caricato da Isabella Tokos

Mercatore e Arno Peters - Isabella Tokos 3A

Scrivi una relazione su Mercatore e Arno Peters
Il continente africano si estende per circa 30 milioni di km2; la Groenlandia copre una superficie
di circa 2 milioni di km2, cioè più o meno il 7% dell’Africa. Ma nella rappresentazione grafica di
Mercatore questa enorme differenza non si coglie.
Il motivo va ricercato nella modalità con la quale il cartografo fiammingo nel 1569 ha risolto
l’impossibile sviluppo perfetto di una superficie sferica su un piano. Immaginando una luce al
centro del pianeta, la proiezione viene effettuata sulle pareti di un cilindro: in questo modo, si
producono forti alterazioni delle latitudini man mano che ci si allontana dall’Equatore (ed ecco
perché la Groenlandia “appare” così grande) ma, e questo è l’insostituibile vantaggio delle carte di
Mercatore (soprattutto in un’epoca di espansione delle esplorazioni geografiche), viene mantenuto
inalterato il valore degli angoli, in tal modo consentendo la perfetta individuazione delle rotte da
seguire, come ancora oggi si fa (tralasciando) l’uso della tecnologia.
C’è un altro limite nella rappresentazione mercatoriana e lo si può definire di tipo “sociale”: la
percezione delle grandezze conduce (può condurre) a valutazioni falsate. Un esempio è ravvisabile
nei due poli: l’esasperazione delle latitudini settentrionali conduce alla “sparizione” del polo nord (a
causa proprio della proiezione cilindrica) mentre le latitudini meridionali fanno assumere
dimensioni enormi al continente antartico. Non solo: “L’equatore è spostato molto in basso: il sud
del mondo viene così sminuito, il nord del mondo viene invece sottolineato ed enfatizzato”, e la
Scandinavia appare estesa quanto il continente indiano. “Usando la Mercatore ai tempi d’oggi, si
potrebbe quasi leggere in questa distorsione una volontà di sottovalutare l’Africa, rimpicciolendo il
secondo continente più grande del mondo e con esso gli enormi problemi di malattia e povertà che
continua ad avere”. Questa riflessione ci conduce all’innovativo approccio applicato da Arno Peters
nel 1973: nel suo planisfero viene rispettata la proporzione tra le superfici e la linea dell’equatore si
viene a trovare spostata più in alto rispetto alla posizione sul planisfero di Mercatore. In tal modo, è
il Sud del mondo a venire rappresentato con maggiore enfasi, proprio a causa del rispetto delle
superfici territoriali. Per questo motivo, un “difetto” della straniante rappresentazione di Peters può
essere individuato nella ispirazione “terzomondista”, sbilanciata, cioè, a favore delle nazioni e dei
popoli più sofferenti. In effetti, Peters apportò una ulteriore importante novità: “tradizionalmente gli
stati colonizzati avevano lo stesso colore degli stati colonizzatori, Peters sceglie un colore base per
ogni continente ed assegna ai singoli stati una diversa sfumatura di quel colore”.
Si può concludere dicendo che “come tra la realtà e la sua rappresentazione vi è sempre un
certo margine di volatilità (un gap che dipende dai limiti dell’umano, dal mezzo che viene
impiegato, dalle condizioni psicologiche dell’osservatore, dagli obiettivi che si intendono
perseguire, siano essi espressi o reconditi), la realizzazione di una carta geografica non fa
eccezione: non descrive la realtà, ma ce la racconta e, nel farlo, indugia su quei dettagli che può e
vuole rappresentare”.
Saperlo è un buon antidoto per leggere correttamente le carte.
FONTI:
• http://www.savignanoscuole.it/attachments/article/1808/1-3_mercatore-peters.pdf
• https://www.manitese.it/valore-sociale-proiezione-gall-peters-educazione
Isabella Tokos 3A
a.s. 2019-2020