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storia di troia

Verso il 2000 a.C., dalle vallate del
medio corso del Danubio, scesero
verso la Penisola balcanica,
attraverso la Macedonia, gli Elleni:
Achei, Eoli, Ioni e Dori.
A contatto con la civiltà egeocretese, gli Achei si incivilirono,
dando vita a una nuova civiltà che
ebbe il suo massimo splendore fra il
1400 e il 1100 a.C. e che fu detta
«micenea», da Micene, una delle più
grandi città dell’Argolide.
Le ragioni della guerra furono pertanto di natura economica, commerciale ed
egemonica (o di dominio).
Come puoi osservare sulle carte. Troia era affacciata sul primo dei due stretti che
mettono in comunicazione il Mar Egeo con il Mar Nero. La sua era dunque una
posizione dominante, strategicamente importantissima, che assicurava un assoluto
controllo sull'accesso al Mar Nero e sui commerci tra Europa e Asia.
Per lunghi secoli si è dubitato dell’esistenza
di Troia, ritenendo opera di pura fantasia
tutti gli episodi narrati nel poema.
Nel XIX secolo, la tenace impresa
archeologica dello
studioso tedesco
Heinrich Schliemann ha portato alla luce le
rovine della città di Troia, con ancora visibili
i segni degli incendi e delle devastazioni
Ciò che viene narrato nell’Iliade trae
pertanto origine da un fatto storico: la città
di Troia fu davvero assediata, distrutta e
incendiata dai Greci, probabilmente tra il
1220 e il 1200 a.C.
Secondo la leggenda, la guerra di Troia fu causata da Paride, figlio di Priamo re di Troia.
Alle nozze tra il re Peleo e la divinità marina Teti.
La dea Discordia, adirata per non aver ricevuto
alcun invito, scagliò tra i convitati una mela
d’oro con la scritta: «Alla più bella», provocando
una furibonda lite tra le dee. La mela era contesa
da Atena, Era e Afrodite . Per risolvere la
controversia, Zeus inviò le tre dee sul monte Ida
affinché fossero giudicate da un pastore, di nome
Paride. Paride attribuisce la mela ad Afrodite,
suscitando l’odio delle altre due.
Qualche tempo dopo, Paride si reca a Sparta e si
innamora perdutamente della bellissima Elena,
moglie del re Menelao, convincendola a fuggire con
lui a Troia. Per vendicare l’offesa subita, Menelao
chiede l’aiuto di Agamennone, suo fratello e re di
Micene, e di tutti gli altri prìncipi achei.
I Troiani resistono per nove anni, ma nel decimo Troia viene conquistata grazie all’astuzia di
Ulisse, il re di Itaca. Egli, infatti, fa costruire un grande cavallo di legno, nel ventre del quale
nasconde i più valorosi soldati achei. Grazie a uno stratagemma, il cavallo viene fatto entrare
nella città di Troia.
Durante la notte gli Achei escono dal loro nascondiglio e, aiutati dai compagni che hanno
finto di partire, incendiano e distruggono la città.