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interventi educativi abilitanti, con bambini dal neurosviluppo atipico

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“Interventi Educativi abilitanti
con bambini dal neurosviluppo atipico”
Dott.ssa S. Laura Mendola – PEDAGOGISTA
CONSAPEVOLEZZA
PROFESSIONALE … e GENITORIALE
L’EDUCAZIONE NON SI IMPROVVISA …
… DEVE ESSERE SUPPORTATA
DA SOLIDE CONOSCENZE TEORICHE!
… e generata dalla PRATICA professionale
L‘Educazione ha tre coordinate:
• Il sapere (le conoscenze teoriche)
• Il saper fare (le competenze pratiche o abilità)
• Il saper essere (modo in cui un individuo
mette in campo il saper fare e il saper essere)
La Pedagogia
è la disciplina umanistica
che studia l'educazione e
la formazione dell'uomo nella sua interezza
ovvero lo studio dell'uomo nel suo intero ciclo di vita
Competenze sociali e comunicative
Il lavoro socio-educativo non è solo una prestazione.
In larga misura dipende e viene portato avanti in collaborazione
con un gran numero di altri attori coinvolti:
il bambino,il giovane, l’adulto, i colleghi, gli utenti, le famiglie,
gli altri gruppi professionali, le autorità, ecc.
Gli educatori devono quindi possedere competenze comunicative e sociali.
La maggior parte del lavoro socio-educativo – a tutti i livelli – si svolge
in équipe multidisciplinari o in gruppi.
Per gli educatori, essere capaci di collaborare e partecipare al lavoro di équipe
insieme ad altri colleghi rappresenta una condizione necessaria per svolgere
la propria attività lavorativa.
Il fine ultimo della PEDAGOGIA
non è quello di creare teorie generali dell'educazione ma …
…di costituire modelli di intervento educativo
spendibili nella pratica educativa immediata
La pedagogia è, dunque, chiamata a un
compito complesso e difficile
• Essa ha il dovere
di difendere l’unicità della persona e di promuovere la resistenza
nei confronti del pensiero unico, del pessimismo diffuso e dei modelli
di umanità
dominanti che tendono a impoverire la progettualità degli individui
Il paradigma di riferimento è il problematicismo pedagogico che si
preoccupa
della cura educativa intesa come modalità di aiuto
e progettazione di percorsi di
autonomia e inclusione.
Interventi educativi abilitanti
… con bambini dal neurosviluppo atipico
Le linee guida per l’autismo della SINPIA
(Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza)
l’autismo
definiscono
come una sindrome comportamentale causata da
un disordine dello sviluppo
biologicamente determinato,
con esordio nei primi tre anni di vita
:
I Disturbi dello Spettro Autistico
sono caratterizzati
da una compromissione grave
e generalizzata in 3 aree dello sviluppo:
• 1. comunicazione verbale e non verbale
• 2. interazione sociale ( deficit nella comunicazione della reciprocità
sociale ed emotiva, nella comunicazione non verbale usata a scopo
sociale, nella creazione e mantenimento di legami sociali
adeguatamente al livello generale di sviluppo)
•
3. immaginazione o repertorio di interessi
La persona autistica presenta modalità di comportamento,
interessi, e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati
Solitamente ciò che accade nei bambini che manifestano il disturbo
è un’assenza di comportamenti all’interno di tappe di sviluppo tipiche per l’età,
Mentre contemporaneamente compaiono comportamenti atipici :
6° mese questi bambini non manifestano e non rispondono al sorriso sociale
intorno al 12° mese non rispondono e non si voltano nel momento in cui vengono
chiamati per nome;
vi è l’assenza di gesti comunicatori quali per esempio salutare o indicare con il fine di
mostrare all’adulto.
L’unica (ri)abilitazione
predittiva di efficacia oggi nota
è di tipo EDUCATIVO
L’azione educativa
nell’ambito della presa in carico
•
si inserisce in un’ampia prospettiva
di aiutare (I CARE) l’altro
a realizzare la cura di sé
Qualsiasi intervento educativo
realizzato con e per la persona autistica
deve rispettare prima di tutto le sue caratteristiche uniche e peculiari,
aiutandola a diventare il più possibile
protagonista del proprio progetto di vita.
Bisogna passare dalla modalità
…Giudizio
alla modalità Osservazione
Il pensiero Pedagogico Montessoriano
• riparte dalla pedagogia scientifica
Infatti l'introduzione della scienza nel campo dell'educazione
è il primo passo fondamentale per poter costruire
un'osservazione obiettiva dell'oggetto.
• L'oggetto dell'osservazione non è il bambino in sé, ma la scoperta
del bambino nella sua spontaneità ed autenticità.
Che cosa gli piace?
Cosa sa fare bene?
Come si fa capire?
Come vi fate capire?
Come sono le persone che gli piacciono?
Come sono le persone che non gli piacciono?
Cosa gli fa paura?
Cosa devo evitare di fare con lui?
Cosa non gli piace?
Può avere comportamenti tipo scappare, lanciare oggetti..?
Quali?
Può fare del male a qualcuno o a se stesso?
Che cosa fate di solito in questa situazione?
L’intervento
deve essere teso a capire il
“funzionamento”,
ossia come funzionano quando sono
sollecitate dall’ambiente circostante.
Il funzionamento deve aiutarci a capire
il comportamento della persona e i suoi bisogni.
.
Secondo il modello ICF
International Classification of Functioning, Disability and Health
(Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) OMS 2002/2007
il
funzionamento di
una persona
va compreso in modo globale da diverse prospettive.
Una situazione salutare
è così la risultante delle reciproche influenze tra
• fattori fisici da un lato, come la dotazione biologica,
•
e
fattori contestuali dall’altro, come l’ambiente in cui la persona cresce,
le relazioni che instaura con gli altri,
la dimensione psicologica,
l’autostima, l’identità, le motivazioni e le varie dimensioni della vita affettiva.
Tra i programmi
di più dimostrata efficacia
Nel 2011 è stata pubblicata in Italia la Linea guida 21 dell’Istituto Superiore di Sanità, sul trattamento per l’autismo
- sono indicati quelli su base
cognitivo-comportamentale,
per l’acquisizione di ciascuna singola competenza.
Necessita che ogni competenza acquisita venga
immediatamente “investita”
nei contesti naturali di vita dell’allievo
e in relazioni significative con i pari d’età
Utilizzare un intervento educativo
cognitivo comportamentale implica
• alcune considerazioni:
l’approccio è quello dell’insegnamento di abilità,
in un’ottica in cui il bambino
non è “paziente”
ma “allievo”
• Il termine "cognitivo" fa riferimento a tutto ciò che accade
internamente alla mente, ovvero tutti i processi mentali
come pensiero, ragionamento, attenzione, memoria, con
implicazioni sullo stato di coscienza o consapevolezza, etc.
• Il termine "comportamentale" fa riferimento invece
ai comportamenti manifesti (non solo azioni e condotte, ma
tutte le attività osservabili dell'organismo in rapporto con
l'ambiente) da parte del soggetto.
L’analisi del comportamento nei suoi rapporti con gli stimoli ambientali nasce
agli inizi del 1900.
Nel 1903 Ivan Pavlov, fisiologo russo, presenta
i suoi dati sui riflessi condizionati.
Dimostra che si possono indurre modificazioni fisiologiche e
comportamentali con
l’associazione di stimoli ambientali.
Anni intorno al 1950: i lavori di Burrhus Frederic Skinner
Negli anni intorno alla metà del ventesimo secolo
lo psicologo statunitense B.F.
Skinner presenta la sua teoria sull’importanza chiave del rinforzo
(soddisfazione,ricompensa immediata) nel determinare il
comportamento, l’apprendimento.
Secondo Burrhus Skinner, (che si basò sugli studi del
condizionamento classico di Ivan Pavlov)
il comportamento esplicito dell'individuo è l'unica unità di
analisi scientificamente osservabile
L’approccio cognitivo-comportamentale
• I programmi di intervento cosiddetti ‘comportamentali’ sono
finalizzati a modificare il comportamento generale per renderlo
funzionale ai compiti della vita di ogni giorno (alimentazione, igiene
personale, capacità di vestirsi) e tentano di reindirizzare i
comportamenti indesiderati.
• le tecniche cognitivo comportamentali mirano a promuovere, nei
soggetti con autismo, i comportamenti adattivi e ridurre quelli
problematici attraverso un intervento intensivo e programmato, che
sia utilizzabile oltre che dai terapisti e professionisti anche dai
genitori.
L’analisi comportamentale consiste
• nell’identificare
le conseguenze e gli antecedenti
di un comportamento,
invece di tentare di identificare un ipotetico
stato o entità interiore.
Assessment (valutazione) Funzionale
del Comportamento
• Un corretto assessment funzionale considera
i tre seguenti termini della contingenza:
(A)Antecedente
(B)Comportamento
(C)Conseguenza
La contingenza a tre termini Skinneriana
analizza
cosa è successo prima e cosa è successo dopo
l’emissione di un comportamento
ci da la possibilità di individuarne la funzione.
Analisi Applicata del Comportamento
• Il merito di Skinner (1953), è stato quello
di aver dimostrato scientificamente
che ogni comportamento
è appreso e mantenuto dalle contingenze ambientali.
• Se le conseguenze di un comportamento sono positive
- allora aumenterà la probabilità che quello stesso comportamento in futuro,
in situazioni analoghe, si ripresenti (questo è il principio del rinforzo).
• Se al contrario le conseguenze sono negative
- allora la probabilità diminuisce.
I programmi basati sull’approccio
cognitivo-comportamentale
• Interventi educativi, strutturati o semistrutturati (DDT/NET), che comportano
sessioni di insegnamento in rapporto uno a uno per l’acquisizione di nuovi
apprendimenti
• che devono poi essere applicati nel contesto di vita del bambino
(è necessario che i genitori siano informati e coinvolti attivamente).
• Si utilizzano allo scopo, un gran numero di procedure e tecniche che devono
essere personalizzate e costantemente aggiornate in base all’evoluzione del
bambino
• prendono in esame tutte le aree dello sviluppo, non solo quelle specificamente
deficitarie nell’autismo.
Valutazione funzionale
che si avvale di strumenti che…
…utilizzano le attuali conoscenze sullo sviluppo tipico del
bambino per facilitare
l’emergere di una traiettoria di sviluppo simile,
in bambini che hanno uno sviluppo neuroatipico.
Riescono a imparare relativamente poco
in modo spontaneo dal loro ambiente naturale
•
•
•
•
Questo in parte per motivi non del tutto chiari, ma sicuramente per tre fattori
importanti:
1. non osservano bene le persone che li circondano (non sappiamo se per
inabilità innata, per disinteresse o per altro) e quindi non imitano; così non si
servono di una delle tecniche di apprendimento umano più importante, cioè
l'osservazione e l'imitazione;
2. non sono intrinsecamente gratificati a compiere molte azioni (come per
esempio le interazioni sociali, anche di quelle più semplici come il sorriso sociale
del neonato), quindi il processo di apprendimento non è un processo spontaneo
3. L'ambiente naturale non fornisce una quantità sufficiente di occasioni di
apprendimento (non sappiamo se perché loro necessitano di un maggior
numero di occasioni di apprendimento o perché non stanno attenti agli esempi
che l'ambiente naturale fornisce
Gli obiettivi educativi riguardano molti prerequisiti
dell’apprendimento e della socialità :
•
•
•
imparare ad imparare: guardare (contatto oculare), ascoltare, imitare,
eseguire istruzioni, discriminare;
comunicare: acquisire strumenti per una comunicazione efficace come il
linguaggio per segni ed immagini (PECS), la comprensione, la produzione
vocale, da semplici vocalizzazioni fino a sostenere conversazioni complesse;
socializzare: scambi reciproci, gioco funzionale con i coetanei, espressione e
comprensione delle emozioni, uso appropriato dei giocattoli;
•
ragionare: soluzione di problemi;
•
raggiungere l’autonomia personale: igiene personale, orientamento nello
•
spazio e nel tempo, consapevolezza dei pericoli, ecc;
acquisire abilità scolastiche: lettura, scrittura, disegno, matematica.
L’insegnamento si realizza facendo leva sul costruire la
motivazione del bambino ad apprendere:
i nostri bambini sono per loro natura poco inclini all’apprendimento
dall’ambiente naturale, poco sensibili alle interazioni sociali e poco
disposti a collaborare solo perché glielo stiamo chiedendo. Occorre
creare occasioni di motivazione per loro, rendere il lavoro
interessante perché piacevole è quello che gli offriremo in cambio.
Occorre, quindi, avere un buon rinforzo, il “premio”, in cambio del
quale saranno disposti ad accettare istruzioni e richieste da parte
dell’ambiente. I rinforzi possono essere di varia natura: un cibo
preferito, un giocattolo,o la semplice interazione con l’operatore.
L’obiettivo è che a lungo andare il bambino diventi sempre più
sensibile ai rinforzi sociali
e meno a quelli materiali.
Tutto ciò comporta il coinvolgimento…
• dei genitori, dei fratelli, degli insegnanti e dei coetanei,
con opportuni training per l’implementazione dei
programmi di intervento sul bambino.
Tale tendenza traduce l’orientamento verso un tipo di
intervento sempre più «centrato sul bambino», sulla
stimolazione della sua iniziativa e sulla facilitazione del
suo sviluppo sociale
Il programma di intervento educativo
deve basarsi :
• sull’analisi dei bisogni reali dell’individuo e della sua famiglia
• sull’attenta considerazione:
- del funzionamento della persona,
- della specificità del disturbo, dei deficit sociali, comunicativi
e cognitivi ad esso connessi
- dell’ambiente sociale e fisico nel quale la persona conduce la
propria esistenza.
Perché l’assessment (valutazione) funzionale
è importante per insegnanti, educatori e genitori?
• Nell’ambito dell’educazione molti professionisti scelgono interventi o
trattamenti basandosi sulla forma del comportamento invece che sulla
sua funzione.
• Con il risultato che si rischia di realizzare programmi di intervento che
rinforzano il comportamento problematico invece che ridurlo.
• All’interno di una valutazione funzionale si osserva il comportamento
problema secondo la sua funzione ed in base ad essa vengono
progettati e realizzati gli interventi.
Quasi tutti i comportamenti possono essere descritti
attraverso le funzioni:
richiesta di attenzione
richiesta di oggetti e/o attività preferite
fuga da un compito e/o da situazione
richiesta di stimolazione sensoriale
ricerca di sollievo dal dolore fisico
L’assessment (valutazione) deve essere
INDIVIDUALIZZATO
Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista
OSSERVAZIONE/Analisi Funzionale
Sistema di procedure per identificare
le cause di un comportamento inadeguato
e ridurlo attraverso comportamenti sostitutivi
E’ un’analisi del modo in cui la
persona apprende il comportamento inadeguato
e come esso sia attualmente supportato
o mantenuto dalle variabili ambientali.
Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista
Comportamenti-problema
• ampio spettro di manifestazioni che ostacolano lo sviluppo
del bambino, ne limitano la possibilità di inclusione sociale
• e ne compromettono lo sviluppo intellettivo.
Più frequenti cause di comportamenti problema per i
soggetti autistici secondo la letteratura
• A causa della mancata comprensione di una richiesta o di una
situazione da parte del soggetto. I bambini con autismo hanno
infatti difficoltà nel capire ciò che gli altri gli stanno chiedendo.
• A causa di una richiesta esagerata rispetto alle reali capacità del
soggetto. Può capitare che gli adulti chiedano al soggetto cose che
effettivamente sono al di fuori della sua portata.
• A causa dell’incapacità/impossibilità da parte del soggetto di
comunicare le proprie esigenze e i propri bisogni in modi più
adeguati; questo visto che i bambini con autismo hanno spesso una
dotazione di strumenti e di mezzi comunicativi più limitata
Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista
Prevenzione dei problemi comportamentali
predisposizione e realizzazione
Di un programma che:
•tenga occupato il bambino in attività significative,
•predisponga un ambiente strutturato, programmi giornalieri
routinari e prevedibili,
•crei coerenza di approccio tra i diversi educatori coinvolti nella
presa in carico.
Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista
COME RIDURRE I PROBLEMI COMPORTAMENTALI
• rivolgersi in modo calmo e chiaro
• Creare ordine intorno a lui e nei suoi materiali in modo che
impari autonomamente a prendere le sue cose.
• Insegnarli a riferire il suo stato emotivo anche con l’ausili di
immagini.
• Promuovere la strategia di imitazione dei pari per ottenere i
comportamenti adeguati e desiderati.
•
Scrittura di “Storie Sociali” sono storie ricche di immagini che
descrivono una situazione sociale in forma semplice, aiuta il
bambino a comprendere cosa la gente fa e perchè lo fa;
• Favorire la reiterazione e la stabilizzazione di un comportamento
positivo tramite programmi di rinforzo (“TOKEN ECONOMY”).
Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista
La token economy
e’ un programma
comportamentale in cui un bimbo, a
seguito dell’emissione di
comportamenti adeguati, guadagna
dei gettoni (tokens) che poi può
scambiare con altri rinforzatori.
La Token Economy è una sorta di contrattazione educativa basata sull’ uso
sistematico di rinforzatori simbolici che vicariano temporaneamente altri
rinforzatori (rinforzatori di sostegno)”
Questa tecnica consente di intervenire sia sul versante dei comportamenti
positivi da costruire o da incrementare, sia sul versante dei comportamenti
problema da decrementare
Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista
Una token economy deve essere progettata in modo che
gradualmente il rinforzo sociale rimpiazzi quello a gettoni
(generalizzazione degli apprendimenti all’ambiente naturale).
Affrontare i comportamenti problema
• • E’ più efficace cercare di incrementare i comportamenti
positivi prima di cercare di ridurre i comportamenti
negativi.
• • Definire il problema in termini operazionali.
• •
Specificare
perché
e
comportamento problema.
per
chi
costituisce
un
• • Chiedersi se per caso l’educatore non stia contribuendo al
problema
Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista
Caratteristiche degli interventi efficaci
• Precocità dell’intervento
•Programma di intervento intensivo (almeno 25 ore settimanali
suddivise nei vari contesti di vita, lungo tutto l’anno)
•Pianificazione ed individualizzazione dell’insegnamento (rapporto unoa-uno e al lavoro in piccolissimo gruppo)
•Coinvolgimento della famiglia e parent-training
•Aggiornamento periodico della valutazione e ricalibrazione
dell’intervento
NationalResearchCouncil(2001), EducatingChildrenwithautism, Washington DC,
NationalAcademyPress.Precocitàdell’intervent
Per intervento "precoce" si intende
un intervento che comincia almeno prima
dell'età di cinque anni.
Alcuni studi indicano risultati migliori per bambini
che cominciano entro i tre anni di vita
(Birnbrauer e Leach,1993; Lovaas,1009; McEachin et al.,1993; Perry et
al.,1995; Sheinkopf e Siegel,1996).
Per spiegare questi risultati ottenuti in
età tenera, viene ipotizzato che…
…Ci potrebbe essere un periodo ottimale durante il quale
il cervello, giovane e ancora non definitivamente sviluppato,
è molto modificabile.
In bambini con autismo, l'interazione attiva e ripetuta con l'ambiente
fisico e sociale che viene fatta nell'intervento intensivo sembra
modifichi il loro circuito neurologico, correggendolo prima che i
corrispettivi neurobiologici del comportamento autistico diventino
relativamente permanenti"
•
(Maurice,Green,Luce,Behavioral intervention for young children with autism,p.40).
Ma quali sono i punti di forza
delle persone con autismo?
• Vanno valutate individualmente per evidenziare le abilità
presenti e le potenzialità (abilità non ancora presenti ma che
possono essere sviluppate)
• Dipendono :
-dal Quoziente Intellettivo,
-dal livello di sviluppo del comportamento adattivo
-e da altri fattori individuali e ambientali
…alcune abilità tipiche
della maggior parte delle persone autistiche
• Il pensiero visivo
• La capacità di seguire delle routine
• La capacità di eseguire consegne visive o scritte
• La capacità di cogliere i dettagli
• La precisione
• La capacità di usare congegni elettronici
….. l’incapacità di mentire ..
Le abilità….
…sia quelle presenti nella maggior parte
delle persone con autismo, sia quelle eccezionali
presenti in alcuni casi
Se non incontrano un
ambiente favorevole in grado di valorizzare
queste abilità
hanno poche possibilità di incidere sulla
qualità di vita delle persone con autismo
Gli Obiettivi generali dell’intervento
• Gli obiettivi educativi appropriati per le
persone con disturbi dello spettro autistico
sono gli stessi delle altre persone :
l’indipendenza personale
e la responsabilità sociale
NationalResearchCouncil(2001), EducatingChildrenwithautism, Washington DC,
NationalAcademyPress
Progettare
• è un percorso che per avere successo non può limitarsi nella ricerca
di un adattamento dell’allievo al contesto.
• Al contrario, è necessario che gli attori coinvolti devono organizzarsi
e modificarsi per poter rispondere alle sue particolari esigenze e al
suo modo di pensare e di apprendere.
Definire gli obiettivi e le strategie
e realizzare il programma
• gerarchia di importanza degli obiettivi
in funzione della qualità di vita del soggetto
e della sua famiglia
insegnando ciò che è più utile,
ed insieme è più necessario
Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista
Le basi per poter apprendere:
Prevedibilità e Strutturazione
•
L'educazione dei soggetti autistici avviene in modo ottimale in un ambiente
strutturato
•
Necessità di rendere i contesti stabili e prevedibili, limitandone o anticipando le
possibili variazioni
•
STRUTTURAZIONE TEMPORALE E SPAZIALE
Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista
Cosa significa strutturare?
•
organizzare in modo preciso e dettagliato le attività ed i materiali da
proporre, gli spazi di lavoro ed i tempi di esecuzione e riposo
• Perché strutturare?
rendere chiaro, evidente e quindi comprensibile ciò che si chiede
permette di limitare i comportamenti problematici, che spesso derivano
dall’ansia di non sapere cosa fare, come e quando farlo
• Che requisiti deve avere la strutturazione?
visibilità,
chiarezza,
essenzialità,
concretezza,
comprensibilità,
prevedibilità, ma non rigidità, cioè deve essere costruita in funzione
dei bisogni e del livello di sviluppo del singolo soggetto
Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista
• L’organizzazione dell’ambiente
e gli schemi visivi
sono un importante ausilio in questo compito… oggetti, immagini o
scritte che illustrano al bambino le attività programmate e che dovrà
effettuare.
Strutturare l’ambiente
Dott.ssa S.Laura Mendola PEDAGOGISTA
Il ricorso agli schemi visivi
• è estremamente importante, in quanto gli stessi hanno poca
capacità di memorizzare informazioni trasmesse
verbalmente, mentre la discriminazione e la memoria visiva
rappresentano dei punti di forza.
• Un esempio di ausilio visivo è il timetable della giornata:
uno strumento tipico della comunicazione visuale che presenta
l’organizzazione delle attività giornaliere su un pannello, con
azioni scritte o sottoforma di immagini, utile anche affinchè
l’alunno conosca perfettamente i vari momenti, e quindi la
routine giornaliera.
Strutturare il tempo – risponde alle domande “QUANDO”?
e “PER QUANTO TEMPO?”
Che cosa succederà tra poco?
Per quanto tempo dovrò attendere?
Per quanto tempo devo rimanere in questo posto a fare questa
attività?
Es., costruire un’agenda/ diario/calendario
Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista
Le abilità complesse
sono parcellizzate in piccole fasi
definite in termini osservabili e misurabili,
che vengono insegnate una a una fino all’acquisizione e alla
padronanza dell’abilità stessa,
(come ad esempio quella di lavarsi, asciugarsi le mani ...)
Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista
Strutturare l’aiuto – risponde alla domanda “COME?”
prestare immediatamente tutto l’aiuto necessario
soprattutto quando si insegnano attività nuove
Il grado maggiore di aiuto è costituito dall’aiuto fisico e l’aiuto visuale
Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista
Strutturare il rinforzo – risponde alla domanda
“perchè?”
• Apprendimento e Motivazione
Gli alunni non motivati non imparano e in questo i bambini autistici
non sono diversi dai loro coetanei con sviluppo tipico
Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista
Come affermava Vygotskij
(per il quale è l'ambiente culturale a consentire lo sviluppo cognitivo )
“ciò che il bambino può fare in cooperazione oggi,
può farlo da solo domani”
Qua si inserisce proprio il suo concetto di Area di sviluppo prossimale:
• Area A: Area delle competenze: tutto ciò che so e so fare da solo
(sapere, saper fare, saper essere);
• Area C: area dell’incompetenza: tutto quello che non conosco;
• AREA B: intermedia tra le due: Area dello sviluppo prossimale,
“io non sono capace di fare da solo,
ma se qualcuno mi aiuta, riesco a fare”.
E’ l’area degli apprendimenti.
Coinvolgere fratelli con funzioni di tutor…
“Il maestro, l'adulto che educa un bambino, il bambino
che educa un altro bambino oppure educa un adulto,
compiono un'attività che pur avendo origini millenarie
può tuttavia essere profondamente innovatrice e rivolta
verso il futuro”.
Le parole di Antonietta Bernardoni ci riportano al
più moderno concetto di
tutoring
che consiste nell’affidare ad un pari specifiche
responsabilità di tipo educativo e didattico
Bernardoni A., L’Attività Terapeutica Popolare, Coop. tipografi, Modena. Archivio
Anche l’impiego della strategia metodologica
basata sull’apprendimento cooperativo,
il
Cooperative Learning,
Si tratta di un gruppo cooperativo costituito da bambini con abilità
diverse, che lavorano insieme per portare a termine un determinato
progetto.
All’interno di questo gruppo ci sarà la possibilità per un alunno più
competente di assistere un compagno autistico.
In questo caso, i compiti affidati agli allievi autistici dovrebbero essere
soprattutto riferiti alle abilità già possedute
Per concludere… !!!
“Chi insegna impara”
Qui docet, discit
Comenio
GRAZIE!
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