“Interventi Educativi abilitanti con bambini dal neurosviluppo atipico” Dott.ssa S. Laura Mendola – PEDAGOGISTA CONSAPEVOLEZZA PROFESSIONALE … e GENITORIALE L’EDUCAZIONE NON SI IMPROVVISA … … DEVE ESSERE SUPPORTATA DA SOLIDE CONOSCENZE TEORICHE! … e generata dalla PRATICA professionale L‘Educazione ha tre coordinate: • Il sapere (le conoscenze teoriche) • Il saper fare (le competenze pratiche o abilità) • Il saper essere (modo in cui un individuo mette in campo il saper fare e il saper essere) La Pedagogia è la disciplina umanistica che studia l'educazione e la formazione dell'uomo nella sua interezza ovvero lo studio dell'uomo nel suo intero ciclo di vita Competenze sociali e comunicative Il lavoro socio-educativo non è solo una prestazione. In larga misura dipende e viene portato avanti in collaborazione con un gran numero di altri attori coinvolti: il bambino,il giovane, l’adulto, i colleghi, gli utenti, le famiglie, gli altri gruppi professionali, le autorità, ecc. Gli educatori devono quindi possedere competenze comunicative e sociali. La maggior parte del lavoro socio-educativo – a tutti i livelli – si svolge in équipe multidisciplinari o in gruppi. Per gli educatori, essere capaci di collaborare e partecipare al lavoro di équipe insieme ad altri colleghi rappresenta una condizione necessaria per svolgere la propria attività lavorativa. Il fine ultimo della PEDAGOGIA non è quello di creare teorie generali dell'educazione ma … …di costituire modelli di intervento educativo spendibili nella pratica educativa immediata La pedagogia è, dunque, chiamata a un compito complesso e difficile • Essa ha il dovere di difendere l’unicità della persona e di promuovere la resistenza nei confronti del pensiero unico, del pessimismo diffuso e dei modelli di umanità dominanti che tendono a impoverire la progettualità degli individui Il paradigma di riferimento è il problematicismo pedagogico che si preoccupa della cura educativa intesa come modalità di aiuto e progettazione di percorsi di autonomia e inclusione. Interventi educativi abilitanti … con bambini dal neurosviluppo atipico Le linee guida per l’autismo della SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) l’autismo definiscono come una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo biologicamente determinato, con esordio nei primi tre anni di vita : I Disturbi dello Spettro Autistico sono caratterizzati da una compromissione grave e generalizzata in 3 aree dello sviluppo: • 1. comunicazione verbale e non verbale • 2. interazione sociale ( deficit nella comunicazione della reciprocità sociale ed emotiva, nella comunicazione non verbale usata a scopo sociale, nella creazione e mantenimento di legami sociali adeguatamente al livello generale di sviluppo) • 3. immaginazione o repertorio di interessi La persona autistica presenta modalità di comportamento, interessi, e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati Solitamente ciò che accade nei bambini che manifestano il disturbo è un’assenza di comportamenti all’interno di tappe di sviluppo tipiche per l’età, Mentre contemporaneamente compaiono comportamenti atipici : 6° mese questi bambini non manifestano e non rispondono al sorriso sociale intorno al 12° mese non rispondono e non si voltano nel momento in cui vengono chiamati per nome; vi è l’assenza di gesti comunicatori quali per esempio salutare o indicare con il fine di mostrare all’adulto. L’unica (ri)abilitazione predittiva di efficacia oggi nota è di tipo EDUCATIVO L’azione educativa nell’ambito della presa in carico • si inserisce in un’ampia prospettiva di aiutare (I CARE) l’altro a realizzare la cura di sé Qualsiasi intervento educativo realizzato con e per la persona autistica deve rispettare prima di tutto le sue caratteristiche uniche e peculiari, aiutandola a diventare il più possibile protagonista del proprio progetto di vita. Bisogna passare dalla modalità …Giudizio alla modalità Osservazione Il pensiero Pedagogico Montessoriano • riparte dalla pedagogia scientifica Infatti l'introduzione della scienza nel campo dell'educazione è il primo passo fondamentale per poter costruire un'osservazione obiettiva dell'oggetto. • L'oggetto dell'osservazione non è il bambino in sé, ma la scoperta del bambino nella sua spontaneità ed autenticità. Che cosa gli piace? Cosa sa fare bene? Come si fa capire? Come vi fate capire? Come sono le persone che gli piacciono? Come sono le persone che non gli piacciono? Cosa gli fa paura? Cosa devo evitare di fare con lui? Cosa non gli piace? Può avere comportamenti tipo scappare, lanciare oggetti..? Quali? Può fare del male a qualcuno o a se stesso? Che cosa fate di solito in questa situazione? L’intervento deve essere teso a capire il “funzionamento”, ossia come funzionano quando sono sollecitate dall’ambiente circostante. Il funzionamento deve aiutarci a capire il comportamento della persona e i suoi bisogni. . Secondo il modello ICF International Classification of Functioning, Disability and Health (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) OMS 2002/2007 il funzionamento di una persona va compreso in modo globale da diverse prospettive. Una situazione salutare è così la risultante delle reciproche influenze tra • fattori fisici da un lato, come la dotazione biologica, • e fattori contestuali dall’altro, come l’ambiente in cui la persona cresce, le relazioni che instaura con gli altri, la dimensione psicologica, l’autostima, l’identità, le motivazioni e le varie dimensioni della vita affettiva. Tra i programmi di più dimostrata efficacia Nel 2011 è stata pubblicata in Italia la Linea guida 21 dell’Istituto Superiore di Sanità, sul trattamento per l’autismo - sono indicati quelli su base cognitivo-comportamentale, per l’acquisizione di ciascuna singola competenza. Necessita che ogni competenza acquisita venga immediatamente “investita” nei contesti naturali di vita dell’allievo e in relazioni significative con i pari d’età Utilizzare un intervento educativo cognitivo comportamentale implica • alcune considerazioni: l’approccio è quello dell’insegnamento di abilità, in un’ottica in cui il bambino non è “paziente” ma “allievo” • Il termine "cognitivo" fa riferimento a tutto ciò che accade internamente alla mente, ovvero tutti i processi mentali come pensiero, ragionamento, attenzione, memoria, con implicazioni sullo stato di coscienza o consapevolezza, etc. • Il termine "comportamentale" fa riferimento invece ai comportamenti manifesti (non solo azioni e condotte, ma tutte le attività osservabili dell'organismo in rapporto con l'ambiente) da parte del soggetto. L’analisi del comportamento nei suoi rapporti con gli stimoli ambientali nasce agli inizi del 1900. Nel 1903 Ivan Pavlov, fisiologo russo, presenta i suoi dati sui riflessi condizionati. Dimostra che si possono indurre modificazioni fisiologiche e comportamentali con l’associazione di stimoli ambientali. Anni intorno al 1950: i lavori di Burrhus Frederic Skinner Negli anni intorno alla metà del ventesimo secolo lo psicologo statunitense B.F. Skinner presenta la sua teoria sull’importanza chiave del rinforzo (soddisfazione,ricompensa immediata) nel determinare il comportamento, l’apprendimento. Secondo Burrhus Skinner, (che si basò sugli studi del condizionamento classico di Ivan Pavlov) il comportamento esplicito dell'individuo è l'unica unità di analisi scientificamente osservabile L’approccio cognitivo-comportamentale • I programmi di intervento cosiddetti ‘comportamentali’ sono finalizzati a modificare il comportamento generale per renderlo funzionale ai compiti della vita di ogni giorno (alimentazione, igiene personale, capacità di vestirsi) e tentano di reindirizzare i comportamenti indesiderati. • le tecniche cognitivo comportamentali mirano a promuovere, nei soggetti con autismo, i comportamenti adattivi e ridurre quelli problematici attraverso un intervento intensivo e programmato, che sia utilizzabile oltre che dai terapisti e professionisti anche dai genitori. L’analisi comportamentale consiste • nell’identificare le conseguenze e gli antecedenti di un comportamento, invece di tentare di identificare un ipotetico stato o entità interiore. Assessment (valutazione) Funzionale del Comportamento • Un corretto assessment funzionale considera i tre seguenti termini della contingenza: (A)Antecedente (B)Comportamento (C)Conseguenza La contingenza a tre termini Skinneriana analizza cosa è successo prima e cosa è successo dopo l’emissione di un comportamento ci da la possibilità di individuarne la funzione. Analisi Applicata del Comportamento • Il merito di Skinner (1953), è stato quello di aver dimostrato scientificamente che ogni comportamento è appreso e mantenuto dalle contingenze ambientali. • Se le conseguenze di un comportamento sono positive - allora aumenterà la probabilità che quello stesso comportamento in futuro, in situazioni analoghe, si ripresenti (questo è il principio del rinforzo). • Se al contrario le conseguenze sono negative - allora la probabilità diminuisce. I programmi basati sull’approccio cognitivo-comportamentale • Interventi educativi, strutturati o semistrutturati (DDT/NET), che comportano sessioni di insegnamento in rapporto uno a uno per l’acquisizione di nuovi apprendimenti • che devono poi essere applicati nel contesto di vita del bambino (è necessario che i genitori siano informati e coinvolti attivamente). • Si utilizzano allo scopo, un gran numero di procedure e tecniche che devono essere personalizzate e costantemente aggiornate in base all’evoluzione del bambino • prendono in esame tutte le aree dello sviluppo, non solo quelle specificamente deficitarie nell’autismo. Valutazione funzionale che si avvale di strumenti che… …utilizzano le attuali conoscenze sullo sviluppo tipico del bambino per facilitare l’emergere di una traiettoria di sviluppo simile, in bambini che hanno uno sviluppo neuroatipico. Riescono a imparare relativamente poco in modo spontaneo dal loro ambiente naturale • • • • Questo in parte per motivi non del tutto chiari, ma sicuramente per tre fattori importanti: 1. non osservano bene le persone che li circondano (non sappiamo se per inabilità innata, per disinteresse o per altro) e quindi non imitano; così non si servono di una delle tecniche di apprendimento umano più importante, cioè l'osservazione e l'imitazione; 2. non sono intrinsecamente gratificati a compiere molte azioni (come per esempio le interazioni sociali, anche di quelle più semplici come il sorriso sociale del neonato), quindi il processo di apprendimento non è un processo spontaneo 3. L'ambiente naturale non fornisce una quantità sufficiente di occasioni di apprendimento (non sappiamo se perché loro necessitano di un maggior numero di occasioni di apprendimento o perché non stanno attenti agli esempi che l'ambiente naturale fornisce Gli obiettivi educativi riguardano molti prerequisiti dell’apprendimento e della socialità : • • • imparare ad imparare: guardare (contatto oculare), ascoltare, imitare, eseguire istruzioni, discriminare; comunicare: acquisire strumenti per una comunicazione efficace come il linguaggio per segni ed immagini (PECS), la comprensione, la produzione vocale, da semplici vocalizzazioni fino a sostenere conversazioni complesse; socializzare: scambi reciproci, gioco funzionale con i coetanei, espressione e comprensione delle emozioni, uso appropriato dei giocattoli; • ragionare: soluzione di problemi; • raggiungere l’autonomia personale: igiene personale, orientamento nello • spazio e nel tempo, consapevolezza dei pericoli, ecc; acquisire abilità scolastiche: lettura, scrittura, disegno, matematica. L’insegnamento si realizza facendo leva sul costruire la motivazione del bambino ad apprendere: i nostri bambini sono per loro natura poco inclini all’apprendimento dall’ambiente naturale, poco sensibili alle interazioni sociali e poco disposti a collaborare solo perché glielo stiamo chiedendo. Occorre creare occasioni di motivazione per loro, rendere il lavoro interessante perché piacevole è quello che gli offriremo in cambio. Occorre, quindi, avere un buon rinforzo, il “premio”, in cambio del quale saranno disposti ad accettare istruzioni e richieste da parte dell’ambiente. I rinforzi possono essere di varia natura: un cibo preferito, un giocattolo,o la semplice interazione con l’operatore. L’obiettivo è che a lungo andare il bambino diventi sempre più sensibile ai rinforzi sociali e meno a quelli materiali. Tutto ciò comporta il coinvolgimento… • dei genitori, dei fratelli, degli insegnanti e dei coetanei, con opportuni training per l’implementazione dei programmi di intervento sul bambino. Tale tendenza traduce l’orientamento verso un tipo di intervento sempre più «centrato sul bambino», sulla stimolazione della sua iniziativa e sulla facilitazione del suo sviluppo sociale Il programma di intervento educativo deve basarsi : • sull’analisi dei bisogni reali dell’individuo e della sua famiglia • sull’attenta considerazione: - del funzionamento della persona, - della specificità del disturbo, dei deficit sociali, comunicativi e cognitivi ad esso connessi - dell’ambiente sociale e fisico nel quale la persona conduce la propria esistenza. Perché l’assessment (valutazione) funzionale è importante per insegnanti, educatori e genitori? • Nell’ambito dell’educazione molti professionisti scelgono interventi o trattamenti basandosi sulla forma del comportamento invece che sulla sua funzione. • Con il risultato che si rischia di realizzare programmi di intervento che rinforzano il comportamento problematico invece che ridurlo. • All’interno di una valutazione funzionale si osserva il comportamento problema secondo la sua funzione ed in base ad essa vengono progettati e realizzati gli interventi. Quasi tutti i comportamenti possono essere descritti attraverso le funzioni: richiesta di attenzione richiesta di oggetti e/o attività preferite fuga da un compito e/o da situazione richiesta di stimolazione sensoriale ricerca di sollievo dal dolore fisico L’assessment (valutazione) deve essere INDIVIDUALIZZATO Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista OSSERVAZIONE/Analisi Funzionale Sistema di procedure per identificare le cause di un comportamento inadeguato e ridurlo attraverso comportamenti sostitutivi E’ un’analisi del modo in cui la persona apprende il comportamento inadeguato e come esso sia attualmente supportato o mantenuto dalle variabili ambientali. Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista Comportamenti-problema • ampio spettro di manifestazioni che ostacolano lo sviluppo del bambino, ne limitano la possibilità di inclusione sociale • e ne compromettono lo sviluppo intellettivo. Più frequenti cause di comportamenti problema per i soggetti autistici secondo la letteratura • A causa della mancata comprensione di una richiesta o di una situazione da parte del soggetto. I bambini con autismo hanno infatti difficoltà nel capire ciò che gli altri gli stanno chiedendo. • A causa di una richiesta esagerata rispetto alle reali capacità del soggetto. Può capitare che gli adulti chiedano al soggetto cose che effettivamente sono al di fuori della sua portata. • A causa dell’incapacità/impossibilità da parte del soggetto di comunicare le proprie esigenze e i propri bisogni in modi più adeguati; questo visto che i bambini con autismo hanno spesso una dotazione di strumenti e di mezzi comunicativi più limitata Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista Prevenzione dei problemi comportamentali predisposizione e realizzazione Di un programma che: •tenga occupato il bambino in attività significative, •predisponga un ambiente strutturato, programmi giornalieri routinari e prevedibili, •crei coerenza di approccio tra i diversi educatori coinvolti nella presa in carico. Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista COME RIDURRE I PROBLEMI COMPORTAMENTALI • rivolgersi in modo calmo e chiaro • Creare ordine intorno a lui e nei suoi materiali in modo che impari autonomamente a prendere le sue cose. • Insegnarli a riferire il suo stato emotivo anche con l’ausili di immagini. • Promuovere la strategia di imitazione dei pari per ottenere i comportamenti adeguati e desiderati. • Scrittura di “Storie Sociali” sono storie ricche di immagini che descrivono una situazione sociale in forma semplice, aiuta il bambino a comprendere cosa la gente fa e perchè lo fa; • Favorire la reiterazione e la stabilizzazione di un comportamento positivo tramite programmi di rinforzo (“TOKEN ECONOMY”). Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista La token economy e’ un programma comportamentale in cui un bimbo, a seguito dell’emissione di comportamenti adeguati, guadagna dei gettoni (tokens) che poi può scambiare con altri rinforzatori. La Token Economy è una sorta di contrattazione educativa basata sull’ uso sistematico di rinforzatori simbolici che vicariano temporaneamente altri rinforzatori (rinforzatori di sostegno)” Questa tecnica consente di intervenire sia sul versante dei comportamenti positivi da costruire o da incrementare, sia sul versante dei comportamenti problema da decrementare Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista Una token economy deve essere progettata in modo che gradualmente il rinforzo sociale rimpiazzi quello a gettoni (generalizzazione degli apprendimenti all’ambiente naturale). Affrontare i comportamenti problema • • E’ più efficace cercare di incrementare i comportamenti positivi prima di cercare di ridurre i comportamenti negativi. • • Definire il problema in termini operazionali. • • Specificare perché e comportamento problema. per chi costituisce un • • Chiedersi se per caso l’educatore non stia contribuendo al problema Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista Caratteristiche degli interventi efficaci • Precocità dell’intervento •Programma di intervento intensivo (almeno 25 ore settimanali suddivise nei vari contesti di vita, lungo tutto l’anno) •Pianificazione ed individualizzazione dell’insegnamento (rapporto unoa-uno e al lavoro in piccolissimo gruppo) •Coinvolgimento della famiglia e parent-training •Aggiornamento periodico della valutazione e ricalibrazione dell’intervento NationalResearchCouncil(2001), EducatingChildrenwithautism, Washington DC, NationalAcademyPress.Precocitàdell’intervent Per intervento "precoce" si intende un intervento che comincia almeno prima dell'età di cinque anni. Alcuni studi indicano risultati migliori per bambini che cominciano entro i tre anni di vita (Birnbrauer e Leach,1993; Lovaas,1009; McEachin et al.,1993; Perry et al.,1995; Sheinkopf e Siegel,1996). Per spiegare questi risultati ottenuti in età tenera, viene ipotizzato che… …Ci potrebbe essere un periodo ottimale durante il quale il cervello, giovane e ancora non definitivamente sviluppato, è molto modificabile. In bambini con autismo, l'interazione attiva e ripetuta con l'ambiente fisico e sociale che viene fatta nell'intervento intensivo sembra modifichi il loro circuito neurologico, correggendolo prima che i corrispettivi neurobiologici del comportamento autistico diventino relativamente permanenti" • (Maurice,Green,Luce,Behavioral intervention for young children with autism,p.40). Ma quali sono i punti di forza delle persone con autismo? • Vanno valutate individualmente per evidenziare le abilità presenti e le potenzialità (abilità non ancora presenti ma che possono essere sviluppate) • Dipendono : -dal Quoziente Intellettivo, -dal livello di sviluppo del comportamento adattivo -e da altri fattori individuali e ambientali …alcune abilità tipiche della maggior parte delle persone autistiche • Il pensiero visivo • La capacità di seguire delle routine • La capacità di eseguire consegne visive o scritte • La capacità di cogliere i dettagli • La precisione • La capacità di usare congegni elettronici ….. l’incapacità di mentire .. Le abilità…. …sia quelle presenti nella maggior parte delle persone con autismo, sia quelle eccezionali presenti in alcuni casi Se non incontrano un ambiente favorevole in grado di valorizzare queste abilità hanno poche possibilità di incidere sulla qualità di vita delle persone con autismo Gli Obiettivi generali dell’intervento • Gli obiettivi educativi appropriati per le persone con disturbi dello spettro autistico sono gli stessi delle altre persone : l’indipendenza personale e la responsabilità sociale NationalResearchCouncil(2001), EducatingChildrenwithautism, Washington DC, NationalAcademyPress Progettare • è un percorso che per avere successo non può limitarsi nella ricerca di un adattamento dell’allievo al contesto. • Al contrario, è necessario che gli attori coinvolti devono organizzarsi e modificarsi per poter rispondere alle sue particolari esigenze e al suo modo di pensare e di apprendere. Definire gli obiettivi e le strategie e realizzare il programma • gerarchia di importanza degli obiettivi in funzione della qualità di vita del soggetto e della sua famiglia insegnando ciò che è più utile, ed insieme è più necessario Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista Le basi per poter apprendere: Prevedibilità e Strutturazione • L'educazione dei soggetti autistici avviene in modo ottimale in un ambiente strutturato • Necessità di rendere i contesti stabili e prevedibili, limitandone o anticipando le possibili variazioni • STRUTTURAZIONE TEMPORALE E SPAZIALE Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista Cosa significa strutturare? • organizzare in modo preciso e dettagliato le attività ed i materiali da proporre, gli spazi di lavoro ed i tempi di esecuzione e riposo • Perché strutturare? rendere chiaro, evidente e quindi comprensibile ciò che si chiede permette di limitare i comportamenti problematici, che spesso derivano dall’ansia di non sapere cosa fare, come e quando farlo • Che requisiti deve avere la strutturazione? visibilità, chiarezza, essenzialità, concretezza, comprensibilità, prevedibilità, ma non rigidità, cioè deve essere costruita in funzione dei bisogni e del livello di sviluppo del singolo soggetto Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista • L’organizzazione dell’ambiente e gli schemi visivi sono un importante ausilio in questo compito… oggetti, immagini o scritte che illustrano al bambino le attività programmate e che dovrà effettuare. Strutturare l’ambiente Dott.ssa S.Laura Mendola PEDAGOGISTA Il ricorso agli schemi visivi • è estremamente importante, in quanto gli stessi hanno poca capacità di memorizzare informazioni trasmesse verbalmente, mentre la discriminazione e la memoria visiva rappresentano dei punti di forza. • Un esempio di ausilio visivo è il timetable della giornata: uno strumento tipico della comunicazione visuale che presenta l’organizzazione delle attività giornaliere su un pannello, con azioni scritte o sottoforma di immagini, utile anche affinchè l’alunno conosca perfettamente i vari momenti, e quindi la routine giornaliera. Strutturare il tempo – risponde alle domande “QUANDO”? e “PER QUANTO TEMPO?” Che cosa succederà tra poco? Per quanto tempo dovrò attendere? Per quanto tempo devo rimanere in questo posto a fare questa attività? Es., costruire un’agenda/ diario/calendario Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista Le abilità complesse sono parcellizzate in piccole fasi definite in termini osservabili e misurabili, che vengono insegnate una a una fino all’acquisizione e alla padronanza dell’abilità stessa, (come ad esempio quella di lavarsi, asciugarsi le mani ...) Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista Strutturare l’aiuto – risponde alla domanda “COME?” prestare immediatamente tutto l’aiuto necessario soprattutto quando si insegnano attività nuove Il grado maggiore di aiuto è costituito dall’aiuto fisico e l’aiuto visuale Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista Strutturare il rinforzo – risponde alla domanda “perchè?” • Apprendimento e Motivazione Gli alunni non motivati non imparano e in questo i bambini autistici non sono diversi dai loro coetanei con sviluppo tipico Dott.ssa Laura Mendola - Pedagogista Come affermava Vygotskij (per il quale è l'ambiente culturale a consentire lo sviluppo cognitivo ) “ciò che il bambino può fare in cooperazione oggi, può farlo da solo domani” Qua si inserisce proprio il suo concetto di Area di sviluppo prossimale: • Area A: Area delle competenze: tutto ciò che so e so fare da solo (sapere, saper fare, saper essere); • Area C: area dell’incompetenza: tutto quello che non conosco; • AREA B: intermedia tra le due: Area dello sviluppo prossimale, “io non sono capace di fare da solo, ma se qualcuno mi aiuta, riesco a fare”. E’ l’area degli apprendimenti. Coinvolgere fratelli con funzioni di tutor… “Il maestro, l'adulto che educa un bambino, il bambino che educa un altro bambino oppure educa un adulto, compiono un'attività che pur avendo origini millenarie può tuttavia essere profondamente innovatrice e rivolta verso il futuro”. Le parole di Antonietta Bernardoni ci riportano al più moderno concetto di tutoring che consiste nell’affidare ad un pari specifiche responsabilità di tipo educativo e didattico Bernardoni A., L’Attività Terapeutica Popolare, Coop. tipografi, Modena. Archivio Anche l’impiego della strategia metodologica basata sull’apprendimento cooperativo, il Cooperative Learning, Si tratta di un gruppo cooperativo costituito da bambini con abilità diverse, che lavorano insieme per portare a termine un determinato progetto. All’interno di questo gruppo ci sarà la possibilità per un alunno più competente di assistere un compagno autistico. In questo caso, i compiti affidati agli allievi autistici dovrebbero essere soprattutto riferiti alle abilità già possedute Per concludere… !!! “Chi insegna impara” Qui docet, discit Comenio GRAZIE!