”Tu sei una piccola anima che porta in giro un corpo.” Epitteto Avere 16 anni non è mica facile. Non è come averne due ed essere al centro di tutte le attenzioni. E nemmeno come averne cinque e aprire gli occhi sul mondo che ti sta attorno. Avere 16 anni è tutta un’altra cosa. I riccioli sono ormai andati via e insieme a loro le gioie di un tempo in cui ogni cosa ti era permessa, ti era concessa, dovuta, incondizionatamente giustificata. In fin dei conti allora eri così carina, così dolce, il piccolo tesoro della nonna, l’amore della zia e dello zio, la cucciola della mamma e di papà, e… pure del nonno che più di tutti gli altri ti portava in giro per vantarsi ovunque di te; la sua nipotina, unica, la più splendente stella nel firmamento. E infatti non c’era una commessa nei negozi del tuo quartiere a non conoscere in dettaglio l’andamento delle tue giornate. Ora però, nessuno parla più della tua tramontata ‘dolcezza’, come se si fosse in qualche modo sciolta negli ultimi undici anni; di ciò che fai nulla è perfetto come una volta; negli occhi che ti guardano non c’è più quella meraviglia che ti accoglieva tempo fa, seppure le parole ti vogliano rassicurare che tutto è rimasto immutato. Ti chiedono: “Che cosa hai fatto a scuola?” E tu rispondi a loro: “Niente!” Perché alla fine che puoi mai fare a scuola? Tutti i giorni la stessa domanda. Non è che lì ci sei solo tu. Ma loro poi insistono, senza nemmeno degnarti di uno sguardo, talvolta: “Come niente? Cinque ore, sei ore, qualcosa dovete pure aver fatto!” “Eh, sì! Ok!” rispondi a loro, tediata, visto che trovi stancante questa prevedibile routine. “Abbiamo parlato.” Poi, scambi qualche battuta su WhatsApp, un po’ con le tue amiche, un po’ con gente che in realtà non ti va tanto di sentire; le solite lamentele, le solite improvvisazioni di vita sociale... e ti metti finalmente le cuffie per goderti in tranquillità la tua musica favolosa; così la conversazione si sposta su tuo fratello. Lui sì che ha sempre da raccontare ed è normale ovviamente. Lui è un adulto ora. Ha ventisei anni. Ha responsabilità, impegni, nuovi progetti su cui lavorare, una fidanzata, nuova, non quella dell’anno scorso, un impiego, non è come te, un’adolescente ‘spensierata’, una a cui non si chiede mai nulla di serio e di conseguenza: nulla è ciò che fa. Il colmo, per tua disgrazia, è che nemmeno questo ‘nulla’ lo sai fare bene. I tuoi te lo confermano ogni giorno, tutti i giorni della tua vita. Neppure con questo ‘nulla’ tu riesci a convincerli; perché se te la spassi con gli amici a loro non va bene: “Ora siete grandi, non dovreste sprecare in cose frivole il vostro tempo, dovreste già iniziare a progettarvi il futuro”. Se ti dimostri responsabile e inizi a fare i tuoi compiti, a impegnarti quindi nelle cose serie della tua banale esistenza, pensi che vada bene a qualcuno? Stanne certa: ti sbagli di nuovo. Appena si accorgeranno di quel che stai facendo ti diranno: “Ma quanto ci impieghi tu per tre righe e due conteggi? Una vita? Sei troppo lenta, sai?” Se poi ti metti a leggere, o a scrivere, a suonare, o che ne so, a disegnare, a nessuno andrà bene lo stesso, magari soltanto perché il momento non è quello adatto; perché proprio allora tu avresti dovuto pulirti la stanza o sistemarti gli armadi. Ti vengono a trovare gli amici... Eh, no! “Ma come?! Puntualmente quando ci sono faccende in casa da sbrigare?” No, non va bene, puoi scommetterci! Ma... dopo tutto, se così per caso, ti venisse in mente di stenderti sul letto e metterti le braccia incrociate sotto la testa a guardare il soffitto, sognando ad occhi aperti quel ragazzo fico dagli occhi verdi, in divisa da allievo ufficiale della marina militare, quello che è appena venuto a prendere tuo fratello, eh sì che allora, senza alcun dubbio, non andrebbe per niente bene! E tu cominceresti a sentirti un po’ come se fossi un fantasma telecomandato. Presente ma invisibile. Perché undici anni prima tuo fratello non ti avrebbe lasciata in casa in una giornata di vacanza bella come questa. La mamma vi avrebbe mandati insieme fuori; e lui ti avrebbe presa volentieri con sé. Nel parco. Voi due. Le ragazze ti avrebbero circondata per come eri graziosa. Tu sempre le attiravi; e lui avrebbe risposto alle loro domande su di te, all’inizio un po’ titubante, magari arrossendo, e avrebbe riso e scherzato con loro. Tu non avresti capito molto, ma ti saresti sentita importante, anche se loro un po’ si sarebbero dimenticati di te... Come ora. Pure adesso avrebbe potuto invitare anche te. Andare con loro due per un gelato, beh… È lì che vanno. Li hai sentiti parlare. Ma ora, tu per lui non sei più abbastanza piccola perché esca con te e allo stesso tempo nemmeno abbastanza grande perché lui lo faccia; metteresti in imbarazzo i suoi amici con le tue occhiate insistenti. Sì! Ed è inutile illuderti, o mentirti da sola. Questo dei 16 anni non è un tempo come tutti gli altri tempi, questo è un tempo speciale. Ora non sei più la persona che loro volevano farti credere che tu fossi. Non sei più l’immagine descritta da loro. Ora tu sei reale. I tuoi pensieri sono reali, le tue domande, le risposte che non smetterai mai di cercare, i tuoi sogni, le tue paure, le tue debolezze e la tua testardaggine, la tua leggerezza, tutto è reale, come il corpo che ti guardi allo specchio, ogni mattina, nuovo, diverso, altro e... lo stesso... lo stesso che ti sta dando il passaggio dalla bambina che ha messo a riposare, ormai, le sue bambole, alla donna che domani (con un po’ di fortuna) si perderà fra le braccia dell’uomo che saprà apprezzarla. Un’anima è quello che ti sentirai di essere sempre; a due o cinque anni come adesso a 16 e chissà magari anche a 61. Un’anima vestita di un corpo. E ora, ai tuoi 16 anni, dovrai trovare, da sola, lo stile nel vestire quest’anima, lo stile che si abbini di più a quella che sei, a quella che ti senti di essere; qualche gioiello, un po’ di trucco, qualche abbellimento o semplicemente quella... semplicità del naturale; quella semplicità non alterata dallo sfoggio degli accessori che appesantiscono la figura e che tolgono la serenità del godersi la festa della vita. Insomma è ora, ai tuoi 16 anni, che dovrai trovare, fra tutte le prove che stai affrontando, lo stile in grado di rendere felice la tua anima. Isabella Tokos 3A Roma, 15 Ottobre 2019