La sezione preamplificatrice l'equalizzazione di Pierangelo [user #955] - pubblicato il 25 novembre 2008 ore 08:00 Dopo aver visto, nell’articolo precedente, come si articola la sezione preamplificatrice di un ampli a valvole, è opportuno trattare un tema di fondamentale importanza: l’equalizzazione. La voce finale di un amplificatore dipende in gran parte dalla sua sezione preamp, è in questa sezione di circuito che avviene il Tone shaping principale, con i tagli di frequenza necessari a caratterizzarne il suono. Ruolo principe in questo senso ce l’ha l’equalizzazione, da intendere in senso ampio: pre-equalizzazione e controlli di equalizzazione veri e propri. CONTINUA A LEGGERE QUESTO ARTICOLO La pre-equalizzazione è la parte del circuito dedicata a rimuovere le frequenze in eccesso o ad enfatizzare alcune frequenze desiderate, ed è posta generalmente nei primi stadi di amplificazione. La si può ottenere in due modi differenti: in modo passivo attraverso il taglio di frequenze interstadio; in modo attivo attraverso l’amplificazione di alcune frequenze e non altre. Nel primo caso ci troviamo sempre di fronte ad un filtro formato da una resistenza e da un condensatore, oppure solo da una resistenza, che sfrutta le capacità parassite del circuito. Attraverso questi filtri è possibile creare dei tagli in basso (filtri passa-alti) e creare delle attenuazioni sulle alte (filtri passa-bassi). Addirittura, ma più raramente, ci troviamo in presenza di filtri che tagliano le frequenze medie (tipo T-filter, che possiamo trovare sui vecchi Gibson o in alcune applicazioni Soldano). Negli ampli derivati dal Bassman, abbiamo sempre una pre-equalizzazione di questo tipo, posizionata normalmente tra il primo e il secondo stadio, il punto più critico di tutta la catena, appena prima del controllo di gain. Lo stesso potenziometro di gain è di solito utilizzato per preequalizzare il suono, spesso con degli switch di bright o addirittura con condensatori in parallelo per dare un effetto tipo “bright fisso” ed enfatizzare quindi le frequenze medio alte. Da notare che qualsiasi ampli cambia la sua voce relativamente alla posizione di questo cruciale controllo, fondamentale non solo per la sua funzione di controllo di guadagno del circuito, ma anche per la risposta in alto e in basso dell’intero amplificatore. A seconda del suono che si vuole ottenere si cercherà un taglio di frequenze o un altro: dicevamo nel precedente incontro che un canale clean armonicamente completo è spesso progettato per avere il massimo delle frequenze possibili, con pochi tagli in basso e in alto, in modo da restituire il suono dello strumento su tutto lo spettro armonico. In questo caso sarà quindi scarsa e misurata l’applicazione di filtri. La soluzione per i suoni distorti è invece opposta. Infatti, quando si progetta un canale overdrive, il costruttore cerca di tagliare le frequenze basse per evitare un suono fangoso e di arrotondare le alte per evitare l'effetto zanzara. Sono quindi necessari dei filtri per enfatizzare le medie a scapito degli estremi di banda. Ovviamente maggiore sarà il guadagno del canale e maggiore sarà la necessità di controllo tonale: avremo quindi canali crunch con poco filtraggio e canali overdrive con filtri più numerosi, proprio per ottenere una pasta timbrica utile ad essere distorta. Fondamentale è infatti in questo caso mantenere la definizione e un suono il più possibile controllabile da parte del chitarrista. Il secondo modo di effettuare una pre-equalizzazione, quello attivo, riguarda essenzialmente la polarizzazione degli stadi di amplificazione e il boost dato ad alcune frequenze attraverso dei condensatori di bypass dei catodi degli stadi di guadagno. In questo senso si può avere un taglio prossimo allo zero con un boost di 6db circa su tutte le frequenze, oppure dei tagli che vanno dagli 80, ai 150, ai 300 Hz. e oltre. Il progettista sceglierà in questo caso il valore più consono alle proprie applicazioni, modellando opportunamente la banda passante anche con la possibilità di effettuare attenuazioni sulle alte frequenze attraverso dei parziali bypass della resistenza di anodo. Ci rendiamo conto quindi che il circuito di preamplificazione è un circuito sicuramente complesso, ma totalmente gestibile dal punto di vista del controllo tonale in fase di progettazione e ideazione. Un appunto: per quanto riguarda la pre-equalizzazione occorre distinguere tra ampli derivati dal Bassman e ampli derivati dalla serie Black Face della Fender. Nel secondo caso infatti abbiamo i controlli di equalizzazione subito dopo il primo stadio di amplificazione e fungeranno essi stessi da pre-equalizzazione. Quindi, nel caso in cui ci troveremo di fronte ad un ampli Marshall, Soldano, Bogner ecc. avremo una pasta sonora pre-definita e con i controlli di equalizzazione potremo intervenire a valle del circuito, decidendo le dimensioni del suono e la risposta in frequenza di un segnale già filtrato a monte nelle sue caratteristiche di pasta sonora. Nel caso di ampli Mesa-Boogie serie Mark, Dumble e via dicendo, avremo la possibilità di decidere il contenuto armonico del segnale con lo stesso equalizzatore, dando una pasta timbrica sempre differente, ma con la limitazione di non poter decidere a valle le frequenze se non attraverso un eq aggiuntivo, tra l’altro presente in molti Mesa-Boogie. E’ infatti in fondo alla catena di preamplificazione che si può ottenere il massimo della definizione attraverso l’eq e in molti ampli high-gain questo obiettivo è fondamentale. L’equalizzatore è ideato come una rete di condensatori e resistenze che fungono da filtro alle varie frequenze ed è normalmente un circuito passivo pilotato direttamente dall’anodo della valvola o attraverso un cathode follower, necessario ad abbassare l’impedenza del segnale in modo da evitare eccessive degradazioni dello stesso. Gli equalizzatori più utilizzati derivano dallo schema ideato da Leo Fender per il suo Fender Bassman negli anni ’50 e gli eq Marshall, Vox, Hiwatt e Fender Black Face ne rappresentano una variazione sul tema. Ecco un paio di schemi tra gli equalizzatori maggiormente usati: Marshall Fender Black Face