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8.DIAGRAMMA DI PARETO

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DIAGRAMMA DI PARETO (o legge di Pareto)
Trova un’efficace applicazione in ambito della statistica al process control perché
finora abbiamo parlato di come raccogliere i dati a valle di un campionamento e di
come organizzarli rappresentandoli da un punto di vista grafico al fine di trarre
dall’andamento del grafico stesso alcune indicazioni sui dati.
Dal momento in cui i processi che affrontiamo sono tipicamente caratterizzati da
un’elevatissima complessità molto spesso è impossibile intervenire su tutte le cause
e quindi tutti i fattori che determinano problematiche in termini di qualità del
processo e abbiamo capito che ormai il termine qualità in ambito statistico al
process control si riferisce alla conformità di specifiche del prodotto. È complesso
intervenire congiuntamente su più fattori perché le cause sono essenzialmente di
carattere economico in quanto la campagna di miglioramento della qualità ha un
loro costo, e in molti casi di carattere tecnico è fondamentale non interrompere il
processo e quindi affrontare i problemi in maniera sequenziale. Ebbene nel
momento in cui mi trovo a dover scegliere su come intervenire è fondamentale
avere uno strumento codificato, ed è per questo che Ishikawa menziona il
diagramma di Pareto nei 7 strumenti della qualità, il quale è utile a definire una lista
di priorità degli interventi e quindi a far sì che l’intervento si possa focalizzare su
quegli aspetti determinanti dal punto di vista della qualità del processo.
Nel 1897 Economista italiano Vilfredo PARETO formalizzò la legge insieme a Lorenz
1907 Economista americano M.C.LORENZ.
Per Pareto esiste una “Legge universale delle priorità” la quale afferma che in ogni
situazione esistono POCHI aspetti IMPORTANTI che si contrappongono a TANTI di
SCARSA rilevanza.
Esempio:
Il 15% dei clienti incide per il 68% del fatturato (una piccola parte dei clienti incide su
una percentuale elevatissima del fatturato);
Il 5% dei prodotti incide per il 75% delle vendite (una piccola parte dei prodotti
occupa la maggior parte del magazzino);
Pochi dipendenti sono responsabili della maggior parte delle assenze;
Una piccola percentuale di prodotti occupa le linee di produzione per la maggior
parte del tempo;
In una riunione poche persone fanno la maggior parte dei commenti.
Diagramma di PARETO
Questo diagramma per la sua natura “E’ un metodo di rappresentazione grafica di un
insieme di dati che consente di individuare quali sono gli aspetti prioritari da
affrontare nel fenomeno in esame.”
Esempio: in tabella c’è una serie di difetti riscontrati su un controllo qualità di 2165
pezzi e dividendoli per tipologia di difetto e calcolando nell’ultima colonna la
percentuale sul totale dei difetti riscontrati corrispondente a ciascuna tipologia di
difetto, sono stati riscontrati un totale di 416 difetti suddivisi in 5 tipologie di
difettosità diverse. Già da questa rappresentazione, sebbene i difetti non siano
ordinati in ordine decrescente come invece imporrà la metodologia di Pareto,
vediamo che una tipologia di difetto “la ricalcatura” costituisce da sola quasi il 50%
del totale delle difettosità riscontrate. È evidente che dovendo intervenire in ottica del
miglioramento qualità sulle cause che determinano questa tipologia di difetto
sceglierò la tipologia che determina percentualmente il maggior numero di scarti.
L’ANALISI DI PARETO COME STRUMENTO DI UTILIZZO GENERALE
In ambito impiantistico l’analisi di Pareto può essere usata oltre che nel controllo di
processo e quindi in ambito qualità, in tutta una serie di altre funzioni aziendali in
generale nell’analisi di problemi inerenti: Qualità, Sicurezza, Produttività, Analisi del
lavoro, Manutenzione, ecc.
L’utilizzo di questo strumento rappresenta quasi sempre uno dei primi passi da
compiere per realizzare miglioramenti.
Infatti:
- Individua le aree prioritarie di intervento
- Attrae l’attenzione di tutti sulle priorità
- Consente di concentrare le risorse sulle priorità stesse.
Ciò con cui sempre bisogna fare i conti in ambito qualità è il fatto che il sistema
produttivo con cui si lavora non è un sistema da un punto di vista economico a capacità
infinita cioè se noi potessimo dedicare risorse economiche tecniche e umane in
quantità illimitata al miglioramento della qualità di un’azienda chiaramente
potremmo giungere a dei risultati apprezzabili in tempi brevi ed è evidente che il
grosso delle risorse dell’azienda stessa vengono assorbite da quello che è la
produzione perché è banale, ma lo diciamo, è meglio produrre con delle difettosità
piuttosto che non produrre. E proprio per questa ragione, spesso alla funzione
aziendale qualità vengono riservate, da un punto di vista tecnico economico e di
risorse umane, delle risorse molto limitate e ragion per cui è fondamentale utilizzare
in maniera opportuna le risorse a disposizione.
È BANALE! E’ un po' tutto ovvio che bisogna focalizzarsi sugli aspetti fondamentali e
che questo principio è banale nonostante ciò però ancora oggi molte aziende
affrontano contemporaneamente dozzine di problemi di produzione e gruppi di
progetto si apprestano a risolvere problemi diversi simultaneamente e con uguale
dispendio di risorse senza capire che probabilmente una risoluzione rapida di una
sola problematica potrebbe generare risultati più apprezzabili rispetto ad una
risoluzione che magari richieda più tempo o che sia parziale di una seria di
problematiche in contemporanea.
Il principio di Pareto è talmente ovvio e semplice che sembrerebbe addirittura
inutile parlarne. Ma allora perché:
- Le aziende affrontano dozzine di problemi di produzione?
- Gruppi di progetto si apprestano a risolvere problemi diversi simultaneamente
e con uguale vigore?
Da un punto di vista del controllo di processo l’applicazione del diagramma di
Pareto viene dallo stesso Ishikawa formalizzata, i giapponesi hanno un modo di
vedere le cose molto schematico e anche per applicazioni che ci possono sembrare
ovvie troviamo nell’ambito del controllo di processo una metodologia
standardizzata di applicazione, vediamola nel dettaglio:
COME COSTRUIRE UN DIAGRAMMA DI PARETO
1. Decidere quali sono i problemi da investigare (questo è lo step comune
all’applicazione di tutti i 7 strumenti della qualità) e come raccogliere i dati.
(es. i problemi possono essere: difetti, perdite economiche, incidenti; posizione,
processo, macchina, operaio ecc.). Per quello che ci riguarda i primi due casi difetti e
perdite economiche saranno quelli rispetto ai quali questa tipologia di strumento
trova un’applicazione più frequente.
2. Disegnare e riempire una tabella di raccolta dati (generare un foglio di raccolta
dati) riportando tutte le voci con i valori totali.
3. Riordinare le voci in ordine di frequenza decrescente, riunendo insieme le minori,
quindi quelle che da soli fanno pervenire una percentuale che è irrilevante (varie o
altri), e completando le elaborazioni (con % di frequenza cumulata e % cumulativa).
ESEMPIO 1.
Ho immaginato un foglio di controllo all’interno del quale si trovassero alcuni difetti
e rispetto a questi difetti viene riportata la numerosità di ciascun difetto.
Ho ordinato i difetti rispetto alla numerosità e ho fatto la cumulata (si costruisce
sommando di volta in volta le frequenze assolute) e ho fatto la stessa cosa in termini
%. Vediamo quindi, in maniera abbastanza evidente, come da sole le prime due
tipologie di difettosità generino circa ¾ dei difetti, in particolare il 73%. È evidente
quindi che qualora avessi intenzione di focalizzarmi nella risoluzione delle cause che
generano una tipologia di difettosità dovrò concentrarmi sulle cause che generano
deformazione e in seconda istanza sulle cause che generano graffi perché anche da
un punto di vista numerico se io riesca ad eleminare grazie ad un intervento il 50% di
questa tipologia di difettosità la metà di 52 è 26 e quindi sto eliminando più di ¼
della difettosità totale della produzione. Banalmente se io facessi la stessa cosa di un
tipo di difetto che vale il 5% come la rottura starei incidendo sul 2,5% della
produzione, ma anche qualora riuscissi ad eleminarlo completamente il risultato
sarebbe nettamente meno apprezzabile rispetto al primo.
4. Impostare il grafico riportando:
- sull’asse orizzontale le voci di classificazione poste da sinistra a destra in ordine di
frequenza decrescente. Da ultimo indicare la voce altri/varie;
- sull’asse verticale la scala delle frequenze.
5. Disegnare il diagramma, costruendo le barre di altezza proporzionale alla frequenza
per ogni voce di classificazione.
6. Tracciare la scala delle percentuali e costruire la linea cumulativa.
7. Completare il diagramma con tutte le informazioni necessarie a comprendere
l’oggetto dell’analisi (titolo, periodo di analisi, nome del compilatore, periodo, ecc.)
Nel primo grafico vedo i punti 4 e 5, quindi realizzo un istogramma in cui ordino in
senso decrescente le tipologie di difettosità raggruppando in un’unica classe le
tipologie di difettosità rispetto alle quali si hanno delle percentuali molto piccole,
tipicamente la soglia che si scegli è 2-3%. Non si rappresentano o si rappresentano
insieme quelle caratteristiche rispetto alle quali la frequenza % è inferiore al 2-3%
Nel secondo grafico vedo i punti 6 e 7, è chiaramente la cumulata che posso
esprimere percentualmente o anche attraverso le frequenze assolute. È
un’applicazione semplice da realizzare e il bello è che funziona, quindi è efficace,
proprio in virtù della propria semplicità. Come vedremo, la gestione della
produzione intesa come gestione della qualità e materiali, si avvale di strumenti
estremamente semplici proprio perché in azienda molto spesso non c’è tempo per
implementare metodologie macchinose.
Percentuale cumulata
120
100
80
60
Serie1
40
20
0
O
D
B
F
A
C
E
Altri
Tipologia di Difetti
ESEMPIO 2.
Un gruppo per il miglioramento della qualità venne incaricato di migliorare la qualità
di moduli di ordine contenenti errori, che venivano spediti dai concessionari di zona
alla sede centrale.
Il modulo conteneva 18 voci contrassegnate con le lettere da A ad R.
Il gruppo preparò una scheda di verifica che utilizzò per registrare la frequenza di
errori sui moduli per una settimana. I risultati sono riportati in tabella.
All’interno della quale ho immaginato che i moduli di ordine fossero elencati già in
ordine decrescente della numerosità di errori riscontrati. Anche in questo caso è
possibile vedere come i tre moduli di ordine a cui corrispondono rispettivamente 44,
38, 31 errori costituiscono da soli il 75% e quindi i ¾ della numerosità complessiva
degli errori riscontrati.
Primo grafico, è la stessa rappresentazione in forma grafica della rappresentazione
tabellare.
Secondo grafico è la cumulata che ci mostra in maniera evidente come la linea che
approssima l’andamento delle classi, da un certo punto in poi abbia un enorme
appiattimento e quindi si può in maniera anche grafica, lasciare a sinistra di questo
cambio di pendenza i 4 fattori nel nostro caso , i 4 moduli a cui corrisponde una
maggiore difettosità e quindi pochi fattori essenziali a fronte di molti fattori “inutili”
anche se è un termine improprio. Se mi potessi permettere di intervenire
contemporaneamente su tutti i fattori che generano una mancanza di qualità avrebbe
senso aggredire il problema, ma poiché molto spesso le limitazioni tecniche ed
economiche non mi consentono di farlo allora devo utilizzare le risorse nella maniera
più opportuna.
Un altro aspetto da tener presente sempre è il fatto che ragionare in termini
numerici e quindi in termini di numerosità di difetti e numerosità di scarto e
quant’altro può avvolte essere forviante perché non tutti gli scarti e non tutte le
difettosità vengono poi trattate dall’azienda allo stesso modo. Alcune difettosità per
esempio potrebbero richiedere una rilavorazione che ha certamente un aggravo di
costo in termini di costo di produzione ma che è certamente altrettanto meno
impattante rispetto al fatto che io debba eliminare completamente il prodotto.
Quindi ha senso ragionare oltre che in termini di difettosità complessiva e quindi in
termini di numero di prodotti difettosi e di scarti, tenendo conto della mancata
performance economica derivanti da questi scarti o per meglio dire dal costo e
quindi dalle perdite che gli scarti comportano perché pochi scarti in termini numerici
che magari determinano il fatto che il prodotto sia inservibile e determino una
perdita secca rispetto al costo di produzione potrebbero essere più impattanti di un
numero di scarti maggiori e quindi di una tipologia di difettosità con una frequenza
maggiore che magari richiede semplicemente una rilavorazione per far sì che il
prodotto sia conforme. Immaginiamo appunto le classiche problematiche legate alla
verniciatura rispetto le quali una rilavorazione può far sì che il prodotto torni ad
essere conforme e vendibile, ragion per cui a valle della rilavorazione stessa il
prodotto genererà un ricavo e quindi un utile.
ANALISI DI PARETO IN TERMINI DI COSTO
È molto importante analizzare le voci di classificazione in termini economici e non
solo di frequenza, perché in tal caso le priorità possono cambiare.
Alcuni difetti, presenti in un numero elevato, possono avere un costo abbastanza
modesto, mentre altri difetti (meno numerosi), possono causare perdite ingenti.
In genere le priorità di intervento vanno determinate proprio attraverso l’analisi di
Pareto in termini di costi.
ESEMPIO 3
Rispetto al quale se raggruppiamo i dati rispetto alla tipologia di difetti abbiamo un
determinato tipo di andamento e quindi “vernice imperfetta” e “graffi” sono le due
tipologie di difetti numericamente più ricorrenti.
Secondo grafico, se invece vado a misurare la performance economica cioè il costo
legato alla difettosità, costo che può essere legato alla necessità di rilavorazione o al
fatto che il prodotto banalmente lo debba buttare, quindi tipologia di difetti e costo
legato al difetto stesso, vediamo che il rapporto di forze è completamente cambiato.
Il difetto della vernice imperfetta ha un impatto in termini economici che è
irrilevante e quindi in realtà la tipologia di difetto sulla quale intervenire è quella
relativa ai graffi che evidentemente comportano una rilavorazione più impattante.
€ 25.000,00
900
800
Vernice imperfetta
700
Graffi
600
500
Vernice incompleta
Ruggine
400
Bolle
300
Altre cause
200
100
0
Costo dei difetti (€)
Numero di difetti
1000
€ 20.000,00
Graffi
Vernice incompleta
€ 15.000,00
Ruggine
Bolle
€ 10.000,00
Vernice imperfetta
Altre cause
€ 5.000,00
€ 0,00
1
1
Tipologia di Difetti
Tipologie di difetti
COME USARE IL DIAGRAMMA DI PARETO
Lo abbiamo già detto, ma riformalizziamo la cosa , come si usa il diagramma di
pareto? Il diagramma ci serve su propria natura a:
1)INTERVENIRE SUI FATTORI PRIORITARI
Intervenire sui fattori prioritari porta a risultati di maggiore consistenza (cioè più
apprezzabili).
Ridurre a metà o zero la difettosità minore (rappresentata dalle barre corte)
richiederebbe sforzi enormi.
2)SE NECESSARIO STRATIFICARE
I 7 strumenti della qualità funzionano e sono efficaci nella misura in cui sono
applicati congiuntamente, quindi molto spesso dopo aver individuato le voci
prioritarie, può essere opportuno stratificarle nuovamente, realizzando dei
diagrammi di Pareto in cascata.
Nella misura in cui io ho individuato la tipologia di difettosità sulla quale è più
opportuno intervenire o rispetto alla numerosità dei difetti riscontrati o rispetto al
costo che dai difetti riscontrati deriva, a quel punto come faccio ad indagare più in
dettaglio quella tipologia di difettosità? Nulla mi vieta di prendere solo i pezzi
campionati e analizzati che presentano quella tipologia di difettosità ed effettuare
una stratificazione rispetto alle linee di produzione, gli operatori o i turni di lavoro.
Quindi restano validi tutti i concetti di cui abbiamo parlato quando abbiamo
introdotto la metodologia della stratificazione. Un’ altra applicazione caratteristica è
quella in ambito sicurezza rispetto alla quale appunto nell’esempio che vi riporto
abbiamo un diagramma di Pareto rispetto a infortuni, quindi alle parti del corpo alle
quali corrispondono un maggior numero di infortuni e poi abbiamo una
stratificazione rispetto alla tipologia di infortunio solo delle dita a cui corrisponde un
numero di infortuni. Quindi iterare il procedimento fino a quando il fenomeno non è
sufficientemente definito nei suoi aspetti fondamentali.
Questo tipo di analisi dei dati è molto spesso un’analisi iterativa e che viene fatta per
tentativi e quindi non sempre il fatto di stratificare e quindi il fatto di “spacchettare” i
dati, il campione in sottogruppi più piccoli ci porta poi a ottenere dei risultati.
Detto questo, questo tipo di tentativo va sempre effettuato perché anche qualora
non arrivassimo ad ottenere delle informazioni aggiuntive dalle varie stratificazioni e
quindi dalla manipolazione in generale dei dati saremo comunque certi di aver
tentato di far parlare i dati.
3)IL DIAGRAMMA DI PARETO COME STRUMENTO DI CONFRONTO
Un’altra delle utilizzazioni e utilità fondamentali di questo diagramma è quello
dell’utilizzo dello stesso come strumento di confronto tra differenti azioni al fine di
individuarne l’efficacia. Quindi supponiamo di avere una situazione generica prima del
miglioramento e una situazione come vediamo successivamente a valle del
miglioramento, la mancata caratteristica di qualità che ho rappresentato in modo
generico B è nettamente scesa e il che vuol dire che l’azione che avrò messo in campo
sarà stata efficace. Quindi è uno strumento di controllo tra prima e dopo e tra
differenti tipologie di azioni messe in campo per capire e misurarne l’efficacia.
Quindi il diagramma di Pareto consente di verificare l’efficacia delle azioni di
miglioramento.
Se sono state prese misure efficaci, l’ordine delle voci riportate sull’asse orizzontale
subirà uno scambio.
Qualche altro esempio.
Concludiamo con un’applicazione reale nella quale sono stati applicati i 7 strumenti
della qualità per il miglioramento di una linea di taglio, nella tabella si vede la
difettosità e le relative percentuali rispetto a cui sono state ordinate le difettosità in
senso decrescente rispetto alla frequenza del difetto stesso. Ultimo grafico è
l’elaborazione del diagramma di Pareto dal quale si evince in maniera chiara come se
io riuscissi, e poi è quello che è stato messo in pratica, a incidere sulle prime due
tipologie di difettosità avrei azzerato o risolto la maggior parte della difettosità del
processo, posto che da sole queste due tipologie fanno 339+142=481 difetti su un
totale di difettosità riscontrati di 632.
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