INTRODUZIONE
La scelta del tema “Le minoranze in Europa sudorientale”, come oggetto di studio, trova
origine in una personale conoscenza dei Paesi presi in considerazione, ottenuta grazie ai
viaggi e all’esperienza di lavoro nel settore delle danze etniche (turco rom – roman havasi).
É scattato qualcosa dentro di me e, ho deciso di conoscere, comprendere ed esplorare il
mondo dei rom/sinti (etnia romanì) in Italia e, dei pomacchi (musulmani di etnia turca) in
Grecia, la loro lingua e la loro cultura. Credo che la geografia possa fornire un valido
contributo per la formazione dei futuri cittadini con menti aperti ad affrontare la complessità
delle minoranze; tale disciplina è una possibile risposta culturale all’intercultura e alla
valorizzazione della diversità multietniche.
La finalità generale di questo lavoro è: “Contribuire a costruire un’Europa solidale, aperta
e moderna”, assicurando pace e benessere generale all’Europa.
La metodologia scelta per la ricerca è di tipo qualitativa-e-quantitativa.
Le minoranze si trovano di fronte al problema che la “legge del numero più grande” porta
con sé. In democrazia, infatti, questo principio legittima il potere e determina quali, fra le
forze interessate al potere e alla direzione della cosa pubblica, sono destinate alla formazione
del governo e quali all’opposizione.
Dal rapporto, che si stabilisce con le minoranze, esse sono considerate un elemento di
disturbo o di arricchimento. Se prevale il potenziale di conflitto, gli Stati interessati cercano
di liberarsene, con forme che spaziano dall’assimilazione all’espulsione fino al genocidio.
Se invece emerge il plusvalore - costituito da cultura, storia, tradizioni, musica, arte, danze,
letteratura, lingua, economia - gli Stati sono più disposti a concedere integrazione e tutela.
Oggi, l’Europa “esporta” democrazia e diritti dell’uomo in tutto il mondo e con essi anche
la problematica delle minoranze. Questa situazione impegna l’Europa a offrire anche la
soluzione per contenere al minimo il rischio per la sicurezza a livello mondiale. La soluzione
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al problema delle minoranze consiste nell’integrare nel sistema dei diritti dell’uomo, della
democrazia e dello Stato di diritto - vigente nella maggior parte d’Europa- un efficiente
sistema di protezione delle minoranze.
Da parte di ciascun individuo occorre riconoscere che le popolazioni minoritarie
rappresentano un elemento fondamentale della ricchezza della culturale dell’Europa. Esse
sono il simbolo stesso dell’aspirazione dell’Unione europea ad essere unita nella diversità.
Il nostro contributo consiste, precisamente, nell’incoraggiare la comprensione. Le realtà
minoritarie, prima di tutto, hanno di bisogno essere conosciute oltre che riconosciute. Il
lavoro vuol essere un utile strumento per chi opera a favore delle minoranze, a favore
dell’integrazione/ interazione e a favore dell’intercultura. Raggiungere una partecipazione
effettiva delle minoranze e porre fine alla loro esclusione richiede infine, che venga accettata
la diversità attraverso la promozione e l’attuazione dei principi internazionali fondati sui
diritti umani.
Il lavoro si compone di cinque capitoli. Nel primo capitolo si indaga sul concetto di etnia e
sulla formazione di nazioni e stati; si approfondiscono tali concetti dal punto di vista
geografico, sociologico e antropologico.
Nel secondo capitolo si volge uno sguardo generale al territorio fisico/politico dell’Europa
sudorientale in cui le popolazioni minoritarie si sono insediate. Inoltre, il capitolo offre una
panoramica sistematica e empiricamente fondata delle loro dimensioni quantitative, (i
pomacchi in Grecia e i sinti in Italia).
Nel terzo capitolo si presentano brevemente due casi: i pomacchi in Tracia e, i sinti e i rom
in Italia. Si vuol aprire una finestra per varcare le tenebre del pregiudizio e dello stereotipo
ed entrare nel mondo della conoscenza e dell’accoglienza dell’altro. Nel quarto capitolo si
analizza il modo in cui le queste minoranze vengono tutelate a tutti i livelli. Si cerca di
semplificare il più possibile la complessa materia.
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Si presentano alcuni strumenti giuridici e normativi volti alla tutela e alla promozione dei
diritti e delle diversità linguistiche e culturali. Tali strumenti sono accompagnati da brevi
riflessioni.
Nel quinto capitolo, si esamina il Documento elaborato nel 2008 da un Gruppo di intellettuali
europei: “Una sfida salutare. Come la molteplicità delle lingue potrebbe rafforzare
l’Europa”. Si vuol sottolineare l’importanza della valorizzazione delle lingue minoritarie,
che se tutelate e diffuse, possono giocare un ruolo importante nella nascita di una cultura
europea ricca di sfumature, fatta di un solo popolo, ma dalle tante culture da integrarsi
attraverso il dialogo delle culture.
Nonostante la complessità dell’argomento, ho cercato di usare un linguaggio quanto più
possibile semplice e diretto. Il lavoro non vuol essere esaustivo e si spera che il lettore sia
stimolato ad approfondire ulteriori aspetti di un mondo - delle realtà minoritarie- che
rappresenta un patrimonio europeo e dell’umanità.
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