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STORIA ECONOMICA appunti

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STORIA ECONOMICA
Introduzione:
STORIA: è l’analisi dinamica di un fenomeno nel tempo. In particolare, della società umana.
Analisi e interpretazione: per la percezione della storia, in particolare della storia universale occorre far
riferimento a storie generali (territorio) le quali si riferiscono a storie speciali (singolo fenomeno) fino
a raggiungere la storia e la complessità sociale (fine XIX secolo).
Storia economica: consiste nell’analisi della storia speciale (analisi diacronica di fatti economici).
ECONOMICA: significa attività sociale. Facciamo riferimento ad una attività umana svolta insieme ad altri.
ETIMOLOGIA:
ECONOMIA: governo della casa (intesa come persone che abitano la casa). Tale governo diviene sempre più
efficiente a mano a mano che l’organizzazione sociale si evolve ed affina. Sin dalla prima esistenza umana si
è riscontrato che la produzione, reperimento e l’accumulo dei beni i sono diventati necessari in quanto
implica la sopravviva e la felicità per il soddisfacimento dei bisogni.
L’economia: è volta alla risposta ai bisogni umani.
Punto chiave diviene la divisione del lavoro che, nel corso dei secoli, è diventata sempre più sofisticata e che
è volta ad ottimizzare la produzione rendendo in questo modo l’organizzazione sempre più efficiente.
Capitolo I:
ANTICO REGIME (aspetto congiunturale: struttura)
1. Periodo storico: neoclassico. Non è presente una data univoca per la fine poiché è avvenuto in epoche
diverse nei vari paesi mente ancora in altri si deve presentare.
2. Cosa si intende sotto il punto di vista della storia economica: sistema esistente e funzionamento prima delle
rivoluzioni economiche. Intendiamo il modo di produrre tradizionale che pone al centro di tutto il
soddisfacimento dei bisogni primari dell’uomo.
3. Scenario di sfondo: occidente in continua evoluzione. spazio che ha realizzato l’economia mondiale che oggi
conosciamo. Non solo l’Europa (tutti i paesi verso l’occidente).
4. I protagonisti:
CONCRETI
1) persone;
2) aggregazioni sociali.
ASTRATTI
1) domanda aggregata;
2) offerta aggregata.
5. Domanda:
Primato etico e teorico della domanda: l’economia deve rispondere ai bisogni rappresentati dalla
domanda per ottenere la domanda effettiva. Diviene necessario studiare:
I.
numero di persone (tasso di natalità);
II.
cosa consuma (bisogni, desideri);
III.
tipo di consumatore.
I.
Numero di persone (TASSO DI NATALITA’):
Trattando della domanda bisogna domandarsi se la popolazione (e quindi la domanda) è: Numerosa; Rara;
Costante rispetto all’epoca precedente. Occorre effettuare uno studio attraverso le rilevazioni realizzate
attraverso censimenti (non sono fonti attendibili: molti tentavano di sottrarsi al censimento per evitare il
pagamento delle tasse ed inoltre gli stessi paesi evitavano di render noti tali dati da evitare la divulgazione
dei numeri relativi alla popolazione armabile): si necessita quindi di realizzare delle ipotesi induttive.
Dal 1000 a 1800 abbiamo assistito a una serie di UP and DOWN. Quella Europa è una popolazione che cresce
e poi decresce, oggi è in continua crescita.
CONSIDERAZIONI:
a) Fecondità era vicino ai massimi biologici e ciascuna donna cercava di mettere al mondo quanti più figli
possibili, in quanto tanti di questi bambini non sopravvivevano ai primi anni di vita.
L’elevata procreazione era funzionale al bisogno di dar continuazione alla generazione.
b) decrescita è elevatissima (si possono intersecare) ed è il periodo caratterizzato da tre fattori:
Peste: Epidemia 1630-1631 (manzoniana) esempio degli effetti della pandemia.
Fame;
Guerra.
c) Matrimoni limitati: necessità della dote sia per sposarsi (per le donne) e sia per entrare in convento.
Clero;
Intellettuali e studiosi;
Parte del Ceto Nobiliare (CADETTI).
THOMAS ROBERT MALTHUS:
filosofo, sociologo ed economista che nel 1798 si sofferma ad osservare la crescita esponenziale della
popolazione come fattore preoccupante, che rischi di eliminare l’uomo dalla faccia della terra.
Egli considera anzitutto che la decimazione sotto alcuni aspetti veniva considerata fisiologica e soprattutto
utile alla ricostruzione ed evoluzione della popolazione.
“Con l’aumento delle risorse aumenta anche il numero delle persone che rimangono in vita, subito dopo
tuttavia, le risorse divengono insufficienti e di conseguenza la popolazione deve decrescere.”
Malthus osservò questa realtà e quella precedente constava due diversi leggi nell’andamento della crescita
della popolazione delle risorse:
1) RISORSE: la crescita delle risorse è riconducibile a una progressione aritmetica (è una successione di
numeri tali che la differenza tra ciascun termine della successione e il suo precedente sia una costante);
2) POPOLAZIONE: la crescita della popolazione è una progressione geometrica (è una successione di
numeri tali che il rapporto tra un elemento ed il suo precedente sia sempre costante).
Si considera quindi che le risorse disponibili non sono distribuibili nell’intera popolazione. Molte persone
divengono impossibilitate ad ottenere risorse (per lo più alimenti) e vengono quindi scalciate fuori dalle
statistiche e poste sul baratro tra vita e morte. In questa epoca la stragrande maggioranza della popolazione
vive ai limiti minimi della sussistenza.
Ciò permette al genere umano di progredire (una sorta di selezione naturale).
 SISTEMA MALTHUSIANO: (popolazione in aumento/popolazione in diminuzione)
II.
Tipologia di consumo:
a) BISOGNI: beni di prima necessità. Dipendono anche da:
1. fattori socioculturali: variano a seconda del periodo storico. I bisogni si sono evoluti nel corso dei secoli
sulla base del progresso sociale;
2. fattori geofisici;
3. totale della popolazione: la numerosità della popolazione che all’epoca era accumunata dal fatto di
inquadrarsi ad un livello minimo di sussistenza.
Esalta sia la stabilità che il progresso: di conseguenza i bisogni costituivano:
la domanda struttura della popolazione fattori geopolitici e fattori socioculturali.
b) DESIDERI: Superata la fase di crisi e nel momento in cui i bisogni di prima necessità vengono pienamente
soddisfatti cominciarono ad imporsi anche i cosiddetti desideri ovvero richieste di beni ulteriori a quelli
necessari per la sopravvivenza volti ad avviare l’esistenza umana. I desideri sono pressoché illimitati e
dipendono dagli stessi fattori dei bisogni.
Dipendono da:
1. Livello del reddito (basso/medio/alto); desiderio di poter dimostrare;
2. Distribuzione della ricchezza: disomogenea.
Ristretto numero di persone detenevano la gran parte della ricchezza, la restante parte della popolazione
doveva dividersi una fetta di ricchezza molto piccola. Vi era anche la presenza dei pauperes ovvero
persone che vivevano esclusivamente di carità non essendo dotati di potere d’acquisto.
3. Prezzo (punto d’incontro tra domanda e offerta).
c) POTERE D’ACQUISTO: Per accedere e soddisfare anzitutto i bisogni ed in seguito anche i desideri è necessario
essere dotati di un potere d’acquisto.
𝒃𝒊𝒔𝒐𝒈𝒏𝒊 + 𝒅𝒆𝒔𝒊𝒅𝒆𝒓𝒊 + 𝒑𝒐𝒕𝒆𝒓𝒆 𝒅′ 𝒂𝒄𝒒𝒖𝒊𝒔𝒕𝒐 = 𝑫𝑶𝑴𝑨𝑵𝑫𝑨 𝑬𝑭𝑭𝑬𝑻𝑻𝑰𝑽𝑨
Le modalità di trasferimento delle risorse:
1. VOLONTARIE: Carità; Donazioni; Doti; Gioco.
2. COATTE: Fisco; Bottini di guerra; Rapine; Furti; Riscatti.
III.
tipo di consumatore:
a) DOMANDA DEI PRIVATI:
1) BENI DI PRIMA NECESSITA’ (MERCATO NATURALE):
1. Alimentazione: va sottolineato il fatto che quanto aumenta la domanda di carboidrati (pane), che
sono reperibili a prezzi molto più accessibili rispetto ad altri alimenti, si identifica un momento di crisi
e non una situazione di crescita come si potrebbe pensare (la domanda è così in crisi da spostarsi
verso beni sempre meno costosi sacrificando anche l’aspetto salutistico).
2. Abbigliamento;
3. casa.
Le cose cambieranno quando almeno negli ambiti del cibo e dell’abbigliamento avverranno delle rivoluzioni
(rivoluzione agricola ed industriale) riguardano beni di prima necessità e non voluttuari.
Non è presente la cultura della scorta. La spesa per il cibo è inversamente proporzionale al reddito.
La risposta è culturale. Dimostrazione della distanza che ci sia tra il povero e il ricco. La risposta è determinata
dall’eduzione.
Il legno: all’epoca era la risorsa principale funzionale alla sopravvivenza umana. Serviva per costruire,
riscaldare, lavorare (il trasporto delle merci era realizzato su carretti di legno, le barche per la navigazione
era il legno…). Questo diviene inoltre anche la principale fonte energetica. Ecco il perché di massicce
deforestazioni.
2) BENI ACCESSORI: (MERCATO DI BENI NON NATURALI): oltre ad alimentazione, abbigliamento e spese per
la casa, per i pochi soggetti. Che potevano permetterselo venivano contemplate altre spese.
In primis vi erano i nobili per i quali le spese accessorie riguardavano:
1. l’immagine che doveva essere impattante rispetto all’esterno;
2. domestici che dovevano assicurare un’adeguata pulizia e per sfoggiare la ricchezza;
3. divertimenti;
4. beni preziosi;
5. carità: per affermare il proprio Status Simbol diveniva importante anche compiere atti caritatevoli in
modo da affermare la propria importanza nella città.
La consistenza di quella ricchezza, in particolar modo per il nobile, era accresciuta anche grazie ai vari privilegi
all’epoca a questi strati sociali come l’esenzione dalle tasse.
b) DOMANDA ESPRESSA DAGLI ENTI PUBBLICI:
1) STATO:
a. BISOGNI E DESIDERI (sotto questo punto di vista si comporta come la domanda di un privato in
quanto dotata di bisogni primari che devono essere esauditi e da eventuali desideri);
Bisogni: difesa (guerra); organizzazione amministrativa (controllo ferreo); rapporti diplomatici.
Desideri: vita di corte, festività, sagre (distribuzione di beni gratuiti alla popolazione in modo tale da
garantire l’ordine pubblico, la pace).
b. CAPACITÀ DI SPESA DELL’ENTE PUBBLICO (derivante dai prelievi effettuati);
tasse: lo stato imponendo la fiscalità ottiene un reddito;
rendite: mettendo a disposizione i beni di propria appartenenza (terre, stabilimenti);
signoraggio (manipolazione monetarie): nell’antichità, quando la base monetaria consisteva di
monete in metallo prezioso, chiunque disponesse di metallo prezioso poteva portarlo presso la zecca
di Stato, dove veniva trasformato in monete con l’effige del sovrano. I diritti spettanti alla zecca e al
sovrano erano esatti trattenendo una parte del metallo prezioso.
Il signoraggio in tale contesto è dunque l’imposta sulla coniazione, noto anche come diritto di zecca.
UK: inizialmente era un paese di pecorai, per questo lo stato non poteva premere troppo sui propri
cittadini attraverso, le entrate fiscali. Successivamente con l’agricolture revolution aumentano
nettamente.
FRA: potenza egemone, la tassazione ha esente il primo stato e il secondo (nobiltà e clero) queste
tasse gravavano quindi interamente sul terzo stato.
c. STRUTTURA DEI PREZZI (manipolabile).
2) ENTI ECCLESIASTICI: accumulavano ricchezza attraverso:
a. DONAZIONI (certificate da atti): atti volontari inter vivos in cui una persona destina parte della
propria ricchezza ad una persona giuridica. Le donazioni erano inoltre legate alle condotte del
donatario di conseguenza, qualora un soggetto compisse atti immorali ed ingiusti, si vedeva respinta
la propria donazione.
b. PROVENTI LIBERALI: riguardo la cessione volontaria di ricchezza non formalizzata da un atto
giuridico;
c. PROVENTI COATTI: la chiesa aveva la capacità impositiva delle tasse. Il clero non era stipendiato e di
conseguenza veniva mantenuto dai prelievi di ricchezza effettuati sul reddito dei cittadini (decime:
un decimo del raccolto doveva essere ceduto ai monasteri).
L’evoluzione della decima fa anche capire l’evoluzione dei prezzi nel tempo. Se a parità di beni sì
necessità di più soldi per il clero assistiamo ad un aumento generalizzato dei prezzi (inflazione di
antico regime).
d. DOTI MONACALI: gli sposi e le spose di cristo non possono diventare tali solo attraverso la dote.
Anche dentro ad un monastero il soggetto deve ovviamente mantenersi. (conveniente per i ricchi
perché il matrimonio in base la dote significava la ricchezza che si voleva dimostrare. Quindi si ha un
rafforzamento dell’alleanza e a volte che la scalata sociale);
c) DOMANDA DALL’ESTERO: è influenzata dalla dimensione (= meno considerazione nel commercio estero,
meno rapporti esterni) e dalla produttività dello stato. Ha incidenza sulla domanda complessiva.
6. Offerta aggregata (chi produce, cosa produce):
I.
fattori della produzione (identifica cosa si mette in atto per arrivare un prodotto che può essere consumato):
 TERRA: risorse naturali;
 CAPITALE: strumentazione per la trasformazione dei prodotti naturali. Identifica tutto ciò che si
mette in opera per avere dei beni ulteriori. Esistono tre categorie di capitale:
a) Reale: es. del fondo agricolo (terra);
b) Finanziario: quanto serve per rendere l’economia più fluida e spostare più velocemente le
risorse (capitale mobiliare);
c) Umano: quello che mette tutto il resto insieme creando un sistema organico, alcune volte è
anche quello che mette forza fisica. (lavoro).
 LAVORO: mente che mette insieme i fattori, energia.
II.
I ceti sociali che producono categorie di beni più utilizzabili, secondo Adam Smith sono:
 PROPRIETARI TERRIERI;
 CAPITALISTI;
 LAVORATORI.
III.
Out put: i beni richiesti.
PRIMATO DEL FATTORE LAVORO (fattore fondamentale dell’Antico Regime): Lavoro a-specialistico.
Inteso in senso fisico (labor intensive e non capitalism intesive). Con la rivoluzione industriale sarà la
macchina a svolgere il lavoro ma in antico regime il termine inteso in modo estensivo: lavoratore manuale e
dipendente che si colloca in un ambito caratterizzato da limitata divisione del lavoro.
Esempio: lavoratore: coltivatore diretto, servo della gleba, salariato…; Imprenditore: mercante, artigiano,
tessitore…
Sistema tessitura:
a) MERCANTE: anticipa le materie ai lavoratori, raccoglie prodotti finiti e li distribuisce;
b) CAPO TESSITORE;
c) TESSITORE A DOMICILIO.
Attività commerciale e finanziaria; coordinamento produzione tecnica (attività imprenditore); proprietà
telaio lavoro manuale (attività fisica).
(𝑨)𝒂𝒕𝒕𝒊𝒗𝒂 + (𝑩)𝒏𝒐𝒏 𝒂𝒕𝒕𝒊𝒗𝒂 = 𝒑𝒐𝒑𝒐𝒍𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒍𝒆𝒔𝒔𝒊𝒗𝒂(𝑪)
Il lavoro:
 Nella popolazione non attiva (B), sono compresi i nobili, bambini ma fino a pochi anni (si iniziava a
lavorare fin da giovanissimi), i vecchi, persone con problemi minorità fisica permanente o
temporanea.
Di fatto erano le persone che potevano essere mantenute da altri ma che ragionando in termini
quantitativi erano pochissime. Man a mano che il sistema si sviluppava la parte inattiva diventa più
grande.
 Il rapporto Non Attiva (B) e Popolazione Complessiva (C) dipende dal grado di efficienza di un
sistema economico.
Se il numero degli attivi è troppo basso (produttività bassa) si ha una forzatura del sistema: lavoro
minorile, donne impiegate nel lavoro non solo casalingo, ritmi lavorativi sfiancanti (dall’alba al
tramonto), nessuna tutela per malattie.
Normalmente quando abbiamo una pressione forte sulla domanda, i prezzi crescono.
Pressione bassa sulla domanda con prezzi alti anche solo per i beni di prima necessità. I prezzi sono alti
perché è bassa la produttività.
Il momento discriminante sarà quando aumenterà la produttività (cioè la produzione per una data unità).
Occupazione prevalente in ambito agricolo. (perché siamo in una struttura della società labor intensive e
non capital intensive).
Aumento del numero di abbandoni di fanciulli.
Grande percentuale di notai fondamentali per la certificazione di tutti gli atti ufficiali. La loro figura è anche
fondamentale in quanto essendo a conoscenza dei detentori di surplus monetario conducono all’incontro tra
la domanda e l’offerta qualificandosi implicitamente intermediari. Ci guadagna in tutta la struttura
burocratica, il contratto.
7. Capitale reale e capitale finanziario:
il capitale può essere diviso tra:
I.
Non riproducibile: terra, fonti energetiche…, si tratta del capitale che c’è da sempre;
II.
Riproducibile: legato alla monetizzazione:
a. Tesaurizzato: non può essere a questo punto riprodotto (es. investimenti in attività fondiarie,
acquisto di: oro, argento, gioielli);
b. Investito in attività produttive: può essere riprodotto ed è divisibile tra capitale:
 Fisso;
 Circolante (viene utilizzato per un solo ciclo produttivo perché non avvengono investimenti).
capitale fisso e capitale circolante diviso per settori:
8. Il settore primario:
 livello di produttività:
a. resa media per unità di seme di frumento, segale, orzo e avena: La produttività del mais è
maggiore di quella del grano. Era uno dei cereali più consumato all’epoca; il problema sostanziale
era che mangiato come lo mangiavamo noi europei provocava una serie di malattie che
comportavano la morte di una buona parte della popolazione.
Non assistiamo a incrementi elevati e significativi in quanto ci si trova in momenti in cui il sistema
di produzione non è ancora completamente cambiato. La scoperta dell’America porterà mais,
patate, pomodori. L’esercito non poteva distruggere le patate che crescevano sottoterra.
1837/1839, nasce una malattia per la patata (es. Irlanda con la riduzione di 1/3 della popolazione
che sono morti di fame).
b. Allevamento di bestiame: la carne era presente in molta meno quantità nelle tavole dell’epoca
rispetto a quelle odierne. Questo perché mantenere capi di bestiame era molto costo costoso (si
arrivava spesso alla situazione limite in cui si era costretti a scegliere se dare da mangiare alla
propria famiglia o ai propri animali).
Di conseguenza gli animali mal nutriti fornivano ovviamente meno carne, in quanto meno grossi,
meno latte.
9. Il settore secondario:
 Il settore dell’altare della lana: 17-18 secolo c’è una svolta:
a. Firenze: osserviamo una riduzione dal 1604-1627 significativa e una riduzione della qualità a prezzi
inferiori del 50%. Aumento dei tessitori. Le aziende si riducono ma aumentano di unità di lavoro. Si
osserva un aumento di ogni capo per tessitore. 33 metri lineari di tessuto.
b. Highland Scozzesi, l’Inghilterra era infatti un paese di allevatori e pecorai.
Con le crisi che si susseguono: chiudono le botteghe, riduzione del numero di telai, vi è meno materiale
da poter vendere, si guadagna meno e quindi vi è meno capitale.
Perché devono importare il cotone gli inglesi visto che sono esperti tessitori? (dall’India)
Perché il cotone ha una fibra più resistente e quindi con i macchinari dell’epoca potevano resistere alla
lavorazione.
 Introduzione delle macchine nel lavoro. Diminuiscono profondamente le tempistiche di produzione, si
tratta di un processo di rivoluzione e non di un cambiamento radicale da un giorno all’altro.
Introduzione del filatoio automatico di Roberts: 135 ore. In 100 anni si passa da 50000 (non c’è
produzione di massa) a 135 ore (rispondiamo ad una domanda immensa, mercato di massa).
Il mercato nasce quando ci sono i mezzi per rispondere a questa domanda. Ci consentono ad arrivare a
quel tipo di domanda.
10. Produzione positiva e produzione negativa:
in generale qualsiasi economia in grado di rendersi produttiva genera una serie di esternalità. In antico
regime al termine della catena economica non generava alcun tipo di esternalità; si consumava interamente
tutto ciò che si produceva e non venivano realizzati investimenti.
Tutto quello che la popolazione guadagnava finiva nel consumo per la sussistenza, di conseguenza non vi era
alcun genere di risparmio e questo fatto si traduceva in una totale assenza.
La rarissima parte della popolazione benestante sfruttava il proprio risparmio tesaurizzandolo (utilizzandolo
per acquistare oro, gioielli e castelli). Queste situazioni creano una economia bloccata.
Quello che fa la differenza in un’economia in espansione è il fatto che il risparmio viene utilizzato per porre
in essere degli investimenti.
LE GRANDI TRASFORMAZIONI NELL’OCCIDENTE: I VANTAGGI COMPETITIVI DI UNA ECONOMIA NUOVA
In antico regime si risolveva tutto dentro le pagine geografiche dell’Europa, ora che siamo in epoca
rinascimentale (1400-1500) la dimensione spaziale si amplifica comprendendo anche l’oceano Atlantico.
Questa evoluzione della popolazione portando a una transazione demografica è dovuta, anche alle rivoluzioni
economiche:
 Nel settore agricolo;
 Nel settore secondario;
 Nel settore terziario.
La trasformazione consiste in un fenomeno del tutto nuovo definito come: superamento della trappola di
Malthus (non si manifesta una riduzione della popolazione).
In questo contesto, anche di crescita della
popolazione, l’economia, si rivoluziona. La supremazia
del settore primario viene gerarchizzato cedendo il
posto al settore secondario.
Sono venute una serie di trasformazioni nel settore
agricolo che hanno portato alla capacità di produrre di
più per più persone rispetto a quanto si produceva
precedentemente utilizzando anche meno occupati.
In questo contesto braccia e strumentazione
finanziaria possono essere sottratti al settore primario
per realizzare investimenti anche negli altri settori.
L’America entrerà nel gioco delle rivoluzioni
economiche europee in maniera preponderante. Un
aspetto di fondamentale importanza da dover considerare riguarda il fatto che il sovrappopolamento che si
stava generando nell’ambiente europeo con la scoperta dell’America trovò una valvola di sfogo poiché molti
europei cominciarono a trasferirsi. La prima fonte di ricchezza che queste nuove terre adducevano riguardava
l’estensione delle terre coltivabili e lo sfruttamento di nuovi tipi di animali (trasmigrazione degli animali).
1. Mortalità e natalità
 Caduta tasso di mortalità ordinaria: igiene; nutrizione; progressi medicina nella cura; processi medicina nella
profilassi (tasso di mortalità inferiore al 25%).
 Caduta incidenza mortalità catastrofica: diminuzione carestie; minor incidenza periodica epidemie
(immunologia); organizzazione militare.
 Diminuzione tasso di natalità ordinaria: maggior controllo delle nascite; lento adeguamento alla nuova
realtà (tasso di natalità sotto il 30%).
2. Le risposte alla sovrappopolazione rurale
 Trasferimento della pressione all’esterno dell’ambiente:
a. Emigrazione interna (urbanesimo);
b. Emigrazione all’estero;
c. Guerre offensive di conquista;
d. Politica coloniale.
 Mutamenti all’interno dell’ambiente:
a. aumento del reddito agricolo: aumento superficie coltivata; aumento produttività e specializzazione
culture;
b. riduzione della popolazione (Malthus): riduzione natalità; aumento mortalità.
 le due variabili non si muovono nella stessa direzione della teoria di Malthus.
un tentativo di spiegazione dell’avvio dell’aumento della popolazione è dovuto dal fatto che con la
popolazione in aumento, la capacità di spesa ha portato ad un aumento della:
a. produzione agricola;
b. aumento altri beni necessari (tessiti, abitazioni);
il che comporta ad un aumento del mercato naturale.
Il livello di reddito dopo la fase di avvio viene mantenuto grazie al contenimento demografico
3. Le rivoluzioni economiche
Ci furono grandi trasformazioni in ambito cronologico relativamente breve: concomitanza dei fenomeni;
concausalità ed interrelazione tra i fenomeni; distinzione solo per motivi didattici:
 Le grandi trasformazioni nell’ambito del settore agricolo: le vie per aumentare la produzione agricola:
a. Estensione:
 Della superficie coltivata nello spazio (a discapito dell’incolto e delle aree boschive):
N.B: tener conto della realtà dei rendimenti decrescenti;
 Della coltivazione nel tempo (limitando e poi abolendo il maggese senza far riposare il terreno);
b. Intensificazione del livello di produttività:
 Migliorando la rotazione agronomica (ciclo perpetuo, rotazione quadriennale);
 Utilizzando al meglio concimazione (organica e chimica);
 Perfezionando la strumentazione per l’agricoltura (aratro in ferro che va in profondità).

La nuova agricoltura:
a. acquisito il binomio stalla/campo (si adotta l’allevamento stabulare): la figura del contadino e
dell’allevatore che erano in lotta per l’accesso al terreno;
b. la rotazione agronomica quadriennale (rotazione scientifica diversa dalla rotazione triennale
“mediterranea”);
c. Utilizza strumenti di lavorazione più sofisticati (aratro di ferro per sovescio; erpice meccanico;
seminatrici gradualmente automatiche);
d. lavoro animale (bovini, poi equini);
e. concimazione sempre più sofisticata (organica, chimica, azotante anticipativa).

Alcuni prerequisiti per la grande trasformazione in agricoltura:
a. Individualismo agrario (spirito capitalistico: tensione verso la massimizzazione del profitto;
produzione per il mercato): Terre allodiali; Terre comunitarie; Terre demaniali.
b. Introduzione dell’enclosures (recinti): certezza della proprietà;
c. Dimensione del podere: 100 (ettari) ha il livello ottimale per poter attuare con frutto la rotazione;
d. disponibilità di risorse per gli investimenti (accumulazione preventiva)
(la gran Bretagna non esiste nel 1450-1607 quindi non si può parlare della sua rivoluzione industriale. Solo
dal 1° gennaio 1801 quindi solo Inghilterra).

Alcuni protagonisti dei miglioramenti agronomici:
a. attenzione alle terre meglio coltivate d’Europa (Fiandre, ma anche Lombardia irrigua):
 S.Richard Weston, Discorso sull’agricoltura usata nel Brabante e in Fiandra, Londra 1645)
b. miglioramenti sperimentali:
 Charles Townshend (1674-1738):
 Coke di Holkam (1752-1842) standardizza la rotazione quadriennale (ciclo di Norfolk). Non c’è
più il maggese.
c. miglioramenti a partire da nuove scoperte in ambito chimico e biologico (approccio scientifico):
 Arthur Young (1741-1820 – Regno Unito) - divulgatore
 Justus von Liebig (1803-1873 – Germania)
 J.Baptiste Boussingault (1802-1887 – Francia)
4. Paesi europei:
 OLANDA XVI-XVII: periodo di maggior splendore.
Nei campi olandesi:
 Lino (rende meno ricco il terreno che lo depaupera);
 Rape (aiutano a rendere più facile l’aratura facendo che le piante siano più ricche di azoto);
 Avena (azotante);
 Trifoglio (serve per alimentare gli animali, contro il depauperamento).

INGHILTERRA XVIII-XIX:
a. Composizione delle piante: fosforo, azoto, acqua, potassio.
b. Per i terreni: guano, perfosfati, potassa (dalla cenere di legna), prodotti azotati (legumi);
N.B: i cereali 60/80% dell’alimentazione.
c. La produttività del terreno: maggiore rispetto agli altri paesi
d. Regno unito: rivoluzione agricola: notevole anticipo rispetto al continente.
 Inizio del XVIII sec: 75% della superficie agraria privatizzata;
 1720-1730: introduzione pratiche agronomiche innovative;
 intervento dello Stato per incentivare la produzione interna (effetto “sostituzione”):
 1791
dazio sull’importazione del grano;
 1816
sospensione imposta fondiaria;
 stimoli alla produzione non voluti:
 1797-1821 inflazione e inconvertibilità moneta;
 1806-1814 blocco continentale.
Negli anni ’40 la dottrina liberoscambista mette in difficoltà l’agricoltura.

FRANCIA: Grande importanza rappresentata dalla Rivoluzione borghese.
a. Ante 1789:
 300.000-1.500.000 servi della gleba (nessun incentivo per migliorare la sua produttività);
 grandi estensioni di terra coltivata in modo estensivo;
 gravosi diritti di natura feudale.
b. Post 1789:
 abolizione servitù della gleba;
 abolizione diritti feudali;
c. 1797 riforma agraria: terre assegnate ai comuni e appoderate:
 vendita terre enti ecclesiastici e nobiltà refrattaria;
 grande rilevanza della piccola proprietà (paysannèrie che differenza dal podere inglese per
l’estensione);
d. Progressi scarsi fino al 1825: incidenza della grande crisi agraria nel ventennio ’70-’80 con l’introduzione
degli USA nel mercato.

GERMANIA (Prussia, Impero Germanico):
a. PRUSSIA: terre ad est del fiume Elba:
 Feudalesimo imperante (servitù della gleba fino al 1807);
 Grandi latifondi (casta terriero-militaresca degli Junkers);
Terre della Prussia renana:
 Situazione analoga a quella francese dopo la riforma agraria.
b. IMPERO GERMANICO (1870):
 Interventismo statale nell’economia;
 Innovazioni a partire dall’elaborazione teorica e pratica: il metodo per tentativi è fallimentare e
attraverso un sistema fondato sui politecnici e sulle scuole tecnico scientifiche si basano le innovazioni.
Protezione decisa nel momento della Grande crisi agraria (con l’ingresso degli Stati Uniti) furono introdotti
dazi doganali.
 I prodotti tedeschi che costano di più vengono comunque protetti per salvaguardare l’economia.
 Per la grandezza di un paese non è possibile che ci sia la concorrenza con i beni che vengono dall’estero
in modo che la produzione interna sia protetta.
Gli Usa, buttano fuori dal mercato i produttori di beni dal mercato primario.

ITALIA:
Ante 1860:
Disomogeneità territoriale:
a. NORD:
 soppressione precoce feudalesimo (‘400-‘500)
 nell’irrigua padana struttura agricola molto evoluta (grande affitto, rotazione, allevamento stabulare);
 aree asciutte floride, ma rotazione depauperante mais-grano e policoltura vite/gelso-cereali.
b. SUD:
 sospensione pratiche feudali in età napoleonica;
 frammistione di terre ben coltivate a terre a latifondo estensivo con servitù dell’allevamento
transumante.
Post 1860: introduzioni di leggi uguali in tutto il territorio omogeneizzando:
a. Disomogeneità territoriale;
b. Parziale effetto di omogeneizzazione da parte della legislazione comune;
c. Crisi agraria: effetti diversi sulle varie aree
d. Accentuazione disomogeneità;
e. Ripresa e modificazioni strutturali dell’età giolittiana.

RUSSIA:
a. Dal punto di vista agricolo non è mai stata efficiente e ha dovuto sempre importare da paesi esteri.
b. Con l’aumento delle terre messe a cultura.
c. Assistiamo con un boom di patate che nascono sotto il terreno.
Dopo la fine dell’era napoleonica, tutta l’Europa centrale entra in crisi (soprattutto il settore dell’agricoltura)
tipologia che vede crollare i prezzi agricoli, il grano costa sempre meno. Quando crollano i prezzi, l’economia
va in recessione perché́ di fronte al prezzo che diminuisce sempre più gli investitori si ritirano dal mercato.
Dopo l’epopea napoleonica in Russia, succede che gli europei si erano messi a coltivare grano perché́ non
arriva più quello russo; aumenta la produzione di grano in Europa perché́ ci sono più̀ lavoratori che sono
tornati dal fronte della guerra. in Russia nel frattempo si mettono a coltura grandi estensioni di terreno, il
grano russo viene venduto in Europa a costi bassissimi proprio nel momento in cui in Europa c’era tanto
grano. Quindi il grano russo costa meno rispetto a quello locale che invece è troppo costoso.
Sovrapproduzione di grano → abbassamento dei prezzi → recessione.

USA:
Fine ‘800 stessa scena, negli Usa nel 1860 c’è la guerra di secessione che dura 4 anni e fece più̀ morti di molte
altre guerre. Durante la guerra molte terre non venivano coltivate, finisce la guerra e nel momento della
rinascita vengono messe a coltura grandi estensioni di terreno prima nel midwest (corn belt) e la frontiera
poi va verso ovest.
La popolazione americana era in gran parte posizionata sulla costa atlantica.
La produzione agricola è fatta per chi poi consuma quei beni, quindi per il mercato. I prodotti agricoli sono
deperibili, quindi c’è bisogno di trasferirli velocemente dal luogo di produzione al mercato.
Nella seconda metà dell’800 inizia il ferro mania (railway mania) e costruzione di fiumi (canal mania); le
distanze interne a questo grande paese si contraggono.
Si trovano incentivati a produrre perché́ c'è un mercato ricco sulla costa atlantica che accoglie questi grani a
prezzi bassissimi, inoltre i loro costi di produzione sono bassi, in quanto non c’è da fare la rotazione e non c’è
bisogno di avere una concimazione particolare, il grano cresce spontaneamente perché́ la terra è vergine,
l'unico costo è quello del trasporto.
Negli anni ‘70 dell’800, in Europa c'è un’esplosione vulcanica nell'area del sud est asiatico, a causa di questa
grande esplosione si diffonde nell’atmosfera una roba che va in circolo e per un po’ di anni l’Europa registra
bassa produttività̀ di grano. Dall’altra parte dell'oceano nasce questa nuova opportunità e i produttori
iniziano a immaginare di attraversare l’Oceano e portare il grano in Europa. In quegli anni, grazie
all’invenzione dell’elica che sostituisce la nave a vapore, la navigazione diventa più rapida, le stive sono molto
ampie permettendo così di trasportare più quantità di bene e nel giro di poco tempo i costi di trasporto
calano del 76%. Quel grano si ritrova a essere in Europa (che ne ha bisogno) a un costo basso. Il grano costa
poco ed è di ottima qualità e invade i mercati. Grande immissione di grano americano nell’Europa.
Ecco perché c'è questa grande depressione della crisi agraria per l’Europa, invece per gli Usa grande
espansione (età dorata).
Possiamo osservare che i due grandi produttori (Russia e Usa) nonostante la bassa produttività, vendono il
grano a un prezzo talmente basso che permette loro di primeggiare.
5. La rivoluzione industriale:
Per fornire una definizione esaustiva si riscontrano diverse difficoltà.
J. Wyatt nel 1735 annunciò la sua macchina per filare (ebbe inizio) la rivoluzione industriale del XVIII secolo;
“è la macchina utensile che nel decimottavo secolo inaugura la rivoluzione industriale”. È il punto di partenza.

L’Etimo: cambiamento radicale prevalentemente nel settore secondario.
 rivoluzione drastica o lenta evoluzione?
 fenomeno uni-lineare o multilineare?
a. 1845: ENGELS: le condizioni della classe lavoratrice in Inghilterra;
b. 1867: K.MARX: il capitale;
c. 1884: T. TOYMBEE: interpretazioni della Rivoluzione industriale inglese.

La periodizzazione del fenomeno in Inghilterra:
a. Il punto di partenza:
 alcuni indizi già nel XVI secolo;
 come proto-industrializzazione del XVII secolo (F.Mendels);
 negli anni ’40 del XVIII secolo (P.Deane);
 negli anni ’60-’80 del XVIII secolo (S.Pollard, E.Wrigley)
b. Il punto di arrivo: (la struttura dell’economia è completamente modificata);
 metà del XIX secolo: inizio del rallentamento e del progressivo declino;
 Londra 1851, Grande esposizione internazionale (Cristal Palace).

Rivoluzione industriale: drastica rottura
a. La storiografia marxista:
 Analisi dialettica del passato e materialismo storico
 Analogia con storia politica
b. Una parte della storiografia di derivazione keynesiana (teorie dello sviluppo):
W. W. Rostow ed il concetto di “take-off”.

Le fasi dello sviluppo economico:
a. Pre-rivoluzione;
b. Take off;
c. Fase dello sviluppo sostenuto;
d. Fase della maturità.

I fattori che portano al “take-off”:
a. Aumento della popolazione;
b. Rivoluzione agricola;
c. Miglioramenti tecnologici;
d. Accumulazione di capitale;
e. Accelerazione del commercio estero.
Rappresenta una rottura rispetto al passato cambiando l’assetto di un paese.

Il “TAKE-OFF” DI Rostow:
a. concetto: periodo in cui, in un decennio o due, sia la struttura fondamentale dell’economia, sia la
struttura sociale e politica della società vengono trasformate in modo che, dopo, è possibile seguire
un ritmo costante di sviluppo.
b. alcuni approfondimenti: S. Kusnets (Note sul decollo, 1963): alla ricerca del fattore scatenante;
 L’espansione del commercio estero (D.A.Farnei, E.J.,Hobsbawn, L.K.Gipson);
 Le modificazioni delle strutture agrarie (Léfèbvre);
 La “transizione demografica”;
N.B: problematica: una visione unilineare. Pensano che ci sia solo una causa che ha portato l’inizio della
rivoluzione inglese. Cercano l’unica causa prima.

Rivoluzione industriale: graduale evoluzione (altra scuola):
a. J.U.Nef (Il progresso tecnologico e la crescita su larga scala dell’industria in Inghilterra [1540-1560],
1934);
b. T.Toynbee (Interpretazioni della rivoluzione industriale inglese, 1884);
c. W.Sombart, Der moderne Kapitalismus, 1902;
d. F.Mendels, Proto-industrializzazione: prima fase dell’industrializzazione?, 1972.
Alla ricerca di una retrodatazione nel passato. Alla ricerca dell’origine del fenomeno nuovo, e trova
nella proto-industria: nel territorio al posto di essere concentrato nella fabbrica;
e. S.Pollard, Il Prometeo liberato ;
f. D.Landes, Prometeo liberato, 1978.

alcune esemplificazioni:
a. J.U. Nef: tre momenti di “passaggio”:
 Economia capitalistica (allargamento della parte “elitte” di un paese che non discende da sangue
mobile ma attraverso un livello di ricchezza che la si può ottenere attraverso il successo sociale);
 Applicazione alla produzione di prime tecnologie tra ‘500 e ‘600 (es. energia idrica o eolica per far
muovere le macchine, che sono un cambiamento rispetto al lavoro prodotto dai muscoli degli uomini
o dagli animali);
 Applicazione alla produzione del motore a propulsione meccanica (vapore): momento principe.
b. T.Toynbee: due momenti di “passaggio”
 Domestic system (produzione diffusa sul territorio che avviene nelle case soprattutto da contadini
che nei momenti in cui non possono lavorare nei campi lavorano dentro casa dove nessuno può
vederli);
 Factory system (macchine a propulsione meccanica, energia, macchine utensili)
c. W.Sombart: due momenti di “passaggio”: Se prima avevamo un mercante lavoratore che portava a
casa del soggetto che trasformava la materia, adesso abbiamo un luogo di produttori in fabbrica
(concentrato):
 Verlag system
 Factory system
d. F. Mendels: il concetto di protoindustrializzazione proprio perché lui viene da un territorio dove
avveniva frequentemente questo passaggio;

Confronto:
a. Toynbee: Il luogo della produzione: dal lavoro decentrato nelle abitazioni private al lavoro in
fabbrica;
b. Sombart: Il protagonista della produzione: l’imprenditore. Il Verläger dell’antico regime (mercante
imprenditore): Un uomo danaroso che vuol far fruttare il proprio denaro o un mercante che vuole
assicurarsi le merci a buon prezzo e riesce con le anticipazioni a mettere i produttori alle sue
dipendenze. “l’imprenditore leggero” (A.Marshall) che investe senza l’impiego di tanti capitali;
c. L’imprenditore innovatore (cfr. J. A. Schumpeter) del sistema industriale, porta fuori dalle città
senza le regole delle corporazioni.

Il problema della protoindustrializzazione (è necessaria la figura dell’imprenditore):
a. E’ un passaggio indispensabile?
 Mendels (studioso olandese): non scioglie il nodo. Nel caso olandese abbiamo questo caso ma non
tutti i paesi è avvenuto il passaggio della protoindustrializzazione;
 Pollard: no perché ci sono stati paesi che non tutti lo hanno avuto e quindi non necessario.
b. E’ un sistema strutturato?
 P.Kriedte: si;
 H.Medick: no (L’industrializzazione prima dell’industrializzazione, 1977), molto libero
Il problema rimanda a quello della linearità del processo di trasformazione che porta verso una risposta del
perché avviene questo e non altre cose (prospettiva carente cercando una sola risposta). Invece dobbiamo
considerare la possibilità che ci siano più risposte oltre alla proto-industria.

Il modello non lineare di S. Pollard:
a. Analisi su scala regionale;
b. Poca rilevanza dei confini amministrativi;
c. I diversi percorsi delle singole aree;
d. Evoluzione ed involuzione integrata (il caso dello Yorkshire e il caso speculare del Derbyshire);
e. I cerchi “concentrici” della trasformazione (le “tre Europe”).
•
Le fasi dell’industrializzazione inglese e il problema delle cause
a. 1740-1800: prima fase (il settore cotoniero si pone come settore leader della crescita economica);
b. 1800-1830: seconda fase (l’aumento dei tassi di crescita, l’aumento più sensibile del livello di
produttività);
c. 1830-1850: terza fase (la maturità del sistema nuovo, affermazione dell’industria pesante ed
aumento sensibile dei consumi interni);
NB: lo schema della periodizzazione è influenzato dalle interpretazioni:
 monocausali (tecnologia, capitali, mercato estero);
 policausali (sintesi di cause economiche ed extraeconomiche).
6.
•
•
•
La rivoluzione industriale e la domanda
La transizione demografica;
La crescita della capacità di spesa;
La dilatazione del mercato “naturale” (il secondo dei “bisogni” secondo C.M.Cipolla):
a. Aumentano le risorse;
b. I prezzi sono in equilibrio;
c. Si va verso il “consumo di massa”;
La dilatazione del mercato internazionale (divisione progressiva del lavoro):
a. Contrazione delle distanze (diminuzione costi trasporto);
b. Necessità di mantenere in equilibrio la bilancia dei pagamenti;
•
7. La rivoluzione industriale e l’offerta
 Le innovazioni tecnologiche (invenzioni applicate al ciclo produttivo): il settore più innovativo: cotonificio
a. Le più precoci:
 1709 fusione del ferro con carbone minerale (A.Darby);
 1712 prime applicazioni pratiche con macchina a vapore (T.Newcomen);
 1730 telaio a navetta volante (J.Kay);
b. Il periodo più denso di innovazioni:
 1765 filatoio meccanico (J.Hargreaves);
 1767 filatoio idraulico a vapore (R.Artwright);
 1777 filatoio intermittente (S. Krompton);
 1784 il telaio meccanico (E.Cartwright);
 1783-84 “pudellaggio” e laminazione (H.Cort);
c. Il “re” della rivoluzione industriale: il vapore:
 Utilizzo come forza motrice:
 Motori dell’industria manifatturiera;
 Motori dell’industria “pesante”;
 Utilizzo per il trasporto:
 Motori per la propulsione ferroviaria;
 Motori per la navigazione;
 Utilizzo diverso da quello propulsivo:
 Insufflazione;
 Riscaldamento;
 Raffreddamento ecc.

Impatto della tecnologia sulla manifattura tessile: Per filare 100 libbre di cotone (45,5 kg)
a. Filatoio a mano indiano (XVIII sec.) 50.000 ore
b. Filatoio intermittente di Crompton (1780): 2000 ore
c. Rulli di Arkwright (1790): 250-370 ore
d. Filatoio meccanico: 300 ore
e. Filatoio automatico di Roberts (1825): 135 ore

Le innovazioni organizzative:
a. Accentramento della produzione;
b. Riorganizzazione della disciplina del lavoro: orari; regole; patti sociali;
c. Divisione del lavoro (parcellizzazione e de-specializzazione delle fasi produttive). Cfr. A.Smith e la
produzione degli spilli (attraverso l’organizzazione diventiamo anche migliori produttori)
8. La rivoluzione industriale e il capitale:
• Capitale privato: fisso
a. Autofinanziamento (5-10% del reddito): accumulazione originaria (fondiaria o mercantile), reinvestimento profitti d’impresa;
b. Finanziamento diretto attraverso il mercato dei capitali (soprattutto dopo l’abolizione del Bubble
Act): dalle società in nome collettivo alle società a responsabilità limitata (1856);
• Capitale privato: autofinanziamento: attraverso l’intermediazione finanziaria;
• Il sistema bancario inglese:
a. Vertice e garanzia fornite dalla Banca d’Inghilterra (emissione dietro risconto effetti);
b. Banche londinesi (evoluzione oreficerie);
c. Banche locali (Country Banks);
• La stabilità monetaria inglese: dopo il 1821 Gold Standard.
Il capitale “fisso sociale”: Una esemplificazione: le strutture di comunicazione e i trasporti
a. Grande esborso di risorse;
b. “Ritorno” a lunghissimo termine;
c. Benefici fruiti da una collettività di soggetti (consorzio privato, regione amministrativa, realtà
statuale, consorzio sovra-statuale);
9. La rivoluzione industriale e i trasporti (Una esemplificazione: le strutture di comunicazione e i trasporti):
• Strade ordinarie: Miglioramento del fondo stradale tra fine ‘700 e primo ‘800.
Una esemplificazione: Londra-Manchester (230 Km) costruite con capitali privati e quindi a pagamento che
hanno delle barriere di cui l’accesso necessita di un pagamento.
Le strade precedenti erano quelle costruite ai tempi dei romani:1788: 28 ore; 1821: 24 ore; 1832: 18 ore.
• Navigazione interna e di “cabotaggio” (canal-manie dell’ultimo ‘700)
• Strade ferrate:
a. A trazione animale;
b. A trazione meccanica (vaporiera di George Stephenson 1829);
 15 settembre 1830: Stockton-Darlington;
 1840: nel R.U. 3200 km di ferrovie (in Francia 490 Km).
10. Ruolo dello stato:
• Prima fase (XVIII secolo):
a. Nessun intervento diretto (salvo nel momento delle guerre napoleoniche)
b. Interventi diretti possono essere considerati:
 Garanzie individuali e libertà (Magna Charta del 1215; Pacifica rivoluzione del 1688 …);
 Lungo periodo di stabilità politica ed economica;
 Seconda fase (XIX sec.): cammino verso il liberismo economico:
a. Politica monetaria e bancaria:
 Gold Standard (convert.)
 Politica bancaria: regole precise per l’emissione, separazione nella Banca d’Inghilterra della funzione
di emissione da quella bancaria (Bank Charter Act del 1844)
b. Politica doganale: liberismo economico. Il liberismo “radicale” viene varato nel 1842; è supportato
fino al secondo ‘800 dalla netta superiorità dell’economia inglese a livello mondiale.
 1651 Navigation Act;
 1815 Corn Law (leggi sui grandi importati dall’estero);
c. 1830-1840: attività dell’Anti-Corn Law League:
 1846 Abolizione Corn Law;
 1849 Abolizione Navigation Act;

La risposta ai costi sociali delle trasformazioni:
a. Passività di fronte alle trasformazioni;
b. Reazione anti-industrialista violenta (“luddismo”);
c. Risposta organizzativa:
 Società di mutuo soccorso (anni ’20 del XIX secolo);
 Casse di resistenza;
 Contrattazione da individuale a collettiva;
 Nascita ed evoluzione delle Trade Unions.

Fase dello spontaneismo associativo di fabbrica:
a. 1834 Gran Consolited Trade Union (associazione “orizzontale”). Rafforzamento organizzazioni di
categoria (“verticale”);
b. 1850 New Unionism: accorpamento sindacati affini;
c. 1868 Trade Union Congress (associazione permanente di sindacati).
Costi sociali: dal paternalismo all’ “autoaiuto”: Rinvestimento degli utili all’interno dell’attività stessa e far
si che gruppi di persone che non hanno possibilità ad accedere al credito, venga comunque portato
all’accesso tramite il pegno o ipoteca di terreni.
a. Poor Laws: logica di difesa (XVII-XVIII sec.)
b. Casse di risparmio:
 Frugality Banks (Jeremy Bentham)
 Banche di contea (Robert Malthus)
 1810 Casse scozzesi (Henry Duncan):
 1611 Casse su Monti di Pietà (Huegues Delestre)
 1778 Cassa di risparmio di Amburgo
 1818 Caisse d’épargne et de prévoyance (Parigi)
 1818 Erste osterreichischen Spar-Casse (Vienna)
c. Società di Mutuo soccorso;
d. Banche popolari (Cassa di risparmio “perfezionata”) (H.Schulze, L.Luzzatti);
e. Casse rurali di credito (F.W.Raiffeisen, L.Wollermborg, L.Cerutti).
11. Il declino dell’Inghilterra: declino relativo.
 cause:
a. “aristocratizzazione” della borghesia attraverso il far sposare i figli con gli aristocratici e perdono
la voglia di rischiare, innovare cosa che prima era fondamentale per il raggiungimento;
b. Le veloci dinamiche della Seconda rivoluzione industriale (Stato, finanza, volontà di potenza).
c. Il mantenimento per l’Inghilterra del primato finanziario:
 Il ruolo della “city” di Londra;
 La sterlina come “oro di riserva” (“Gold exchange standard”);
 Il peso della “perla” dell’Impero, l’India (oro e argento nel mercato mondiale);
d. Dal punto di vista della giustizia siano in un contesto di Common Law per cui ogni giudice può dare
un’interpretazione personale ed il precedente non fa giurisprudenza.
12. Alcuni casi nazionali (non è necessario applicare il modello di sviluppo industriale inglese per avere uno
sviluppo giusto di industrializzazione):

LA FRANCIA: emulazione e prolungamento della prima rivoluzione industriale;
a. Dualismo cronologico: il ruolo centrale della rivoluzione politica;
b. Dualismo geografico: l’“Ile de France” e il resto del Paese
c. Dualismo strutturale:
 In agricoltura (piccola proprietà e latifondo);
 Nel secondario (industria a domicilio e grande fabbrica);
 Nel terziario: usura e grandi famiglie di banchieri.

Prima della rivoluzione:
a. Industria e commercio: il retaggio del colbertismo:
 protezionismo accentuato;
 grandi fabbriche (anche di Stato), ma di antico regime;
 produzione beni di lusso;
 ricorso all’esportazione (mercato interno debole).
b. Agricoltura:
 nobiltà assenteista (concentrata a Versailles);
 Piccola proprietà autosufficiente (la nostra produzione è rivolta all’autoconsumo);
c. Finanza:
 Grandi famiglie bancarie: attività poco rivolte all’ambito produttivo, può quella commerciale al di
fuori della Francia, quella internazionale;
d. Crisi finanziaria senza precedenti dello Stato (convocazione Stati Generali): solo il terzo stato
pagava le tasse.

Dopo la rivoluzione:
a. Permane la crisi finanziaria dello Stato;
b. La struttura proprietaria in agricoltura si modifica, ma non si dirige verso le innovazioni
(paysannerie);
c. La struttura delle comunicazioni è poco evoluta fino agli anni 1830 (ferro-mania);
d. Persiste la presenza della proto-industria (e della poli-attività): piccola realtà produttiva non
autosufficiente in agricoltura.

Il ruolo del potere pubblico. Il Paese delle rivoluzioni:
a. Rivoluzione 1789 (fine dell’antico regime);
b. Guerre napoleoniche;
c. Restaurazione (Borboni);
d. Rivoluzione del luglio 1830 (Filippo d’Orléans): rivoluzione borghese;
e. Rivoluzione del febbraio 1848: quella che porta al potere Luigi Napoleone III;
f. Colpo di Stato del 1851 (Luigi Napoleone);
g. Secondo Impero;
h. Terza Repubblica (dopo la sconfitta del 1871).
In 90 anni non abbiamo un periodo di pace per il potere politico in Francia e questo influenza molto le
politiche amministrative, finanziarie ed economiche.

Il Paese delle grandi riforme napoleoniche (durato 20/30 anni):
 Efficienza della burocrazia: serve in maniera intelligente lo stato perché amplia i campi di
applicazione del suo potere e serve una burocrazia efficiente;
 Codici legislativi. Code Napoleon: che durante tutte le guerre napoleoniche toccano i territori
lasciando una traccia in molti paesi.

Conseguenze:
 Alternanza di interventismo/non interventismo: dello stato nell’economia (la Francia non la si può
definire come quella inglese ha dei momenti in cui lascia correre o che dice cosa fare);
 Alternanza di protezionismo/liberismo;

Esempi:
 1859 trattato Cobden-Chevralier (gennaio 1860): non aboliamo i dazi per le merci che entrano nel
nostro territorio ma fissiamo un prezzo. Inghilterra e Francia.
 Firmando un nuovo trattato con la Spagna o Belgio, viene fissato un dazio inferiore rispetto al trattato
ovvero quello di Cobden-Chevralier. La nuova tariffa se è più bassa di quella fissata da CobdenChevralier essa va modificata con il dazio dove c’è la nazione più favorita;
 Incentivazione (garanzia) costruzioni ferroviarie: grandi investimenti con ritorno economico;
 Liberalizzazione costituzioni società anonime (1863) e legislazione sulle S.r.l (1877);
 La Borsa tutelata;
 La riforma dell’emissione e della moneta (sistema decimale).

Lo stato e il controllo della finanza e della moneta:
a. Emissione:
 1800 costituzione della Banca di Francia;
 1806 controllo governativo e attribuzione del monopolio dell’emissione alla Banca di Francia
nell’area di Parigi;
 Restaurazione: pluralità emissione tra Banca di Francia e banche dipartimentali;
 1848 attribuzione del monopolio su tutto il Paese alla Banca di Francia.
b. Moneta: 7 germinale anno XI: 28 marzo 1803 riforma fondamentale:
 Bimetallismo oro/argento con rapporto fisso 1 (g d’oro):15,50 (1g argento);
 unità di misura: Franco;
 Moneta di riferimento: Scudo (5 franchi);
 Suddivisione artificiale (sistema metrico decimale);
 La base della futura Unione Monetaria Latina (1865-1926): Europa e certe zone dell’America Latina

Gli attori finanziari:
a. La “Haute Banque” parigina (alta banca parigina): Non intermediaria, ma investe capitali propri.
E’ altamente speculativa (debito pubblico in Francia e all’estero, titoli ferroviari, speculazioni
valutarie e sui metalli preziosi);
b. Il “Credito mobiliare” alla Péreire: Influsso sansimonista (ricerca di una “legge esatta” per
l’investimento”: crede che definisca il modo giusto per investire i propri capitali e non avere perdite);
Speculazioni ferroviarie, valutarie e sui metalli preziosi;
c. Le grandi banche di deposito (es. Crédit lyonnais): Intermediazione finanziaria. Specializzazione
creditizia (breve/medio termine).

La cronologia della rivoluzione industriale francese: Accelerazioni dello sviluppo tra fine dell’epoca
napoleonica e restaurazione:
 1830-1860 prima fase;
 1860-1880 la maturità dello sviluppo economico industriale francese;
 1880-1895 la grande depressione (1872, l’arrivo dei prodotti in UE dei prodotti USA mandando
fuori mercato molte imprese e aumento emigrazione verso USA, effetto Push)
NB: anni ’30 e ’40: grandi costruzioni ferroviarie dai luoghi in cui le merci vengono lavorate e dove vengono
vendute. “Ferro mania”.

Germania: un esempio “classico” di seconda rivoluzione industriale;
a. un’area composita fino al 1871:
 Il Sacro romano impero germanico: 234 unità statuali e 51 città libere (non ha una politica unitaria,
quasi una confederazione di entità che viaggiano indipendenti nelle loro politiche);
 L’abolizione dell’Impero e la semplificazione napoleonica (1806) nella Confederazione;
 I due progetti di unificazione: “grandi tedeschi” (intende riunire tutti i territori che compongano non
solo il sacro romano impero ma anche l’impero asburgico. Tutti i paesi di lingua tedesca. Problemi:
creerebbe una grande entità statuale dove tutti i suoi vicini l’avvertirebbero minacciosa) e “piccoli
tedeschi” (rassicurare gli stati vicini e procedere sotto la guida della Prussia) la quale vincerà come
progetto;
b. L’unificazione guidata dalla Prussia (1870) e il Secondo Reich.

Aspetti economici:
a. Difformità degli interventi dei singoli Stati ante 1806: ognuno applica quello che è meglio per il suo
stato, piccola entità statale;
b. Il riformismo napoleonico;
c. L’unificazione economica propedeutica all’unificazione politica, burocratica.
 1828: unione doganale prussiana;
 1834 Zollverein (la nuova tariffa unica viene estesa in tutti i territori del Sacro romano Impero);
 1867 nuovo Zollverein (entra anche la Baviera);
 1871 grande interventismo dello Stato unitario.

I fattori di rottura:
a. Abolizione della servitù in epoca napoleonica (della terra in un determinato luogo);
b. Il blocco continentale (10 anni) e le prime necessità di “sostituire” i manufatti inglesi;
c. Lo Zollverein (o unione doganale);
d. Le teorie economiche di Friederich List: se fossimo liberisti distruggeremmo il sistema economico
tedesco. Le industrie inglesi hanno già ammortizzato i costi fissi.
 Un sistema economico “nazionale”;
 L’accelerazione del processo di sostituzione;
e. La volontà di potenza del Secondo Reich: dei politici tedeschi è che non si può essere una grande
potenza militare senza essere una potenza economica.

La politica “traina” l’economia: Seconda rivoluzione industriale, II metà IX Secolo che è indirizzata dalle
politiche dello stato che vogliono dimostrare la potenza economica sia europei che non europei. Quindi
non naturale:
a. Il ruolo unificante della ferrovia:
 Prima dell’Unità per motivi economici come avviene in tutti gli altri paesi europei;
 Dopo l’Unità per motivi militari, viene utilizzata per il trasporto degli eserciti che arrivano
velocemente e attivi nel campo di battaglia;
Le innovazioni tecniche le applicano direttamente in ottica militare e per loro è molto facile sfruttare
innovazioni (es. catena di montaggio, una cosa che già esisteva ma è stata riorganizzata per essere
configurata in un nuovo settore) e invenzioni (qualcosa di nuovo).
b. Volontà di potenza e industria pesante:
 Siderurgia (artiglieria, marina);
 Chimica (artiglieria, esplosivi);
 Industria energetica.
c. Necessità della “sostituzione” (industria strategica);
d. Le modalità del sostegno statale: le commesse.

Lo strumento finanziario adatto: la banca mista (sia investitore che imprenditore):
a. Un intermediario “asimmetrico”:
 Raccolta a “drenaggio”;
 Investimento nel breve, nel medio, nel lungo;
 Investimento in capitale di rischio.
b. Le conseguenze:
 Banca commerciale e banca speciale;
 Banca a-specializzata: non è specializzata in nessuna delle tre tipologie di credito perché li tratta tutti;
 Primato del finanziario sull’economico (i banchieri nei consigli di amministrazione delle imprese):
interviene anche dal punto di vista economico industriale. Criticità dal punto di vista della figura mista
dell’investitore/imprenditore perché le difficoltà nascono quando la distinzione di questi due ruoli
scarseggia, portandoci in un conflitto di interessi;
c. Le ragioni:
 Necessità di capitali per l’esercizio;
 Necessità di grandi capitali per l’impianto;
 Mercato dei capitali frammentato (esporsi che sono molto importanti non è presente l’offerta da
parte di un ente capace di offrire).

Le basi “di garanzia” del sistema bancario:
a. 1871 adozione del Gold standard:
 riparazioni di guerra dalla Francia in Franchi-oro;
 dal sistema bimetallico ed a prevalenza argenteo al sistema monometallico aureo;
b. 1875 creazione di una banca centrale al vertice del sistema bancario:
 Controllo pubblico sulla Deutsche Reich-bank (DRB).

La razionalità della seconda rivoluzione industriale: Base ingegneristico/matematica per limitare gli
sprechi.
Formazione tecnica che si basa sui politecnici, su coloro che lavorano in ambito industriale. Rispetto a
quella inglese.
a. Prima fase dell’industrializzazione: costituzione dell’industria “pesante”:
 Produce beni “capitali”;
 Serve da base per la costituzione dell’industria manifatturiera (produttrice di beni di consumo):
 Industria energetica (dopo il 1880 anche elettrica);
 Industria chimica;
 Industria siderurgica;
b. Seconda fase: costituzione dell’industria manifatturiera (tessile, meccanica di precisione ecc.) e
costituzione di concentrazioni industriali:
 orizzontali (economie di scala);
 verticali (controllo della filiera produttiva);

Stati Uniti e la Terza rivoluzione industriale: H. Ford (1863-1947) e il “modello T” (1909).
Basi e prima attuazione della terza rivoluzione industriale.

Caratteristiche del “fordismo”: è il punto di arrivo logico di numerose premesse legate alle caratteristiche
tipiche dell’industrializzazione americana.
a. Forte investimento “fisso”;
b. Alta tecnologia: Catena di montaggio su larga scala (poi robotizzazione);
c. Standardizzazione del prodotto (ogni elemento dell’oggetto può essere sostituito con un altro
funzionante, indipendentemente dalla bravura del produttore ultimo);
d. Abbassamento dei costi (e del prezzo finale);
e. Alti salari (il contenimento dei costi viene dalla tecnologia);
f. Mercato di massa, consumo di massa.
Taylor: attraverso la misurazione del tempo all’interno della catena di montaggio per ottimizzare ed
eliminare gl’individui che non seguono il ritmo della macchina.


La grande crescita:
a. Il Pil nel 1840 era 2/3 di quello della Gran Bretagna. Poco più di 50 anni dopo è superiore alla somma
di quello inglese e di quello francese;
b. Dal 1840-1910 si moltiplica di 16 fino a raggiungere un tasso di crescita medio annuo del 4%.

Popolazione: La popolazione dal 1840-1910 passa da 17 a 92 milioni e i fattori che portarono a questi risultati
furono principalmente dovuti dal tasso di immigrazione in crescita e dalla crescita naturale della popolazione.

I vantaggi competitivi:
a. Abbondanza progressiva di mano d’opera alfabetizzata;
b. Risorse energetiche a costi limitati;
c. Materie prime abbondanti;
d. Utilizzo tecnologie avanzate:
 Apprendimento veloce;
 Disponibilità finanziaria (anche dall’estero, gli inglesi sono quelli che hanno dato i capitali per la loro
immane rete ferroviaria mentre i francesi verso la Russia).
Unico limite: gigante economico, sistema finanziario che immette liquidità nel sistema (strapotere dei
silverman).

Vie di comunicazione:
a. Strade:
 1830: Nuova Inghilterra e medioatlantico 19.000 Km
b. Canali:
 1817-1825 Canale Erie;
 1834-1841 Top degli investimenti;
c. Ferrovie:
 1829 Baltimora Ohio Co;
 1840 la rete più vasta del mondo (ondate di “ferromania”).
ITALIA XVIII-XX secolo
1. Fattori che condizionano l’economica:
 Esogeni:
a. La politica;
b. La cultura;
c. Le alleanze internazionali.
 Endogeni:
a. Trasformazioni strutturali: dirette, indotte;
b. Trasformazioni “a breve”. Crisi economiche:
 Della Restaurazione;
 Degli anni ’50;
 Grande crisi agraria di fine secolo legata all’introduzione delle turbine delle navi in ferro riducendo il
tempo di arrivo dagli Usa (capital intensive: prezzi più competitivi).

Alcuni dati significativi (1861-1940):
a. P.i.l.: si triplica. P.i.l. pro capite: quasi si raddoppia (x 1,92)
b. Popolazione: da 26 a 44 milioni;
c. Crescita del reddito: +0,82% media annua (non c’è una crescita omogenea):
 1861-1896: invariato;
 1897-1914: + 2,1% di media;
 1915-1940: <+1%.
d. Dualismo: L’Italia non presenta una situazione omogenea all’interno del proprio territorio tra le aree
del nord e del sud.
 Nel 1952 il P.i.l. pro capite delle aree meridionali = 57% aree del nord.
1. Situazione preunitaria: indicatori quantitativi aree regionali.
POPOLAZIONE
Maggior concentrazione al Nord
VALORE PRODUZIONE
Dal punto di vista agricolo il Sud arretrato
KM FERROVIA: 1829 km in tutta Italia.
c’è un problema di spazi territoriali dovuti a ostacoli
naturali.
Poco sviluppato al Centro Sud perché il treno era
considerato un mezzo ad uso esclusivo delle corti e
non per il trasporto di merci e di unione territoriale
riducendo i tempi di trasporto.
KM STRADE
Rete stradale al centro Sud poco ramificata e non
sviluppata rispetto al Nord
TASSO ALFABETIZZAZIONE
Arretratezza centro sud rispetto al Nord.
SETTORI TRAINANTI
 Seta;
 Cotone;
 Lana;
 Metalmeccanica;
 Cuoio.
Soprattutto al Nord si rilevano dati maggiori in
epoca preunitaria rispetto al Centro Sud.
BILANCE COMMERCIALI
Fondamentale il fattore che l’Italia è un paese che
importa.
L’Italia è legata con i paesi con cui confina.
Il 90% è rivolto ai paesi dell’Europa.
2. Gli strumenti per il riordino dei conti dello stato:
 Fiscalità ordinaria, imposte:
a. Dirette:
 Fondiaria (conguaglio imposta); il problema del catasto;
 Ricchezza mobile (tasse su quello che si guadagna);
 Altre (bollo e registro).
b. Indirette, destra storica introdusse:
 Macinato (1868);
 Alimenti (birra, spiriti, zucchero, acque gazzose ecc.).
c. Fiscalità straordinaria:
 Una tantum;
 Esproprio e alienazione beni asse ecclesiastico;

Altre entrate fiscali e non fiscali: con L 11 marzo 1870 limitazione alle entrate locali a favore delle entrate
statali comportando a un indebitamento progressivo dei comuni (spese giudiziarie: Tribunali, istruzione
elementare e tecnica, viabilità non statale).
Utilizzo Cassa DD.PP (esistente dal 17 maggio 1863, supportata dalle Casse di risparmio postali dopo il 1876)
a. Generali:
 Lotto;
 Monopoli (tabacco: Regìa cointeressata dei tabacchi 1868);
 vendita beni demaniali (Società an. per la vendita dei beni demaniali 1864);
b. Locali:
 Tassa di esercizio e rivendita;
 Tassa di famiglia;
 Tassa sul bestiame;
 Sovraimposte sulle imposte governative sul reddito (data facoltà ai comuni nel 1865).
3. L’indebitamento pubblico:
 Titoli emessi dai cessati governi:
a. Costituzione del Gran libro del debito pubblico (4 agosto 1861) il quale ha la funzione di unificare il
debito pregresso degli stati preunitari;
b. Si evidenzia che gli stati Sardi sono lo stato con maggior debito pubblico che risulta il 57,3% del debito
complessivo dell’Italia unificata.
 Nuove emissioni:
a. Punta tra 1859 e 1866;
b. Con il 1866: sostituita in parte allo strumento monetario (corso forzoso). Dal momento in cui dopo 5
anni in cui lo stato italiano è nato, nessuno è riuscito con la sua politica a raggiungere un pareggio di
bilancio, fu introdotto il corso forzoso. La non convertibilità tra moneta e l’equivalente metallo
prezioso (oro, argento).
 Provenienza e tipologia debito pregresso iscritto nel gran libro:
Lo stato continua a chiedere prestiti ai propri cittadini e anche all’estero (continua a emettere titoli del debito
pubblico).
I tassi di interessi su questi titoli sono altissimi.
Si trattava di titoli irredimibili, lo stato li vendeva e li collocava sul mercato e non stabiliva nessuna scadenza
quindi non venivano più̀ rimborsati.
Il titolo irredimibile è il titolo che lo stato vende e che non verrà̀ mai più̀ rimborsato, per aver il capitale
bisogna venderlo ad altri.
Mano mano che ci si avvicina alla scadenza il valore del titolo si avvicina al suo valore nominale. Se il titolo è
irredimibile fluttua in maniera grande a seconda della evoluzione della fiducia che si ha in quel titolo (di solito
crolla).
Il 1866 anno della terza guerra d'indipendenza. Quando si sparge la voce che l’Italia sta entrando in guerra, i
titoli del debito pubblico crollano, la rendita crolla e viene svenduto sul mercato.
Col 1866 per risolvere il problema lo stato chiede un prestito alla banca di emissione che stampava carta
moneta.
La banca stampa carta moneta per conto dello stato, lo stato in cambio acconsente a quella banca di non
rimborsare obbligatoriamente quel denaro in oro e argento. Fino a quel momento la banca di emissione
rilasciava degli assegni che dovevano essere rimborsati in oro e argento.
4. Uno strumento monetario: il corso forzoso della moneta.
 corso forzoso: si intende un sistema monetario in cui vige la non convertibilità̀ tra la moneta e l'equivalente
in metallo prezioso (oro e argento), laddove esso è bilanciato sul valore dell'oro (sistema aureo).
a. I Titoli emessi sono molti, fino a quando nel 1866 lo stato scopre che non può più seguire, per
l’indebitamento che diventa sempre più̀ grande, un'altra imposizione fiscale e l'emissione di debito
pubblico è precluso;
b. Allora si segue il metodo del corso forzoso della moneta: lo Stato chiede soldi (250 milioni) non più
ai cittadini, ma alla Banca Nazionale nel Regno d’Italia;
La moneta in circolazione era o d’argento o d’oro e aveva valore intrinseco (moneta merce); invece se erano
banconote (note di banco) ovvero erano delle ricevute di deposito che la banca di emissione rilasciava; quindi
la
banconota
era
moneta
non
a
valore
intrinseco
(moneta
segno).
̀
La banconota era di piena convertibilità con oro e argento; poche banche avevano il privilegio di emettere
queste note di banco convertibili.
Lo Stato chiede prestito alla Banca Nazionale, lo stato la autorizza a emettere molti soldi in più (250 milioni)
rispetto alla disponibilità di cassa, cartamoneta stampata sul debito dello stato. Tali banconote sono a corso
legale, si è obbligati ad accettare quella moneta.
Lo Stato concede alla Banca Nazionale l’esonero dall’obbligo di convertibilità per questa porzione di
circolante, la banca può rifiutarsi di cambiare in oro e argento quei soldi.
Questo sistema nuovo è un sistema nel quale la moneta circola in maniera forzata, quindi regime di corso
forzoso.
Con questi 250 milioni che circolavano in più , chi paga il prezzo di questo problema che lo stato avvia? Lo
pagano tutti i cittadini indistintamente, meccanismo che penalizza tutti. C'erano in circolazione più mezzi di
pagamento rispetto ai beni in circolazione quindi si genera inflazione. Lo Stato sottrae soldi dai cittadini
mediante l'aumento di prezzo.
Dal 1874 si decide di allargare a più banche questa possibilità di emettere alti quantitativi di denaro a corso
forzoso.
Venne fatta l'unificazione monetaria creando una moneta uguale per tutti e si decise di usare il sistema
monetario piemontese che si basava su una moneta nuova inventata all’epoca di Napoleone e che aveva
preso il nome di Franco (basato sulla francia).
 La Banca Nazionale nel Regno d’Italia concede al Tesoro un mutuo di 250 milioni (in cartamoneta)
 La cartamoneta viene stampata “sul debito dello Stato”: non c’è obbligo di riserva di metalli preziosi;
 Lo Stato esonera la Banca dall’obbligo di convertibilità per questa porzione di circolante
NB: la legge bancaria del 1874 crea un Consorzio tra gli istituti di emissione (i biglietti consorziali per conto
dello Stato [max. 1 miliardo] sono a corso forzoso)
5. Evoluzione del sistema monetario europeo nell’antico regime:
 Fino a ridosso dell’età contemporanea vige un sistema derivato dalla riforma di Carlo Magno (781-794 d.c.):
a. unità di misura: libra/lira (325 grammi di argento circa);
b. moneta coniata: denaro (1/240 di lira);
c. moneta di conto ulteriore: soldo (1/20 di lira):
 denaro: moneta d’argento;
 soldo (solidus aureus): “denaro” d’oro del medesimo peso di quello d’argento (ma coniato
solamente in epoca moderna inoltrata);
 rapporto commerciale tradizionale oro/argento: motiva il rapporto monetario soldo/denaro (1/12)
N.B. anche l’unità di misura lira non viene mai coniata, ma è solo moneta di conto.
d. “Penuria argenti” (espansione traffici) e conseguenti pratiche di signoraggio;
e. modificarsi del rapporto commerciale oro/argento (e conseguente legge di Gresham):
 promessa scritta di pagamento (nota di cambio);
 ordine scritto di pagamento (nota di assegnazione);
 titolo di debito/deposito al portatore (nota di banco).
Si tende a sostituire un titolo di credito personale con un titolo garantito (da un banchiere, poi da un
banchiere privilegiato dallo Stato).

La riforma Napoleonica (legge del germinale anno XI):
a. bimetallismo (oro /argento a rapporto fisso 1:15,50);
b. nuova unità di misura (il franco);
c. applicazione del sistema metrico decimale (unità, decimi, centesimi);
d. moneta di riferimento a circolazione diffusa: il 5 Franchi (scudo);
e. moneta d’oro più comune: 20 Franchi (marengo).

Dopo la caduta dell’impero:
a. Il sistema monetario del “germinale” resta in vigore in Francia, in Svizzera, nel Regno di Sardegna;
b. Lo adotteranno poi il Belgio e la Grecia (dopo l’indipendenza), l’Italia (dopo l’Unità), la Romania ed infine
anche alcuni paesi del Sudamerica;
c. Nel Regno di Sardegna (poi in Italia) la moneta di riferimento viene chiamata Lira nuova (= al Franco);
d. In Grecia la moneta di riferimento viene chiamata Dracma (= al Franco).
•
Conseguenze: In alcuni paesi d’Europa e in alcuni del Sudamerica circolano monete equipollenti accettate
ovunque.
a. La moneta “internazionale” più importante è lo Scudo (coniato con l’effigie nazionale e con lo scudo
comune);
b. Ogni Paese ha invece monete divisionali (argento con minor purezza, rame e bronzo) diverse;
c. Esiste, quindi, una unione monetaria di fatto per le monete d’oro e d’argento;
d. Nel 1865 i Paesi che utilizzano questo sistema monetario decidono di unirsi anche di diritto in unione
monetaria rendendo legalmente libera la circolazione delle rispettive monete (Unione Monetaria Latina
1865-1925);
e. Non essendo concertata però la politica economica l’Unione va di fatto in crisi già nei primi anni e
definitivamente perde valore dopo la Grande Guerra.
L’UNIFICAZIONE MONETARIA:
• 1859-1860: valore legale per tutto il Regno della Lira Nuova (ufficializzazione rapporti di conversione con
altre valute)
• Caratteristiche della Lira Nuova (“germinale”):
- sistema decimale, bimetallismo, Au/Ag= 1/15,50;
- Uguale (tranne che per la moneta divisionale) al Franco (francese, belga, svizzero);
• 1862: Legge Pepoli. Creazione della Lira italiana (= Lira Nuova= Franco): periodo di transizione 18621866 (ma di fatto fino a fine secolo);
• 1865: firma dell’Unione Monetaria Latina [1865-1925] (unificazione monetaria di diritto, uniformazione
della moneta divisionale);

NB: La ratifica della firma da parte del Parlamento è preceduta dalla introduzione del corso forzoso senza
avere un corso monetario al momento della ratifica.
La semplificazione dell’emissione:
a. 1860:
 Banca Nazionale nel Regno d’Italia;
 Banco di Napoli;
 Banco di Sicilia;
 Banca Nazionale Toscana;
 Banca Toscana di Credito;
b. 1870:
 tutte le banche in attività;
 Banca Romana;
c. 1893:
 Banca d’Italia (Banca Naz. + banche toscane + Banca Romana in liquid.);
 Banco di Napoli, Banco di Sicilia;
d. 1926: Banca d’Italia.
6. Dal liberismo al protezionismo:
 1860: liberismo (“equilibrio agricolo commerciale”):
a. Logica di fondo;
b. Interessi e potere;
c. Svantaggi;
 1876: Protezionismo “imperfetto”;
 1887: Protezionismo sistematico:
a. Rovesciamento logica di fondo;
b. Interessi e potere;
c. Rovesciamento alleanze internazionali.
7. Strutture. Comunicazione:
“All’Unità, nel 1860, non ereditammo otto Stati, ma alcune migliaia di Comuni, reciprocamente forestieri: poche
e maltenute strade, nessun fiume navigabile, qualche migliaia di Km di ferrovia, con tronchi isolati … dei 90.000
Km di strade più di due terzi erano al Nord, di esse solo 12.269 erano nazionali; dei 3000 Km di ferrovie solo poco
più di un decimo riguardavano zone dalla Toscana in giù”.
 Ferrovie:
a. Periodo preunitario: grande influenza degli interessi finanziari europei
b. Unità: 1860-1865: concessione a privati;
1865: legge di riordino:
 Soc. Ferrovie Alta Italia (ex Sudbahn austriaca);
 Soc. Ferrovie romane;
 Soc. Ferrovie meridionali (Pietro Bastogi);
 Soc. Vittorio Emanuele (Sicilia);
 Compagnia reale ferrovie Sarde (Sardegna).
1856-1878: Esercizio privato, ma …
 1868 riscatto dello Stato della Vittorio Emanuele;
 1868-75 graduale riscatto delle Romane;
 1875 riscatto delle linee dell’Alta Italia (crisi Rothschild: banca d’affari);
1878-1885: Gestione semipubblica;
1885:
 Riscatto di tutte le linee da parte dello Stato;
 Reti in gestione ai privati in regime di concorrenza;
1885: tre gestori
 Società Strade ferrate meridionali (rete adriatica)
 Società strade ferrate del Mediterraneo (rete tirrenica)
 Società Vittorio Emanuele (Sicilia)
 Suez e la “valigia delle Indie”
Maggio 1905: nazionalizzazione ferrovia
8. Il periodo 1878-1896: gli effetti della grande depressione.
• Primi anni ’80: l’industria pesante;
• La ristrutturazione dell’agricoltura:
a. Canali navigabili;
b. Bonifiche;
c. Riconversioni colturali.
• Euforia finanziaria:
a. Rientro nel sistema di convertibilità (1881-83);
b. Momento aureo delle banche di credito mobiliare;
c. Costituzione di numerose banche locali (spa e popolari).
• La sistemazione dei trasporti (convenzioni 1885): la “valigia delle Indie”.
9.
•
•
•
•
•
Il periodo più nero: 1888-1896
Crisi agraria;
Crisi industriale;
Crisi finanziaria:
a. Internazionale;
b. Italiana:
 Speculazione e crisi edilizia (Napoli, Roma, tutte le grandi città);
 Crolli bancari (Società generale si Credito Mobiliare, Banca Generale);
 Scandalo Banca Romana e altre banche di emissione.
Crisi sociale e politica:
a. Emigrazione transoceanica (soprattutto dal Nord Est);
b. Lotte per patti agrari (prezzi equi per ottenere quel tipo di prodotto);
c. Fasci, Luinigiana, moti di Milano (1898);
d. Corno d’Africa: Amba Alagi (1895) e Adua (1896).
Come si uscì dalla crisi:
a. Ripresa economica internazionale (“belle époque”);
b. Mutamento classe dirigente;
c. Riordino conti dello Stato:
 Aumento imposizione fiscale (antinflazionistico):
 Imposta fondiaria (catasto 1886);
 Imposta di successione;
 Imposta “complementare” (progressiva sul reddito persone fisiche);
 Riordino bancario:
 Imposto (Banca d’Italia e nuove regole emissione);
 Spontaneo (nascita banche “miste”: più adatte a finanziare il sistema economico italiano);
d. Nuovo equilibrio in agricoltura;
e. Nuovo equilibrio nell’industria:
 Fonti di energia (“carbon bianco”);
 Industria emergente;
 Manifattura tradizionale.
10. La belle époque in Italia: l’età Giolittiana: Due fasi:
a. 1898-1906: rapida crescita (industria +7,5 media annua)
b. 1907-1913: rallentamento dopo la crisi (finanziaria e di sovra-produzione) del 1907
 Prima fase: crescita di tutti i settori:
a. Agricoltura (riconversioni colturali): + 2,9 % annuo
b. Risparmio interno (da 8,4/anno su Pil a 19,4)
c. Crescita dei salari: emigrazione e mercato del lavoro deflazionato (mercato interno di beni di consumo)
d. Crescita importazioni (materie prime, macchine)
e. Crescita esportazioni
Le caratteristiche del periodo:
Perché la Lira rimase stabile?
a. Import/export su beni contabilizzati in deficit
b. La compensazione in metallo prezioso non avviene (partite “invisibili”)
Emigrazione:
a. Il grande valore delle “rimesse” degli emigranti (il Pil viene alimentato dall’estero);
b. Le colonie italiane all’estero come mercato (Dell’Acqua);
Primo turismo dall’estero
Alcuni punti di svolta
a. Riordino conti dello Stato (ripresa bilancio dello Stato);
b. Conversione della Rendita da 5-4 a 3,75-3,50 %
 Si incentivano investimenti alternativi;
 Si risparmiano risorse pubbliche in minori interessi;
 Si può finanziare la nazionalizzazione delle ferrovie.
La nazionalizzazione ferroviaria e la nascita della “Bastogi industriale”
 Primi influssi del “socialismo della cattedra”.

Seconda fase (1907-1913):
a. Effetti della crisi finanziaria internazionale (la Borsa di Genova perde il primato);
b. Prima crisi di una banca mista (Società bancaria italiana);
 Intervento della Banca d’Italia: dimostra di essere capace di vigilare e risolvere situazioni di crisi.
c. Riforme sociali: Legislazione sociale;
d. Riforme politiche: Suffragio universale nel 1912, maschile.
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