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InterruttoriPartePrima 18 03 2020

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Dispositivi di manovra e
protezione dalle sovracorrenti
Le sovracorrenti sono causate da due fenomeni:
• Sovraccarico
• Cortocircuito
Obiettivo:
proteggere le condutture elettriche
Apparecchio di manovra
• Un apparecchio di manovra è un dispositivo in grado di eseguire
manovre di apertura e di chiusura di un circuito.
Apparecchio di manovra e protezione
• Un apparecchio di manovra ha anche la funzione di protezione dalle
sovracorrenti se è dotato di un idoneo sistema di sgancio
automatico.
Le manovre
Le manovre possono avvenire:
• a carico;
• a vuoto
Le manovre possono anche avvenire in condizioni di:
• normale esercizio;
• funzionamento anormale;
In relazione al tipo di comando si distinguono:
• il comando manuale effettuato dall’operatore;
• il comando automatico, determinato dall’intervento di un dispositivo di
protezione o da un sistema di controllo.
Interruttore
L’interruttore è un apparecchio in grado di condurre corrente, fino a un
determinato valore, in modo continuativo e in condizioni di
funzionamento normale
È inoltre in grado di aprire e chiudere il circuito sia in:
• In condizioni normali
• In condizioni di guasto, fino a un determinato valore della corrente di
guasto.
Interruttore automatico (PROTEZIONE)
L’interruttore automatico è un interruttore munito di sganciatori di
sovracorrente.
In questo caso diventa anche un apparecchio di protezione contro i
sovraccarichi e i cortocircuiti, in grado di interrompere
automaticamente correnti in condizioni anormali specificate
Interruttore di manovra
L’interruttore di manovra è un apparecchio in grado di
• stabilire (chiudendo il circuito), condurre in modo continuativo
correnti in condizioni di normale esercizio
• interrompere correnti in condizioni di normale esercizio fino a un
determinato valore, comprese eventuali condizioni di sovraccarico
specificate. NON CORTOCIRCUITO.
Non è costruito per intervenire in condizioni di cortocircuito.
Interruttore di manovra con fusibili
(PROTEZIONE)
L’interruttore di manovra, diventa apparecchio di protezione contro le
sovracorrenti, se lo si munisce, per ogni polo, di fusibili in serie.
Sezionatore
• Il sezionatore è un apparecchio in grado di condurre in modo
continuativo la corrente di normale funzionamento e, per un tempo
specificato, un definito valore della corrente di funzionamento
anormale.
• Può aprire e chiudere il circuito solo a vuoto o in presenza di correnti
di intensità trascurabile.
Nella posizione di “aperto” deve interrompere la continuità metallica
del circuito, mantenendo una specificata distanza di sezionamento tra
i contatti.
Sezionatore con fusibili (Protezione)
• Collegando in serie ai poli del sezionatore dei fusibili di protezione
contro le sovracorrenti, anche il sezionatore diventa un dispositivo di
protezione contro le sovracorrenti.
Interruttore di manovra-sezionatore
L’interruttore di manovra-sezionatore è un interruttore di manovra che
possiede i requisiti di sicurezza d’interruzione di un sezionatore. È detto
anche sezionatore sotto carico in quanto può aprire e chiudere un
circuito anche in presenza di corrente, nelle normali condizioni di
carico.
Può essere munito di fusibili per la protezione dei circuiti contro le
sovracorrenti.
Arco elettrico
• Nelle manovre di apertura e di chiusura degli interruttori si sviluppa,
all’interno del dispositivo, un arco elettrico, ossia una scarica
elettrica dovuta alla tensione che perfora il sottile strato di isolante
posto tra il contatto fisso e quello mobile di ogni polo, durante il loro
movimento di allontanamento o di avvicinamento.
• Il fenomeno e tanto più gravoso quanto maggiore e la tensione di
esercizio del sistema in cui l’interruttore e installato e deve essere
interrotto entro un determinato tempo (dell’ordine delle decine di
millisecondi) per evitare che il calore sviluppato possa produrre danni
permanenti all’interruttore.
Causa e soluzione dell’arco elettrico.
• La formazione dell’arco elettrico provoca la ionizzazione del mezzo
isolante interposto tra i contatti aperti, rendendolo conduttore, per
estinguere l’arco occorre innanzitutto deionizzare l’ambiente, ossia
sostituire il dielettrico ionizzato con altro non ionizzato, in modo da
ripristinare la rigidità dielettrica tra i contatti.
Estinzione dell’arco (deionizzazione)
οƒΌinterruttori a volume d’olio ridotto (AT ed MT):
• moti convettivi generati dal riscaldamento dell’olio e che determinano la sostituzione dell’olio
ionizzato
οƒΌinterruttori ad aria compressa (AT):
• l’estinzione dell’arco avviene mediante un getto d’aria ad elevata pressione
οƒΌinterruttori in aria a deionizzazione magnetica (MT e BT):
• 𝑭 = 𝒒𝒗𝑩 = 𝑩𝒍𝑰 la forza elettromagnetica agente sull’arco lo sposta in una apposita camera
di estinzione e tra i contatti affluisce, per effetto della depressione altra aria che ripristina
l’isolamento
οƒΌinterruttori a esafluoruro di zolfo (MT):
• usano come mezzo isolante e per l’estinzione dell’arco il gas 𝑆𝐹6 , avente un elevato valore di
rigidità dielettrica e buona conducibilita termica per lo smaltimento del calore
οƒΌinterruttori sotto vuoto (MT):
• detti cosi perché i poli sono posti in camere in cui il mezzo dielettrico e molto rarefatto e
l’arco elettrico si estingue in modo spontaneo al passaggio della corrente per lo zero;
vengono utilizzati in impianti MT
La tensione nominale è il valore di tensione a cui sono riferite le prestazioni dell’interruttore in fase di
chiusura e di interruzione su cortocircuito. Per i circuiti polifasi ci si riferisce alla tensione tra le fasi.
la tensione nominale d’impiego 𝑼𝒆 è il valore di tensione che il costruttore specifica per l’apparecchio,
unitamente alla corrente nominale d’impiego, e per il quale garantisce le prestazioni dichiarate;
la tensione nominale d’isolamento π‘Όπ’Š è il valore di tensione per il quale è dimensionato l’isolamento
elettrico dell’interruttore, verificato da apposite prove dielettriche. Il suo valore deve essere non inferiore alla
più elevata delle tensioni d’impiego dell’apparecchio; quando non viene specificata si considera come
tensione nominale di isolamento la maggiore tensione nominale d’impiego.
La corrente nominale 𝑰𝒏 rappresenta il valore di corrente che l’interruttore può condurre in assegnate
condizioni di tensione, di impiego e ambientali e a cui sono riferite le caratteristiche dell’apparecchio.
La corrente termica nominale è il valore di corrente che l’interruttore può condurre senza che le
sovratemperature delle sue varie parti superino i valori stabiliti dalla norma.
La corrente ininterrotta nominale 𝑰𝒖 è relativa al servizio ininterrotto di durata superiore a otto ore, senza
manovre intermedie, in aria libera e temperatura ambiente specificata, generalmente 40 º C.
Potere nominale d’interruzione espresso in [A]
• L’attitudine di un interruttore a interrompere la corrente durante
il cortocircuito prende il nome di potere nominale
d’interruzione
• Il potere nominale d’interruzione è pari al massimo valore
efficace della componente simmetrica della corrente di
cortocircuito presunta che l’apparecchio è in grado di
interrompere in specificate condizioni.
Ci siamo messi nelle condizioni più gravose infatti presunta, indica che la corrente di cortocircuito è stata
calcolata ipotizzando nulla l’impedenza offerta dell’interruttore ovvero assimilandolo ad un cortocircuito.
Potere nominale d’interruzione su
cortocircuito indicato con 𝐼𝑐𝑛 espresso in [A]
• Altra definizione
• Il potere nominale d’interruzione su cortocircuito 𝐼𝑐𝑛 corrispondete al
valore efficace della componente simmetrica della corrente presunta
di corto circuito che l’apparecchio è in grado di interrompere
indipendentemente dal valore della componente unidirezionale.
Potere nominale d’interruzione estremo e di
servizio in cortocircuito
• Il potere d’interruzione nominale estremo 𝑰π‘ͺ𝑼 in cortocircuito,
rappresenta il valore del potere d’interruzione assegnato dal
costruttore per la corrispondente tensione nominale d’impiego e in
specificate condizioni.
• Il potere d’interruzione nominale di servizio 𝑰π‘ͺ𝑺 in cortocircuito,
corrisponde a una specificata percentuale del potere d’interruzione
nominale estremo dichiarata dal costruttore.
• NB. In pratica il valore di 𝑰π‘ͺ𝑼 è quello che si deve considerare nel
calcolo di un impianto, in quanto corrisponde al massimo valore di
corrente che l’apparecchio è in grado d’interrompere.
Potere di chiusura nominale in cortocircuito
πΌπ‘π‘š
• Si definisce potere di chiusura nominale su cortocircuito o di
stabilimento πΌπ‘π‘š il massimo valore di cresta della corrente di
cortocircuito presunta che ricordo essere pari a
πΌπ‘π‘Ÿ = 2 2𝐼𝑆
che l’interruttore è in grado di chiudere alla frequenza nominale, in
specificate condizioni di tensione e fattore di potenza.
• Viene indicato con i simboli 𝐼𝑝 (CEI 17-1) e πΌπ‘π‘š (CEI 17-5).
• Il potere di chiusura è sempre maggiore di quello d’interruzione
Corrente nominale ammissibile di breve durata
𝐼𝑐𝑀
• Gli interruttori installati negli impianti elettrici non sempre intervengono
appena si manifesta un guasto nell’impianto; spesso, infatti, gli sganciatori
di sovracorrente di cui sono dotati e che ne comandano l’apertura vengono
ritardati per ragioni di funzionalità dell’impianto.
• In queste circostanze gli interruttori, in posizione di chiuso, sono interessati
da sovracorrenti per un determinato tempo.
• Come conseguenza di tale modalità di intervento, nel caso di
cortocircuito, gli interruttori, in posizione di chiuso, sono interessati da
elevate correnti per un determinato tempo; dopo il periodo transitorio
del cortocircuito, la corrente è pari al valore efficace della componente
simmetrica.
Interruttori con tempi di ritardo intenzionale
Si definiscono interruttori di categoria B sono quelli in cui è possibile
regolare un tempo di ritardo;
Si definiscono interruttori di categoria A quelli che intervengono senza
ritardo intenzionale
Corrente nominale ammissibile di breve durata
• La corrente nominale ammissibile di breve durata, indicata con π‘°π’„π’˜ ,
è il valore di corrente che un interruttore è in grado di condurre,
senza danneggiarsi, per una durata specificata e nelle condizioni di
utilizzazione prescritte.
Per gli interruttori:
• In MT un valore di durata di riferimento è 3 secondi se 𝐼𝑐𝑀 = 𝐼𝑐𝑛
• In bassa tensione, se 𝐼𝑐𝑀 = 𝐼𝑐𝑛 allora βˆ†π‘‘ = 1𝑠 altrimenti se 𝐼𝑐𝑀 < 𝐼𝑐𝑛 , il tempo
deve essere specificato.
Sganciatori di sovracorrente
• Gli sganciatori di sovracorrente di cui sono muniti gli interruttori automatici e che ne
determinano l’intervento in caso di sovraccarico o di cortocircuito sono, in generale, dei
relè di protezione in cui la grandezza agente, ossia la grandezza fisica a cui il dispositivo è
sensibile, è la corrente elettrica.
• relè di massima se intervengono quando la grandezza agente supera il valore di taratura
impostato (relè di massima corrente, per esempio);
• relè di minima se intervengono quando la grandezza agente diventa minore del valore di
taratura impostato (relè di minima tensione, per esempio);
• relè differenziali che agiscono sulla base del valore assunto dalla differenza tra due
grandezze omogenee; sono molto diffusi gli sganciatori di corrente differenziali che
intervengono quando la differenza tra due correnti supera il valore di taratura;
• relè direzionali, sensibili al verso della grandezza agente.
Caratteristica d’intervento del relè.
• In base alla forma di tale caratteristica si distinguono:
• relè a tempo indipendente
• relè a tempo dipendente
• rele a tempo inverso
Relè a tempo indipendente
Relè a tempo inverso
Sganciatore magnetotermico
• Gli sganciatori magnetotermici di massima corrente sono molto usati
per la protezione contro le sovracorrenti di sovraccarico e di
cortocircuito. L’apparecchio che ne deriva prende il nome di
interruttore magnetotermico.
• Sono formati dall’unione di due relè, precisamente:
1. un relè termico a lamina bimetallica
2. un relè magnetico
Relè termico a lamina
bimetallica
Relè termico a lamina bimetallica
Relè magnetico
Caratteristica
d’intervento di un
magnetotermico
• zona A (𝐼 < 𝐼𝑛 ): zona di non intervento;
• zona B (𝐼 < 𝐼𝑛 ≤ 5 ÷ 10𝐼𝑛 ): protezione
dai sovraccarichi;
• zona C (𝐼 > 5 ÷ 10𝐼𝑛 ): sovracorrenti di
cortocircuito, l’intensità della corrente è
maggiore dei valori di soglia di ambedue
gli sganciatori, ma interviene solo quello
magnetico che ha, a parità di corrente,
ha un tempo d’intervento minore; lo
scatto è istantaneo, senza ritardo
intenzionale.
A B
C
Caratteristica d’intervento
degli sganciatori magnetotermici della tabella F6.4.
𝐼𝑏 < πΌπ‘Ÿ < 𝐼𝑧 < 𝐼𝑛
Per la scelta dello sganciatore si deve fare riferimento alla corrente d’impiego 𝐼𝑏 e alla portata della conduttura 𝐼𝑍 .
Per esempio, se la corrente d’impiego è pari a 85 A e la portata vale 95 A si può utilizzare un interruttore con
corrente nominale 100 A, associato a uno sganciatore TM100D con 𝐼𝑛 = 100 A, con regolazione termica πΌπ‘Ÿ = 90 A
(0,9 × πΌπ‘› ), valore che consente la circolazione della corrente d’impiego senza superare il limite della portata. In caso
di cortocircuito si avrà un intervento istantaneo se la sovracorrente supera la soglia di taratura πΌπ‘š = 800 A.
𝐼𝑏 < πΌπ‘Ÿ < 𝐼𝑧 < 𝐼𝑛
Caratteristiche d’intervento degli interruttori
automatici per bassa tensione
Carichi luce
Di serie
B
Motori
C
D
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