LE DIFFERENZE TRA UNITA’ DIDATTICA E UNITA’ DI APPRENDIMENTO Sono anni ormai che nella scuola italiana non si programma più esclusivamente suddividendo la disciplina in unità didattica (l’acronimo per unità didattica è U.D) La Legge n.53 del 2003 (nota come “Riforma Moratti”) ha introdotto il sistema delle unità d’apprendimento. Fino a poco prima le singole discipline venivano suddivise in argomenti; essi avevano precisi contenuti ed i contenuti dovevano essere trasmessi con specifici strumenti e metodi al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati. PREMESSA: quale sigla usare? U.d.A. o U.A. ? Ci tengo a precisare una cosa prima di iniziare ad entrare nel cuore del discorso. Purtroppo la cultura scolastica oggi, a mio avviso, è ancora molto frammentata ed ecco perché (tra le tante) purtroppo si fa ancora confusione tra Unità d’Apprendimento ed Unità Didattica. Uno dei motivi, credo il più forte, è per via dell’adozione delle sigle (sistema che personalmente odio profondamente). Purtroppo la maggior parte dei Dirigenti Scolastici e docenti utilizza per Unità d’Apprendimento la sigla UdA quando in realtà quella corretta è UA. Quest’utilizzo inesatto spinge e genera sempre confusione considerando che la sigla per Unità Didattica la sigla esatta è UD. Il punto? La mia esperienza scolastica nel corso degli anni mi ha fatto capire che quest’errore è più diffuso di quanto sembri ed io, ancora oggi, ho trovato davvero difficoltà nel trovare la sigla UA (che abbrevia il termine Unità d’Apprendimento) Ecco perchè in questo ed in molti miei articoli sparsi per il web, utilizzo anch’io la sigla UdA (nei miei documenti personali non utilizzo sigle e tutti siamo più contenti ) Perché siamo passati da UD a UdA? Perché insegnare con l’Unità Didattica limita il sapere; le singole discipline non riescono mai ad agganciarsi tra loro ed i contenuti rischiano di diventare frammentari per gli studenti, non tutti gli insegnanti riuscivano a confrontarsi tra loro e toccava puntualmente al coordinatore di classe (o ai docenti con più ore) il compito di “intrecciare” i diversi saperi. pag. 1 Un’Unità Didattica è solamente uno strumento di programmazione e controllo del lavoro didattico, uno spartito che non dava mai spazio alla creatività ed all’individualità dell’alunno LE UNITÀ D’APPRENDIMENTO VANNO CONCEPITE COME EVENTI IN CUI LO STUDENTE HA TANTE OCCASIONI PER APPRENDERE Com’era organizzata un’Unità Didattica? L’insegnante che progettava il proprio operato prima della “Riforma Moratti” teneva conto di tre fasi: la fase di progettazione, la fase di realizzazione e la fase di verifica. Doveva definire attentamente gli obiettivi, selezionare i diversi argomenti, pianificare il percorso e scegliere la metodologia corretta da adottare, tener conto del processo di verifica e valutare i risultati dei propri studenti, rivedere gli argomenti non assimilati correttamente. Adesso? Cosa cambia con l’Unità d’Apprendimento? Il docente che pianifica il proprio lavoro progettando con l’Unità d’Apprendimento tiene sempre conto delle tre importantissime fasi (la fase di progettazione, la fase di realizzazione e la fase di verifica) ma estende il proprio operato ad altri livelli perché deve riuscire a trasmettere ai propri discenti l’importanza dell‘imparare ad imparare. Esso è un aspetto fondamentale in quanto permette di abbattere il muro tra le diverse discipline e fa crescere la consapevolezza nell’alunno che il sapere va fatto proprio in maniera efficiente ed efficace. SI POTREBBE PARLARE ANCHE DELL’IMPORTANZA DEL PENSIERO DIVERGENTE MA RISCHIEREI DI ANDARE FUORI TEMA. Con l’Unità d’Apprendimento gli obiettivi si ampliano ed il percorso delineato viene personalizzato per ogni alunno e per ogni situazione. pag. 2 Purtroppo per rendere il discorso alla portata di tutti, le UdA ci vengono presentate con staticità e rigidità (anche dalle ultime Linee Guida); si, è vero, alla fine si tratta di un progetto riportato su un documento ma non bisogna fermarsi solo a questa banale e superficiale chiave di lettura. La prospettiva dinamica di questo nuovo “pacchetto di contenuti” diventa reale agli occhi di chi inizia ad adottare l’Unità d’Apprendimento. Si tratta quindi molto di più di un documento, si tratta di una serie di eventi reali che permettono di tramutare gli obiettivi finali in competenze personali ed abilità. Che cos’è l’apprendimento? L’apprendimento è un’esperienza precisa che permette di far proprie capacità ed abilità e di trasformale in competenze. Cosa rappresenta un’Unità d’Apprendimento? Molti parlano dell’UdA esclusivamente come una metodologia didattica ma essa è molto di più, come avrai letto prima. Nell’era della scuola delle autonomie adottare un’UdA vuol dire avere tra le mani un canovaccio* e che è il docente (secondo i principi della libertà d’insegnamento) ad essere chiamato all’azione. IN CONTESTI TEATRALI *IL CANOVACCIO ERA (ED È ANCORA OGGI) UNA SORTA DI COPIONE VOLUTAMENTE GROSSOLANO IN CUI GLI ELEMENTI DI BASE DELLA TRAMA DI UN’OPERA VENGONO PRESENTATI SENZA ENTRARE ECCESSIVAMENTE NEL DETTAGLIO. E’ COMPITO DEGLI ATTORI QUINDI, SCEGLIERE COME AFFRONTARE LA TRAMA E LA FORMA MIGLIORE PER RAPPRESENTARLA. Lo scopo dell’UdA non è esclusivamente quello di trasmettere conoscenze ed abilità ma quello di sviluppare le capacità (intellettuali, espressive, motorie, operative, sociali…) di ogni singolo studente. Ovviamente all’interno di un’UdA è presente la funzione didattica (non c’è formazione senza istruzione) ma essa “cammina” assieme a quella formativa (a differenza di quanto avveniva con le UD dove l’azione formativa era marginale). pag. 3 Ad ognuno il suo. Il docente deve sempre garantire a tutti i propri alunni l’apprendimento e per farlo esso deve obbligatoriamente essere personalizzato tenendo conto delle capacità di ogni suo alunno, dei suoi bisogni, delle sue motivazioni, dei suoi interessi. In che modo? Attraverso un’analisi attenta di chi si ha davanti; essa permette al docente di variare/modificare il percorso originale: potenziare i contenuti per alcuni, insistere su determinati argomenti per altri ed alleggerire il bagaglio delle conoscenze per altri ancora. Il docente non deve mai considerare il discente come un vaso da riempire perchè gli uomini non hanno “capienze” diverse ma “bisogni” diversi. Come organizzare un’Unità d’Apprendimento? Dividendo in fasi: – fase preattiva = per avviare un’ UdA occorre obbligatoriamente idearla. Quali sono le intenzioni del docente? A cosa vuole davvero puntare? Innanzitutto i contenuti vanno ponderati attentamente e adattati alla situazione. Quindi l’idea originale va prima sviluppata per poi essere ridotta all’ essenziale. Delineare quindi gli elementi essenziali. – fase evolutiva e di sviluppo = in molti casi si parla anche di fase di mediazione didattica. Dopo aver ragionato su cosa fare, occorre ragionare su come fare. Occorre concretizzare il lavoro, lavorando su conoscenze ed abilità necessarie. E questa fase non è statica ma si sviluppa per tutta la durata dell’Unità d’Apprendimento diventando un vero e proprio diario di bordo dove annotare costantemente tutto. – fase post sviluppo = definita anche fase post-attiva. Dopo aver sviluppato l’idea occorre accertarsi dell’esito finale dell’intero apprendimento. Ecco allora quanto è vitale per una perfetta UdA quantificare le conoscenze e le abilità trasmesse agli alunni (ad ogni singolo alunno) e quanto esse siano maturate trasformandosi in competenze. E’ stato semplice? E’ stato difficile? In cosa il pag. 4 docente ha sbagliato? Quali sono le conoscenze che hanno impiegato maggior tempo per essere trasmesse? Quali sono state quelle più ostiche? Queste le domande (e tante altre) che bisogna porsi in questa fase. La struttura di un’Unità d’Apprendimento Tenendo conto che ogni Unità d’Apprendimento è diversa da un’altra e che va considerata la sua natura ovvero se si tratta di un’Unità d’Apprendimento a centratura disciplinare oppure a centratura multidisciplinare possiamo delineare la seguente struttura: – dati identificativi = titolo: obbligatoriamente deve essere formulato all’inizio. In questo modo si evidenzia l’obiettivo che il docente ha la volontà di sviluppare; anno scolastico; destinatari; varie ed eventuali informazioni; – articolazione dell’unità = l’apprendimento unitario: deve indicare attentamente cosa i ragazzi devono realizzare (un prodotto, percorso) e quali sono le operazioni per sollecitare il processo didattico; il riferimento al PECUP (profilo Educativo, Culturale e Professionale in uscita) e agli OSA: occorre dichiarare quali sono le competenze che il docente intende perseguire. Si sceglie tra le 8 competenze chiave di cittadinanza e tra le competenze del profilo in uscita dello studente (se appartiene alla scuola dell’Infanzia o del Primo Ciclo si parla di Traguardi di competenza disciplinari). Solitamente si elencano dai 2 ai 3 obiettivi irrinunciabili che indicano le conoscenze e le abilità disciplinari da potenziare; gli obiettivi formativi integrati (con relativi standard di apprendimento): si tratta di riformulare gli obiettivi di apprendimento (ricavati dai Documenti nazionali vigenti); gli obiettivi formativi personalizzati o OFP: conoscenze ed abilità richieste che vanno contestualizzate in relazione a diversi fattori; pag. 5 le attività laboratoriali: ovvero occorre illustrare lo svolgimento delle attività, i passaggi operativi da compiere, le azioni e le attenzioni del docente. La descrizione deve essere articolata in fasi, indicando la tempistica ed i materiali (e gli spazi) necessari; – controllo degli apprendimenti = le modalità di accertamento e documentazione: occorre indicare come effettuare il monitoraggio e la registrazione sistematica dei comportamenti e dei processi più rilevanti. Nella registrazione si tiene conto anche delle riflessioni personali degli alunni e sul gradimento dell’attività (mediante autovalutazione); il compito unitario o prova di competenza in situazione; la valutazione finale: avviene attraverso rubriche valutative che permettono, attraverso una serie di indicatori, di evidenziare il livello raggiunto. pag. 6 Lavorare per Unità di apprendimento, ecco perché dovresti farlo 26 dicembre 2019 di Orazio Branciforti, Carla Sacchi, Martina Bocchi Che cosa si intende per Unità di Apprendimento? Una Unità di apprendimento è un’occasione didattica significativa per gli allievi, che tiene conto della unitarietà del sapere e non si limita alla sola trasmissione di conoscenze e abilità disciplinari, ma tende alla formazione integrale della persona, sviluppando competenze (trasversali e disciplinari) attraverso l’utilizzo di una didattica laboratoriale. L’UA pone il ragazzo al centro dell’azione didattica e, richiedendo la sua partecipazione attiva, in modo individuale o in gruppo, favorisce la costruzione personale delle conoscenze; inoltre, ricorrendo ad attività e strumenti diversificati, anche innovativi e tecnologici, consente la personalizzazione dell’apprendimento. Nella realizzazione concreta di una UA si richiede una continua attenzione ai processi di apprendimento dei ragazzi e una notevole flessibilità per riadattare il percorso in itinere in base alle risposte degli allievi e alle opportunità di approfondimento e/o ampliamento che si potrebbero presentare. Unità di Apprendimento interdisciplinari Alcune Unità di apprendimento proposte sono interdisciplinari, caratterizzate dalla condivisione di un prodotto finale realizzato con l’apporto di diverse discipline. Partendo dal presupposto che la progettazione degli interventi didattici su un gruppo classe dovrebbe fondarsi sulla condivisione di valori e di competenze da far acquisire ai ragazzi, nella fase di pianificazione collegiale si possono individuare situazioni di compito che consentono a più docenti, con le loro specificità disciplinari, di concorrere al raggiungimento di una meta comune. L’Unità di apprendimento interdisciplinare, così ideata, consente un intervento coordinato e intenzionale da sviluppare nell’ambito della propria disciplina senza prevedere ore aggiuntive per un laboratorio. pag. 7 Ciò è realizzabile, perciò, anche in una situazione oraria ridotta e che non preveda compresenze o ore di programmazione. Infatti, ciascun insegnante porterà avanti il progetto nelle proprie ore di lezione, seguendo una precisa programmazione iniziale degli interventi, e verificandone lo sviluppo nei normali contatti tra docenti. I vantaggi di questi interventi condivisi sono molteplici: offrono ai ragazzi occasioni di lavoro più significative e più motivanti; evidenziano gli stretti legami tra discipline diverse e come le conoscenze e le abilità apprese in ambiti diversi possano concorrere alla realizzazione di uno stesso compito; consentono di scegliere un prodotto finale più complesso e favoriscono il reale sviluppo e la messa in campo di competenze trasversali. Struttura dell’Unità di Apprendimento Pur nella consapevolezza che l’azione didattica richieda di operare secondo una logica della complessità, in cui i momenti del progettare, dell’agire e del valutare siano posti in una circolarità in cui si instauri tra loro un continuo dialogo e una continua interazione reciproca, riteniamo utile, per una fruizione efficace dei contributi proposti, presentare in forma schematica, ma completa, la struttura dell’UA. Ogni Unità di apprendimento è costituita dalle seguenti sezioni: Titolo. Sintetizza il contenuto della proposta. Da esso si possono desumere le situazioni di studio, di lavoro e le competenze attese. Compito unitario. Indica il prodotto e il percorso, cioè che cosa i ragazzi devono realizzare concretamente durante e/o al termine dell’UA e quali sono le operazioni chiave che sono sollecitati a compiere durante il processo didattico. Competenza. In ogni UA si dichiara la competenza prevalente che si intende perseguire scelta tra: – le otto competenze chiave di cittadinanza proposte dal Parlamento europeo e dal Consiglio europeo del 18 dicembre 2006 o da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria; pag. 8 oppure – le competenze indicate nel Profilo in uscita dello studente o nei Traguardi di competenza disciplinari delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione. Obiettivi di apprendimento. Si elencano due o tre Obiettivi di apprendimento irrinunciabili, tratti dalle Indicazioni, che indicano le conoscenze e le abilità disciplinari da potenziare. Obiettivi formativi. Sono la riformulazione degli obiettivi di apprendimento (ricavati dai Documenti nazionali vigenti) ritenuti indispensabili per lo sviluppo della competenza attesa in una specifica UA. Negli obiettivi formativi le conoscenze e le abilità richieste vengono contestualizzate anche in relazione alla classe e formulate in modo da essere verificabili. Attività laboratoriali. Al centro di questa sezione c’è l’operatività degli alunni: si illustrano le modalità di svolgimento delle attività, i passaggi operativi che i ragazzi devono compiere, le azioni e le attenzioni dell’insegnante. Si suggerisce un percorso didattico concreto, avente al centro “cosa l’alunno deve fare” e “come“, individualmente, in gruppo o a classe intera, possa giungere alla scoperta di conoscenze significative e all’acquisizione di abilità e competenze. La descrizione delle attività è articolata in fasi, con indicazione dei tempi e dei materiali necessari; si propone come monitorare in itinere il lavoro, allo scopo di intervenire prontamente, se necessario, nei momenti problematici o di suggerire strategie opportune. Tenendo presente che in una “classe reale” sono presenti anche alunni in difficoltà, attraverso la ricerca di metodi efficaci e diversificati, si offrono spunti e indicazioni per le “classi difficili” e per gli alunni con problemi di attenzione o livelli di partenza e prerequisiti molto bassi. Una fase delle attività laboratoriali è dedicata alla realizzazione del prodotto che rappresenta la logica conclusione del percorso. Verifica, valutazione, monitoraggio. La dimensione della valutazione accompagna, in forme diverse, tutto il processo didattico. In questa sezione dell’UA si prendono in considerazione i seguenti aspetti: pag. 9 – il monitoraggio: propone delle indicazioni su come effettuare l’osservazione e la registrazione sistematica dei comportamenti e dei processi più rilevanti riferiti al percorso didattico; indica l’individuazione degli snodi fondamentali del processo di apprendimento e delle possibili strategie per controllarli; sollecita la riflessione personale dell’alunno sul processo e sugli esiti degli apprendimenti, sul contributo fornito e sul gradimento dell’attività (autovalutazione/debriefing) mediante opportune domande o stimoli di riflessione; – la verifica del livello di acquisizione delle conoscenze e delle abilità previste per gli obiettivi formativi mediante osservazioni, prove, test, con indicazione della tipologia e possibili esempi; elementi di verifica sono anche le esercitazioni proposte nel corso delle attività laboratoriali e l’analisi del prodotto finale; – la valutazione, che in base ad espliciti parametri e criteri consente di definire i livelli di accettabilità e di eccellenza; si prevede anche l’utilizzo di rubriche valutative che, attraverso una serie di indicatori, contribuiscono ad evidenziare il livello raggiunto nello sviluppo delle competenze. pag. 10 Le differenze tra unità didattica e unità di apprendimento Per comprendere cosa siano l’UD e l’UA si parte dalle Discipline: per poter essere trasmesse, c’è bisogno di parcellizzarle, di suddividerle in Argomenti. Gli Argomenti a loro volta posseggono Contenuti, che sono trasmessi con Strumenti e Metodi per far raggiungere Obiettivi agli studenti. La UD e la UA sono modalità utilizzate dai docenti affinché gli studenti apprendano le varie discipline. La UD è meno evoluta della UA. In sostanza il processo descritto poc’anzi è lo stesso sia per la UD che per la UA. Nella UA siamo però in presenza di un dispositivo più evoluto, più performante. Con la UA si è cercato di ovviare alle imperfezioni della UD: applicando la UD si è visto che le varie discipline non erano agganciate le une alle altre, che i contenuti diventavano frammentari per gli studenti, che gli insegnanti non riuscivano a confrontarsi tra loro e che c’era bisogno pertanto dell’intervento del Coordinatore di Classe per intrecciare tra loro i vari saperi. L’UD permette la programmazione e il controllo del lavoro didattico ma non permette di dare spazio alla creatività e alla individualità dell’allievo. L’ UD era organizzata in tre fasi: la fase di progettazione, la fase di realizzazione, la fase di verifica. pag. 11 LE DIFFERENZE TRA UNITA’ DIDATTICA E UNITA’ DI APPRENDIMENTO Innanzitutto c’è da dire che l’UD è incentrata sul docente mentre l’UA è incentrata sull’alunno. Le discipline devono essere suddivise in argomenti per poter essere insegnate e assimilate dagli studenti. Quindi esse sono suddivise in argomenti, che contengono i contenuti che sono trasmessi con strumenti e metodi ai discenti per raggiungere gli obiettivi prestabiliti. Le UA sono state introdotte dalla Legge 53 del 2003 detta Riforma Moratti. Quindi con questa legge esse hanno soppiantato le UD. Nell’applicazione delle UD ci si è resi conto di una serie di imperfezioni: le discipline non riuscivano ad agganciarsi tra loro, i contenuti rischiavano di essere frammentari per gli studenti e non c’era confronto tra gli insegnanti cosicchè è stato necessaria l’introduzione del coordinatore scolastico per intrecciare tra loro i saperi. L’ unità didattica permetteva la programmazione e il controllo del lavoro didattico, mentre essa non permetteva alla creatività e individualità dell’alunno di avere spazio. L’unità didattica era organizzata in tre fasi: la fase della progettazione, la fase della realizzazione e la fase della verifica. In pratica il docente definiva gli obiettivi, selezionava gli argomenti, pianificava un percorso, sceglieva la metodologia, teneva in conto il processo di verifica, valutava i risultati, rivedeva gli argomenti non assimilati correttamente. Per organizzare un’unità di apprendimento le fasi sono le stesse: la fase di progettazione, la fase di realizzazione e la fase di verifica. La differenza con l’unità didattica sta in ciò: nella unità di apprendimento il docente può trasmettere agli allievi la modalità dell’ imparare ad imparare ( il leraning to learn). Inoltre l’unità di apprendimento ha obiettivi più ampi. Essa implica la personalizzazione dell’insegnamento ed inoltre non è un mero documento ma può essere vista come una serie di eventi che permettono al discente di trasformare gli obiettivi in competenze. Si parla quindi di canovaccio, cioè l’unità di apprendimento può essere vista come un canovaccio, che era una struttura essenziale che gli attori usavano per comporre una commedia: essi basandosi su questo schema essenziale, elaboravano la loro recitazione. pag. 12 La funzione didattica e la funzione formativa: mentre nell’unità di apprendimento la funzione didattica e la funzione formativa hanno pari importanza, pari peso, nella unità didattica la funzione formativa era relegata ai margini. Il focus passa dal concetto di capacità al concetto di bisogni: gli studenti non sono vasi da riempire. Come si organizza un’unità di apprendimento? Si organizza in tre fasi: la fase preattiva, la fase evolutiva o di sviluppo e la fase post-sviluppo. La struttura dell’unità di apprendimento: essa è strutturata così: - il titolo, - l’articolazione unitaria che comprende le competenze e gli obiettivi. Le competenze vengono scelte tra le 8 competenze chiave di cittadinanza o tra le competenze del Profilo in uscita o dai traguardi. Poi ci sono gli obiettivi formativi. Poi l’attività laboratoriale. L’apprendimento unitario. - Il controllo degli apprendimenti Il compito unitario. pag. 13