LUCIO FONTANA Figlio dello scultore italiano Luigi Fontana e di madre argentina, dall'età scolare, viene mandato in Italia per gli studi ed affidato allo zio di Castiglione Olona, in provincia di Varese. Frequenta il collegio Torquato Tasso di Biumo Inferiore (VA) e, una volta presa la licenza elementare, prosegue con la scuola tecnica del Collegio Arcivescovile Ballerini, a Seregno. Inizia così l'apprendistato dell'artista, cominciando con la pratica nello studio del padre scultore, con il collega Giovanni Scarabelli, e studiando, contemporaneamente, presso la Scuola dei maestri edili dell'Istituto Tecnico "Carlo Cattaneo" di Milano. Verso la metà del 1927, si iscrive al corso di scultura dell'Accademia di Belle Arti di Brera dove inizia a seguire i corsi di Adolfo Wildt e la Scuola del marmo. Visse in Argentina fino a sei anni e vi tornò durante la prima guerra mondiale. Nel 1930 partecipa alla XVII Biennale di Venezia e tiene la sua prima personale alla Galleria del Milione, a Milano, voluta e organizzata da Edoardo Persico. Sin dal 1949, infrangendo la tela con buchi e tagli, egli superò la distinzione tradizionale tra pittura e scultura. Alla fine degli anni quaranta, collaborò con la Fontana Arte alla realizzazione di basi in ceramica per tavoli e tavolini, e con la ditta Borsani. Fu il fondatore del movimento spazialista e scrisse sul retro di ogni tela frasi insensate, semplice appiglio per una perizia calligrafica. Agli inizi degli anni Sessanta ebbe corrispondenze con degli ammiratori, fra questi col critico d'arte Eraldo Di Vita. ADRIAN GHENIE Nel 2001 si è laureato all'università d'arte e design di Cluj-Napoca. Ghenie vive e lavora a Cluj, Berlino e Londra. Nel 2005, ha co-fondato la Galeria Plan B a Cluj, insieme a Mihai Pop, uno spazio di produzione e di esposizione per l'arte contemporanea, e nel 2008, Plan B ha aperto uno spazio espositivo permanente a Berlino. Il suo lavoro è stato esposto in mostre collettive e personali, tra cui Tate Liverpool, Museo d'arte moderna di San Francisco e Fondazione Palazzo Strozzi a Firenze. ENZO SPERONE Enzo Sperone ha iniziato la sua attività di gallerista nel 1964 con la prima sede torinese che ha rappresentato per tutti gli anni '60 il principale polo italiano del panorama artistico internazionale. È stato tra i primi a esporre gli artisti della Pop Art americana e a valorizzare gli esponenti dell'Arte Povera e della Minimal Art europei e americani. Nel 1972 ampliò la propria attività inaugurando gli spazi espositivi di Roma e New York, attivi ancora oggi. Negli anni '80 invece è stato il principale promotore della Transavanguardia negli Stati Uniti. Tra gli artisti che ha portato alla ribalta nel corso della sua carriera vi sono: Anselmo, Boetti, Cannavacciuolo, Kelley, Kosuth, Kounellis, Lichtenstein, Nauman, Rauschenberg, Schnabel, Warhol e Zorio. JEFF KOONS Jeffrey Koons illustra ironicamente lo stile di vita americano e la sua tendenza al consumismo e viene considerato un'icona dello stile neo-pop e riconosciuto fra gli artisti più ricchi del mondo. Nel corso della propria carriera, Koons si è espresso attraverso l'utilizzo di un'ampia gamma di tecniche, come ad esempio scultura, pittura, installazioni e fotografia, e l'utilizzo di differenti materiali tra cui pigmenti, plastica, gonfiabili, marmo, metalli e porcellana. L'artista viene generalmente definito erede di Andy Warhol e continuatore della pop art. Le sue primissime opere risalgono alla fine degli anni settanta, e includono alcune composizioni di fiori e giocattoli gonfiabili disposti su superfici specchianti. I poster esposti da Koons: <<Sono una perfetta rappresentazione della realizzabilità del sogno americano […] della possibilità per ciascuno di realizzarsi pienamente secondo le proprie capacità e i propri meriti…>> Nel 1991 sposa la pornodiva Ilona Staller (nota anche come Cicciolina) con cui ha un figlio nel 1992 di nome Ludwig. L'unione non è durata molto: la coppia si separa nello stesso 1992, andando incontro ad una dura battaglia legale per l'affidamento del bambino. Sono molte le opere di carattere hard dell'artista con scene di sesso ispirate dalla moglie e spesso con lui come coprotagonista. Nel 2001, il presidente della Repubblica francese Jacques Chirac lo nomina Chevalier de la Légion d'Honneur. Nel 2013 partecipa alla realizzazione della cover dell'album Artpop di Lady Gaga, creando appositamente per il disco, una statua di cera raffigurante la cantante. Il 13 novembre dello stesso anno, durante un'asta di Christie's, la sua opera Balloon Dog (Orange) giunge a costare 58,4 milioni di dollari, divenendo l'opera d'arte più costosa del mondo realizzata da un artista vivente. ERNST PAUL KLEE Nato da due genitori musicisti, fu un esponente dell'astrattismo; considerava l'arte un discorso sulla realtà e non una sua semplice riproduzione. Nelle sue opere la realtà è quindi rarefatta, resa essenziale, talvolta ridotta a semplici linee o campiture colorate. La sua inesausta ricerca si manifesta anche attraverso la scelta dei supporti, che vanno dalla tradizionale tela alla carta di giornale, alla juta, a cartoncini di ogni qualità e spessore. Fra il 1898 e il 1901 si trasferì a Monaco di Baviera, nel quartiere degli artisti. Qui frequentò l'Accademia delle belle arti. Franz von Stuck fu il suo professore, ed entrò in contatto con la corrente artistica Jugendstil. Tra il 1902 e il 1906 si appassionò a Gustav Klimt, a William Blake e a Goya. Nel 1906 sposò la musicista Lily Stumpf, dalla quale ebbe un figlio. Nel 1910 espose la sua prima personale al Kunstmuseum di Berna e nel 1911 conobbe artisti come Auguste Macke, Franz Marc e Vasilij Kandinskij, con cui diede in seguito vita al gruppo del Der Blaue Reiter (Il cavaliere azzurro), con il quale esporrà a Berlino. Nello stesso anno conobbe Robert Delaunay, pittore simultaneo-cubista, le cui ricerche sul colore e la luce lo influenzarono. Nell'aprile del 1914 espose a Berlino insieme a Marc Chagall e, due anni dopo, fu richiamato alle armi e fu congedato nel dicembre del 1918, ma gli anni della guerra e l'impegno nell'esercito non impedirono a Klee di continuare a dipingere e a disegnare. Nel 1920 venne chiamato dall'architetto Walter Gropius ad insegnare pittura. L'esperienza si concluse nel 1931 e successivamente assunse la docenza presso l'Accademia di Düsseldorf. Nel 1933 Klee fu costretto dal regime nazista alle dimissioni, poiché il regime giudicava la sua produzione come "arte degenerata". Lasciò così la Germania per trasferirsi nuovamente nella sua città natale, dove continuò a dipingere. ALBERTO GIACOMETTI Alberto Giacometti Cominciò a disegnare, a dipingere e a scolpire assai giovane. Dopo aver frequentato la Scuola di arti e di mestieri di Ginevra, nel 1919, si iscrisse a Parigi ai corsi di scultura di Émile-Antoine Bourdelle, all'Accademia della Grande Chaumière. Disparate esperienze culturali orientarono in direzioni diverse la sua operatività di questi anni. Lo testimoniano i suoi disegni, caratterizzati dalla frantumazione cubista, analitica, di ogni dettaglio, e sculture. Nel 1928 Giacometti entrò a far parte del gruppo surrealista (con cui ruppe nel 1935, pur partecipando alle mostre fino al 1938). In questo periodo, sul lavoro a memoria prevalgono l'immaginazione e, spesso, l'inconscio, che conducono Giacometti alla creazione di sculture assai importanti per l'idea surrealista di oggetto a funzionamento simbolico. Dal 1947 riprende a dipingere e disegnare intensamente, continuando a lavorare dal vero. I temi preferiti sono i familiari, gli oggetti che lo circondano, paesaggi visti e vissuti. Le figure sono fisse, immobili rigidamente frontali: la cornice che Giacometti costruisce attorno ad esse ha la funzione di allontanarle isolandole dallo spazio, creando attorno ad esse vuoto. MARIO SIRONI La sua formazione avviene a Roma, dove la famiglia si trasferisce un anno dopo la sua nascita, e qui compie gli studi tecnici. Intanto legge Schopenhauer, Nietzsche, Heine, Leopardi, i romanzieri francesi, studia il pianoforte, e fin da piccolo si dedica al disegno. Nel 1902 si iscrive alla facoltà di ingegneria, ma l'anno successivo è colpito da una crisi depressiva, primo sintomo di un disagio esistenziale che lo accompagnerà tutta la vita. Abbandona l'università e si iscrive alla Scuola Libera del Nudo. Allo scoppio della guerra si arruola nel Battaglione Volontari Ciclisti, di cui fanno parte anche Boccioni, Marinetti, Sant’Elia, Funi, Russolo, e in dicembre firma il manifesto futurista “L'orgoglio italiano”. Nel marzo 1919 rientra a Roma dopo il congedo. Nello stesso periodo partecipa alla Grande Esposizione Nazionale Futurista, esponendo quindici opere prevalentemente sul tema della guerra. In luglio tiene la prima personale a Roma, da Bragaglia. Sposa Matilde Fabbrini, da cui avrà due figlie. In settembre, però, parte per Milano senza la moglie, che le ristrettezze economiche non gli permettono di portare con sé. Nel dicembre 1922 fonda, con Bucci, Dudreville, Funi, Malerba, Marussig e Oppi, il Novecento Italiano, che si presenta per la prima volta a Milano nel 1923; il movimento aspira a una “moderna classicità”, cioè a una forma classica, priva di pittoricismi ottocenteschi, filtrata attraverso una sintesi purista. Intorno al 1930 conosce Mimì Costa, alla quale rimarrà legato per il resto della sua vita. Lungo il decennio si dedica sempre più alla grande decorazione e alla pittura murale. Il 25 aprile rischia anche di essere fucilato: esce in strada fra gli spari, a Milano, e viene fermato a un posto di blocco da una brigata partigiana, ma Gianni Rodari lo riconobbe e lo lasciò passare. ALBERTO BURRI Dopo la laurea in medicina, divenne ufficiale medico nella seconda guerra mondiale. Fatto prigioniero in Tunisia dagli americani, fu recluso nel campo di concentramento di Hereford (in Texas), dove cominciò a dipingere. Tornato in Italia nel 1946, si trasferisce a Roma, dove l'anno successivo tiene la sua prima personale alla galleria “La Margherita”. Nel 1964 vince il premio Marzotto e nel 1975 partecipa ad Operazione Arcevia, progetto coordinato dall’architetto Ico Parisi, di costruzione ex novo di una comunità da realizzare ad Arcevia, comune in provincia di Ancona, con i contributi di artisti, musicisti, critici, scrittori, cineasti, psicologi, istituzioni locali. Nel 1981 viene inaugurata la Fondazione Burri in Palazzo Albizzini a Città di Castello, con una prima donazione di 32 opere. Nel 1984, per inaugurare l'attività di Brera nel settore del contemporaneo, viene ospitata un'esaustiva mostra di Burri. Le sue opere sono esposte in alcuni fra i più importanti musei del mondo: il Centro Georges Pompidou a Parigi, il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, la Tate Gallery di Londra, la Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma, Il Castello di Rivoli (TO),il Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. ERNST HAECKEL Laureato in medicina alla Humboldt Universität di Berlino, tra i suoi maestri ebbe il fisiologo e ittiologo Müller, che lo portò con sé durante una spedizione estiva per studiare gli organismi marini lungo la costa di Helgoland. Scontento della pratica medica, Haeckel studiò per tre anni zoologia all'università di Jena, specializzandosi in biologia marina. Restò poi a Jena come docente per 47 anni dal 1862 al 1909, diventando anche professore di anatomia comparata. Egli ha scoperto, descritto e denominato migliaia di nuove specie e coniato molti termini in biologia, come ecologia, phylum, filogenesi, cellule staminali, antropogenia e regno dei protisti. Haeckel ha promosso e reso popolare l'opera di Charles Darwin in Germania, anche se ritenne che l'evoluzione fosse determinata dall'ambiente e non solo dalla "selezione naturale". Prendendo spunto dagli studi sull'evoluzione dei linguaggi del linguista August Schleicher, sviluppò il primo albero filogenetico per rappresentare le relazioni "genealogiche" fra tutte le forme di vita. L'opera artistica di Haeckel comprende oltre 100 illustrazioni dettagliate e policromatiche di molte creature marine (raccolte nel 1904 nel libro "Kunstformen der Natur", "Forme d'arte della natura"). L'opera ebbe grande diffusione e influenzò gli sviluppi artistici dell'Art Nouveau all'inizio del XX secolo. MARINA ABRAMOVIC Marina Abramovic era nipote di un patriarca della chiesa ortodossa serba, che successivamente fu proclamato santo, mentre entrambi i genitori erano partigiani della seconda guerra mondiale: suo padre Vojin Abramović fu un comandante riconosciuto, dopo la guerra, eroe nazionale; sua madre Danica, maggiore dell'esercito, alla metà degli anni sessanta fu nominata direttore del Museo della Rivoluzione e Arte in Belgrado. La sua prima lezione di arte Marina la ricevette dal padre all'età di 14 anni; avendo chiesto al genitore di comprarle dei colori, lui si presentò con un amico il quale cominciò con il tagliare a caso un pezzo di tela, poi una volta steso a terra vi gettò sopra colla, sabbia, pietrisco, bitume, colori vari dal giallo al rosso, poi dopo aver cosparso il tutto con trementina, collocò un fiammifero al centro della composizione e lo fece esplodere e disse: "Questo è il tramonto". Dal 1965 al 1972 studia presso l'Accademia di Belle Arti di Belgrado, e dal 1973 al 1975 ha insegnato presso l'Accademia di Belle Arti di Novi Sad, mentre creava le sue prime performance. Nel 1974 viene conosciuta anche in Italia, dove presenta la sua performance, Rhytm 4, esposta a Milano, nella Galleria Diagramma di Luciano Inga Pin. Nel 1976 lascia la Jugoslavia per trasferirsi ad Amsterdam. Nello stesso anno inizia la collaborazione e la relazione con Ulay, artista tedesco. Ebbe tre aborti e non si costruì mai una famiglia, che lei stessa riteneva un qualcosa che non sarebbe riuscita a conciliare con il lavoro. Nel 1997 vince il Leone d'Oro alla Biennale di Venezia con l'esecuzione, Balkan Baroque. GIORGIO DE CHIRICO Per i suoi primi diciassette anni di vita, De Chirico visse in Grecia tra Volo e Atene ed imparò il greco moderno e prese le prime lezioni di disegno dal pittore greco Mavrudis, successivamente dal pittore e soldato Carlo Barbieri e dallo svizzero Jules-Louis Gilliéron. Nel 1899 frequentò brevemente il Liceo Leonino di Atene e poi tornò a studiare in casa con maestri privati: studia l'italiano, il tedesco, il francese e la musica. Nel 1900 Giorgio si iscrisse al Politecnico di Atene per intraprendere lo studio della pittura e nel 1906, insieme al fratello e alla madre, si trasferì a Firenze frequentando l'Accademia di belle arti di Firenze. Nel 1907 si iscrisse all'Accademia delle belle arti di Monaco di Baviera; in quel periodo conobbe l'arte di Arnold Böcklin e di Max Klinger. Dal 1911 al 1915 de Chirico visse a Parigi, dove abitava il fratello Alberto, partecipò al Salon d'Automne e al Salon des Indépendants e frequentò i principali artisti dell'epoca come Guillame Apollinaire, Max Jacob e Pablo Picasso. Fu soprattutto la frequentazione con Apollinaire a influenzarlo; cominciò quindi a realizzare quadri con uno stile più sicuro. Subì l'influenza di Paul Gauguin, da cui presero forma le prime rappresentazioni delle piazze d'Italia. Nel 1924 e nel 1932 partecipò alla Biennale di Venezia e nel 1935 alla Quadriennale di Roma. Nel 1936 e 1937 si stabilì a New York, dove la Julien Levy Gallery espose le sue opere e lavorò come decoratore di interni, realizzando ad esempio una sala da pranzo presso la Decorators Picture Gallery assieme a Picasso e Matisse. Nel 1944 si trasferì a Roma dove aveva anche il suo atelier. HERBERT RITTS Nato a Los Angeles, da una facoltosa famiglia ebrea che tuttora possiede un'azienda di mobilia tra le più rinomate di Los Angeles (la Ritts Co.), Herb era il più grande dei quattro figli, cresciuti in una casa di 27 stanze in stile spagnolo a Brentwood al fianco di quella dell'attore Steve McQueen. Sua madre era una arredatrice d'interni molto nota, che ha contribuito a rendere popolari i mobili in giunco negli Stati Uniti, tanto che nel 1961 venne assunta per lavorare nella scenografia del film di Elvis Presley Blue Hawaii. Herb ottenne la sua prima fotocamera, una Kodak, a dieci anni da suo padre per Natale. Passò la sua adolescenza tra studi d'arte ed economia alla prestigiosa University High School e tentativi di sfondare nel mondo del rock. Nel 1974 conseguì la laurea al Bard College a New York e tornò a Los Angeles per lavorare come rappresentante nell'azienda di famiglia. Fu in quel periodo che Herb fece coming out dichiarando alla sua famiglia la propria omosessualità, mentre i suoi genitori divorziarono verso la fine degli anni settanta. In questo periodo Ritts cominciò a prendere lezioni di fotografia, seguendo alcuni corsi serali, decidendo di dedicarsi all'arte. Iniziò successivamente a fotografare i suoi amici. La sua prima occasione si presentò nel 1978 quando scattò delle foto all'amico attore Richard Gere durante una gita nel deserto di San Bernardino: Herb e Richard si fermarono in una stazione di servizio per cambiare una ruota forata e mentre Richard sostituiva la ruota Herb scattò delle foto sensuali all'attore in jeans e canottiera con le mani sulla nuca e la sigaretta che pendeva dalle labbra. Le foto vennero usate per promuovere il film American Gigolò del 1980 e riscontrarono successo a livello nazionale grazie alle copertine di molte riviste come Newsweek, Vogue, Esquire e Mademoiselle tanto da procurargli ben presto delle commissioni, la prima delle quali fu quella di Franco Zeffirelli per ritrarre gli attori della pellicola Il campione. Successivamente lavorò per Andy Warhol e L'Uomo Vogue. Nel 1979 la rivista Mademoiselle si affidò a Herb Ritts per fotografare la giovane attrice Brooke Shields: le foto erano talmente belle che una si guadagnò la copertina di Elle l'anno successivo. Il modello Matt Collins lo presentò a Bruce Weber e i due diventarono subito amici. OLAFUR ELIASSON I genitori di Olafur Eliasson erano emigrati a Copenaghen dall'Islanda nel 1966: lui per trovare lavoro come cuoco e lei come sarta. Aveva 8 anni quando i suoi genitori si separarono; visse con sua madre e il suo patrigno, un agente di cambio. Suo padre, poi artista, tornò in Islanda, dove la sua famiglia trascorreva l'estate e le vacanze. A 15 anni ha avuto la sua prima mostra personale, esibendo disegni paesaggistici e gouaches in una piccola galleria alternativa in Danimarca. Con due compagni di scuola, formò un gruppo - si definirono Harlem Gun Crew - e si esibirono nei club e nelle sale da ballo per quattro anni, vincendo infine il campionato scandinavo. Quando nel 1990, è stato premiato con un budget di viaggio dalla Royal Danish Academy, Olafur è andato a New York dove ha iniziato a lavorare come assistente di studio per l'artista Christian Eckhart a Williamsburg e Brooklyn. Nel 1996, Olafur ha iniziato a lavorare con Einar Thorsteinn, un architetto ed esperto di geometria di 25 anni più anziano di lui e ex amico di Buckminster Fuller. La conoscenza di Thorsteinn della geometria e dello spazio è stata integrata nella produzione artistica di Olafur, spesso vista nelle sue opere di lampade geometriche e nei suoi padiglioni, tunnel e progetti di camera oscura. STEPHEN CARTER Stephen Carter trae ispirazione per le sue opere dai momenti della vita quotidiana della città. I suoi primi lavori erano repliche ed astrazioni dai giornali contemporanei e dipinti di raccolte di parole che apparivano sulle copertine delle riviste più popolari. I dipinti successivi, invece, raccontano la città attraverso l’esperienza del pedone; l’artista stesso infatti, ha affermato che adora camminare e che trascorre il suo tempo libero a passeggiare per le città, soffermandosi a riflettere sui luoghi che attraversa e scattando foto. Tutti i suoi dipinti e opere grafiche offrono una riflessione, e a volte anche un antidoto, sugli eccessi della vita urbana contemporanea. STEVEN MEISEL Il suo interesse per la bellezza e per le modelle è nato quando era molto giovane. Da piccolo, Meisel disegnava in continuazione, non voleva giocare, ma soltanto disegnare figure femminili. Sfogliava riviste di moda come Vogue e Harper's Bazaar, traendone ispirazione per i propri disegni. Sognava signore dell'alta società di allora come Gloria Guinness e Babe Paley, rappresentando esse ai suoi occhi l'unione della bellezza e dell'aristocrazia. Altri esempi ai quali si ispirava erano la madre e la sorella. Da ragazzo era ossessionato da modelle quali Twiggy, Veruschka, e Jean Shrimpton. A 12 anni era solito far chiamare da amiche le agenzie di modelle di New York: queste che si fingevano segretarie del fotografo Richard Avedon, per ottenere foto delle modelle più celebri. Per incontrare Twiggy, il dodicenne Meisel andò nello studio di Melvin Sokolsky. Ha studiato alla High School of Art and Design e alla Parsons School of Design, dove ha seguito vari corsi ma, come dichiarato in un'intervista rilasciata all'edizione francese della rivista Vogue, scelse la carriera di illustratore di moda eccellendo in questo campo. Non aveva mai pensato di dedicarsi alla fotografia. Ammirava fotografi come Jerry Schatzberg, Irving Penn, Richard Avedon e Bert Stern. In seguito, lavorando come illustratore per una collezione femminile, andò all'agenzia Elite, iniziando a fare provini fotografici per le loro modelle. Scattava foto nel suo appartamento a Gramercy Park oppure per strada: durante la settimana lavorava alle collezioni e nei fine settimana con le modelle. Una di loro era Phoebe Cates. Alcune di queste modelle portarono le foto fatte da Meisel alla redazione di Seventeen; i redattori della rivista, colpiti dalle foto di Meisel, si accordarono per lavorare con lui. Il successo di Meisel è in parte dovuto all'apprezzamento per il suo stile fotografico da parte di due regine del fashion system: le direttrici di Vogue Italia e Vogue USA, rispettivamente Franca Sozzani e Anna Wintour. Ha curato campagne pubblicitarie per Gianni Versace, Valentino, Dolce & Gabbana, Calvin Klein, Prada, Louis Vuitton, Lanvin, Mulberry e Anna Sui, della quale è grande amico. Raramente si lascia intervistare o fotografare. KEITH HARING Primogenito di quattro figli, Haring e la sua famiglia si trasferirono a Kutztown pochi anni dopo la sua nascita, e fu qui che trascorse gran parte della sua infanzia e ancora fanciullo rivelò una forte inclinazione per il disegno. Furono proprio i personaggi dei fumetti come quelli di Walt Disney e di Dr. Seuss a esercitare su di lui un'influenza duratura. Divenuto adolescente, Haring diede prova di temperamento ardente: era insofferente ai freni, e non di rado consumava droghe e alcool con gli amici. Malgrado ciò, egli continuò a coltivare la propria passione per il disegno; decisiva, in tal senso, fu la visita al museo Hirshhorn di Washington D.C., dove era esposta la produzione grafica di Andy Warhol. Terminati gli studi secondari nel 1976, si iscrisse all'Ivy School of Professional Art di Pittsburgh, dove iniziò a frequentare le lezioni di grafica pubblicitaria, ma abbandonò il corso dopo due semestri ed iniziò a fare lavori occasionali che gli lasciavano molto tempo libero, e infatti Haring divorava le opere monografiche su Jean Dubuffet, Stuart Davis, Jackson Pollock, Paul Klee, Alfonso Ossorio e Mark Tobey. Nel 1977 entrò a contatto con Pierre Alechinsky che riaccese la sua vocazione, e dopo poco, organizzò la sua prima mostra personale. Nel 1979 stringe amicizia con un artista emergente di Brooklyn: Jean-Michel Basquiat, col quale rimase amico fino alla morte di quest'ultimo avvenuta due anni prima della sua. Intanto da Pittsburgh si trasferì a New York, alla ricerca di nuove sfide e di artisti con idee e interessi affini; fu proprio in questo periodo, inoltre, che iniziò a diventare consapevole del proprio orientamento omosessuale, che avrebbe poi riconosciuto apertamente in seguito. Frequentò anche assiduamente il Club 57, rendez-vous assai popolare tra gli artisti, gli attori e i musicisti di Manhattan. Ormai ben inserito nella scena artistica newyorchese, Haring decise di non proseguire i propri studi alla School of Visual Art, rinnegando definitivamente la possibilità di conseguire una laurea e scelse di lavorare la scena urbana cittadina, riconoscendo nel tessuto metropolitano di New York un luogo ricco di fermenti e di indirizzi.