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Amplificatore A Valvole Di Classe A

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Breve prefazione riservata agli audiofili:
L'amplificatore che vedete presentato in questa sezione non è e non ha nessuna pretesa di
sostituirsi ai più prestigiosi e performanti progetti che spesso vengono realizzati da alcuni
professionisti dell'ascolto. E' abbastanza evidente infatti che per realizzare un amplificatore a
valvole con caratteristiche professionali sia necessario utilizzare altri componenti, valvole di
tipo diverso e comunque basate su un progetto sicuramente più impegnativo. Lungi da me
l'intenzione di peccare in presunzione e farvi ritenere questo mio ampli the state of the artin
fatto di amplificazione. Ho scelto personalmente per me questo progetto perchè abbastanza
comodo da realizzare, piacevole da ascoltare e con un buon compromesso tra le sue
caratteristiche ed il suo costo finale. Grazie per la vostra attenzione
NOTA) Ogni immagine e' cliccabile, per visualizzarla a parte ingrandita.
IMPORTANTE ! PERICOLO !
Per le norme di sicurezza si rimanda alla lettura
delle avvertenze poste in fondo a questa pagina.
CARATTERISTICHE
Misure:
430 x 330 x 80
Peso:
14Kg circa
Potenza:
10 watt REALI per canale
Tipo di
Amplificazione:
Classe A SINGLE-ENDED
Impedenza di uscita:
8 ohm
Vista frontale dell'amplificatore
a montaggio terminato.
Non dobbiamo stupirci della
potenza di questo finale che
potrebbe apparici bassa perche'
in realta' la configurazione in
pura classe A pur con potenze
modeste riesce a sonorizzare
bene ambienti di medie
dimensioni.
Il progetto originale da cui ho preso lo spunto per autocostruirmi questo amplificatore è
apparso qualche tempo fa sulla rivista Nuova Elettronica (Anno 27 numero 182 - Kit numero
LX1239 + LX1240). La configurazione per ogni canale si basa sostanzialmente su uno stadio
in pura classe A single-ended con un pentodo finale EL34 pilotato dal doppio triodo ECC82,
utilizzato come stadio preamplificatore. La potenza di uscita continua di questo ampli si aggira
intorno ai 10 watt continui per canale.
Trattandosi di uno stadio amplificatore in classe A per via delle sue caratteristiche intrinseche
non otterremo mai una grossa distorsione in uscita, anche tenendo il volume al massimo. Per
contro la potenza in calore dissipata dai tubi finali sarà costante e indipendente dal volume di
ascolto. Se collegherete a questo ampli dei diffusori anche di mediocre fattura, preferibilmente
con impedenza 8 ohm, riuscirete a sonorizzare benissimo una stanza di 4 metri x 7 come faccio
io.
Va detto inoltre che anche al massimo della potenza erogata la distorsione che viene prodotta
dagli amplificatori a valvole non e' la stessa dei "cugini" transistorizzati. I tubi elettronici per
loro natura generano infatti, se portati alla distorsione, armoniche PARI, quindi assolutamente
"accordate" rispetto alla nostra scala musicale, mentre i transistors generando armoniche
DISPARI rendono il loro suono molto piu' gracidulo. Dietro una mia personale iniziativa ho
poi sostituito le due finali presenti nel circuito originale con due tetrodi KT88, in grado di
fornire maggiore potenza ed essere esteticamente più accattivanti. Sicuramente in questa
configurazione circuitale non vengono assolutamente "tirate per il collo" e quindi anche per
lunghi periodi di ascolto non si sovraccaricano. Chiaramente in virtù della classe di
funzionamento, come detto prima, il calore dissipato da questi tubi è veramente tanto al punto
tale che durante il funzionamento è pericoloso toccare anche per un istante il vetro delle
valvole, pena gravi ustioni. Successivamente poi ho modificato lo schema originale
collegando la griglia schermo delle finali direttamente alla placca, facendo lavorare quindi la
valvola come un normalissimo triodo. Avevo letto da qualche parte che cosi' avrebbe
"suonato" meglio. Sinceramente non mi sono accorto della differenza (forse ho dei diffusori
troppo scarsi...) comunque non avevo piu' voglia di riaprire tutto l'ampli e quindi e' rimasto
cosi'... Per motivi di spesa ho preferito acquistare il modello di valvola prodotto in CINA in
quanto i tubi originali costruiti negli U.S.A. hanno un costo proibitivo, specie quelli con la
placca in puro titanio. Ad ogni modo, ed almeno in questo progetto sicuramente non
esasperato, la differenza acustica tra i due tipi di valvole la ritengo del tutto trascurabile...
Entrando piu' a fondo nei dettagli tecnici e analizzando per prima cosa lo stadio alimentatore
vediamo dallo schema, scaricabile QUI che altro non e' che un trasformatore ed ponte di diodi
seguito da condensatori elettrolitici per alte tensioni a basse perdite della Kendeil.
Rispetto allo schema originale ed al kit di Nuova Elettronica ho acquistato DUE stadi di
alimentazione identici, utilizzandone uno per ogni canale. Il trasformatore di alimentazione
unico infatti era un po' sottodimensionato e tendeva a scaldarsi troppo. Consiglio quindi
VIVAMENTE se prendete in considerazione l'idea di acquistare questo kit di ordinare da
subito DUE stadi di alimentazione, questo per evitare che successivamente, come ho fatto io, il
produttore dei trasformatori cambi leggermente la fattura estetica, facendo vedere delle
differenze tra i due. Se osservate bene infatti la foto del mio ampli vedrete che le calotte dei
due trasformatori di alimentazione sono diverse... Quelli che ho acquistato io anche per
questioni di semplicità, direttamente da Nuova Elettronica, mi sono sembrati di buona fattura e
ottime caratteristiche, inoltre esteticamente presentabili.
Il montaggio vero e proprio dell'amplificatore ha richiesto il suo bel circuito stampato che, per
motivi di tempo, ho preferito acquistare già fatto, forato e serigrafato, (viene fornito insieme al
kit). Per essere sinceri avevo in mente di realizzare il progetto usando la tecnica molto oldstyle del cablaggio in aria punto-punto, ma poi mi sono arreso alla semplicità di un comodo
circuito stampato già pronto per l'uso. Sfruttando il circuito stampato per garantire un risultato
certo sono bastate alcune accortezze (elencate di seguito) da "addetti ai lavori" perchè
l'amplificatore non ronzasse assolutamente e fosse assolutamente silenzioso.
In un progetto a valvole credetemi che il pericolo ronzio è dietro l'angolo e successivamente
difficilmente eliminabile... l mobile in legno, autocostruito dal sottoscritto altro non e' che
cinque (5) pezzi di legno di abete, opportunamente sagomati, incollati e trattati con
impregnante noce e flatting lucido come finitura. La base di supporto superiore, dove sono
montati tutti i componenti inizialmente era una banalissima lastra di plexiglass da 5mm (udite
udite) di quelle usate nei box doccia, opportunamente verniciata dal lato interno con uno spray
nero lucido. (!) Poi durante il restyling dell'amplificatore, con l'occasione del raddoppio dello
stadio di alimentazione, ho preferito rifare completamente la base, come descritto qui di
seguito. Se volete vedere come era l'ampli prima potete cliccare QUI.
Ed adesso, dopo tante premesse ecco una carrellata di immagini con le relative descrizioni e
commenti..
Buona Visione!
Immagine dell'amplificatore visto
da dietro. Si può vedere sulla
sinistra le prese RCA per gli
ingressi audio, al centro quelle a
scatto per collegare i diffusori
acustici e sulla destra il connettore a
vaschetta di alimentazione con
fusibile da 5A incorporato.
Notare come i due trasformatori di
uscita (quelli sul davanti) siano stati
posti ruotati di 45 gradi rispetto a
quelli di alimentazione. Questo per
evitare al massimo l'insorgenza di
ronzii poi difficilmente eliminabili.
Se fossero stati paralleli parte del
flusso magnetico generato dal
trasformatore di alimentazione
poteva essere indotto in quelli di
uscita con conseguente
peggioramento del rapporto
segnale/rumore.
(Leggi ronzio a 50Hz..)
Schema
amplificatore
Se volete vedere lo schema elettrico completo
dell'amplificatore e del suo stadio alimentatore
per provarne a realizzare uno voi potete cliccare
sulle icone qui a fianco.
La realizzazione richiede chiaramente una certa
pratica nei montaggi elettronici, per la taratura
invece non servono particolari strumenti, un
comune tester può andare benissimo. Rispetto al
progetto originale ho apportato alcune modifiche,
nello schema sono state evidenziate.
In particolare ho aggiunto un condensatore nella
rete di controreazione (leggi dopo nelle prove
strumentali) e collegato la griglia schermo delle
KT88 direttamente alla placca, facendo lavorare
cosi' il tubo come un triodo.
Schema
alimentatore
La realizzazione del piano superiore
dell'amplificatore e' stata piuttosto
impegnativa, anche perche' volevo garantire
a risultato finito un aspetto estetico
impeccabile. Il materiale che ho utilizzato e'
una lastra da 5mm di ERGAL, una lega
tipo alluminio, molto resistente e di semifacile lavorazione. Come prima cosa ho
effettuato la tracciatura dei vari fori da
effettuare e la successiva puntinatura, in
modo da avere un piano di foratura molto
preciso.
Successivamente ho realizzato tutti i fori,
partendo prima da quelli piu' piccoli per
poi finire con quelli degli zoccoli delle
valvole. Ogni foro poi e' stato svasato con
una piccola fresa, questo per rimuovere
ogni residuo della lavorazione. Se
effettuate anche voi una lavorazione di
questo tipo ricordatevi sempre di usare
occhiali protettivi, le schegge di metallo
negli occhi sono sempre molto
pericolose. Inoltre la punta va unta con
olio (va benissimo quello da motore) e
fatta ruotare (per i fori grossi) ad una bassa
velocita'.
Le operazioni di foratura del piano in
metallo sono quelle piu' delicate e
lunghe, gran parte del risultato estetico
finale dipendera' dalla pazienza con la
quale avremmo realizzato la superfice.
Per la foratura degli zoccoli delle
valvole KT88, formato octal, viene
richiesto un diametro di alcuni
centimetri. Per fare un lavoro agevole
ho acquistato una fresa a punte
intercambiabili da montare sul trapano,
con una semplice punta a ferro (a parte
che non ne esistono di queste
dimensioni) avrei corso il rischio di
"strappare" la lamiera.
Al termine delle operazioni di foratura per
rendere il tutto esteticamente presentabile il
pannello e' stato satinato, a mano ovviamente,
utilizzando quelle pagliette in lana di acciaio
che nei supermercati si trovano tra i prodotti di
pulizia per i piatti. (!) La fase di satinatura e'
faticosa e delicata, si deve procedere sempre
sullo stesso piano orizzontale con movimenti il
piu' omogenei possibili, per evitare il formarsi
di ombre, poi esteticamente impresentabili.
Al termine della satinatura il pannello e'
necessario che venga protetto dalla
ossidazione tramite una doppia mano di
vernice trasparente, che alla fine lo rende
anche perfettamente liscio e lucido. Ho
utilizzato per questo una comune bomboletta
spray alla nitro di colore trasparente.
Prima della verniciatura e' importante pulire
molto bene il pezzo con diluente alla nitro e
soffiare via ogni residuo di lavorazione.
Ecco come si presenta il mobile
dell'amplificatore a lavorazione quasi
ultimata. La struttura e' stata a suo tempo
realizzata con quattro fiancate di legno di
abete incollate con vinavil sopra un fondo
di compensato, quindi trattate con
impregnante scurente colore noce ed al
termine lucidato a gommalacca e cera a
caldo.
Al termine delle lavorazioni
meccaniche (a onor del vero
abbastanza impegnative) ecco come si
presenta il mobile, completo della sua
base, in attesa di iniziare il montaggo
vero e prorio dei componenti.
Chiaramente in uno stadio amplificatore
audio HI-FI a valvole per ottenere una
buona banda passante e prestazioni
eccezionali il punto cruciale del progetto
resta sempre e soltanto uno: il
trasformatore di uscita. Quelli che ho
acquistato direttamente da Nuova
Elettronica mi sono sembrati di buona
fattura, con ottime caratteristiche, inoltre
esteticamente presentabili e, ultimo ma non
per importanza, con un costo giusto. Nel
dettaglio giallo si vede come i singoli reofori
dei trasformatori siano stati isolati con uno
spezzone di guaina, per evitare che durante
il montaggio sul piano di metallo potessero
formarsi pericolosi cortocircuiti.
Vista dell'amplificatore a montaggio
terminato. Notare in basso i due stadi
di alimentazione, sdoppiati, del tipo
tradizionale con ponte di diodi e
capacità. Particolare attenzione è
stata rivolta alla soppressione del
ronzio di alternata inserendo in serie
all'alta tensione anodica una doppia
impedenza di filtro. (Il grosso
rettangolo al centro) Il resto del
cablaggio non sono altro che fili
volanti per collegare i trasformatori,
le uscite, le casse acustiche, ecc.ecc.
L'unica raccomandazione e'
attorcigliare i fili che portano
l'alternata ai filamenti delle valvole
ed usare un unico punto di massa
per tutto l'amplificatore (evidenziato
in rosso)
Vista degli zoccoli fissati sulla parte
superiore del pannello. Rispetto alla
disposizione prevista dalla serigrafia sul
circuito stampato le due valvole finali sono
state spostate rispetto alla loro posizione
originale. In fase di costruzione del mobile è
bene abbondare con le dimensioni, il calore
prodotto da questo amplificatore non è un
parametro da trascurare. Fate anche
attenzione alle viti di fissaggio delle finali,
devono essere a basso profilo, altrimenti poi
i tubi non entrano piu' nel loro zoccolo! Le
due ECC82 invece sono fissate direttamente
al circuito stampato.
Vista laterale, si puo' notare il jack
per la cuffia ed il relativo deviatore.
Come manopola ne ho usata una
tolta da un vecchio apparecchio
Geloso, mi piaceva un tocco
"vintage".
Solo per la cronaca o mera curiosita' la
"pesa" di questo ampli fa raggiungere la
bilancia quasi i 15Kg di peso!
Suggestiva vista "notturna"
dell'ampli con tutte le valvole ben
illuminate dai loro filamenti.
Raccomando sempre di fare
attenzione a non toccare per nessun
motivo il vetro dei tubi, anche dopo
pochi minuti di funzionamento
infatti riesce a raggiungere
temperature elevatissime!.
Dopo tutta questa serie di descrizioni "hardware" vere e proprie vediamo adesso come si
comporta dal vivo questo amplificatore, misurandone le caratteristiche tramite esami
strumentali, anche se credo che alla fine quello che conti veramente sia la vera prova
"orecchio", esame che questo mio prototipo ha superato brillantemente.
A protitipo finito, dopo avere controllato
3.454 volte i cablaggi per non fare
pericolosi arrosti iniziano le prove
strumentali. A dire il vero i test iniziano
"maluccio", infatti sul segnale in onda
quadra (traccia in alto), a tutte le frequenze,
si manifesta una piccola autooscillazione
sul transiente in salita della forma d'onda
(traccia in basso). Un difetto non certo
terribile, assolutamente non rilevabile ad
orecchio, ma sapere che esiste e non fare
niente per eliminarlo non mi sembrava una
cosa giusta, quindi dopo diverse prove ho
trovato la causa del problema. La rete di
controreazione aveva bisogno di una
aumento della capacita', quindi ho aggiunto
in parallelo al condensatore esistente un
altro, da 3600pf.
Vista dettagliata del condensatore aggiunto
sulla rete di controreazione (nel cerchio a
sinistra) e della modifica alla resistenza
(cerchio di destra) per fare lavorare la
valvola finale come un triodo.
Il grosso condensatore di filtro dell'anodica
che si vede sul lato destro (un Kendeil)
stabilizza definitivamente, dopo l'impedenza
di filtro, l'anodica eliminando ogni pericolo
di ronzio. Notare come gli zoccoli delle
finali sono stati spostati rispetto alla loro
posizione originale prevista sul circuito
stampato.
Ecco la forma d'onda in uscita (evidenziata
dal cerchio giallo) dopo la modifica alla rete
di controreazione. L'autooscillazione e'
completamente sparita. La traccia in alto
visualizza sempre il segnale in ingresso
immesso nell'amplificatore, mentre in basso
la traccia di uscita. L'onda quadra immessa
nell'amplificatore e' di ampiezza 1V piccopicco, frequenza 1Khz. Come carico fittizio,
al posto dei diffusori acustici, ho utilizzato
due resistenze da 10 ohm 15watt, una per
canale. E' importante infatti fare lavorare lo
stadio finale con il suo carico, ovvero un
altoparlante o una resistenza. Nel caso poi di
amplificatori a tr*nsistors il funzionamento
senza carico puo' decretarne la fine
prematura ;)
Ecco come si presenta il segnale in uscita
(traccia in basso) alla frequenza di 1Khz,
con onda sinusoidale, al massimo della
potenza erogabile. Si inizia a vedere
(meglio sulla immagine ingrandita) sulla
semionda negativa un piccolo "clipping"
dovuto alla saturazione dello stadio.
L'ampiezza picco-picco risulta comuque
abbastanza elevata, siamo intorno ai 20Vpp.
La banda passante dell'amplificatore,
misurata per intervalli di frequenze, si
estende senza problemi dai 10Hz fino ad
oltre i 20Khz, significato dei trasformatori
di uscita di buona fattura.
Risposta dell'amplificatore alle basse
frequenze, con onda sinusiodale. Si vede una
forma d'onda sempre di ampiezza costante
rispetto alla stessa misurazione effettuata
sulle alte frequenze.
La risposta in onda quadra sulle frequenze
alte dello spettro audio e' un po' sporca, si
nota una deficenza sui fronti di salita e
discesa, ma sopratutto uno sfasamento di
FASE di 180 gradi rispetto al segnale in
ingresso. Nel complesso le caratteristiche di
questo mio amplificatore sono piu' che
soddisfacenti, l'acustica e' buona ed il
compromesso tra il costo totale e le sue
prestazioni (anche estetiche) decisamente
buono.
Vista ingrandita del poderoso tetrodo finale
KT88. Il calore prodotto da queste due valvole
finali è davvero molto, durante il funzionamento
a regime (dopo 5 minuti circa) è impossibile
anche solo avvicinare una mano al vetro del tubo.
Se volete vedere i fogli delle caratteristiche di
questo tubo potete cliccare QUI.
E' per questo motivo che la disposizione delle
valvole sul pannello deve tenere conto di questa
esigenza di dissipazione del calore prodotto.
Ovviamente toccare con una mano anche solo per
un attimo il vetro di queste valvole provoca vere
ustioni, quindi è opportuno avere la massima
accortezza al fine di evitare che questo avvenga,
sopratutto in presenza di bambini.
MI RACCOMANDO:
LA SICUREZZA ANZITUTTO
Se per curiosita' volete dare una occhiata ai
diffusori acustici ed ai vari componenti
dell'impianto con il quale viene utilizzato il
mio amplificatore potete cliccate sulla
immagine qui a lato.
Premetto che e' tutta roba vecchiotta, non
possiedo componenti esoterici o cavi di
collegamento da 150 euro al metro, si tratta
di un impianto di qualita' non certo eccelsa,
ma per l'utilizzo che ne faccio piu' che
soddisfacente.
Se avete domande o dubbi in merito a questa realizzazione leggete la parte FAQ
riguardante il mio amplificatore. Si tratta di una pagina nella quale ho riassunto
brevemente le risposte a tutte le domande che mi avete inviato per posta elettronica.
Per visualizzarne il contenuto potete cliccare QUI.
Se invece avete qualche altro quesito da pormi oppure volete inviarmi informazioni,
consigli, critiche scrivetemi utilizzando l'apposito form presente nella sezione "Come
Contattarmi".
Questi sono stati costruiti da voi !
(L'ordine con il quale sono stati inseriti è puramente cronologico, con il più recente in alto)
Ogni immagine è cliccabile, così puoi vederla ingrandita.
Bellissimo prototipo costruito da Tiziano, anche la
realizzazione del mobile e' stata particolarmente
curata, con inserti in metallo realizzati tramite
pantografo. Notare i due occhi magici posti sul
frontale utilizzati come VU meter. Molto belle le
venature rosse del mobile realizzate verniciando a
polvere il metallo.
Amplificatore realizzato da Piero, si tratta di un
"integrato" dove e' stato scelto di inserire la parte di
circuiteria elettronica all'interno di un mobile,
autocostruito, dotandolo di un giradischi, in pratica
l'evoluzione delle vecchie fonovalige.
Poderoso prototipo realizzato da Richard (Stati
Uniti). Si tratta di una bellissima realizzazione dual
mono euipaggiata con le mitiche 300B, ed
alimentazione con raddrizzatore a tubo. Anche la
realizzazione dei due mobili in legno e' ottima, si
tratta di un ottimo progetto costruito in maniera
impeccabile!
Particolarissima e pregiata realizzazione di
Raffaele, un appassionato che non rinuncia al
suono delle valvole nemmeno in auto. Il suo ottimo
prototipo infatti e' installato in automobile (!). Si
tratta di un push pull di 6L6GS con pilota un
doppio triodo ECC83, potenziometro ALPS e
trasformatore di uscita avvolto appositamente a
mano (!) con ben 9 avvolgimenti sovrapposti !
Ovviamente il tutto corredato del suo alimentatoresurvoltore di tensione. Da notare anche i connettori
dorati per gli ingressi e l'aspetto decisamente
robusto, sembra un apparecchio costruito per
applicazioni nel settore militare.
Bellissima coppia di DUAL MONO equipaggiati
con 2A3, realizzata sempre da Enrico di Milano
(Un' altra sua ottima realizzazione visibile piu'
sotto). Potenza erogata 3.5W, alimentazione con
raddrizzatore a valvola e filamenti alimentati in
corrente continua. La configurazione DUAL
MONO consiste in due apparecchi identici, uno per
canale, per ottenere una completa separazione delle
alimentazioni ed un miglioramento nelle
caratteristiche complessive. Questa coppia di ampli
viene utilizzata con casse AR10Pigreco che riesce
a pilotare egregiamente, nonostante la poca potenza
in apparenza disponibile. Il terzo trasformatore
visibile oltre a quello di alimentazione e di uscita e'
la massiccia impedenza di filtro posta in serie
all'anodica, cosi' da eliminare ogni velleita'
"ronzatoria" dell'apparecchio.
Amplificatore realizzato da Andrew, futuro
ingegnere elettronico anche lui con la passione
dell'autocostruzione. Questo prototipo è stato
realizzato partendo da una base di schema sempre
di Nuova Elettronica ma utilizzando come finali le
6550 Sovtek e la pregiata possibilità di inserire a
piacimento la rete di retroreazione. Questa della
retroreazione inseribile a piacimento è una
modifica che prima o poi bisogna mi decida di fare
anche io sul mio, senza reazione si perde un pò in
potenza ma l'acustica migliora notevolmente.
Anche esteticamente parlando questa realizzazione
è eseguita in maniera davvero impeccabile, molto
"old fashion" inoltre i due VU meter a settore
circolare.
Esemplare notevole
di amplificatore,
costruito da Teudolo
e monta la bellezza
di 12 (dodici) tubi.
La parte di
amplificazione di
potenza è realizzata
tramite un push pull
di E130L, un tipo di pentodo decisamente
"robusto" e sinceramente non molto utilizzato nella
amplificazione audio HI-FI. Nella immagine qui a
lato si può vedere questo tubo paragonato con una
classica EL36. La potenza che si riesce ad ottenere
con due valvole così si aggira intorno ai 60W. Lo
stadio di alimentazione invece è stato realizzato
con una EL41 ed una OA4, una rettificatrice a gas.
Simpatica poi l'idea di utilizzare una coppia di
EAM86 come indicatori di segnale (VU Meter). Il
mobile in legno è stato interamente realizzato a
mano dall'autore di questo progetto. Senz'altro una
ottima realizzazione.
Poderoso amplificatore costruito addirittura con
push pull di 807 realizzato da Luca di Frascati. Il
pilotaggio in questo riuscitissimo esemplare è
realizzato tramite una coppia di 6SN7. Va detto che
le 807 sono valvole estremamente potenti e che la
realizzazione di amplificatori impieganti questi tubi
richiede molta attenzione anche nella realizzazione
dello stadio alimentatore. In certi esemplari
l'anodica può arrivare tranquillamente a 800V,
tensione presente poi nel "cappuccio" posto in cima
al tubo (anodo). Direi proprio un prototipo con "i
fiocchi"!
Amplificatore realizzato da Angelo, la
configurazione è una classe A con una EL34 per
canale, veramente singolare e molto riuscita
esteticamente l'idea di realizzare i controlli di
volume e selettore d'ingresso tramite i due
"rotelloni" in legno. Il mobile poi di ottima fattura è
stato impreziosito da scritte e.. tanto di firma al
centro.
Amplificatore realizzato da Angelo, veramente un
bel prototipo, in questo caso si tratta di un poderoso
PUSH-PULL di EL34 dove sono stati utilizzati
come VU meter niente di meno che due EM87
prodotte dalla Mullard. Questi tubi detti "occhi
magici" venivano utilizzati come indicatori di
sintonia o indicatori di registrazione. Si illumina di
verde una striscia la cui lunghezza è proporzionale
al segnale applicato. Una ottima idea!
Ottima realizzazione questo amplificatore
realizzato da Mirko, come finali sono state lasciate
le EL34, il mobile è stato realizzato molto bene e
poi non c'è che dire, i VU meter illuminati fanno
sempre la loro bella figura !
Amplificatore realizzato da Giancarlo e Mauro. Si
tratta di una ottima realizzazione in configurazione
"dual mono", ossia con gli stati completamente
separati, anche da un punto di vista
dell'alimentazione. Questa scelta permette di
raggiungere una maggiore separazione tra i canali
sinistro/destro con conseguente miglioramento
anche del rapporto segnale/rumore. Il telaio è stato
realizzato interamente in alluminio poi verniciato
con vernice trasparente.
Questo amplificatore è stato realizzato da
Alessandro (Genova) il quale ha costruito un
ottimo mobile in legno verniciando poi le calotte
dei trasformatori per dare al complesso un aspetto
molto gradevole, visto poi che il piano superiore in
metallo riflette a specchio i componenti. In questo
caso come finalli sono state utilizzate una coppia di
EL34.
Esemplare di amplificatore single ended classe A
con una EL34 per canale costruito da Claude-Alain
(Svizzera). E' una dimostrazione di ingegno a
dimostrare che anche con parti di recupero si
possono realizzare progetti interessanti e validi.
Curiosa ma efficace l'idea di utilizzare un
alimentatore switching per alimentare i filamenti,
riuscendo a non creare nessun disturbo in
sottofondo.
Questo esemplare di amplificatore è stato realizzato
da Roberto ed è un push pull di KT88 pilotate da
ECC82 e 12AU7. La potenza erogata in questo
caso è di circa 45W ed il progetto è stato realizzato
come si può vedere davvero in maniera
impeccabile. Nella immagine ingrandita che potete
vedere cliccando su questa a a lato ho inserito
anche la vista posteriore ed interna di questro
ampli. Il cablaggio è stato realizzato in maniera
molto pulita e professionale optando per la tecnica
"in aria" punto-punto. Davvero una bella
realizzazione.
Quello che vedete raffigurato qui a lato è un
esemplare di amplificatore identico al mio. E' stato
realilzzato da Silvano, un altro appassionato di
amplificazione a valvole che come potete ammirare
è riuscito a dare all'ampli un aspetto veramente
gradevole e professionale.
Esemplare di amplificatore realizzato da Enrico di
Milano. Notare la cura con la quale è stato
realizzato sia il mobile che il pannello frontale. In
questo caso l'autore del progetto ha optato per
introdurre un utilissimo controllo di volume
direttamente all'interno dell'amplificatore. Sullo
sfondo della immagine si vede bene inoltre il
dissipatore posto sul trasformatore di
alimentazione. Purtroppo ho avuto modo anche io
di constatare che questo componente fornito da
Nuova Elettronica è un pò sottodimensionato e
durante l'uso tende a scaldarsi in
maniera....preoccupante.
Altro ottimo esemplare di amplificatore realizzato
da Antonio di Milano. In questo caso l'autore del
progetto ha preferito mantenere le due EL34 come
finali di potenza, questo senza nulla togliere
all'estetica di quest'altra realizzazione che definirei
impeccabile.
Esemplare di amplificatore realizzato da Roberto
(S. Giovanni Persiceto - BO) a dire poco in maniera
SUPERBA. Si tratta di un push pull di KT88
pilotate da 12BH7. La manopola del volume è stata
addirittura realizzata interamente in legno. Merita
sicuramente di cliccare sulla immagine per vedere
come è stato realizzato internamente questo
amplificatore, sembra cablato con squadra e
compasso!.
Attenzione !
Pericolo !
Note da leggere attentamente
Se vi cimentate nella autocostruzione di questo
amplificatore
ricordate che le tensioni presenti al suo interno
SONO LETALI.
o
o
o
o
o
o
Prendete ogni precauzione per evitare anche il
minimo rischio di scosse elettriche.
Ricordate che i condensatori di filtro della
tensione anodica restano carichi per un certo periodo
di tempo anche ad amplificatore spento.
Il calore prodotto dai tubi può causare ustioni
alla pelle.
Utilizzate sempre una buona messa a terra.
Ogni esemplare autocostruito non essendo a
norma CE non può essere messo in commercio.
L'autore di queste pagine non si ritiene
responsabile per eventuali danni diretti o indiretti
causati a persone o cose.
Grazie della vostra cortese attenzione.
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