“Settembre, andiamo. È tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare: scendono all’Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti.” I Pastori, Gabriele D’Annunzio Transumanza Il termine ‘transumanza’, dal verbo ‘transumare’ deriva a sua volta dal latino trans, ‘al di là’, e humus, ‘suolo, terra’. La transumanza, infatti, è lo spostamento periodico, naturale e necessario, per motivi climatici o geografici, di intere greggi o mandrie allo scopo di garantire al bestiame un buon pascolo e un clima ottimale durante l’intero svolgimento dell’anno; è questa la ragione, dunque, per cui i pastori, accompagnati a volte da cani o cavalli, durante la stagione primaverile ed estiva guidano le loro greggi verso le zone di alta quota, più fresche (fase denominata montificazione), mentre, con l’arrivo dell’autunno, migrano verso le aree pianeggianti, allontanandosi dalle vette montuose innevate e fredde (fase chiamata anche demontificazione). I pastori seguono i tratturi, dei sentieri erbosi creatisi nel tempo col passaggio delle mandrie; questi percorsi possono avere una larghezza di 100 metri circa e possono arrivare a misurare in lunghezza addirittura più di 200 chilometri. Esistono due tipi di transumanza: transumanza orizzontale, o a piccolo raggio, e transumanza verticale o a largo raggio. Il primo, presente principalmente nella zona mediterranea, viene praticato fra due pascoli, detti complementari, situati in due regioni adiacenti; il secondo, invece, è più diffuso nella zona alpina, dove sono presenti forti dislivelli. Gli studiosi ritengono che la transumanza fosse una pratica in uso già dall’età della preistoria e che il tratturo più antico sia quello nella val Senales, in Alto Adige. Tuttavia siamo a conoscenza da testimonianze dirette soltanto di cammini risalenti al III secolo a.C. e non precedenti a questa data. Si sa che era una pratica molto diffusa sui Carpazi, nei Balcani, in Spagna, Francia, Svizzera, Germania e in Italia, dove sono stati ritrovati, lungo i tratturi, piccoli bronzi arcaici raffiguranti il Dio Ercole, protettore due pastori e degli armenti; numerosi anche i santuari dedicati al Dio ed eretti per svolgere funzioni religiose o commerciali, ma anche per garantire una sosta sicura in prossimità di corsi d’acqua agli armenti. Tra le testimonianze letterarie antiche più importanti ricordiamo Marco Terenzio Varrone, che nel I secolo a.C. scrisse l’opera didascalica De re rustica, Virgilio che compose le sue Georgiche, Plinio il Giovane... La transumanza fu anche fonte di ispirazione per posteri come Gabrielle d’Annunzio nella sua poesia I Pastori. Molti sono stati gli studiosi moderni ad aver studiato il fenomeno; tra di essi, i due antropologi Anna Cavasinni e Fabrizio Franceschelli, i quali, verso la fine degli anni ‘70 del Novecento, fecero vari documentari televisivi e cinematografici (uno dei più importanti, Le vie della lana). Nei primi secoli, le migrazioni erano lunghe e difficili; i pastori non avevano a disposizione stalle, o impianti di qualsiasi tipo, ed erano esposti, insieme alle proprie greggi/mandrie a pericoli di ogni genere. Per avere un conforto spirituale, sul loro cammino erano state costruite numerose Chiese e, sovente, lungo il tratturo venivano organizzate feste per accoglierli. In Italia la transumanza si svolgeva principalmente tra Abruzzo e il tavoliere delle Puglie, territorio che dal 1302 al 1816 faceva parte del Regno di Napoli; in quell’arco di tempo, quindi, lo spostamento del bestiame era gestito da due istituzioni napoletane, la Regia dogana della mena delle pecore e la Doganella d’Abruzzo. A partire dal 1447 fino al 1800, poi, la pastorizia divenne una tra le maggiori fonti di ricchezza per moltissimi paesi dell’Abruzzo. Il Regno d’Aragona tentò di portare anche nel Regno di Napoli l’industria della lana e quella agricola, senza però ottenere alcun successo: le potenze del settore rimasero la Spagna, l’Inghilterra e le Fiandre. Il Regno di Napoli, però, apportò qualche miglioramento nell’allevamento ovino, tralasciando del tutto, però, lo sviluppo agricolo locale, fatto che avrebbe portato, successivamente, alla problematica arretratezza del Mezzogiorno a partire dall’Ottocento. Alcuni studi hanno confermato che a metà del XV secolo erano presenti nel territorio italiano più di 3.000.000 di ovini e 30.000 pastori, che riuscivano a offrire la sussistenza a metà della popolazione abruzzese. Due secoli più tardi, i capi sarebbero aumentati fino ad arrivare alla sorprendente cifra di 5.500.000 ovini. A partire dall’Unità d’Italia, nel 1861, la pastorizia e, di conseguenza, la transumanza, subì un violento arresto: i territori prima destinati al pascolo furono affidati ai contadini per l’agricoltura; molti pastori furono costretti ad emigrare per continuare il proprio lavoro. Al giorno d’oggi, la transumanza è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco. Infatti, con l’avvento della zootecnica, l’allevamento intensivo, ma anche l’impiego di autotreni o camion per il trasporto degli animali, la pratica è stata fortemente ridimensionata e sopravvive in pochissime zone: quelle alpine, quelle appenniniche dal Molise, dall’Abruzzo e un po’ dal Lazio fino in Puglia, nella Sardegna e, anche in alcune parti della Sicilia, dove la montificazione incomincia nella terza domenica di maggio. Ciò nonostante, in Francia è diventato un evento turistico, soprattutto grazie alle feste organizzate come occasione di ricordo e di riscoperta del passato, in particolare in Alsazia, nei Pirenei, sulle Alpi e nella zona del Massiccio centrale. Per aumentare il turismo, poi, i trasporti via camion/autotreni sono decisamente diminuiti, con la predilezione dei metodi tradizionali. Isabella Tokos 3A Fonti: • • • • • • • • http://www.archivi.beniculturali.it/dga/uploads/documents/PIA/5225af4c00de8.pdf http://www.treccani.it/enciclopedia/transumanza/ https://it.m.wikipedia.org/wiki/Transumanza https://www.tuttogreen.it/transumanza-cose/ http://www.treccani.it/vocabolario/transumanza/ https://www.foodscovery.it/foodheroes-magazine/la-transumanza-storia-significato/ https://libreriamo.it/lingua-italiana/che-cose-transumanza-pratica-diventata-patrimonio-unesco/ http://www.abbacchioromanoigp.it/per-saperne-di-piu/item/66-la-transumanza-e-lamonticazione.html • https://journals.openedition.org/mefra/3449