AUTORE: PIERO DELLA FRANCESCA TITOLO: FLAGELLAZIONE DI CRISTO DATA: 1453 CIRCA MATERIALE E TECNICA: TEMPERA SU TAVOLA DIMENSIONI: 60 CM X 80 CM LUOGO DI CONSERVAZIONE: PALAZZO DUCALE DI URBINO LA FLAGELLAZIONE DI CRISTO REALIZZATA DA PIERO DELLA FRANCESCA È UNA TEMPERA SU TAVOLA NON MOLTO GRANDE. MISURA INFATTI CIRCA 60 CM X 80 CM. IL DIPINTO RAFFIGURA CRISTO LEGATO ALLA COLONNA MENTRE VIENE FLAGELLATO PER ORDINE DI PONZIO PILATO. IL TEMA DELLA TAVOLTA PERÒ NON È RAPPRESENTATO IN PRIMO PIANO, MA È RELEGATO SULLA SINISTRA DELL’OPERA, IN SECONDO PIANO, COME FOSSE QUINDI DI SECONDARIA IMPORTANZA. LA SCENA È AMBIENTATA ALL’INTERNO DI UN’ ARCHITETTURA IN STILE GRECOROMANO: UN PORTICO CON SOFFITTO A CASSETTONI, COLONNE CORINZIE E UN PAVIMENTO DECORATO DA INTARSI MARMOREI. QUI È AMBIENTATA LA FLAGELLAZIONE. POSSIAMO VEDERE: 1. A SINISTRA, UN UOMO SEDUTO CHE OSSERVA LA SCENA DELLA FLAGELLAZIONE; DIETRO DI LUI SI VEDE UNA SCALA CHE CONDUCE AL PIANO SUPERIORE DI QUELLO CHE POTREBBE ESSERE IL SUO PALAZZO. 2. AL CENTRO, CRISTO LEGATO A UNA COLONNA E AFFIANCATO DA DUE UOMINI CHE STANNO PER FLAGELLARLO. DI FRONTE A LORO C’È UN QUARTO PERSONAGGIO CHE CI DÀ LE SPALLE ED È VESTITO CON ABITI ORIENTALI E CON UN TURBANTE. FUORI DAL PORTICO LE ARCHITETTURE CAMBIANO: GLI EDIFICI A DESTRA DELL’OPERA SONO INFATTI RAPPRESENTATI SECONDO IL GUSTO QUATTROCENTESCO, CONTEMPORANEO A PIERO DELLA FRANCESCA. LA LUCE È UN ELEMENTO FONDAMENTALE NELLA COSTRUZIONE DEL DIPINTO. LE FONTI DI LUCE SONO DIVERSE: 1. UNA È ALL’ESTERNO ED È UNA LUCE NATURALE CHE VA DA SINISTRA A DESTRA E ILLUMINA LE FIGURE E LE ARCHITETTURE FUORI PORTICO. 2. LA SCENA DELLA FLAGELLAZIONE È INVECE ILLUMINATA SIA DALLA LUCE CHE SEMBRA PROVENIRE DALLE APERTURE DEL PORTICO, SIA DA UNA FONTE LUMINOSA CHE ILLUMINA IL SOFFITTO SOPRA CRISTO. SE LA FLAGELLAZIONE OCCUPA IL SECONDO PIANO DELLA PARTE SINISTRA DELLA TAVOLA; IN PRIMO PIANO, SULLA DESTRA, SI VEDONO TRE FIGURE RITRATTE MENTRE PARLANO TRA DI LORO. A DIVIDERE LE DUE SCENE È UNA COLONNA CORINZIA CHE SCANDISCE IL PASSAGGIO DALLA SCENA CHE SI SVOLGE DENTRO AL PORTICO E QUELLA CHE SI SVOLGE AL SUO ESTERNO. QUI VEDIAMO: 1. UN UOMO CON LA BARBA IN ABITI ORIENTALI; 2. UN UOMO CON UN ABITO RICAMATO CON DECORAZIONI DORATE 3. E AL CENTRO, TRA QUESTE DUE FIGURE, UN GIOVANE, BIONDO CHE, SCALZO, INDOSSA SOLO UNA VESTE ROSSA. QUEST’ULTIMO PERSONAGGIO HA LO SGUARDO FISSO DAVANTI A SÉ E SEMBRA CONCENTRATO NEI SUOI PENSIERI. SE SI OSSERVA ATTENTAMENTE, LA FIGURA DEL GIOVANE SCALZO HA DELLE SOMIGLIANZE CON QUELLA DEL CRISTO, SOPRATTUTTO PER QUANTO RIGUARDA LA POSA DELLE MANI E DEI PIEDI; COSÌ COME LE FIGURE CHE GLI STANNO AI LATI SEMBRANO RIPETERE IL GRUPPO DEI FLAGELLANTI DI GESÙ. LE DUE SCENE HANNO QUINDI DELLE ANALOGIE. INOLTRE LA COSTRUZIONE PROSPETTICA DEL DIPINTO RAFFORZA IL LEGAME TRA LE DUE SCENE, NONOSTANTE APPAIANO AMBIENTATE IN TEMPI ASSAI LONTANI TRA LORO. IL PUNTO DI FUGA CENTRALE ACCENTUA INFATTI UNA VISIONE UNITARIA DELLO SPAZIO. LA SCACCHIERA DEL PAVIMENTO E I CASSETTONI DEL SOFFITTO DEL PORTICATO SONO LE GRIGLIE ATTRAVERSO LE QUALI PIERO DELLA FRANCESCA COSTRUISCE L’EFFETTO DI PROFONDITÀ. IL QUADRATO È IL MODULO BASE DELL’INTERA COMPOSIZIONE. LO SPAZIO COSTRIUTO IN MODO GEOMETRICO E MATEMATICO DA PIERO DELLA FRANCESCA UNIFICA QUINDI LE DUE SCENE. COSÌ, DA UNA PARTE LO SPAZIO UNITARIO, DALL’ALTRA LE ANALOGIE, CIOÈ LE SOMIGLIANZE, TRA LE POSE DEI PERSONAGGI DENTRO E FUORI DAL PORTICO, CREANO DEI LEGAMI TRA LE DUE SCENE ANCHE DA UN PUNTO DI VISTA DELLA STORIA CHE PIERO DELLA FRANCESCA CI STA RACCONTANDO. DIVERSE SONO STATE LE INTERPRETAZIONI DI QUEST’OPERA COSÌ COMPLESSA DAL PUNTO DI VISTA DEL CONTENUTO ESPRESSO. ALCUNI IDENTIFICANO IL GIOVANE, BIONDO E SCALZO, CON ODDANTONIO MONTEFELTRO, FRATELLASTRO DEL PIÙ FAMOSO FEDERICO DA MONTEFELTRO, PROPRIETARIO DEL DIPINTO. ODDANTONIO INFATTI ERA RIMASTO VITTIMA DI UNA CONGIURA, MORENDO ALL’ETÀ DI 17 ANNI. SECONDO QUESTA INTERPRETAZIONE, ODDANTONIO, COSÌ COME CRISTO, RIMASE VITTIMA INGIUSTAMENTE. UNA INTERPRETAZIONE PIÙ RECENTE, E PIÙ ACCREDITATA IDENTIFICA INVECE IL RAGAZZO AL CENTRO CON BONCONTE, FIGLIO DI FEDERICO DA MONTEFELTRO, CON AFFIANCO BACCI E IL CARDINALE BESSARIONE. BACCI SAREBBE IL COMMITTENTE DELL’OPERA VOLUTA COME DONO PER MONTEFELTRO PER INVITARLO A PARTECIPARE AD UNA CROCIATA PUNITIVA CONTRO I TURCHI. NON SI PUÒ, INFATTI, SOTTOVALUTARE LA DATA DI REALIZZAZIONE DI QUESTO DIPINTO IL 1453, ANNO IN CUI COSTANTINOPOLI CADDE ROVINOSAMENTE NELLE MANI DEI TURCHI. SECONDO QUESTA INTERPRETAZIONE, CRISTO FLAGELLATO RAPPRESENTEREBBE LA LONTANA E ASSEDIATA COSTANTINOPOLI, CON UN RICHIAMO ANCHE AI CRISTIANI TUTTI. LA FIGURA SEDUTA A GUARDARE IL MARTIRIO DELL’INTERA COMUNITÀ RELIGIOSA DIVENTEREBBE L’IMPERATORE BIZANTINO, GIOVANNI VIII PALEOLOGO. LA SCENA A SINISTRA RAPPRESENTEREBBE IL MONDO ORIENTALE, FLAGELLATO DAI CONFLITTI RELIGIOSI, QUELLA A DESTRA INVECE L’OCCIDENTE, RESPONSABILE E FAUTORE DI UNA NUOVA CROCIATA. ALLA CORTE DI URBINO, PIERO CONOSCE LA PITTURA FIAMMINGA DA CUI RIPRENDE LA RAPPRESENTAZIONE DETTAGLIATA DEI PARTICOLARI. MA È SOPRATTUTTO LA COSTRUZIONE GEOMETRICA E MATEMATICA DELLA PROSPETTIVA E DELLE FIGURE CHE CARATTERIZZANO LO STILE DI PIERO DELLA FRANCESCA. È COME SE RIDUCESSE OGNI FORMA DELLA REALTÀ A SOLIDI GEOMETRICI DI FORME REGOLARI. IL RISULTATO NON È SEMPRE REALISTICO, MA ALTAMENTE POETICO: È L’IDEALE DI UNA BELLEZZA CHE, NELLA SUA PERFEZIONE, CI DÀ LE MISURE ESATTE DELL’IDEALE ESTETICO DI QUEL TEMPO.