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Teologia 2

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Teologia II
PSW: 2018teologiadue
Immagine della creazione di Eva e notiamo che il volto di dio padre e Adamo sono molto simili e ha le fattezze di cristo, è giovane
anche se barbuto.
Ci da risposta su chi è l’uomo attraverso la figura di cristo.
NB.
- Per i frequentanti: appunti lezione e articolo a scelta
• Per i non frequentanti: lo splendore di dio P.Lia/ Adamo dove sei? E.Bianchi fino pag 228/ la chiesa, popolo di dio incammino
nella storia L.Gioia.
Da gaudium et spes 22 (costituzione del concilio vaticano II, dopo la dei verbum)—> fornisce indicazioni su come la chiesa
dovrebbe comportarsi nella società moderna, non sui dogmi e fu proclamata il 7 dicembre del 65, e l’8 si concluse il concilio
vaticano II:
“ In realtà solamente nel mistero del verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo. Adamo, infatti, il primo uomo, era figura
di quello futuro e cioè di cristo signore. Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il m mistero del padre e del suo amore svela
anche pienamente l0’uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione”.
Ci dice che l’uomo è un mistero e lo possiamo capire meglio col mistero del verbo. Dobbiamo capire chi siamo noi e svelare il
mistero del verbo. Gaudium et spes ci dice che dio ci rivela chi siamo.
Possiamo dire che Adamo è il primo uomo e cristo quindi viene dopo l’antico testamento. Cristo non è il secondo uomo, ma un
nuovo Adamo, che da significato al primo. (vedi foto).
Storicamente Adamo viene prima di cristo, ma teologicamente cristo viene prima di Adamo.
“Nessuna meraviglia, quindi, che tutte le verità su esposte in lui trovino la loro sorgente e tocchino il loro vertice. Egli è «
l'immagine dell'invisibile Iddio » (Col1,15) (29) è l'uomo perfetto che ha restituito ai figli di Adamo la somiglianza con Dio, resa
deforme già subito agli inizi a causa del peccato.
Poiché in lui la natura umana è stata assunta, senza per questo venire annientata (30) per ciò stesso essa è stata anche in noi
innalzata a una dignità sublime.
Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo.”
Gesù era uomo fino in food, come noi, e ci consente di comprendere attraverso di lui , guardando lui, il mistero dell’uomo, qual è
l’umanità realizzata.
Antropologia teologica—> anthropos + logos / theos + logos —> riflessione sull’uomo attraverso la prospettiva della teologia
(ovvero secondo la rivelazione biblica).
Nb. Genesi fornisce il senso dell’uomo e la sua relazione con dio e l’altro da sé, non come sono andate le cose.
L’antropologia teologica assume tre assunti base:
1. Dio vive una relazione di amore e partenti nei confort ti dell’uomo e viceversa (c’è stata una rivelazione attraverso Gesù cristo
che ci ha svelato il mistero di dio);
2. L’uomo non ha in se stesso la sua ragion d’essere (perchè c’è l’uomo? L’antropologia teologia risponde dicendo che non è
stato creato a caso ma ha la sua origine in Dio, è una sua creatura).
3. L’uomo non vive fino in fondo la comunione con Dio (noi constatiamo di non essere in armonia con Dio, che ci sia una
rottura).
Fino al secolo scorso non c’è mai stato un testo unitario sull’antropologia nella teologia. Essa ne parlava man mano che affrontava
altre tematiche.
A)
• de principii di origine
• De homini opificio
• De genesi ad litteram
In questi testi che commentano la genesi troviamo delle riflessioni sull’uomo.
Altri testi, come le opere antignostiche, si occupano dell’uomo e credono che si possa vivere solo in maniera non fisica:
B) adversus haereses.
C) trattati sul peccato e la grazia (è un discorso sulla libertà di fare il bene e il male).
La riflessione antropologica trova una sua sistemazione in eta medievale, attraverso Pietro Lombardo.
Egli raccoglie tutte le opere e le organizza, le sistematizza, ma manca comunque un testo unico. Ma dall’età dei padri della chiesa
fino al concilio di Trento, la trattazione sull’uomo ha una predominanza di natura filosofico, si scrive dell’uomo anche se in
prospettiva teologica con parole di natura filosofica.
La trattazione sull’uomo non è presentata in maniera unitaria in un unico libro, ma è dispersa nelle diverse opere.
Riprendiamo il percorso dalla fine del Medioevo, quello che per la storia della Chiesa è il punto di discriminazione tra il Medioevo e
l’età moderna, ovvero il Concilio di Trento
Anche lo studio sull’uomo di antropologia si presenta con caratteristiche particolari, vediamo soprattutto la nascita di trattati
autonomi sulla grazia e la predestinazione
Con la Controriforma matura il tempo per cui questi temi siano trattati in modo adeguato, si sente la necessità di soffermarsi sul
discorso relativo alla grazia, cioè al dono che Dio fa perché gli uomini possano salvarsi
La rottura creata da Martin Lutero come altri padri della riforma protestante che hanno preso su tali temi una posizione diversa
Allora il cattolicesimo sente la necessità di ribadire questi concetti prendendo le distanze dalle Chiese protestanti
Discussione sullo stato di natura e le conseguenze del peccato che lede i peccati della controriforma, l’impostazione del discorso
antropologico si trova in tutto l’Ottocento
Discussione sullo “stato di natura” e conseguenze sul peccato : nasce il giusnaturalismo, si comincia a riflettere nel periodo delle
guerre di religione se la religione divide e la ragione punisce gli uomini, ciò che caratterizza gli uomini indipendentemente dal
credo religioso è il concetto di natura, natura umana intesa come razionalità
Nel clima della neoscolastica nasce anche il trattato “De Deo creante et elevante”, trattato autonomo insegnato nelle facoltà
teologiche e nei seminari a proposito di Dio che crea ed eleva
Viene fatta una distinzione tra l’ordine della creazione e, con il peccato originale, Dio interviene a riparare il danno ed eleva l’uomo
dandogli una “seconda chance”
-> giustapposizione dei due ordini natura e sovrannatura
Anche nella teologia cattolica ci sono ampi dibattiti (giansenisti e gesuiti)
Questa giustapposizione, modo di considerar l’uomo in due ordini, comincia a mostrarsi fragile dopo le riflessioni della prima metà
dell’Ottocento
Nel campo dell’antropologia c’è una riflessione più matura portata avanti da Karl Rahner
“La costruzione propriamente detta dell’antropologia (teologica non è ancora avvenuta ..la teologia cattolica non ha ancora
sviluppato nessuna antropologia completa partendo da un punto originario” (1957, poco prima della convocazione del Concilio
Vaticano II)
Problema dell’uomo : affermazione della rivelazione biblica sull’uomo, mai trattato però in modo sistematico
Questo non significa mettere insieme tutto in un unico trattato ma il fatto che “teologia cattolica non ha ancora sviluppato
nessuna antropologia completa partendo da un punto originario”
Punto focale da cui partire per elaborare un’antropologia teologica compatta : coscienza dell’uomo, per Rahner ogni uomo per il
fatto di essere uomo è aperto al trascendente
Quest’apertura viene sperimentata dall’uomo nella sua coscienza, il punto originario è la coscienza dell’uomo, è lì che l’uomo
sperimenta quell’a priori trascendentale, cioè quell’apertura al trascendente che è insita in modo naturale in ogni uomo
L’uomo si sperimenta da un lato limitato e immanente cioè presente in questo mondo ma, nella sua coscienza, sente
quest’apertura al trascendente, è interpellato da quello che Rahner chiama “esistenziale sovrannaturale” cioè l’uomo che è aperto
a Dio e ci convoca e chiama attraverso la sua parola
-> questo crea il dinamismo dell’uomo in tensione verso Dio
Sappiamo che esiste un Dio che si è rivelato : la figura di Gesù Cristo che è uomo e Dio e realizza nella sua persona la tensione
dell’umano e la tensione di Dio verso l’uomo
Non si può fare un’adeguata antropologia se non si tiene conto dell’argomento cristologia
Concilio Vaticano II
Gaudium et spes
É possibile parlare dell’uomo in riferimento a Gesù Cristo
Occorre dire che il Concilio Vaticano II non scrive un trattato solo sull’antropologia e il magistero non sente la necessità di ribadire
delle informazioni circa l’uomo
Non c’è bisogno di ribadire il dogma su chi è l’uomo ma si tratta di ribadire delle cose su cui la Chiesa crede
GS3 terzo paragrafo del proemio : tratteremo di varie cose che hanno l’uomo al suo centro
L’uomo “corpo e anima, cuore e coscienza, pensiero e volontà”
C’è una certa visione dualistica dell’uomo, è difficile definire l’uomo in modo unitario
Ciò che importa al concilio è definire l’uomo nella sua totalità ed unità
Occorre spesso fare riferimento a coppie se non ternari di vocaboli per riuscire a definire l’uomo
GS 10 la costituzione parla di un uomo squilibrato
Uomo è naturalmente limitato ma si sente portato all’illimite, all’infinito
Già il mito di Ulisse di Prometeo ci parla di una tensione non sradicatile nel cuore dell’uomo di ambire a qualcosa in più di ciò che è
Non si può scegliere se non rinunciando, ogni scelta è una rinuncia
Siamo descritti tutti nella tensione tra il bene che conosciamo e vorremmo e il male che compiamo
-> esistenza del peccato
Grazie alla luce di Cristo “immagine del Dio invisibile”, primogenito di tutte le creature (archetipo su cui sono state fatte le cose), il
Concilio vuole rivolgersi a tutti per rivelare il mistero dell’uomo
Contenuto Gaudium et Spesa : 12 Uomo ad immagine di Dio, 13 Peccato, 14 Costituzione dell’uomo, 15 Dignità dell’intelligenza,
verità e saggezza, 16 Dignità della coscienza morale, 17 Grandezza della libertà, 18 Mistero della morte (19-20-21 ateismo)
22 tutto ciò trova luce e sorgente nella figura di Cristo, solo nel mistero del verbo incarnato trova sorgente il mistero dell’uomo
Mistero, a partire dal greco significa avere occhi o bocca socchiusa, la rivelazione cristiana consente di aprire gli occhi, l’enigma del
dolore e della morte riceve luce
Un aspetto misterioso che c’è nell’uomo è che egli sia limitato ma non sente di esserlo, sente una tensione verso l’infinito di cui
non può fare a meno
GS38 Accettando di morire per noi tutti peccatori (68), egli ci insegna con il suo esempio che è necessario anche portare quella
croce che dalla carne e dal mondo viene messa sulle spalle di quanti cercano la pace e la giustizia. Con la sua risurrezione costituito
Signore, egli, il Cristo cui è stato dato ogni potere in cielo e in terra (69), agisce ora nel cuore degli uomini con la virtù del suo
Spirito; non solo suscita il desiderio del mondo futuro, ma con ciò stesso ispira anche, purifica e fortifica quei generosi propositi
con i quali la famiglia degli uomini cerca di rendere più umana la propria vita e di sottomettere a questo fine tutta la terra.
Pascal dice che tutta la nostra vita è atti di divertissement per non pensare alla morte
Se la tematica antropologica trova luce grazie al mistero di cristo, non è più pertinente parlare dell’uomo in modo astratto ma
andrà fatto sempre in contesto storico e razionale
Possiamo parlare dell’uomo in maniera adeguata secondo la teologia perché Cristo si è fatto uomo ci consente di capire l’idea che
Dio ha in mente pensando noi
Duplice rivelazione di Cristo :
• Ci rivela chi è Dio, e ci dice che Dio è carità e non è un Dio geloso e invidioso che non ci consente di realizzare il rapporto con
l’infinito
• Ci rivela che il modo pieno per realizzare noi stessi è l’amore
GS41 Chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, diventa anch’egli più uomo
É condensata tutta la teoria su cui stiamo discutendo per cui la piena realizzazione dell’umano si trova in Gesù Cristo
Antropologia teologica
• Predominanza del fondamento biblico
• Dispersione della materia in diverse opere
• Giustapposizione ordini di natura e sovrannatura
Antropologia teologica nel momento in cui si è inventata come disciplina nel panorama delle discipline teologiche ha anche
precisato il suo statuto epistemologico
Potrà continuare e di fatto continua a usare categorie che provengono dall’apporto di altre discipline sociologiche e filosofiche,
non saranno queste a dettare la modalità con cui viene dettato l’uomo
La differenza sta nel atto che la teologia prende a prestito tali categorie ma ha una visione che fa riferimento alla rivelazione
biblica
Coerenza all’interno di un’argomentazione che tiene conto di tanti aspetti dell’umano, desiderio di una trattazione unitaria su ciò
che è essenziale all’uomo per la rivelazione
La giustapposizione estrinseca dei due ordini natura e sovrannatura trova un’articolazione differente con maggiore unità grazie al
riferimento cristologico, si riesce a trovare una maggiore sinergia tra natura e sovrannatura
Fare antropologia : prestare attenzione alle dimensioni storica e relazionale dell’uomo (Brambilla)
Significativo per comprendere il cambiamento di paradigma è la questione del soprannaturale
-> immagine
L’uomo è stato creato secondo natura in un certo modo e viene redento grazie all’intervento salvifico di Dio
Sappiamo che la venuta di Gesù Cristo riporta l’uomo allo stato originario
Il modo con cui viene trattato il tema di natura e sovrannatura mostra la giustapposizione di due ordini per cui l’uomo, con tutte le
sue prerogative, può essere descritto e analizzato nella sua completezza
É proprio dell’umano avere la ragione ma anche gli affetti
Avere fede, nel senso teologico ovvero di assenso di Dio, è qualcosa in più
Non proprio della natura umana ma vi arriva come dono gratuito di Dio è anche l’immortalità, così come anche la fede e le altre due
virtù teologali, vale a dire speranza e carità
-> doni dati da Dio all’uomo per far sì che l’uomo trovasse l’armonia con Dio e gli altri
Innanzitutto questa impostazione si rivela debole perché considera l’uomo secondo questi ordini giustapposti
Ma il problema è dato soprattutto dal fatto che l’uomo per natura tende verso l’infinito ma per natura non riesce a realizzarla
(desiderio naturale ma non possibilità naturale) -> frustrazione costante
Se pensiamo che l’unico modo per realizzare questo desiderio naturale è il dono della soprannaturale che diviene, a questo punto,
necessario
Allora si apre un altro problema : Dio dona la fede a tutti indistintamente?
Se Dio dona a tutti la fede e l’uomo non ha nessuna responsabilità ma è passivo rispetto al dono di Dio, allora dove è la sua
responsabilità?
Sono più i problemi posti che le soluzioni date
Oggi possiamo dire che superare lo schema natura/sovrannatura è possibile con il riferimento cristologico che consente di trovare
il modo più adeguato di argomentare, ci consente di mettere i problemi secondo una giusta prospettiva
Ladaria elabora 4 punti fondamentali :
• Punto di partenza per parlare dell’uomo non è l’uomo astratto (“natura pura”) ma l’uomo concreto cioè considerato nella sua
situazione storica, creato per la comunione con Dio; il fine dell’uomo è immanente perché nell’uomo, uomo concretamente
situato nella storia e trascendente perché in relazione con Dio
• L’uomo è già da sempre nell’ordine soprannaturale perché creato “a immagine e somiglianza di Dio” (Genesi 1, 26), creato “in
Cristo” (esistenziale soprannaturale di Rahner, uomo è strutturalmente aperto al mistero di Dio perché è stato creato “in
Cristo”), anche il fatto stesso di essere creato è un dono perché Dio, secondo la teologia cristiana, non era necessitato a crearci > atto libero di Dio
• É comprensibile il nesso tra creazione (ha senso in prospettiva di redenzione) e redenzione (ha senso perchè nel piano della
creazione)
• É difficile distinguere ciò che è della natura e ciò che è secondo la grazia perché il fatto di riuscire ad amare anche i nostri nemici
non è così naturale ma quando gli uomini e le donne vengono illuminati da questa grazia, allora l’amore nasce in loro come
qualcosa di proprio di ciascuna persona : c’è una continuità e una discontinuità tra natura e grazia, è vero che il dono di Cristo in
noi consente di avere una personalità che in qualche modo differisce da chi non ha questo dono ma, nello stesso tempo, questo
dono modifica la persona senza alterarne la natura
Rahner proprone di definire la natura come qualcosa di residuale rispetto alla grazia
-> interpretazione di Lia dell’identità cristiana come nuova forma, nuova conformazione a Cristo
Dovremmo riuscire a descrivere l’umano secondo il modo in cui l’uomo si relazione a Cristo (conformazione)
Ef 1, 1-14
Paolo nella lettera agli Efesini
Efeso capitale dell’Asia Minore, già sottomessa dall’Impero Romano, porzione dell’Anatolia che va verso l’Egeo
All’inizio della lettera Paolo si preoccupa di dare subito una sintesi di quella che è la vita in Cristo
Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, ai santi che sono in Efeso, credenti in Cristo Gesù: 2grazia a voi e pace da Dio, Padre
nostro, e dal Signore Gesù Cristo.
1
Santi che sono in Efeso, cristiani di Efeso, coloro che sono già inseriti nella santità di Dio grazie al loro battesimo
I. IL MINISTERO DELLA SALVEZZA E DELLA CHIESA
Il piano divino della salvezza
3
Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro GesùCristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo.
Circolarità nella benedizione, noi benediciamo colui che ci benedice
Benedizione avviene nella comunità cristiana
La benedizione di Dio ci raggiunge attraverso la benedizione di Cristo, Cristo è il mediatore che sta a metà tra Dio e gli uomini (ha
entrambe le nature)
É possibile comprendere meglio chi siamo quando siamo in posizione di preghiera
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, 5predestinandoci a essere
suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, 6secondo il beneplacito (disegno di amore) della sua volontà.
4
Dio ci ha scelti, ci ha eletti, ci ha pensati da sempre in Cristo prima della creazione del mondo
Popolo d’Israele si riconosce come tale perché eletto
La storia, essendo precedente, è pensata per tutti gli uomini
Dio ci ha scelti da sempre per essere suoi figli ed è possibile essere suoi figli mediante Gesù Cristo poiché egli è Figlio di Dio e dal
momento in cui diventa uomo tutta l’umanità entra in comunione con Dio
Il disegno d’amore è stato voluto da Dio, non è stato costretto
Predestinazione
E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto; 7nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue,
la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia.
Non è che Dio ci vuole perché siamo “belli ai suoi occhi” ma anzi, siamo belli ai suoi occhi perché ci ha scelti, il suo amore ci
perviene, non è merito nostro
La grazia fa riferimento alla gratuità, un dono impensato, dono che non può essere preteso da parte nostra, dono che ci è stato
dato in Cristo mediante il suo sangue
La predestinazione è da sempre ma dove si vede che Dio ci ha predestinati per essere in comunione con lui?
In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, una grazia ricca perché non tiene conto dei nostri demeriti, sbagli, peccati
Dio non guarda al male che noi abbiamo fatto ma ci elargisce in maniera gratuita e sovrabbondante il suo perdono
Questo consente di ritornare al progetto iniziale di Dio per cui siamo stati pensati da sempre in comunione con lui
Il peccato dell’uomo è revocabile per cui Dio cancella il nostro peccato tramite il sangue di Cristo e ci consente di entrare ad essere
in pienezza in comunione con lui
Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, 9poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua
volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito 10per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di
ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra.
8
Il progetto di Dio in qualche modo sembrava essere stato alterato dal peccato e allora Dio è intervenuto per riportare tutto alla
pienezza della comunione con lui
Ci ha riversato la grazia, una grazia che noi comprendiamo, non è un disegno enigmatico o nascosto, è stato chiarito in Gesù Cristo
perché la sua resurrezione ci consente di comprendere qual è il mistero di Dio
Se resta faticoso da comprendere è tuttavia chiaro nel sul progetto, non c’è nessun “complotto”
É una grazia comprensibile all’uomo per cui se ne può fare una teologia
La signoria universale di Cristo a cui tutto fa riferimento, il progetto della ricapitolazione che ci viene svelato
La passione di Cristo ci rivela il progetto di Dio e quindi ci rivela anche chi noi siamo nella mente di Dio, ciascuno ci mette la sua
adesione personale
La rivelazione di Dio è escatologica perché rivela anticipando le cose ultime
In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua
volontà, 12perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo. 13In lui anche voi, dopo aver ascoltato
la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato
promesso,
11
C’è un’elezione pre temporale da parte di Dio nei confronti dell’umanità, Dio vuole che siano tutti figli suoi da prima della
creazione del mondo
Il figlio, salvo questioni dinastiche, è normalmente erede
Dio ha pensato da sempre che l’umanità potesse essere in comunione con lui e l’ha resa figlia, partecipe delle proprie sostanze
La grandezza di Dio è la sua grazia, il suo amore
La modalità attraverso la quale si comprende che siamo figli è nella misura in cui riusciamo a partecipare a questa grandezza
d’amore
Siamo figli grazie alla mediazione di Gesù Cristo perché tramite lui riceviamo lo Spirito Santo, entriamo in comunione con Dio
Siamo stati raggiunti dal Vangelo, buona notizia della nostra salvezza quindi già visibilmente nella nostra condizione di discepoli di
Cristo sviluppiamo questa elezione che egli ha nei nostri confronti
Non ci sono più differenze culturali, tutti sono chiamati alla comunione con Dio e quindi si fa di tutti una cosa sola in Cristo
“Sigillo dello Spirito” che era stato promesso
14
il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria.
Caparra dello spirito, concetto che consente di mostrare come Dio ci voglia in comunione con lui ma non ci forzi a esserlo, ci dà la
possibilità di camminare insieme a lui ma non ci ha già posto nella pienezza della comunione con lui altrimenti questo violerebbe la
nostra libertà
Per questo siamo chiamati “santi” ma non siamo ancora modelli di santità per tutti
La santità che è in noi grazie alla presenza dello Spirito Santo conviene con la tentazione a fare del male
Rm 8, 28-30
Paolo nella lettera ai Romani
Il piano della salvezza
28
Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. 29Poiché
quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il
primogenito tra molti fratelli; 30quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli
che ha giustificati li ha anche glorificati.
Conformazione all’immagine del figlio suo, nella mente di Dio siamo pensati da sempre per avere la medesima forma di suoi Figlio
L’uomo pensato da Dio è quello che Dio crea guardando a suo Figlio, possiamo intuire che secondo la prospettiva della teologia
Cristiana, la seconda persona della trinità che a un certo punto della storia prende forma è presente dall’inizio, Cristo è posto come
forma ideale, archetipo, rispetto alla quale viene fatto l’uomo
Giustificazione, “ci ha reso giusti”
Forma - morphé
Il concetto di forma, sebbene sia uno die più pregnanti e si chiama di conformazione più volte, la parola morpé viene utilizzata solo
3 volte :
• Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna (Mc 16, 12)
Cristo appare ai discepoli di Emmaus ma loro non lo riconoscono perché appare sotto altro aspetto, forma utilizzata per indicare
l’aspetto esteriore
• Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, 6il quale, pur essendo nella condizione di Dio, non considerò un tesoro
geloso la sua uguaglianza con Dio; 7ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in
forma umana, 8umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce (Fil 2, 5-8)
Continuità e discontinuità tra Gesù prima della resurrezione e dopo, ogni volta che appare dopo non lo riconoscono ma è lui
Paolo usa l’espressione de la morphé di Dio e dello schiavo
Lia lo definisce “principium individuationis”, la nostra individualità, la nostra persona (intenzione di Dio di dare forma alle cose al
dine di costituire nell’uomo l’identità personale; Dio identificato con la manifestazione della sua volontà e la sua forma è
indivisibile dall’opera che compie a favore dell’uomo; un individuo è tale quando Dio gli dona la sua forma singolare -> libero volere
di Dio)
Gesù Cristo, pur essendo una persona divina, ha assunto una persona da schiavo
Morphé può essere inteso come la nostra persona
Hans Urs von Balthasar
Gestalt, insieme di esteriorità e interiorità che traduce per Balthasar la forma e il lumen
Forma intesa come aspetto esteriore
Balthasar dà un’impostazione estetica alla teologia parlando di Gesù Cristo come Gestalt, la persona di Gesù Cristo nella sua
totalità esprime l’insieme di esteriorità e interiorità
É unico nella sua persona (individualità) ma il suo messaggio è universale
Gesù è capace di esprimere nella sua totalità l’insieme del senso di Dio e dell’uomo
Non sono due cose contrapposte ma l’esteriorità rileva l’interiorità che non si può dare senza esteriorità
Il modo d’essere della persona non si rivela se non attraverso quello che la persona fa
Aggancio tra la conformazione a Cristo e il fatto che Cristo stesso è in sé forma e ideale a cui guardare
Forma è ciò che caratterizza l’identità di una persona, ciò per cui noi siamo quello che siamo
In Gesù Cristo possiamo avere il cardine che tiene insieme l’immagine di Dio e l’immagine dell’uomo nella mente di Dio
Nella persona di Gesù abbiamo la forma ideale ma è concretamente realizzata per cui possiamo adeguarci ad essa soltanto
andando al cuore e quindi andremo a cercare la forma di Cristo per riuscire a vedere in che misura l’uomo è conforme o difforme
rispetto a Cristo
(plausibilità o autoevidenza; misura: integralità e proportio; qualità).
F.G. Brambilla parla, a proposito, di “visione cristica dell’uomo”
“Dio mio, chi sono io per te?”
Se questa è le domanda, occorre partire dalla Rivelazione
Visione cristica dell’uomo—> abbiate in voi gli stessi sentimenti di cristo gesù (Avere “gli stessi sentimenti” di Cristo Gesù: Fil 2, 18)
Paolo dice di avere un unico sentire e invita a non avere rivalità o vana gloria all’interno della comunità cristiana. Le
caratteristiche della comunità che vive n modo concorde è quando i membri non hanno pretesa sull’altro o vana gloria, ma se c’è
fretta i fare qualcosa è servire l’altro e non viceversa.
Se una comunità piccola o grande si pone una meta, più essa è coesa, concorde, più riesce nell’impresa. Siamo di fronte al
buonsenso ma abbiamo anche un riferimento a cristo.
“fren” non è solo il cuore an indica sia cuore, che diaframma, che cardio… in generale l’interiorità. Ma l’interiorità e in particolare il
cuore non era per gli antichi il luogo dei sentimenti, ma il luogo delle decisioni, de pensare organizzativo, delle analisi.
“il cuore è il luogo nel quale si ricorda”—> Paolo dice “sentite in voi quello che è ance in cristo gesù”, sarebbe invece, dopo aver
visto i vari significati di fren “dovreste volere, pensare, progettare, sentire secondo gesù cristo”.
1.
2.
3.
Il primo stato d’animo di cristo è di “non ritenere il privilegio l’essere come dio”—> come se paolo dicesse che se cristo
avesse preteso di continuare a sottolineare la sua natura divina lo avrebbe fatto quasi usurpando ciò a dio (frutto di rapina,
egli è dio, gli appartiene, ma svuotò se stesso)
Svuotò se stesso—> che è un atto di svuotamento, per assumere la personalità dell’uomo mi svuoto di quella di dio. Si svuota
assumendo la condizione di servo, diventando simile agli uomini. Sottoporsi agli altri per compiacere gli altri ,o per un
sentimento di inferiorità o per disprezzo della dignità.
Si umilia, facendosi obbediente, colui che ascolta stando da sotto, si pone nella posizione di colui che rispetta chi sta
parlando.
L’uomo in cristo è quello che fa sua la saggezza (phrónesis) di Cristo:
• non possesso
• Svuotamento
• Umiliazione
• Obbedienza
Poste come indicazioni per la nostra realizzazione.
Abbiamo dunque un’immagine di uomo di successo alla quale non siamo abituati.
Lc 10, 25-37
25Un dottore della legge con atteggiamento di sfida si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita
eterna? Fare qualcosa per avere il premio maggiore». 26Gesù non risponde subito gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che
cosa vi leggi?». 27Costui rispose: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e
con tutta la tua mente e il prossimo il più vicino tuo come te stesso». 28E Gesù: «Hai risposto bene; fa questo e vivrai».
29Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». 30Gesù riprese:
«Un uomo connotazione generica scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e
poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide
passò oltre dall'altra parte. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Se un sacerdote tocca un cadavere resta
impuro per una settimana , è così forte in lui l’idea della purità che neppure si avvicina per vedere se è morto o no, non se ne va per
indifferenza
La persona da amare come me stesso è qualsiasi forestiero che ospito nella mia terra perché io in primis lo sono stato. Gesù non
risponde subito alla domanda su come comportarsi dell’uomo, e lascia una parabola che è più di una semplice risposta. È più
semplice poter dure che si ama dio che il prossimo. Il dottore della legge non pone la domanda su come amare dio con tutte le
forse, ma capire chi tra i miei simili è da amare. il concetto di prossimo solitamente è spaziale, da “vicino”. Il concetto di prossimo
pare da me e si estende nello spazio.
Nm 19, 11-13
11 Chi avrà toccato un cadavere umano sarà immondo per sette giorni. 12 Quando uno si sarà purificato con quell'acqua il terzo e il
settimo giorno, sarà mondo; ma se non si purifica il terzo e il settimo giorno, non sarà mondo. 13 Chiunque avrà toccato un
cadavere, cioè il corpo di una persona umana morta, e non si sarà purificato, avrà profanato la Dimora del Signore e sarà
sterminato da Israele. Siccome l'acqua di purificazione non è stata spruzzata su di lui, egli è in stato di immondezza; ha ancora
addosso l'immondezza
Nella mentalità ebraico ció che è sacro è puro, implica delle norme alimentari
Con Gesù si elimina tutto questo, riflette la mentalità dell’uomo che sente il bisogno di entrare alla presenza di Dio sapendo che
Dio è altro da lui
Gesù è venuti ad abbonire il confine tra sacro e profano perchè rende sacro tutto, ci dice che ci sono modi a cui non penseremmo e
con cui potremmo raggiungere Dio (es. amore per l’altro)
Ció che conta non è ritenersi impuro ma prendersi cura dell’uomo mezzo morto
Lc 10, 33-35
33 Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. 34 Gli si fece vicino, gli fasciò le
ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. 35 Il giorno
seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio
ritorno.
Moto di compassione provoca il sentimento di maternità, sentiamo la persona che soffre
Primo modo che avviene nel Samaritano che gli si fa vicino e è lui che gli si fa prossimo
Il prossimo non è chi mi sta vicino ma è colui a cui mi avvicino, chiunque purchè mi avvicini a lui
Proprio perchè gli si fa vicino tratto da compassione, usa quello che ha per il malcapitato, lo fascia, lo porta fino a Gerico
Se ne prende cura senza considerare chi sia, perde il suo tempo e i suoi soldi
Si preoccupa ancora che l’uomo possa avere bisogno
Uomo che ha speso il suo tempo per uno sconosciuto diventa punto di riferimento per coloro che devono fare il bene per avere la
vita eterna
Lc 10, 36-37
36 Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». 37 Quegli rispose: «Chi ha avuto
compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso».
Bisognerebbe dire “Colui che fece misericordia nei suoi confronti”: non basta sentire con passione, occorre darsi da fare perchè c’è
in gioco una vita
Se vuoi ottenere la vita eterna devi tenere conto della vita terrena degli altri
Non possiamo ritenerci grandi se non capiamo il bisogno concreto della persona che abbiamo accanto
È Gesù il buon samaritano, è lui che scende dal cielo sulla terra come il Samaritano capita sulla strada da Gerusalemme a Gerico,
Gesù si china sull’umanità ferita e colpita a morte dal demonio e lo sana, lo risolleva portandolo verso l’albergatore dove le persone
ferite dal peccato vengono accolte da Cristo affinchè siano accudite
Per avere una vita umanamente piena Paolo dice che dobbiamo avere in noi i sentimenti, i pensieri, la volontà di agire di Cristo
La saggezza del buon samaritano :
•
Non possesso : non ha nulla da perdere
•
Svuotamento : dai tutto di te (possibilità di fare spazio all’altro)
•
Umiliazione : abbassati a curare le ferite (avvicinarsi e prendersi a cuore)
•
Obbedienza : mettersi in ascolto dell’altro, obbedienza alla condizioni che la vita ci pone davanti e ci chiede di essere
attenti a ció che succede
Parola “obbedienza” era già stata trovata da Balthasar, misura di Cristo obbediente al Padre perchè in ascolto della divinità
Siamo di fronte a una nuova saggezza da imparare perchè non ci è connaturale, non siamo naturalmente portati a comportarci
così
Gv 3, 1-21
1 Or c'era fra i farisei un uomo di nome Nicodemo, un capo dei Giudei. 2 Questi venne a Gesù di notte e gli disse: «Maestro, noi
sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio, perché nessuno può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». 3 Gesù gli rispose e
disse: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato dall’alto, non può vedere il regno di Dio». 4 Nicodemo gli disse: «Come può
un uomo nascere quando è vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?». 5 Gesù rispose: «In
verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6 Ciò che è nato dalla carne è
carne; ma ciò che è nato dallo Spirito è spirito. 7 Non meravigliarti se ti ho detto: "Dovete nascere di nuovo". 8 Il vento soffia dove
vuole e tu ne odi il suono, ma non sai da dove viene né dove va; così è per chiunque è nato dallo Spirito». 9 Nicodemo,
rispondendo, gli disse: «Come possono accadere queste cose?». 10 Gesù rispose e gli disse: «Tu sei il dottore d'Israele e non sai
queste cose?
Dialogo tra Gesù e Nicodemo
Nicodemo è uno dei capi dei Giudei e uno dei farisei, probabilmente membro del Sinedrio
Puó essere che vada di notte perchè c’era più tempo per parlare o perchè era il momento della meditazione o per non
compromettersi in quanto figura istituzionale e Gesù la settimana prima ha tirato all’aria i banchi dei cambia valute del tempo o
perchè la notte rappresenta ancora la confusione della sua mente
Sant’Agostino commenta : “Nelle tenebre cerca il giorno”
In effetti Nicodemo parte da una condizione di buio interno ed esterno ma si sta rivolgendo verso una luce che è Cristo
Il segno potente a cui fa riferimento Nicodemo è del gesto compiuto da Gesù nel tirare all’aria i banchi nel tempio
Tempio era inteso come un luogo sacro, cambiavano le monete perchè nel tempio ne usavano una diversa rispetto a quella delle
transazioni economiche ordinarie
Gesto rivoluzionario perchè è qualcosa che cambia il modo di rapportarsi con Dio, non c’è bisogno di un tempio o di fare sacrifici
animali
Nicodemo si lascia interpellare ma parla al plurale
Una parte dei Giudei credettero nel suo gesto rivoluzionario
Dt 18, 21-22
21 E se tu dici in cuor tuo: "Come riconosceremo la parola che l’Eterno non ha detta?" 22 Quando il profeta parlerà in nome
dell’Eterno, e la cosa non succede e non si avvera, quella sarà una parola che l’Eterno non ha detta; il profeta l’ha detta per
presunzione; tu non lo temere.
Criterio con il quale i sapienti di Israele consideravano i profeti che se pronunciavano profezie per anni e secoli successivi erano
indicatrici dal fatto che venissero da Dio
Gesto profetico della rivoluzione che Gesù vuole compiere nei suoi contemporanei per cui non è necessario il sacrificio animale per
entrare in comunione con Dio
Gesù interrompe subito Nicodemo dicendo : «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato dall’alto, non può vedere il regno di
Dio»
C’è in gioco proprio l’essere in comunione con Dio
Nascere dall’alto (d’acqua e di Spirito)
Riportato in greco utilizzando la parola “ana” che significa qualcosa che va verso l’alto o qualcosa che si ripete (es. analogia,
anafora)
Espressione ambigua in greco che porta Nicodemo a fraintendere chiedendo come sia possibile rinascere una volta che si è adulti
Questa nuova esperienze di vita passa attraverso una rinascita che avviene nell’acqua e nello spirito
Lo spirito è una dimensione che non riusciamo a vedere, ne vediamo gli effetti (spirito come vento, non lo vediamo ma vediamo i
capelli che si scompigliano)
La persona rinata compie cose che prima non compiva, dai suoi gesti capisci che è mossa dallo spirito
Rinascita avviene anche nell’acqua nel senso che è qualcosa che ti coinvolge completamente come chi è immerso in una vasca
d’acqua, elemento vitale senza il quale non si puó vivere ma anche elemento di morte se vi stiamo troppo all’interno i pensiamo
agli effetti disastrosi di certi cataclismi
Spirito è sempre letto contrapposto a terreno, a carnale
Carne va inteso non come fisicità ma come spirito carnale che è in ciascuno di noi, il nostro modo consueto di pensare le cose
C’è un modo carnale di vivere secondo la mentalità del mondo e modo spirituale di vivere secondo Dio
Altri credo professano la dicotomia tra ció che è terreno e ció che è spirituale ma non nel Cristianesimo dove si intende una vita in
comunione con Dio
Gv 1, 11-13
11Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l'hanno accolto.
12A quanti però l'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
13i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
Si diventa figli di Dio non per consanguineità o per propria decisione ma è fondamentalmente Dio che ci abilita ad essere figli suoi
dandoci il suo spirito, Dio mi abilita e mi dà questa possibilità
Parole di Gesù hanno un significato antropologico più profondo, c’è bisogno che entriamo in una nuova dimensione per essere in
comunione con Dio, è vitale come acqua, comporta morte e una nuova nascita, non si nota se non da come ci si comporti
Nel nostro modo di celebrare il battesimo si è perso l’aspetto simbolico di questa morte e rinascita
Viene ripetuto 6 volte il verbo “potere”, possibilità che ci viene data da Dio
Gesù pronuncia parole profonde di autorivelazione dopo aver smontato con ironia Nicodemo
11 In verità, in verità ti dico che noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo visto, ma voi non accettate la
nostra testimonianza. 12 Se vi ho parlato di cose terrene e non credete, come crederete se vi parlo di cose celesti? 13 Or nessuno è
salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo, cioè il Figlio dell'uomo che è nel cielo. 14 E come Mosè innalzò il serpente nel
deserto, così bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato, 15 affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.
16 Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia
vita eterna. 17 Dio infatti non ha mandato il proprio Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma affinché il mondo sia salvato
per mezzo di lui. 18 Chi crede in lui non è condannato, ma chi non crede è già condannato, perché non ha creduto nel nome
dell'unigenito Figlio di Dio. 19 Ora il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno amato le tenebre più che la
luce, perché le loro opere erano malvagie. 20 Infatti chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue
opere non siano riprovate; 21 ma chi pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in
Dio».
Monologo di rilevazione di Gesù
Gesù ha parlato a Nicodemo del modo i cui ci è possibile vedere il regno, entrare nel regno e “avere la vita eterna”, parole diverse
per indicare lo stesso concetto: essere in comunione con Dio
Gesù parla di sè come il testimone di ció che ha veduto, condizione di essere in comunione con Dio
Parla di cose del cielo perchè viene dal Cielo, puó parlare di questa nascita dall’alto perchè per primo la vive
Introduce un passaggio interiore per dirci il modo in cii Gesù avrebbe seguito nella vita terrena e avrebbe rivelato se stesso
Solo chi viene dall’alto puó testimoniare questa comunione e permette a chi viene da terra di guardare in alto
Riferimento a Nm 21, 4-9
Popolo di Israele si lamenta, arrivano dei serpenti che uccidono alcuni e Dio dice a Mosè di costruire un serpente di bronzo per
proteggerli dai morsi
Gesù ci sta dicendo che il modo per entrare in comunione con Dio è riconoscere che l’uomo sulla croce è il Figlio di Dio
Cristocentrismo trinitario: Gesù in relazione al padre nello spirito
“Il cristocentrismo trinitario è l'orizzonte nel quale può essere compresa e attuata la figura del credente cristiano. Il modo con cui Gesù è
relativo al Padre si esprime nella dedizione/obbedienza al Padre (fides Jesu); il modo con cui Egli è relativo agli uomini si attua nella
con-formazione a Lui della libertà dell'uomo (fides theologalis). Tutte e due le relazioni sono opera dello Spirito, che presiede alla
duplice conformazione della libertà filiale di Gesù e della libertà credente degli uomini” (Brambilla, Antropologia teologica, p. 147).
Gesù si è fidato del padre, è costato anche a lui come uomo di entrare in una conformazione a lui della libertà dell’uomo
Gli uomini hanno in fede in Gesù come Figlio di Dio quando lo riconoscono come Messia e quindi si affidano a lui
Si struttura una duplice relazione di fiducia di Gesù nei confronti del Padre (Gesù si fida di Dio al punto da andare in croce) e uomini
che si affidano a Gesù che si è fidato di Dio e quindi di affidano a Dio
“Chi fa la verità viene verso la luce”
Nicodemo va verso Gesù di notte e Gesù conclude il suo monologo con questa frase
Chi fa la verità la fa in se stesso e nelle azioni che compie nel mondo, allora è in una condizione di luce (contrapposizione simbolica
luce/tenebre e bene/male)
Il discepolo di Cristo è chiamato a fare, attraverso la concretezza della vita passa lo spirito
Gesù non ci sta dando una dottrina ma dice che occorre fare verità per entrare nella luce, occorre essere nella verità per poter dire
di essere in comunione con Dio
Perchè noi dovremmo metterci nella condizione di chi deve cercare un nuovo modo di pensare le cose?
Genesi 1-2-3
Nella Genesi (primo libro della Bibbia) troviamo raccontato il peccato originale, ma prima la creazione dell’uomo e della donna
Nei primi 11 capitoli non c’è narrazione storica ordinata, non dobbiamo chiedere a questi testi come sono andate le cose, ma il
perchè, il senso della creazione
Nè i testi storici, nè i miti, a volte chiamati “miti fondanti”, non perché inventati dall’uomo ma perché affrontano la narrazione
della realtà attraverso un linguaggio simbolico
Rahner : eziologia storica
Si tratta dell’indagine sulle cause della storia, non sono storiche, la storia parla del fondamento del nostro presente, chi siamo noi
(Adamo ed Eva fanno questo)
Una meta-storia prodotta dalla riflessione sapienziale di Israele : Gen 1.2.3 fatti da 2 racconti + uno finale che ha tenuto insieme i
due racconti degli inizi
2 tradizioni all’opera :
• Jadista e Eloista in Genesi 2
• Sacerdotale in Genesi 1 (Risale all’esilio in Babilonia del IV sec a.C. e narra progressivamente in Israele l’idea di Dio come
creatore - autori non interessati al resoconto storico)
Genesi 1 e 2 che non sempre collimano : 1 sottolinea alcuni aspetti, 2 altri aspetti per la spiegazione del mondo in cui viviamo
Genesi 1 e 2 vengono uniti dal terzo redattore secondo la legge dell’antichità, senza eliminare nulla
Genesi 1
Grande inclusione che delinea la “settimana iniziale” anche se più che parlare di inizio storico bisogna parlare di origine e
fondamento della realtà
Importanza grande viene data al numero 1, ai giorni, al sabato e a quest’opera di distinzione e separazione (come sacerdoti attenti
a dividere puro e impuro), insistenza quasi fastidiosa per specificare che nel progetto di Dio la creazione è una realtà ordinata
Racconto redatto durante l’esilio di Babilonia, la maggiore parte della popolazione d’Israele esiliava a Babilonia, mancanza di
religione cerca di fortificare il legame con la tradizione (circoncisione e sabato sacro, elemento identificatori degli ebrei nella
diaspora (poi con l’Editto di CIRO? Possono ritornare e costruire il tempio)
1. Come Dio crea
Nella tradizione eloista (da Dio = ELOHIM) non con gesti antropomorfici o per generazione (mondo partorito dalla divinità) o
tramite lotta (come nella tradizione babilonese della lotta tra divinità) ma con la parola di Dio
Ciò enfatizza la trascendenza di Dio, non si coinvolge con la realtà, mantiene una distanza
Ciò viene percepito dagli ebrei dopo secoli di dialogo con Dio
Non è un caso che in ebraico “dahor” significa parola e fatto : la parola di Dio è efficace, ciò che dice accade
2. Schema :
• Introduzione del comando “Dio disse”
• Comando “sia”
• Realizzazione del comando “.. FU”
• Giudizio “Dio vide che era cosa buona”
• Schema cronologico “E fu sera e fu mattina : giorno ..”
3. In principio
Questa espressione ha fatto parlare molto, in ebraico “hereshit” resti significa primizia del raccolto, da cui anche principio “inizio”
Quindi hereshit significa in principio, nel principio, “Quando Dio cominciò a creare”
Ciò che interessa all’autore sacro non è quando Dio si è messo a creare ma l’origine, il fondamento del apporto tra Dio e il mondo
4. Creò
“larà” ha sempre Dio come soggetto, mai per le opere dell’uomo, intervento portentoso di Dio nei confronti di Israele ma non
associato alla creazione dal nulla, piuttosto una realtà caotica, e informe che viene ordinata da Dio, non plasmata come nel
“Demiurgo” platonico
“Dal nulla” riflessione posteriore di quando il popolo di Israele entra in contatto con la civiltà ellenistica, ma nemmeno lei sa
davvero cos’è, viene indicato “nulla” per evidenziare la potenza di Dio
Infatti i testi dove si dice “Dal nulla” sono stati scritti in greco, non originali in ebraico, e infatti non riconosciuti come testi ispirati
Spesso l’interpretazione del testo sacro non è colta dalla prima generazione, ma nei secoli successivi con ulteriori acquisizioni
5. La creazione è scandita secondo il giorno
Dio è il signore del tempo, il testo non vuole dire che Dio ha fatto tutto in una settimana, ma dare un senso ai giorni dell’uomo
6. La creazione è data dalla separazione degli elementi e dalla sottolineatura della fecondità come ordine funzionale della vita :
dove c’è ordine c’è vita
La formula bipolare (nerismo?) indica la totalità di cui è autore Dio (ad esempio “notte e giorno”) inoltre la nostra conoscenza
avviene anche tramite la distinzione da ciò che non è
Quindi la creazione è conoscibile dall’uomo, poiché intrinsecamente razionale, completa e non prodotto dell’autogenerazione ma
frutto del comando di Dio
Genesi 1, 26-29
26 E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul
bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
• “Facciamo l’uomo” idea che Dio è come se ci avesse pensato un po’ più a lungo prima di fare l’uomo, quello che sta per fare Dio
ha richiesto un’attenzione particolare
• “A nostra immagine, a nostra somiglianza”
Immagine in ebraico è zelem (statua, calco) nel senso di effige sulle monete o i busti e le statue dei dominatori di modo che quando
in tutto il territorio sottomesso si sapesse il volto dell’imperatore e si aveva un riferimento costante al fatto che quel territorio era
sottomesso da quella persona
Idea che zelem l’uomo sta al posto di Dio, è il suo rappresentante sulla terra e il territorio in cui Dio esercita il suo dominio vede
presente sulla terra qualcuno che lo raffiguri e lo rappresenti
Somiglianza in ebraico è demut (somiglianza fisica), uso profano di questo termine
• “Domini” tutto quello che è stato creato da Dio è sottomesso all’uomo, il dominio appartiene a Dio e l’uomo gli è simile perché
esercita il potere che Dio ha sul cosmo al suo posto
Come Dio ha dato ordine al caos distinguendo, separando e ha trasformato il caos in kosmos, così l’uomo è chiamato a esercitare
quest’opera di ordine e universo (convergenza di tutto verso un unico fine)
27 Dio creò (A) l’uomo a sua immagine (B);
a immagine (B) di Dio lo creò (A);
maschio e femmina li creò.
Importanza della creazione dell’uomo e della donna, passa dal singolare al plurale
Per uomo si utilizza la parola “Adam”
Dio crea l’umanità secondo al sua differenza sessuale per mostrare il gesto compiuto da Dio di creare
Immagine e somiglianza di Dio : attraverso il dominio e attraverso la capacità di generare vita, la fecondità
28 Dio li benedisse e disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra;
soggiogatela e dominate
sui pesci del mare
e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente,
che striscia sulla terra».
29 Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme:
saranno il vostro cibo.
La prima coppia viene benedetta da Dio (benedizione : capacità di essere fecondi, proseguire nel tempo l’opera della creazione
Soggiogata (kebash, prendere possesso) dominate (radah, condurre al pascolo, guidare)
Il dominio non è un dominare nel senso di mettere altri sotto i miei piedi ma condurre perché sono responsabile degli altri
L’immagine che emerge dalla pagina di creazione di Genesi 1 è che l’umanità è chiamata a essere responsabile della creazione per
conto di Dio, siamo stati posti nel mondo perché ce ne prendiamo cura
All’uomo viene affidata tutta la vegetazione e l’uomo ha bisogno di questa per poter vivere
Genesi 2, 4-25
4 Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati.
Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, 5 nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo 6 e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per
irrigare tutto il suolo -;
Racconto più antico che conserva informazioni importanti : il punto di partenza in maniera simile a Genesi 1 è una situazione di
caos, in questo caso ci troviamo in un contesto di totale negatività
La situazione, se non c’è l’uomo, è un deserto (-> situazione antropocentrica)
La maggior parte del terreno della Giudea è desertico quindi l’autore sacro ha in mente il territorio circostante
Adam - adamah : uomo - terra
Uomo inteso come ciò che viene dalla terra
7 allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
Prima azione positiva di Dio è plasmare l’uomo (adam) con polvere dal suolo (adamah)
Polvere elemento inconsistente ma in questo vaso fragile Dio mette l’alito di vita, qualcosa di diverso rispetto a tutti gli altri
animali (nishmat)
Nishmat non è anima ma autocoscienza : l’uomo ha lo spirito vitale come gli animali ma è consapevole di essere quello che è
Dio ha messo nel deserto qualcuno che avesse la consapevolezza di ciò che era
Nel caso di una morte di una persona cessa il respiro e con esso la consapevolezza di quella persona, la nephesh viene
abbandonata e si arriva alla morte
La creazione viene intesa come passaggio opposto
8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato.
9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo
al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. 10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e
formava quattro corsi. 11 Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c'è l'oro 12 e l'oro di quella
terra è fine; qui c'è anche la resina odorosa e la pietra d'ònice. 13 Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese
d'Etiopia. 14 Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l’Eufrate.
15 Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.
16 Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, 17 ma dell'albero della conoscenza
del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».
L’autore presenta Adamo creato dalla terra, umanità fatta di argilla, opra di Dio come un vasaio, uomo fragile ma solo nell’uomo è
presente il respiro (nephesh), alito di vita o nishmat (difficile tradurlo, non tanto anima ma autocoscienza, consapevolezza degli
esseri umani)
Autore ha in mente l’esperienza della morta, cessa il respiro, rimane un corpo detto cadavere che poi diviene polvere
A ritroso vediamo il percorso di come Dio crea l’uomo, ritorno dalla polvere, argilla di cui l’uomo è stato fatto
Al verso 8 vediamo l’azione positiva di Dio alla creazione dell’uomo : pianta il giardino dell’Eden affinché l’uomo lo coltivasse e lo
custodisse
L’uomo nella mente di Dio ha la funzione di rendere feconda la terra arida, collabora con Dio nella creazione e nella trasformazione
del cosmo
“Coltivare” e “custodire” possono essere tradotti dalla lingua originale come “servire” e “osservare” : nell’antico testamento sono
usati siamo nel contesto liturgico che nell’osservanza della legge, quel “lavorare la terra” ha un significato teologico
Uomo fin dall’inizio pensava per lavorare, non c’è una funzione ma il modo in cui l’uomo collabora con Dio nella creazione
Anche prima del peccato è presente in quanto originariamente pensato da Dio a differenza dell’antichità greca dove la punizione è
il lavoro degli schiavi, altrimenti si vive nella contemplazione della vita (c’è qualcosa di sacro nel lavoro di ogni giorno)
L’acqua sorgiva dà origine a 3 fiumi infatti il giardino è idealmente posto a Oriente (da Palestina a Oriente c’è la Mesopotamia,
quindi il fiume Eufrate)
Esistenza dell’oasi avviene prima che l’uomo anzi a coltivare il terreno, deve poi essere coltivata dall’uomo per completare l’opera
di Dio
Questo giardino è posto in “Eden” dal sumerico steppa, deserto in cui è posto il giardino
In questi casi Dio fa germogliare alberi “gradevoli alla vista”, belli e buoni, e fra questi alberi in particolare :
• Albero della vita in mezzo al giardino
• Albero della conoscenza del bene e del male
“Conoscere” in senso biblico vuol dire fare esperienza e il bene e il male è un nerismo, espressione per dire la realtà delle cose che
possiamo sperimentare, il tutto quindi l’albero diviene la conoscenza del tutto
Su questi alberi Dio ha una parola, indicazione dal punto di vista narrativo importante, ruolo fondamentale assumerà nel
successivo capitolo
“Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino ma non dovrai mangiare dall’albero della conoscenza del bene e del male perché
se ne mangerai dovrai morire” (v. 16)
Non dice “potrai” ma “non dovrai”, letteralmente “mangiare mangerai, morire morirai”, quindi in realtà non ci sono verbi servili,
duplicazione usata in ebraico per rafforzare (in italiano si potrebbe usare “certamente”)
Non è Dio che ci concede di mangiare, l’uomo lo farà certamente perché gli alberi sono stati messi lì affinché se ne nutra, nessuna
concessione di Dio ma constatazione che l’uomo ha bisogno di mangiare per vivere
Dio non vieta l’albero e indica la punizione, nessuna azione punitiva ma “bene e male” = sperimentare ogni cosa e decidere ciò che
è bene e ciò che è male, ma l’uomo non è un grado di sperimentare tutto, è limitato, e non sa cosa sia il male, è posto da Dio in una
realtà positiva
18 Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». 19 Allora il Signore Dio plasmò
dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in
qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. 20 Così l'uomo impose nomi a
tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. 21 Allora il
Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Il
Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. 23 Allora l'uomo disse:
«Questa volta essa
è carne dalla mia carne
e osso dalle mie ossa.
La si chiamerà donna
perché dall'uomo è stata tolta».
24 Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. 25 Ora tutti e due
erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.
Che Dio si stia prendendo cura dell’uomo è reso evidente dal fatto che Dio si accorge che l’uomo non è contento, è solo e non è
buono, vive in una solitudine antropologica, esistenziale
Dio si rende conto che l’uomo non ha nessuno con cui entrare in relazione
Dio stesso si rende conto di non poter soddisfare quel bisogno e allora crea gli animali, li presenta ad Adamo che gli dà nomi : sono
suoi ma anche da queste relazioni non trova soddisfazione
Se Dio è troppo in alto gli animali sono troppo in basso, non c’è niente che gli dia contrappeso -> sottolineato gli aspetti di pari
dignità di qualcosa che ancora non è stato creato
Allora si compie la creazione di Adamo : mistero dell’uomo e della donna non dipende da noi, ci troviamo ad essere distinti per
trovare qualcuno che ci corrisponda, quando Adamo si sveglia al posto della costola trova Eva
La donna, posta di fianco all’uomo, trova pari dignità, è ossa delle sue ossa, carne della sua carne, si appartengono reciprocamente
Dio non crea la donna dalla terra ma dall’uomo per sottolineare questa reciproca appartenenza, non siamo più soli
In ebraico “issh” significa uomo e “issahf” donna (tratto da uomo)
Donna condivide la medesima sorte dell’uomo, Adam esulta quando la vede dicendo “questa è carne della mia carne, la chiamerà
donna”, parla per la prima volta, è nell’altro da sé che si può dialogare
Essere “un’unica carne” un corpo solo non solo nell’atto sessuale ma anche nella fragilità, qualcosa che va altre l’aspetto fisico e
coinvolte tutta la vita, insieme uomo e donna costituiranno una nuova vita, l’uomo lascerà padre e madre per creare una nuova
coppia (strano perché la donna solitamente se ne va ma comunque vale per entrambi per vivere bene la vita di coppia)
L’autore sacro sottolinea che erano nudi e non provavano vergogna -> prolessi narrativa che anticipa il capitolo successivo dove la
nudità indicherà la loro vergogna
Mettere in ordine il creato e proseguire la reazione con la procreazione, la fecondità :
• Solo l’uomo è l’opera migliore di Dio, a immagine di Dio e possiede l’alito della vita
• L’uomo condivide con gli altri animali l’essere stato creato lo stesso giorno e la nephesh haggah ovvero il respiro, insieme
all’essere stato plasmato dalla terra e necessità di nutrirsi per vivere, non può darsi da se stesso la vita. È bisognoso
• Dio affida all’umanità il compito di soggiogare (prendere possesso) la terra e dominare gli animali non con la tirannia ma sfrutta
la capacità di guidare e condurre verso l’unità oltre a coltivare e custodire la terra (significato terra, ma il verbo usato fa
intendere il lavoro come un servizio volto a Dio, gratificante, di pienezza dell’uomo, riconoscere il proprio posto nel mondo per
condurlo verso Dio)
Dio opera la differenza sessuale e rende feconda la coppia uomo-donna (“sarete fecondi e moltiplicatevi”) creata in comunione
con Dio
Completarsi a vicenda attraverso la comunione reciproca e dare nuova vita sono le due dimensioni del sesso in teologia, quindi
entrambe non intendono solo la procreazione
(Il numero 7 nella Bibbia, in ebraico invoca pienezza, e partendo da questo il 6 è il numero che più si avvicina ma mancante di
qualcosa quindi imperfetto; quando Dio riposa il settimo giorno abbiamo una situazione di creazione piena, è stato fatto tutto e
più riposarsi; l’uomo viene creato il sesto giorno perché al vertice della creazione ma non perfetto perché è sempre 7-1)
L’uomo nella Bibbia giunge progressivamente alla consapevolezza che Yahvé è il creatore dell’universo, a partire dall’esperienza di
salvezza dall’esodo e dall’esilio
“Creare” è il prodigio per eccellenza, “prendersi cura” da parte di Dio, si interessa del suo popolo, di crearlo, farlo nascere per poi
stabilire un’alleanza con lui (creazione come salvezza e alleanza)
Quindi si tratta si tratta di due categorie separate, tutto nella logica della comunione tra Dio e gli uomini, rientrante nel progetto
originario
In una prospettiva cristiana tutto ciò è integrato con la figura di Cristo -> teologia della creazione interpretata in senso cristologia
“Io e il padre siamo una cosa sola” dice Cristo, sebbene creato 2000 anni fa esiste da sempre, quindi nella creazione c’è all’opera
anche il Figlio, il legame inscindibile che c’è nello spirito santo -> creazione è opera della trinità seconda la rilettura trinitaria
Alcuni brani sembravano far capire che si trattasse della Trinità : narrare profetico, già non si parlava di un Dio monolito
1. “Nel principio Dio creò il cielo e la terra” : fondandolo in un principio che è il suo logos, il suo verbo, quindi Dio creò a partire
dalla sua ragione, il principio razionale dentro di sé ovvero suo Figlio, Dio crea guardando il Figlio
2. “La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque” : Spirito Santo
3. “Dio disse : facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza” : dalla trinità, Dio è relazione al suo interno
così l’uomo è chiamato a vivere nella relazione
Dove sono usati verbi al plurale : intrusione degli ebrei che ancora non potevano capire il mistero che sarebbe stato rivelato anni
avanti
La morte e la resurrezione di Cristo provocarono questa riflessione : chi muore e risorge sconfiggendo la morte è autore della vita,
signore (kyros) del tempo, governatore e ordinatore del tempo, della storia, del creato con tutta la forza corporea e incorporea che
è in suo potere
Israele capisce che la creazione è opera di Dio dopo l’esodo : il Dio che ci ha liberati è quello che ha creato il mondo
Cristo nuovo esodo : ci ha liberati dalla schiavitù del peccato operando con il padre
Lettera Corinzi 8,6
È in virtù di Gesù che esistono tutte le cose
Lettera Col 19,20
Dio come archetipo per la creazione, tutte le cose create per mezzo di lui e in vista di lui, come se (Gesù fosse causa formale,
espediente e finale) : creazione in Cristo, per mezzo di Cristo e per Cristo; Gesù pre-esiste alla creazione da sempre anche se si
incarna nella terra in un determinato momento
Lettera ebrei cap 1 verso 2
Mediante Gesù Dio ha fatto il mondo
Gv prologo
Verbo di Dio presente da sempre nella storia, tutto è stato fatto per mezzo di lui, nulla senza di lui
Era nel mondo (Gesù incarnato) e il mondo è stato fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo ha riconosciuto : mistero della
libertà dell’uomo che può scegliere di non accogliere Dio
Fgilio di Dio come se fosse la mente di Dio, la sua ragione : progetta di fare qualcosa, abbiamo un progetto in mente -> questo è il
mondo secondo cui la teologia cristiana dice che Gesù ha partecipato alla creazione
Già dal neoplatonismo (filone ebreo) si rilegge quel “logos” come Gesù pensa il mondo in maniera ragionata, secondo un progetto
che aveva in mente e la realtà creata è intrinsecamente razionale -> mente di Dio = Gesù
Dio si è incarnato nell’uomo e per questo troniamo una relazione tra Dio e il creato
Conclusioni parziali :
• Per gli gnostici tutto quello che è carne va disprezzato ma visione è estranea alla creazione : Dio ha creato tutto e tutto è buono
e bello agli occhi di Dio
• Nesso tra creazione e salvezza : opera fondata diDio manifesta la volontà di comunione di Dio, qualcuno con cui condividere il
suo amore, non c’era una necessità ma vuole renderci partecipi della sua vita, comunione compromessa dal peccato ma il
progetto di Dio non è cambiato
Dio non ci vuole come schiavi del suo narcisismo o onnipotente ma liberi e in comunione con lui
Se Cristo è in opera fin dall’inizio con il Padre, nonostante dal punto di vista storico Cristo viene dopo Adamo, dal punto di vista
teologico viene prima -> ragione secondo cui Dio crea, crea damo guardando Gesù : precedenza teologia nonostante successione
cronologica, Cristo modello e forma dell’umanità realizzata (archetipo, prototipo)
• Ruolo fondamentale dell’uomo nella creazione
Come partner dell’alleanza, chiamato ad aiutare Dio nella conservazione, cura e riproduzione del creato, grande responsabilità
Genesi 3
In continuità con il capitolo 2 (appartiene alle stesse fonti diverse per 1-2 che sono uniti con un versetto ceniera)
Porre le domande giuste : non da dove viene il male perché è una domanda filosofica e resta irrisolta
Piuttosto questo testo ci dice qual è la dinamica del peccato, il senso, il significato
Pertinente dire “peccato originale? Non tanto perché il racconto non è cronologico, viene descritta la ragione di ogni nostro
peccato
Il serpente era stato il più astuto degli animali che aveva creato Dio : astuto “arum”, gioco di parole con “erumm” che significa
nudi, conseguenza dell’astuzia che provoca la consapevole nudità, sintomo di fragilità
Perché il serpente? Nella mentalità ebraica è l’anti-tipo di Dio, anch’esso incarnazione della sapienza (riesce a sfuggire ai
predatore, passa senza lasciare traccia, colpisce in maniere immediata, si nasconde senza essere visto)
Animale simbolico per tante culture :
• Eterna giovinezza (muta pelle)
• Ciclicità del tempo (si morde la coda)
• Fecondità (fallico)
• Caos primordiale (dragone, nella mitologia babilonese mostro marino o coccodrillo)
• Sapienza : anti-tipo di Dio, incarnazione della sapienza alternativa
Donna plasmata dalla costola di Adamo per essere di aiuto ha un ruolo fondamentale, consapevolezza della dignità della donna, è
la parte già intelligente della coppia, è sapienza
Perché il serpente tenta? Perché il suo alter-ego, per questo spesso viene rappresentato come donna, rappresenta e personifica i
dubbi di Eva, è più intelligente, ragiona, ha dubbi, facendo scivolare Eva in un dialogo verso la propria distruzione
Duplice inganno
1.
È vero che Dio ha detto che non dovete mangiare di alcun albero? Stravolgimento di quello che ha davvero detto, insinua
comportamento da osservare alla cui opposizione corrisponde una punizione
“Ma se non mangiano muoiono” è vero che Dio vuole che muoiano?
La donna risponde, non avrebbe dovuto ma in un eccesso di zelo vuole difendere Dio ma confonde gli alberi (confusione in tera)
quello della vita con quello del bene e del male e aggiunge che non va nemmeno toccato : la donna pensa a Dio come a qualcuno
che dà comandi ma Dio non ha imposto nessun divieto, voleva preservare l’uomo che è limitato e deve accettarlo altrimenti potrà
morire, ha fatto ciò per evitare che l’uomo desiderasse fare a meno di Dio
L’uomo fa di testa sua e si insinua il peccato mentre la donna si fa tentare dal dubbio del serpente
2. Non voglia la loro consapevolezza
La confidenza fra Dio e la coppia che si affidava a lui diventa diffidenza verso Dio
Peccato originale come rivendicazione di un diritto di fronte a un’autorità gelosa
Dio nella Genesi 2 area tanti alberi belli ma ora Eva vede quello proprio come affascinante e attraente quindi prende il frutto, lo
mangia e lo dà all’uomo -> si aprono i loro occhi e si rendono conto di essere nudi, fino a quel momento non dava loro motivo di
paura o di vergogna, ora diventa qualcosa da cui nascondersi (senso del pudore, diverso dalla propria intimità -> in noi esiste già
perché siamo già dentro questa storia)
Si nascondono dietro l’albero perché l’uomo ha cambiato il modo di vedere Dio e pensano che anche lui li veda diversamente
Non si tratta, quindi, della trasgressione di un divieto ma dello stravolgimento dell’immagine di Dio e poiché siamo a sua
immagine si ha anche uno travolgimento della nostra identità e delle nostre relazioni quindi né senso di colpa psicologico né
infrazione di una legge perché nella legge si viene puniti anche senza conoscerla mentre nel peccato si decide di fare di testa
propria
Non è un divieto nutrirsi di quell’albero per cui non è una trasgressione ma lo stravolgimento dell’immagine di Dio e per cui, visto
che siamo a sua immagine, poiché stravolgiamo la sua immagine stravolgiamo anche la nostra (v. 16)
Viene detta una parola ad Eva che indica la disarmonia su come avrebbero vissuto il rapporto uomo e donna
Si tratta di una de-formazione dell’immagine di Dio e della nostra relazione con Dio per cui si è passati dalla confidenza alla
diffidenza
Occorre, dunque, acquisire una nuova forma, quella che ci viene descritta prima del peccato
Occorre una riconfigurazione che non può essere ad opera dell’uomo soltanto
Procedimento irreversibile per quanto concerne le forze dell’uomo, occorre una nuova iniziativa di Dio che consente all’uomo di
ritrovare la forma perduta, riconfigurandosi secondo l’immagine con cui si è stati plasmati da Dio
Kenosis di Cristo : Cristo si è appropriato della sua divinità strappandola (Fil 2, 6-11), opposto rispetto a quello che ha fatto Eva
appropriandosi del frutto proibito, si è appropriata di ciò che non le apparteneva
Dio si spoglia di sé e non considera la sua divinità qualcosa da accaparrare mentre Adamo e Eva vogliono fare loro la divinità
persuasi dalle parole del serpente
Atteggiamento di fonti che determina una deformazione dell’immagine di Dio e di Adamo
Genesi 3, vv. 8-19
8
Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l'uomo, con sua moglie, si nascose
dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. 9Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». 10Rispose:
«Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto».
Dio interviene dopo perché solo così può permettere loro di comprendere le loro responsabilità
La paura della nudità sta a significare che Adamo ha pudore ee si nasconde per vergogna, perché si sente fragile
Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». 12Rispose
l'uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». 13Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai
fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
11
Adamo accusa pesantemente Dio per avergli messo accanto Eva
Ora Dio pronuncia parole per permettere all’uomo e alla donna di prendere atto e consapevolezza delle loro azioni (non è
un’ammonizione)
Solo l’uomo e la donna sono interrogati ma non il serpente (gli rivolge solo delle parole) perché la responsabilità è dell’essere
umano, per cui solo il serpente viene maledetto
14
Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché hai fatto questo,
maledetto tu fra tutto il bestiame
e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
15
Io porrò inimicizia fra te e la donna,
fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno».
Maledizione sta nello strisciare per terra, tentativo di spiegare perché il serpente non abbia zampe a differenza di altri animali
Da simbolo di astuzia, finisce per essere l’animale più vicino alla morte che si nutre di polvere
Rilettura cristiana della maledizione al serpente (v. 15) in cui è contenuto il cosiddetto “Protovangelo”, prefigurazione della vittoria
del bene sul male, è tipico dell’uomo cercare di dominare il male e Eva diventa prefigurazione di Maria la cui stirpe è Gesù Cristo
che è vittorioso sul male rappresentato dal serpente (iconografia vede Maria che calpesta il serpente o, nell’iconografia
francescana prima del 1600 Maria con in braccio Cristo che uccide il serpente con una spada a forma di croce)
16
Alla donna disse:
«Moltiplicherò i tuoi dolori
e le tue gravidanze,
con dolore partorirai figli.
Verso tuo marito sarà il tuo istinto,
ed egli ti dominerà».
Dio sta dicendo a Eva la conseguenza di quello che ha compiuto
Si crea una disarmonia e non più un rapporto pacifico e paritario tra uomo e donna
Secondo la struttura patriarcale dell’area semitica in cui è stato prodotto il testo, l’uomo domina sulla donna
La tragica ironia che si trovano a constatare Adamo ed Eva è che non sono diventati come Dio ma proprio in ciò in cui erano a
immagine di Dio è segnato dal male, allora la gravidanza che rende la donna simile a Dio perché generatrice di vita è segnata dal
dolore, nel suo essere madre si rivela il limite dell’umano ferito dal peccato
All'uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato: «Non devi
mangiarne»,
maledetto il suolo per causa tua!
Con dolore ne trarrai il cibo
per tutti i giorni della tua vita.
18
Spine e cardi produrrà per te
e mangerai l'erba dei campi.
19
Con il sudore del tuo volto mangerai il pane,
finché non ritornerai alla terra,
perché da essa sei stato tratto:
polvere tu sei e in polvere ritornerai!».
17
Il dolore che sperimenta l’uomo è legato al lavoro della terra, il suolo viene maledetto e il lavoro dell’uomo diviene faticoso
La terra non produce più in maniera spontanea e il lavoro diviene faticoso (spine e cardi), lavoro che non appare adesso
L’uomo è simile a Dio nel coltivare la terra, nel custodire, produrre e dare la possibilità di nuova vita nel creato
Limite : uomo può fare tutte le cose più stupende del mondo e ambire a pensare di essere al posto di Dio ma la sua capacità
creativa è contrassegnata da fatica perché si ricordi che non è Dio
Non occorre fare una cosa e l’altra per potersi redimere ma la constatazione della vita quotidiana ci mette davanti un limite
Diventa liberatoria la parola di Dio a proposito di morte che non è conseguenza del peccato (“polvere sei e polvere ritornerai”)
Morte interpretata da molte scuole come conseguenza del peccato ma il testo non indica la morte come conseguenza del peccato
“Finchè non tornerai alla terra”, la morte è la fine naturale del suo essere al mondo e diventa liberante perché è la fine del dolore
dopo una vita di fatica e di lavoro
Se non avessimo modificato l’immagine di Dio in noi allora anche la nostra morte la pensiamo come un’ingiustizia di Dio nei nostri
confronti ma se pensiamo che Dio ci ha creati a sua immagine ma limitati perché siamo diversi da lui, la morte non diviene
qualcosa di ingiusto ma il termine della sua esistenza sulla terra
Questa morte, segnata dal dolore, ci fa paura perché introdotta dalla disarmonia del peccato
Dottrina del peccato originale :
• Solidarietà del male, noi tutti sperimentiamo la maggiore facilità a fare il male rispetto al bene
• Struttura di peccato
• Concupiscienza, inclinazione naturale verso il male (legge dell’entropia per cui tutto procede verso il caos, è più difficile
intervenire e occorre una forza maggiore per raggiungere l’ordine)
Si tratta di qualcosa che precede la nostra stessa responsabilità
Se precede la nostra responsabilità non dovrebbe essere definito peccato perchè non dovremmo essere responsabili di ció che non
abbiamo commesso
Si cerca di evidenziare la solidarietà nel male che compie uno
L’uomo sarebbe stato creato da Dio in una condizione naturale di bene, poi è intervenuto il peccato ed è stato necessario un
intervento straordinario di Dio per ridare all’uomo ció che aveva perduto attraverso poteri sovrannaturali (-> polemica tra Pelagio e
Agostino)
Pelagio sosteneva che l’uomo potesse, guardando Gesù Cristo, guardare il buon esempio da seguire e reagire al male
Agostino sostiene che l’uomo da solo non è in grado di salvarsi
In questo contesto polemico siamo portati ad enfatizzare il peccato, lettura anartocentrica (pone al centro il peccato dell’uomo)
Rischio : subordinare Cristo al nostro peccato
Per questo, nel corso della storia della teologia, si pone il problema se Cristo si sarebbe incarnato senza il peccato di Adamo
Ci sono scuole di pensiero che sostengono che non sarebbe stata necessaria l’incarnazione se Adamo non avesse peccato (ma di
fatto ha peccato)
La teologia latina, a partire da Agostino, sostiene che se Adamo non avesse peccato l’incarnazione di Cristo non sarebbe stata
necessaria
“Felice colpa, che ci meritó così grande creatore”
Duns Scoto sostiene che l’incarnazione sarebbe avvenuta comunque perchè Dio crea l’umanitá e già da sempre aveva pensato che
Cristo si sarebbe incarnato per dare agli uomini la possibilità di accedere alla stessa divinità, diventiamo consanguinei di Dio
Il dono che ci viene dato è a prescindere dalla caduta di Adamo ma sarebbe accaduta comunque perchè nel piano di Dio, ci
avrebbe consentito una comunione ancora più profonda
Incarnazione come compimento definitivo della creazione a prescindere dal peccato
Perchè Cristo si è fatto uomo?
L’uomo è la creatura a immagine e somiglianza di Dio quindi per redimerci non avrebbe potuto scegliere altra forma
Poichè Cristo si è fatto uomo e non altro, c’è un legame particolare tra Adamo e Cristo
Romani 8, 29
Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il
primogenito tra molti fratelli
Romani 5, 14
Eppure, la morte regnò, da Adamo fino a Mosè, anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di
Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Adamo è figura di colui che doveva venire
1Corinzi 15, 44-49
44 si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale.
Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che 45 il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma
l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. 46 Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. 47 Il primo
uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. 48 Quale è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il
celeste, così anche i celesti. 49 E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste.
Parallelismo tra Adamo e Cristo
Siamo solidali con Adamo e per questo siamo tutti solidali con Cristo e la solidarietá nel bene prevale e precede la solidarietà nel
male
Se Adamo viene nella narrazione cronologica prima di Cristo, Cristo viene prima di Adamo in quanto uomo perfetto
Il bene compiuto da un altro va a beneficio anche mio, positivo e negativo di questa immagine è il peccato (solidarietá nel male)
Peccato originale
Condizione che sta all’origine di ogni nostro peccato
Tutti i nostri peccati sono originati dalla deformazione dell’immagine di Dio in noi
Per questo non vanno confusi con sensi di colpa, trasgressione di una legge, ma se vogliamo guardare la connotazione teologica
del peccato questo è deformazione dell’immagine di Dio in noi
Non è Dio che ha voluto che Adamo peccasse o che ha messo il male nel cuore di Adamo, non siamo il prodotto di un’operazione
fallata
Non è neanche un caso o il frutto di un fato avverso
Nella tradizione biblica non c’è la necessita nè in Dio nè nell’uomo, entrambi liberi di agire
Per questo l’uomo è imputabile : vuole la libertá e per ció deve rispondere delle proprie azioni
Dio, sommo bene, non puó essere intaccato dal nostro male, perció il peccato è destinato ad essere sconfitto per sempre (parola di
speranza e consolazione, il male, per quanto ci sia, non è definitivo nè tantomeno originario)
Problema : da dove viene il male?
La pagina biblica non risponde al quesito, viene solo detto che sia imputabile all’uomo
Si preferisce inserire la spiegazione del peccato originale nel quadro più ampio della giustificazione universale in Cristo, cioè che
Dio ci vuole tutti in comunione con lui
Dimensione cristologia o cristocentrica
Romani 5, 18
18 Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si
riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita.
Se pensiamo alla giustificazione come qualcosa da sempre pensato da Dio, questa non avviene dopo la caduta ma, semmai viene
rivelata dopo la caduta ed ha anche funzione correttiva
Il modo in cui Dio ci ha pensato è da sempre in comunione con Lui (Ef 1, 3-10)
Dio ci ha predestinati sempre ad essere in comunione con lui tramite Gesù Cristo
Peccato originale : idea che possiamo fare a meno di Dio, costruirci e salvarci da soli
Una delle altre conseguenze del peccato infatti è l’autosoteria, convinzione che possiamo salvarci da soli
Il termine peccato è usato in senso improprio : peccato è il male che viene commesso in modo responsabile da una persona, ma io
non posso essere responsabile di quello che ha commesso qualcun altro, posso essere solidale con lui
Partendo dall’idea che la Bibbia descrivesse una visione cronologica, la teologia parlava di una trasmissione anche fisica del
peccato (spiegazioni di pseudobiologia del tutto strane)
Predestinazione : il fatto che Dio ci abbia da sempre predestinati ad essere in comunione con lui non vincola, c’è una volontà di
salvezza da parte di Dio ma, in ogni nostro peccato, preserviamo anche la volontà di non volerlo (suo desiderio e piano che deve
fare i conti con la sua volontà)
Se qualcuno non si salvasse non è perché Dio lo avrebbe punito ma perché lui non ha voluto lasciarsi salvare
Se c’è una predestinazione in Cristo vuol dire che chi non vuole lasciarsi raggiungere da Cristo si perde, per questo la
predestinazione lascia aperta la perdizione
Il dramma della libertà che ci viene data sta nella scelta tra :
• Con-formazione a Cristo
• De-formazione della nostra identità originaria
Il peccato:
- Il peccato non va inteso come una trasgressione della legge. Il peccato implica la responsabilità e la consapevolezza, mentre per
la legge nonostante ignoranza non ci si salva.
• Il peccato si distingue dal campo etico: non siamo tenuti a porgere altra guancia.
• Bisogna distinguere il peccato dal senso di colpa (il peccato viene completamente perdonato ma dentro di noi c'è ancora il
ricordo di ciò che abbiano fatto e il conseguente senso di colpa). Il peccato è deformazione della nostra immagine di dio.
La rottura di un rapporto tra dio e noi.
Se noi vogliamo guardare la storia id dio con noi non si ferma al nostro peccato: la storia del peccato è un po come il contraltare
della storia della salvezza. C'è una storia di dio con noi e viceversa che noi vogliamo allontanare, vogliamo allontanarci da dio.
Risulta chiara la contrapposizione tra Adamo che pecca e dio che muore in croce. Il peccato e la disobbedienza di Adamo viene
compensata dal sacrificio di cristo.
Storia del peccato/storia della salvezza
Il crocifisso è il vero uomo (ecce homo)
• in comunione con dio
• obbediente alla sua voce (adamo si lascia persuadere dalla voce del peccatore)
• Solidale con i fratelli (adamo ed Eva si incolpano a vicenda)
• Che non pretende possedere nulla, ma al contrario si dona completamente. (adamo pretende di prendere dall’albero qualcosa
che non doveva)
“Per riformare a nostra immagine occorre guardare a colui che hanno trafitto”, gv 19,10 - zc 12,10
Il crocifisso non è solo figura esemplare, nodello che stimola in noi un cambiamento, ma ci permette di cambiare mentalità. Noi
siamo cosi permeati della mentalità del peccato per cui è difficile pensare diversamente e serve cambiare mentalità. Convertirsi
significa cambiare testa, ed è la sfida di dio: cambiare la nostra testa e il nostro cuore secondo la scelta originale.
Gesù si consegna sulla croce non perché sa che il su sacrificio avrebbe portato alla nostra conversione, lo fa a prescindere—> ecco
perché è assoluto.
La croce di cristo è rivelazione di dio e dell’uomo—> quando dio rivela se stesso rivela anche all’uomo chi è l’uomo, mostra ciò di
cui è stato capace dio per rimediare all’irrimediabile (il peccato originale è irrimediabile secondo le nostre capacità, ma dio riesce a
rimediarlo).
In cristo e tramite cristo è come se avvenisse con questa riparazione una nuova creazione, dare forma a ciò che si era deformato.
La settimana trova la sua pienezza del sabato ma quella definitiva nella domenica, il giorno della pienezza della vita con dio, giorno
della pienezza escatologica. È il giorno della resurrezione.
Teologia dei sacramenti
Diventa importante cercare di cambiare le nostre precompressioni nei confronti dei sacramenti:
• 1 la confessione per dare e ricevere —> mio che veramente importa è cambiare la mentalità, il cuore. Se quando vado a
confessarmi non intendo davvero convertirmi a dio. In ogni azione di male che commetto deliberatamente coinvolgo
anche la comunità dei figli di dio, anche nelle azioni più nascoste. La comunità è rappresentata dal sacerdote che mi
assolve, lui a nome di cristo e della comunità mi ridona perdono.
• 2 atteggiamento e sentimento di indegnità nell’accostarsi alla comunione. Comunione significa entrare in comunione col corpo
di cristo e quindi non mi ritengo mai sufficientemente degno. Nel corso dei secoli la Commissione pastorale ha facilitato
ciò: una volta ci si doveva confessare molto spesso, ogni volta., cristo si è donato a noi mentre eravamo peccatori, dice
san paolo, non ha aspettato che lo riconoscessimo come figlio dio il sentimento di indegnità è dunque di natura
psicologica che non ha nulla a che fare con la visione teologica. C’è un rapporto stretto tar comunione e confessione.
“la vita di dio è ontologicamente superiore a quella perversione della verità dell’esistere che è il male dell’uomo, che è l’umana
incapacità di consegnarsi e di stare nella relazione con dio”—> inventare qualcosa che noi possiamo ripetere nel tempo e il
significato del suo sacrificio non cambia.
È dunque sbagliato ritenersi sempre indegno di fare la comunione ma non posso nemmeno ritenermi sempre degno, come
qualcosa che mi è dovuto, soprattutto quando mi considero degno e gli altri indegni e si parla di privata devozione (io e il mio
Gesù). La comunione comporta non la privata devozione ma il mettere in questione della mia persona dal dono di dio. Non ho
precetti e mi lascio trasformare dal dono di dio.
Anche i peccati che non commetto deliberatamente contro qualcun altro, critico la persona o la giudico male, quella persona non
lo sa ma il mio atteggiamento verso di lei è in contraddizione con quanto mi dice Cristo
Essere in comunione con Dio mi impegna a cercare la comunione con il fratello/sorella
Noi andiamo a fare la comunione ma è sacrilega, qualcosa di sbagliato
Se non ho fatto un percorso di cambiamento mi raggiungerà solo fino a un certo punto
Ci può essere il rischio di trasformare la nostra vita cristiana in una serie di pratiche religiose che non ci cambiano profondamente,
hanno un’efficacia che va al di là delle nostre predisposizioni ma non siamo pronte a riceverle
Il peccato ci allontana da Dio, ci rende insostenibile il suo sguardo
Occorre poter guardare in lui senza temere il suo sguardo
Lo sguardo di Dio nella Bibbia, a seconda di come la persona si sente guardata da Dio può trattarsi di uno sguardo benevolo o
inquisitivo
Per fare in modo che lo sguardo di Dio non sia quell’occhio inquietante nel triangolo rappresentato nel 1600 ma sia uno sguardo
benevolo allora siamo noi che dobbiamo cambiare occhi, assumere la forma di colui che è realizzazione piena dell’umano
Quando è stato operato in noi questo cambiamento : al momento del battesimo
Nonostante la nostra inconsapevolezza siamo stati inseriti in una vita nuova, non è un rito di purificazione nonostante si usi
l’acqua, ma è con-formazione a Cristo morto, sepolto e risolto
Ma è anche in-corpo-razione a Lui e alla Chiesa, ls comunità dei credenti
Inoltre, nel battesimo riceviamo un nome, è assunzione di un nome che viene “dato” e “segnato dalla Trinità
Ma come il nome lo si riceve (Adamo da un nome le cose, Eva dà il nome a Caino; tranne il caso in cui si presume di darsi un nome
nell’episodio della torre di Babele) si viene segnati nella Trinità
E così diventiamo figli nel Figlio, veniamo ricevere la vita stessa di Gesù Cristo e diventiamo figli di Dio
La veste bianca è la divinità : noi veniamo inseriti nella sua luce, totalità della luce di Dio, conformati a Lui
Il battesimo si riceve, nessuno può meritare di essere battezzato
Per questo, nonostante il bambino inconsapevole non sia in grado di compiere una decisione, anche per l’adulto rappresenta un
dono e quindi offrirlo al bambino rappresenta comunque un dono dato dalla comunità a quella persona
Inoltre, ciò significa che nessuno si può battezzare ma occorre un altro che lo battezzi
Il peccato mostra una disaffezione da parte dell’uomo nei confronti di Dio, allora Dio offre all’uomo la possibilità di entrare in piena
comunione con lui attraverso il battesimo
Questo rappresenta anche la giustificazione completamente gratuita
Noi non abbiamo meriti da accampare, è così gratuita la giustificazione che Dio mi offre che viene detta grazia (gratis), non
dipende né da mie capacità né da miei meriti
Confessione, eucarestia e battesimo : tre sacramenti
I sacramenti sono dei segni sacri, ovvero dei segni che rimandano a Dio
La parola sacramento deriva da sacramentum che nel latino classico individua il giuramento dei militari mentre se ripresa dal greco
mysterion indica il visibile che rimanda a una realtà invisibile
Cristo stesso viene definito come mysterion, come sacramento, perché visibile ma la sua dimensione umana rimanda a Dio, viene
inteso quindi come sacramento originario che esprime nella sua realtà concreta il Dio invisibile
Sulla base di questo sacramento originario possiamo intendere la Chiesa come sacramento fondamentale in quanto
prosecuzione nel tempo e nello spazio delle gesta di Cristo
Allora, se Cristo è il sacramento originario, la comunità dei credenti che continua le azioni di Cristo, è sacramento fondamentale,
ma anche mistero, perché cosa visibile che rimanda a qualcosa di invisibile
Caratteristiche dei sacramenti :
• Originati da Cristo
La teologia ritiene che tutti i sacramenti, come li intende la Chiesa, abbiano avuto origine da Cristo
Non sono azioni fatte da singoli in via privata : la Chiesa fa i sacramenti ma allo stesso tempo i sacramenti fanno la Chiesa
Sono i cristiani che celebrano i sacramenti ma questi ultimi, per la loro particolarità, generano l’identità cristiana
Per questo, la dottrina circa i sacramenti, è stata piuttosto variabile : alcuni sono sempre stati riconosciuti come tali, ad alcuni se ne
sono aggiunti altri
Un segno sacro può essere il segno della croce, una benedizione, il funerale ma non è un sacramento
Sacramenti sono intesi come segni efficaci di salvezza
È Cristo presente che fa quelle cose con la sua presenza, la sua grazia, il suo amore reale che è in noi -> nel sacramento la teologia
cattolica prevede l’efficacia dell’azione di Cristo
Chi sono i ministri dei sacramenti?
Nel matrimonio i ministri sono i due sposi, tanto che le parole che fanno il sacramento sono “io accolgo te come mio sposo/a)
Occorre attendere il XVI secolo sulla definizione dogmatica di quali e quanti sono i sacramenti
Per la Chiesa Cattolica sono 7 :
• 3 sacramenti dell’iniziazione cristiana : battesimo, confermazione (cresima), eucarestia
Danno la definizione completa alla persona affinché sia entrata nella comunità
Nelle Chiese ortodosse il bambino riceve i primi due sacramenti insieme
Il battesimo ci ha già conformati a Cristo togliendoci le ripercussioni del peccato originale
Da qui la possibilità di attingere nuovamente alla grazia di Dio confessandoci
• 2 sacramenti di guarigione : penitenza, unzione degli infermi
Unzione per chi sta soffrendo in maniera profonda, quando si sta raggiungendo la morte ma non se sia già giunta
• 2 sacramenti per il servizio della comunità : ordine, matrimonio
Ordine strutturato in episcopato, presbiterato e diaconato
Matrimonio come celebrazione dell’amore tra uomo e donna, unico sacramento nel quale non c’è qualcosa posto in atto da Cristo
e diventato segno sacro, ma Cristo ha assunto la sacralità della vita e dell’amore definendo il matrimonio come segno efficace
dell’amore di Dio per l’umanità
Tutti i sacramenti sono espressivi, in maniera differente, del mistero pasquale
Caratteri comuni :
• Intreccio di parola e azione
Sacramenti inseriti nella grande storia della salvezza dove la parola spiega l’azione l’azione dà valore alla parola
• Istituzione da parte di Gesù Cristo
• Rimandano al mistero pasquale
• Hanno una dimensione comunitaria con la partecipazione della comunità cristiana
• Sono espressione della fede di Dio
Dobbiamo evitare una certa concezione “magica” del sacramento
Il piano di Dio era che noi uomini fossimo per sempre in comunione con Lui
4
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, 5predestinandoci a essere
suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, 6secondo il beneplacito della sua volontà (Ef 1, 4-5)
Il piano di Dio non è stato distrutto dal peccato (-> dialogo con Nicodemo)
16
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
(Gv 3, 16)
Dottrina della giustificazione :
a. Dio crea l’uomo, e poiché Dio è buono, l’uomo in quanto creato da Dio è buono
b. L’uomo sperimenta in sé la capacità di fare il bene e il male (fare il male è più facile)
c. Chi ha dato questa capacità all’uomo, se Dio è buono? (Si Deus est, onde malum?)
d. E se l’uomo compie più facilmente il male, significa che sarà persa la comunione con Dio?
e. No, Dio non può perdere l’uomo perché lo ama, è una sua creatura
f.
g.
h.
i.
j.
Dio decide di salvare l’uomo e lo fa senza contare sulla capacità dell’uomo, cioè lo fa gratis (l’uomo è in una fossa da cui non
riesce a sollevarsi e Dio gli offre il suo braccio per farlo altrimenti non potremmo da soli)
In che modo lo salva? Proponendo all’uomo il vero modello da imitare : si fa lui stesso uomo e chiede ad ogni persona umana
di credere in lui, imitarlo e seguirlo
Così l’uomo viene reso giusto, cioè di nuovo in comunione con Dio (giusto - giustificato - gradito a lui)
Come si diventa giusti? Credendo in Gesù Cristo
Non si diventa graditi a Dio perchè di fanno delle cose buone ma perché ci si affida a lui (fede) che cambia il nostro cuore e ci
da la capacità di fare veramente il bene (carità).
A partire dal peccato originale, come è possibile tornare ad essere graditi a Dio?
Torniamo al personaggio di Pelagio, monaco di origine inglese che muore nel 1420
Egli dice che la creazione, e quindi anche l’uomo, è buona e ribadisce che la responsabilità del male deriva dall’uomo
Inoltre dice che l’uomo, imitando Gesù Cristo che è modello da seguire, può trovare la forza di fare il bene
Per cui, secondo Pelagio ci salviamo da soli, abbiamo in noi la forza di salvarci
Il dono di Dio fatto agli uomini è solo un aiuto esteriore non necessario per la salvezza
Perché la dottrina di Pelagio da polemica? La Chiesa non serve più e Cristo, sebbene modello da seguire, l’uomo non vede
necessaria la sua azione nella sua vita, azione compromessa, limitata, ridotta
Agostino per contrastare la dottrina di Pelagio enfatizza ciò che nell’uomo è il limite, enfasi sul male per cui l’uomo è schiavo del
male e non può più da solo, con le sue forze, fare il bene
Se Dio non intervenisse, l’uomo sarebbe massa dannata perché abbiamo perso la possibilità di fare il bene, diventa modello
fondamentale perché abbiamo bisogno della sua grazia
In questo piano, che prevede la possibilità offerte a tutti di tornare in comunione con Dio, resta in gioco la nostra libertà, dramma
di dire no a Dio, ponendosi da soli fuori dalla salvezza
Se qualcuno non si salva è perché l’uomo non ha voluto essere stato salvato e non perché Dio non lo salva
Semipelagianesimo (giovanni di Marsiglia, Vincenzo di Lerins, Fausto di Riez) : tentativo di trovare una conciliazione tra Pelagio e
Agostino
Questi monaci (monaci fanno una scelta di vita in cui si fanno degli sforzi per essere migliori, componente stoica di reazione al
male) dicono che l’uomo compie il primo passo verso Dio e Dio gli concede la grazia per cui l’uomo non si salva da solo ma deve
fare il primo passo
Al contrario Agostino evidenza la gratuità con cui Dio offre la salvezza perché così viene valutato il primato di Dio
La dottrina della doppia predestinazione si ravviva al tempo di Martin Lutero, monaco agostiniano, che enfatizza ancora più
l’aspetto del male e dice che l’uomo è corrotto a causa del peccato originale ma non è più capace di compiere il bene al punto che
non è più libero (tanto che parla del de servo arbitrio)
Dio interviene donando a tutti gli uomini e a tutto l’uomo la redenzione in virtù della salvezza operata da Cristo, Dio mi salva
nonostante io sia in una condizione irreparabile di peccato
L’uomo è resto giusto per la giustizia di Dio in virtù della salvezza in Cristo (solus Christus), salvezza che otteniamo solo affidandoci
a lui (sola fide) e non per merito nostro (sola gratia)
Se guardiamo al nostro versante verso di lui restiamo giusti e peccatori
“Siamo un mucchio di letame ricoperto di neve”, rimaniamo strutturalmente segnati dal peccato ma Dio ci copre con la sua grazia
Dottrina cattolica ribadita nel Concilio di Trento
Il concilio di Trento rifai la necessità della recensione di cristo per salvarsi ed è dunque d’accordo con Lutero. È vero che noi siamo
stati corrotti dal peccato e che la grazia di cristo si occupa della nostra salvezza trasformandoci dall’interno per fare del bene. Noi
riusciamo a fare del bene che ci verra ricompensato nell’aldilà solo perché dio ci da la forza. La dottrina cattolica prende le distanze
da quella di Lutero evidenziando che uomo viene pienamente trasformato dalla grazia anche se il peccato originale c’è in noi come
una traccia, ovvero siamo incline a fare più il male che il bene. Tutti dobbiamo sperare di andare in paradiso, ma proprio per il male
incline in noi dobbiamo evitare di pretendere arrogantemente di essere salvi e dobbiamo riconoscerci bisognosi dell’aiuto di dio.
Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione —> vuole mostrare che sulla base di questo dialogo la chiesa cattolica e
luterana enunciano una comprensione comune della nostra giustificazione operata dalla grazia di dio per mezzo della fede in
cristo. Quindi l’antropologia teologica rispetto ad altre letture ribadisce la debolezza dell’uomo bisognoso di dio per fare del bene
e riconoscere la propria identità.
Giovanni 6:51-58
51 Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita
del mondo».
52 Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53 Gesù disse: «In verità, in
verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. 54 Chi mangia la
mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Gesù vuole provocare gli ascoltatori, quando
continuando a proclamare il cannibalismo 55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56 Chi mangia la mia
carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Abbeverarsi del suo sangue e mangiare il suo sangue è un modo per entrare
nella sua vita, quindi non solo ci offre un modello da seguire ma proprio di entrare in lui —> in realtà in ogni sacramento abbiamo la
posso abilità di entrare nella sua vita 57 Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che
mangia di me vivrà per me. 58 Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi
mangia questo pane vivrà in eterno».
Il legame che c'è tra padre e figlio è lo stesso che si produce tra gli uomini e la trinità—> è inserimento in una vita differente, nella
quale veniamo abilitatati dalla forza di cristo per fare il bene, dio ci da la sua stessa forza per fare il bene. A quanti hanno accolto
cristo lui ha dato potere di diventare figli di dio—> è per la fede di cristo che si viene generati a vita nuova.
Come con nicodemo—> è dio che permette a lui di entrare a vita nuova e l’accesso a tutto ciò è la fede di cristo, e quindi Lutero
aveva ragione.
Infatti, se è solo una cosa esteriore essa non ha la reale efficacia che ha la fede in lui.
Ciao che consente di avere in noi la vita di dio non può che essere dio stesso.
Spirito santo=padre <—> figlio, lo spirito santo ci consente di essere una cosa sola con il padre e quindi noi facciamo ciò che il
padre vuole (andare d’amore e d’accordo, essere in comunione con dio). Lo spirito santo è l’amore del figlio verso il padre.
Lo spirito in noi da forma alla nostra umanità riformandola secondo l’obbedienza del figlio. Il dono di dio che ci viene offerto ci da
la possibilità di diventare come il progetto originale di dio, viene trasformata la nostra umanità. Se scatta la disponibilità all’ascolto
per amore allora trasformiamo la nostra vita sulla base della vita della persona che amiamo. Anche noi diventiamo capaci di
amare dio e diventiamo, restando creature, una cosa sola con il padre.
Se cristo il figlio ci dona il suo spirito, allora anche noi diventiamo capaci di amare dio e diventiamo una cosa sola con il padre.
Veniamo configurati/conformati a cristo, ritroviamo il gusto, la gioia di stare con dio.
Abbiamo l’azione di dio e l’azione dell’uomo: non c’è un’0azione esclusivamente divina che non tengo conto della libertà umana,
non siamo burattini per li, ma nemmeno c’è un’azione dell’uomo totalmente indipendente che pretenda di arrivare verso dio: ci si
mette in gioco insieme.
Con l’azione di dio abbiamo la salvezza e la redenzione che opera e anche la sua giustificazione, ovvero renderci giusti.
Ma se noi non vogliamo accogliere la sua giustizia non c’è un legame. Lui ci fa rinascere ma siamo noi che dobbiamo accogliere il
suo dono.
Nonostante il nostro peccato la vita in Cristo ci dice che la nostra pienezza di vita con Dio va intesa in modo diverso dal modo in cui
normalmente intendiamo la salvezza
Gesù Cristo aveva detto prima di salire in croce “ Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa
mia, la troverà” (Mt 16,25)
Prospettiva differente dove non conta salvare la propria pelle, è la logica di Cristo che perde la propria vita per salvare tutti
Occorre modificare le nostre idee caricaturali di Dio, Dio che viene chiamato come “Dio tappabuchi” (dove non arrivo ci pensa lui)
Non ci lascia nella condizione infantile ma pretende la nostra responsabilità e ci lascia soli alla nostra responsabilità ma chiede, è
esigente nei nostri confronti, perché desidera che possiamo essere persone adulte e libere
È possibile definire l’esistenza di Dio a partire dai nostri desideri e dalle nostre aspettative, e poiché l’aspettativa non è realizzabile,
rischiamo di trovare un Dio “genio della lampada”
Nei vangeli il Dio che Gesù Cristo ci rivela non viene a sopperire alle nostre mancanze ma w le nostre aspettative e le nostre idee di
salvezza
Se per noi essere salvi significa aver salva la pelle, lui ci dice “muori per gli altri”, capovolge la nostra aspettativa
Si tratta di un Dio che è venuto per appellare l’uomo
La forma piena di realizzazione dell’umano sarà dunque il crocifisso
L’uomo “in” Cristo è quello che fa sua la saggezza di Cristo (verso Abramo)
• Non possesso verso brama di possesso
• Svuotamento verso dominio sull’altro
• Umiliazione verso “essere come Dio”
• Obbedienza verso disobbedienza
Dio si redime offrendo in Gesù Cristo il modello e la via di accesso per riconfigurarci secondo il modello ordinario
Guardando l’uomo innalzato sulla croce accetta di essere nuovamente innalzato dall’immagine, si consegna a Dio dicendo “si,
accolgo che questa sia la forma di vita da realizzare per vivere in pienezza”
Ritroviamo la risposta dell’uomo verso Dio
La “fede” cioè l’avere fiducia dell’uomo verso Dio significa prestare ascolto
La forma di Cristo è anche misura della sua obbedienza con Dio e con l’umanità
Se vogliamo riconfigurarci in Lui dobbiamo fare nostra questa forma (obbedienza = prestare ascolto a Dio)
Attraverso l’ascolto della sua parola, la parola di Dio diviene il canale attraverso il quale si rivela a noi e ci dice come entrare in
comunione con Lui
Gesù passa durante la sua vita terrena nei villaggi della Galilea guarendo i malati, sollevando le persone dalla loro infermità, dando
loro risposte ai dolori esistenziali
Importante mettere nel quadro d’insieme anche la possibile obiezione che potrebbe nascere in noi
Mt 4, 12-25
12
Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva
del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:
15
Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! 16Il popolo che abitava nelle tenebre vide
una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta.
17
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Gesù predica e guarisce
L’annuncio di Cristo è un’annuncio di conversione (conversione intesa come cambiamento di mentalità e dell’idea di Dio)
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in
mare; erano infatti pescatori. 19E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». 20Ed essi subito lasciarono le reti e lo
seguirono. 21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a
Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
18
Prima Gesù annuncia che occorre convertirsi, poi passa verso il mare e incontra Giacomo, Zebedeo e Giovanni e chiede loro di
seguirlo
È lui che fa la strada e non siamo noi a dover dire come dovrà comportarsi
Da subito Gesù vuole rendere i discepoli capaci di fare ciò che fa lui : strappano i pesci dal mare così come lui toglie gli uomini dal
male
I discepoli di Cristo sono chiamati non soltanto a vedere Lui come modello e riferimento, ma ad ascoltare la sua voce al punto da
mettere in pratica ciò che Lui fa, ad essere anche noi artefici della salvezza altrui non con le nostre forze ma confrontandoci a Lui
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di
malattie e di infermità nel popolo. 24La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie
malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. 25Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli,
da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.
23
La buona notizia pronunciata da Gesù (convertitevi e credete, il Regno dei Cieli è vicino) : il Regno dei cieli è vicino perché si
realizza la pienezza di Dio in Lui anche noi confronti dei sofferenti
Indicazione concreta che il Regno dei Cieli è vicino
Gesù offre la salvezza anche indipendentemente dalla fede in lui perché mostra l’amore di Dio nei confronti dell’umanità
Va in questa dimensione l’attenzione che dà Gesù ai lebbrosi, alle prostitute (annunciatrici della sua resurrezione)
Guarigione come ridare dignità e pienezza di vita, non è tanto un atto di condiscendenza di Dio ma una restituzione di ciò che è
dovuto e questo dovrebbe essere l’atteggiamento di chi dovrebbe avere attenzione nei confronti dell’altro : sto restituendo
all’altro la dignità che gli spetta, atto di giustizia
Di fronte alle operazioni fisiche, Gesù guarisce come segno tangibile di una comunione più profonda con Dio -> Gesù ridona
all’uomo la sua forma originaria
Mt 25, 40
40
E il re risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me».
Per il fatto di essere persona umana dovrei riconoscere Dio
Il gesto di attenzione nei confronti dell’altro è di per sé un atto che esprime la salvezza e la comunione con Dio
Anche in uno solo dei fratelli più piccoli ritroviamo Cristo, il singolare è espressione dell’universale perché Cristo è espressione della
bontà di Dio
Ogni persona umana, per il fatto di essere tale, vale tutto l’universo, non c’è nessuno che possa essere disprezzato ma tutti
andrebbero apprezzati per il fatto di esistere
I discepoli di Cristo sono degli imitatori, coloro che cercano di adeguare la propria vita a Cristo, cercano di liberare gli uomini dal
mare di morte e peccato
Non c’è mai nella predicazione di Cristo un atteggiamento esclusivista ma ognuno è inclusivista, se ogni persone è degna
dell’attenzione di Dio, il discepolo è colui che fa ciò che ha imparato dal maestro
Gv 14, 31
31
ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco. Alzatevi, andiamo via di qui».
Gesù dice di non agire di testa sua ma secondo quello che gli dice il padre
Gv 8, 38
38
Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».
Mt 16, 23
Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli
uomini!».
23
Diventare discepoli di Cristo significa diventare conformi a Lui e fare come Lui fa
Cambiare idea su Dio significa anche cambiare la prospettiva teologica
La Chiesa, comunità di discepoli, è dunque comunità di testimoni
• Coloro che hanno visto
• Coloro che fanno come hanno visto
I martiri (testimonianza : martyria) sono coloro che danno la loro vita per Cristo e i fratelli ma ogni testimonianza della vita
cristiana è martirio, è un dare la vita, quindi “donare”, dono che viene dato senza nulla in cambio
Sono i Discepoli coloro che sono stati per primi salvati
-> opposto alla mentalità dell’appropriazione di Adamo ed Eva che hanno preso il frutto
Concilio vaticano II - assistente
La fede è un’appropriazione personale del mistero di Cristo ma non si dà mai come qualcosa di individualistico, è sempre mediata
dalla comunità e questo dice l’autenticità della fede
Tra i credenti c’è qualcuno che fa da garante alla fede, mediazione che ha voluto direttamente Gesù -> la fede cristiana è sempre
mediata dalla Chiesa
Le fonti della fede sono la Sacra Scrittura e la tradizione, cioè l’interpretazione nella storia della sacra scrittura
La fede nasce nella comunità, il Vangelo nasce nella Chiesa tramite le persone che hanno conosciuto Gesù prima e dopo l’evento
pasquale
Dopo la riforma cattolica che risponde alla riforma protestante con il Concilio di Trento si afferma una concezione che sottolinea
di più un aspetto gerarchico di una società perfetta che è la Chiesa contrapposta alla visione protestante che, invece, non
riconosce la Chiesa (i protestanti non ammettono nessuna mediazione)
Roberto Bellarmino, uno dei più grandi teologi del 1600, descrive la Chiesa come la comunità che professa l’unica fede, vive dei
sacramenti ed è sotto il governo dei pastori
Perché qualcuno possa essere dichiarato membro di questa vera Chiesa basta la professione esteriore della fede e la comunione
dei sacramenti
All’inizio del 1900 (anni 30 soprattutto) c’è una nuova ricerca in tutti i campi della teologia e dell’ecclesiologia, intensificazione
della vita eucaristica, riscoperta del luogo attivo del mercato, primi impulsi ecumenici
In questo grande movimento di riforma si riscopre nella chiesa i suoi elementi sovrannaturali e mistici, mysterium in greco e
sacramento in latino ovvero espressione visibile di una realtà invisibile
Dopo la Scolastica, ecco che viene ad essere ripresa la figura della Chiesa come corpo mistico di Cristo
La chiesa non deve essere ridotta né a pura spiritualità né a pura materia
29 giugno 1943 papa Pio XII si prefigge questo compito con la lettera enciclica “Mystici corporis” che insieme ad altri documenti
dicono che cos’è la chiesa nei suoi aspetti fondamentali
Non possiamo esaurire in una semplice definizione una realtà che è molto più grande e allora la Chiesa non è mai chiamata con un
nome solo perché solo una parola non riesce a definire la realtà così ricca che porta con sé
• Prima immagine della chiesa : popolo di Dio (Concilio Vaticano II)
• Seconda immagine della chiesa : corpo di Cristo (Pio XII)
• Terza immagine della chiesa : sposa di Cristo (Leone XII?)
Tutte queste servono a far comprendere cosa è realtà della Chiesa
Concilio : momento in cui il papa si ritrova con tutti i vescovi del mondo per discutere argomenti riguardanti la fede (es. Concilio di
Nicea per mettere appunto i vari articoli della fede che si recitano nel Credo; Concilio di Trento spiega che c’è l’eucarestia)
-> interviene dando una definizione ai dubbi della teologia nel momento in cui si apre un dibattito di fede
Lettere encicliche : modo che il papa ha per parlare con tutti gli uomini di buona volontà specificando dei punti
Mystici corporis
Spesso la Chiesa è vista male anche da chi si considera cristiano o, quanto meno, credente
Enciclica viene scritta per una sollecitudine pastorale, ovvero trovare vie pratiche per far vivere i credenti in modo corretto la
propria fede
Pio XII intravede degli errori che considera gravi :
1. Falso razionalismo (ritiene assurdo ciò che trascende le sole forza umane e considera la Chiesa una società come le altre;
razionalismo esaspera la ragione)
2. Vedere la Chiesa attraverso misticismo (cioè una realtà puramente spirituale che fa parte solo della vita interiore)
Giusta dimensione: scoprire quanto Gesù dice della Chiesa perché è stato lui a volerla affinché il suo messaggio fosse manifestato
Se la Chiesa è il corpo questo è uno e indiviso, tra la Chiesa e Gesù c’è una profonda correlazione, non sono due realtà giustapposte
ma è un’unica realtà dove Gesù è il capo e la Chiesa è il corpo che richiede la presenza di molte membra
Chiesa è far parte di un corpo dove ognuno ha una sua particolarità che è messa in circolo con le altre persone -> diventa una
comunità
La Chiesa non è fatta solo dalla gerarchia ma è fatta da tutti i battezzati sebbene la gerarchia abbia un compito specifico
Cosa rende vitale il corpo di Cristo che è la Chiesa?
La provvidenza del salvatore attraverso i sacramenti
Il sacramento più importante di tutti è l’eucarestia cui tutti i sacramenti sono diretti
Sacramento dell’eucarestia : ricevere la presenza reale di Gesù finalizzata a fruire della visione di Dio per l’eternità (beatitudine)
Siamo creati per entrare in contatto con Dio e il fine della nostra vita sarà il contatto con Dio tramite la grazia
Noi rischiamo di fare il male perché, nella nostra fragilità di creature, scegliamo il male piuttosto che il bene
La Chiesa come corpo di Gesù perché Gesù è colui che la fonda
Gesù manifesta la volontà di fondare la Chiesa quando invia lo spirito santo sugli apostoli
Finisce di costruire la Chiesa quando viene crocifisso perché in quel sacrificio gli uomini che credono in Lui sono salvati e la Chiesa
non è altro che l’insieme dei salvati da Gesù
È capo della Chiesa perché la governa e la regge e tutto quanto avviene nella storia alla fine sarà ricapitolato in Gesù e anche
quando sembra che tutto stia andando male Gesù ha già vinto
Gesù conduce la Chiesa, non vuole dire che per i credenti non ci sia sofferenza ma che Gesù aiuta a vivere anche questa parte
inevitabile della vita e della Chiesa, la fragilità della creatura comporta in modo inevitabile la sofferenza
Sapere che Dio conduce la mia vita significa che il male è qualcosa ma può essere sconfitto, il corpo diventa strumento di Gesù
Come possiamo incontrare Gesù nella storia? Tramite i sacramenti, gli apostoli e i loro successori
Compito del papa e dei vescovi è di insegnare in modo corretto ciò che dice il Vangelo, di comandare le comunità cristiane con
decisione concrete e aiutare gli uomini a essere santi (santità è essere in relazione con Gesù a tal punto da assomigliargli ed
essendo somiglianti a Gesù significa non far entrare scelte di male nella nostra vita e quindi, davanti a una scelta, scegliere come
avrebbe fatto Gesù)
Chi rappresenta attraverso la sua persona sulla terra? Il vicario (fa le veci) di Cristo, ovvero il papa
Riferimento per tutti i cristiani per poter vivere in maniera corretta la propria fede
Primo compito del papa : custodire la vera fede, quello che Gesù ha insegnato
Il corpo di Cristo è mistico perché riguarda il mistero della vita cristiana
Per comprendere questi argomenti che rimangono un mistero, mistero non è un enigma assoluto ma qualcosa che ci sfugge nella
sua interpretazione piena e totale
Concilio Vaticano I aperto nel 1869 e chiuso nel 1870 per la situazione del papa Pio IX dopo la presa di Roma del 1870
Obiettivo : parlare della Chiesa anche se si è limitato a sancire l’infallibilità del pontefice
Tema centrale del Concilio Vaticano II dovrebbe essere la Chiesa e il suo mistero
Dagli anni ’30 ci si rende conto che la chiesa va compresa nel suo mistero
Cardinale di Milano (Giovanni Battista Montini) scrive al segretario di stato ribadendo quali saranno gli argomenti di cui trattare
(sarà poi eletto come nuovo pontefice al posto di papa Giovanni XXIII)
Quello che doveva essere un concilio “lampo” di una sessione ne durerà 4
1922-23 Pio XI pensa se sia possibile riaprire il concilio ma in quegli anni c’è una necessità più importante dei Patti Lateranensi tra
la Santa Sede e il Fascismo
L’idea si riaffaccia nel 1948 sotto Pio XII che alla fine accantona il progetto
28 ottobre 1958 elezione di Giovanni XXIII e il 25 gennaio 1959 annuncia l’intenzione di indire un concilio per la chiesa universale
La Chiesa non vuole far altro che ridire le verità eterne che custodisce in modo differente e anticipa quel cambiamento epocale che
avverrà nel 1968 con la rivoluzione dei costumi
Stabilisce che il Concilio Vaticano II inizi l’11 ottobre 1961
Vede la presenza di 2358 vescovi con il papa, massiccia presenza di padri
Furono accreditate 86 missioni diplomatiche e i mass media
-> concilio aveva un tenore universale/globale
Si chiese di dibattere alle università, alle facoltà cattoliche e furono interpellate più di 2000 persone
Viene detto pastorale perché non stabilisce un nuovo dogma in cui credere ma vuole riproporre in modo attuale parte del
messaggio in cui la Chiesa crede
Benedetto XVI dice che le crisi sono arrivate dopo
Da non dimenticare gli avvenimenti mondiali :
• 23 novembre 1963 assassinio di John Kennedy
• Ottobre 1964 uscita di scena di Kruscev dalla politica sovietica
• 1967 guerra del Vietnam
• 1967 guerra tra Wandu e Watussi che saranno sterminati
• 1967 inizio delle leggi di Apartheid in sud africa
• 1967 costituzione dell’OLP
Altro rischio che il papa scongiura è la crisi cubana con il rischio di una guerra atomica tra US e Russia
4 e 6 gennaio 1964 papa Paolo VI si reca in Terra Santa
Fino a Giovanni XXIII il papa non usciva dal vaticano come risposta al sopruso dello stato vaticano (dopo 2000 anni un papa ritorna
nella Terra di Gesù)
Centralità : Cristo
Emanazione di 4 costituzioni :
• “Sacrosantum concilium” sulla liturgia
• “Lumen gensium” sulla chiesa
• “Dei verbum” sulla sacra scrittura
• “Gaudium et spes” dialogo tra chiesa e mondo contemporaneo
Sessioni del concilio :
Primo periodo grandi discussioni ma non viene approvato nessun decreto
Giovanni XXIII frustrato dalla malattia e tiene un breve discorso in cui chiede di andare avanti e essere concordi vivendo uno
scambio fraterno
3 giugno 1963 papa Giovanni XXIII muore e il 21 giugno viene eletto Paolo VI che annuncia dalla Cappella Sistina che la parte
prendente del suo pontificato sarà occupata dalla continuazione del Concilio Vaticano II e sotto il suo pontificato saranno
approvati tutti i testi
Secondo periodo presenza ancora più massiccia
3 questioni riassunte nella centralità della risposta di Gesù : Cristo nostro principio, Cristo nostra guida e nostro termine
Paolo VI non ha paura di denunciare l’assenza di tanti vescovi (ne arrivano meno di 50 dall’unione sovietica, se ne contano meno di
44 dalla Cina, nessuno da Corea e Vietnam)
-> il Concilio non può ascoltare la voce dei vescovi che sono sotto un regime comunista
Terzo periodo (1964) ritorna sull’importanza della riflessione da fare sulla Chiesa
La “Lumen gensium” fa fatica ad essere approvata per il problema dell’episcopato che viene risolto apponendo una nota previa
Quarto periodo (1965) Paolo VI era convinto che il concilio potesse essere un aiuto concreto non solo ai fedeli cristiani ma anche
all’uomo in quanto tale e nello stesso discorso dice che quello doveva essere l’ultimo periodo conciliare
Il Concilio Vaticano II parla della Chiesa come mistero (“Lumen gensium”)
Presupposto generale : i nomi con cui si può definire la Chiesa sono differenti perché è una realtà unica tropo ricca per essere
espressa da un solo concetto
Possiamo comprendere cos’è la Chiesa ma non possiamo esaurirne la comprensione
La Chiesa è un organismo sovrannaturale e gerarchico, ciò che lega queste persone, ovvero i credenti, è lo Spirito Santo tanto che si
entra a far parte della Chiesa con il sacramento del battesimo
Popolo di Dio : la Chiesa è Israele della nuova alleanza, il popolo che si sceglie con la Chiesa Dio è l’umanità intera, nessuno escluso
nella partecipazione della chiesa, la Chiesa quindi è communio sanctorum e anche icona storica delle trinità
Corpo di Cristo : unione intima tra Gesù e i battezzati, il capo e le membra sono distinte ma non possono essere separate
Sposa di Cristo : carattere di persona scelta, la Chiesa è il regno di Dio perché già entrato sulla terra, non ci sono due Chiese ma una
unica
La realtà Chiesa è un po’ più complessa di quello che immaginiamo
Senso storico e senso anagogico di Chiesa :
• Anagogia (prevalente), tensione dell’uomo a sollevarsi conoscitivamente verso ciò che sta dirà dal mondo finito e mutevole in
cui siamo immersi, sguardo della realtà dell’uomo che cerca di elevarsi nella prospettiva di Dio, sguardo che tende a guardare la
realtà come la guarda Dio (teologo cerca di capire di cosa Dio parlerà)
La Chiesa è unica, sono gli stati ad essere differenti : uno stato è storico (provvisorio, muta con la storia) e uno è futuro e celeste
(eterno), è quello che attende
Ogni costruzione riguardante la Chiesa deve reggere queste prospettive per cui la Chiesa è sempre del Cielo e della Terra
Dobbiamo cercare di comprendere proprio questo e rileggere la Chiesa non da come si dà storicamente ma da come si dà nel
futuro celeste
La Chiesa nella gloria è un compimento, è il fine che la Chiesa sulla terra peregrinante ha come inizio, è già regno, paradiso e il
Regno di Dio è già presente qui sulla terra
-> la Chiesa anticipa quello che è in pienezza il regno
Se uno non tiene distinti gli stati, o dirà che la chiesa è un’istituzione o che il regno dei cieli è spirituale
Errore è ritenere il regno di Dio come esclusivamente riferito all’eternità
Differenza tra Regno e Chiesa
Hp1 visione protestante crede che la Chiesa abbia tradito Gesù
Hp2 medesima realtà non differente di nulla (escatologia riguarda le cose ultime : c’è un’attesa, c’è sempre una tensione)
Soluzione : la Chiesa va a intendere il sacramento del Regno
Il possesso dei beni futuri è già nostro ma celato sotto segni profetici, ci dicono una realtà che deve venire ma sono concreti e
agiscono in noi
Il modo in cui partecipo del regno di Dio è mistericamente : in senso sacramentale la Chiesa è già regno di Dio come il battesimo è
già inserimento nel mondo di Dio con due sole differenze
Indole sacramentale e concreta possibilità di perdere questo possesso
-> finché siamo sulla terra uno può perdere o acquisire la salvezza e una volta nell’aldilà la decisione è definitiva e questo ci apre ad
un altro discorso
Chisa visibile e Chiesa invisibile
• Primo sguardo alla natura della Chiesa è descrittivo compiuto dagli storici della religione, interpretazione fenomenologia
descrittiva (una società tra le tante)
• Secondo sguardo alla natura della Chiesa è di una Chiesa portatrice di messaggio, apprezzamento dei valori
• Terzo sguardo alla natura della Chiesa è di comprendere la Chiesa da quello che Dio ha rivelato su di lui : Chiesa composta da un
elemento spirituale e un elemento visibile
La Chiesa è spiriturale, sovrannaturale (anima della Chiesa) ma tuttavia è visibile
Tuttavia possiamo definire l’anima della Chiesa tramite 4 proprietà :
1. Una
2. Santa
3. Cattolica (universale)
4. Apostolica (si basa sugli apostoli e i loro successori cioè papa e vescovi)
Come Cristo fu mosso dallo Spirito Santo così la Chiesa è mossa dallo Spirito Santo
Dentro ci sono i tesori spirituali che la Chiesa elargisce quali la carità, il lume della grazia, elementi che dovrebbero vedersi
esteriormente
Ciò che fa la Chiesa è esprimere un movimento dall’interiorità all’esteriorità attraverso 3 vie :
1. Azione misteriosa di Cristo presente nei sacramenti che modificano il carattere (battesimo, confermazione e sacramento
dell’ordine); gli altri sacramenti donano una grazia santificante che permette di vivere la carità e la vita cristiana (nel
sacramento agisce Gesù e ci permette di vivere una vita cristiana)
2. Azione regale di Cristo (conoscenza di Cristo e sua rivelazione) ossia il potere spirituale e giuridico che in modo vivo e
ininterrotto garantiscono un’assistenza divina particolare e la custodia del messaggio cristiano : la sacra scrittura e la
tradizione
3. Influenza di Cristo sulla vita del credente che permette a tutte le virtù cardinali e teologali di muovere ad atti esteriori conformi
alla fede del vangelo
-> insieme di azioni che rendono visibile la Chiesa
Gesù decide di influire sulla nostra vita attraverso la Chiesa
La fede non ci sarà nell’aldilà, la fede è in un messaggio che ho ricevuto e intuisco come vero
La speranza è che, nonostante tutto, confido in questo messaggio
Rimane la carità : l’amore, come il lo vivo qui, è l’anticipo dell’amore che vivrò in pienezza nell’aldilà
Posso viverlo sorretto dalla grazia e dall’agire di Cristo su di me attraverso la Chiesa, che è ciò che mi permette di entrare
realmente in contatto con Dio e questo mi comporta un cammino
La Chiesa non è solo immagine dell’uomo, c’è un passaggio ulteriore (è teandrica, ha un aspetto divino e uno umano ed è l’unione
di queste due cose)
La Chiesa non può essere un’istituzione tra le altre perché quello che porta è un aspetto sopraistituzionale anche perché non siamo
solo corpo o spirito ma siamo il connubio di questo
Il modello ultimo della Chiesa è, per questo, il riferimento a Gesù nella sua umanità e nella sua divinità
È necessaria la gerarchia che Cristo ha affidato a Pietro affinchè la Fede possa essere autentica
La santità della Chiesa è il fine della vita ecclesiale, intesa come unione con Gesù
La Chiesa è unica proprio perché non ci sono più Chiese volute da Gesù
Cattolica perché lì c’è la salvezza per tutti
-> assioma fondamentale : fuori dalla chiesa non c’è salvezza
Questo ci obbliga a capire l’ampiezza della Chiesa, i suoi confini nella storia, riguarda coloro che rifiutano il Vangelo come anche
coloro che, pur avendo accettato il messaggio di Vangelo, lo rinnegano
Non significa, però, che ogni appartenenza a Cristo e alla Chiesa sia necessaria per la salvezza perché qui non basta la fede ma è
necessaria la carità (posso credere ma se nelle scelte di vita pongo ciò che è antitetico alle scelte di Cristo, non mi salvo, perché la
mia fede comporta delle scelte concrete e il peccato è proprio di chi devia)
Il confine della Chiesa non è solo quello istituzionale ma è più grande e Dio vuole che tutti siano salvi e allora l’appartenenza della
Chiesa non è detto che sia solo visibile, può essercene una non visibile
San Tommaso d’Aquino dice che la verità, da qualsiasi parte venga, è sempre spiegata dallo Spirito Santo e quindi la Chiesa è più
grande di quello che all’inizio potevamo pensare (ci sono i giusti e i peccatori che possono scandalizzare con il loro peccato -
partecipano impropriamente alla Chiesa - e devono ricevere un sacramento della penitenza per ritornare a vivere pienamente
nell’appartenenza spirituale alla chiesa)
La Chiesa è colei che media il perdono
Compito dei cristiani nella Chiesa : mantenere alta l’intensità nella santità
La negligenza dei giusti influiscono sulla santità diffusa da Gesù Cristo
La Chiesa, finché è nella storia, deve scontrarsi con il male che c’è e tenta di strappare i suoi figli, attraverso il peccato, da Cristo
La Chiesa è l’antidoto al male che può colpire ogni uomo sulla terra
Per comprendere ciò bisogna entrare in un mistero
Lumen Gentium
Temi :
1. Unità e Trinità (legame tra la Chiesa e il mistero di Dio)
2. Identità della Chiesa intorno alla Trinità:
• Popolo di Dio, in riferimento al Padre
• Corpo di Cristo, in riferimento al Figlio
• Tempio dello Spirito, in riferimento allo spirito
3. Identità della Chiesa spiegata attraverso la categoria del mysterion-sacramento (ciò che rende visibile l’invisibile)
4. Originata dal Figlio e dallo Spirito, la Chiesa è originata dal mondo, mandata dal mondo, indole missionaria della Chiesa
Unità e Trinità
Mistero particolare per cui il Dio cristiano è uno unico ma al suo interno è pluralità di persone
La filosofia nel corso dei secoli ha cercato di rendere ragionevole il mistero nel corso dei secoli
Parlando di Padre, Figlio e Spirito Santo si va a spiegare il mistero stesso della chiesa perché, come tutti gli uomini ambiscono
all’unità e alla comunione
Il desiderio di unità che è proprio del cuore umano ma mai unicamente realizzato con le nostre forze, può essere realizzato con
l’intervento di Dio che risana le ferite dell’umanità nel suo complesso (-> riferimento a strutture del peccato)
La comunione che possiamo vivere riflette la comunione che c’è all’interno delle persone della comunità perché la comunione che
c’è nella comunità permette di mantenere la diversità personale e se la Chiesa riflette la natura trinitaria di Dio dovrebbe
consentire ai suoi membri di enfatizzare le singolarità
Dio si è rivelato nella storia e attraverso la storia, realtà fatta di donne e uomini che vivono nella storia e mostra nella storia una
destinazione finale ulteriore -> predestinazione universale in Cristo
La Chiesa non è fine a se stessa ma è chiesa e strumento per tutti gli uomini
“Così la Chiesa universale si presenta come « un popolo che deriva la sua unità dall'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" (LG
4)
• Unità nella diversità
• Unità dinamica, nell’accogliersi delle relazioni
• Unità rivelata nella storia = progetto di predestinazione universale
Popolo di Dio
“Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che
lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità.” (LG 9)
Il nuovo popolo dell’Alleanza, non sostituendosi ma in continuità con il vecchio, prosegue la natura specifica della chiamata di Dio
per far sì che gli uomini costituiscano una comunità
L’immagine di Chiesa come popolo è forse più adeguata per esprimere 9 punti fondamentali della comunità ecclesiale :
1. La natura essenzialmente comunitaria della salvezza
La vocazione di Dio nei confronti degli uomini implica il costituirsi di una comunità perché chiede di entrare in una prospettiva in
cui abbandonare un’immagine deformata di Dio, di sé e degli altri, per acquisire la prospettiva della Salvezza
Ma Cristo è l’uomo perfetto che vive in comunione con il padre
-> la salvezza non può essere considerata come qualcosa di singolare, sta in una rete di relazioni in cui anche gli altri sono salvi
Gesù Cristo salva tutti nella prospettiva di renderli in comunione con Dio
Dio chiama sempre i singoli in una comunità, non è mai data la salvezza al singolo e basta e non è data la chiamata al singolo senza
che vengano coinvolti gli altri
2. Relazione costitutiva alla Parola per mezzo della fede
Si evince dalla parola stessa Chiesa che deriva dal latino ecclesia da ekklesia (greco) che significa convocazione, modo in cui viene
tradotta l’espressione è anche sinagoga (stare insieme perché convocati)
Con-vocati dalla parola di Dio che interpella e la Chiesa non sarebbe se non ci fosse la parola di Dio, è Dio che chiama e costituisce
il suo popolo
La parola interpella e chiede di essere accolta, per tanto la Chiesa aè l’insieme delle persone che si affidano alla parola di Cristo
3. Appartenenza fondata sul battesimo e uguaglianza dei membri
In virtù del battesimo si entra nella comunione della Chiesa, questa con-formazione a Cristo rende tutti i battezzati dotati della
medesima dignità
Diverso rispetto all’accentuazione della diversità di carismi e ministeri in altre prospettive ecclesiologiche
Tutti i battezzati hanno la medesima dignità, non ci sono livelli per cui uno è maggiore o minore, tutti i battezzati sono dotati della
medesima dignità
Questa prospettiva, evidenziata dal concetto di popolo di Dio : nel popolo di Dio tutti si è membri di quel popolo
La categoria biblica del popolo di Dio permette di spiegare meglio al comune dignità di tutti i battezzati
Nel concetto di “corpo di Cristo” importa la compagine perché si è insieme ma anche al differenziazione dei ruoli, ogni membro ha
la sua specificità
L’immagine di popolo che cammina nella storia enfatizza maggiormente l’uguale dignità di tutto il popolo dove non ci sono
differenze di dignità ma di servizi, carismi e ministeri
Riferimento ad altre ecclesiologie del periodo della controriforma : enfasi sull’aspetto gerarchico della Chiesa, vescovi sacerdoti e
papi come figure necessarie all’interno della Chiesa
Ogni riflessione teologica è elaborata da donne e uomini che fanno queste riflessioni nel loro tempo e quindi la logica del Concilio
Vaticano II è comunque figlia del suo tempo, riflette le stanze dei teologi che l’hanno elaborata
4. La dignità sacerdotale dei battezzati
Ogni battezzato per il fatto di essere battezzato è sacerdote, profeta e re
Tutti i battezzati conformi a Cristo eterno sacerdote sono sacerdoti
Espressione “sacerdote” rischia di essere ambigua, viene usata in termine analogico, dovrebbero essere invece definiti come
presbiteri
Il battesimo che conforma e configura ogni battezzato a Cristo, poiché Cristo è sommo e eterno sacerdote di Dio Padre, con il
battesimo diventiamo sacerdoti
Il sacerdote è colui che istituisce una relazione con la divinità a partire dalla realtà terrena
Quindi i sacerdoti rendono le loro preghiere come c ulto gradito a Dio e l’ufficio sacerdotale svolto da ogni cristiano sta nel fare le
cose di ogni giorno nella prospettiva di un’offerta di vita a Dio
Le attività di ogni giorno diventano opportunità perché ogni cristiano possa leggerle nella prospettiva di Dio (prospettiva di
ricapitolazione di tutto in Cristo)
Il culto cristiano è quello che viene celebrato nella divina liturgia e all’interno di questa abbiamo azioni liturgiche specifiche come
può essere la messa
Una certa visione ecclesiologia può portare a pensare che la messa sia celebrata dai preti e gli altri assistano
Il verbo adeguato che dovremmo utilizzare è “vado a celebrare la messa” perché viene celebrata dalla comunità cristiana rendendo
il culto con l’azione liturgica
La modalità attraverso la quale battezzate e battezzati esercitano l’ufficio sacerdotale è in modo specifico attraverso la
celebrazione della liturgia
Nella messa c’è qualcuno che presiede l’eucarestia ovvero il sacerdote come ministro ordinato
Rapporto con il sacerdozio ministeriale
5. Dignità profetica dei battezzati
Tutti i battezzati sono conformi a Cristo, gran profeta di Dio
Esercizio costante della profezia : interpretare gli eventi economici e politici
• Sensus Fidei, qualcosa che non ha a che fare soltanto con un’intuizione teoretica ma coinvolge la vita; il senso della fede fa
vivere le situazioni della vita secondo la virtù teologale della fede
• Quando questo senso è vissuto ed esplicitato in maniera comunitaria assume la definizione di Sensum Fidelium
Quando c’è il consenso dei fedeli, la comunità cristiana è infallibile
Si è tutti in ascolto della Parola di Dio che agisce nella storia e parla nei cuori delle persone
In quanto profeti i cristiani devono portare la parola di Dio la “buona notizia”, il Vangelo (eu-aggelion)
6. Dignità regale dei battezzati
Tutti i battezzati conformi a Cristo re dell’universo sono re e regine
Si parla di regalità ma il re per eccellenza è Gesù Cristo e conformi a Lui tutti sono Re
La dignità regale si esplica in :
• Genesi 1 dove viene detto che l’uomo viene fatto da Dio a sua immagine e somiglianza per dominare l’Universo (governare per
conto di Dio
• Operare la ricapitolazione di tutte le cose in Cristo e quindi poi in Dio, cioè regnare secondo Dio significa che conduco le mie
azioni alla finalità di Dio perché in quello che faccio e compio sia glorificato Dio (esercizio della regalità sui generis)
• Storia della Chiesa caratterizzata da cesaropapismo (stato pretende di governare le cose religiose) e teocrazia (la realtà religiosa
pretende di avocare a sé tutte le realtà temporali e politiche di una certa entità)
Anche i cristiani sono sollecitati a evitare di confondere la dignità regale con un certo esercizio politico perché la Chiesa non è il
regno di Dio, la destinazione ultima ma la Chiesa è orientata al regno e alla piena comunione di tutte le realtà con Dio (è incipiente)
• Importanza della piena realizzazione del regno di Dio sulla terra
7.
Il ministero presbiterale ed episcopale e il carisma petrino della Chiesa
Chiarificazione dogmatica sul ministero episcopale e la sua forma collegiale in comunione con il papa:
• I vescovi sono “successori degli apostoli” come collegio e non singolarmente, tema trattato con attenzione alla dimensione
collegiale, i 12 apostoli a loro volta stabiliscono dei loro “successori”
• I vescovi costituiscono non dei “vassalli” ma una comunità e vanno a formare con il papa il Collegio episcopale (ha una sua
giurisdizione nella diocesi ma non può andare contro il comune sentire degli altri vescovi)
• I vescovi e il papa sono per l’unità di tutta la Chiesa; il papa c’è perché c’è la Chiesa e difficilmente agisce senza il consenso di
tutti i vescovi, normalmente l’esercizio del magistero papale con documenti promulgati e diffusi per fare da fondamento alla
riflessione pastorale e teologica si muove sempre insieme ai fedeli
• Ogni Chiesa locale esprime la pienezza della comunità cristiana ma la Chiesa locale non è la parrocchia ma la diocesi, chiesa
riunita intorno alla Cattedra, luogo in cui insegna il vescovo che ha come suoi collaboratori presbiteri e diaconi (Chiesa :
comunità riunita nell’ascolto della parola di Dio) vale anche che la Chiesa universale non è la somma delle Chiese locali ma ha
una sua consistenza sovralocale per cui abbiamo la pienezza della Chiesa in ogni dimensione locale, un’altra modalità in cui si
esprime la Chiesa che è la sua universalità
8. Il carattere inclusivo del disegno di salvezza
L’espressione “popolo di Dio” riesce meglio di altre a mostrare il carattere inclusivo del disegno di salvezza perché il “popolo
eletto” non va inteso in senso esclusivista
Se sono più consapevole di altri per il contesto in cui sono nato di essere stato chiamato in comunione con Dio, dovrei essere in
grado di mostrarlo anche con chi non ha questa consapevolezza
Tutti gli uomini sono quindi chiamati a questa cattolica unità del popolo di Dio, che prefigura e promuove la pace universale; a questa
unità in vario modo appartengono o sono ordinati sia i fedeli cattolici, sia gli altri credenti in Cristo, sia infine tutti gli uomini senza
eccezione, che la grazia di Dio chiama alla salvezza. (LG 13)
Cristo è la salvezza e in Lui, ordinati a Lui, possono entrare tutti gli uomini
9. La solidarietà con tutta l’umanità fondata su una reale inserzione nella storia
• Recupera la categoria della storicità, importante per comprendere il cristianesimo
• La Chiesa è nella storia e i cristiani camminano nella storia come tutte le altre persone, in comunione e non in antagonismo con
il mondo
• In ascolto delle istanze dei popoli, soprattutto dei poveri
Chiesa come comunione
Nel corso della recessione del dopo Concilio si parla di Chiesa come comunione
In questo caso si rimanda allo Spirito di Dio che è in grado di fare di molti uno, creando comunione tra le persone
Dopo il 1965 e il Concilio Vaticano II, con la diffusione della teologia della liberazione in America Latina, si preferisce alla categoria
del “popolo di Dio” quella di “comunione”
L’attuale papa ha ripreso con certa forza questa categoria che non ha, in effetti, nulla di populista
Dio mandò lo Spirito del Figlio suo, Signore e vivificatore, il quale per tutta la Chiesa e per tutti e singoli i credenti è principio di
associazione e di unità, nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere (cfr. At
2,42).
In tutte quindi le nazioni della terra è radicato un solo popolo di Dio, poiché di mezzo a tutte le stirpi egli prende i cittadini del suo regno
non terreno ma celeste. E infatti tutti i fedeli sparsi per il mondo sono in comunione con gli altri nello Spirito Santo, e così « chi sta in
Roma sa che gli Indi sono sue membra » (LG 13)
Immagine di comunione si ricollega anche a quella di corpo mistico, enfatizza l’aspetto comunione, più rispettosa delle distinzioni
Resta pertinente anche questa modalità per intendere la Chiesa perché evidenzia la realtà di comunione, una cosa sola con lui
grazie all’opera dello Spirito santo
Mühlen scrive “Una mystica persona : la Chiesa come il mistero dello Spirito Santo in Cristo e nei cristiani : una persona in molte
persone”
Se parliamo di comunione che vivo con chi sta in un altro paese vuol dire che la comunione non è visibile ma è reale, dovrebbe
starmi a cuore
Se c’è questa realtà è perché ha una dimensione che sento e che vivo ma rimanda a qualcosa di non visibile, visibile ma espressiva
di qualcosa invisibile
Dianich scrive “La chiesa mistero di comunione”
-> ritorna l’idea miseria e comunione
Nel Credo degli Apostoli si conclude dicendo :
Credo in Spíritum Sanctum,
sanctam Ecclésiam cathólicam,
sanctórum communiónem,
remissiónem peccatórum,
carnis resurrectiónem,
vitam ætérnam. Amen.
Legame di affetto e comunione va al di là del sangue e fa sentire più intimo con persone lontane da sé ma quando ci si trova ci si
sente l’uno parte dell’altro
La chiesa dovrebbe riuscire ad esprimere questo legame perché appartenendo a Cristo ci si appartiene a vicenda
Questa realtà che c’è è una consapevolezza diretta a seconda del grado in cui si partecipa più o meno consapevolmente alla Chiesa
La parola comunione esprime almeno 3 prospettive che si integrano a vicenda :
1. Communio Sancti (dei santi) : comunione in Cristo
La Chiesa non è opera umana ma proviene dalla Trinità, frutto di iniziativa divina, è mistero non riconducibile alle sole categorie
umane
Santi lo si è per partecipazione alla santità di Dio
Importante definire in partenza la communio Sancti come partecipazione allo Spirito di Dio, rimanda a ciò che non è descrivibile
soltanto in termini umani o razionali
C’è un carattere missionario della Chiesa che, proprio perché partecipa del mondo, la comunione con il Santo diventa anche la
responsabilità di portare il Santo, cioè Dio, al mondo
2. Communio sanctorum sacramentorum (dei sacramenti santi) : comunione delle realtà sante
La parola di Dio e i sacramenti come azioni liturgiche particolari in cui passa la salvezza di Dio
Parola di Dio e Sacramento sono strettamente connesse; rito in cui si vive la profonda comunione con Dio
In ogni azione liturgica è presente la parola di Dio e i gesti, simbolo stesso dell’unico pane e dell’unico calice per la moltitudine dei
credenti -> celebrazione di una realtà di comunione
L’immagine forte è che siamo tanti e mangiamo l’unico corpo distribuito a tutti che è il corpo di Cristo ma nella messa ci sono
tantissime parole e tra queste, l’inizio dell’eucarestia, ovvero la liturgia della parola, prevede che la comunità dei fedeli ascolti
Chiesa è (secondo il Credo) :
• Una : unica, unita dall’unico spirito di Dio che convoca tutti i credenti in unità
• Santa : animata dallo Spirito Santo, vive in comunione dei santi
• Cattolica : secondo la totalità, cioè universale e ripresenta il mistero di Cristo nella sua pienezza
• Apostolica : fondata da Cristo, affidata agli apostoli, ogni Chiesa particolare è espressione della Chiesa Universale che senza
interruzione di continuità risale agli apostoli
3. Communio sanctorum fidelium (comunione tra le persone, i santi)
I santi sono tutti i battezzati, hanno il dono dello Spirito Santo fin dal Battesimo
Citazioni Col 1, 1-2; Ef 1,1; Fil 4, 21-22; Rm 1, 7
Si è santi perché si è inseriti, grazie alla chiamata di Dio, nel mistero di Cristo
La Chiesa è la comunione dei santi, coloro che sono stati resi degni di entrare in comunione con Dio grazie al battesimo
(riferimento a dialogo con Nicodemo, vita nello spirito è la vita santa che i cristiani vivono in modo consapevole e virtuoso)
Riassunto corso :
• Antropologia teologica in dialogo con le altre e particolarmente originale perché individua delle caratteristiche strutturali
dell’uomo più o meno condivise che rendono ragione di questa lettura :
• relazione di paternità con Dio (riferimento a un’altra realtà oltre quella dell’uomo)
• dimensione della creaturalità (uomo oggetto di creazione) -> strettamente in relazione con Dio
• dinamica del peccato
Tenendo conto del testo di Lia, abbiamo tenuto conto che la dimensione della creaturalità (anche con la lettura della Bibbia) e
abbiamo proposto come chiave di lettura quella della forma nel senso che ogni persona umana comprende se sessa nel modo più
adeguato nella misura in cui realizza la sua forma ma la sua forma, poiché è creatura, ogni persona umana la riceve da Dio che l’ha
creata
Poiché constatiamo che siamo all’interno di una realtà strutturalmente segnata dal peccato inteso come diffidenza nei confronti di
Dio che ci ha creato, avremo la pretesa di realizzare noi stessi secondo il nostro modo di vedere le cose
Antropologia teologica sostiene che l’uomo non sia in grado di realizzare se stesso solo guardando sé perché rischierebbe di
realizzare una forma difettosa
Se la forma che dà realizzazione all’uomo viene data da Dio, c’è un uomo che è pienamente realizzato che costituisce il modello di
acquisizione della forma umana, ovvero colui che è al contempo uomo e Dio cioè Gesù Cristo
Forma come Gesthalt cioè insieme della caratteristiche visibili esteriori e interiori invisibili perché ogni realtà umana è esperibile
nel completo ma rimanda a qualcos’altro di più interiore e che ha una connotazione universale
La persona individuale di Cristo realizza nella sua singolarità l’universalità dell’essere umano, allora quanto più noi ci con-formiamo
a Lui, tanto più realizziamo ciò che significa essere persone umane
Tanto più gli altri si conformano a lui tanto più realizzano la loro individualità (principium individuationis : la nostra personalità e la
“forma”)
Il suo realizzarsi come uomo significa realizzarsi pienamente come persona nella sua singolarità
Nella lettera di San Paolo ai Colossesi troviamo che con-formarsi a Cristo significa “avere i suoi sentimenti” (inteso come suo
pensiero, volontà e modo di progettare le cose)
Per riuscire ad avere i suoi sentimenti occorre cambiare mentalità -> metanoia (cambiamento di mentalità) tradotto poi in latino
come conversio (inteso più come cambiamento di direzione)
Nel dialogo con Nicodemo si presenta come “rinascere dall’alto”
Occorre rinascere dall’alto perché è la condizione con cui si comincia a cambiare mentalità per poterci conformare sempre di più a
Cristo : siamo noi che rinasciamo ma tale rinascita proviene dall’alto
L’uomo è pieno della bontà di Dio, ha sempre bisogno di Dio per realizzarsi a fondo
• Excursus su Genesi 1-2-3
Genesi 1 alla fonte sacerdotale e Genesi 2-3 a commistione di fonti più antiche (jahvista-ehoista)
Qual è la prospettiva antropologica che emerge dai rapporti della creazione? Genesi 1-3
Genesi 1 : elemento caratteristico dell’uomo rispetto alle altre creature è l’essere a immagine e secondo somiglianza, ricorso circa
significato di immagine e somiglianza
Creazione dell’uomo è creazione dell’umanità differenziata in uomo e donna
Genesi 2 : uomo caratterizzato dalla nishmat, tutti gli animali sono dotati di nephesh e solo l’uomo di nishmat ovvero alito di vita
(autocoscienza, consapevolezza di sè)
Creazione in due tempi : umanità indifferenziata da cui poi si distacca Adam a cui corrisponde un aiuto a lui corrispondente, cioè la
donna (complementarietà nella persona umana perché ci si arricchisce a vicenda)
Antropologia teologica cerca di definire l’uomo non in modo astratto
Peccato originale : struttura che passa dalla confidenza alla diffidenza nei confronti di Dio
Genesi 3 : ci mostra come tutti siamo Adamo e Eva che si distaccano da Dio nel momento in cui non lo credono più padre ->
dimensione del peccato
Lettura cristologica considerando che se l’uomo è creatura di Dio, Gesù Cristo è all’opera della creazione, è modello di riferimento
a cui Dio guarda per creare Adamo e l’umanità
Se dal punto di vista del peccato abbiamo una solidarietà con Adamo, abbiamo però prima una solidarietà in Cristo
Questo ci è servito per dare una giusta lettura teologica che mostra come noi siamo creati in Cristo per essere in comunione con
Dio, ci troviamo in una condizione di peccato che non sperimentiamo ma, pur essendoci, non è definitiva, non siamo destinati al
male perché la predestinazione è quella in Cristo
Dio ci ha da sempre pensati per essere in comunione con Lui tramite la persona di suo Figlio
Poiché constatiamo che esiste il male, sappiamo che la predestinazione voluta da Dio è per il bene e Il fatto che Cristo si sia
incarnato nella storia dà a questa un certo valore di giustificazione
Cioè : Dio, tramite Gesù Cristo, ci rende giusti e ci abilita ad essere in comunione con Lui, comunione che era stata compromessa
dal peccato
Nella misura in cui siamo giustificati da Cristo, abbiamo la possibilità di conformarci a Lui
Dottrina di Agostino riconosce che l’uomo non è stato corrotto ma così fortemente compromesso che ha bisogno dell’aiuto di
Cristo
L’aiuto gratuito che ci viene dato da Dio è la grazia (dono di salvezza gratis)
La grazia è quella che ci viene offerta da Dio attraverso la sua parola e che possiamo far crescere in modo ancora più fruttuoso
attraverso i sacramenti (segni sacri con cui la grazia di Dio ci raggiunge) che acquistano il loro pieno valore solo quando abbiamo
fede in Dio
I sacramenti trovano la loro radice nel sacramento fondamentale che è Gesù Cristo : senso visibile del Dio invisibile
Gesù ha acclamato a sé discepoli che potessero continuare nella storia la sua azione, per renderli più conformi a Lui in modo che la
grazia di Dio potesse giungere a noi
La Chiesa diviene quindi il luogo teologico in cui la grazia continua ad agire
Chi ne fa parte vede quindi nei discepoli di Cristo i suoi testimoni
• Mystici Corporis e Lumen Gentium
Chiesa come quell’insieme di persone che desiderano e realizzano la loro conformazione a Cristo, persone giustificate tramite la
loro grazia
Come la Chiesa riflette su se stessa come corpo di Cristo, popolo di Cristo o comunione, in ogni caso, se letta in prospettiva
teologica, la Chiesa trova la sua piena ragione solo in prospettiva teologica : realtà visibile che rimanda a qualcosa di invisibile
Quello che avevamo chiamato forma si può definire propriamente come mistero Propriamente visibile e tangibile ma il cui
significato rimanda ad altro)
Articolo Cucca
Non incompatibilità tra creazione ed evoluzione
Sbaglio delle letture fondamentaliste : letture che non tengono conto del significato simbolico
Il modo adeguato per leggere la scrittura è ricordarci che la rivelazione ha caratteristiche storiche
Se oggi volessimo scrivere questa pagine lo faremmo diversamente, con un linguaggio diverso e categorie mentali diverse
Prendere un testo sacro e dargli valore come testo scritto indipendentemente dal momento, incompatibilità nasce dalla lettura
ideologica di queste due teorie
L’evoluzionismo come lettura ideologica è quella che non si cura di ciò che è parte fondamentale dell’uomo che non è riducibile a
ciò che si può spiegare, cioè la domanda di senso, il desiderio
-> riduzionismo perché si riduce l’uomo alla spiegazione di ciò che è soltanto naturale ma l’uomo non è solo questo
L’altra forma di riduzionismo è operata dal creazionismo
-> pretendere che dalla Bibbia possiamo trovare tutte le risposte alle nostre domande e ciò che va in contraddizione con questa
viene considerato errato, riduzione non nell’oggetto della scienza ma riduzione epidemica da parte di chi conosce
Citazione nella nota 10
Il riduzionismo nasce dalla lettura ideologica, ciò che è importante fare è distinguere gli approcci o “rispettare le diverse
epistemologie" (epistemologia : disciplina filosofica che si interessa dei fondamenti di una scienza)
Il modo con cui intendiamo “il principio” non va posto come problema cronologico
La Bibbia ci spiega, secondo il suo discorso, il fondamento dell’esistere
Nascono una certezza di vita in tempo di morte quando Israele si trova in dispersione fisica, questo mette in crisi la certezza
Problema : nel corso di secoli progressivamente Israele aveva colto che il Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe era un Dio affidabile che
si era preso cura del popolo combattendo con loro i propri nemici ma viene sconfitto dalla divinità dei babilonesi
-> crisi dal punto di vista teologico di Israele
Durante l’esilio a Babilonia è la casta sacerdotale che mantiene la casta che sarà in grado di cambiare in meglio la condizione del
popolo, Dio era come un prode assopito perché stordito dal vino o Dio ha rinunciato a proteggere il suo popolo perché infedele
L’immagine che Israele ha di Dio, il ritorno a Babilonia, significano che non è vero che Dio è più debole di altri dei, è il Dio più forte,
colui che ha creato il mondo (artefice di tutta la storia del mondo)
Dal confronto con l’alterità riesco a essere anche più convinto della mia identità
Implicanze antropologiche particolari :
• 1 giorno (distinzione luce/tenebre, tempo nel senso ampio del tempo della categoria della storia dominata da Dio) : creazione
per separazione e distensione; Dio domina e nomina le tenebre e nominando consente anche a noi che veniamo fatti da lui a sua
immagine e somiglianza di conoscere le tenebre
• 4 giorno (mercoledì) : sole come un lampadario, in maniera qualitativa viene inserito il tempo come la scansione delle feste e la
possibilità di computare i giorni secondo un calendario che dice il tipo di tempo che dovrebbe essere vissuto dall’uomo; nel 6 sec
a.C. l’autore sacro scrive retrocedendo nell’immaginazione il senso delle feste che vengono celebrate, racconto eziologico per
giustificare Il fatto che il Capodanno cade di mercoledì -> qualità (senso) del giorno
• 7 giorno (sabato, Shabbat) : per due volte si ripete che “Dio portò a compimento le sue opere”, tutto quello che è stato fatto è
compiuto; l’osservanza del sabato implica il divieto di lavorare, diventa uno degli elementi forti dell’appartenenza al popolo
d’Israele, ci sono punizioni pesanti per chi trasgredisce il sabato (opposizioni a Gesù perché operava guarigioni nel sabato, non
bisognava fare nessun lavoro) -> uomo chiamato a collaborare con Dio e riceve da Dio il senso del suo riposo e del suo lavorare,
se fosse lasciato a se stesso ci sarebbero persone che non lavorerebbero mai
• 6 giorno (uomo creato) : uomo “vertice” della creazione ma solidale con gli animali terrestri, non ha un giorno tutto per sé, uomo
fatto a somiglianza di Dio ma come gli animali; il nutrimento garantisce vita agli uomini, è al “vertice” ma è bisognoso (->
pratiche rituali e alimentari ebraiche e musulmane che fanno fluire il sangue dell’animale per farne uscire la vita ma anche per
questioni igieniche); doppia natura dell’uomo che gli deriva dalla preminenza che ha nella creazione : l’uomo per quanto sia
perfetto non è Dio (non si è creato da sé e ha bisogno di introdurre ciò che gli dà vita)
Animali del cielo e dell’acqua sono creati nel giorno quinto mentre tutto ciò che c’è di animato nella terra è creato il sesto giorno
La perfezione è nel giorno settimo (7 numero della pienezza, 6 = 7-1)
Quando Dio si riposa non compie più nulla, uomo è al vertice incompleto, perfezione che deve essere portata a compimento
Solo della creazione dell’uomo viene detto da Dio che è “molto buono”
Dire che Dio ha portato “a compimento” il suo lavoro vuol dire che la creazione è compiuta ma limitata, c’è un’apertura sul
significato ultimo della storia ma nel contempo ci viene detto che dopo il settimo si riprende un ciclo di settimane per cui il giorno
settimo è il giorno del riposo
Giorno settimo è giorno consacrato a Dio e benedetto da Dio
La fecondità di quel giorno non viene dall’opera dell’uomo ma si può ottenere qualcosa anche senza lavorare perché viene da Dio e
non da me
Nel giorno di sabato non si fa nessun lavoro e si rende lode a Dio, si fa preghiera liturgica
La radice ebraica è nella celebrazione cristiana della domenica
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