caricato da Isabella Tokos

L’inghilterra nel ‘500 - Isabella Tokos 3A - definitivo da mandare sul WA

L’INGHILTERRA
NEL ‘500
Isabella Tokos, 3A
FINE GUERRA DELLE DUE ROSE
(1455-1485)
INIZIO DELLA DINASTIA DEI
TUDOR
(1485-1603)
Erano già trent’anni che le due famiglie dei Lancaester e degli
York stavano combattendo per il trono d’Inghilterra nella Guerra
delle due rose (nome dato a causa delle rose presenti negli stemmi
di famiglia, rossa per i Lancaester e bianca per gli York) quando,
nel 1485, Enrico VII Tudor pose fine alla guerra, divenendo re
d’Inghilterra e dando inizio alla dinastia dei Tudor, che avrebbero
governato l’Inghilterra per ben 118 anni.
ENRICO VII TUDOR
Con la sua incoronazione, Enrico VII si era ritrovato con una
Camera dei Lord ridotta ai superstiti del conflitto: questo fatto gli
permise di fortificare il potere centrale creando una nuova
aristocrazia fedele al sovrano e garantendo al popolo ciò di cui più
necessitava: la pace e l’ordine interno. Durante il suo regno, la
Camera dei comuni si oppose poco al monarca e il parlamento
smise di essere un valido contropotere, tanto da non essere più
convocato negli ultimi 10 anni di regno di Enrico VII. Dal 1487,
poi, la nuova Camera stellata, creata dal primo della dinastia dei
Tudor, svolgeva il ruolo di tribunale politico supremo per reprimere
qualsiasi tentativo di opposizione, definito come ‘atto di lesa
maestà’.
Enrico VII,
Re d’Inghilterra (1485-1509)
Alla sua morte, nel 1509, il trono passò al secondogenito
diciottenne Enrico VIII Tudor (il primogenito Arturo era morto
all’età di quindici anni, nel 1501).
ENRICO VIII TUDOR
(1509-1547)
Secondo la leggenda, il 31 ottobre del 1517, Martin
Lutero affiggeva le sue 95 tesi alla porta della cattedrale di
Wittenberg; ma, come in tutte le leggende, anche in questa
c’è un pizzico di verità: fu questo il periodo in cui
cominciò, anche grazie alla stampa, la rapida diffusione
delle dottrine luterane.
Enrico VIII, che nel frattempo si era guadagnato
l’appellativo di ‘cattolico devoto’, riuscì a conquistare
anche il titolo di Defender of the Faith (=Difensore della
Fede, in latino Defensor Fidei) con la scrittura del libro
Defence of the Seven Sacraments libro in cui il sovrano si
opponeva senza dubbio a Lutero.
Enrico VIII Tudor
(1509-1547)
CATERINA D’ARAGONA
Nel 1509, appena salito al trono, Enrico VIII sposò la vedova
del fratello Arturo, Caterina d’Aragona, continuando quindi
l’alleanza con la Spagna: Caterina era, infatti, la figlia di Ferdinando
d’Aragona e di Isabella di Castiglia, nonché la zia di Carlo V.
Affinché si fosse potuto unire in matrimonio con Caterina che
rimaneva pur sempre la sua cognata, chiese e ottenne da Papa Giulio
II una bolla che legittimasse le sue nozze.
Numerosi furono i loro figli, di cui solo uno riuscì a
sopravvivere: Maria, la futura Maria I Tudor regina d’Inghilterra.
Nel 1527, il re Enrico VIII, volendo necessariamente un figlio
maschio e invaghitosi della dama di corte Anna Bolena, chiese
l’annullamento del suo matrimonio sfruttando come scusa la stessa
bolla papale che gli aveva permesso di sposare Caterina, ma che
ormai riteneva invalida.
Caterina D’Aragona
ANNA BOLENA
Alla richiesta di Enrico VIII di annullare il matrimonio con
Caterina d’Aragona, Papa Clemente VII si rifiutò, più che altro per
paura di inimicarsi gli Asburgo e Carlo V.
La risposta di Clemente VII spinse, quindi, Enrico VIII ad
autoproclamarsi capo supremo della Chiesa d’Inghilterra e a poter
annullare, così, il suo primo matrimonio e di sposare, nel 1533 Anna
Bolena. Venne scomunicato quello stesso anno dal papa.
Da Anna Bolena avrebbe avuto Elisabetta (che nel tempo sarebbe
diventata Elisabetta I Regina d’Inghilterra) ma, come nel primo
matrimonio, nessun erede maschio.
Tre anni dopo la celebrazione delle nozze, nel 1536, Anna Bolena
fu giustiziata con la presunta accusa di adulterio, lasciando il posto
alla terza delle sei mogli di Enrico VIII: Jane Seymour, che gli
avrebbe dato, a costo della vita, un erede maschio, Edoardo VI
(divenuto re a nove anni, dal 1547 al 1553).
Anna Bolena
LO SCISMA ANGLICANO
: ACT OF SUPREMACY
Nel 1534, con l’Atto di Supremazia di Enrico VIII la scissione tra
Inghilterra e Roma risultò ormai compiuta. Enrico era il nuovo capo
della Chiesa anglicana.
Le novità da lui apportate furono molteplici:
• Il governo ecclesiastico venne affidato all’arcivescovo di
Canterbury Thomas Cranmer;
• Gli ordini religiosi vennero aboliti, anche se la struttura gerarchica
ecclesiastica rimase perlopiù quella cattolica, in quanto risultava un
ottimo mezzo di controllo della popolazione;
• I beni ecclesiastici appartenuti agli
ordini religiosi vennero confiscati. In gran parte andarono a riempire le
casse dello Stato inglese; i numerosi terreni prima appartenuti agli ordini religiosi andarono a basso prezzo
all’asta, permettendo l’arricchimento di commercianti che seppero cogliere l’occasione per diventare
‘country gentlemen’. La classe già ricca dei gentlemen divenne ancora più ricca e si accentuò il fenomeno
delle enclosures: i terreni, che prima erano aperti (open-fields) per il pascolo e per il legnatico a vantaggio
dei contadini di piccole e medie proprietà, gli yeomen, vennero recintati a discapito di questi ultimi.
ALTRI PROVVEDIMENTI
Tommaso Moro
Nel 1535, Enrico VIII fece giustiziare lo scrittore umanista Tommaso
Moro e il vescovo John Fisher con l’accusa di alto tradimento: infatti, il
primo non aveva accettato l’annullamento del matrimonio con Caterina
d’Aragona e non si faceva alcuno scrupolo nel dichiararsi cattolico e
fedele al papa, mentre il secondo poneva il papa come capo supremo della
Chiesa.
Nel 1539, venne approvato il Six articles act, con cui Enrico VIII
condannava a morte gli oppositori:
• della dottrina della transustanziazione (durante l’eucarestia, il pane e il
vino si tramutano rispettivamente in corpo e sangue di Cristo; è una
dottrina contrapposta a quella luterana della consustanziazione, in cui si
distingue la presenza reale del pane e del vino dal significato mistico e
simbolico del corpo e del sangue di Cristo);
• dei sette sacramenti (battesimo, cresima o confermazione, comunione o
eucarestia, confessione o penitenza, unzione degli infermi o estrema
unzione, matrimonio, ordine sacro, in contrapposizione ai due
sacramenti luterani, il battesimo e l’eucarestia).
EDOARDO VI TUDOR
(1547-1553)
Alla morte del padre Enrico VIII, nel 1547, Edoardo VI venne
incoronato re d’Inghilterra; aveva appena 9 anni ed era in uno
stato di salute malfermo, nonostante le numerose precauzioni
prese dal padre, perciò gli venne affiancato un consiglio di
reggenza.
Il periodo del suo regno fu instabile. Infatti, la Scozia cercò,
già nel 1547, di approfittarsi della debolezza del re per rafforzare
la propria autonomia, e lo Stato inglese reagì con un’immediata
campagna militare durata un anno (1547-1548). Lo scontro
costrinse Maria Stuart, la sovrana scozzese di cinque anni, a
lasciare la Scozia per rifugiarsi in Francia.
Edoardo VI Tudor
(1547-1553)
THE BOOK OF COMMON PRAYER
Nel 1549, Edoardo VI promulgò il Book of common prayer, un nuovo libro
di preghiere scritto dall'arcivescovo Thomas Cranmer, che sarebbe diventato il
libro di riferimento per la Chiesa anglicana e la base della lingua inglese,
rappresentando, infatti, i canoni di una lingua ormai comune per l’intera
Inghilterra. Con il Libro delle preghiere comuni, Edoardo VI eliminava gli
aspetti più superstiziosi del culto cattolico, confermava il culto in lingua inglese
e avvicinava la Chiesa anglicana a quelle protestanti. È grazie a questo libro,
quindi, che molti perseguitati religiosi protestanti provenienti dal continente
trovarono rifugio in Inghilterra.
Tuttavia, i malcontenti all’interno della stessa monarchia non erano pochi: il
Libro veniva percepito come un attacco alle Chiese locali. Nel 1549, in
Cornovaglia e in Devon, scoppiò la rivolta del Prayer Book. Il Libro, però, era
stata soltanto la scintilla di una rivolta che nasceva da numerosi malcontenti
accumulati nel tempo dalla classe degli yeomen, già a partire dalla diffusione
del fenomeno delle enclosures. La rivolta venne soppressa nello stesso anno dal
Lord Protettore Edward Seymour con un esercito prevalentemente mercenario.
MARIA I TUDOR
(1553-1558)
Figlia di Caterina d’Aragona, fu la prima donna ad essere
incoronata Regina d’Inghilterra.
Fu cresciuta in un ambiente cattolicissimo, il che portò a una
momentanea riappacificazione tra Roma, guidata da Papa Giulio
III, e l’Inghilterra. Questo riavvicinamento fu sancito anche dal
matrimonio con Filippo II, che negli anni era diventato il
difensore della fede cattolica per antonomasia. E, come il
marito, anche Maria I assunse come appellativo ‘la Cattolica’ o,
ancora, ‘la Sanguinaria’. Il motivo del secondo soprannome,
Bloody Mary, con cui tutt’ora è conosciuta, risiede nelle violenti
persecuzioni contro i protestanti.
ELISABETTA I TUDOR
(1558-1603)
Con la morte di Maria I Tudor, sul trono
d’Inghilterra salì Elisabetta I Tudor, la ‘regina
vergine’ che per motivi politici aveva scelto di
non sposarsi.
La nuova sovrana si dimostrò sin da subito
capace di adattarsi e di assecondare le numerose
necessità della società inglese del tempo,
riuscendo a riportare un equilibrio longevo nel
suo regno.
Con Elisabetta, ‘protettrice del popolo di Dio e
dei protestanti’, il governo assolutistico si fuse
con il rispetto per le istituzioni e le libertà antiche,
offrendo al mondo intero un nuovo modo di
concepire la politica, contrapposto a quello
vecchio, di Filippo II il cattolico.
L’ETÀ D’ORO ELISABETTIANA
ECONOMIA
La vendita dei beni ecclesiastici
durante il regno di Enrico VIII aveva
apportato numerosi benefici all’industria
inglese, soprattutto quella agraria. Inoltre,
anche il settore tessile, con l’allevamento
degli ovini e la rispettiva produzione di
lana, subì un notevole incremento. Le
ricchezze circolavano, soprattutto tra le
mani della gentry, la classe sociale che la
regina sosteneva più di tutte perché
l’unica in grado di indebolire le famiglie
nobili inglesi.
Il Globe Theatre di Shakespeare, costruito nel 1599
COMMERCIO
L’età elisabettiana
rappresenta
anche un periodo
di massima fioritura
per le arti e
in particolare
per il teatro.
Nell’età elisabettiana si evidenzia in modo eccezionale
la vocazione marittima inglese. Le varie Compagnie
furono costrette a trovare svariate rotte per i loro affari a
causa della guerra nei Paesi Bassi (1568 – 1648) che
rendevano arduo l’accesso ai porti della Manica. Così, nel
1555, la Compagnia della Moscovia cominciò a
percorrere il Mar Baltico, esportando pannilana e
importando dai Russi legname e pellicce; nel 1600 la
Compagnia delle Indie Orientali si spinse fino all’oceano
Indiano…
In questo periodo l’Inghilterra conquista la sua
supremazia marittima sfruttando corsari impegnati nella
‘guerra da corsa’: le navi di corsari inglesi assalivano per
conto dello Stato inglese le navi spagnole per derubarle,
ricevendo parte del bottino in cambio.
Nel 1604 sarebbe stata fondata nel Nuovo Mondo,
scoperto dagli inglesi vent’anni prima, la colonia Virginia,
in onore della Regina.
POLITICA RELIGIOSA
Nella politica religiosa di Elisabetta si rifletté il suo pragmatismo: per evitare eventuali conflitti con i puritani
inglesi (vicini ai calvinisti di Ginevra), la regina seppe creare un sistema ecclesiastico più comunitario, privo, cioè,
delle gerarchie tipiche della struttura ecclesiastica del cattolicesimo, i cui riti, anzi, ridusse in maniera drastica.
Nel 1559, Elisabetta seguì le orme del padre, varando un secondo Atto di supremazia, che confermava la sua
figura come il capo della Chiesa anglicana. Seguì l’Atto di uniformità, che rese obbligatoria una versione più
vicina al calvinismo del Book of common prayer, e i Trentanove articoli, che ribadivano i cardini della dottrina
anglicana (unicità della Scrittura, centralità della fede per la salvezza, predestinazione degli eletti alla vita eterna, i
due unici sacramenti, ovvero il battesimo e l’eucarestia; inoltre) e abolivano il Purgatorio, l’iconofilia, il culto
delle reliquie e il celibato ecclesiastico). Elisabetta venne scomunicata da papa Pio V nel 1570, anno in cui il
pontefice affrancò i sudditi inglesi cattolici dall’obbedienza alla sovrana. Elisabetta si difese considerandoli ribelli
alla monarchia e proclamandosi protettrice del protestantesimo.
Per la Chiesa cattolica, la legittima pretendente al trono inglese era la cattolica Maria Stuart, che intanto era
rimasta vedova dopo aver sposato l’erede Francesco II di Francia. Al sua ritorno in Scozia, però, nel Paese, ormai
diventato calvinista, scoppiarono rivolte che la costrinsero a chiedere asilo alla cugina Elisabetta: Maria Stuart
venne quindi rinchiusa nella Torre di Londra, da cui, più di una volta prese parte a congiure contro Elisabetta; per
questa ragione, quindi, nel febbraio del 1587, Maria Stuart fu decapitata per alto tradimento.
INVENCIBLE
ARMADA
La morte di Maria Stuart, che
rappresentava una speranza per il
mondo cattolico, spinse Filippo II, a
fine luglio-inizio agosto del 1558, a
invadere l’Inghilterra con la sua
Grande y Felicisima Armada, una
nuovissima flotta che sarebbe stata
soprannominata anche l’Armata
invincibile.
FRANCIS DRAKE
Il comando delle navi inglesi era affidato a Francis Drake, che riuscì a sfruttare le
potenzialità della propria flotta ottenendo la vittoria per la corona inglese.
Francis Drake era un corsaro, uno dei più famosi tra i Corsari elisabettiani, i
cosiddetti Sea Dogs, e vice ammiraglio della flotta inglese (subordinato a Lord
Howard di Effingham).
Il primo inglese a circumnavigare il globo, tra il 1577 e il 1580, Francis Drake fu
incaricato dalla regina di attaccare le coste spagnole affacciate sul Pacifico nel Nuovo
Mondo.
Nel 1585, con l’inizio della guerra anglo-spagnola, guerra che sarebbe durata fino
al 1604 e che non sarebbe mai stata dichiarata formalmente, Drake ebbe inizialmente
il compito di depredare città spagnole nel Nuovo Mondo; successivamente, il corsaro
riuscì a rallentare l’avanzata della flotta spagnola per un anno con un attacco fulmineo
sferrato alla città di Cadice, che occupò per tre giorni, distruggendo ben 27 navi
spagnole.
Durante l’invasione dell’Invencible Armada, le azioni di Francis Drake furono
indispensabili: distrusse numerose navi spagnole e ne catturo altre; la notte del 29
luglio 1588 Drake e Howard organizzarono delle navi incendiarie; l’attacco ruppe la
formazione nemica e i capitani spagnoli, per sfuggire agli inglesi di diressero verso il
mare aperto.
LA DISFATTA SPAGNOLA
(1588)
La flotta spagnola era composta prevalentemente da 130
navi ingombranti che difficilmente riuscivano a colpire con i
cannoni le agilissime e leggerissime navi inglesi.
Dunque, mentre le navi spagnole, poco adatte ai bassi
fondali, tentavano di inseguire le navi inglesi, queste, dotate
di cannoni nuovi e facili da manovrare e da ricaricare,
sferravano colpi sicuri e precisi verso i nemici spagnoli.
Per questa ragione, delle 140 navi a disposizione degli
Inglesi, quelle effettivamente utilizzate per controllare
l’avanzata spagnola furono soltanto una quindicina.
Anche le condizioni meteorologiche favorirono la disfatta
spagnola: numerose tempeste distrussero fin da subito alcune
navi spagnole.
Infine, il mancato arrivo dei rinforzi dei Paesi Bassi, a
causa della rivolta (1568 – 1648) e della difficoltosa manovra
delle grosse navi olandesi nei bassi fondali, sancì
definitivamente la durissima sconfitta dell’Armata
Invincibile.
Con la disfatta spagnola, l’Inghilterra conquistò un
ruolo dominante nello scenario marittimo europeo.
“
I KNOW I HAVE THE BODY BUT OF A WEAK AND FEEBLE WOMAN; BUT I HAVE
THE HEART AND STOMACH OF A KING, AND OF A KING OF ENGLAND TOO, AND
THINK FOUL SCORN THAT PARMA OR SPAIN, OR ANY PRINCE OF EUROPE,
SHOULD DARE TO INVADE THE BORDERS OF MY REALM; TO WHICH RATHER
THAN ANY DISHONOUR SHALL GROW BY ME, I MYSELF WILL TAKE UP ARMS, I
MYSELF WILL BE YOUR GENERAL, JUDGE, AND REWARDER OF EVERY ONE OF
YOUR VIRTUES IN THE FIELD.
Elisabetta I
Regina d’Inghilterra
Discorso alle truppe a Tilbury,
9 agosto 1588
Il giorno prima dell’arrivo dell’Invencible Armada
”
FONTI - SITOGRAFIA
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Giancarlo Monnina, Franco Motta, Sabina Pavone, Ermanno Taviani, Processo storico 1, Loescher Editore, ISBN 97888820101411
Mauro Spicci, Timothy Alan Shaw, Daniela Montanari, Amazing Minds 1, Pearson, ISBN 9788883394072
http://www.treccani.it/enciclopedia/inghilterra_%28Enciclopedia-Italiana%29/
https://www.tesionline.it/appunti/le-vie-della-modernit%C3%A0/la-formazione-della-potenza-inglese-nel--500--600/731/43
https://dizionaripiu.zanichelli.it/storiadigitale/p/percorso/73/l-inghilterra-dei-tudor-da-enrico-viii-a-elisabetta
https://vitadamuseo.com/2015/08/11/il-rinascimento-secondo-i-tudor/
https://www.skuola.net/storia-moderna/inghilterra-cinquecento.html
https://library.weschool.com/lezione/linghilterra-dei-tudor-21142.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell%27Inghilterra#L'Inghilterra_dei_Tudor
https://it.wikipedia.org/wiki/Dinastia_Tudor
https://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_VII_d%27Inghilterra
https://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_VIII_d%27Inghilterra
https://it.wikipedia.org/wiki/Caterina_d%27Aragona
https://it.wikipedia.org/wiki/Anna_Bolena
https://it.wikipedia.org/wiki/Jane_Seymour
https://it.wikipedia.org/wiki/Edoardo_VI_d%27Inghilterra
https://it.wikipedia.org/wiki/Maria_I_d%27Inghilterra
https://it.wikipedia.org/wiki/Elisabetta_I_d%27Inghilterra
https://it.wikipedia.org/wiki/Libro_delle_preghiere_comuni
https://it.wikipedia.org/wiki/Rivolta_del_Prayer_Book
https://it.wikipedia.org/wiki/Invincibile_Armata
https://it.wikipedia.org/wiki/Francis_Drake