Scrivi una relazione sulle Costituzioni melfitane Lunedì 1 settembre 1231 Federico II di Svevia, eletto vent’anni prima Imperatore del Sacro Romano Impero, promulgava le “Costituzioni di Melfi”, anche dette Liber Augustalis, una raccolta di leggi e norme che regolavano i rapporti tra lo Stato e i cittadini e tra i cittadini stessi. Fin dall’incipit risulta evidente in Federico l’intento di ristabilire l’autorità imperiale sulla base dell’assolutismo romano, riferendosi al Corpus Iuris Civilis di Giustiniano. Le Constitutiones melphitanes vengono comunemente interpretate come “il più grande monumento legislativo laico del Medio Evo” perché "si tratta di leggi che dimostravano come Federico avesse appreso appieno la lezione bizantina e tenesse nel massimo conto la tradizione normanna: esse miravano difatti a costituire uno Stato centralizzato, burocratico, tendenzialmente livellatore, insomma già avviato a concezioni che molti hanno reputato "moderne". La dissoluzione dei regni nel corso del Medioevo aveva prodotto sostanzialmente norme di diritto privato, mettendo da parte le norme regolatrici del vivere civile. Il Liber opera precisamente in direzione opposta: nei tre libri di cui è composto per un totale di 253 titoli, si scrivono le norme che regolano la vita dei cittadini. I contenuti innovativi si possono sintetizzare nei seguenti: • “affermazione della centralità del potere imperiale (baroni e città sono privati dei diritti che si erano attribuiti abusivamente; la giustizia penale appartiene all’imperatore e ai suoi magistrati); • divieto di portare armi senza autorizzazione; • non è permessa la vendita dei feudi, in quanto appartengono allo Stato; • gli ecclesiastici sono soggetti ai tribunali comuni, non possono giudicare gli eretici, non possono acquistare terre; se ne hanno in eredità, devono venderle; • le città non possono costituirsi a comune, eleggere consoli o podestà, pena il saccheggio e la condanna a morte per i capi; • tutti i sudditi devono pagare i tributi regi; • sancisce l’uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge, difende i deboli contro le prepotenze baronali, abolisce il giudizio di Dio, organizza la magistratura e gli uffici”. Attraverso l’affermazione dell’isonomia, l’Imperatore (o chi da lui delegato) è l’unica autorità autorizzata a praticare la giustizia, e a “creare” le leggi perché la sua investitura discende da Dio. Di interesse non periferico sono le norme che riguardano il ruolo della donna, che diventa “maggiorenne a 18 anni esattamente come l'uomo, e a 18 anni, se non aveva fratelli sempre ‘preferiti a le femine’, ereditava i beni del padre-barone morto e se era minorenne veniva presa in carico dalla corte con i suoi beni che venivano restituiti all'atto del matrimonio”. Ancora: “Dalle norme che riguardano la condizione delle donne, possiamo ricavare che esse erano soggetti deboli nella società del Duecento, ma non privi di una propria dignità che la legge tutelava. E la tutela non è solo per la classica infirmitas sexus (la presunta inferiorità biologica della donna), ma soprattutto per la dignitas sexus. Si comincia col tutelare le donne consacrate, cioè le monache: ‘.. .si alcuno furasse una monaca, anchora che non sia velata, deve essere privato de la vita’ (I 20). Altra disposizione tocca l'opposta condizione femminile: il meretricio. La pena di morte, ‘privato del capo’, era comminata a chi avesse forzato la volontà della donna, sempre che la vittima avesse denunziato la violenza entro otto giorni, ‘excepto se in quilli octo giorni non stesse in sua libertà’ (I 21), altrimenti è considerata consenziente”. FONTI: Musca Giosuè (a cura di): Condizione umana e ruoli sociali nel Mezzogiorno normannosvevo, Atti delle none giornate normanno-sveve, Bari, 17-20 ottobre 1989, Edizioni Dedalo Cardini Franco, Montesano Maria: Storia Medievale, Le Monnier, 2006 Messana Federico: “Liber Augustalis o Costituzioni melfitane”, in www.stupormundi.it Maffei Domenico: Un’epitome in volgare del “Liber Augustalis”, Laterza, 1995 Tragni Bianca: La condizione delle donne nel Liber Augustalis di Federico II, in www.stupormundi.it Roma, 22/11/2019 Isabella Tokos, 3A