcuno non si prenda cura di loro.
Comprensione psicodinamica
Ostacoli
all'indipendenza
Molti pazienti sono cresciuti in famiglie in cui i genitori hanno comunicato che
l'indipendenza è pregna di pericoli.
Storia di subdole ricompense per aver mantenuto la fedeltà verso i genitori che in modo
insidioso li rifiutano di fronte ad ogni tentativo diretto verso la separazione e
l'indipendenza.
Separazione
Reazione alla separazione => i pazienti sono portati a fermarsi e a piangere (¹ paziente
=> comportamento impulsivo).
Possibili spiegazioni di tale differenza:
maggiore costanza di oggetto nelle vicende evolutive;
mancanza di una predisposizione genetico-costituzionale verso il vistoso
comportamento autodistruttivo.
Sottomissione
Miriadi di significati (es. sollievo dall'ansia).
La persona che costituisce l'oggetto dell'attaccamento del paziente può vivere tali
richieste come ostili e tormentanti.
Considerazioni terapeutiche
Dilemma
terapeutico
Il paziente vede la dipendenza dal terapeuta come una meta invece di considerarla
come mezzo per raggiungere una meta.
Dopo un periodi di terapia, questi pazienti possono dimenticare la natura della
sofferenza che li ha condotto in terapia e il loro unico scopo diventa il mantenimento del
proprio attaccamento al terapeuta.
Regola pratica
Ricordare al paziente che ciò che dicono di volere non è ciò di cui hanno bisogno.
I pazienti tenteranno di far sì il terapeuta dica loro cosa fare per permettere loro di:
continuare la propria dipendenza; colludere nell'evitare di prendere decisioni e di
affermare i propri desideri.
Il terapeuta deve:
sentirsi sereno nel frustrare questi desideri e nel promuovere invece l'indipendenza di
pensiero e di azione del paziente; riuscire a trasmettere che l'ansia prodotta da questa
frustrazione è tollerabile e anche produttiva in quanto può portare a delle associazioni
sulle origine della dipendenza e delle paure ad essa associate.
Tempo determinato Costringe i pazienti ad affrontare le proprie ansie più profonde relative alla perdita e
all'indipendenza. Questo approccio aiuta questi pazienti ad individuare anche le potenti
fantasie sull'infinita disponibilità delle figure che si prendono cura di loro.
Cambio transferale
Alcuni pazienti sono disposti ad apportare certi cambiamenti nella propria vita in cambio
dell'approvazione del terapeuta.
Altri possono divenire "pazienti a vita" in grado di mantenere un cambiamento finché
sanno che il terapeuta sarà sempre lì per loro.
Controtransfert
I pazienti creano di solito problemi correlati ai conflitti sulle dipendenze nei loro
terapeuti.
Gli intensi desideri del paziente possono entrare in risonanza con i desideri inconsci del
terapeuta => una sintonia empatica con tali desideri può risultare scomodo.
I terapeuti che rifiutano gli intensi desideri del paziente possono ripudiare allo stesso
modo i propri desideri.